Faustin Linyekula / Mamu Tshi (RDC/CH)

danza | durata 50 min
in francese con sottotitoli in italiano

c/o ZONA K, ingresso consentito previo tesseramento 2024


Tutto nasce da un incontro al teatro di Vidy tra una premiata danzatrice di krump – danza cruda, intensa, liberatoria – e un noto coreografo. Lei è Amandine Ngindu (nome d’arte Mamu Tshi), lui Faustin Linyekula. Entrambi hanno origini congolesi. Insieme decidono di recarsi nel Kasai, regione centrale del Congo per incontrare una parte della famiglia di Amandine e per scoprire un Congo che lui non conosce. Questo spettacolo è stato creato durante il viaggio di ritorno. Un diario di viaggio che racconta una terra a cui sono entrambi legati ma che conoscono parzialmente. L’uno trasmette all’altro una parte della propria storia e della propria identità.

Faustin Linyekula guida quindi Mamu Tshi attraverso il Congo, un paese che non ha mai smesso di interrogare, come un Virgilio che accompagna il poeta Dante nel suo viaggio iniziatico. Mamu Tshi accoglie Faustin Linyekula nella sua famiglia e nella sua cultura. Entrambi compiono un ulteriore passo nella loro ricerca, avvicinandosi a loro stessi.

Con Mamu Tshi (Amandine Tshijanu Ngindu) Ideazione e coreografia Faustin Linyekula, Mamu Tshi (Amandine Tshijanu Ngindu) Assistente alla regia Angélique Tahé Musica Twin Traxamus, Groupe folklorique Atandele (Kananga, RDC) Voci registrate Kaku Musambi Papa Ngindu Papa Mako Griot Tshimina Video Faustin Linyekula Zima Tukala Ringraziamenti a Zia Pauline Bibomba e tutta la famiglia a Kanyuka, RDC, Zima Tukala (yo moko oyebi), Victor Bafuafua, Sylvie Makela e il Salon Tribus Urbaines Regia generale Veronique Kespi Direttore delle luci Farid Deghou Boussad Direttore del suono Luc Grandjean  Direttore di scena Christian Wilmart Produzione Anouk Luthier Produzione Théâtre Vidy-Lausanne con il sostegno di Studios Kabako (Kisangani, RDC) Sostegno Arts and Humanities Division, New York University Abu Dhabi

foto di Sarah Imsand

Mamu Tshi è nata in Congo che ha lasciato alla nascita per Losanna dove oggi vive e lavora. Attratta molto presto dalla danza urbana, oggi fa parte dell’élite mondiale del krump: nel 2020 e nel 2021 ha ricevuto il titolo di “ballerina dell’anno” in questa disciplina. La danza freestyle, potente, espressiva e liberatoria, fa parte del movimento della street dance ed è considerata, tra l’altro, una risposta artistica all’oppressione sistematica di alcuni gruppi e alla frustrazione che ne deriva. Le “battaglie”, influenzate dall’hip-hop e piene di energia, sono generalmente disputate in spazi pubblici da diverse crew. Mamu Tshi ha frequentato a lungo le danze urbane prima di esibirsi per la prima volta nel 2019 al Théâtre Sévelin 36 nell’ambito di “Quarts d’Heure” – una piattaforma per giovani coreografi. Lo stesso teatro l’ha poi invitata a sviluppare il suo assoloWomb: Entrailles come “artista associata” per una creazione nella primavera del 2023. Con il suo spettacolo L’Héritière, Mamu Tshi completa anche il trio internazionale Portraits in Otherness commissionato dalla Akram Khan Company per la tournée in Svizzera (Steps festival). Parallelamente, con il collettivo “Swiss Krump Movement” e i Warriorz, pionieri del krump in Svizzera, trasmette questa cultura organizzando corsi di formazione e altri eventi comunitari. La mancanza di risorse l’ha portata ad avviare un progetto per includere le culture e le pratiche artistiche degli ambienti urbani e sotterranei nel panorama culturale svizzero, CAaUSE, entre d’Arts Alternatif et Urbain Suisse Émergent. Al Vidy è assistente alla coreografia e interprete di Sous influence di Nina Negri nel 2021 e nel 2024 interpreta Mamu Tshi, Portrait pour Amandine in collaborazione con Faustin Linyekula.

Danzatore, coreografo e regista, Faustin Linyekula vive e lavora a Kisangani (Repubblica Democratica del Congo). Dopo una formazione letteraria e teatrale a Kisangani, nel 1993 si è trasferito a Nairobi e nel 1997 ha co-fondato la prima compagnia di danza contemporanea in Kenya, la compagnia Gàara. Tornato a Kinshasa nel giugno 2001, ha creato una struttura per la danza e il teatro visivo, un luogo di scambio, ricerca e creazione: Studios Kabako. Con la sua compagnia, Linyekula è autore di oltre quindici spettacoli che sono stati presentati sui maggiori palcoscenici e festival in Europa, Nord e Sud America, Australia e Africa. Tra le sue collaborazioni figurano una produzione per la Comédie Française (Bérénice, 2009), una creazione per il Ballet de Lorraine (La Création du monde 1923-2012, 2012), un assolo per un ballerino del Balletto Nazionale del Portogallo. Linyekula ha anche immaginato spettacoli per musei: il MOMA di New York (2012), il MUCEM di Marsiglia (2016), il Metropolitan Museum (2017) o il Royal Museum for Central Africa di Tervuren (2018). Insegna regolarmente in Africa e negli Stati Uniti. Dal 2007, il lavoro e l’approccio di Linyekula hanno sede nella città di Kisangani, dove Kabako Studios sostiene la formazione, la produzione e la diffusione di giovani artisti congolesi nel campo delle arti performative, ma anche del video e della musica. Nel 2014, Linyekula e Kabako Studios hanno ricevuto il primo premio dalla fondazione americana CurryStone per il lavoro sviluppato a Kisangani e in particolare nel comune di Lubunga con le diverse comunità. Nel 2016, nell’ambito della biennale Artista Na Cidade, Linyekula è stato artista associato della città di Lisbona, da cui ha ricevuto la medaglia al merito artistico. Da settembre 2018 e per tre stagioni, è stato associato al Manège – Scène nationale de Reims in Francia. Nel 2019 è stato artista associato dell’Holland Festival di Amsterdam. Presso Vidy ha presentato nel 2019 Congo, un trio per cantante, attore e danzatore basato sull’omonimo libro di Éric Vuillard. La serie di film di giovani artisti africani Lettres du continent, che ha progettato con Virginie Dupray durante la pandemia del 2020, è stata presentata da Vidy nell’autunno del 2020. Nel 21/22 ha condotto il ciclo Imaginaires des futurs possibles con la drammaturga Claire de Ribaupierre, un’iniziativa che riunisce artisti, scienziati e spettatori proposta da Vidy e dal Centro di sostenibilità dell’Università di Losanna. Nel 2024 presenta Mamu Tshi, Portrait pour Amandine.

Generazione gLocale – Focus Diritti

spettacolo multimediale dal vivo con cuffie audio WiFi | durata 50 min.

c/o Liceo Clemente Rebora
Via Beatrice d’Este, 28 – RHO (MILANO)

Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti
Per prenotazioni scrivere a biglietti@zonak.it  


Una scuola.
Un gruppo di adolescenti di Rho.
Una voce in cuffia che guida il Pubblico.

Generazione gLocale è un format di teatro partecipativo che racconta le nuove generazioni superando pregiudizi e stereotipi. Dal 2017 ad oggi ha visto la sua realizzazione in diverse città italiane coinvolgendo adolescenti nel ruolo di Protagonisti.

In questi ultimi mesi, durante i laboratori a Rho, siamo partiti da domande di cui non sapevamo già le risposte. Ci siamo chiesti, per esempio, quali sono i diritti che ci appartengono per davvero. Nel nostro quaderno degli appunti abbiamo iniziato a scriverne alcuni: diritto alla cura, diritto alla scuola, diritto alla ribellione, diritto al futuro…

Così abbiamo adottato storie che parlano di noi, dei luoghi che attraversiamo ogni giorno, di desideri e paure comuni. Abbiamo provato a mettere insieme i pezzi costruendo un racconto multimediale dal vivo interamente realizzato con le nostre voci e le nostre azioni.

E tu, quale diritto vorresti adottare?

produzione ZONA K (Milano), creazione collettiva Classe 4AC del Liceo Rebora di Rho (Milano), con Tommaso Amboldi, Pietro Carabelli Pietro, Elizabeth Colaiemma, Elisa Cozzi, Simone Garavaglia, Giulia Girometta, Beatrice Giudici, Francesca Gorla, Sara Lualdi, Anna Manfredini, Sofia Muliari, Francesca Oropallo, Giulia Ragusa, Martina Ranieri, Elena Sardelli, Martina Trovato, drammaturgia e regia Andrea Ciommiento, assistenza alla regia Leda Peccatori, referente scuola Ylenia Marotta, coordinamento didattico Federica Di Rosa, con il sostegno dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese, in collaborazione con Lapsus e Terzo Paesaggio

Open Call per “CON L’ANIMALE”

NUMERO23PROD. // MASSIMO FURLAN

Con l’animale
Un progetto teatrale di Massimo Furlan & Claire de Ribaupierre

Per il progetto teatrale Con l’animale, gli artisti svizzeri Massimo Furlan & Claire de Ribaupierre sono alla ricerca di racconti, aneddoti e testimonianze di appassionati e praticanti di caccia e pesca, da affiancare a interviste ad antropologi, filosofi e scienziati e a specialisti della fauna selvatica sul tema di queste pratiche.

La loro ricerca artistica pone l’attenzione sulle relazioni tra la natura e i suoi abitanti: chi sono i protagonisti, come interagiscono, come si influenzano a vicenda ed evolvono nello stesso tempo e nello stesso luogo. La raccolta delle testimonianze si trasformerà in un testo teatrale.

Oggi ci accorgiamo sempre più spesso che stiamo trascurando le conoscenze ancestrali, basate su un equilibrio tra ciò che prendiamo dalla natura e ciò che le lasciamo il tempo di ricostituire. Se non conosciamo più l’ambiente, lo stiamo trascurando e se ne prendiamo troppo, lo stiamo distruggendo. Senza la conoscenza dell’intelligenza di ciò che ci circonda, distruggiamo noi stessi.

Si cercano aneddoti, piccoli racconti di giornate di pesca e di caccia. Luoghi, fiumi, laghi, correnti, criteri per trovare i pesci, quale vegetazione, quale altitudine, quale ora del giorno. Boschi, foreste, pianure, montagne, la luce, le tracce, gli odori, la temperatura per il cacciatore. Aspettare la preda, in solitudine e in silenzio. La pazienza. Il rapporto con il tempo. Come accadono le cose piccole, infinitesimali, i microeventi che costituiscono forme di attenzione: la precisione del gesto, l’ascolto, la presenza di segni nell’acqua o nei boschetti, la conoscenza del terreno, la qualità dell’aria, la qualità dell’acqua, la qualità della luce. E poi le abitudini e le traiettorie di pesci e selvaggina: la molteplicità delle specie, il loro comportamento, la loro intelligenza, le loro tecniche.


Gli artisti Massimo Furlan & Claire de Ribaupierre sono disponibili

a incontri in presenze nel periodo 28 novembre – 6 dicembre 2023.

Per informazioni e disponibilità, contattare stagione@zonak.it


Massimo Furlan, regista
Massimo Furlan è nato a Losanna nel 1965 da genitori italiani. Dopo aver studiato alla scuola cantonale d’arte di Losanna, lavora nel suo studio, espone regolarmente i suoi dipinti e disegni in varie gallerie e lavora come scenografo. Nel 2003 ha fondato la compagnia Numero23Prod e ha iniziato a sviluppare lavori teatrali e performativi. All’inizio, il suo lavoro si ispira ai suoi ricordi d’infanzia: parte dalla sua storia personale per poi toccare la memoria collettiva di un’intera generazione. Rivisita modelli, sogni e aneddoti che hanno avuto un impatto particolare su di lui e la cui intensità provoca ancora oggi sorpresa e una certa esultanza. Si tratta di progetti come Gran Canyon Solitude (2003), (storia d’amore) Superman (2004), Palo Alto (2006) e Les filles et les garçons (2007). Nei suoi progetti scenici, invita danzatori e altri performer sul palcoscenico per creare quelle che lui chiama immagini lunghe: scatti in sequenza che ricordano il cinema e l’installazione. Continua questa ricerca con You can speak, you are an animal (2009), Schiller Thriller (2011), Giacomo (2012), Un Jour (2014). Accanto ai suoi progetti teatrali, si dedica anche alla performance art, rimettendo in scena partite mitiche della storia del calcio negli stadi di tutta Europa (dal 2000), correndo sulla pista dell’aeroporto internazionale di Ginevra per il Festival de la Bâtie del 2004 nell’aeroporto internazionale e correndo nel tunnel del Grand Saint-Bernard che collega Svizzera e Italia, per Tunnel nel 2015. Ha inoltre interpretato tutti i concorrenti dell’Eurovision Song Contest del 1973 per il Festival di Avignone nel 2010.

Dal 2008 in poi, con la sua drammaturga Claire de Ribaupierre, inventa protocolli e dispositivi unici per la parola, nell’ambito di progetti come Chanteur plutôt qu’acteur (2008), Les Héros de la pensée (2012-2018), Après la fin, le Congrès (2015), Le Concours européen de la chanson philosophique (2019) che portano in scena pensatori.

Nel 2017 il lavoro si è aperto a una dimensione documentaristica, coinvolgendo attori non professionisti, abitanti dei villaggi dei Paesi Baschi per il progetto Hospitalités nel 2017 e lavoratori migranti per Les Italiens nel 2019. Questo approccio, che solleva la questione di chi è in scena e di chi racconta la storia, continua con progetti come Avec l’animal (2022), Les feux (2023) e Dans la terre (2024), che interrogano i gesti e il saper fare. Un altro aspetto del suo lavoro consiste nel portare gli spettatori di notte su treni, autobus e battelli, alla scoperta di paesaggi urbani o selvaggi, attraverso la contemplazione, la musica e la camminata, come una lunga ripresa cinematografica itinerante: così Girls change places (2004), The Wind in the Wood (2016), Nocturne, (2017), Travelling (2017), Factory (2017), Dans la forêt (2020). Massimo Furlan ha ricevuto il Premio svizzero per il teatro nel 2012 e il suo lavoro è sostenuto da un accordo congiunto tra la Città di Losanna, il Cantone di Vaud e Pro Helvetia, la Fondazione svizzera per la cultura.

Claire de Ribaupierre, drammaturga

Claire de Ribaupierre è nata a Losanna nel 1968, ha studiato letteratura e ha conseguito un dottorato in letteratura contemporanea. Svolge ricerche nei campi dell’antropologia, delle immagini e della letteratura. Ha pubblicato Le roman généalogique. Claude Simon et Georges Perec (2002), e ha curato diverse opere collettive sulla questione del lutto e del fantasma (Le corps évanoui, les images subites, 1999), sulla figura dell’idiota (2004) e sulla questione dell’aneddoto (2007). Nell’ottobre 2012, con il Centre d’art de Neuchâtel, ha pubblicato Les Héros de la pensée, un libro che ripercorre le 26 ore di spettacolo e 11 canzoni filosofiche (2019) per il progetto European Philosophical Song Contest. Dal 2003 lavora alle produzioni di Massimo Furlan, prima come interprete e poi come drammaturga.

È stata collaboratrice scientifica e docente presso l’École cantonale d’art du Valais e la Haute École d’art et de design di Ginevra, e ha organizzato diversi incontri in luoghi d’arte che riuniscono artisti e teorici intorno a un tema specifico (aneddoto, archivio, animale, incidente, eccesso, ecc.). Dal 2008 al 2010 ha lavorato come ricercatrice sostenuta dal Fondo Nazionale Svizzero sulle pratiche artistiche dell’archivio e su un progetto sulle pratiche di improvvisazione con diverse scuole d’arte, teatro e musica. Attualmente insegna metodologia, drammaturgia e antropologia presso La Manufacture – Haute école des arts de la scène, nell’ambito del programma di Bachelor in teatro e danza.

Foto ©far° Nyon2022 – Arya Dil

ZONA K

videoinstallazione
partecipazione gratuita
c/o Il D!alma – cantiere creativo urbano
Via Claudio Monteverdi, 117 –
La Spezia


Dopo il debutto al Teatro degli Impavidi di Sarzana nel 2022, ZONA K propone in forma installativa l’importante lavoro di indagine e coinvolgimento di persone comuni realizzato con la produzione Non siamo niente, saremo tutto.

Interviste, filmati, audio che fotografano un oggi lavorativo complesso, fatto di forti gap generazionali, di aspettative mancate, di realizzazioni, di voglia di partecipare. Un archivio online del mondo del lavoro oggi, partito dalle testimonianze dei primi lavoratori di La Spezia e Sarzana coinvolti e in continua crescita per ogni piazza che lo spettacolo tocca.

Un percorso immersivo in una delle questioni più urgenti per il presente e il futuro di tutti.

un progetto di ZONA K a cura di Fabio Cherstich contenuti e regia dell’omonimo spettacolo Alessandro Renda editing e visual effect video Francesco Tedde e Alessandro Tedde (Antropotopia)
Il progetto è realizzato con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito di Art Waves Produzioni di cultura contemporanea

AA.VV.

RESTITUZIONI DEI PROGETTI SOSTENUTI DAL BANDO DELLE RESIDENZE DIGITALI:
Mara Oscar Cassiani, Malte & Collettivo Ønar, Martin Romeo, Simone Verduci/Ariella Vidach

Per informazioni e acquisto biglietti (3 euro) consultare il sito www.residenzedigitali.it. All’atto dell’acquisto lo spettatore riceverà tutte le informazioni necessarie. 


Si rinnova, per il quarto anno consecutivo, l’appuntamento con la Settimana delle Residenze Digitali, progettualità artistiche sperimentali, che trovano nello spazio digitale il loro habitat ideale.

La settimana si svolgerà dal 22 al 26 novembre e prevede le restituzioni dei progetti selezionati attraverso la quarta edizione del bando delle residenze digitali, un progetto ideato e promosso dal Centro di Residenza della Toscana (ArmuniaCapoTrave/Kilowatt), in partenariato con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto – Teatro DimoraLa Corte Ospitale), l’Associazione ZONA K di Milano, Fondazione Piemonte dal Vivo – Lavanderia a Vapore, a cui si aggiungono quest’anno altre due realtà: C.U.R.A. – Centro Umbro Residenze Artistiche (La Mama Umbria Umbria International – Gestioni Cinematografiche e Teatrali/ZUT – Centro Teatrale Umbro – Micro Teatro Terra Marique – Indisciplinarte) e la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza.

Il programma della settimana

22 – 26 novembre dalle 16.30 alle 18.00, di CITIZENS di SIMONE VERDUCI / ARIELLA VIDACH, progetto di arte performativa e partecipativa immaginato per lo spazio virtuale che ripercorre la definizione di eterotopia enunciata dal filosofo Michele Foucault, usata per indicare quegli spazi che hanno la particolare caratteristica di essere connessi a tutti gli altri spazi, ma in modo tale da sospendere, neutralizzare o invertire l’insieme dei rapporti che essi stessi designano, riflettono o rispecchiano. Il corpo dello spettatore è il motore di questo attraversamento. Conversazioni in corso, corpi danzanti, la preghiera in una chiesa, la confusione di un mercato affollato, sono solo alcune delle situazioni che gli utenti possono incontrare durante il loro percorso, oltre alla possibilità di interagire tra loro. Le situazioni agite da rappresentazioni virtuali sono le controparti umane. La scelta del percorso influenzerà direttamente l’evolversi degli eventi, la trama e il modo in cui lo spettatore si relazionerà all’esperienza. Le musiche sono di Franco Conte.

Simone Verduci è creative technologist e new media artist. La sua ricerca è incentrata sullo sviluppo e l’applicazione di nuove tecnologie per l’arte e il design, con uno sguardo sempre attento al contemporaneo e alla multidisciplinarietà.
Ariella Vidach si forma a New York negli anni Ottanta, dove ha modo di approfondire il lavoro con i protagonisti della danza postmoderna americana. Torna a Milano nel 1990 e nel 1996 fonda la Compagnia di danza Ariella Vidach – AiEP, con la quale produce performance multimediali che affiancano alla ricerca coreografica l’interesse per il rapporto tra corpo e tecnologia. Nel 2017 AiEP riceve il “Premio Speciale” nei Premi della danza svizzera per la ricerca e l’innovazione del linguaggio.

Giovedì 23 e venerdì 24 è il momento di AI LOVE, GHOSTS AND UNCANNY VALLEYS <3 di MARA OSCAR CASSIANI. Il lavoro può essere fruito in versione online giovedì 23 dalle 11 alle 12.30 e in versione ibrida, online e in presenza alla Lavanderia a Vapore di Collegno (To), venerdì 24/11 dalle 11 alle 12.30 – in presenza replica riservata alle scuole- e dalle 19 alle 20 – durata fra i 10 e i 30 minuti).

Possiamo innamorarci di una Ai (intelligenza artificiale) e poi decidere di lasciarla? Amici virtuali, avatar che posseggono profili Instagram e ci danno consigli, Ai che diventano i partner nella vita affettiva. In molti modi, sembra la relazione perfetta, perché si potrebbe sempre fare affidamento sul compagno di intelligenza artificiale, sempre disponibile a fornire compagnia e comprensione. Mentre aumentano le relazioni reali sparite in preda al ghosting (la scomparsa di qualcuno senza spiegazioni), le relazioni con le Ai crescono. I corpi, che sembrano spesso semi coscienti con un dispositivo in mano, vivono una seconda vita emotiva e reale sulle piattaforme social e Ai. Le Ai colmano i vuoti degli umani che infondono in loro quello che Gilbert Ryle nel 1949 chiamava il Ghost, l’anima nella macchina. Eppure, questo meccanismo di estrema umanizzazione diventa aberrante: quanto più la Ai assomiglia all’umano, tanto più gli utenti sono sconvolti (effetto Uncanny Valley). Il processo di ricerca oscilla tra storytelling di YouTube e momenti di realtà aumentata e si è sviluppato anche nel corso di due residenze: la prima in Lavanderia a Vapore, che ha permesso all’artista di interrogarsi su questi temi incontrando studenti e studentesse del Liceo Curie di Collegno e dell’Università DAMS di Torino, e la seconda presso C.U.R.A. centro umbro residenze artistiche. L’obiettivo è narrare ma anche dare una dimostrazione performativa della coesistenza di un rapporto tra Ai, in forma di avatar virtuali e utenti, e l’impatto sulla presenza corpo e sul nostro comportamento dell’uso dei device come tramite comunicativo. Mara Oscar Cassiani condividerà, inoltre, il processo di ricerca, la sua poetica artistica e l’esperienza di Residenze Digitali, durante la sua permanenza a Torino, il 26 novembre in occasione di onLive Campus, progetto promosso da Piemonte dal Vivo, quest’anno nell’ambito della sesta edizione del TFI Torino Film Industry al Circolo dei lettori. onLive Campus è un contesto in cui dare visibilità alle nuove estetiche e all’impatto delle residenze dedicate alle arti digitali in dialogo con la rete, come conferma la presenza nella stessa giornata di Kamilia Kard, tra i vincitori della precedente edizione di Residenze Digitali, e di MALTE & Collettivo ØNAR, altro progetto selezionato dal bando, sempre il 26 novembre a Torino per Memissima.

Mara Oscar Cassiani è un’artista wifi-based che lavora nel campo della performance, della coreografia, dei linguaggi digitali, del ritual clubbing, esplorati attraverso pratiche performative live, sia offline che online. La sua ricerca è incentrata sulla creazione di un’iconografia contemporanea, in cui le nuove grammatiche e i rituali sono mutuati dal mondo di internet, dalle sottoculture, dagli avatar e dall’immaginario del brutal capitalismo. Il rapporto che intrattiene con il pubblico, in una dimensione allargata – sia live che mediata – viene esplorato, attraverso questi immaginari visivi, in allestimenti performati in luoghi open space o in spazi virtuali open source. La performance risultante diventa un flusso di immagini, un continuo scroll-down tra estratti di cultura avatar, folklore rituale, folklore digitale e di riappropriazione nei confronti del linguaggio capitalista. L’artista ci restituisce così un’istantanea globale, un “fast food visivo” tra kitsch, cruda ritualità e apocalisse.

Giovedì 23, dalle ore 18 alle ore 20 dal vivo presso ZONA K e per un gruppo di 100 iscritti su Telegram, (replica domenica 26 dalle 18,30 alle 20 live da Off Topic di Torino per Memissima e fruibile da un gruppo Telegram di 100 iscritti) TEATROPOSTAGGIO di GIACOMO LILLIÙ. Lo shitposting è la condivisione in una chat o sui social di contenuti volutamente scadenti o fuori contesto, con l’obiettivo di far esplodere qualsiasi possibilità di comunicazione univoca. Strumento principale di questa operazione sono i meme, dunque assemblaggi di immagini, video e testi: una dialettica tra scritto e icona assimilabile a quella tra parola e palco. Ma cosa succede se si utilizza lo shitposting per “schiantare” i paradigmi drammaturgici? Giacomo Lilliù (ideazione e curatela performativa) e Pier Lorenzo Pisano (curatela drammaturgica) hanno selezionato 5 tra i più interessanti creatori di contenuti memetici, e li hanno invitati a creare nuovo materiale insieme a 4 attori professionisti. Per la Settimana delle Residenze Digitali, il percorso di ricerca trova attuazione sull’applicazione di chat Telegram, con una performance in bilico tra dadaismo, oscenità e nichilismo semantico. Gli attori saranno chiamati a condividere piccoli atti situazionisti in foto e video, che fungeranno da base per l’operazione di risignificazione dei memer, che a loro volta ispireranno nuove situazioni agli stessi performer, in un processo di feedback in cui è impossibile arrivare al termine di un qualsiasi pensiero. D’altronde, se lo shitposting serve a far saltare le fila del discorso, nessun discorso può dirsi immune da questa tentazione a deragliare.

Giacomo Lilliù (1992) è regista e attore. Formatosi alla Scuola del Teatro Stabile delle Marche e successivamente alla LAMDA di Londra, dirige e collabora a progetti in Italia, Polonia, Regno Unito. Come attore recita per Marco Baliani, la compagnia belga Ontroerend Goed, Romeo Castellucci. Dal 2014 collabora con la compagnia MALTE, diretta da Sonia Antinori, con la quale dirige e interpreta progetti come Teoria della classe disagiata, adattamento ufficiale dell’omonimo saggio di culto. Nel 2015 crea Collettivo ØNAR, gruppo informale attraverso cui si dedica alla creazione multidisciplinare e intraprende un percorso di ibridazione fra teatrale e digitale, realizzando opere come WOE/Wastage of Events (vincitore Residenze Digitali 2021). Nel 2022 il network Fondo, istituito da Santarcangelo Festival assieme ad altri 13 enti, gli riconosce una fellowship per la sua personale ricerca artistica.

Conclude la programmazione, venerdì 24 a Vicenza, dalle 20 alle 22,30 in 5 turni da 5 persone per volta, durata 30 minuti e sabato 25 nella sua versione online dal teatro virtuale di AMAT dalle 20 alle 22 (sempre 5 turni per 5 persone alla volta)  HUMANVERSE di MARTIN ROMEO. Una ricerca sul post-umano che considera tutti gli attori presenti come parte di un ecosistema: elementi fisici, non fisici, digitali, virtuali e phigital. Il metaverso è parte di questo nuovo ecosistema-mondo con il quale dobbiamo interfacciarci in vista della nascita di una nuova “civiltà”. Humanverse ci porta a riflettere sulla questione antropologica del corpo, in una realtà in cui vengono contrapposti mondi fatti di nuove alleanze tra specie diverse e abitati da esseri permeabili, ibridi e molteplici, come le creature fantastiche inventate da Carrington. Che farcene della nostra materia quando tutto è sempre più immersivo? In un mondo sempre più propenso all’immersività, quali priorità si vuole stabilire? Lo sviluppo di queste tematiche darà vita a elaborati audiovisivi generati con piattaforme AI (MidJourney, OpenAI, ChatGPT) che saranno presentati al fine di instaurare dialoghi e scambi. Lo spettatore potrà accedere a questo ambiente sia da computer che da smartphone tramite un avatar, avrà modo di interagire fisicamente grazie all’impiego di visori Quest 2 messi a disposizione durante le restituzioni pubbliche. Potrà partecipare all’esperienza in tempo reale, vivere all’interno di questo ecosistema e farlo evolvere.

Martin Romeo è un artista multimediale Italiano cresciuto in Argentina, la cui ricerca è rivolta all’arte interattiva, spaziando tra videoinstallazioni e performance di danza. Partecipa a numerosi festival internazionali, tra cui File – Electronic Language International Festival in Brasile e all’ International Sarajevo Winter Festival in Bosnia-Erzegovina. I suoi lavori sono stati esposti al Minsheng Art Museum in Cina, all’ IMRC Center in US, e a varie biennali, tra cui la 54° Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia e la 15° BJCEM in Grecia. Ha creato diversi progetti culturali ed è direttore artistico del Toolkit Festival di Venezia e Screening Festival di Trieste. Insegna all’Università ISIA e all’ Accademia di Belle Arti di Urbino.

Mauro Pescio (IT)

Tratto da Podcast Io ero il Milanese di Raiplay Sound

Spettacolo teatrale | durata 75 min

c/o Casa Circondariale“Francesco Di Cataldo” San Vittore
Piazza G. Filangieri 2 – Milano

POSTI ESAURITI – LISTA D’ATTESA COMPLETA
Guarda le repliche del 17 e 18 novembre c/o ZONA K


Uno spettacolo nato come podcast dalla penna di un attore-scrittore, Non è la storia di un eroe è la restituzione live del podcast Io ero il Milanese di e con Mauro Pescio. Lo spettacolo è il racconto di un uomo che nella vita ha fatto tante scelte sbagliate, un uomo con cui la sfortuna si è accanita, un uomo che ha toccato il fondo, ma che da quel fondo si è rialzato. La storia di Lorenzo è diventata un podcast, intitolato Io ero il Milanese, prodotto da RaiPlay Sound, diventato un vero e proprio caso nel 2022. Partito in sordina, grazie al passaparola il podcast ha conquistato il pubblico superando i 700 mila ascolti. Ora la storia di Lorenzo S. potrà essere conosciuta dal vivo: lo spazio teatrale è, per antonomasia, lo spazio della rivoluzione, adatto quindi a dare voce alla rivoluzione personale di Lorenzo S. e alla sua storia difficile, dura, ma anche piena di speranza.

di Mauro Pescio e Lorenzo S. con Mauro Pescio e la partecipazione straordinaria del Coro La Nave di San Vittore a cura di Associazione Amici della Nave, Associazione Verso Itaca, ZONA K 

Mauro Pescio, autore radiofonico e teatrale. Dopo essersi diplomato alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano si trasferisce a Roma dove fonda una compagnia teatrale con cui lavora per dieci anni. Dal 2012 è autore di “Voi siete qui” per Radio24 e dal 2015 di “Pascal” di Radio2. Per Audible ha scritto “La piena”, prima produzione italiana di Amazon di un podcast teatrale. Dal 2017 collabora con Radio3 per la trasmissione di audiodocumentari “Tre soldi”.

DANAE FESTIVAL
25^ edizione

Anche quest’anno ZONA K si fa tappa del DANAE FESTIVAL, un progetto di Teatro delle Moire giunto alla 25^ edizione, e accoglie lo spettacolo di

RITA FRONGIA

Étoile & Star – Essere umani molto da vicino

Rita Frongia, drammaturga, attrice, regista, che da molti anni scrive per Claudio Morganti, presenta il dittico Étoile Star, per i quali ha sentito il desiderio di lavorare con uno sguardo coreografico, coinvolgendo due interpreti con una lunga e articolata storia artistica: l’attore Stefano Vercelli che ha lavorato tra gli altri con Jerzy Grotowski e Eugenio Barba e la danzatrice americana Teri Weikel che ha alle spalle una serie di collaborazioni con artisti e artiste di fama internazionale e dal 2002 è insegnante del Metodo Feldenkreis applicato alla danza. 

Dopo una lunga vita sulla scena, quando l’equilibrio del danzatore si fa precario e le ossa sporgono come rami in cerca di luce e non ci sono più virtù e giovinezza da esibire, si va all’osso appunto, si indaga il piccolo, il sottile, l’inenarrabile, si evocano i fantasmi di una vita e si desidera danzare come mai si sarebbe immaginato. È questo il desiderio. Se metti insieme la lunga vita di un artista, più la storia che desidera incarnare (o il fantasma che cerca di evocare), viene fuori una terza storia: il suo umano ritratto. Serve una storia che faccia la grazia di nascondersi, una drammaturgia che rispetti l’intelligenza del pubblico e che non suggerisca chiavi di lettura, serve che l’artista sia presente, che in scena indaghi attimo per attimo tempi e forme, affinché si possa immaginare l’indicibile, vedere l’invisibile. 

Info e Acquisto biglietti ➝ DANAEFESTIVAL.COM

I KEPLER-452 si raccontano: una parabola tra teatro e realtà

È da qualche tempo che ci occupiamo di raccontare la realtà, di tentare di portarla in scena, con tutte le resistenze, intuizioni, difficoltà, scoperte, meraviglie che ne conseguono.

Dopo circa dieci anni di questo lavoro pensiamo di non aver elaborato un vero e proprio metodo, perché la realtà e il teatro sono due cose che, messe insieme, è difficile che forniscano due volte circostanze analoghe o anche solo simili. Il cortocircuito tra loro è un’altra realtà, ancora. Irripetibile.

Quando ZONA K ci ha chiesto di tenere una “MasterClass”, abbiamo pensato che, in poche ore, sarebbe stato difficile trasmettere a qualcuno la nostra pratica di lavoro. 

Abbiamo deciso, piuttosto, di ripercorrere insieme questi dieci anni di incontri, tentativi, spettacoli, persone, identità, fallimenti, e raccontarli pubblicamente, nella speranza che questa parabola narrativa tracci qualcosa di simile, se non a un metodo, a una possibilità di teatro.

Una sintesi che offra l’occasione di affacciarsi su un’avventura che possa, forse, far intravedere una strada, un’intuizione nuova, in qualcuno che l’ascolta .

Nicola Borghesi, Enrico Baraldi


La masterclass si svolge il giorno 5 OTTOBRE 2023 dalle ORE 16.00 alle ORE 18.00 presso il Teatro OUT OFF – via Mac Mahon 16 Milano.

La partecipazione è gratuita e avviene attraverso la compilazione di ➝ QUESTO MODULO
Il numero delle/dei partecipanti è limitato.
I posti verranno assegnati in base all’ordine di arrivo dei moduli correttamente compilati. 


Vai allo spettacolo di KEPLER-452 in scena il 4 e 5 ottobre per la stagione 10

DOM- e ANTONIO MORESCO (IT)

18 ottobre ore 16.00 vers. ENG + ITA
19 ottobre ore 16.00 vers. ENG
20 – 21 ottobre 2023 ore 16.00 vers. ITA

Camminata urbana per soli 20 spettatori | Durata 270 min.

c/o Spazi urbani*


L’uomo che cammina è un viaggio a piedi di circa quattro ore per 20 spettatori e spettatrici alla volta. Una figura, umbratile e sfuggente, percorre la città passeggiando. Attraverso il suo viaggio il paesaggio si apre e si nasconde agli occhi del pubblico che segue a distanza, come a spiare, in bilico tra identificazione e distacco.

A partire dalla graphic novel di Jiro Taniguchi, DOM- costruisce una drammaturgia di spazi per addentrarsi sempre più profondamente nel groviglio della città, e lasciare che l’esperienza viva del cammino diventi il pretesto per un corpo a corpo con il reale. Protagonista del remake milanese è lo scrittore e drammaturgo Antonio Moresco. Mettendosi sui suoi passi e seguendo la sua figura di spalle, il pubblico si ritrova immerso dentro un fantasmatico piano sequenza. Gli spazi si susseguono – una piazza, una stazione, una cattedrale, una palude, un campo incolto, un motel, una piscina – e si intrecciano con scritture solitarie e racconti di viaggi notturni.

Dopo gli allestimenti originali del 2018 e 2019, realizzati grazie alla collaborazione tra ZONA K e Danae festival, il progetto viene ora proposto anche nella versione inglese in vista del meeting internazionale INSITU Artistic Lab.

progetto a cura di DOM- 
creazione, drammaturgia e regia Leonardo Delogu, Valerio Sirna 
con Antonio Moresco 
e con Paola Galassi, Isabella Macchi, Achraf Saiklaroussi 
con la guida di Sathya Nardelli
e con la partecipazione delle allieve e degli allievi dell’ITSOS Albe Steiner
liberamente ispirato all’omonimo fumetto di Jiro Taniguchi L’uomo che cammina 
sonorizzazione del testo “Camminare da solo, di notte di Antonio Moresco” a cura di Fabio Zuffanti 
con la voce di Gabriele Portoghese nella versione inglese
elaborazione suono audioguida Lorenzo Danesin 
traduzione inglese dei testi Richard Courtenay Dixon 
progetto video di Studio Azzurro a cura di Alberto Danelli, Alexey Demichev, Laura Marcolini, Martina Rosa 
coproduzione Sardegna Teatro e ZONA K, co-produzione edizione 2018 e 2019 Teatro delle Moire  con la collaborazione di Terzo Paesaggio 
si ringrazia per la collaborazione Museo del Novecento, Abbazia di Chiaravalle e Milanosport

Gli allievi di dell’ITSOS Albe Steiner: Johan Boccalini, Alessandro Delbosio, Deva Diminutto Formiconi, Claudia Ghielietti, Aurora Gigliotti, Manuel Giuliano, Eleanna Marseglia, Giada Mura, Sam Nalgrati, Mariangela Valle.


*Il luogo di partenza sarà comunicato via sms il giorno precedente lo spettacolo.
Sarà necessario lasciare a ZONA K il proprio numero di cellulare.
Si raccomanda abbigliamento e scarpe comode.
Camminata non adatta a persone con capacità motoria ridotta.

DOM- è un progetto di ricerca nato nel 2013 dalla collaborazione tra gli artisti Leonardo Delogu e Valerio Sirna. DOM- indaga il linguaggio delle arti performative, contaminandolo con l’approccio militante delle Environmental Humanities e con le istanze e gli immaginari delle ecologie femministe e queer. La ricerca ruota attorno al rapporto tra corpi e territori, investigando il nodo della permeabilità e osservando come potere, natura, cultura e marginalità interagiscono nello spazio pubblico. DOM- costruisce opere performative, camminate, giardini, testi, conferenze e dibattiti, opere audiovisive, workshop, dj-set e feste. www.casadom.org
Antonio Moresco, Scrittore italiano [Mantova, classe 1947]. Dopo aver compiuto un difficile apprendistato di cui dà conto in Lettere a nessuno (1997) documentando criticamente la difficoltà di emergere dalla condizione di scrittore sotterraneo e rifiutato dal mondo editoriale italiano, ha pubblicato nel 1993 la raccolta di racconti Clandestinità, in cui sono già presenti i temi che sostanziano la sua opera, resi in uno stile asciutto e iperrealista che ne accresce l’impatto drammatico: quello della solitudine, in primo luogo, attraversata da una dimensione del sogno come straniamento da sé, cui si affianca il motivo ricorrente di una ricerca affannata di senso che si dipana attraverso percorsi obliqui e instabili. Il fulcro dell’opera di Moresco ruota intorno alla vasta opera Giochi dell’eternità, scritta nell’arco di 35 anni, costituita da Gli esordi (1998), Canti del caos (edito in due volumi nel 2001 e 2003) e Gli increati (2015). Tra le sue altre opere: La cipolla (1995), Lo sbrego (2005), Scritti di viaggio, di combattimento e di sogno (2005), Merda e luce (2007), La lucina (2013), Fiaba d’amore (2014), I randagi (2014), Piccola fiaba un po’ da ridere e un po’ da piangere (2015), L’addio (2016), Fiabe da Antonio Moresco (2017) e, entrambe nel 2018, L’adorazione e la lotta e Il grido.
Fondatore nel 2003 del blog Nazione indiana, nel 2005 ha creato la rivista telematica e cartacea Il primo amore.

BÜRGERBÜHNE – La scena dei cittadini

Spettacolo partecipato  | durata 120 min

c/o condominio di viale Lombardia 65, Milano

partecipazione gratuita
prenotazione obbligatoria su biglietti@zonak.it


10+1. Alla ricerca della pubblica felicità” è una performance di teatro partecipato ideata e realizzata insieme al gruppo di cittadini che ha preso parte al laboratorio teatrale BÜRGERBÜHNE – La scena dei cittadini.

10 stanze, 10 temi, 10 questioni urgenti da affrontare e da raccontare attraverso un’azione performativa all’interno del condominio di viale Lombardia 65.
Il pubblico è sollecitato a osservare e ascoltare ma soprattutto a rispondere e ad agire. È possibile trovare la felicità collettiva? E come? Tra storie reali e immaginate, giochi e provocazioni, realtà e finzione ci muoviamo all’interno di un percorso che non sarà uguale per tutti.

17 cittadini – un campione rappresentativo della città – si fanno autori e attori per portare in scena, con ironia, il loro punto di vista su Milano.

un progetto ZONA K regia e drammaturgia Federica Di Rosa di e con Massimo Amati, Fiorenza Auriemma, Eleonora Bedon, Isabella Fazio, Maria Teresa Gimelli, Paolo Grulla, Fabio Lastella, Ele- na Lerra, Mattia Martini, Cristina Meneguzzo, Sara Pennati, Giovanna Piccardo, Emanuela Sitzia, Irmtraut Tonndorf, Arianna Tuzzolino, Xina Veronese, Alessandro Zemella laboratorio condotto da Federica Di Rosa con il supporto di Leda Peccatori

VAI AL LABORATORIO TEATRALE PERMANENTE 2023

Evento inserito nel palinsesto di

Mobile Akademie Berlin (DE)


MILANO E L’IMPREVEDIBILE COMPLESSITÀ

INGRESSO LIBERO.
NON OCCORRE PRENOTARE PER PARTECIPARE.
SI PUÒ ACCEDERE IN QUALSIASI MOMENTO.

SE AL TUO ARRIVO LA CAPIENZA MASSIMA DI PUBBLICO FOSSE MOMENTANEAMENTE RAGGIUNTA, BASTA AVERE UN PO’ DI PAZIENZA E METTERSI IN CODA IN ATTESA DI ENTRARE.

performance
c/o La Pelota Jai Alai, via Palermo 10, Milano (MM2 Moscova)

La performance si svolgerà dalle 17.00 alle 20.30
dalle 16.00 è possibile accedere in qualsiasi momento fino a fine performance



85 ESPERTE/I PER  85 DIALOGHI  SULLA COMPLESSITA’ URBANA

Città da bere, capitale morale, città europea, metropoli delle disuguaglianze. Etichettata da sempre, Milano sfugge ai tentativi di congelarla in un modello e si muove come un sistema complesso che al proprio interno produce contemporaneamente antagonismo e complementarità.

85 esperte/i – urbaniste/i, artiste/i, storiche/i, architette/i, sociologhe/i, cittadine/i, attiviste/i, economiste/i – presentano la loro esperienza di vita, lavoro e pensiero nella città metropolitana. Cosa significa muoversi all’interno di una complessità urbana? Quali azioni di adattamento e innovazione generano un cambiamento? E se in tutto questo accade l’imprevedibile… quali domani urbani ci aspettano?

Il Mercato della Conoscenza e Non Conoscenza è un progetto dell’artista, curatrice e drammaturga berlinese Hannah Hurtzig. Presentato per la prima volta nel 2004 è stato messo in scena 34 volte in 13 diversi paesi. Per ogni città che lo presenta, il Mercato è creato ex novo, con un focus tematico diverso legato al contesto urbano contemporaneo.

È un evento artistico, una performance partecipata di ampio respiro, un luogo di scambio, osservazione e produzione di sapere che combina l’intimità del tête-à-tête con la spettacolarità dell’installazione teatrale, dando vita a uno spazio di conoscenza multidisciplinare, multidimensionale e allucinatorio, evocando quello che è e potrebbe diventare Milano.

In un grande spazio chiamato Arena con l’atmosfera di una sala di lettura e il rumore di mercato, gli esperti sono chiamati a offrire una parte della loro conoscenza – ovvia, irriverente, inaspettata e sorprendente – in 30 minuti di conversazione one to one con il pubblico. Il loro sapere fornisce una visione enciclopedica del tema selezionato. Si tratta di temi urgenti, di interesse cittadino e universale, diversi per ogni luogo in cui viene rappresentato.  

Quando entra, lo spettatore riceve un’enciclopedia, una guida per l’evento utile a comprendere il tema e le conoscenze degli esperti. Eppure, l’enciclopedia – di fronte alla selvaggia tassonomia di aree di conoscenza culturali, artistiche, scientifiche, pratiche e basate sul buon senso, disciplinari e non, riconosciute e clandestine – fallisce sempre il suo compito di guida.

È davanti a un Check-in – presidiato da host e hostess in uniforme, tappa amministrativa e cuore burocratico dell’organizzazione della serata – che il pubblico si mette in fila per prenotare un dialogo alla simbolica cifra di 1€. Non si tratta di un mercato organizzato secondo il principio della scelta razionale, ma piuttosto di una roulette: i clienti fanno la fila per prenotare un dialogo, ma il 60% di loro viene convinto dal venditore a prenotare qualcosa o qualcun altro. Qualora il cliente non fosse soddisfatto del suo acquisto, potrà rivolgersi a uno Sportello Lamentele e Reclami per esprimere il suo disappunto. Questi momenti di efficienza burocratica (o di burocrazia kafkiana) offrono ulteriori momenti di coinvolgimento e assurdità.

Le conversazioni one to one vengono osservate contemporaneamente dal pubblico seduto sulle gradinate intorno all’Arena, che può sintonizzarsi su uno dei canali della Radio del Mercato per ascoltare ciò che viene detto. Si crea un’esperienza a scelta multipla, in cui ogni spettatore sceglie se partecipare od osservare o fare entrambe le cose.

Il Mercato della Conoscenza e Non Conoscenza è uno spazio interattivo di installazione per apprendere e disimparare. Qui la conoscenza e la non conoscenza sono messe in scena e in gioco. Si assisterà a una proliferazione di atti di parola, scanditi al ritmo del tempo amministrativo. Tutte le possibilità sono aperte a ciò che si dice e si ascolta, purché si rispettino tre semplici regole: Arrivare al tavolo in orario! Aspettare il gong, la conversazione inizia con il gong! L’esperto ha la prima parola! Avete 30 minuti di tempo.

Il Mercato della Conoscenza e Non Conoscenza trasforma la natura performativa di ogni interazione sociale in un teatro accattivante. Un progetto fortemente voluto che segna l’arrivo e la ripartenza dei 10 anni di ZONA K, la sintesi di una volontà e di una visione del nostro costruire progetti di teatro partecipato fuori formato.


MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE

  1. Accesso e prenotazione delle conversazioni con esperte/i a partire dalle 16.00.
    Il costo di ogni conversazione (durata di 30 minuti) è di 1 €.
    .
    CHECK-IN
    Prenotazione dalle 16.00: ROUND 1A 17.00>17.30 | ROUND 1B 17.35>18.05
    Prenotazione dalle 17.00: ROUND 2A 18.15>18.45 | ROUND 2B 18.50>19.20
    Prenotazione dalle 18.00: ROUND 3A 19.30>20.00 | ROUND 3B 20.05>20.35
    .
  2. È possibile seguire alcune delle conversazioni sui canali della RADIO DEL MERCATO.
    Le cuffie sono disponibili all’ingresso in cambio di un documento di identità.

LINGUE
Conversazioni in italiano, inglese, francese, arabo, spagnolo, dialetto tunisino, cinese, rumeno, LIS.
Per approfondire il progetto www.mobileakademie-berlin.com | www.zonak.it


85 ESPERTE/I: Pietro Bagnoli, Architetto, Jada Bai, Docente di lingua e cultura cinese e mediatrice culturale, Yraida Bailon, Badante, Christine Ballarin, Responsabile Ufficio Pianificazione e Valorizzazione delle Risorse Idriche del Comune di Milano, Gianni Barbacetto, Giornalista e scrittore, Carlo Berizzi, Professore associato di Progettazione Architettonica e Urbana – Università di Pavia, Ales Bonaccorsi, Direttore Creativo del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano, Paola Bonini, Esperta di media digitali, attivista di “Sai che puoi”, Lucia Borso e Teresa De Martin, Co-fondatrici di So.De-Social Delivery, Gabriella Bottini, Neurologa, neuropsicologa, professore ordinario di Psicofisiologia, Rabii Brahim e Anna Serlenga, Co-fondatori di Corps Citoyen, Marco Caccianiga, Botanico, Ilenya Camozzi, Sociologa della cultura, Davide Carnevali, Drammaturgo, Ivan Carozzi, Giornalista e scrittore, Anna Casali, Consulente immobiliare, Arianna Censi, Assessora alla Mobilità del Comune di Milano, Fabio Cherstich, Regista e scenografo, Michele Ifigenia Colturi, Coreografo e Guest Airbnb, Mimmo Cosenza, Esperto di AI, Edoardo Croci, Professore all’Università Bocconi e Direttore del Sustainable Urban Regeneration Lab, Tobia D’Onofrio, Agitatore culturale, appassionato di musica e controculture, giornalista, Marianna D’Ovidio, Sociologa urbana, Giovanni Damiani, Architetto, Danilo De Biasio, Giornalista e direttore della Fondazione Diritti Umani, Elio De Capitani, Attore, regista e co-direttore artistico del Teatro dell’Elfo, Nicola Del Corno, Professore associato di Storia delle Dottrine Politiche, Andrea Di Mario, Dirigente scolastico, Alberto “Abo” Di Monte, Agitatore sociale e geografo, Bibliotecario, Autore, Linda Di Pietro, Manager culturale, Jacopo M. DustyEye, Crono-viandante, Progetto giovani della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, Giordana Ferri, Architetta, Simone Ferrero, Ingegnere matematico, artista, imprenditore, Francesco Floris, Giornalista, Silvio Garattini, Fondatore e Presidente dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche – IRCCS Mario Negri, Elena Gianni, Architetta, membro di Mutuo Soccorso, Sandro Greblo, Ciclofattorino e Autore, Igor Guida, Direttore scientifico di Stripes Digitus Lab c/o MIND Milano Innovation District, Cecilia Guida, Curatrice e critica d’arte, Eiman Hussein Adam, Attivista, Isabella Inti, Architetta urbanista – tecnico del paesaggio, Michel Koffi Fadonougbo, Griot e attivista, Alessandra Kustermann, Ginecologa e Presidente di SVS Donna Aiuta Donna, Chiara Lainati, Antropologa e socia fondatrice di Super, Federico Leoni, Filosofo, Claudio Longhi, Direttore del Piccolo Teatro di Milano, Alessandro Maniaci, Avvocato e interprete di lingua dei segni, Alina Marazzi, Regista, Gabriele Antonio Mariani, Ingegnere e architetto, Michele Masneri, Giornalista, Marco Minoja, Direttore Generale Fondazione Scuole Civiche Milano, Liliana Moro, Artista, Azzurra Muzzonigro, Ricercatrice indipendente, co-fondatrice dell’Associazione Sex and the City, Giacomo Negri, Attivista e abitante del quartiere, Bertram Niessen, Ricercatore, progettista, docente, autore e advisor, Presidente di cheFare, Maurizio Orlandella, Ginecologo Consultoriale, Caterina Orsenigo, Giornalista e scrittrice, Giovanni Padula, Economista urbano, specialista nei settori creativi e culturali., Giacomo Papi, Scrittore, giornalista e autore televisivo., Federico Parolotto, Pianificatore di trasporti, Diego Piemontese, Regista teatrale, attivista, stand-up comedian, Paolo Pileri, Docente di pianificazione e progettazione urbanistica al Politecnico di Milano, Milena Piscozzo, Dirigente scolastico di ICC e scrittrice, Plata, Artista e rapper, Carlo Polidori, Zoologo, Oliviero Ponte di Pino, Curatore del programma di Bookcity Milano, Ulisse Romanò | Demetra, Biologa, attore e drag queen, David Röttgen, Avvocato ambientale, Gianluca Ruggieri, Ingegnere ambientale, Giovanni Scirocco, Docente di Storia contemporanea, Università degli Studi di Bergamo, Rahel Sereke, Urbanista (seriale), politica, attivista, Davide Steccanella, Avvocato e saggista, Sonia Stefanizzi, Professore ordinario di Sociologia e direttore del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale presso l’Università degli studi di Milano – Bicocca., Gregorio Taccola, Dottore di ricerca in storia, Luciana Tavernini, Storica e scrittrice, Alberto Tavolaro, Studente e rappresentante d’istituto del Liceo Carducci di Milano, Jacopo Tondelli, Giornalista e scrittore, fondatore de Gli Stati Generali, Lucia Tozzi, Giornalista e studiosa indipendente, Alberto Vailati, Fisico e docente di Fisica della Materia, Franco Vaio, Fisico e scrittore, Fulvio Vanacore, Artista e tarologo, Serena Vitucci, Attivista, Sara Zambotti, Conduttrice radiofonica e docente in università, Cino Zucchi, Architetto

ricerca e drammaturgia Federica Di Rosa, Valentina Kastlunger e Valentina Picariello
con la collaborazione di Silvia Rigon e Eliana Rotella
e il contributo di Renata Viola
con la partecipazione di Federica Bruscaglioni, Valeria Casentini, Gabriele De Risi, Leo Djavidnia, Anna Doneda, Ruggero Franceschini, Philippe Hochleichter, Fabio Lastella, Nicole Lentin, Sathya Nardelli, Silvia Orlandi, Elena Pagallo, Leda Peccatori, Lorenzo Piccolo, Silvia Rigon, Eliana Rotella
direttore produzione Luca De Marinis
organizzazione e produzione Federica Bruscaglioni e Leda Peccatori
scenografia Marco Muzzolon e Marianna Cavallotti
responsabile beauty e costumi Christian Fritzenwanker
acconciature e make-up Elizabeth Fogel
comunicazione Silvia Orlandi
grafica Leonardo Mazzi – Neo Studio
ufficio stampa Renata Viola
amministrazione e Fund Raising Valeria Casentini
proprietà licenza Hannah Hurtzig e Mobile Akademie Berlin
licenziataria ZONA K Milano
un progetto di Mobile Akademie Berlin
produzione ZONA K
con i sostegno di MIC e Fondazione Cariplo

workshop costruzione cartelli con Elena Lerra, Isabella Perversi, Benedetta Pintus, Eleonora Pozzi, Beatrice Zago

Mauro Pescio (IT)

Tratto da Podcast Io ero il Milanese di Raiplay Sound

Spettacolo teatrale | durata 75 min
c/o ZONAK

AGGIUNTA REPLICA STRAORDINARIA SABATO POMERIGGIO


Uno spettacolo nato come podcast dalla penna di un attore-scrittore, Non è la storia di un eroe è la restituzione live del podcast Io ero il Milanese di e con Mauro Pescio. Lo spettacolo è il racconto di un uomo che nella vita ha fatto tante scelte sbagliate, un uomo con cui la sfortuna si è accanita, un uomo che ha toccato il fondo, ma che da quel fondo si è rialzato. La storia di Lorenzo è diventata un podcast, intitolato Io ero il Milanese, prodotto da RaiPlay Sound, diventato un vero e proprio caso nel 2022. Partito in sordina, grazie al passaparola il podcast ha conquistato il pubblico superando i 700 mila ascolti. Ora la storia di Lorenzo S. potrà essere conosciuta dal vivo: lo spazio teatrale è, per antonomasia, lo spazio della rivoluzione, adatto quindi a dare voce alla rivoluzione personale di Lorenzo S. e alla sua storia difficile, dura, ma anche piena di speranza.

di Mauro Pescio e Lorenzo S. con Mauro Pescio e la partecipazione straordinaria del Coro Amici della Nave di San Vittore a cura di Associazione Amici della Nave, Associazione Verso Itaca, ZONA K 

Mauro Pescio, autore radiofonico e teatrale. Dopo essersi diplomato alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano si trasferisce a Roma dove fonda una compagnia teatrale con cui lavora per dieci anni. Dal 2012 è autore di “Voi siete qui” per Radio24 e dal 2015 di “Pascal” di Radio2. Per Audible ha scritto “La piena”, prima produzione italiana di Amazon di un podcast teatrale. Dal 2017 collabora con Radio3 per la trasmissione di audiodocumentari “Tre soldi”.

Sergi Casero Nieto (ES)

Performance in lingua spagnola con sottotitoli in italiano | Durata 55 min

Venerdì 10 novembre, a fine spettacolo, si terrà l’incontro aperto al pubblico con Sergi Casero e Angelo Miotto (giornalista e co-direttore di Q Code Magazine) e Maddalena Giovannelli di Stratagemmi Prospettive Teatrali

c/o ZONA K, via Spalato 11


“Perché conosco a malapena il passato di mia nonna?”

El Pacto del Olvido è un monologo teatrale che indaga il silenzio storico sulla guerra civile e sul regime di Francisco Franco in Spagna, la sua trasmissione intergenerazionale e i suoi effetti su coloro che sono nati dopo la dittatura.
La performance combina esperienze personali, racconti storici e documenti raccolti durante la ricerca che Casero ha condotto intorno alla vicenda de “Il Patto dell’oblio” una legge spagnola di amnistia approvata dopo la morte del dittatore Francisco Franco nel 1975 che impedisce l’indagine sui crimini commessi durante i quarant’anni di governo. Nel monologo Casero cerca di ricostruire una storiografia nazionale incompleta tramite il racconto della nonna testimone della guerra civile. Si tratta tuttavia di una narrazione frammentaria, frutto di un’autocensura ormai interiorizzata a livello transgenerazionale. Questa opera performativa nasce dalla riflessione che, per affrontare la violenza politica nella storia recente della Spagna, è necessario svelare le abitudini di soppressione domestica su cui l’oblio è stato intessuto generazione dopo generazione, così come i postumi che questa omissione storica ha prodotto nei discendenti successivi di famiglie come quella di Casero.

Autofiction e analisi storica vanno di pari passo in questo esercizio di memoria che, attraverso il linguaggio della luce, esamina i contorni del silenzio collettivo, invitando lo spettatore a percorrere i vuoti della memoria in cui si sono insinuati decenni di dolore furtivamente represso. Con l’intenzione di attenuare intimamente il trauma provocato da un discorso ufficiale che parla di vincitori e vinti come collettivi senza sfondo personale, Casero indaga i diversi comportamenti generazionali rispetto all’amnesia istituzionalizzata, incarnata nei loro parenti.

Fino a dove può spingersi il silenzio prima di diventare oblio?

ideazione e regia Sergi Casero Nieto autore Testo di Sergi Casero Nieto con frammenti e citazioni di Jorge Luís Borges, Federico García Lorca e il test di memoria di Clara Valverde interpretato da Sergi Casero Nieto assistente alla drammaturgia Mónica Molins Duran assistenza Elsa Casanova Sampé traduzione in inglese Vicent Sanchís Puerto traduzione in italiano Sofia Bresciani cenografie, scene e oggetti di scena Sergi Casero disegno luci Sergi Casero con la supervisione e l’aiuto di Miguel Angel Ruz Velasco costumi Sara Clemente design grafico Sergi Casero distribuzione Domenico Garofalo produzione Centrale Fies / Live Works residenza Centro de Residencias Matadero Madrid

Sergi Casero Nieto (Barcellona, 1991) Il suo lavoro si colloca all’intersezione tra design, azione e ricerca. Nel suo lavoro esplora l’uso della performance come strumento per rappresentare i risultati della ricerca, prestando particolare attenzione alla progettazione di dispositivi scenografici. L’informazione storica diventa fisicamente presente nel suo lavoro, approfondendo le contro-narrazioni come le testimonianze orali o la memoria collettiva, mettendo in discussione le narrazioni egemoniche attraverso la presentazione di prospettive multiple del passato. Il suo lavoro è stato presentato, tra le altre istituzioni europee, alla Veem House for Performance (Amsterdam), al Het Nieuwe Instituut (Rotterdam), al Van Abbe Museum (Eindhoven), all’Arts Santa Mònica (Barcellona) e alla Centrale Fies (Dro, Italia).

Foto di Roberta Segata

Anagoor (IT)

proiezione con live set elettronico | durata 50/70 min

c/o Teatro Out Off, via Mac Mahon 16

A fine replica si terrà l’incontro con la compagnia e la giornalista Ira Rubini (Radio Popolare Milano).


Un Grand Tour nelle zone buie del cosmo, lì dove scaturiscono insieme la tenebra e le sofferenze delle generazioni, il rapporto dell’uomo con la natura, con l’eros, con i compagni animali, con il tempo e con la tecnica, con l’assoluto: l’impossibile. Sotto il nome del demone che tentò Faust, Mephistopheles, Anagoor raduna il materiale video raccolto tra il 2012 e il 2020 in un unico viaggio per immagini attraverso le lacrime del mondo, musicato in un live set elettronico da Mauro Martinuz. La materia cinematografica di spettacoli teatrali come Lingua Imperii, Virgilio Brucia, Socrate il sopravvissuto, Faust, Orestea, è composta da immagini profeticamente raccolte nei musei e nei templi, nelle case di cura per anziani e negli allevamenti intensivi, tra macellai, pastori e pellegrini, in India, in Iran, ad Olimpia, sulla ferita campagna veneta e sul Vesuvio. L’enorme quantità di materiale inedito trova nuova composizione in questo volo e caduta in forma di concerto cum figuris. Un concerto per immagini sul mondo, l’umano e l’animale, la violenza contro i corpi e il profitto in un’opera che ben mostra la visione estetica e politica della compagnia. Un’opera-film dove l’immagine che scorre trova il suo movimento nel suono live di Mauro Martinuz per condurci in un contemporaneo fuori dal tempo: quello dei corpi e della loro devastazione, dei soprusi di un capitalismo sempre più accelerato che nega le stagioni, il paesaggio e i sentimenti. Uomo contro natura ma anche uomo contro uomo. Mephistopheles eine Grand Tour è un film “mondo”, un gesto politico di consapevolezza.

scritto e diretto da Simone Derai musica e live set Mauro Martinuz montaggio Simone Derai fotografia Giulio Favotto assistente alla regia Marco Menegoni riprese Giulio Favotto, Simone Derai, Marco Menegoni coordinamento organizzativo Annalisa Grisi management e promozione Michele Mele produzione esecutiva Centrale Fies / Laura Rizzo, Stefania Santoni produzione Anagoor 2020 coproduzione Kunstfest Weimar*, Theater an der Ruhr**, Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee / Museo Madre***, Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia, Villa Parco Bolasco – Università di Padova

*supportato dal Ministero dell’Ambiente, Energia e Protezione della Natura della Turingia;

**supportato dal Ministero della Cultura e della Scienza della Renania Settentrionale – Vestfalia;
*** finanziata da POC Regione Campania 2014-2020.

Vai a ECOGLA XI Un omaggio presuntuoso alla grande ombra di Andrea Zanzotto

La compagnia Anagoor è fondata da Simone Derai e Paola Dallan a Castelfranco Veneto nel 2000, configurandosi fin da subito come un esperimento di collettività. Oggi alla direzione di Simone Derai e Marco Menegoni si affiancano le presenze costanti di Patrizia Vercesi, Mauro Martinuz e Giulio Favotto, Monica Tonietto, Gayané Movsisyan, Massimo Simonetto mentre continuano a unirsi artisti e professionisti che ne arricchiscono il percorso e ne rimarcano la natura di collettivo. Il teatro di Anagoor risponde a un’estetica iconica che precipita in diversi formati finali dove performing art, filosofia, letteratura e scena ipermediale entrano in dialogo, pretendendo tuttavia, con forza e in virtù della natura di quest’arte, di rimanere teatro. Dal 2008 Anagoor ha la sua sede nella campagna trevigiana, presso La Conigliera, allevamento cunicolo convertito in atelier e dal 2010 fa parte del progetto Fies Factory di Centrale Fies – art work space. Michele Mele e Annalisa Grisi completano il team seguendo management e curatela del progetto artistico.

Anagoor (IT)

un omaggio presuntuoso alla grande ombra di Andrea Zanzotto

spettacolo teatrale | durata 80 min

c/o Teatro Out Off, via Mac Mahon 16


Anagoor ha sede a Castelfranco Veneto e ha un atelier operativo nella campagna trevigiana in un ex allevamento di conigli trasformato in teatro. Da sempre ha a cuore la relazione che intercorre tra politica, lingua, ambiente naturale e paesaggio: lo fa convocando sulla scena linguaggi diversi, una babele delle arti (da quelle visive alla poesia) nello sforzo di dire il reale e le sue fratture. Anagoor -pur non citandolo mai esplicitamente -ha da tempo fatto propria la lezione di Zanzotto. Molte le analogie che legano il gruppo di Castelfranco al poeta di Pieve di Soligo: la scelta radicale di osservare la storia dalla periferia senza che questa posizione implichi chiusura e arroccamento, la relazione complessa con la tradizione e con il canone che determina un’inattualità ostinata, la sofferenza per la devastazione, la tenacia nel rinnovare la fiamma di arti solo apparentemente inascoltate.

Il titolo di questo lavoro allude alla raccolta di versi IX Ecloghe che Andrea Zanzotto pubblicò nel 1962. Il poeta sceglieva per umiltà di stare un passo indietro al luminoso Virgilio e alle dieci ecloghe delle Bucoliche. Ultra moderno e antichissimo a un tempo, Zanzotto sa bene che la letteratura è come un coro di voci di morti. L’ultra modernità da antichissimo che connota Zanzotto non è tuttavia un dato puramente letterario, e la sovrimpressione delle bucoliche al proprio paesaggio, al proprio linguaggio, non è mai piana memoria letteraria, bensì̀ percezione di una irrimediabile frattura tra chi è ormai “versato nel duemila” e quel mondo perduto. Zanzotto capta e illumina l’inferno dentro il quale siamo calati eppure ostinatamente regge il fuoco di una speranza bambina. Il poeta del paesaggio, attraverso la visione della devastazione del paesaggio e la crisi del paesaggio interiore, della psiche e della lingua, afferra e connette le cause e gli effetti di un dolore che rende muti, ergendosi presto come forza civile e storica e persino metafisica. L’intera opera di Zanzotto, come una nuova ecloga, oltre le dieci di Virgilio, parla con la voce futura della profezia e rinnova la visione di un bambino che verrà.

testi Andrea Zanzotto con Leda Kreider e Marco Menegoni musiche e sound design Mauro Martinuz drammaturgia Simone Derai, Lisa Gasparotto regia, scene, luci Simone Derai voce del recitativo veneziano Luca Altavilla la scena ospita un’evocazione dell’opera Wood #12 A Z per gentile concessione di Francesco De Grandi Realizzazioni Luisa Fabris immagine promozionale realizzata da Giacomo Carmagnola management e distribuzione Michele Mele produzione Anagoor 2022 coproduzione Centrale Fies, Fondazione Teatro Donizetti Bergamo, ERT / Teatro Nazionale,TPE – Teatro Piemonte Europa / Festival delle Colline Torinesi, Operaestate Festival Veneto

Vai a MEPHISTOPHELES di Anagoor

Foto Giulio Favotto

ZONA K (IT)

spettacolo di teatro partecipato
c/o Cittadella Dei Giovani
Viale Giuseppe Garibaldi, 7, 11100 Aosta AO

info e prenotazioni: 016535971 – info@cittadelladeigiovani.it
ingresso: € 3,00


Il lavoro definisce veramente chi siamo?
Quanto risponde alle nostre aspettative?
Quanto peso ha nella nostra vita e nelle scelte che facciamo?

Una performance partecipata di lavoratori e lavoratrici, un coro di istanze e interrogativi.

Una chiamata pubblica, decine di lavoratrici e lavoratori che rispondono e un coro. Il “lavoro” come fil rouge. Il lavoro come aspirazione, come scelta obbligata, come fonte di sostentamento, ma soprattutto come motore che delinea le traiettorie, definisce autostima e convinzioni personali, e che determina dove e con chi trascorriamo la maggior parte del tempo. Ma il lavoro definisce veramente chi siamo? Quanto risponde alle nostre aspettative? Quanto peso ha nella nostra vita e nelle scelte che facciamo? Comprendere felicità o insoddisfazioni individuali ci aiuta a valutare il benessere collettivo? Il concatenamento di storie diventa uno strumento di indagine per trasformare l’esperienza collettiva in una narrazione condivisa, un coro pensato come opera d’arte totale per riabbracciare un desiderio di comunità e, attraverso il teatro, trovare nuove forme di rappresentazione della realtà.

un progetto di ZONA K, regia Alessandro Renda, impianto scenico Fabio Cherstich, testo Riccardo Spagnulo, con Matteo Gatta, Alessandro Renda, i cittadini e il coro di Aosta, produzione ZONA K co-produzione Ravenna Teatro

Il progetto è realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito di Art Waves Produzioni di cultura contemporanea e con il sostegno di Fondazione Cariplo e del Comune di Milano.

Alessandro Renda è attore del Teatro delle Albe di Ravenna e dal 2001 è “guida” nei laboratori della non- scuola, pratica teatral-pedagogica antiaccademica delle Albe, con diverse esperienze in Italia e all’estero.

Foto Alessandro Renda

Kepler-452 (IT)

spettacolo teatrale | durata 100 min

c/o Teatro Out Off, via Mac Mahon 16

A fine replica di mercoledì 4 ottobre si terrà l’incontro con la compagnia e il
Prof. Vittorio Morfino (Professore ordinario di Storia della Filosofia Università Milano-Bicocca).
Modera Ira Rubini (Radio Popolare Milano).


Una compagnia di teatro che decide di mettere in scena “Il Capitale” di Karl Marx. Lo decide perché, dopo la fine del primo lockdown, sente la necessità di mettersi in ascolto di chi, nella fase immediatamente successiva, avrebbe perso il posto di lavoro. Nicola ed Enrico decidono così di girare l’Italia alla ricerca di quei luoghi in cui le pagine di Marx diventano persone, luoghi, accadimenti. Un giorno finiscono in una fabbrica, la GKN di Campi Bisenzio, che ha appena chiuso. In un mattino dell’estate 2021, il 9 luglio per la precisione, i 422 operai che ci lavorano ricevono una mail: non devono tornare al lavoro il giorno dopo: sono licenziati. Da quel giorno gli operai occupano la fabbrica. I primi giorni dell’autunno la compagnia entra per la prima volta alla GKN. Gli operai li invitano a mangiare il cinghiale con loro. Da quel giorno loro dormono lì, dentro la fabbrica occupata, su delle brandine. Nel frattempo Nicola ed Enrico intervistano centinaia di operai, partecipano a picchetti, assemblee, manifestazioni, ascoltano, osservano, cercando di volta in volta di tornare alle pagine di Marx per tentare di instaurare un dialogo creativo tra “Il Capitale” e quello che succede al presidio, tra un classico della letteratura filosofica ed economica e un gruppo di esseri umani in carne ed ossa. Poi la loro attenzione si concentra su tre persone in particolare: Iorio, manutentore, Felice, operaio addetto al montaggio e Tiziana, operaia addetta alle pulizie, che invitano in teatro con loro per fare insieme uno spettacolo. Comincia così la creazione de Il Capitale, uno spettacolo che racconta cosa significa trascorrere vent’anni in fabbrica a fare dei pezzi, delle differenze tra chi lo ha fatto e chi non lo ha fatto mai, dell’estrazione di plusvalore, della chiusura di una fabbrica tra tante, di cosa succede quando un gruppo di operai decide di tentare di fare la storia, di come per qualche tempo le logiche del Capitale vengano estromesse da un perimetro di spazio, quello di uno stabilimento industriale occupato. Di come il Capitale, prima o poi torni a presentare il conto. Il Capitale è anche la storia dell’incontro tra una compagnia di teatro e un gruppo di operai metalmeccanici nell’autunno del Capitale. Il Capitale è soprattutto uno spettacolo sul tempo, sul suo scorrere, su chi lo possiede, su chi lo vende, lo acquista, lo libera. 

un progetto di Kepler-452 drammaturgia e regia Enrico Baraldi e Nicola Borghesi con Nicola Borghesi Tiziana De Biasio, Felice Ieraci, Francesco Iorio – Collettivo di fabbrica lavoratori GKN e con la partecipazione di Dario Salvetti luci e spazio scenico Vincent Longuemare sound design Alberto Bebo Guidetti video e documentazione Chiara Caliò consulenza tecnico-scientifica su “Il Capitale” di Karl Marx Giovanni Zanotti assistente alla regia Roberta Gabriele macchinista Andrea Bovaia tecnico luci e video Giuseppe Tomasi fonico Francesco Vacca elementi scenici realizzati nel Laboratorio di ERT produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale si ringraziano Stefano Breda e Cantiere Camilo Cienfuegos di Campi Bisenzio

Kepler-452 è una compagnia teatrale che nasce nel 2015 a Bologna dall’incontro tra Nicola Borghesi, Enrico Baraldi, Paola Aiello e, per la parte organizzativa, prima Michela Buscema e poi, dal 2021, Roberta Gabriele. Fin dalla sua nascita la compagnia coltiva un’urgenza: aprire le porte dei teatri, uscire, osservare ciò che c’è fuori, nell’incrollabile convinzione che la realtà abbia una forza drammaturgica autonoma. I formati teatrali realizzati spaziano dal coinvolgimento in scena di non-professionisti sulla base delle proprie biografie, a reportage teatrali che trasformano indagini sul reale in momenti performativi, alla creazione di percorsi audioguidati e altri dispositivi di interazione con lo spazio urbano, fino alla realizzazione del Festival 20 30 che, a partire dal 2014, ha portato in scena tanti under 30 nel tentativo di tracciare un affresco generazionale. A partire dal 2018 comincia un percorso di produzione con ERT / Teatro Nazionale “ Il giardino dei ciliegi – Trent’anni di felicità in comodato d’uso” (2018) mentre nel 2019 debutta “F. – Perdere le cose”. A partire dal 2017 realizza diverse edizioni di Comizi d’amore, un format di teatro partecipato che racconta in scena alcune comunità a partire dalle domande poste da Pasolini nel suo documentario omonimo.

foto Luca Del Pia

Roger Bernat/FFF
e Qui E Ora (ES/IT)

Performance partecipata  

c/o Magnete – via Adriano 107, Milano


Ne LA SCELTA il pubblico viene chiamato a sperimentare i meccanismi di lavoro di una direzione artistica: visionare, discutere, operare la scelta. Una sfida reale, in cui ci si trova immersi, una finzione che produce effetti sulla realtà della propria città.
Roger Bernat è stato per sei mesi spettatore di diverse direzioni artistiche partecipate della rete Risonanze. Ne è nato un dispositivo che riproduce, testimonia e tergiversa intorno a questa esperienza, raccontando un’altra possibilità di fare programmazione culturale: dove le persone prendono parola.

progetto di Roger Bernat, con la drammaturgia di Roberto Fratini e Marie-Klara González, con la partecipazione di Francesca Albanese, Silvia Baldini, Josephine Magliozzi e Laura Valli, programmazione e technical care Stefano Colonna e Txalo Toloza, grafica Marie-Klara González, trascrizione creativa delle registrazioni del tour presso le direzioni artistiche partecipate di Elena Bernardi e Pina Rocco, produzione e curatela Qui e Ora in coproduzione con Capotrave – Infinito e Kilowatt Festival, con il sostegno di Risonanze Network e del MIC, ringraziamenti a Stronger Peripheries

Con la collaborazione e le immagini di: Catalina (Iniciativa Sexual Femenina), Les Vedettes (Marta Galán), Grandissima Illusione (Cris Blanco), The Watching Machine (Macarena Recuerda), Aquelles que no han de morir (Las Huecas), Figures (Germana Civera), It don’t worry me (Atresbandes + Bertrand Lesca & Nasi Voutsas), Los figurantes (Ça Marche) e Tierras del Sud (Azkona/Toloza).
E la complicità di: Agnès Mateus e Quim Tarrida, Agrupación Señor Serrano, Alessandra García, Animal Religion, Baró d’Evel, Brodas Bros, Cabosanroque, Col·lectiu VVAA, David Espinosa, El Conde de Torrefiel, Joan Català, Jordi Oriol, Juana Dolores, Malpelo, Marcel·lí Antúnez, La Veronal, Nao Albet e Marcel Borràs, Núria Guiu, Nyam-nyam, Pere Faura, Quim Bigas, Societat Doctor Alonso e Soren Evinson.

Roger Bernat artista e regista catalano, dopo aver iniziato gli studi di architettura e di pittura, studia drammaturgia e regia all’Institut del Teatre di Barcellona. Nel 2008 fonda Roger Bernat/FFF e inizia a creare performance in cui il pubblico prende la scena e diventa protagonista. «Gli spettatori passano attraverso un dispositivo che li invita a obbedire o a cospirare, e in ogni caso a pagare con il proprio corpo e impegnarsi». La prima performance partecipativa è Domini Públic (2008), cui fanno seguito tra gli altri Please continue (Hamlet) (2011), Pendiente de voto (2012) We need to talk (2015), No se registran conversaciones de interés (2016-17) e The place of the Thing (2017), Flam (2019), ENA (2020), Desnonissea (2021), PIM PAM(2021) or Terra Baixa (2022). Roger Bernat utilizza gli strumenti teatrali per costruire drammatizzazioni collettive in cui, come in ogni comunità, è il pubblico ad avere il difficile compito di mettere in scena se stesso. Queste drammatizzazioni partecipative confondono i ruoli di attore e spettatore e mettono il pubblico di fronte all’esperienza del dubbio. Sebbene i suoi progetti siano stati presentati prevalentemente in contesti teatrali, nell’ultimo decennio i suoi dispositivi sono stati prodotti da istituzioni come Documenta Kassel o la Biennale di San Paolo.
Qui e Ora è una compagnia di produzione costituita da artiste provenienti da esperienze diverse ma accomunate da una stessa visione poetica. Lavora su drammaturgia autografa e ama confrontarsi e collaborare con altri artisti e artiste per dare vita alle proprie opere, in un meticciamento di linguaggi e visioni. Nasce nel 2007 sul territorio della provincia di Bergamo con il progetto Être – Esperienze Teatrali di Residenza, opera in ambito nazionale e internazionale con produzione di spettacoli, organizzazione di rassegne, curatela di laboratori. Qui e Ora è teatro che parla del presente, che prova a costruire immaginari collettivi e dare forza alle contraddizioni con uno sguardo ironico. Dal 2012 nella provincia di Bergamo Qui e Ora realizza un progetto artistico e culturale che porta il territorio e i cittadini – attraverso laboratori, inchieste, rassegne e festival teatrali – al centro della sperimentazione artistica e della creazione di prodotti culturali. Nel 2015 inaugura il Granaio, un progetto di ospitalità in residenza di artisti/e presso un ex granaio ristrutturato. Nel 2018 Qui e Ora è riconosciuta dal MIBAC come “impresa di produzione di teatro di innovazione”.

Evento inserito nel palinsesto di

Eléctrico 28 (ES/AT)

Performance urbana in cuffia | in inglese e italiano, durata 45 min

c/o quartiere Sarpi.
Il luogo esatto della performance verrà comunicato al pubblico unicamente via mail.


Ispirato all’osservazione di tutto ciò che ci circonda di cui scriveva Georges Perec, con la performance urbana [ The Frame ] il collettivo austriaco/catalano Eléctrico 28 ci invita ad accomodarci in un teatro pop-up situato in una tranquilla strada cittadina per osservare la vita che scorre, per pensarla, calcolarla, determinarla e condividerla. Quattro personaggi, addestrati all’osservazione e all’organizzazione dello spazio, delle cose e degli esseri viventi, s’immergono nella vertigine del presente e traducono, con semplicità poetica, ciò che accade in lettere, le lettere in parole e le parole in frasi. Per un breve lasso di tempo, tutto diventa un grande spettacolo teatrale che non finisce mai. Una commedia senza trama che sta in equilibrio sul filo della banalità delle cose che accadono aggrappata alla lente d’ingrandimento del teatro. [ The Frame ] è un invito ad aprire il cuore e gli occhi per scoprire l’irrilevante, l’insignificante, le cose della vita. [ The Frame ] è una grande opportunità per fermarsi ed osservare. Un esercizio drastico. Una pacifica ribellione al pensiero dominante.

creazione di Daniela Poch, Josep Cosials, Jordi Solé and Alina Stockinger occhio esterno Claudia Mirambell Adroher, Sergi Estebanell produzione Eléctrico Express & Arnau Vinós musica e suono Jakob Rüdisser costumi Sarah Sternat foto Eva Freixa / Clemens Nestroy video Raúl Moreno coproduzione Generalitat de Catalunya (Departament de Cultura) ICEC & theaterland steiermark & Fira Tàrrega con il supporto di Graz Kultur, Land Steiermark Kultur, Escena Poblenou, Can Allà, CC Can Felipa, das andere theater, FITCarrer Vila-real, Sinksen Festival Kortrijk, Institut Ramon Llull

Eléctrico28, is an Associate artist of IN SITU, the European platform for artistic creation in public space, in the frame of the project (UN)COMMON SPACES, co-funded by the Creative Europe Programme of the European Union. The Associate artist programme is supported by Artopolis Association (HU), Atelier 231 (FR), Čtyři Dny / Four Days (CZ), FiraTàrrega (ES), Flynn Center (USA), Freedom Festival (UK), La Strada (AT), Lieux publics (FR), Metropolis (DK), Norfolk & Norwich Festival (UK), Oerol Festival (NL), Østfold Internasjonale Teater (NO), Oda Teatri (XK), Provinciaal Domein Dommelhof (BE), Scène Nationale De L’Essonne (FR) and a consortium of 3 Italian partners: ZONA K, Indisciplinarte, Teatro Stabile Di Sardegna.”

con il contributo di
Eléctrico 28 è un collettivo di artisti austriaci e catalani che dedica il proprio lavoro allo spazio pubblico e ai suoi abitanti. Amano le sorprese delle strade, le immagini cinematografiche che si possono creare su questo ampio palcoscenico in continua evoluzione e la memoria visiva che rimane quando ce ne andiamo. Adorano esplorare le zone grigie tra realtà e finzione, mettere in discussione le convenzioni sociali e teatrali e ripensare il ruolo del pubblico. L’umorismo e la filantropia sono le principali forze trainanti del loro lavoro.

foto di Nikola-Milatovic

Miriam Selima Fieno/ Nicola Di Chio (IT)

Spettacolo multimediale partecipato | durata 75 min

c/o ZONAK.
Per partecipare occorre richiedere tessera 2023 almeno 24 ore prima dello spettacolo.
Fallo subito, clicca QUI


Attraverso un dialogo che oscilla tra il teatro e il documento, dove la narrazione dal vivo si fonde alla narrazione audiovisiva, due adolescenti si confrontano: Giorgia, una ragazzina italiana di 14 anni, racconta la sua vita quotidiana di europea che vive in un florido tempo di pace, nella quale giace tuttavia il dolore di una guerra familiare; Abdo un giovane rifugiato siriano avvicina Giorgia alla conoscenza di un’altra guerra: quella fatta di bombe, missili ed esplosioni sotto cui vivono da undici anni migliaia di suoi coetanei in Siria.

Gli spettatori sono invitati a entrare delicatamente in un mondo privato e lacerante insieme ai protagonisti che, attraverso dispositivi elettronici e materiali personali, accettano di esporre una elaborazione viva e dal vivo della loro biografia e degli aspetti privilegiati e dolorosi che hanno segnato le loro storie fino ad oggi. Lo spettacolo va alla ricerca di un equilibrio tra storia personale e storia epocale, in un intenso affresco emotivo dove la tecnologia dilata come una lente di ingrandimento il nostro presente e apre squarci su mondi non poi così distanti, mostra i volti della guerra, entra dentro le case e ne fa vedere i frammenti, i ricordi, i futuri possibili.

concept e regia Nicola di Chio, Miriam Selima Fieno in scena Abdo Al Naseef Alnoeme, Giorgia Possekel drammaturgia Miriam Selima Fieno scenografia virtuale e light design Maria Elena Fusacchia videomaking Nicola Di Chio, Miriam Selima Fieno, Abdo Al Naseef Alnoeme, Giorgia Possekel video di archivio Hazem Alhamwy realizzazione miniature Ilenia Lella Fieno video di archivio Hazem Alhamwy spazio sonoro Antonello Ruzzini produzione Tieffe Teatro Menotti, Bottega degli Apocrifi con il sostegno di CSS Teatro Stabile di Innovazione del FVG / Dialoghi – Residenze delle Arti Performative a Villa Manin 2022_2024, Qui e Ora Residenza Teatrale, L’ Arboreto Teatro Dimora di Mondaino, Teatro Giovani Teatro Pirata / AMAT, Zona K in collaborazione con Mishwar Ong.Vincitore Premio YOUNG&KIDS 2022 FIT Festival Lugano Menzione Premio Scenario Infanzia 2020 Vincitore Bando Alte Marche Creative 2021

Nicola Di Chio e Miriam Selima Fieno sono attori, registi e autori. Si diplomano alla Civica Accademia d’Arte Drammatica “Nico Pepe” di Udine.  Lavorano insieme dal 2011 nell’ambito delle performing arts creando opere di drammaturgia contemporanea che spaziano dalla fiction alla non fiction. Realizzano gli spettacoli “Lybia. Back home”, “Human Animal”, “RealItaly”, “Cantare all’amore”, “La protesta”. Vincono il Bando Ora! di Compagnia di San Paolo, il Premio Scintille, il Bando Funder35 di Cariplo, il Bando Hangar Creatività di Regione Piemonte, il Bando Next, il Premio In-Box. Negli anni ricevono importanti riconoscimenti, realizzano rassegne e festival, conducono percorsi formativi. Dal 2018 dirigono il loro lavoro verso il teatro documentario definendo una nuova strada di indagine e produzione che li porta a realizzare progetti ibridi i quali fondono il teatro al giornalismo narrativo al cinema del reale, affrontando temi legati alla geopolitica, ai diritti umani, alle relazioni tra Occidente e Medioriente. Lavorano con attori, musicisti, bambini, rifugiati, giornalisti, e creano opere che intrecciano non solo discipline diverse come il teatro, il cinema e la musica, ma anche identità culturali e artistiche distanti. Con i nuovi spettacoli documentari “Fuga dall’Egitto” e “From Syria: is this a child?” vincono il bando IntercettAzioni, il Bando Movin’up, il premio Young&Kids al Fit Festival di Lugano, la menzione al Premio Scenario Infanzia, il bando Alte Marche Creative. Attualmente sono impegnati nella realizzazione del nuovo film del regista siriano Hazem Alhamwi e nella scrittura del loro primo lungometraggio.

Mammalian Diving Reflex/Darren O’Donnell (CA)

– PRIMA NAZIONALE –
un progetto di ZONA K e Triennale Teatro Milano

Performance multimediale partecipata con utilizzo di Visori 3D per 30 spettatori | durata 90 min | la performance è caratterizzata da un’intensa presenza di fumo

c/o ZONAK


Guardiamo con nostalgia nel cielo notturno quel piccolo punto rosso e sogniamo stupidamente di ricominciare, come se i problemi sulla Terra si risolvessero più facilmente a -65° e con l’aiuto di alte dosi di radiazioni cosmiche. Combinando performance dal vivo e realtà virtuale, The Last Minutes Before Mars ci invita a entrare nel mondo di un gruppo di giovani per incontrarne famiglie e amici e trascorrere del tempo negli spazi preziosi delle loro vite. Ciò fa da sfondo all’incontro con gli altri estranei presenti in sala, in un’esperienza collettiva che riflette sulla consapevolezza di far parte tutti dello stesso viaggio, in movimento verso la medesima direzione – indipendentemente da quello che ci accade –; ora, centinaia di migliaia di anni fa e oltre, in un futuro troppo terrificante e bello da immaginare.

ideazione, regia: Darren O’DonneII co-direzione: Chiara Prodi team di co-ideazione: Darren O’Donnell, Konstantin Bock, Alice Fleming, Tina Fance, Sorcha Gibson, Thule Van Den Dam, Sara Guttadauro, Sara Ben Hamouda, Andrada Ciccotto, Fjoralba Qerimaj, Jerwin Mostiero, Morena Marra, Craig McCorquendale, Genny De Leon, Elisa Fasiello, Mervin Kyle Fajardo, Fi Nicholson, Gianluca Benvenuti  con: Sara Guttadauro, Sara Ben Hamouda, Andrada Ciccotto, Fjoralba Qerimaj, Jerwin Mostiero, Elisa Fasiello, Mervin Kyle Fajardo produttori esecutivi: Alice Fleming, Ryan Lewis, Virginia Antonipillai produttore associato: Craig McCourquodale  musiche: Isola Music ringraziamenti: Stephen O’ConneII, Letizia Gozzini (ITAS Giulio Natta)

The last Minutes Before Mars è stato originariamente co-commissionato e coprodotto da ZONA K e Triennale Milano Teatro, in collaborazione con l’ITAS Giulio Natta di Milano e con il sostegno del Canada Council of the Arts, deII’Ontario Arts Council e deII’Ambasciata del Canada in Italia.


Guidata da Darren O’Donnell, Mammalian Diving Reflex è una compagnia fondata a Toronto nel 1993. Dopo essersi allontanata da un’impostazione teatrale più tradizionale per passare a pratiche di impegno sociale incentrate sulla performatività. Creando spettacoli alla ricerca di contraddizioni da trasformare in esperienze esteticamente brillanti, i Mammalian cercano sempre di travolgere loro stessi e il pubblico con idee e sensazioni, lasciando che sia l’intuizione a guidare il percorso. (mammalian.ca)
Darren O’Donnell è romanziere, saggista, drammaturgo, filmmaker, regista di performance, direttore artistico e fondatore di Mammalian Diving Reflex. La sua missione è quella di dar vita a un tessuto sociale che integri profondamente la cultura e le istituzioni culturali, aumentandone la capacità di risposta sociale. Nel 2000 ha vinto il Pauline McGibbon Award per la regia ed è stato nominato per diversi Dora Awards di Toronto per scrittura, regia e recitazione, vincendo, insieme a Naomi Campbell, per il progetto While Mice. II suo lavoro con la compagnia Mammalian è entrato nella top 100 dello Yerba Beuna Culture Centre del 2016. È stato nominato due volte per il BKM-Preis Kulturelle Bildung tedesco e per il premio inaugurale Ellen Stewart Award di New York.

Foto © Paul Blakemore

Silke Huysmans & Hannes Dereere (BE)

performance multimediale coi sottotitoli in inglese e italiano | durata 60 min

c/o Teatro Out Off, via Mac Mahon 16

A fine replica di venerdì 24 febbraio si terrà l’incontro con la compagnia e
Ferdinando Cotugno (giornalista e scrittore)
coordinato da Francesca Serrazanetti (Stratagemmi Prospettive Teatrali)


“Sappiamo più cose sulla superficie della luna che sui fondali dell’oceano”. È un’affermazione che si sente spesso quando si parla delle profondità marine. In tutto il mondo solo il dieci per cento dei fondali oceanici è stato mappato ed esplorato. In un momento storico in cui il pianeta in cui viviamo sembra essere stato ampiamente esplorato, alcuni luoghi restano ancora non studiati e incontaminati.

Dopo gli acclamati spettacoli Mining Stories e Pleasant Island, Silke Huysmans e Hannes Dereere presentano la parte finale della loro trilogia sulle miniere. Questa volta si concentrano su un’industria completamente nuova: l’estrazione in profondità. Viste le risorse terrestri sempre più scarse e sovrasfruttate, le compagnie minerarie si rivolgono all’oceano.

Nella primavera del 2021, tre navi si riuniscono in una zona remota dell’Oceano Pacifico. Una di esse appartiene alla società belga di dragaggio DEME-GSR. Quattro chilometri sotto la superficie del mare, il loro robot minerario sta raschiando il fondale alla ricerca di metalli. Su un’altra nave, un team internazionale di biologi e geologi marini segue da vicino l’operazione. Una terza nave completa la flotta: a bordo della famigerata Rainbow Warrior, gli attivisti di Greenpeace protestano contro questa potenziale futura industria.

Dal loro piccolo appartamento di Bruxelles, Silke e Hannes si collegano alle tre navi via satellite. Ognuna delle navi rappresenta un pilastro del dibattito pubblico: industria, scienza e attivismo. Attraverso una serie di interviste e conversazioni, emerge un ritratto intimo di questa nuova industria. L’opera è un tentativo di catturare un momento potenzialmente cruciale nella storia della Terra. Quanto in profondità possono scavare le compagnie minerarie e verso cosa stiamo effettivamente scavando come genere umano? Quali sono le sfide e i rischi? Quali le opportunità?

di e con: Silke Huysmans & Hannes Dereere drammaturgia Dries Douibi missaggio audio Lieven Dousselaere occhio esterno Pol Heyvaert tecnica Korneel Coessens, Piet Depoortere, Koen Goossens & Babette Poncelet produzione CAMPO coproduzione Bunker (Lubiana), De Brakke Grond (Amsterdam), Noorderzon – Festival of Performing Arts and Society (Groningen), Zürcher Theater Spektakel (Zurigo), Beursschouwburg & Kunstenfestivaldesarts (Bruxelles), PACT Zollverein (Essen), Théâtre de la Ville (Parigi) & Festival d’Automne à Paris (Parigi) residenze Kunstenwerkplaats, Pilar, Bara142 (Toestand), De Grote Post, 30CC, GC De Markten & GC Felix Sohie ringraziamenti speciali a John Childs, Henko De Stigter, Patricia Esquete, Iason-Zois Gazis, Jolien Goossens, Matthias Haeckel, An Lambrechts, Ted Nordhaus, Maureen Penjueli, Surabhi Ranganathan, Duygu Sevilgen, Joey Tau, Saskia Van Aalst, Kris Van Nijen, Vincent Van Quickenborne e Annemiek Vink grazie a tutti gli interlocutori e alle persone che hanno contribuito alla trascrizione.

Silke Huysmans ha studiato recitazione alla KASK School of Arts Ghent e Hannes Dereere scienze teatrali all’Università di Ghent. Con le loro performance i due artisti- con sede a Bruxelles – indagano sull’uso di elementi giornalistici e documentaristici all’interno del teatro. Alla base del loro lavoro c’è un’ampia ricerca sul campo che usano per dare forma ai loro progetti. Dal 2016 stanno lavorando a una trilogia che coinvolge una ricerca a lungo termine sull’estrazione mineraria. Per la prima parte intitolata Mining Stories (2016), Silke e Hannes sono tornati nel luogo in cui lei è cresciuta in Brasile. Nel 2015, l’esplosione di una diga ha inondato questo luogo di rifiuti minerari tossici, provocando uno dei più grandi disastri minerari ecologici della storia recente. Mining Stories ha ricevuto il premio principale allo Zürcher Theaterspektakel 2018 (Svizzera). Del 2019 è la seconda parte, Pleasant Island. In questa performance, il minuscolo stato insulare Nauru fa da specchio al mondo intero. Nauru una volta era un paradiso nel Pacifico. Dopo decenni di colonizzazione e estrazione mineraria, quest’isola si trova in grave pericolo, letteralmente con l’acqua alla gola a causa dell’innalzamento del livello del mare. Out of the Blue conclude la trilogia ed è stato presentato in anteprima al Kunstenfestivaldesarts a maggio 2022.

Babilonia teatri (IT)

spettacolo-concerto | durata 75 min

c/o Teatro Out Off, via Mac Mahon 16

A fine replica di martedì 21 febbraio si terrà l’incontro con la compagnia e Danilo De Biasio (giornalista, direttore del Festival dei Diritti Umani di Milano)
e il coordinamento di Maddalena Giovannelli (Stratagemmi Prospettive Teatrali)


Il 25 gennaio 2011 inizia la rivoluzione egiziana, che nel giro di pochi giorni porterà alla destituzione di Moubarak.
Uno dei fattori scatenanti è stata l’uccisione, da parte di 2 poliziotti, di Khalid Said, colpevole di aver chiesto il motivo di una perquisizione improvvisa nei suoi confronti all’interno di un internet caffè.  Khalid Said verrà picchiato selvaggiamente e poi portato in caserma dove verrà torturato e ucciso. Il suo corpo verrà ritrovato privo di vita in mezzo ad una strada.

Il 25 gennaio 2011 in piazza Tahrir c’era Ramy Essam, conosciuto oggi in Egitto come la voce della rivoluzione. Ramy in piazza cantava per Khalid Said, per tutti i Khalid Said, che prima e dopo Khalid Said hanno subito la stessa sorte. Ramy cantava per destituire Mubarak e, ad oggi, non ha mai smesso di cantare contro i regimi che si sono susseguiti in Egitto.

Dal 2014 Ramy vive in esilio, non può più mettere piede in Egitto, sulla sua testa pende un mandato di cattura per terrorismo. Nel mandato di cattura non si fa alcun riferimento alla sua arte e ai contenuti delle sue canzoni, ma è palese che il regime egiziano non gradisce in nessun modo la richiesta di libertà e giustizia per il suo popolo che lui canta senza sosta e che l’accusa di terrorismo è del tutto infondata.

Le canzoni di Ramy, in Egitto e non solo, le conoscono tutti, i suoi video arrivano ad avere 10 milioni di visualizzazioni, ma lui, per la sua gente, non può cantare. Neanche una nota. Una parola. La sua bocca deve restare chiusa. Può entrare in contatto con chi lo segue solo attraverso uno schermo.

Ramy ha aperto i nostri occhi.
Ramy ogni giorno ci pone delle domande e chiede risposte.

Domande che da soli non avevamo le parole per formulare, ma che oggi, lavorando sul palco fianco a fianco con Ramy diventano profondamente concrete, profondamente umane, profondamente politiche, profondamente autentiche.

Con questo spettacolo vogliamo dare voce a queste domande.

Cosa significa Stato. Cosa significa giustizia. Cosa significa potere. Cosa significa polizia. Cosa significa processo. Cosa significa legalità. Cosa significa carcere. Cosa significa tortura. Cosa significa opinione pubblica. Cosa significano giornalismo e libertà d’informazione. Cosa significa responsabilità, umanità, forza.

A raccontarlo, con noi, sarà la voce di chi, come Ramy, vive ogni giorno sulla sua pelle cosa significa dittatura. Ramy lo canterà e lo griderà con la grazia, la poesia, la rabbia e la nostalgia di chi paga tutti i giorni un prezzo altissimo, l’esilio, per le proprie scelte.

Vogliamo smascherare l’ipocrisia di certa politica. Vogliamo raccontare come e quanto la ragione di Stato sia pronta a calpestare i diritti inviolabili dell’uomo, sanciti a più riprese da convenzioni internazionali che, nei fatti, restano lettera morta. Vogliamo interrogarci sulla nostra debolezza. Sulla debolezza di uno Stato che non sa dare delle risposte trasparenti. Vogliamo raccontare come il nostro essere cittadini liberi in uno Stato libero incontri e si scontri con delle dinamiche da vittima e carnefice. Con delle dinamiche che ledono, offendono e giocano con la dignità delle persone. Crediamo che questo non sia mai ammissibile e che valga sempre la pena di ribadirlo con forza e determinazione.

Per non smettere di essere cittadini liberi in uno stato libero.

di Valeria Raimondi e Enrico Castellani con Ramy Essam, Enrico Castellani, Valeria Raimondi, Amani Sadat, Luca Scotton luci Babilonia Teatri/Luca Scotton direzione di scena e video design Luca Scotton
produzione Teatro Metastasio di Prato

Babilonia Teatri è una formazione entrata con passo deciso nel panorama teatrale contemporaneo distinguendosi per un linguaggio che a più voci viene definito pop, rock, punk. I fondatori del gruppo, Enrico Castellani e Valeria Raimondi, compongono drammaturgie dall’incedere unico, sorta di litanie scolpite nelle contraddizioni dell’oggi, portate in scena con attitudine ribelle.
Hanno indagato diverse angolazioni della vita di provincia, cristallizzandola come microcosmo di un dolore universale, affrontato con coraggio dissacrante. Coraggio che è valso al gruppo il prestigioso Leone d’argento della Biennale di Venezia. Babilonia Teatri si caratterizza per il suo sguardo irriverente e divergente sull’oggi che mostra i nervi scoperti del nostro tempo. Per uno stile fuori dagli schemi che intende il teatro come specchio della società e della realtà. Attraverso l’uso di nuovi codici visuali e linguistici esprime la necessità e l’urgenza dell’interrogazione, per far emergere conflitti e tensioni, con ironia e cinismo, affetto e indignazione.

UNA PANCHINA TUTTA PER NOI

laboratorio di teatro e fotografia alla ricerca della libertà espressiva

Quanti modi ci sono per sedersi su una panchina?
Quanti modi per raccontarla e raccontarci con un’immagine?

Seduti sulla stessa panchina pubblica – comodi o scomodi – esploriamoli insieme giocando col teatro e con la fotografia.


Laboratorio ispirato dal lavoro “Ricerca della comodità in una poltrona scomoda” di Bruno Munari.
A cura di ZONA K con Elisa Canfora

partecipazione gratuita ・prenotazione obbligatoria ・ numero partecipanti limitato ・
organizzazione@zonak.it – 393. 8767162

Installazioni per Audio Ibrida di Veronika Tzekova

In residenza dal 17 – 23 ottobre e dal 2 – 7 dicembre 2022


Nella sua pratica artistica Veronika Tzekova si occupa principalmente di intervento, appropriazione e partecipazione; si concentra sul ripensamento e sulla trasformazione di oggetti, situazioni e sistemi. Negli ultimi anni ha realizzato numerosi progetti nello spazio pubblico ed è entrata come artista della piattaforma In-Situ. Nel periodo di residenza Tzekova intende concentrarsi sullo studio di alcuni luoghi e spazi di Milano, conosciuti come spazi ibridi. Si tratta di spazi con vocazione socioculturale, con forte radicamento nel territorio e dislocati in varie zone della città. A partire dallo studio e dalla conoscenza di questi luoghi, Tzekova ha immaginato di creare un collante, una visione artistica che li unisca e che concretizzerà in una restituzione aperta al pubblico contemporaneamente alla fruizione di un’audioguida dedicata agli spazi.

Ho cercato l’essenza degli spazi ibridi. Ho cercato un’essenza da trasporre a parole. E dopo ci ho guardato dentro. L’ho guardata attraverso la lente di ingrandimento della teoria degli insiemi.
L’ho decostruita per costruirla nuovamente, così da portare alla luce ciò che avevo visto nascosto in essa.
 
Lavoro con la costruzione visiva e la percezione del linguaggio per creare piccole scene che nel 90% dei casi contengono solo due parole e celebrano la sorpresa e la fascinazione che il linguaggio suscita.
 
Un approccio che ho usato è tratto dalla mia serie “CDoupbles” (parola passe-partout che include “couples” e “doubles”). Tipicamente, in CDoupble c’è una parola principale che ne contiene o un’altra o altre, che decisamente non fanno da radice e appaiono in maniera diversa, a seconda dell’oggetto, dell’installazione, del formato e del carattere. Ci sono molte di queste simbiosi di parole, ma io sono interessata a quelle che offrono terreno da gioco per la creazione di scene interessanti, speculazioni, associazioni, domande e via dicendo.
 
Un’altro approccio che ho usato è stato quello di “syllaBLEndings”, versi corti che fondono due (raramente più di due) parole, sistemate in tre righe; l’ultima sillaba della prima parola è la prima sillaba della seconda e di solito è sistemata nella riga centrale. Le due parole presenti in syllaBLEndings condividono, hanno qualcosa in commune, si appartengono, sono connesse, si mescolano, si amalgamano, si incontrano, si accavallano, si scontrano, si penetrano a  vicenda. Sono insomma gemelle siamesi: l’una sviluppa e fa crescere l’altra, la fine di una è l’inizio dell’altra, esistono in simbiosi, si completano a vicenda. Il syllaBLEnding è un processo.
 
In entrambi gli approci che ho menzionato il senso è prodotto attraverso la coesistenza delle parole nell’immaginario degli spettatori e dipende dalle associazioni che esse provocano in loro.
 
Naturalmente, ho colto questa opportunità e ho affrontato la sfida di uscire dalla mia zona franca e sperimentare alcuni diversi modus-operandi, dedicandomi a un uso nuovo degli effetti tipografici del linguaggio, al fine di dissezionarlo per ricavare e restiruire significati.
 
Miro a ritratti concettuali degli spazi ibridi che ho ricercato, i quali siano intelletualmente e poeticamente sfidanti. Ritratti che mettano in evidenza con una chiave di lettura l’essenza di ognuno di loro.

Veronika Tzekova
Graz
15 novembre 2022

BEE GENERATION [gLocale]

L’emergenza climatica, il disastro ecologico, il futuro, il tempo che avanza, la responsabilità, le scelte e le azioni possibili: Bee Generation è una performance urbana che affronta questi temi dal punto di vista dei giovani, una generazione “bee” (ape), che come le api è preziosa e difficile da intercettare ma che ha un ruolo fondamentale per il futuro del pianeta.
Il suo futuro però – come quello delle api- è a rischio. 

Bee Generation è un ronzio che diventa suono e poi voce: si fa strada tra slogan e aspettative, paure e indifferenza. E’ un rumore che può pungere come una domanda, una provocazione, una messa in discussione dei ruoli. 

La performance si svolge in cuffia e prevede un meccanismo di azione partecipata, in cui un coro di ragazzi si mette in gioco e guida il pubblico costringendolo a fare delle scelte. Fino a che punto sei disposto a lottare per salvare il pianeta? Quali contraddizioni ci sono in mezzo agli slogan ambientalisti che sentiamo ogni giorno? A cosa saresti disposto a rinunciare? E se non fosse abbastanza? Nessuna scelta sarà indolore, nessun’ azione sarà senza conseguenze.

Bee Generation è il capitolo 2 del progetto “Generazione gLocale” che nasce per dare voce alle nuove generazioni per promuovere pratiche di convivenza e dialogo e favorire integrazione e inclusione: è uno spazio creativo in cui i ragazzi si pongono come cittadini e costruttori di futuro, un format che ogni volta viene replicato in contesti diversi e arricchito dagli interventi dei ragazzi che partecipano.

Il progetto è stato realizzato in seguito a un laboratorio teatrale presso l’ex Convitto del Trotter, con i ragazzi della scuola secondaria di primo grado I.C. Francesco Cappelli (un grazie speciale per il supporto al prof. Luigi Metropoli) e grazie al supporto dell’associazione Project for People.


c/o mosso – ex Convitto Parco Trotter – Via Mosso 3, – ang. Via Padova (quartiere Turro)

Info: performance teatrale urbana itinerante e interattiva • in cuffia • durata 40 min. ca • consigliata dagli 8 anni in su

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria: 02.97378443 / 393.8767162
biglietti@zonak.it


Un progetto di ZONA K; drammaturgia, editing audio e regia di Federica Di Rosa e Davide Stecconi; creazione collettiva Cibele, Doa, Fatima, Malak, Ruben, Sara, Sarai, Youssef; laboratorio di street art per la realizzazione di elementi scenici a cura di Christian Gangitano; assistente allo spettacolo Leda Peccatori; con la partecipazione straordinaria di Flora Green People e Atelier Spazio Xpò’

BEE GENERATION fa parte del palinsesto di

SUPERABILE

Uno spettacolo per l’inclusione sociale, un fumetto teatrale

Superabile parla del mondo, di quel mondo che non si ferma alla prima occhiata, ma supera lo stereotipo della definizione. Racconta la disabilità, partendo dalla conoscenza intima delle persone, tutte così diverse e complesse. Superabile oltrepassa le barriere fisiche e culturali, e per questo fa riferimento al “super” che è il contrario di “dis”. Uno spettacolo dove un regista disegnatore dotato di lavagna magica creerà per il pubblico un mondo fatto disegni all’interno del quale gli attori della compagnia saranno immersi come in una sorta di fumetto vivente.


“E voi che ci guardate, come ci vedete?” chiedono i cinque attori, di cui due in carrozzina, che si raccontano, portando idealmente nel viaggio lo spettatore. Il loro quotidiano è lo spazio che racchiude i sogni, le gioie, ma anche gli sguardi degli altri, la necessità di essere accompagnati, la mancanza di intimità, la perdita di autonomia che è quindi la perdita di un privato. Si sorride e ci si commuove, con leggerezza e ironia, grazie alla possibilità data da questi ragazzi di fare entrare gli spettatori nelle loro vite, di aprire al loro mondo, con uno sguardo capace anche di irridere l’asprezza della realtà.


c/o e in collaborazione con  Olinda onlus / TeatroLaCucina, ex. Ospedale psichiatrico Paolo Pini, via Ippocrate 45 – M3 Affori FN

Spettacolo rivolto alle scuole secondarie di I grado, ingresso gratuito


regia Michele Eynard; con Mathias Dallinger, Melanie Goldner, Paolo Grossi e Jason De Majo; rumorista Rocco Ventura; consulenza artistica Paola Guerra; in collaborazione con Lebenshilfe Südtirol; foto Marzia Rizzo

SUPERABILE fa parte del palinsesto di

Dialoghi tra i Rami

Laboratorio di scrittura creativa ed espressività vocale per over 60!

Cosa ci raccontano gli alberi? Costruiamo insieme frammenti di storie da ascoltare e diamo voce ai personaggi nascosti nella natura.  

Il workshop prevede un lavoro di scrittura e di espressività vocale volta alla realizzazione di un racconto audio che verrà poi inviato ai partecipanti. 


In collaborazione e presso BAM Biblioteca degli Alberi – Milano ideato e condotto da Federica Di Rosa per la giornata di festa BAM! Il parco si fa Isola
Partecipazione gratuita con prenotazione obbligatoria.

Per partecipare compila il modulo che trovi ➡︎ QUI

Jens Hillje, Alessandro Renda (DE/IT)

Un progetto di ZONA K

Una chiamata pubblica, decine di lavoratrici e lavoratori che rispondono. È l’inizio del progetto che si è concretizzato nell’ultimo anno con incontri, laboratori teatrali, ricerca, video documentari, canzoni di protesta, cortei, un pretesto (America di Kafka), tre attori, un regista e un dramaturg.

Il “lavoro” come fil rouge. Il lavoro come aspirazione, come scelta obbligata, come fonte di sostentamento, ma soprattutto come motore che delinea le traiettorie, definisce autostima e convinzioni personali, rischia di plasmare i nostri valori e determina dove e con chi trascorriamo la maggior parte del tempo.

Ma il lavoro definisce veramente chi siamo? Quanto risponde alle nostre aspettative? Quanto peso ha nella nostra vita e nelle scelte che facciamo? Può oggi rappresentare un punto di osservazione sullo stato di salute della società, soprattutto dopo la fase acuta dell’emergenza sanitaria?

Non siamo niente, saremo tutto è la traduzione letterale di un verso de L’internazionale scritto dal poeta e rivoluzionario Eugène Pottier 150 anni fa. Non siamo niente, saremo tutto è anche il progetto teatrale prodotto da ZONA K, in cui Jens Hillje e Alessandro Renda hanno coinvolto lavoratrici e lavoratori di diversi settori, per esplorare storie individuali e affrontare il tema da differenti prospettive: possiamo specchiarci nelle storie lavorative altrui per sentirci più interconnessi? Quanto condiziona le nostre esistenze il rispetto di una volontà o di una vocazione? Comprendere felicità o insoddisfazioni individuali ci aiuta a valutare il benessere collettivo? Il concatenamento di storie diventa uno strumento di indagine per trasformare l’esperienza collettiva in una narrazione condivisa, un coro pensato come opera d’arte totale e scultura sociale per riabbracciare un desiderio di comunità e, attraverso il teatro, trovare nuove forme di rappresentazione della realtà.


info spettacolo e biglietti: Biglietteria Teatro degli Impavidi +393464026006 (anche su WhatsApp)
teatroimpavidi@associazionescarti.it

c/o e in collaborazione con  Teatro degli Impavidi di Sarzana (SP)


regia: Alessandro Renda; dramaturg: Jens Hillje; con: Roberto Corradino, Milena Costanzo, Matteo Gatta, i cittadini e le cittadine della chiamata pubblica di La Spezia e Milano e con i cori Four Steps Choir, Coro F.de André, Batebalengo, diretti da Gloria Clemente e Pietro Sinigaglia; scenografia: Denise Carnini e Francesca Pedrocchi; disegno luci: Mario Loprevite; editing e visual effect video: Francesco Tedde (Antropotopia); foto: Luca Del Pia; produzione ZONA K (MI); co-produzione: Pergine Festival (TN), Associazione 47|04 (GO); produzione esecutiva Valentina Picariello e Renata Viola; organizzazione Federica Bruscaglioni; con il sostegno e la collaborazione di Fuori Luogo La Spezia/Gli Scarti; in collaborazione con Olinda onlus, Project For People, Stratagemmi Prospettive Teatrali

Il progetto è realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito di Art Waves Produzioni di cultura contemporanea e con il sostegno di Fondazione Cariplo e del Comune di Milano

Alessandro Renda è attore, regista e filmmaker nel Teatro delle Albe di Ravenna. Si avvicina alla compagnia fin da adolescente partecipando ai laboratori della non-scuola, pratica teatral-pedagogica antiaccademica creata da Marco Martinelli. Nel 1998 viene scelto per interpretare uno dei dodici “palotini” dello spettacolo I Polacchi, testo e regia di Martinelli e da allora è attore e regista della compagnia. Dal 2001 è guida nei laboratori non-scuola. Dal 2003 si occupa di video, realizzando proiezioni per la scena o “traduzioni” in video di molti spettacoli del Teatro delle Albe e documentari su esperienze teatrali in giro per il mondo della compagnia.

Jens Hillje (Germania, 1968) dal 1989 al 1995 studia Arti applicate all’Università di Perugia, studi che prosegue a Hildesheim e a Berlino. Dal 1990 lavora nella scena del teatro indipendente tedesco come attore, autore e regista. Nel 1996 ha fondato insieme a Thomas Ostermeier lo spazio ‘Barracke’ al Deutsches Theater. Dal 1999 fino al 2009 è Chief-dramaturg e membro della direzione artistica della Schaubühne di Berlino con Thomas Ostermeier e la coreografa Sasha Waltz: con loro crea un ensemble permanente di danza e prosa di rilievo internazionale. In qualità di dramaturg lavora con i maggiori esponenti del teatro europeo: oltre a Ostermeier, Yael Ronen, Falk Richter, Luk Perceval, Sebastian Nübling, Nurkan Erpulat. Durante il suo periodo alla Schaubühne, Jens Hillje ha creato il F.I.N.D Festival nel 2000. Il festival per la drammaturgia internazionale e contemporanea ha presentato autori emergenti della scena teatrale e oggi è uno dei più rinomati festival in Germania. Dalla stagione 2013/14, Jens Hillje è co-direttore artistico e Chief-dramaturg del Gorki, insieme a Shermin Langhoff. Dal 2021 è free dramaturg. Nell’estate 2019 è stato insignito del Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia.

A cosa servono, ancora, i miti greci?

Ateatro Bolzano29
in collaborazione con
EngrammaTeatro dei Borgia e ZONA K

presentano

A cosa servono, ancora, i miti greci?
in occasione della pubblicazione del numero 194 della rivista “Engramma”

c/o Bolzano29, via Bolzano 29A, Milano (Metro M1 Rovereto)

Intervengono:
Monica Centanni (direttore di “Engramma” e professore ordinario di Lingua e Letteratura greca, Università Iuav di Venezia e Università di Catania),
Maddalena Giovannelli (docente Storia del Teatro presso USI-Università della Svizzera Italiana, Lugano),
Daniela Sacco (ricercatrice e docente presso l’Università Iuav di Venezia), Gianpiero Borgia (Regista).

Conduce Oliviero Ponte di Pino (presidente di Ateatro).

“What’s Hecuba to him?”
Che cos’è Ecuba per lui, cos’è lui per Ecuba? Perché dovrebbe piangere per lei?
Fa chiedere Shakespeare ad Amleto.

Questo numero della rivista “Engramma”, incentrato sull’esperienza teorica e pratica di Teatro dei Borgia, è nato per tentare di rispondere a una domanda: “A cosa servono, ancora, i miti greci?”.
Rilanciamo la domanda di Amleto: “Cosa sono Medea, Filottete, Eracle per noi?”.
“Perché dobbiamo piangere per loro? Servono ancora i nomi, le storie, le figure del mito? Possono i miti greci dire il nostro presente?”.
La stessa domanda che dà il titolo al Seminario di studi che si è tenuto a Trani il 21 e il 22 maggio 2022 per iniziativa di Teatro dei Borgia e della rivista “Engramma”.

Vai alla trilogia LA CITTA’ DEI MITI di Teatro dei Borgia

CHIAMATA PUBBLICA
TEATRO PARTECIPATO

NON SIAMO NIENTE, SAREMO TUTTO

 ZONA K lancia un grande progetto internazionale di teatro partecipato in collaborazione con Gli Scarti/Fuori Luogo di La Spezia.

Una “chiamata” alla cittadinanza di Milano per partecipare direttamente e in prima persona:
“Abbiamo bisogno di persone del territorio, di lavoratori e lavoratrici di alcuni settori che abbiano voglia di essere coinvolte all’interno di un percorso di indagine e di testimonianza che porterà ad una grande performance finale e che vuole coinvolgere direttamente le comunità cittadine sul tema del lavoro e dei suoi cambiamenti dopo l’esperienza della pandemia”.

La direzione artistica è di Jens Hillje (dramaturg berlinese, Leone d’oro alla Biennale 2019) e di Alessandro Renda (Teatro delle Albe di Ravenna) ideato e prodotto da ZONA K.

A CHI è rivolta la call?
–       Lavoratrici/lavoratori del mondo della SCUOLA E ISTRUZIONE (insegnanti, personale ata, studenti/studentesse)
–    Lavoratrici/lavoratori del mondo della SANITA’ e ASSISTENZA SOCIALE (infermieri/e, farmacisti/e, OSS, medici, caregivers etc)
–       Lavoratrici/lavoratori del mondo FOOD/DRINK, DELIVERY e COMMERCIO (ristoratori/trici, baristi/e, camerieri/e, riders, commessi/e di supermercato)

Oltre alle persone appartenenti alle suddette categorie possono partecipare anche coloro che abbiano voglia di condividere testimonianze indirette e la propria esperienza rispetto alle tematiche del progetto.

*NON è richiesta alcuna preparazione o esperienza teatrale pregressa e la partecipazione è gratuita

 


Domenica 22 maggio 2022 ore 18.30 – 20.30 ci troveremo a ZONA K (Via Spalato 11, vicino ple Lagosta, quartiere Isola) per raccontare il progetto e le differenti modalità di partecipazione:

  1. Semplice raccolta di testimonianze (anche video)
  2. Partecipazione ai successivi incontri del 30 maggio e 6 giugno (ore 18.30 – 20.30)
  3. Partecipazione performance finale (in autunno, data da definire)

Con noi ci sarà il regista Alessandro Renda.

Per partecipare o chiedere informazioni scrivi a stagione@zonak.it.

Deadline adesioni di partecipazione venerdì 20 maggio 2022.


 

 

IL PROGETTO
Soprattutto in questi ultimi 30 anni di libero mercato e privatizzazioni sono state deluse molte possibilità di una società più giusta e la competizione è diventata la condizione che definisce le relazioni umane, trasformando i cittadini in consumatori, frantumando il tessuto sociale e le identità individuali. L’esperienza della pandemia ha messo fortemente in discussione l’idea di economia e società neoliberista. Ma se da un lato questa fase ha ulteriormente evidenziato gli squilibri sociali e provocato sofferenze e contrasti tra lavoratori, dall’altro ha sviluppato e fatto riemergere desideri di solidarietà, promuovendo la ricerca di buone pratiche. Come raccontare questa fase così confusa? Il teatro ci consente di evitare le strettoie del quotidiano, sprofondando storie, volti e esperienze in mondi “altri” capaci di leggere la realtà in tutta la sua complessità.

Il coro è alle origini del teatro, da rito a vero e proprio personaggio collettivo. Il coro nel teatro greco antico ha fondato il teatro europeo, rappresentando la cittadinanza della polis. Attraverso il coro possiamo manifestarci nella nostra individualità ma anche nello spirito più profondo di appartenenza a un gruppo.

Non siamo niente, saremo tutto è un progetto teatrale prodotto da ZONA K che si svilupperà tra il territorio di La Spezia e altre località italiane tra cui Milano, Pergine, Ravenna. L’idea è quella di lavorare con cori di non professionisti appartenenti a alcune categorie specifiche di lavoratori. Per affrontare le storture dei meccanismi lavorativi e lo sfruttamento alla base di tanti processi economici e non solo della nostra società, si è deciso di scegliere gruppi di lavoratori in grado di riflettere lo smantellamento delle politiche welfare avvenuto in maniera sostanziale negli ultimi decenni. Non si tratta di raccontare questi lavoratori lasciandoli nelle loro categorie di appartenenza, ma di esplorare delle storie individuali per affrontare il tema da una differente prospettiva: quanto siamo consapevoli degli effetti delle nostre scelte? Delle nostre responsabilità? Quanto siamo coinvolti nei processi che spesso condanniamo? Il coro diventa strumento di indagine che permette di trasformare l’esperienza collettiva in una narrazione condivisa, un coro pensato come opera d’arte totale e scultura sociale. Un ensemble vivo che unirà le esperienze lavorative contemporanee, mentre l’Internazionale, l’inno di emancipazione e liberazione, depositario di memorie ed esperienze di 150 anni di lotta per il giusto riconoscimento economico e politico del lavoro, sarà un puntello per verificare l’attualità di quei versi.

CHIAMATA PUBBLICA PER SUPERMEN OVER 60

ZONA K e Casa degli Artisti Milano annunciano una
CHIAMATA PUBBLICA PER OVER 60 per partecipare a

BLUE TIRED HEROES” DI MASSIMO FURLAN
performance urbana fuori dal comune intorno all’immagine del supereroe

termine invio candidature: 10 maggio 2022

 

 

E se Superman fosse invecchiato?

Massimo Furlan è un artista svizzero multidisciplinare che ama creare immagini, quadri viventi, in cui l’occhio vaga, osservando la composizione, l’equilibrio, i colori e la stravaganza.

Questo suo lavoro, presentato all’interno della stagione teatrale di ZONA K, mostra con grande umorismo e ironia corpi invecchiati che interpretano un Superman che finalmente può vivere la sua età reale, in contrasto con l’immagine di eterna giovinezza tipica dei supereroi.

Blue Tired Heroes è una performance urbana in cui un gruppo di anziani supereroi gioca con l’immobilità e le azioni quotidiane: cammina lentamente tra le strade di Milano, si siede sulle panchine, entra nei supermercati, si appoggia agli alberi dei parchi, attende il tram alla fermata…

 

CERCHIAMO 11 PERSONE tra i 60 e i 70 anni  CHE VOGLIONO CONDIVIDERE UN’ESPERIENZA DIVERTENTE E INTENSA.

NON È RICHIESTA NESSUNA QUALITÀ PARTICOLARE NELL’INTERPRETAZIONE.
OCCORRE SOLO ESSERE SE STESSI E POSSEDERE UNA BUONA DOSE  DI AUTOIRONIA E SENSO DELL’UMORISMO.

UNICA CARATTERISTICA RICHIESTA: AVERE PIU’ DI 60 ANNI (SUPERMAN È DEL 1934!)

 


Vuoi partecipare e diventare un Superman? Ecco cosa fare!
Manda la tua candidatura scrivendo una mail a stagione@zonak.it allegando una tua foto a figura intera e il tuo numero di cellulare entro e non oltre il 10 maggio 2022.

È richiesta la presenza su tutti e 3 i giorni del progetto, 27, 28 e 29 maggio 2022.

La partecipazione si svolge su base volontaria. Verranno rimborsate eventuali spese di trasporto di A/R per e dal luogo delle prove e della performance.


 

LE PROVE SI SVOLGERANNO NEL POMERIGGIO DI VENERDÌ 27 MAGGIO
Ci troveremo presso Casa degli Artisti (zona Garibaldi) per conoscerci e incontrare il regista Massimo Furlan. Cammineremo lungo il percorso individuato (3 km circa tra Garibaldi e Sarpi), provando le pose da supereroe suggerite dai luoghi che incontreremo lungo il tragitto.
Durata dell’impegno, 4 ore circa.

LA PERFORMANCE SI TERRA’ SABATO 28 E DOMENICA 29 MAGGIO, NEL POMERIGGIO
Si va in scena! Si indossano i costumi da Superman e si percorre il tragitto compiendo le azioni e le pose provate. Il pubblico sarà formato da passanti, abitanti delle vie delle zone Garibaldi e Sarpi, e ovviamente da tutti gli amici che vorranno assistere alla performance.
Durata impegno, 3 ore circa al giorno.

 

IL PROGRAMMA IN BREVE

Venerdì 27 maggio ore 15.00 – 19.00 (indicativo): incontro e prove con il regista, ritrovo c/o Casa degli Artisti, Corso Garibaldi 89/A, angolo via Tommaso da Cazzaniga – M2 Moscova –

Sabato 28 e Domenica 29 maggio ore 16.30 – 19.30 (indicativo): 1 passeggiata di circa 1h30 al giorno in città, ritrovo c/o Casa degli Artisti.
Durata dell’impegno, 3 ore circa al giorno.

Domenica 29 maggio, dopo lo spettacolo, festeggeremo insieme con un bell’aperitivo!

Lisandro Rodríguez (AR)

Per accedere, oltre alla prenotazione, è obbligatorio inviare la richiesta/rinnovo di tesseramento per l’anno 2022 almeno 24 ore prima dello spettacolo.
Per questo evento la quota di € 2,00 non è dovuta. Invia la richiesta,
clicca qui

 

– SEZIONE COLLABORAZIONI  –

Estremofilo (“estremo” con il suffisso -filo che deriva dal greco philéô, amare) è l’aggettivo che viene assegnato a quegli organismi capaci di crescere e prosperare in condizioni estreme, ossia in ambienti ostili, per l’elevata temperatura, acidità o concentrazione di sali. Sono dunque coloro che, in quanto “amanti” degli habitat estremi, vivono in modo diverso dal resto dei viventi.

Così accade anche ai protagonisti dell’opera di Alexandra Badea – come il titolo ci suggerisce – che attraversa tre (o più) storie d’amore e di inquietudine. Il capo di gabinetto di un ministero si innamora di un militante di sinistra mentre un insegnante si fa esplodere davanti a una scuola; una biologa marina è combattuta tra il lavoro di ricercatrice e la possibilità di mettersi al servizio di una potente multinazionale che però devasta i fondali marini; un soldato israeliano, che pilota droni a distanza, osserva i nemici fare l’amore sulle terrazze delle loro case.

Rodríguez porta in scena il testo mettendo in dialogo le colpe e i sogni dimenticati, l’intimo e il politico, e afferma: «quando questi personaggi parlano del loro lavoro e lo collegano all’amore, in qualche modo parlano anche di un mondo che sta diventando insopportabile».

 

Al termine della prima replica del 19 maggio la compagnia e il registra incontreranno il pubblico.

 


un progetto di Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, presentato all’interno del festival “Presente Indicativo”

spettacolo  ●  prima nazionale ●  in lingua spagnola durata 80 min.

ingresso gratuito ● tutto esaurito

Per accedere, oltre alla prenotazione, è obbligatorio inviare la richiesta/rinnovo di tesseramento per l’anno 2022 almeno 24 ore prima dello spettacolo.
Per questo evento la quota di € 2,00 non è dovuta. Invia la richiesta,
clicca qui



di Alexandra Badea regia Lisandro Rodríguez con Ariel Bar-On, Anabela Brogioli, Zoilo Garcés, Lisandro Rodríguez musiche “Mundo cruel”: Guillermo Rodríguez luci Matías Sendón produzione Débora Staiff, Estudio Los Vidrios in collaborazione con ZONA K. Si ringrazia l’Instituto Cervantes per la collaborazione

Post, il tempo delle domande

Media partner della stagione teatrale POST non poteva che essere Q code Magazine, un giornale indipendente che predilige la multimedialità. È geopoetico, racconta cioè la geopolitica attraverso le storie, è un luogo aperto per chi ha passione, competenza e capacità nel dirlo, è un trimestrale di carta per tornare a una lettura lenta e ponderata. È resistente, testardo e abrasivo. E crede nella collaborazione e nella condivisione fra realtà sorelle. È diretto da Angelo Miotto e Christian Elia, nel corso di nove anni di vita ha ospitato centinaia di firme da tutto il mondo.

Post, il tempo delle domande è il nome del podcast di Q Code per ZONA K .
Abbiamo scelto delle parole chiave, inerenti agli spettacoli della stagione.
Gli audio elzeviri sono di Angelo Miotto.

Ascolta i podcast cliccando QUI

POST

Cosa definisce POST?

Etimologicamente la risposta è facile, qualcosa che viene dopo in termini temporali o concettuali. La società che viviamo sembra essere un infinito catalogo di post. Siamo in una post-democrazia, i cittadini sono post-materialisti, il post-capitalismo cerca di scalzare il capitalismo, per non addentrarci nelle definizioni più complesse e filosofiche di post-strutturalismo, post-moderno e decostruzionismo. Anche il concetto stesso di verità ormai non può più prescindere dalla post-verità, eletta dall’Oxford Dictionary come parola dell’anno del 2016. Tutto è messo in discussione, riconsiderato, studiato nelle sue evoluzioni continue. Come se alcuni principi e dottrine, alla base di una certa cultura della seconda metà del XX secolo, non reggessero più il passo dei tempi senza tuttavia aver lasciato spazio a un nuovo sentire politico, culturale e sociale. È giusto domandarsi se sia possibile l’affermarsi di una nuova cultura progressista per il XXI secolo? La politica è in grado di formulare una nuova visione trascinante che (ri)avvicini le persone e non sia solo espressione del potere?

Non siamo in grado di dare risposte, per noi POST è ancora il tempo delle domande che ogni cambiamento porta con sé. È il momento che ci troviamo a vivere. Il “dopo” di cui non sono ancora chiari i contorni. Non è la critica o il superamento di quanto abbiamo fatto e vissuto finora, è il tempo dell’incertezza, della necessità di riconsiderare posizioni e scelte fin qui attuate senza intra- vedere del tutto il passaggio successivo. È più di un titolo di una stagione, di un claim azzeccato merito di un bravo copy. È il nostro presente che continuiamo a guardare con sguardo artistico e politico. È cercare una nuova posizione, trovare un nuovo equilibrio tra creatività e prossimità, tra ricerca artistica ed engagement del pubblico, tra relazioni e crescita. POST è l’avvio di un nuovo percorso di apertura, sguardo allargato, riflessioni e confronti. È stimolo per altri pensieri, non necessariamente nostri.

E in questo coacervo di suggestioni, abbiamo iniziato a misurarci con nuove possibilità, azioni parallele, non sostitutive ma complementari alla presentazione di una stagione teatrale. Il primo passo è stato quello di chiamare Jens Hillje come visiting dramaturg. Figura di spicco del teatro europeo, Leone d’oro alla carriera nel 2019, Hillje ha accompagnato mesi di riflessioni e sarà dramaturg della nuova produzione di ZONA K che andrà in scena a novembre.

Quindi è maturata la necessaria consapevolezza – questa si politica e sociale – di non rinunciare alla centralità delle persone, che siano spettatori, artisti, non professionisti, lavoratori, studenti. Spettacoli partecipati e urbani, produzioni e co-produzioni che nascono dal coinvolgimento diretto dei cittadini, formazione dei target più giovani, storytelling dei processi artistici, incontri con gli artisti, reti con altri teatri grazie a visioni comuni e lavoro sinergico, sono tutti elementi di un medesimo puzzle che si costruirà negli anni futuri.

In questo quadro così delineato, racchiuso nel cappello POST, trovano quindi posto i Gob Squad e la loro ultima produzione 1984: Back to No Future, sguardo nostalgico e pop tra passato e futuro; la parola urlata di Pasolini portata in scena dagli Anagoor, gli anziani in calzamaglia di “Superman” di Massimo Furlan, Mats Staub con la delicatezza delle sue interviste; gli spettacoli urbani di Elisabetta Consonni e del Teatro dei Borgia; la nuova produzione Non siamo niente, saremo tutto di Jens Hillje e Alessandro Renda sulle storture della società che porta in scena un coro di lavoratori, per chiudere con una performance partecipata sull’attivismo contemporaneo di Dreams Come True, Hichmoul Pilon, anthropie, collettivo Siamo ovunque. Otto spettacoli, otto progetti complessi da presentare e raccontare.

Per chiudere POST è anche – molto più semplicemente – “uno strumento di comunicazione, un messaggio testuale con funzione di opinione, commento o intervento”.

 

Mariano Pensotti/Grupo Marea (AR)

c/o ZONA K – ingresso gratuito previo tesseramento 2022 obbligatorio da richiedere 24 ore prima dell’evento, clicca qui, fallo subito
prenotazione consigliatabiglietti@zonak.it – 393.8767162

 

– SEZIONE COLLABORAZIONI  –

El Público (Buenos Aires), The Audience (Atene) e The Public/Het Publiek (Bruxelles) sono tre film su un pubblico teatrale e sulla città in cui vive. Sono anche tre opere teatrali che conosciamo solo attraverso la narrazione degli spettatori. Il punto di partenza dei tre film è lo stesso: c’è un pubblico che va a vedere uno spettacolo in un teatro. Il pubblico prende posto prima dell’inizio dello spettacolo, legge il programma di sala, chiacchiera.

Lo spettacolo inizia ma non lo vediamo.

C’è un’elLissi. Vediamo il pubblico lasciare il teatro subito dopo la fine dello spettacolo. Apparentemente la pièce che hanno visto era incredibile, una performance estremamente complessa su una storia reale nascosta nella storia recente della città. Tutti gli spettatori sono commossi per quello che hanno visto.

Seguiamo alcune persone che lasciano il teatro. Vedremo le storie di queste 11 persone durante le 24 ore dopo aver visto lo spettacolo e in che misura ciò che hanno visto ha influenzato le loro vite. Ogni storia è un cortometraggio.

 

 

Le storie personali del pubblico sono molto diverse e hanno una varietà di conflitti, ci sono alcune storie con una trama forte e altre che sono più concentrate sulla vita quotidiana. Ma ad un certo punto tutti parlano con un’altra persona dell’opera teatrale che hanno visto e che noi non abbiamo visto. Tutti raccontano una scena diversa dello spettacolo. Seguendo le loro storie e ascoltando la loro narrazione dell’opera il pubblico reale può ricostruire lo spettacolo teatrale che il pubblico fittizio ha visto.

Quali sono le storie delle persone che vanno insieme a vedere un’opera teatrale? Quanto le loro vite sono trasformate da quell’esperienza? In che misura ciò che hanno visto è modificato dai loro ricordi? Com’è diventare un personaggio della propria città? Quale effetto produce trasformare il pubblico in protagonista?

 

 

 


proiezioni:
12 maggio THE AUDIENCE – durata 80 min
13 maggio EL PUBLICO – durata 90 min
14 maggio HET PUBLIEK – durata 80 min

in collaborazione con Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

info film ● in lingua originale con sottotitoli in inglese

c/o ZONA K – ingresso gratuito previo tesseramento 2022 obbligatorio da richiedere 24 ore prima dell’evento, clicca qui, fallo subito
prenotazione consigliata: biglietti@zonak.it – 393.8767162


 

Scritti e diretti da Mariano Pensotti Art Director Mariana Tirantte Musica Diego Vainer Cinematography/DOP María Soledad Rodríguez Artistic Production Florencia Wasser Assistente alla regia Agustín Gagliardi.
THE AUDIENCE  è stato commissionato e prodotto da Onassis Stegi.
EL PUBLICO è una coproduzione tra Festival Internacional de Buenos Aires e Grupo Marea.
HET PUBLIEK è stato commissionato dal Kunstenfestivaldesarts in coproduzione con Wrong Men, Théâtre des Martyrs e Shelter prod.

 

Mariano Pensotti (Buenos Aires, 1973) ha studiato cinema, arti visive e teatro. Le sue perfomance sono state presentate in Argentina e nei maggiori festival internazionali in tutto il mondo. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti tra i quali: i premi Rozenmacher, Clarin e Premio F; e le borse di studio Unesco-Aschberg, Rockefeller Foundation, Fundación Antorchas e Casa de América de Madrid. Ha fondato il Grupo Marea insieme alla scenografa Mariana Tirantte, il musicista Diego Vainer e la producer Florencia Wasser.

 

Wundertruppe (IT)

ATTENZIONE: PARTENZA SERALE ANTICIPATA ALLE ORE 19.00

 

– SEZIONE FUORI MILANO –

Si tratta di un percorso sonoro in cuffia che si terrà nella cittadina di Baranzate, una camminata in gruppo, un’esperienza allo stesso tempo personale e condivisa abitata da voci, suoni, frammenti letterari e testimonianze intorno al tema della solitudine. La performance attraversa luoghi significativi della città che vengono individuati nei giorni che la precedono, grazie allo studio della topografia e storia della città e (quando possibile) grazie all’incontro con persone del territorio. Due figure accompagnano il pubblico: la prima è un punto di riferimento, guida il percorso; l’altra attraversa lo spazio, indirizza lo sguardo, si perde, gioca col limite. Il tragitto segue il sole e la sua luce.

 

 

La performance si svolge all’alba e al tramonto: all’alba la città si sveglia, poche persone la abitano con la loro presenza silenziosa e solitaria; al tramonto, invece, può brulicare di passaggi e dentro questa collettività può nascere, di buon grado o involontariamente, un senso di solitudine. La realtà del paesaggio entra a far parte della performance, risuona con le parole in cuffia e permette agli imprevisti di manifestarsi e diventare racconto. Si cammina, allo stesso tempo, soli e in compagnia per ritrovarsi alla fine in una piazza provvisoria ed esprimere un desiderio.

Baranzate è stato scelto dal collettivo per le intense attività sociali nate sul territorio nel corso degli anni ed è anche luogo affettivo e di crescita per uno dei membri del collettivo.

 


in collaborazione con Associazione Quarantasettezeroquattro di Gorizia

info performance urbana in cuffia 

c/o Comune di Baranzate (Mi)
partenza ore 6.30 punto di ritrovo piazza Giovanni Falcone – Baranzate
partenza ore 19.00 punto di ritrovo via Gorizia, 61 – Baranzate

pre – acquisto biglietto obbligatorio – posti limitati

INFORMAZIONI FONDAMENTALI PER PARTECIPARE:
Sarà chiesto un documento come cauzione per l’uso delle cuffie.
Trattandosi di un percorso a tappe obbligate l’orario di partenza è improrogabile. La camminata dura circa 80 min e sarà percorsa a piedi. Il luogo di arrivo è a 10 minuti a piedi da quello di partenza. Si raccomanda di munirsi di scarpe comode e impermeabile in caso di pioggia leggera; in caso di forte pioggia l’evento sarà annullato.


 

ideazione e regia  Collettivo Wundertruppe: Natalie Norma Fella, Marie-Hélène Massy Emond e Giulia Tollis con le voci di Natalie Norma Fella Marie-Hélène Massy Emond e Giulia Tollis, Sandro Pivotti e delle persone incontrate in Italia, Canada e online musiche originali Marie-Hélène Massy Emond sound design Renato Rinaldi un ringraziamento speciale a Luca Oldani, Riccardo Tabilio e Jonathan Zenti per l’aiuto in scena e in studio produzione Wundertruppe in co-produzione con Petit Théâtre du Vieux Noranda (Rouyn Noranda, QC -Canada) / Associazione Quarantasettezeroquattro – Gorizia con il sostegno di  MOVIN’UP Performing Arts del MiBACT e GAI – Giovani Artisti Italiani / ARTEFICI – Residenze Creative FVG 2019 di Artisti Associati – Gorizia / Conseil des Arts du Canada (Canada) / Associazione IFOTES | ARTESS – Udine. Progetto sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese

 

Wundertruppe è una persona e un collettivo allo stesso tempo. Wundertruppe è il nome con cui, dal 2016, Natalie Norma Fella presenta i suoi progetti. Ciascun lavoro si avvale della collaborazione di artisti, tecnici, consulenti, pensatori; il principio di questo collettivo è quello di combinare competenze e interessi in base alla natura e alle necessità dei vari progetti. I lavori di Wundertruppe sono: “40 d.T. | Galateo per un terremoto”, “WK -Wunderkammer,” e “Piazza della Solitudine”.

 

foto Alvise Crovato

Dreams Come True, Hichmoul Pilon, anthropie (CH) e collettivo Siamo ovunque (IT)

Una performance partecipata in cui il pubblico legge ad alta voce le testimonianze raccolte di antifascisti, femministe, anticapitalisti, antirazzisti, anti specisti, hacker, e di persone che lottano per i diritti dei migranti, contro ogni forma di oppressione sociale, per i diritti delle persone LGBTQIA+, contro gli ecocidi, per i diritti dei lavoratori del sesso, contro la violenza della polizia, per i diritti degli immigrati senza documenti, per l’autodeterminazione e l’emancipazione di tutti i lavoratori, contro la precarietà del lavoro, contro l’attuale sistema penitenziario e per Zone to Defend.

Il progetto è stato concepito durante un tour a Hong Kong nel 2019, dove uno dei promotori del progetto ha incontrato alcuni manifestanti del movimento pro-democrazia: entro 20 anni Hong Kong sarà interamente cinese e la loro libertà di espressione sta diminuendo rapidamente. Dalle loro storie è nato il desiderio di condividere aspetti dell’impegno politico: l’atto di coraggio, che dà la forza di lottare per uscire da una situazione di oppressione o da una situazione di oppressione o precarizzazione, e gli strumenti, le tattiche e i consigli pratici utile a tutti gli attivisti, qui o altrove.

Siamo ovunque è una raccolta di risorse emotive e ispiratrici: storie di attivisti, tattiche, strumenti e strategie, registrate come testi scritti o trascritte da racconti orali per formare un archivio dell’attivismo contemporaneo.


info performance partecipata ● in italiano ●  durata 120 min.

c/o ZONA K – ingresso previo tesseramento 2022, clicca qui, fallo subito
La tessera verrà rilasciata a titolo gratuito la sera di spettacolo insieme al biglietto acquistato.


Un progetto ideato e prodotto da: Dreams Come True, Hichmoul Pilon, anthropie; con il contributo di: Molti anonimi; Collettivo Bida; Giove; Raffa; Rete Appenninica Femminista; Samba; Asia Usb – Associazione Inquilini e Abitanti – Unione Sindacale di Base; Una militante del Collettivo R con documenti svizzeri; Craaazi – Centro di Ricerca e Archivio Transfemminista Autonomo°; “Alessandro Zijno D(i)ritti alla Città – Rete per gli spazi pubblici dismessi”; Debs; Elena & Rina; Franco Sicilia; Flores Magón; Centro di documentazione dei movimenti “Francesco Lorusso – Carlo Giuliani”; Csi – Centro per la salute internazionale e interculturale; Osa* – Opposizione studentesca alternativa; Viola; Militant* di Extinction Rebellion in Svizzera; El. Vincenza Perilli; Marte su Plutone; Mujeres libres Bologna; Vivaietto; Collettiva Elettronika; Mattia Robertiello (in corso); Direzione amministrativa, produzione creativa, tournée: Marine Magnin e Comunicazione: Charlotte Terrapon; Produzione del tour: Colette Raess; Casa editrice: Abrüpt; Coproduzione: Le Grütli, Ginevra ; République Ephémère, Ginevra ; l’Abri, Ginevra ; Aargauer Kunsthaus, Aarau ; Santarcangelo Festival; Con il sostegno di: Pro Helvetia – Consiglio svizzero dell’arte, Ufficio federale della cultura e Repubblica e Cantone di Ginevra; Ville de Genève; Loterie Romande; Fondation Ernst Göhner; Migros pour-cent culturel; Fondation Jan Michalski pour l’écriture et la littérature; Fondation suisse des artistes interprètes SIS; CORODIS.

SIAMO OVUNQUE fa parte del palinsesto di

AA.VV.

RESTITUZIONI DEI PROGETTI SOSTENUTI DAL BANDO DELLE RESIDENZE DIGITALI.

SEI PROGETTI ARTISTICI PENSATI E REALIZZATI PER L’AMBIENTE DIGITALE: CHRISTINA G. HADLEY – KAMILIA KARD – ULTRAVIOLETTO – BOTH INDUSTRIES – GRUPPO NANOU – TEATRINO GIULLARE.

Si rinnova, per il terzo anno consecutivo, l’appuntamento con la Settimana delle Residenze Digitali che prevede le restituzioni dei progetti selezionati attraverso la terza edizione del bando delle residenze digitali, un progetto ideato e promosso dal Centro di Residenza della Toscana (ArmuniaCapoTrave/Kilowatt), in partenariato con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto – Teatro DimoraLa Corte Ospitale), la Fondazione Luzzati Teatro della Tosse di Genova, l’Associazione Zona K di Milano. Alla rete si sono aggiunte quest’anno altre due importanti realtà: Fondazione Piemonte dal Vivo/Lavanderia a Vapore e Fondazione Romaeuropa.

Il programma della settimana

Disponibili online, dalle 17 di martedì 8 novembre a domenica 13 inclusa, i capitoli 2-3-4-5 de La montagna del sapone, un progetto di Christina G. Hadley composto da un film animato in CGI basato su un concept album musicale, un sito web, un server discord e un videogame esplorativo. Il titolo fa riferimento all’espressione romana “Non vengo mica dalla Montagna del Sapone” che sta a significare “non sono un credulone, non mi prendi in giro”. La Montagna del Sapone è la borgata di Primavalle nata tra il 1924/37 dopo lo sfollamento degli abitanti del centro storico di Roma a opera di Mussolini, sotto la promessa irrealizzata della costruzione di un quartiere di lusso. Il film suddiviso in tredici capitoli e girato con un motore grafico per videogame è un viaggio metaforico e onirico compiuto da Cindy, un’incarnazione dell’umano medio, negli abissi della rete. Parte fondante e fondamentale del progetto è il networking che si va a generare dal contributo sui capitoli e sui mondi da parte di altri artisti o utenti, e da un server pubblico, Discord, che funge da archivio/community e spazio di condivisione.

Christina G. Hadley vive in Emilia-Romagna dove, dopo essersi laureata all’Accademia di Belle Arti di Bologna in cinema e video, esplora il mondo dell’hacking-etico, immergendosi nella programmazione e nella 3D computer graphic. Al momento è una tesista per il biennio di Net Art all’Accademia di Brera. Ha esposto alla Triennale di Milano e a Digital Week, ha partecipato a diversi festival, e ha vinto tra gli altri, Anca e CutOut Fest.

Sono tre gli episodi del progetto, Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini della compagnia Teatrino Giullare, che vengono pubblicati su YouTube durante la settimana delle residenze digitali e che rimangono disponibili fino a domenica 13 novembre. Drone Tragico è un progetto di web serie teatrale il cui soggetto è tratto dall’Orestea di Eschilo, a partire dall’eccezionale traduzione che ne fece Pier Paolo Pasolini. L’Orestea è l’opera dei punti di vista a partire da quello degli dèi che osservano dall’alto, a quello del coro che osserva a distanza, fino a quello dei personaggi immersi nella tragedia. L’idea fondante del progetto è di ampliare la questione dei diversi punti di vista posti dal testo filmando le azioni e le situazioni con un drone e videocamera 360 gradi concedendo allo spettatore la possibilità di guardarsi attorno, anzi di scegliere il proprio punto di vista, di scegliere cosa guardare. Il video realizzato a 360 gradi viene caricato a puntate su YouTube e può essere visualizzato con cuffie VR, tramite il computer esplorando l’ambiente circostante mediante l’uso del mouse o tramite uno smartphone.

Teatrino Giullare è una compagnia emiliana di teatro contemporaneo fondata e diretta dagli attori e registi Giulia Dall’Ongaro ed Enrico Deotti, che realizza dal 1996 allestimenti teatrali, seminari, laboratori in tutta Italia e tournée internazionali in 35 paesi del mondo. Ha ottenuto diversi riconoscimenti, tra i quali, il Premio Nazionale della Critica (2006), il Premio Speciale Ubu 2006, l’Excellent Play Award della Central Academy of Drama di Pechino (2019).

Debutto online, martedì 8 novembre alle 21 (in replica mercoledì 9 e giovedì 10), per Toxic Garden – Dance Dance Dance, performance partecipativa online che si svolge all’interno di Toxic Garden, una mappa di Roblox progettata da Kamilia Kard. In questo metaverso, gli avatar dei partecipanti – che accedendo all’ambiente perdono la propria individualità per essere rivestiti da skin customizzate – danzano insieme, sincronizzandosi automaticamente ai movimenti dell’avatar dell’artista. Riflettendo sui comportamenti tossici dell’essere umano e ispirandosi alle difese delle piante velenose, Kamilia, insieme a quattro ballerine professioniste, ha immaginato una coreografia in grado di parlare, avvertire e in qualche modo reagire agli atteggiamenti manipolatori. Al di fuori della performance questi passi, catturati ed elaborati da un’intelligenza artificiale, restano a disposizione sulla mappa dell’artista e possono essere utilizzati dai visitatori come unità singole di espressione, un pacchetto di emotes originali che consente a ciascuno di dare vita a una propria personale coreografia di passi e di emozioni.

La ricerca di Kamilia Kard esplora come l’iperconnettività e le nuove forme di comunicazione online abbiano modificato e influenzato la percezione del corpo umano, della gestualità, dei sentimenti e delle emozioni. Dal 2011, il suo lavoro è stato esposto in gallerie, festival e istituzioni a livello nazionale e internazionale. È dottoressa in Digital Humanities all’Università di Genova e docente di Comunicazione Multimediale a Milano e Carrara.

Venerdì 11 novembre alle 21, appuntamento con Hello World! di ultravioletto, un progetto che indaga il dualismo tra la vita e la morte attraverso un videogioco che offre agli utenti un’esplorazione interattiva in multiplayer: l’utente si muove in uno spazio virtuale e sonoro e viene stimolato anche cognitivamente attraverso l’incontro di messaggi sulla vita e la morte estrapolati grazie a un software di scraping che raccoglie i dati dai social. Hello world! è un videogioco che non ha obiettivi ma suscita la contemplazione e la cognizione di uno spazio dove vita e morte sono sullo stesso piano e spetta all’utente trarne un suo pensiero critico.

ultravioletto è uno studio di interaction design di Roma formato da Bruno Capezzuoli, Tito Cetroni, Massimo Zomparelli, Francesco Bruno Viteri, Giulio Pernice e Laura Arcangeli. Opera nell’area multidisciplinare che fonde architettura e design, racconto e installazione, contaminandola con le nuove tecnologie emergenti. ultravioletto ha una spiccata sensibilità nella sperimentazione su un percorso di ricerca espressivo che valorizza i progetti di comunicazione quanto le opere artistiche che realizza. Un lavoro tra arte e nuovi media, installazioni interattive e performances.

Sabato 12 novembre alle 18, “Still Walking, on air” è una performance live multimediale che, con un tocco ironico e surreale, cattura istantanee fittizie del mondo digitale contemporaneo, in cui le dinamiche sociali sono guidate da algoritmi di controllo in uno stato di frenetica immobilità. La performance prende vita all’interno di una piattaforma di video streaming, resa popolare per la sua capacità di creare comunità attorno a dirette live grazie all’avanzato sistema di interazione tra gli streamer, ovvero i creatori di contenuti online, ed il loro pubblico. Il progetto scaturisce da un percorso di lettura e rielaborazione dei linguaggi estetici, regole compositive e formati performativi che accomunano molti prodotti audiovisivi diffusi in rete, coinvolgendo gli spettatori nell’esplorazione di scenari perturbanti scanditi dalla ripetizione di pattern visivi, modelli gestuali e temi musicali.

BOTH industries è un’associazione artistica transdisciplinare con sede a Berna, composta dall’artista visivo Matteo Taramelli, i performer Valentin Oppermann e Stella Höttler, ed il sound artist Jacopo Biffi. In occasione dello sviluppo di “Still Walking, on air” il team si è ampliato, coinvolgendo nella produzione anche il designer informatico Martin Obrist. Con una pratica artistica transdisciplinare, il gruppo sviluppa nuove metodologie e formati creativi che intrecciano sperimentazione audiovisiva, performance dal vivo, nuovi media e space design.

Leggi il diario di bordo di BOTH industries su “Still Walking, on air

La settimana si conclude, domenica 13 novembre (alle 18 e alle 21), con Them [immagine- movimento], un progetto di gruppo nanou. In collaborazione con E production la compagnia allestisce il lavoro negli spazi di Artificerie Almagià e presenta in diretta streaming il 13 novembre il lavoro prodotto e realizzato, prima tappa per un percorso di ricerca in itinere. Obiettivo di Them è coreografare un movimento e un movimento di ripresa, portare la telecamera all’interno del dispositivo coreografico così che lo sguardo e la dinamica della ripresa diventino l’oggetto della performance. Riflettendo sull’uso del video online, da sempre curiosi di mezzi e modi per indagare il linguaggio coreografico, proseguendo la ricerca e la relazione con il linguaggio cinematografico e visivo che contraddistingue l’operato di Nanou, la compagnia indaga il video per sperimentare modalità di ripresa attraverso l’uso di action cam e trasformare la ripresa video in azione coreutica. L’immagine viene proposta come azione per determinare una immersività nella coreografia.

gruppo nanou nasce a Ravenna nel luglio del 2004 come luogo di incontro dei diversi linguaggi e sensibilità che caratterizzano la ricerca artistica di Marco Valerio Amico, Rhuena Bracci e Roberto Rettura. Le produzioni hanno attraversato piazze importanti, tre le quali: Ravenna Festival, Fabbrica Europa, Unidram (Germania); La MaMa ETC (USA). Dal 2019, l’immaginario sonoro è affidato al musicista Bruno Dorella, fondatore di diversi gruppi musicali, tra cui OvO, Ronin e Bachi da Pietra.


Biglietto di accesso a 3 € per ogni progetto

www.liveticket.it/residenzedigitali

Le indicazioni sulla partecipazione ai singoli eventi verranno comunicate via mail ad acquisto biglietti effettuato, entro i 5 giorni dalle restituzioni digitali.


Calendario Restituzioni Online delle Residenze Digitali

Martedì 8 Novembre

  • 17:00 – La montagna del sapone di Christina G. Hadley (disponibile, su piattaforma online dedicata, fino al 13 novembre compreso)
  • 18:00 – Talk online e primo episodio di Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini di Teatrino Giullare (disponibile su YouTube fino al 13 novembre)
  • 21:00 – Toxic Garden – Dance Dance Dance di Kamilia Kard

Mercoledì 9 Novembre

  • 17:00 – La montagna del sapone di Christina G. Hadley (disponibile, su piattaforma online dedicata, fino al 13 novembre compreso)
  • 18:00 – secondo episodio di Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini di Teatrino Giullare (disponibile fino al 13 novembre)
  • 21:00 – replica di Toxic Garden – Dance Dance Dance di Kamilia Kard

Giovedì 10 Novembre

  • 17:00 – La montagna del sapone di Christina G. Hadley (disponibile, su piattaforma online dedicata, fino al 13 novembre compreso)
  • 18:00 – terzo episodio di Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini di Teatrino Giullare (disponibile fino al 13 novembre)
  • 21:00 – Talk online e replica di Toxic Garden – Dance Dance Dance di Kamilia Kard

Venerdì 11 Novembre

  • 17:00 – La montagna del sapone di Christina G. Hadley (disponibile, su piattaforma online dedicata, fino al 13 novembre compreso)
  • Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini di Teatrino Giullare
  • 21:00 – Hello World! di ultravioletto

Sabato 12 Novembre

  • 17:00 – La montagna del sapone di Christina G. Hadley (disponibile, su piattaforma online dedicata, fino al 13 novembre compreso)
  • Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini di Teatrino Giullare
  • 18:00 – Still Walking, on air di Both Industries – live streaming

Domenica 13 Novembre

  • 17:00 – La montagna del sapone di Christina G. Hadley (disponibile, su piattaforma online dedicata, fino al 13 novembre compreso)
  • Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini di Teatrino Giullare
  • 18:00 – Them [immagine-movimento] di gruppo nanou – diretta streaming
  • 21:00 – Them [immagine-movimento] di gruppo nanou – diretta streaming

Jens Hillje, Alessandro Renda (DE/IT)

Un progetto di ZONA K

Una chiamata pubblica, decine di lavoratrici e lavoratori che rispondono. È l’inizio del progetto che si è concretizzato nell’ultimo anno con incontri, laboratori teatrali, ricerca, video documentari, canzoni di protesta, cortei, un pretesto (America di Kafka), tre attori, un regista e un dramaturg.

Il “lavoro” come fil rouge. Il lavoro come aspirazione, come scelta obbligata, come fonte di sostentamento, ma soprattutto come motore che delinea le traiettorie, definisce autostima e convinzioni personali, rischia di plasmare i nostri valori e determina dove e con chi trascorriamo la maggior parte del tempo.
Ma il lavoro definisce veramente chi siamo? Quanto risponde alle nostre aspettative? Quanto peso ha nella nostra vita e nelle scelte che facciamo? Può oggi rappresentare un punto di osservazione sullo stato di salute della società, soprattutto dopo la fase acuta dell’emergenza sanitaria?

Non siamo niente, saremo tutto è la traduzione letterale di un verso de L’internazionale scritto dal poeta e rivoluzionario Eugène Pottier 150 anni fa. Un testo forse datato, talvolta ancora cantato come inno dei lavoratori, ma che ormai non trova quasi più un legame con l’oggi e lo stato del mondo del lavoro. Non siamo niente, saremo tutto è anche il progetto teatrale prodotto da ZONA K, in cui Jens Hillje e Alessandro Renda hanno coinvolto lavoratrici e lavoratori di diversi settori, per esplorare storie individuali e affrontare il tema da differenti prospettive: possiamo specchiarci nelle storie lavorative altrui per sentirci più interconnessi? Quanto condiziona le nostre esistenze il rispetto di una volontà o di una vocazione? Comprendere felicità o insoddisfazioni individuali ci aiuta a valutare il benessere collettivo? Siamo ancora capaci di considerarci un insieme di persone che lotta per un bene comune o siamo una somma di individui, monadi a sé stanti? Il concatenamento di storie diventa uno strumento di indagine per trasformare l’esperienza collettiva in una narrazione condivisa, un coro pensato come opera d’arte totale e scultura sociale per riabbracciare un desiderio di comunità e, attraverso il teatro, trovare nuove forme di rappresentazione della realtà.


spettacolo ● in italiano ●  durata 90 min.

c/o e in collaborazione con  Olinda onlus / TeatroLaCucina, ex. Osp. Psic. Paolo Pini, via Ippocrate 45 Milano – M3 Affori FN (uscita via Ciccotti)

IMPORTANTE
Presentarsi almeno 15 min. prima dello spettacolo per il ritiro dei biglietti c/o Bar Jodok, via Ippocrate 47 Milano – M3 Affori FN
È richiesta la massima puntualità. Non è garantito l’accesso a spettacolo iniziato.


regia: Alessandro Renda; dramaturg: Jens Hillje; con: Roberto Corradino, Milena Costanzo, Matteo Gatta e con i cittadini e le cittadine di una chiamata pubblica di Milano e La Spezia e con il coro di Micene di Milano; disegno luci: Mario Loprevite; elementi scenografici: Denise Carnini e Francesca Pedrocchi; editing e visual effect video: Francesco Tedde e Alessandro Tedde (Antropotopia); foto: Luca Del Pia; produzione: ZONA K (MI); co-produzione: Pergine Festival (TN), Associazione 47|04 (GO); produzione esecutiva: Valentina Picariello e Renata Viola; organizzazione: Federica Bruscaglioni; con il sostegno e la collaborazione di Fuori Luogo La Spezia/Gli Scarti; in collaborazione Project For People, Stratagemmi Prospettive Teatrali, Olinda onlus

Il progetto è realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito di Art Waves Produzioni di cultura contemporanea e con il sostegno di Fondazione Cariplo e del Comune di Milano e presentato all’interno del progetto STOP presentato per Milano è Viva.

Alessandro Renda è attore, regista e filmmaker. Dal 1998 è membro del Teatro delle Albe di Ravenna. Prende parte a numerosi spettacoli della compagnia, da I Polacchi (1998) a L’isola di Alcina (2000), da Salmagundi (2004) a Stranieri (2008) da Inferno (2017) e Purgatorio (2019) tra gli altri. Porta in scena da oltre un decennio il monologo scritto da Marco Martinelli Rumore di acque (2010), con diverse tournée in Europa e negli Stati Uniti. Dal 2001 è “guida” nei laboratori della non-scuola, pratica teatral-pedagogica antiaccademica delle Albe, con diverse esperienze in Italia e all’estero. Dal 2003 si occupa di video, realizzando proiezioni per la scena o “traduzioni” in video di molti spettacoli della compagnia o documentari attorno a esperienze teatrali.
Jens Hillje (Germania, 1968) dal 1990 lavora nella scena del teatro indipendente tedesco come attore, autore e regista. Nel 1996 ha fondato insieme a Thomas Ostermeier lo spazio ‘Barracke’ al Deutsches Theater. Dal 1999 fino al 2009 è Chief-dramaturg e membro della direzione artistica della Schaubühne di Berlino con Thomas Ostermeier e la coreografa Sasha Waltz. In qualità di dramaturg lavora con i maggiori esponenti del teatro europeo. Nel 2000 crea ha creato il F.I.N.D Festival nel 2000 alla Schaubühne uno dei più rinomati festival in Germania. Dalla stagione 2013/14, Jens Hillje è co-direttore artistico e Chief-dramaturg del Gorki, insieme a Shermin Langhoff. Dal 2021 è free dramaturg. Nell’estate 2019 è stato insignito del Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia.

NON SIAMO NIENTE, SAREMO TUTTO fa parte del palinsesto di

Anagoor (IT)

Un testo poetico pasoliniano poco noto ma dalla forza espressiva dirompente, un nonfinito nel magmatico laboratorio dell’autore, coacervo di parola e immagine, di suono e dolore, espressione del potere e delle modalità attraverso le quali l’umano vi soccombe, dal titolo emblematico: L’italiano è ladro. Qui la voce e la parola poetica, accompagnate dal sound design della messa in scena, giungono al pubblico nel loro portato simbolico via via sempre più lacerante e a tratti perturbante.

 

 

Nel 1955 viene pubblicato, in un fascicolo della rivista letteraria «Nuova Corrente», un frammento de L‘Italiano è ladro di Pier Paolo Pasolini, unica traccia a stampa di un poema plurilingue di lunga gestazione composto tra il 1947 e la seconda metà degli anni Cinquanta. Per l’apertura alla rappresentazione delle classi popolari e la tendenza alla narratività, questo lavoro, nonostante sia passato quasi inosservato, è senz’altro un testimone rappresentativo della stagione poetica degli anni Cinquanta e della storia politica culturale e letteraria in cui essa si inserisce. Anagoor tenta di restituire il fervore e la complessità di una scrittura in ebollizione, di un pensiero e di una lingua che stavano allora diventando sistema e visione, illuminando la virulenza teatrale che sembra pulsare sotto il verso poetico. La compagnia sceglie di mediare tale complessità comparando le diverse versioni del testo e illustrando il laboratorio del poeta friulano, prima di lasciare la lingua libera di rompere gli argini e di travolgere l’orecchio come un torrente che trascina con sé trasformazioni recenti e dolore antico.

 


info spettacolo durata 80 min.

c/o Teatro Out Off, via Mac Mahon 16


 

Voci: Luca Altavilla, Marco Menegoni Mediazione: Lisa Gasparotto Suono: Mauro Martinuz Regia: Simone Derai Produzione Anagoor 2016 Co-produzione Stanze 2016, Centrale Fies

 

La compagnia Anagoor, che prende il nome dal racconto di Dino Buzzati Le mura di Anagoor, nasce nel 2000 a Castelfranco Veneto, su iniziativa di Simone Derai e Paola Dallan, ai quali si aggiungono successivamente Marco Menegoni, Moreno Callegari, Mauro Martinuz, Giulio Favotto, Silvia Bragagnolo e molti altri, facendo dell’esperienza un progetto di collettività. Dal 2008 Anagoor ha la sua sede nella campagna trevigiana, presso La Conigliera, allevamento cunicolo convertito dalla compagnia in proprio atelier: con questa scelta, la volontà di preservarne l’architettura del luogo e il desiderio di conservare un nome che ne rivelasse la storia, Anagoor sperimenta la possibilità di fermare brani di una civiltà che si trasforma per innestarli in una nuova visione. Il teatro di Anagoor risponde ad un’estetica iconica che precipita in diversi formati finali dove le performing arts e la scena ipermediale entrano in dialogo; penetra nei territori di altre discipline artistiche e pretende, tuttavia, con forza, in virtù della natura di quest’arte, di rimanere teatro.

 

foto di Silvia Bragagnolo©

Massimo Furlan (CH)

L’artista multidisciplinare svizzero-italiano Massimo Furlan porta a Milano una nuova performance poetica e anticonformista. In Blue Tired Heroes, un gruppo di “supermen senior” vagano per la città per imporre, in una serie di tableaux tanto burleschi quanto delicati, le prove fisiche dell’invecchiamento su questa figura di supereroe intrappolato nella sua eterna giovinezza… con abitanti “performer”.

Superman è nato nel 1933. Da allora, il personaggio di Clark Kent è rimasto congelato nella sua eterna giovinezza come “supereroe”, passando da un decennio di gloria all’altro. Ma cosa succederebbe se finalmente assumesse la sua vera età? Con solo pigiama e pantaloni blu, calze rosse e un mantello come accessori, Massimo Furlan risponde alla domanda scatenando uno strano commando di una quindicina di anziani della città che si impadroniscono dello spazio pubblico. Corpi invecchiati e volti rugosi scuotono la nostra immaginazione per mostrare, con umorismo, l’evidenza del passaggio del tempo. Incarnati da quindici residenti volontari, questi “stanchi eroi blu” giocano con l’umorismo e l’autoironia, la loro età e la loro immagine, che è molto lontana dalla corporatura di un bodybuilder.

 

 

Nella continuità di una serie di lavori sperimentati nello spazio pubblico intorno alla figura di Superman (Superman Cosmic Green, Love Story Superman), Blue Tired Heroes mette in discussione la nozione di figura eroica e il fantasma del superuomo accettato nell’immaginario popolare, sostituendo un’incarnazione profondamente umanista del passare del tempo. Divertente, intenso, tenero questo straordinario viaggio di uomini comuni ci dice molto sulla capacità del “supereroe” di salvare il mondo, magari attraverso un sorriso, uno scoppio di risate, una visione burlesca e un’appropriazione poetica e collettiva dello spazio pubblico?

 


in collaborazione con Casa degli Artisti di Milano

performance urbana itinerante ● partecipazione gratuita, munirsi di biglietto ATM e mascherina FFP2 prenotazioni stagione@zonak.it

punto di partenza Casa degli Artisti di Milano – Via Tommaso da Cazzaniga, angolo, Corso Garibaldi, 89/A


 

Regia Massimo Furlan; Drammaturgia Claire de Ribaupierre; Costumi Severine Besson; Distribuzione e produzione Jérôme Pique; Amministrazione Noémie Doutreleau; Produzione Numero23Prod.

 

Dopo la formazione all’Ecole des Beaux-Arts di Losanna, lo scenografo e artista visivo svizzero Massimo Furlan ha lavorato con diverse compagnie di danza e teatro. Nel 2003 ha fondato la sua compagnia dedicata alle arti dello spettacolo, Numéro23Prod., per interrogare l’atto della rappresentazione al di fuori dei con- fini dei generi. Le sue molteplici performance, essenzialmente articolate intorno all’umorismo e al contrasto, mettono in discussione le manifestazioni popolari e la nozione di squadra, i temi dell’immagine, della durata, dell’infanzia, della memoria e del gioco.

foto ©Pierre Nydegger et Laure Cellier

con il sostegno di

Teatro Dei Borgia (IT)

La città dei Miti è un sogno poetico metropolitano. È una trilogia composta da tre storie, Eracle, l’invisibile, Filottete dimenticato e Medea per strada che possono essere viste singolarmente o in successione.

In queste storie Medea, Eracle e Filottete sono tre eroi della contemporaneità. Non sono però eroi dell’alto, non discendono, non sono figli di dei. Al contrario sono eroi dei margini, di periferia, che ci parlano delle loro tragedie reali: la prostituzione, la caduta in povertà e l’abbandono. Elena Cotugno e Gianpiero Borgia hanno lavorato a questa trilogia per molto tempo assieme a moltissime persone: assistenti sociali, medici, operatori sanitari e psicologi. Con loro hanno fatto tanta strada, finché la strada ha cominciato a lavorare su di loro. Il risultato è una trilogia di spettacoli in cui le figure mitiche di Eracle, Filottete e Medea vengono proiettate nella contemporaneità e identificate rispettivamente con un genitore separato, un malato incurabile abbandonato e una prostituta straniera.

La trilogia è un’azione d’arte politica che attraversa la città e accompagna gli spettatori nei luoghi dell’emarginazione, illuminando angoli del panorama urbano attraverso il cono di luce del Mito.

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23 + 24 + 28 + 30 settembre + 1 + 2 ottobre ore 16.45
ERACLE, L’INVISIBILE da Euripide

 
Un parallelismo disturbante tra l’eroe classico, Eracle, divino nella sua proverbiale forza, e una figura marginalizzata della società contemporanea, il senzatetto. Christian Di Domenico interpreta il ruolo del genitore separato e ne porta in scena le traversie economiche, sociale e psicologiche che lo hanno trascinato nella disperazione più buia. Uno spettacolo immersivo che, partendo dal mito e dalla tragedia euripidea, arriva dritto ai nostri giorni.

Durata 65 min.
Con Christian Di Domenico; Parole di Fabrizio Sinisi; Progetto e regia Gianpiero Alighiero Borgia; Consulenza sociologica Domenico Bizzarro; Produzione Teatro Dei Borgia; In coproduzione con Centro Teatrale Bresciano e Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. 

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23 + 24 + 28 + 30 settembre + 1 + 2 ottobre ore 18.15 
FILOTTETE DIMENTICATO da Sofocle


Nella tragedia di Sofocle Ulisse torna dopo dieci anni a cercare Filottete lasciato solo sull’isola di Lemno dopo essersi ferito gravemente a una gamba. Per il Teatro dei Borgia il Filottete contemporaneo con cui confrontarci è il malato còlto da una malattia neurodegenerativa lasciato solo in una RSA. Daniele Nuccetelli dà corpo e voce ai sentimenti di chi, in una situazione di grande sofferenza, è lasciato a se stesso, portando in scena una tema delicato e complesso che tocca le realtà famigliari di oggi.

Durata 60 min.
Con Daniele Nuccetelli; Parole di Fabrizio Sinisi; Progetto e regia Gianpiero Alighiero Borgia; Consulenza clinica Laura Bonanni; Produzione Teatro Dei Borgia; In coproduzione con Centro Teatrale Bresciano e Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

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20 + 21 + 27 + 28 settembre ore 19.30
23 + 24 + 30 settembre + 1 + 2 ottobre nella formula Trilogia dei Miti*
MEDEA PER STRADA da Euripide


Medea per strada è la tragedia dello straniero, riletta attraverso la forza del mito di Medea interpretata da Elena Cotugno. Lo spettacolo racconta di una donna scappata dal proprio paese, arrivata in Italia e finita a prostituirsi per amore di un uomo con cui ha due figli. Come per Medea, la speranza, l’amore, la fiducia in un destino migliore si spengono in un’ossessiva disperazione che culmina in un tragico epilogo.

Durata 70 min.
Spettacolo itinerante su furgoncino. Partenza e arrivo c/o Olinda onlus
Con Elena Cotugno; Parole di Fabrizio Sinisi e Elena Cotugno; Progetto e regia Gianpiero Alighiero Borgia; Produzione Teatro Dei Borgia; In coproduzione con Centro Teatrale Bresciano e Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
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23 + 24 + 30 settembre + 1 + 2 ottobre ore 15.15 e ore 16.45
TRILOGIA DEI MITI (Medea per strada + Eracle, l’invisibile + Filottete dimenticato)

In queste date gli spettacoli possono essere fruiti in successione nella formula della Trilogia.
Il percorso, della durata totale di 3 ore e 30 min ed è riservato a soli 7 spettatori.
Per partecipare occorre prenotarsi all’indirizzo biglietti@zonak.it

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COME
COME
Per partecipare alla CITTÀ DEI MITI occorre tesserarsi obbligatoriamente a ZONA K. La richiesta va inviata online contestualmente all’acquisto dei biglietti. La tessera verrà rilasciata a titolo gratuito c/o Olinda onlus la sera dello spettacolo insieme ai biglietti acquistati.

Gli spettacoli possono essere visti singolarmente oppure nella formula della Trilogia.


QUANDO
Medea per strada
20 + 21 + 27 + 28 settembre ore 19.30 singolarmente
23 + 24 + 30 settembre + 1 + 2 ottobre nella formula Trilogia dei Miti*

Eracle, l’invisibile
23 + 24 + 28 + 30 settembre + 1 + 2 ottobre ore 16.45

Filottete dimenticato
23 + 24 + 28 + 30 settembre + 1 + 2 ottobre ore 18.15

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*Triologia dei Miti (Medea per strada + Eracle l’invisibile + Filottete dimenticato)
23 + 24 + 30 settembre + 1 + 2 ottobre ore 15.15 e ore 16.45
Durata 3 ore e 30 min. Percorso per soli 7 spettatori


DOVE
c/o Olinda onlus, ex. Osp. Paolo Pini, via Ippocrate 47 Milano – M3 Affori FN


BIGLIETTERIA ONLINE
Singolo spettacolo: biglietto intero € 10,00 + € 1,00 prevendita
Eracle, l’invisibile + Filottete dimenticato: € 7,50 + € 0,50 prevendita, per ogni spettacolo nella stessa sera

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA SU biglietti@zonak.it
Trilogia: € 24,00 da saldare anticipatamente tramite bonifico bancario



IMPORTANTE

Presentarsi presso Olinda onlus almeno 15 min. prima dello spettacolo per il ritiro dei biglietti.
È richiesta la massima puntualità. Non è garantito l’accesso a spettacolo iniziato.


Teatro dei Borgia è una compagnia teatrale fondata da Gianpiero Alighiero Borgia e Elena Cotugno con sede a Barletta. Gianpiero Borgia è regista, attore di teatro e co-direttore di Teatro dei Borgia. Negli anni oltre ad aver firmato numerosi spettacoli ha svolto attività di acting coach e ideato e diretto numerosi workshop e progetti culturali. Elena Cotugno è attrice, autrice di teatro e co-direttrice della compagnia. La sua formazione si definisce nomade e d’impronta internazionale: nel 2007 segue un corso di studi alla London Academy of Music and Dramatic Art (L.A.M.D.A.). Da allora continua il suo percorso di formazione, ricerca con i maestri Jurij Alschitz e Anatolij Vasil’ev e iniziano anche le prime collaborazioni con Gianpiero Borgia. È per due volte, nel 2017 e nel 2019, finalista al Premio Ubu. Nel 2021 riceve il Premio Le Maschere del Teatro come migliore attore/attrice emergente.

Mats Staub (CH)

Una produzione ZONA K/Mittelfest2022

I progetti artistici di Mats Staub ci portano in un viaggio ai quattro angoli del mondo, invitandoci a prendere tempo per ascoltare e guardare. Senza ricorrere a facili spettacoli, Mats Staub ha sviluppato negli anni una poesia eccezionalmente coerente che ci regala ritratti di intensa umanità. Con raffinata delicatezza e meticoloso rigore formale, le sue opere esplorano la nostra dimensione più intima e personale, confrontandoci con la complessità multistrato del nostro tempo.

Quali morti e quali nascite hanno influenzato e cambiato la mia vita finora? Chi ho accolto, chi ho perso e a chi ho detto addio – e cosa mi è successo nel processo?

L’ultimo progetto a lungo termine dell’artista svizzero interroga sulle esperienze esistenziali. Si avvicina a temi universali attraverso esperienze individuali e in relazione ai contesti locali. In ogni luogo in cui viene presentato, riunisce le persone per parlare l’una con l’altra delle loro esperienze di morte e nascita.

Death and Birth in My Life di Mats Staub viene realizzato per la prima volta in Italia con la coproduzione di ZONA K e Mittelfest. La versione italiana è iniziata con un lavoro di ricerca a Milano e in Lombardia e contemporaneamente in Friuli Venezia Giulia: attraverso il coinvolgimento di associazioni, di categorie di lavoratori specifiche, attraverso contatti più e meno stretti sono state individuate circa 30 persone di età diverse, disposte a raccontare le loro storie personali. Obiettivo della ricerca, quello d’individuare cinque possibili coppie di intervistati che potessero dialogare su questi temi scambiandosi esperienze, ricordi e considerazioni: persone che non si conoscessero e che potessero incontrarsi per la prima volta in quest’occasione. Da questo incontro è nata una conversazione libera, impostata su semplici linee guida fornite dal regista: Gaia e Guido, Ambra e Fabrizio, Giovanna e Jana, Elisabetta ed Elena, Massimo e Diego hanno dialogato per un paio d’ore, ripresi da una telecamera ma in una situazione resa intima dalle luci e dalle due sedie, poste una di fronte all’altra.

 

Un’esperienza immersiva in cui si avrà l’impressione di trovarsi insieme a loro: un piccolo gruppo di sconosciuti che si incontra per ascoltare storie, in un tempo sospeso dove ci si può concedere di riflettere sulla morte e sulla nascita.

Dal 23 al 31 luglio 2022 la videoinstallazione sarà presentata  a Mittelfest2022.

 


info video installazione per 20 spettatori
domenica e lunedì riposo ● in italiano e lingua originale con sottotitoli ●  durata 120 min. con pausa

c/o ZONA K – ingresso previo tesseramento 2022, contestualmente all’acquisto del biglietto, fare richiesta associazione


 

Idea, Concept, Regia: Mats Staub; Con Sharon & Hlengiwe, Ahmed & Basso, Erika & Charlotte, Avril & Eric, Giovanna & Jana, Fabrizio & Ambra, Elena & Elisabetta, Massimo & Diego; Camera: Benno Seidel, Matthias Stickel; Scenografia: Monika Schori; Dramaturgical Associate: Simone von Büren, Elisabeth Schack; Collaboratrice per Milano: Cinzia Schincariol; Ricerca: Tim Harrison (Manchester), Maia Marie (Magaliesburg), Patrick Mudekereza (Lubumbashi), Dada Kahindo (Kinshasa), Marcus Rehberger (Basel), Nele Beinborn (Frankfurt), Wolfram Sander (Hannover), Leo Saftic (Perg), Celya Larré (Paris), Justin Murphy (Dublin), Federica Di Rosa (Milan); Direzione Tecnica: Hanno Sons, Stefan Göbel; Postproduzione: Benno Seidel; Traduzione, Sottotitoli: Simona Weber, Cinzia Schincariol, Matthias Stickel, Benno Seidel; Interprete per Milano: Laura Canonica; Production Management: Barbara Simsa, Elisabeth Schack; Produzione: zwischen_produktionen; Co-produzione: Kaserne Basel, SICK! Festival Manchester, Künstlerhaus Mousonturm Frankfurt, Festival Theaterformen Hannover, Festival der Regionen, Spielart Festival Munich, Centre culturel suisse Paris, Migros-Kulturprozent, Dublin Theatre Festival, ZONA K Milan, Mittelfest2022; Funding: Fachausschuss Tanz und Theater BS/BL, Pro Helvetia Swiss Arts Council, Christoph Merian Stiftung, Ernst Göhner Stiftung; with the support of Fondazione Cariplo.

Azione performativa inserita in “IntercettAzioni” – Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e ZONA K, Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, con il contributo di Regione Lombardia, MiBACT e Fondazione Cariplo.

 

Mats Staub (1972) nasce e studia in Svizzera  ma ora vive e lavora a Berlino. Ha studiato teatro, giornalismo e studi religiosi a Berna, Friburgo e Berlino. Ha lavorato come giornalista per diverse pubblicazioni (1996-2001) e come consulente drammaturgico al Neumarkt Theater di Zurigo (2002-2004). Dal 2004 sviluppa i suoi progetti artistici che coniugano i codici del teatro e dell’arte, letteratura e scienza. L’installazione audio in continua espansione My Grandparents | Memory Bureau (2008) è stata presentata tra gli altri il Wiener Festwochen di Vienna (2009) e l’Historisches Museum di Francoforte (2012). Anche la video installazione 21 – Memories of Growing Up cresce viaggiando di città in città e viene continuamente presentata in nuove forme, per esempio al Künstlerhaus Mousonturm di Francoforte (2012), al Museo della Comunicazione di Berna (2013), al Wiener Festwochen di Vienna (2015), all’Adelaide Festival (2018) e all’Edinburgh Festival Fringe (2019). Nel 2020 viene premiato con il Swiss Theatre Award.

 

foto ©Tanja Dorendorf / T+T Fotografie

Elisabetta Consonni (IT)

“Il primo che, avendo cintato un terreno, pensò di dire ‘questo è mio’ e trovò delle persone abbastanza stupide da credergli, fu il vero fondatore della società civile. Quanti delitti, quante guerre, quanti assassinii, quante miserie ed errori avrebbe risparmiato al genere umano chi, strappando i piuoli o colmando il fossato, avesse gridato ai suoi simili: ‘Guardatevi dal dare ascolto a questo impostore! Se dimenticate che i frutti sono di tutti e la terra non è di nessuno, siete perduti!’” (J.J. Rousseau , Origine della disuguaglianza, 1754)

Ti voglio un bene pubblico è un gioco urbano che riflette su infrastrutture di divisione quali cancelli, muri, recinti.  Tanto di quello che ci circonda è fatto di muri e recinzioni; capirne il senso, di volta in volta, è una pratica civile necessaria. Significativo osservare che l’ articolo del codice civile che regola la costruzione di recinzione di fondi per definire la proprietà privata viene definito ‘ius escludendi alios’: determinare il proprio escludendo l’altro. Quando un muro smette di proteggere e comincia a dividere, segregare ed escludere? E quando ad essere recintato è uno spazio pubblico di cui si limita l’accessibilità quanto di pubblico rimane di quello spazio pubblico? Posto un muro, quanto di quello che c’è dietro non possiamo conoscere?


In collaborazione con BASE Milano – Farout Live Arts

performance urbana ● in italiano ●  durata 120 min. in caso di forte pioggia l’evento verrà annullato

c/o quartiere Barona Polisportiva Le Lumache A.D.S. Via Bari, 20/1, 20143 Milano MI


Un progetto di Elisabetta Consonni per BASE Milano in collaborazione con e ZONA K.
Ideazione e direzione: Elisabetta Consonni, in collaborazione con Sara Catellani, consulenza sociologica: Adriano Cancellieri, consulenza artistica: Cristina Pancini, organizzazione: Chiara Panceri.
Coproduzione: BASE Milano, Fattoria Vittadini e ZONA K

Progetto vincitore BANDO OPEN /// CREAZIONE [URBANA] CONTEMPORANEA 2019.  E’ stato prodotto e realizzato da: Pergine Festival 2019 // Gorizia, In/visible Cities 2019//  Terni, Indisciplinarte, 2019 // Milano, Zona K, 2019 // Padova, La Città che Verrà 2020 // 2020 PIA| Palazzina Indiano Arte-Firenze:  Mostra. TVUBP- Esposizione Attraversabile di Materiali // Quartiere Celadina- Bergamo. Orlando Festival 2021 // Modena, Villaggio artigiano, Periferico Festival 2021.

Elisabetta Consonni ha ricevuto un aiuto alla scrittura da IN SITU, la piattaforma europea per la creazione artistica nello spazio pubblico, nel quadro del progetto (UN)COMMON SPACES, cofinanziato dal programma Creative Europe dell’Unione Europea.

   

Elisabetta Consonni coreografa tutto, essere umani e disumani, oggetti mobili e immobili, mappe, interstizi e gruppi vacanze spaziali. Tesse reti di relazioni, sottili e forti, come il vetro di zucchero. Laureata in Comunicazione con una tesi finale sulla costruzione sociale del corpo nella danza e diplomata al The Place-London, Elisabetta Consonni ha poi approfondito la sua ricerca nella performing art vivendo in Olanda (2004-2009) e in Polonia (2013-2015). I suoi lavori mirano a espandere la pratica della coreografia cercando dispositivi performativi per incorporare dinamiche e temi del sociale. Il suo attivismo in ambito sociale e civico, prende la forma artistica di un processo di ricerca (documentato in ergonomicaproject.wordpress.com) che dal 2013 indaga l’uso e il significato sociale dello spazio pubblico e la declinazione delle competenze coreografiche nelle pratiche comunitarie.

Foto di Samantha Cinquini

Gob Squad (GB/DE)

“Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato”.
George Orwell: “1984”

I Gob Squad tornano al 1984, ai bei vecchi tempi analogici quando la vita era semplice e c’erano solo tre canali in TV. È un viaggio pericoloso: potrebbero perdersi nella musica, perdersi nella nostalgia o in entrambe. Ma una volta arrivati, scoprono i loro giovani se stessi: coinvolti nella guerra fredda, timorosi della catastrofe nucleare, cercando di plasmare chi potrebbero diventare.

Mentre setacciano i frammenti delle loro camere da letto adolescenziali, ricostruiscono il loro passato personale, e la musica li trascina in un mondo virtuale psichedelico di avatar disincarnati. Sotto sorveglianza e sotto pressione, combattono, ballano, costruiscono un rifugio nucleare e cercano di smantellare ciò che può essere stato scritto nei loro codici di programmazione. Questi adolescenti avevano il controllo dei loro corpi, del loro destino e della loro capacità di cambiare le cose? O stavano seguendo modelli già pronti, parte di un piano più grande? Possono riprogrammare la loro storia e influenzare le correnti della storia? O almeno vederla con occhi diversi?

Mentre Gob Squad deforma il tempo e torna indietro a un passato che non ha visto “nessun futuro”, sono in grado di fare luce sul presente e ottenere una prospettiva su ciò che li aspetta?

 

1984: Back to No Future (Gob Squad) teaser from Gob Squad on Vimeo.

 

La nuova produzione segue la tradizione di altri lavori di Gob Squad, che re-immaginano e riproducono video di YouTube, film di Hollywood e film d’arte di Andy Warhol. Il progetto porta a compimento l’esame continuo della compagnia sui meccanismi di potere inerenti al nostro mondo saturo di immagini e sulla relazione tra l’esperienza personale e la realtà politica.

Nel lavoro della compagnia, la vita quotidiana e la magia, la banalità e l’utopia, la realtà e l’intrattenimento sono in rotta di collisione. Il pubblico è catapultato in un mondo di luci e ombre per essere testimone di un esperimento di fantascienza performativa e di viaggio nel tempo immaginario. Niente meno che il futuro stesso è in gioco…

 


info spettacolo in lingua inglese e italiano • durata 90 min.

c/o Teatro Out Off, via Mac Mahon 16


 

Ideazione e regia Gob Squad Performance Johanna Freiburg, Sean Patten, Sharon Smith, Berit Stumpf, Sarah Thom, Bastian Trost, Simon Will, Damian Rebgetz e Tatiana Saphir; Sound Design: Sebastian Bark, Catalina Fernandez; Sound Mix: Isabel Gonzalez Toro; Video Design Miles Chalcraft, Noam Gorbat; Costumi Ingken Benesch; Scene Amina Nouns; Lighting Design e Direzione Tecnica Chris Umney, Max Wegner; Drammaturgia e produzione esecutiva Christina Runge VR; Consultancy, Development and Design Joris Weijdom; Collaborazione artistica Mat Hand; Assistente alla regia Valeria Germain; Assistente costumi Simon Kernen; Assistente alle scene Stella Nikisch; Assistente VR  Diede Tap; Directing Intern Rodrigo Zorzanelli Cavalcanti; Gob Squad Management Eva Hartmann; PR/Communications Alexandra Lauck; UK Producer Ayla Suveren.
Produzione Gob Squad in co-produzione con HAU Hebbel am Ufer Berlin, The Public Theater NY (USA), Schauspiel Leipzig, Anuja Ghosalkar / Drama Queen & Goethe-Institut/Max Mueller Bhavan Mumbai (India), HELLERAU – European Center for the Arts Dresden, Sort / Hvid Copenhagen and Teater Momentum Odense (Denmark).

 

GOB SQUAD è un collettivo artistico bisessuale, binazionale e bilingue (inglese/tedesco). Hanno ideato, diretto e suonato insieme dal 1994, lavorando dove il teatro incontra l’arte, i media e la vita reale. I Gob Squad hanno cercato nuovi modi per combinare media e performance, producendo spettacoli teatrali, installazioni video, radiodrammi, film interattivi dal vivo e interventi urbani.
Fondato a Nottingham nel 1994, mentre i suoi membri erano ancora alle università di Nottingham Trent e Giessen, Berlino è la sede creativa del gruppo dal 1999. I membri principali sono Johanna Freiburg, Sean Patten, Sharon Smith, Berit Stumpf, Sarah Thom, Bastian Trost e Simon Will. Altri artisti sono invitati a collaborare a progetti particolari. Il gruppo è gestito da Eva Hartmann.

 

con il patrocinio di

Gob Squad (DE/GB)

Questo è un workshop rivolto a chiunque voglia raccontarsi sul palco:
performer, attrici e attori, danzatrici e danzatori
ma anche artiste e artisti visivi o scrittrici e scrittori
che hanno interesse a stare sul palco ma non hanno ancora provato

Qualche anno prima della nascita del collettivo Gob Squad, quasi 30 anni fa, una delle performer fece un’audizione a una scuola di teatro. Durante l’audizione le dissero: “Sei mai stata in un teatro? Perché quello che stai facendo qui non ha niente a che fare con la recitazione, stai solo interpretando te stessa!”. Non entrò in quella scuola ma continuò a recitare fondando la compagnia con altri non-attori che la pensavano come lei.

Nei lavori dei Gob Squad ognuno recita sempre se stesso. I ruoli a volte sono provati o velocemente sperimentati, ma come un bambino che indossa una maschera fuori misura, la persona reale è sempre visibile dietro di essa, con le sue speranze, desideri e insicurezze.

In questo workshop, due membri del collettivo condivideranno alcuni metodi per interpretare “se stessi” sul palco, mescolando il personale, il politico e il performativo. La sessione esplorerà l’approccio di Gob Squad al testo, all’improvvisazione e al gioco.

 


Il workshop si svolgerà:
– presso il Teatro Out Off (via Mac Mahon 16 – Milano)
– in lingua inglese
– se raggiunto il numero minimo di partecipanti

Costo del workshop € 60,00. Termine iscrizione 14 marzo 2022.

Per effettuare l’iscrizione compila il modulo cliccando QUI


 

GOB SQUAD è un collettivo artistico bisessuale, binazionale e bilingue (inglese/tedesco). Hanno ideato, diretto e suonato insieme dal 1994, lavorando dove il teatro incontra l’arte, i media e la vita reale. I Gob Squad hanno cercato nuovi modi per combinare media e performance, producendo spettacoli teatrali, installazioni video, radiodrammi, film interattivi dal vivo e interventi urbani.

Fondato a Nottingham nel 1994, mentre i suoi membri erano ancora alle università di Nottingham Trent e Giessen, Berlino è la sede creativa del gruppo dal 1999. I membri principali sono Johanna Freiburg, Sean Patten, Sharon Smith, Berit Stumpf, Sarah Thom, Bastian Trost e Simon Will. Altri artisti sono invitati a collaborare a progetti particolari. Il gruppo è gestito da Eva Hartmann.

 

foto Garrett Davis / Capture Imaging

Bozkurt, Campara, Oglialoro, Tabilio, Venturi con Rimini Protokoll

Causa emergenza Covid19 le repliche vengono sospese a partire dal 28 ottobre 2020.

Un progetto di ZONA K e Casa degli Artisti

L’emergenza pandemica ha comportato una divisione delle componenti sociali in sistemicamente rilevanti e non rilevanti. Per molti è stata una polarizzazione anche psicologica: tra ciò che è essenziale e ciò che è superfluo. Le professioni artistiche non sono rientrate tra quelle socialmente necessarie.

Dobbiamo pensare a un mondo nel quale l’arte non avrà più un ruolo? Possiamo immaginare una realtà che annulli l’esistenza dell’arte e di chi vi lavora? Che relazione può intrattenere l’arte con ognuno di noi in questo stato di crisi? Sta per finire qualcosa che è diventato da tempo stantio? Una crisi così profonda può essere un’opportunità?

FASE NOVE // Assolo Urbano invita a porsi queste domande nel contesto della città. Nove luoghi importanti per l’arte a Milano – alcuni iconici, altri insoliti – diventano il palcoscenico di nove installazioni audio che, attraverso interviste a diversi esperti, si confrontano con la domanda provocatoria: Perché esiste l’arte?

 

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orari: dal mercoledì al venerdì dalle ore 13.30 alle 16.30 ogni 10’, il sabato dalle ore 10.00 alle ore 13.00 ogni 10’

partenza Casa degli ArtistiCorso Garibaldi, 89/A – via Tommaso da Cazzaniga -M2 Moscova-

Info: camminata urbana per 1 persona • in italiano • lunedì riposo

acquisto biglietti unicamente su zonak.it
Ritiro biglietti il giorno stesso della camminata 15 minuti prima dell’inizio presso il punto di partenza c/o Casa degli Artisti, Corso Garibaldi, 89/A – via Tommaso da Cazzaniga -M2 Moscova-

 

INFORMAZIONI FONDAMENTALI PER PARTECIPARE:
Sarà chiesto un documento come cauzione per l’uso del navigatore.
Trattandosi di un percorso a tappe obbligate l’orario di partenza è improrogabile. La camminata dura circa 120 min e sarà percorsa a piedi. Il luogo di arrivo è vicino a quello di partenza. Si raccomanda di munirsi di scarpe comode e impermeabile in caso di pioggia leggera; in caso di forte pioggia l’evento sarà annullato.

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** Azione performativa inserita in “IntercettAzioni” – Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e ZONA K, Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, con il contributo di Regione Lombardia, MiBACT e Fondazione Cariplo.**

Artisti Ekin Bozkurt, Chiara Campara, Giulia Oglialoro, Riccardo Tabilio e Francesco Venturi Supervisione artistica Aljoscha Begrich e Jörg Karrenbauer (Rimini Protokoll) Project management Valentina Kastlunger (ZONA K) Coordinamento e mixing audio William Geroli Implementazione multimedia Stripes Digitus Lab In collaborazione con Eataly Smeraldo, Goethe-Institut Milano, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Libreria Feltrinelli di viale Pasubio, Giardini in Transito – Giardino Comunitario Lea Garofalo, Anteo Palazzo del Cinema, Caffè Letterario Cult, Piccolo Teatro di Milano  Main partner Casa degli Artisti BNP Paribas Si ringrazia  Armonium Galvan Foto Luca Del Pia Con la partecipazione di Marta Alessandri, Alice Bescapè, David Bidussa, Roberta Carpani, Mauro Ferraresi, Christian Gangitano, Antonio Ottomanelli, Laura Pugno, Palma Rivetti (Mina), Silvia Vizzardelli, Wu Ming 2


 

BIO

Ekin Bozkurt (sound designer), Chiara Campara (filmmaker), Giulia Oglialoro (autrice, giornalista), Riccardo Tabilio (autore e dramaturg) e Francesco Venturi (compositore) sono gli artisti che la seconda open call di Casa degli Artisti a tema “Work” ha selezionato nel marzo 2020 per il progetto artistico condiviso con il collettivo tedesco Rimini Protokoll.

Il lavoro, coordinato e seguito da Jörg Karrenbauer e Aljoscha Begrich di Rimini Protokoll nel ruolo di mentori, è stato completamente ripensato durante i mesi di lockdown. È restato centrale il tema del lavoro, ma ha deciso di concentrarsi in particolare sul lavoro nel mondo della cultura e dell’arte, tema reso ancora più urgente dalla crisi provocata dalla pandemia. Si è deciso di lavorare proprio sulla contingenza, considerandola un’opportunità, indagando la mutevole percezione degli spazi e degli operatori culturali.

Rimini Protokoll è un collettivo teatrale berlinese fondato nel 2000 da Stefan Kaegi, Helgard Haug e Daniel Wetzel e negli anni ha collaborato con diverse costellazioni di artisti. L’obiettivo è quello di espandere i mezzi del teatro al fine di creare nuove prospettive sulla realtà. Rimini Protokoll si avvale della collaborazione di esperti, le cui conoscenze e competenze vanno oltre il teatro, per produrre spettacoli, produzioni radiofoniche e interventi urbani che spesso traducono spazi urbani e strutture sociali in formati teatrali.

Generazione gLocale al Municipio9

Uno spazio pubblico, un gruppo di persone,
una voce in cuffia che pone domande, istruzioni, suggerimenti.
Chi sono oggi le tribù globali e locali delle città? Dove sono ora mentre tu sei qui?
Pubblico e Attori si muovono nello spazio.
Una squadra è il riflesso dell’altra. Uno specchio, uno scontro, una differenza.
Una battaglia d’identità. Una lotta di classe generazionale.
Azioni senza parole, gesti e movimenti. Una linea che divide.

Ora tocca a te, che fai?

Generazione gLocale è una performance urbana e partecipata, specchio della società globale di oggi.
In quale contesto viviamo? Siamo a Milano, a Toronto o a Manila? Ci riconosciamo e differenziamo per la provenienza o per come abitiamo le città? Come si difende la propria appartenenza locale in un mondo senza confini?

Pubblico e Attori si guardano, si muovono nello spazio, seguono le istruzioni di una voce in cuffia.
80 persone che avanzano e indietreggiano fino a mescolarsi o ad allontanarsi sempre più.
E’ una questione generazionale?

Produzione artistica di ZONA K, Generazione gLocale pone interrogativi sull’identità delle società di oggi nel tentativo di svelare falsificazioni, mistificazioni, paure, ideologie insite in ognuno di noi.

Una visione gLocale che si appropria del termine introdotto dal sociologo Bauman per indicare i fenomeni derivanti dall’impatto della globalizzazione sulle realtà locali e viceversa e che racconta il dialogo tra piccole comunità e sistemi via via sempre più complessi.

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c/o palestra istituto comprensivo “Sandro Pertini”  via Thomas Mann 8 – Milano

Info: performance teatrale urbana e interattiva • durata 40 min. ca • in cuffia

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria: 02.97378443 / 393.8767162
biglietti@zonak.it

Per partecipare è necessario essere in possesso di Green Pass nominativo in formato digitale e/o cartaceo (decreto legge 23/07/21 n. 105)
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progetto ZONA K regia Andrea Ciommiento workshop realizzato in collaborazione con Federica Di Rosa e Davide Stecconi creazione collettiva Anna, Angela, Kirollos, Marco, Martina, Nicole, Riccardo con Anna, Angela, Kirollos, Marco, Martina, Nicole, Riccardo coordinamento Coop. Diapason contributo Municipio 9 del Comune di Milano

Falk Richter

patria – che cos’è per te?
dov’è che ti senti a casa?
cosa c’è di particolare nel posto dove sei cresciuto?
che cosa lo caratterizza?
cos’è lì che ti metteva a disagio?
puoi descrivermi questo posto?
[…] se torni oggi nel posto dove sei diventato grande, ti ci senti ancora al sicuro?
la tua relazione per te è una casa?
[….] la patria è davvero collegata a un posto, è un sentimento, un ricordo, un odore, un sapore, un rumore, un’immagine, una serie di avvenimenti, una vaga sensazione che tutto sia alla tua portata, che non ci sia niente che ti confonde, che stai tenendo ogni cosa sotto controllo, che hai tutto a vista, che NON HAI PAURA?
che cos’è personalmente per te: la patria? qualcosa che un tempo avevi e ora si è rotto? è qualcosa che vai cercando? è un concetto a cui possiamo rinunciare?
che cos’è: la tua patria? […]

[Dall’incipit sul concetto di “patria” del testo di Falk Richter]

Paura del diverso, paura dello straniero, paura di scomparire, paura di venire rimpiazzati. La paura dilaga in Germania già da qualche tempo, in particolare da quando i flussi migratori verso l’Europa si sono nettamente intensificati. Durante le manifestazioni dei partiti Pegida e AfD (Alternative für Deutschland) si urlano slogan razzisti. La paura dello straniero si mischia alla paura del diverso in toto, gli slogan xenofobi si alternano a slogan omofobi.

Con Fear Richter si propone di ritrarre una paura che fuori controllo si tramuta in odio, xenofobia e sciovinismo. Bersaglio delle critiche mosse da Richter sono innanzitutto due donne della scena politica tedesca attuale, Beatrix von Storch e Hedwig von Beverfoerde, rispettivamente vicepresidentessa di AfD e organizzatrice della manifestazione cattolica Demo für alle.

La messa in scena (2016) è valsa a Richter una serie denunce da parte delle due politiche in questione per lesione dei diritti personali, oltre a proteste e minacce nei confronti del teatro Schaubühne. Il tribunale ha tuttavia dato ragione a Richter, respingendo le denunce: Fear continuerà ad andare in scena nella versione originale.

Al termine della rappresentazione Falk Richter, in collegamento diretto da Berlino, converserà con il regista e con il pubblico. L’intero evento verrà trasmesso contemporaneamente anche in diretta streaming sulle pagine FB di Goethe Institut di Milano e Zona K.

 

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c/o ZONA K

Info: lettura scenica + incontro con l’autore • durata 120 min. ca • in lingua italiana e tedesca con traduzione simultanea

Tessera associativa 2021 obbligatoria, RICHIEDI SUBITO
Ingresso libero su prenotazione  02 77691733 /  progr-mailand@goethe.de
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Falk Richter, nato ad Amburgo nel 1969, è uno dei più importanti autori e registi contemporanei. Dal 1994 lavora per molti famosi teatri nazionali e internazionali, tra cui il Deutsches Schauspielhaus di Amburgo, il Schauspielhaus di Zurigo, il Schauspiel di Francoforte, la Schaubühne e il teatro Maxim Gorki di Berlino, l’Opera di Amburgo, l’Opera Nazionale di Oslo, il Toneelgroep di Amsterdam, il Teatro Nazionale di Bruxelles, il festival musicale Ruhrtriennale, il festival di Salisburgo e il festival di Avignone.

Tra i suoi testi più noti, ricordiamo Dieu est un DJElectronic CitySous la glace e Trust. Le sue opere teatrali, specchio di una scottante attualità, sono tradotte in più di trenta lingue e messe in scena in tutto il mondo. Negli ultimi anni ha sviluppato un numero sempre crescente di progetti indipendenti, basati sulle sue stesse opere, in collaborazione con una compagnia di attori, musicisti e ballerini. Con la coreografa Anouk van Dijk, ha dato vita a una serie di progetti che mescolano la danza al teatro e che fondano una nuova estetica, collegando in modo originale testo, musica e danza. Nel 2013 ha vinto il premio Friedrich-Luft per il suo spettacolo For the disconnected child. Complexity of Belonging con la compagnia ChunkyMove/Melbourne Theater Company al Melbourne Theatre Festival in Australia; Never forever in collaborazione con il coreografo Nir de Volff alla Schaubühne di Berlino e presentato nel 2015 alla Biennale di Venezia. Zwei uhr nachts è progettato nello Schauspiel di Francoforte. Falk Richter insegna regia in qualità di professore ospite nella scuola di arte drammatica Ernst Busch di Berlino. Falk Richter è anche uno dei fondatori del movimento civile contro le destre: Wir sind viele – jede*r einzelne von uns / We are many * every single one of us.

 

Salvino Raco, Regista-Drammaturgo

Dopo un periodo di formazione alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano diventa assistente alla regia/stagista al Piccolo Teatro di Milano con Carlo Battistoni e Giorgio Strehler e al Teatro dell’Odéon di Parigi, Teatro d’Europa con Lluis Pasqual. Ha alternato la sua attività di regista e di attore con Bob Wilson, studiando all’Università Sorbonne di Parigi, dove ha conseguito una laurea in Studi teatrali, e una Laurea all’Università di Nanterre a Paris10 in Regia e drammaturgia. Inizia la sua ricerca di regista con la performance “Da Auschwitz a Sarajevo” presentata in varie città d’Italia e a Parigi. I suoi spettacoli sono stati presentati in Italia alla Biennale di Venezia, Fabbrica Europa (Firenze), Festival Contemporanea Teatro Metastasio (Prato), Festival Da vicino nessuno è normale di Olinda (Milano), Ansaldo Milano, Triennale di Milano, Festival di Asti, Festival di Radicondoli, XXII International Exhibition Triennale di Milano, Piccolo Teatro di Milano, (Festival Tramedautore). A Parigi ha collaborato a un workshop con Giulia Lazzarini all’Arta Cartoucherie di Parigi. Nel giugno del 2019 ha presentato al Teatro La MaMa ETC di New York la performance  “GG” per i cinquant’anni delle celebrazioni di Stonewall.

 

DI_segno nero: il Goethe-Institut Mailand in collaborazione con Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, ha dato inizio a un confronto in tre tappe (da aprile 2021) con esperti, giornalisti, ricercatori, giuristi, attivisti e attori della società civile italiani e tedeschi, sull’estremismo di destra e il terrorismo neonazista. “Di_segno nero” è una delle iniziative del progetto internazionale del Goethe-Institut “Uncivil Society – Società incivile“. Sullo sfondo del manifestarsi in tutta Europa di populismi, discorsi di odio e razzismo, e in molti paesi anche di violenza e terrore di destra, i Goethe-Institut di Bruxelles, Budapest, Milano e Oslo hanno lanciato per il 2021 il progetto “Uncivil society”, per trovare risposte europee a un tema che spesso viene trattato solo in contesto nazionale.

 

 

Un evento di                              in collaborazione con

               

Muna Mussie (IT)

Se chiudo gli occhi e cerco di definire la mia immagine, cosa vedo?
Una specchio cieco, una mancanza.
Nessuno è padrone della propria immagine poiché questa implica una co-relazione.
Ciò che è immediato – il mio corpo, la mia immagine – è distante da me.
 

Con Curva Cieca Muna Mussie rappresenta questa mancanza assieme a Filmon Yemane, un ragazzo non vedente dall’età di dodici anni. Fulcro della performance è la scoperta della lingua materna di Muna, in un dialogo tra la parola, segno, forma e significato. In scena, la voce di Filmon tiene delle lezioni di lingua tigrigna con l’ausilio di immagini provenienti da un abbecedario. Il corpo dell’artista performer tenterà di dirigersi dentro la sinuosità di questo alfabeto in una sorta di mimesi dinamica, provando ad attraversare il segno e incorporarlo per estrarne un senso altro.

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Info: performance • durata 40 min. • in italiana con sottotitoli in inglese
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concept e regia Muna Mussie con Muna Mussie e le parole di Filmon Yemane editing video Lino Greco produzione Short Theatre, ZONA K, Santarcangelo Festival, Spazio Kor, Città di Ebla con il supporto di Xing con il sostegno di Teatro di Roma – Teatro Nazionale

 

**Azione performativa inserita in “IntercettAzioni”- Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e ZONA K, Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, con il contributo di Regione Lombardia, MiBACT e Fondazione Cariplo.**

 

BIO
Muna Mussie (Eritrea 1978) inizia il suo percorso artistico nel 1998 formandosi e lavorando come attrice performer con il Teatrino Clandestino fino al 2001. Frequenta nel 2002 il Corso Europeo di alta formazione per l’attore, condotto da Cesare Ronconi del Teatro Valdoca e prosegue la collaborazione come attrice fino al 2010. Dal 2001 al 2005 è parte fondante del collettivo di ricerca Open, dove a seguito della performance “opentolikemunamussie” (2005) inizia a maturare il desiderio di indagare modi scena. Il lavoro di Muna Mussie, tra gesto, visione e parola, indaga i linguaggi della scena e delle performing arts per dare forma alla tensione che scaturisce tra differenti poli espressivi. Tra le produzioni: Più che piccola, media (2007), Con Permesso (2008), progetto site specific Galata Perform Istanbul, Ti ho sognato, ma non eri il protagonista (2010). È autrice con Flavio Favelli della collezione di abiti FFMM (2007-2009). Tra i progetto internazionali: Monkey See, Monkey Do (Chapter I-II, 2011-2012); seguono l’installazione e performance Milite Ignoto (2015) e la performance Oasi (2018) che indagano le apparizioni fantasmatiche e la storia minore.Tra gli interventi oggettuali si segnala il progetto Punteggiatura (2018) basato sulla pratica del cucito, che vede la lingua come spazio politico-affettivo. Curva (2019), Curva Cieca (2021), Bologna St.173 (2021), Bientôt l’été (2021), Oblio (2021). Il suo lavoro è stato presentato ad Art Fall/PAC Ferrara, Xing Raum e Live Arts Week Bologna, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Torino, Museo Marino Marini Firenze, Workspace Brussels, MAMbo Bologna, Màntica Cesena, propri dello stare in Santarcangelo Festival, Viafarini Milano, Ipercorpo Festival, Museion Bolzano, Festival Pergine Spettacolo, Sale Docks Venezia, ERT Bologna, Biennale Atlas of Transitions, Vie Festival Modena, Artcity Bologna, Manifesta 2020 Marsiglia, Archive Books Milano, SAVVY Contemporary, Short Theatre.

Filmon Yemane (Eritrea 1995), vive dal 2008 a Bologna. Partecipa a diverse attività culturali e a progetti artistici, tra cui la realizzazione di un docu-film con il collettivo ZimmerFrei all’interno del progetto Atlas of Transitions Bologna.

 

Corps Citoyen (IT/TN)

Un provino.
Un attore solo in una scena western.
Prova, canta, si allena.
Prova il ruolo dell’eroe.
Ma il ruolo non è scritto per lui.

Gli altri لخرین è un dialogo acido, un lavoro leggero e ironico sulla percezione dell’Altro da noi che si muove in un territorio ibrido: immagini e canzoni banali, volgari e dirette si alternano a storie radicate nel profondo della nostra mentalità e identità occidentale.

In sottile equilibrio tra finzione e realtà, espone il dispositivo di potere che sottende la rappresentazione orientalista dell’Altro a partire dalla rappresentazione per eccellenza, la finzione scenica. Una voce fuori campo commenta, dà istruzioni, ricorda limiti e modalità. Il pubblico è parte integrante del gioco. Attraversando diversi generi, dal cinema al docufiction, dal teatro classico alla pubblicità, Corps Citoyen rivela il paternalismo coloniale nascosto sotto mentite spoglie riaffermando allo stesso tempo il diritto alla sua presenza in scena di una diversa narrazione possibile.

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L’ultima replica di sabato 27 novembre è seguita da un incontro tra la compagnia e il pubblico. Intervengono Fabrizio Fiaschini, docente di forme e linguaggi della performance all’Università di Pavia e direttore artistico de I Teatri del Sacro e Giada Cipollone, docente di regia e scrittura scenica nel teatro contemporaneo all’Università degli Studi di Pavia.

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Info: performance • durata 45 min. • in lingua italiana e tunisina
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Con Rabii Brahim, Marko Bukaqeja, Anja Dimitrijevic Voice-off Marko Bukaqeja, Carmelo Crusafulli, Anja Dimitrijevic, Giacomo Martini, Anna Serlenga, Chiara Stoppa, Ilaria Zanotti Performers in video Wassim Ghrioui, Alesa Herero, Nidhal S’hili, Nour Zrafi Spazio scenico Manuel D’Onofrio e Paola Villani Luci e video Manuel D’Onofrio Drammaturgia di scena Bruna Bonanno Costumi Salah Barka Cultural advisor Viviana Gravano Organizzazione e promozione Vittoria Lombardi / cultureandprojects Foto di scena Luca Centola, Matteo Ceschi, Federico Garibaldi Regia Anna Serlenga Con il sostegno di IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia, mare culturale urbano/ Qui e Ora residenza teatrale / COX 18, Tatwerk Performative Forshung, Base Milano, Santarcangelo Festival Crowdfounders Roberta Bruzzechesse, Ferdinando Brunetti, Giada Cipollone, Aurora Diotti, Chiara Giubilaro, Erica Grossi, Virginia Martinez Ojosnegros, Anna Kasten, Marta Paoletti, Letizia Paoletti, Carla Tulipano

 

**Azione performativa inserita in “IntercettAzioni”- Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e ZONA K, Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, con il contributo di Regione Lombardia, MiBACT e Fondazione Cariplo.**

 

BIO
Corps Citoyen è un collettivo artistico pluridisciplinare basato tra Tunisi e Milano. La pratica del collettivo si compone di diversi strumenti disciplinari (danza, teatro, poesia, video, animazione, scrittura e ricerca antropologica) per creare nuove narrazioni contemporanee. L’obiettivo del gruppo è quello di rafforzare i valori della cittadinanza attraverso la pratica artistica, la formazione, la ricerca e la partecipazione attiva della società civile al fine di promuovere un cambiamento politico e sociale. Corps Citoyen perché l’obiettivo principale del gruppo è quello di attivare la riflessione sociale attraverso le potenzialità espressive dell’arte e del corpo in particolare, territorio di una battaglia biopolitica e spazio per una resistenza creativa.

 

Marilyne Grimmer (FR)

Marilyne Grimmer è una fotografa e visual artist francese che vive a Bruxelles (Belgio).

Saluti da… è un progetto fotografico partecipativo che indaga il rapporto di ognuno e ognuna con il qui e con l’altrove.
Grimmer ha incontrato gli abitanti di Pergine Valsugana, Milano, Modena, Gradisca e Campsirago (Lecco), immortalandoli nello spazio pubblico e teletrasportandoli nei ricordi del passato o nei luoghi dei sogni attraverso il montaggio fotografico.

Ne è nata una mostra di immagini che si possono ammirare nel foyer di ZONA K e una serie di cartoline surreali da collezionare.

Per la tappa milanese sono state fotografate Tiziana Freti, Maria Luisa Galelli, Melitta Manca e il mitico settenne Michele Giammello.

 

***Mostra fotografica. Creazione people-specific per OPEN CREAZIONE CONTEMPORANEA***

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Vernissage: mercoledì 20 ottobre ore 19.00
Orari mostra:  dalle ore 15.00 alle 20.00 – lunedì chiuso
Ingresso mostra  contingentato e gratuito

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Foto Marilyne Grimmer

 

BIO
Marilyne Grimmer è un’artista visiva francese che vive a Bruxelles, in Belgio. Alterna progetti personali come fotografa, progetti partecipativi con pubblici diversi, collaborazioni come scenografa per compagnie teatrali, installazioni e performance con il collettivo Repondeur automatik. La costruzione dello spazio mentale e fisico e le questioni di partecipazione, collaborazione e accessibilità a tutti i pubblici hanno un posto importante nel suo lavoro.

La Settimana delle
Residenze Digitali

Dopo un anno di lavoro realizzato a stretto contatto con le tutor di progetto, Laura Gemini, Anna Maria Monteverdi e Federica Patti, esperte in creazione digitale, gli artisti vincitori del bando Residenze Digitali 2021 Chiara Taviani, Lilliú – ØNAR – Lapis Niger, Jan Voxel, Lorenzo Montanini con Simona Di Maio e Isabel Albertini, Margherita Landi e Agnese Lanza, fuse*, Mara Oscar Cassiani, aprono il loro processo creativo agli spettatori.

 

Acquista i biglietti sul sito delle Residenze Digitali entro e non oltre le ore 15.00 del giorno dell’evento.

 

Da lunedì 22 a domenica 28 novembre, un episodio al giorno, ore 16:00
Lorenzo Montanini, Simona Di Maio, Isabel Albertini
Into The Woods – la finta nonna

durata: 10 min a episodio
Progetto per le nuove generazioni, dai 7 anni in su
Con un solo biglietto si può accedere a tutti gli episodi che, una volta pubblicati, resteranno disponibili nei giorni successivi, fino al 28 novembre.

Da lunedì 22 a domenica 28 novembre, un episodio al giorno, ore 18:00
Chiara Taviani
Whatever Happens in a Screen Stays in a Screen

durata: 8 min a episodio
Con un solo biglietto si può accedere a tutti gli episodi che, una volta pubblicati, resteranno disponibili nei giorni successivi, fino al 28 novembre.

Lunedi 22 novembre, ore 19:00
Margherita Landi e Agnese Lanza 
Dealing with Absence

durata: 20 min
Il contenuto resterà accessibile fino a domenica 28 novembre.

Mercoledì 24 novembre, ore 21:00
Jan Voxel (Lorenzo Belardinelli, Cinzia Pietribiasi e Lidia Zanelli)
Olga legge i critters

estratto dal progetto “The critters room”
durata: 30 min
in collaborazione con Mikroradio

Giovedì 25 novembre, ore 20:30
fuse*
Sàl / Rite studio 0.2
durata: 75 min

Venerdì 26 e sabato 27 novembre, ore 18:30
Giacomo Lilliù, Lapis Niger, Collettivo ØNAR, MALTE
WOE – Wastage of Events
durata: 40 min

Domenica 28 novembre, ore 18:00
Mara Oscar Cassiani
I Am Dancing in a Room _ La Fauna 2k21
durata: 45 min

 

Talk
Martedì 23 novembre, ore 19:00 (accesso libero)
“Dust and data: cosa sappiamo delle polveri sottili” 

sul canale You Tube e sui canali social di Jan Voxel e AMAT

Mercoledì 24 novembre, ore 18:00 (accesso libero)
“La realtà come relazione: Sàl | Studio 0.2”

sui canali social di Armunia e La Corte Ospitale

Giovedì 25 novembre, ore 19:00 (accesso libero)
“Occuparsi dell’aria: l’attivismo ambientale nell’Antropocene”

sul canale You Tube e sui canali social di Jan Voxel e AMAT

Venerdì 26 novembre, ore 21:00 (accesso libero)
“I am dancing in a room, La Fauna 2k21; Wi-Fi performance, memestetica e Tik Tok liveness” 

sul canale You Tube e sui canali social di Teatro della Tosse

 

 

Il progetto delle Residenze Digitali nasce nel 2020 da un’idea del Centro di Residenza della Toscana (ArmuniaCapoTrave/Kilowatt), che da allora ha esteso il partenariato a Cooperativa Anghiari Dance HubAssociazione Marchigiana Attività Teatrali AMATATCL Associazione Teatrale dei Comuni del Lazio per Spazio Rossellini, Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna (L’Arboreto – Teatro Dimora di MondainoLa Corte Ospitale di Rubiera), Fondazione Luzzati Teatro della Tosse di Genova, Associazione ZONA K di Milano.

 

2021: I PROGETTI SELEZIONATI

 

CHIARA TAVIANI: DIARIO DI BORDO

 

MARGHERITA LANDI E AGNESE LANZA: DIARIO DI BORDO

 

GIACOMO LILLIÙ, LAPIS NIGER, COLLETTIVO ØNAR, MALTE: DIARIO DI BORDO

 

FUSE*: DIARIO DI BORDO

               

 

JAN VOXEL (Lorenzo Belardinelli, Cinzia Pietribiasi e Lidia Zanelli): DIARI DI BORDO

         

Anna Rispoli / Martina Angelotti (IT)

Lanciato come un progetto di ricerca sulla condivisione e le pratiche di mutualizzazione, A Certain Value si immerge nelle esperienze radicali, artistiche e umane di quattro collettivi europei: un gruppo di detenute del carcere femminile, famiglie di migranti e minori non accompagnati che vivono in un edificio occupato, professionisti dell’arte che condividono un unico conto in banca, bambini eco-attivisti provenienti dalle scuole pubbliche o di progetti di istruzione a domicilio preoccupati per il destino del pianeta…

Tutte queste nuove voci raccolte a Rennes, Marsiglia, Bruxelles e Budapest hanno dato vita a una forma ibrida di spettacolo, dove conversazioni reali sono montate in un dialogo fittizio tra i diversi collettivi, invitando il pubblico a mettersi nei panni dei protagonisti in una sceneggiatura interattiva.

Leggendo ad alta voce le parole dei protagonisti di A Certain Value, gli spettatori avranno la possibilità di sentire la pluralità delle forme che il mutuo aiuto può assumere, di porsi domande chiave sulla messa in comune ed eventualmente di prendere in prestito per una serata il punto di vista di questo “sconosciuto” che vive l’urgenza di costruire una alternativa radicale alla solitudine individualistica, o quest’altro che reinventa ogni giorno il significato potente della condivisione.

ACV è nato dalla volontà di Anna Rispoli, artista e attivista e Martina Angelotti, curatrice d’arte, poi convertito in testo drammaturgico con l’aiuto di Celine Estenne, autrice e performer.

La performance arriva a Milano grazie alla relazione progettuale tra ZONA K e BASE.

 

 


Info: performance partecipata per un massimo di 30 persone • durata 90 min.  • in italiano

un progetto di ZONA K e BASE

c/o
BASE, Via Bergognone, 34 – Room 1400 –


 

concept e ricerca: Anna Rispoli e Martina Angelotti con le testimonianze degli abitanti dello Squat 59 St-Just, del gruppo Common Wallet, delle detenute del Centre Pénitentiaire pour Femmes de Rennes, della Comunità Italiana di Genk, dei bambini della Scuola Pirmaria °°° e del Mars Program Private Learning Group di Budapest scrittura: Anna Rispoli e Céline Estenne drammaturgia: Céline Estenne scenography Canedicoda design: Luca Coppola/AUT Design Collective producer e tour manager: Marine Thévenet produzione esecutiva: CIFAS partner delle residenze: C-TAKT Dommelhof/Genk, Lieux Publics/Marseille, Les Tombées de la Nuit/ Rennes, CIFAS/Bruxelles, PLACC/Budapest coproduttori: Atelier 231 (FR), Festival di Terni (IT), Freedom Festival (UK), La Strada Graz (AT), Lieux publics, pôle européen et centre national de créa- tion en espace public (FR), Norfolk & Norwich Fes- tival (UK), Østfold kulturutvikling (NO), Oerol Festival (NL), Theater op de Markt (BE), UZ Arts (UK).

 

Progetto pilota della piattaforma IN SITU, A Certain Value ha ricevuto il sostegno per la creazione nell’ambito del progetto ACT, cofinanziato dal pro- gramma Europa creativa dell’Unione Europea.

 

Anna Rispoli: artista italiana, vive a Bruxelles, lavora al confine fra pratica artistica e attivismo, esplorando attraverso la performance la triangolzaione fra esseri umani – città – identità.
Martina Angelotti: curatrice e critica d’arte, lavora all’ ideazione di progetti artistici interdisciplinari, tra arte pubblica e partecipativa, immagine in movi- mento e performance, in Italia e in tutta Europa.
Céline Estenne: attrice, drammaturga, coautrice, assistente alla re- gia e performer. Sta conducendo un ciclo di ricerca sulla questione del lavoro dal titolo Travail Passion, la cui prima parte, “We had good teeth”, è un pro- getto partecipativo transgenerazionale.

 

LOGO IN-SITU new

COME IN UN VIDEOGIOCO
Campus multidisciplinare in lingua tedesca per bambini dai 6 agli 11 anni

Andiamo alla ricerca della nostra isola!

Inventiamo insieme un gioco interattivo: guardiamo il mondo da un punto di vista diverso e creiamo l’isola dei nostri desideri!

Costruisci le ambientazioni con materiali e immagini, trasformati nel tuo avatar e scegli i tuoi superpoteri!
Il protagonista di questo gioco sei tu!
Libera l’immaginazione e decidi tu che strada percorrere: puoi utilizzare il video, l’arte, l’interpretazione, trovare ispirazione per realizzare le tue idee in teatro o al parco. Per raggiungere l’isola che desideri, sperimenta tutte le attività: costruzione, scrittura, regia, video, recitazione… ma attenzione: funziona solo se parli in tedesco!

In questo campus multidisciplinare puoi muoverti come in un videogioco ed esercitare il tedesco divertendoti! Ti aspettiamo!

Questo il programma della giornata tipo:

ore 9.00 Accoglienza
ore 9.30 – 10.30 Giochiamo con il Video o l’Arte
ore 10.30 Merenda all’aperto
ore 11.00 – 12.30 Giochiamo con l’Arte o il Video
ore 12.30 – 14.00 Pranzo al sacco all’aperto e giochi
ore 14.00 – 16.00 Giochiamo con il Teatro
ore 16.30 Uscita
Il campus:
– è a numero chiuso, si attiva al raggiungimento del numero minimo di iscritti richiesto
– le iscrizioni si chiudono il giorno 23 giugno o al raggiungimento del numero massimo di iscritti previsto
– è organizzato in modo da rendere felice e piacevole l’esperienza a tutte le bambine e tutti i bambini e da rispondere alle normative nazionali in relazione all’attuale emergenza sanitaria
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Costo: € 190,00
Sconto del 10% a partire dal/la secondo/a iscritto/a

N.B. Merenda e pranzo sono al sacco

Il campus è a numero chiuso, si attiva al raggiungimento nel numero minimo di iscritti richiesto.
Le iscrizioni si chiudono il giorno 23 giugno o al raggiungimento del numero massimo di iscritti previsto.

CLICCA QUI E COMPILA SUBITO  IL MODULO D’ISCRIZIONE
IMPORTANTE: IL MODULO VA COMPILATO PER OGNI ISCRITTO/A E CORREDATO DI PRESA IN CARICO DEL BONIFICO

Per informazioni più generali, contattaci all’indirizzo organizzazione@zonak.it


 

Videogame oder Realität? Auf der Suche nach unserer Insel 
Zusammen entwickeln wir ein interaktives Spiel: wir betrachten die Welt aus einem neuen Blickwinkel und entwerfen unsere Wunschinsel!

Baue die Räumlichkeiten aus verschiedenen Materialien und Bildern, verwandle dich in deinen Avatar und wähle deine Superkräfte. Du allein bist der Protagonist dieses Spiels!
Nutze deine Fantasie und entscheide dich für einen Weg: ob Video, Kunst oder Interpretation, sammle Inspirationen in unserem Theater oder draussen im Park.

Teste alle Aktivitäten bevor du auf deine Insel gelangst: Konstruktion, Schrift, Regie, Video, Theater… aber Achtung! Es funktioniert nur auf Deutsch!

Du kannst diese Ferienfreizeit wie ein Videospiel erleben und nebenbei spielend die deutsche Sprache trainieren. Wir erwarten dich!

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– Kosten: 190,00 €
– 10% Rabatt für Geschwister
NB: Snack und Mittagessen werden von zuhause mitgebracht
Die Teilnehmerzahl
– ist begrenzt, die Ferienfreizeit findet statt, wenn die erforderliche Mindestanzahl erreicht ist
– anmeldeschluss ist der 23. Juni oder bei Erreichen der maximalen Teilnehmerzahl.
– die Freizeit ist so organisiert, dass sie zum spannenden Erlebnis für Mädchen und Jungen wird, zudem entspricht sie den nationalen Vorschriften in Bezug auf den aktuellen Gesundheitsnotfall
KLICKEN SIE HIER UND FÜLLEN SIE DAS REGISTRIERUNGSFORMULAR DIREKT AUS.
WICHTIG: DAS FORMULAR MUSS FÜR JEDE ANMELDUNG AUSGEFÜLLT UND MIT DER BESTÄTIGUNG DER BANKÜBERTRAGUNG VERSAND WERDEN
Für allgemeinere Informationen kontaktieren Sie uns jederzeit unter organizzazione@zonak.it

 

 

Foto di Francesco Ungaro da Pexels

CODICEFIONDA (IT) cons. dramm. Agrupación Señor Serrano (ES)

Un bottone. Un giocatore. Uno schermo.

Ecco i nuovi barbari. Incomprensibili agli occhi del mondo adulto. Gli adolescenti, iperconnessi e fragili, terrorizzati e attratti dall’immagine di sé sui “social media”, esperti conoscitori di “sexting”, “video-game” e “binge drinking”, possessori di SmartPhone come prolungamento del proprio corpo. Ma cosa sappiamo degli adolescenti di oggi?

Un corto circuito narrativo dalle origini del videogioco alle origini dell’iGeneration.
Una esperienza immersiva in cui incontrare gli adolescenti di oggi tramite l’uso delle nuove tecnologie. Un percorso di creazione che racconta le nostre identità – reali e virtuali – grazie al confronto tra generazioni.

In questa performance lo Spettatore si troverà in relazione a loro. Potrà scegliere se confermare o mettere in dubbio le proprie aspettative, le proprie paure e i propri pregiudizi. Il fine ultimo sarà un “gioco performativo” per generare un incontro inedito e intimo. PLAY ME (ORIGINS PROJECT) è il risultato di un lavoro sulle biografie di ragazzi incontrati nella fase di ricerca e sviluppo drammaturgico tra Torino e Milano. Quello che il sociologo Morin definisce “cinema di autenticità totale”.

PLAY ME (Origins Project) è la nuova produzione di ZONA K che prosegue il percorso già intrapreso con Generazione gLocale nel 2017 attraverso il coinvolgimento di ragazzi, l’uso di nuovi dispositivi scenici e il supporto ideativo e drammaturgico di importanti nomi della scena internazionale, per questo progetto il pluripremiato collettivo catalano Agrupación Señor Serrano.

 

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Info: performance multimediale per singolo spettatore con utilizzo VR • pubblico dai 15 anni in su • durata 30 min. • ingresso ogni 15 min • in italiano

TORINO c/o POLO DEL ‘900
Palazzo San Celso – Corso Valdocco 4/A Torino

dettaglio orario: mercoledì, giovedì, venerdì ore 15.00 – 18.00, sabato ore 11.00 – 16.00
ingresso libero con prenotazione obbligatoria
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Direzione progettuale e creazione Andrea Ciommiento, creazione e referenza multimediale Simone Rosset, consulenza drammaturgica Álex Serrano e Pau Palacios, produzione esecutiva Valentina Picariello e Valentina Kastlunger, organizzazione e comunicazione Silvia Orlandi e Federica Bruscaglioni, programmazione applicazione VR Luigi Sorbilli e Giuliano Poretti, assistenza alla creazione Kausar El Allam, Shady Mostafa, Imane Mouslim, Jaouher Brahim, Mattia Ghezzi, Anes Fettar, Matteo Coppola, Momo Moukett, Filippo Farina, Lorenzo Bregant, Federica Bruscaglioni, David Benvenuto. Produzione ZONA K (Milano), creazione Codicefionda (Torino), consulenza drammaturgica Agrupación Señor Serrano (Barcellona), in collaborazione con Fuori Luogo Festival (La Spezia), Polo del ‘900 (Torino), Festival dei Diritti Umani (Milano), Istituto Professionale Albe Steiner (Torino), Yepp Italia (Torino) e Collettivo gLocale (Milano), Con il sostegno del MIC e di IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia e del Comune di Milano, Con il contributo di Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa Manin (CSS Teatro stabile d’innovazione del FVG). Si ringrazia ITAS Giulio Natta e Hotel San Guido di Milano, Digital Storytelling Lab – Università degli studi di Udine.

Il progetto è realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito di ORA! Produzioni di cultura contemporanea. Visita ora.compagniadisanpaolo.it

 

L’ISOLA PER NOI
Campus video

La prima video guida creativa del quartiere Isola realizzata dai bambini… per i bambini!

Piccoli reporter si aggirano per l’Isola di Milano pronti a scoprire gli angoli più segreti del quartiere, le storie più strampalate, i personaggi più incredibili. Con videocamera, microfono, mappa del quartiere e tante domande, durante il campus video perlustreranno la zona per realizzare la prima video guida dell’Isola creata dai bambini… per i bambini!
Un documentario per ritornare a vivere gli spazi all’aperto, esplorarne i cambiamenti e raccontarne le caratteristiche tra realtà e immaginazione.
Siete pronti a entrare a far parte della squadra? Vi aspettiamo!

 

Una giornata al campus “L’isola per noi”

ore 9.00 – 9.30 Benvenuti piccoli reporter! Giochi di accoglienza
ore 9.30 – 10.30 Inventiamo la nostra video guida: mappe, idee, spunti e appunti
ore 10.30 – 11.00 Merenda al sacco
ore 11.00 – 12.30 Si gira! Sopralluoghi in quartiere e riprese
ore 12.30 – 14.00 Pranzo al sacco e gioco libero
ore 14.00 – 15.00 Come si costruisce una video guida: visione film e analisi del linguaggio video
ore 15.00 – 16.00 Davanti alla videocamera: giochi teatrali e improvvisazioni
ore 16.00 – 16.30 Riunione di redazione: a che punto siamo e cosa faremo domani
ore 16.30 Uscita

Se il meteo lo consente, merenda e pranzo al sacco,  verranno consumati all’aperto, in uno dei parchi cittadini vicini a ZONA K (via Confalonieri, via De Castillia)

Il campus:
– è a numero chiuso, si attiva al raggiungimento del numero minimo di iscritti richiesto
– le iscrizioni si chiudono il giorno 17 giugno o al raggiungimento del numero massimo di iscritti previsto
– è organizzato in modo da rendere felice e piacevole l’esperienza a tutte le bambine e tutti i bambini e da rispondere alle normative nazionali in relazione all’attuale emergenza sanitaria
– prevede la realizzazione e il montaggio di un video che verrà inviato ai partecipanti nelle settimane successive

 


Costo: € 180,00

CLICCA QUI PER COMPILARE  IL MODULO D’ISCRIZIONE


 

Per informazioni più generali, contattaci all’indirizzo organizzazione@zonak.it

PROJECT AND DEVICE
tracce di un teatro multimediale.

Quest’anno, nel contesto del Festival dei Diritti Umani, abbiamo deciso di proporre una rubrica dal titolo  PROJECT AND DEVICE – tracce di un teatro multimediale nella quale portiamo tre esempi, differenti tra loro, di come il teatro si interroga sulla crisi della democrazia, sul ruolo dei media nel plasmare la realtà, sulle nuove strade digitali. In questo senso il teatro torna a essere strumento di riflessione civile, non solo per i contenuti quanto per i dispositivi messi in atto.

Valentina Kastlunger e Valentina Picariello, direttrici artistiche di ZONA K, introdurranno gli incontri.

 

21 Aprile 2021 ore 16.30 – 17.00
TEATRO | Arte, Algoritmo e Automazione. Il cammino di _Fase Nove insieme ai Rimini Protokoll
con Riccardo Tabilio e Chiara Campara, artisti dell’opera collettiva FASE NOVE // Assolo Urbano

L’emergenza pandemica ha comportato una divisione delle componenti sociali in rilevanti e non. Le professioni artistiche non sono rientrate tra quelle socialmente necessarie. Dobbiamo pensare a un mondo senza l’arte e di chi vi lavora? Una crisi così profonda può essere un’opportunità? FASE NOVE // Assolo Urbano è una camminata urbana nei luoghi importanti per l’arte a Milano che diventano palcoscenico di installazioni audio che, attraverso interviste a diversi esperti, si confrontano con la domanda provocatoria: Perché esiste l’arte?


22 Aprile 2021 ore 16.30 – 17.00
TEATRO | Play me: dispositivi tecnologici tra gaming e performance dal vivo
con Andrea Ciommiento, direzione creativa per Play Me (ZONA K)

Gli adolescenti, iperconnessi e fragili, terrorizzati e attratti dall’immagine di sé sui social media, esperti di sexting, video-game e binge drinking, possessori di SmartPhone come prolungamento del proprio corpo. Li conosciamo davvero? In questa performance lo spettatore si metterà in relazione con loro in un’esperienza immersiva. PLAY ME (ORIGINS PROJECT) è il risultato del lavoro sulle storie di ragazzi incontrati nella fase di ricerca drammaturgica a Torino e Milano. Produzione ZONA K, supporto ideativo e drammaturgico Agrupación Señor Serrano.


23 Aprile 2021 ore 16.30 – 17.00
TEATRO | The Mountain. Esiste la verità?
con Pau Palacios di Agrupación Señor Serrano

Scalare una montagna significa superare le difficoltà per raggiungerne la cima e vedere il mondo “così com’è”. Ma spesso guardando dall’alto si vedono nuvole e nebbia che ricoprono tutto e il paesaggio cambia continuamente. Com’è il mondo allora? Com’è la verità? Esiste? In The Mountain, l’ultimo spettacolo della pluripremiata compagnia catalana, convergono la prima spedizione sull’Everest dall’esito incerto, Orson Welles con la Guerra dei Mondi, un sito Web di fake news, un drone che scruta il pubblico, neve, immagini frammentate e Vladimir Putin che parla soddisfatto di fiducia e verità.

Incontri online di danza di comunità

Trasforma un racconto e un’opera d’arte in un gesto.
Attraverso l’esplorazione personale e l’improvvisazione, creiamo insieme una sequenza di gesti che ci divengono cari e arriviamo alla composizione di una sequenza da restituire al gruppo.

Il movimento creativo diventa stimolo per l’immaginazione: mente e corpo, riflessione e azione, da soli ma in gruppo anche a distanza, per risvegliare la creatività, scoprire possibilità e recuperare un po’ di tempo per sé.

 

CHIUSO 24 aprile primo incontro – dalla Letteratura alla Danza
partendo da un paio di brani tratti dal “Colibrì” di Sandro Veronesi, ognuno darà movimento alle immagini ricevute; rifletteremo sulle azioni agite spontaneamente dal corpo, sulle pause, sulle forme assunte. Attraverso il tramite dello schermo, cercheremo la relazione con gli altri partecipanti e accoglieremo le idee che questa produrrà. Infine, selezionati i movimenti per noi più significativi, li collegheremo tra loro e sulla musica in una composizione da ripetere e perfezionare.
Ed ecco: una danza, un atto artistico che offriamo allo sguardo dell’altro, che racconterà qualcosa di noi.

 

15 maggio secondo incontro – dall’Arte alla Danza
l’osservazione di un paio di sculture (la “Nike di Samotracia” e “Forme uniche della continuità nello spazio” di Umberto Boccioni) ci offrirà spunti di riflessione sul movimento e la stasi: si può rendere il dinamismo attraverso una forma fissa? Cosa ci invita al movimento e cosa invece ci chiede la pausa, ci trattiene? Cosa succede al nostro corpo, alla pelle e all’interno, quando ci muoviamo? Cosa rappresenta il movimento per noi? Dove vorremmo andare? A quale velocità? Ognuno risponderà con la propria danza a queste e ad altre domande, cercherà una propria forma simbolica e la perfezionerà in funzione della sua resa estetica ed espressiva.
Ogni schermo collegato al laboratorio diverrà così una vetrina espositiva all’interno di un moderno Museo di sculture viventi.

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Costo € 30,00 per 1 incontro
Costo € 60,00 per 2 incontri

Per informazioni e iscrizioni:
organizzazione@zonak.it
02.97378443 – 393.8767162
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Se invece vuoi procedere direttamente all’iscrizione clicca QUI 

Il percorso si svolgerà su piattaforma Zoom. Prevede la partecipazione esclusivamente ai due incontri e si attiverà al raggiungimento del numero minimo di partecipanti.

Per l’incontro del 15 maggio l’iscrizione deve pervenire entro e non oltre mercoledì 12 maggio. 

Monica Galassi – Danzeducatore®: dopo uno scorcio di vita da ballerina presso diversi teatri italiani e una decina d’anni da giornalista e comunicatrice in ambito culturale, sto vivendo la mia “terza giovinezza” professionale nell’educazione: non insegno a futuri danzatori, ma a persone che attraverso la danza imparano a sentirsi creative, belle, apprezzabili, capaci e integrate. Dal settembre 2013 tengo laboratori di danza educativa e di comunità rivolti a bambini e ragazzi, sia nelle scuole di Milano e provincia (dal nido alla secondaria di secondo grado), sia in strutture pubbliche e private in orario pomeridiano. Ho collaborato con l’Accademia del Teatro alla Scala, Lilopera, Le voci della città, Reggio Children; attualmente lavoro per ZonaK, Civita, Gallerie d’Italia.

 

Photo by Olivia Bauso on Unsplash

Corso online di sceneggiatura cinematografica

Qual è il metodo migliore per scrivere la sceneggiatura di un film?
Come dare vita ai personaggi?

Dalla creazione dell’idea di base alla costruzione della struttura e allo sviluppo del paradigma della narrazione, il corso propone un viaggio teorico e pratico sul cinema contemporaneo, attraverso nozioni tecniche sulla scrittura di una sceneggiatura e sulla fotografia.

FADE IN prevede un breve excursus sui manuali di sceneggiatura di Syd Field e di Linda Seger, sulle suggestioni critiche sul cinema di André Bazin, padre della Nouvelle Vague ed elementi di teoria dei film di Thomas Elsaesser e Malte Hagener integrati con le idee innovative di Marco Bertozzi sul documentario come riuso, performance, autobiografia.

 

I temi affrontati durante gli incontri:
1. come scrivere una grande sceneggiatura
2. la crescita del personaggio è il lievito del film
3. il soggetto del film in tre frasi. Il soggetto del film in 4 pagine
4. lo sviluppo dell’idea
5. la struttura della storia: la struttura in tre atti
6. cosa sono i subplot?
7. lo sviluppo del personaggio

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Costo € 120,00 per 7 lezioni.

Per informazioni e iscrizioni:
organizzazione@zonak.it
02.97378443 – 393.8767162
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Se invece vuoi procedere l’iscrizione clicca QUI 

Il percorso si attiverà al raggiungimento del numero minimo di partecipanti.

 

NINA DI MAJO

Regista, sceneggiatrice, attrice, videoartista, produttrice.

Lungometraggi

2020 – Regista sceneggiatrice del documentario collettivo Instant Corona, prodotto da Mir Cinematografica.
2016/17 – Regista , produttrice, autrice e direttore della fotografia del documentario Hans Werner Henze: la musica, l’amicizia, il gioco”, distribuito dall’Istituto Luce.
2010 – Regista e sceneggiatrice del film Matrimoni e altri disastri con Margherita Buy, Fabio Volo, Luciana Littizzetto, Marisa Berenson, Massimo De Francovich, Francesca Inaudi. Distribuito dalla 01.
2002 – Regista, soggettista e sceneggiatrice del film L’Inverno, con Valeria Bruni Tedeschi, Valeria Golino, Fabrizio Gifuni e Yorgo Voyagis. Presentato nella sezione “Panorama” alla Berlinale. Candidatura italiana all’European Howard all’Hollywood film festival. Vincitore del Globo d’oro per il miglior attore protagonista Fabrizio Gifuni e vincitore del Premio Internazionale della Fotografia. In competizione al Chicago Film Festival nella categoria New Directors.
1998 – Regista, attrice protagonista, autrice del soggetto e della sceneggiatura del film “Autunno”(1998). Con Elisabetta Piccolomini , Marco Mario De Notaris e Moni Ovadia, presentato al Festival di Venezia nella sezione Cinema del presente. Selezionato ufficialmente al Festival Venezia-Hollywood (LA), al Nice Film Festival (NY, San Francisco, Marocco, Mosca), al Festival di Amburgo.
1997 – Regista e autrice del soggetto e della sceneggiatura del cortometraggio ”Spalle al muro” (1997). Vincitore del Sacher d’oro e d’argento. Vincitore del David di Donatello come miglior cortometraggio Italiano .

Mediometraggi-Documentari /Performance video
2006 – Regista del documentario Marsyas, installazione di Anish Kapoor per la Turbine Hall, Tate Modern, London.
2005 – Regista del documentario U92 sull’installazione di Peter Greenaway “Children of Uranium”
2004 – Regista e direttore della fotografia della performance audiovisiva AFO 4, presentata al Roma Europa Festival.
2002 – Regista del documentario Merci, opere di Natalie Silva, presentato al Festival Artecinema, teatro Mercadante, Napoli.

Libri
L’inverno. L’Ancora del Mediterraneo.
Saggi e dialoghi sul cinema. Meltemi Edizioni.
Beniamino o le cose dell’altro mondo. Aracne Edizioni.

 

Percorso online per lavorare con la performance

In quest’anno di clausura The Momentary Now, School of performance a cura di Marcella Vanzo triplica, in attesa di passare dal mondo virtuale a quello reale.

Vi proponiamo tre mini moduli di 6 incontri ciascuno: una introduzione virtuosa alla performance, un approfondimento “tosto” e poi, con l’ultimo modulo, ci auguriamo di incontrare i nostri studenti dal vivo. Potete seguire il vostro modulo preferito 1 o 2 o 3, o tutti e 3, a voi la scelta.

 

#1. FARE L’IMPOSSIBILE
6 Lezioni online di Resistenza

Gruppo A (chiuso) 20 gennaio – 24 febbraio 2021
ogni mercoledì dalle 19.00 alle 20.45 (con pausa di 15’)

Gruppo B (chiuso) 16 febbraio – 23 marzo 2021
ogni martedì dalle 20.00 alle 21.45 (con pausa di 15’)

Un corso per chi vuole fare e per chi vuole capire la performance, aperto a tutti.

PROGRAMMA
Mercoledì 20 gennaio/Martedì 16 febbraio: il corpo e lo spazio
Mercoledì 27 gennaio/Martedì 23 febbraio:
quello che non si può non sapere
Mercoledì 3 febbraio/Martedì 2 marzo: io e l’altro
Mercoledì 10 febbraio/Martedì 9 marzo: performance e foto-performance e video
Mercoledì 17 febbraio/Martedì 16 marzo: e adesso esci
Mercoledì  24 febbraio/Martedì 23 marzo: il tuo gesto

Le lezioni si svolgeranno su piattaforma Zoom, facile da installare su computer

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Costo € 100,00 per 6 lezioni.

Per informazioni e iscrizioni:
organizzazione@zonak.it
02.97378443 – 393.8767162
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Il percorso si attiverà al raggiungimento del numero minimo di partecipanti.
“Fare l’impossibile” può essere considerato come il modulo nr.1 di un percorso in 3 tappe ma può essere anche frequentato autonomamente.

 

#2. VENTIMILA LEGHE SOTTO I MARI:
6 Lezioni online in Profondità
3 marzo – 7 aprile 2021
ogni mercoledì dalle 19.00 alle 20.45 (con pausa di 15’)

Lavorare con la performance, corso per studenti d’arte, artisti e chi la performance la conosce già, o ha frequentato il primo modulo.
I partecipanti sperimentano la performance in modo autonomo, accanto a nozioni dettagliate di storia e produzione a cura di Matteo Bergamini [Exibart] e Paola Clerico [Case Chiuse] e a una incursione nello studio di Fabio Mauri.Le lezioni si svolgeranno su piattaforma Zoom, facile da installare su computer

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Costo € 100,00 per 6 lezioni.

Per informazioni e iscrizioni:
organizzazione@zonak.it
02.97378443 – 393.8767162
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Il percorso si attiverà al raggiungimento del numero minimo di partecipanti.
“Ventimila leghe sotto i mari” può essere considerato come il modulo nr.2 di un percorso in 3 tappe ma può essere anche frequentato autonomamente.

 

 

#3. DAL VIVO!
SOSPESO, date da definirsi
ogni mercoledì dalle 19.00 alle 22.00 (con pausa di 15’)

Ci proviamo? 6 tuffi del corpo nello spazio per chi ha voglia di sperimentare di persona che cos’è una performance. Aperto a tutti.Le lezioni si svolgeranno presso lo sala principale di ZONA K

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Costo € 150,00 per 6 lezioni in presenza.

Per informazioni e iscrizioni:
organizzazione@zonak.it
02.97378443 – 393.8767162
___________________

Il percorso si attiverà al raggiungimento del numero minimo di partecipanti.
“Dal Vivo!” può essere considerato come il modulo nr.3 di un percorso in 3 tappe ma può essere anche frequentato autonomamente.

 

MARCELLA VANZO

Formatasi sia come antropologa che come artista, Marcella Vanzo vive e lavora a Milano. Tramite video, performance, foto e installazioni indaga le diverse dimensioni dell’essere umano, da quella sociale a quella mitica, da quella emotiva a quella politica. Nel suo lavoro realtà e finzione si fondono in una trama fitta che mette in discussione la rappresentazione della realtà.
Nell’ottobre 19 ha fondato The Momentary Now Performance School da ZONA K a Milano e da quest’anno insegna Performance all’Accademia Carrara di Bergamo. Ha ideato un progetto di arte partecipata per i bambini in quarantena durante il Covid19: #squola_pubblica, fatto di laboratori d’arte online interattivi e gratuiti, ospitato anche da Hangar Bicocca con cui continua la collaborazione: #fareinsiemesquola_pubblica è il corso di formazione per insegnanti della scuola primaria che sta avendo luogo ora.
Scrive per Exibart e Artedossier.
Vanzo partecipa regolarmente a mostre collettive e personali in Italia e all’estero, ultimamente: Radical, Fondazione Berengo, Venezia 2019; Festival del paesaggio di Anacapri, 2018; Biennale di Jakarta, 2017; Manifesta11, Zürich, 2016; Nel Mezzo del Mezzo, Palazzo Riso, 2015; Perspectif cinema, Centre Pompidou, 2015. Ha vinto il Premio New York e il premio Acacia Artisti Emergenti.

www.marcellavanzo.com

Un corso di ZONA K con la media partnership di

Percorso di teatro e movimento

60+ LABIRINTI
Corsi e percorsi per non perdere il filo
Tre percorsi indipendenti dedicati agli Over60 tra scrittura, video, teatro e movimento.

 

  1. Percorso di teatro e movimento
    PER FILO E PER SEGNO
    data da definirsi
    tutti i lunedì dalle 14.15 alle 15.30

Costruiamo una performance teatrale fatti di segni, una drammaturgia di movimenti e parole che possa trasformare il nostro labirinto in un’azione teatrale collettiva.
Ci incontreremo finalmente dal vivo nella bellissima, e sicura, sala di ZONA K per lavorare sulle azioni fisiche, la voce, il movimento ritmico e i gesti simbolici.

10 incontri in presenza di 75 minuti cad.

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Costo € 140,00
Compila subito il modulo d’iscrizione cliccando QUI
Agevolazioni: sconto del 10% se hai frequentato almeno uno dei percorsi precedenti
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Il percorso si attiverà al raggiungimento del numero minimo di partecipanti.
“Per filo e per segno” può essere considerato come il modulo nr.3 di un percorso in 3 tappe ma può essere anche frequentato autonomamente.

 

GIA’ FATTO:

  1. Percorso online di scrittura ad alta voce
    IL FILO DEL DISCORSO
    28 dicembre 2020 – 1 febbraio 2021
    tutti i lunedì dalle 14.15 alle 15.30

Vuoi imparare a scrivere una storia che possa vivere non solo sulla carta ma soprattutto attraverso azione e interpretazione? Partendo dal mito del labirinto, costruiamo un percorso di parole, dialoghi, immagini per inventare storie straordinarie da raccontare ad alta voce.

6 incontri online di 75 minuti cad. su piattaforma Zoom, facile da installare su computer

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Per informazioni e iscrizioni:
segreteria aperta lu-ven ore 15.00 – 19.00
organizzazione@zonak.it
02.97378443 – 393.8767162

oppure compila direttamente il modulo d’iscrizione cliccando QUI
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Il percorso si attiverà al raggiungimento del numero minimo di partecipanti.
“Il filo del discorso” può essere considerato come il modulo nr.1 di un percorso in 3 tappe ma può essere anche frequentato autonomamente.

Il percorso è tenuto da Federica Di Rosa, diplomata in Drammaturgia alla Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano, lavora con diverse realtà teatrali alla scrittura di testi per spettacoli ed eventi. Ha coordinato e realizzato progetti di formazione con: Teatro della Tosse, Teatro Coccia, Eniscuola, Formattart, Alice in Città, Teatro Franco Parenti. E’ autrice e regista di spettacoli di teatro ragazzi.
Dal 2015 è responsabile della didattica per ZONA K.

Leggi l’esito del percorso: ENTRA, TI STAVO ASPETTANDO
Le partecipanti hanno scritto ognuna un testo, pensato per essere detto “ad alta voce” e hanno poi lavorato insieme alla scrittura della cornice narrativa che lega come un filo le diverse storie.

 

  1. Percorso online per raccontare con il video
    A DOPPIO FILO
    posticipato! 15  febbraio – 22 marzo 2021
    tutti i lunedì dalle 14.15 alle 15.30

Vuoi creare una video storia utilizzando uno smartphone o un tablet? Impara con noi a scegliere il punto di vista, l’inquadratura, la luce, la musica e le parole.
Sei incontri online teorici e pratici per scoprire come strutturare e produrre un racconto per immagini sul tema del labirinto.

6 incontri online di 75 minuti cad. su piattaforma Zoom, facile da installare su computer

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Per informazioni e iscrizioni:
segreteria aperta lu-ven ore 15.00 – 19.00
organizzazione@zonak.it
02.97378443 – 393.8767162
Compila subito il modulo d’iscrizione cliccando QUI
Agevolazioni: sconto del 10% se hai frequentato il percorso precedente
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Il percorso si attiverà al raggiungimento del numero minimo di partecipanti.
“A doppio filo” può essere considerato come il modulo nr.2 di un percorso in 3 tappe ma può essere anche frequentato autonomamente. 

Il percorso è tenuto da Davide Stecconi, diplomato alla Civica Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi 1999 (corso Drammaturgia). Dal 2000, alternandosi come sceneggiatore e regista, ha scritto e diretto cortometraggi e lungometraggi e alcune fiction per la TV fra cui la serie Piloti – Rai2 -.
Più recentemente collabora alla realizzazione di spot per il web e documentari come filmaker.

 

 

Fratini, Gabrielli, Barile: scritture d’autore con ENA

3 drammaturghi sono stati chiamati ad interagire con ENA Nomen Nescio, un bot che imita la conversazione umana.

Introdotti dal regista catalano Roger Bernat, ideatore della performance online, e da Valentina Kastlunger, direzione artistica di ZONA K, Roberto Fratini, Renato Gabrielli e Magdalena Barile, prenderanno parte della scrittura di un’opera teatrale oceanica direttamente sull’homepage di questo sito.

Gli interventi sono stati trasmessi live sulla pagina di FACEBOOK di ZONA K

 

Magdalena Barile vive e lavora a Milano. Autrice, drammaturga e sceneggiatrice, insegna Scrittura Teatrale alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi e alla Scuola Belleville e Sceneggiatura allo IED – Istituto Europeo di Design. I suoi testi teatrali, molti dei quali sono stati tradotti in diverse lingue ricordiamo i più recenti: Raffiche (2016); Il divorzio, adattamento del film Divorzio all’italiana di Pietro Germi (2016); Rosa Conchiglia. Anaïs Nin e i giorni del porno (2017); Cosa beveva Janis Joplin (2018); Api Regine. Commedia fantascientifica sull’eliminazione del maschio (2018). Collabora stabilmente come autrice e sceneggiatrice con la Radiotelevisone svizzera (RSI) e ha partecipato alla scrittura di diversi programmi di drama e comedy per la televisione italiana (Albero AzzurroCamera CafèBye Bye Cindarella).

Roberto Fratini Serafide (Milano, 1972), drammaturgo e teorico della danza, è docente presso il Conservatori Superior de Danza (Istituto del Teatro) de Barcelona, e ha tenuto corsi e conferenze presso altre università europee. Collabora con diverse compagnie internazionali di danza contemporanea e teatro (tra queste la Compagnia Caterina Sagna, La Veronal, Roger Bernat FFF, Taiat Dansa, Germana Civera, Aerites Dance Company, Alexandra Waierstall, Sol Picó, Philippe Saire) e ha impartito workshop di drammaturgia presso differenti master e istituzioni teatrali. Il suo libro A Contracuento. La danza y las derivas del narrar è stato pubblicato nel 2012. Ha ricevuto nel 2013 il Premio FAD Sebastià Gasch per l’insieme della sua traiettoria artistica e intellettuale.

Renato Gabrielli drammaturgo e sceneggiatore, insegna alla “Paolo Grassi” e alla Scuola di Cinema “Luchino Visconti” di Milano. È autore della guida Scrivere per il teatro (Carocci, 2015). Tra i suoi lavori teatrali più recenti: Combattenti (“Hystrio” XXIX-3, 2014), La donna che legge (Cue Press, 2015), Redenzione (2017), Spin (2018), Fammi un’altra domanda e Nessun miracolo a Milano (2020). Nel 2008 ha vinto il Premio Hystrio per la drammaturgia. Nel 2020, con Procedura, ha vinto il Premio InediTo Colline di Torino – Sezione Teatro.

Incontri a cura di Sara Chiappori e Renata Viola

Il rapporto con la realtà incalza le arti performative, le interroga e le plasma dall’interno, insieme oggetto e habitat di un’indagine che rimescola grammatiche e semantiche dei linguaggi della scena, ridiscutendo il concetto di autore e interprete, riformulando i criteri di fruizione e l’appropriazione degli spazi, sdoganando definitivamente le nuove tecnologie, aprendo connessioni esplicite con la sociologia, l’urbanistica, la statistica, il discorso politico, l’economia.

Di tutto questo ZONA K ha dato conto nelle ultime stagioni indicando di volta in volta i punti critici di una riflessione, etica prima ancora che estetica, intorno e dentro il contemporaneo. Da qui, la necessità di aprire una finestra teorica per tentare un approfondimento ulteriore che lasci spazio ai dubbi più che alle certezze.

Pensato per un pubblico molteplice, spettatori, operatori, studenti universitari, cittadini curiosi e irrequieti, REALITY? ha l’ambizione di far reagire come in un esperimento chimico i linguaggi della scena con gli alfabeti di altre discipline, mettendo a confronto artisti che hanno lavorato con ZONA K e teorici che hanno approfondito gli stessi temi, ma dal punto di vista delle loro competenze.

Gli incontri saranno pubblicati in contemporanea sulle pagine    e   di  ZONA K

  • Lunedì 23 novembre, ore 18.00
    PROLOGO: POLITIK DER BLICKE/LA POLITICA DEGLI SGUARDI
    incontro con JENS HILLJE (co-direttore artistico e chief dramturg al Maxim Gorki Theater di Berlino, Leone d’oro alla carriera Biennale Teatro 2019)

 

Poi, quattro parole chiave per quattro dialoghi

  • Martedì 24 novembre, ore 18.00
    PAESAGGIO: dialogo tra DOM- (IT) e VITTORIO LINGIARDI:
    perché alimenta nuove drammaturgie dello spazio che attraversano i luoghi mettendo in crisi la nozione stessa di sguardo. Perché il nostro rapporto con il paesaggio chiama in causa tutto il corpo ed è sempre questione di relazioni, con gli altri, con il mondo, con le regole, con il tempo, con i confini.

 

  • Mercoledì 25 novembre, ore 18.00
    CRISI dialogo tra AGRUPACIÓN SEÑOR SERRANO (ES) e SALVATORE NATOLI:
    perché “la crisi” in cui viviamo è diventata una condizione permanente e strutturale. Oggi, più che mai, viviamo in uno stato emergenziale che ci obbliga a riformulare nuovi scenari futuri. Siamo chiamati a ripensare radicalmente tutto ciò che davamo per certo e per acquisito. Tutto ciò può veramente considerarsi un’opportunità come lo storytelling mediatico ci suggerisce o siamo alle soglie di una sorta di “rivoluzione umana”?

 

  • Giovedì 26 novembre, ore 18.00
    POLITICA dialogo tra VALTERS SĪLIS (LV) e GIUSEPPE GENNA:
    perché tutti ne abbiamo decretato la morte, o quanto meno l’imbarbarimento e impoverimento, ma non possiamo farne a meno. Dunque andiamo a stanarla dove si manifesta nelle sue forme peggiori, le derive fasciste sovraniste populiste, ultima tentazione di un Occidente orfano di un pensiero alternativo alle ideologie novecentesche.

  • Venerdì 27 novembre, ore 18.00
    GIOCO/PARTECIPAZIONE  dialogo tra ROGER BERNAT (ES) e STEFANO BARTEZZAGHI:
    perché l’approccio ludico può essere la chiave, ma anche la trappola. Se la performance contemporanea ci ha abituato a fruire del fatto teatro come di un gioco, a cosa siamo disposti a rinunciare in termini di attenzione, concentrazione, fatica intellettuale? Il gioco, però, non è solo evasione deresponsabilizzante, può essere anche affare molto serio.

 

 

 

JENS HILLJE (Germania, 1968) – Dal 1989 al 1995 studia Arti applicate all’Università di Perugia, studi che prosegue a Hildesheim e a Berlino. Dal 1990 lavora nella scena del teatro indipendente tedesco come attore, autore e regista. Dal 1996 al 1999 lavora a Berlino come drammaturgo per Recherche Faust/Artaud, diretto da Thomas Ostermeier, con cui inizia un lungo sodalizio: insieme fondano Barrack al Deutsches Theater, uno spazio e una compagnia per mettere in scena i testi della drammaturgia contemporanea. Dal 1999 fino al 2009 è capo-drammaturgo e membro della direzione artistica della Schaubühne di Berlino con Thomas Ostermeier e la coreografa Sasha Waltz: con loro crea un ensemble permanente di danza e prosa di rilievo internazionale. In qualità di drammaturgo lavora con i maggiori esponenti del teatro europeo: oltre a Ostermeier, Yael Ronen, Falk Richter, Luk Perceval, Sebastian Nübling, Nurkan Erpulat. La pièce Crazy Blood, regia di Nurkan Erpulat, ha vinto il premio della critica tedesca come spettacolo dell’anno 2011. Sempre nel 2011 è stato Direttore artistico e curatore del Performing Art Festival – In Transit presso Haus der Kulturen der Welt (HKW) di Berlino. Dal 2013 al 2019 è co-direttore e capo-drammaturgo del Maxim Gorki Theater di Berlino, nominato Teatro dell’anno dalla rivista Theater Heute nel 2014 e nel 2016. La Preussiche Seehandlung Foundation l’ha premiato nel 2016 con il Theaterpreis Berlin insieme a Shermin Langhoff, direttrice artistica del Gorki Theater. Leone d’oro alla carriera nella Biennale Teatro 2019.

DOM- è un progetto di ricerca nato nel 2013 dalla collaborazione tra gli artisti Leonardo Delogu e Valerio Sirna. Nel corso degli anni altr* artist* hanno allargato e trasformato la conformazione del collettivo a second del progetto: Hélène Gautier, Mael Veisse, Arianna Lodeserto. La ricerca del collettivo ruota attorno al rapporto tra corpi e territori, investigando il nodo della permeabilità e osservando come potere, natura, cultura e marginalità interagiscono nello spazio pubblico. Sperimentando la tensione tra permanenza e attraversamento, tra stanzialità e nomadismo, DOM- si occupa della creazione di peculiari pratiche di abitazione, legate allo spazio e al tempo della produzione artistica.
Nel 2019 a DOM- viene assegnato il Premio Rete Critica come miglior progetto artistico e di compagnia. Nello stesso anno il collettivo entra a far parte di Oceano Indiano, il progetto di produzione e di residenza artistica del Teatro India – Teatro di Roma.

VITTORIO LINGIARDI psichiatra e psicoanalista, è Professore ordinario di Psicologia dinamica alla Sapienza Università di Roma. Tra i suoi libri ricordiamo Citizen Gay. Affetti e diritti (2016); Mindscapes. Psiche nel paesaggio (2017; premio Viareggio-Giuria); Diagnosi e destino (2018); Io, tu, noi. Vivere con se stessi, l’altro, gli altri (2019); Al cinema con lo psicoanalista (2020). Ha scritto due raccolte di poesie: La confusione è precisa in amore (2012) e Alterazioni del ritmo (2015). Collabora con l’inserto culturale Domenica del Sole-24 ore», «la Repubblica» e «il Venerdì», dove tiene la rubrica settimanale «Psycho» su cinema e psiche. Con Nancy McWilliams ha coordinato il progetto Psychodynamic Diagnostic Manual (PDM-2), vincitore dell’American Academy of Psychoanalysis Book Prize. Nel 2018 ha ricevuto il Premio Musatti della Società Psicoanalitica Italiana e nel 2019 il Research Award della Society for Psychoanalysis dell’American Psychological Association.

Fondata da Àlex Serrano a Barcellona nel 2006, AGRUPACIÓN SEÑOR SERRANO è una compagnia teatrale che produce i propri spettacoli basandosi su materiali tratti dalla realtà contemporanea. Vincitrice del Leone d’Argento alla Biennale di Venezia del 2015 e del Premio della città di Barcellona nel 2016, la compagnia utilizza mezzi tecnici tra i più innovativi accanto a strumenti tradizionali per ridisegnare costantemente i confini del proprio teatro. Si avvale di numerose collaborazioni artistiche e nelle sue produzioni coniuga diversi linguaggi espressivi per mettere in scena storie capaci di raccontare le contraddizioni dell’esperienza umana contemporanea. Birdie (2016), A House in Asia (2014), Kingdom (2018) e The Mountain (2019) sono tra i lavori più recenti della compagnia.

 SALVATORE NATOLI filosofo italiano (nato a Patti, Messina, 1942). Laureato presso l’università Cattolica di Milano, ha insegnato nelle università di Milano e di Venezia. Tra le opere: L’esperienza del dolore: le forme del patire nella cultura occidentale (1986); Vita buona vita felice: scritti di etica e politica (1990); La felicità: saggio di teoria degli affetti (1994); La felicità di questa vita (2000); Stare al mondo (2002); La verità in gioco. Scritti su Foucault (2005); Guida alla formazione del carattere (2006); Il crollo del mondo. Apocalisse ed escatologia (2009); L’edificazione di sé. Istruzioni sulla vita interiore (2010); Eros e Philia (2011); Sperare oggi (2012); Perseveranza (2014); Il rischio di fidarsi (2016); L’animo degli offesi e il contagio del male (2018); Il fine della politica (2019); L’uomo dei dolori (2020).

VALTERS SĪLIS attore e regista lettone, si è diplomato in regia alla Latvian Academy of Culture nel 2012 e lavora sia in piccoli teatri indipendenti (Dirty Deal Teatro, Theatre Ģertrūdes ielas teātris) sia al National Theatre di Riga, affermandosi come uno dei più promettenti registi della sua generazione.  Nei suoi lavori rivolge sempre particolare attenzione alla complessità dell’esperienza umana portando in primo piano gli individui più marginali e vulnerabili.

GIUSEPPE GENNA è nato a Milano nel 1969. Ha lavorato in televisione (nel 1991-92 a Odeon Tv; per la Rai nel 1995), presso la rivista mensile Poesia (Crocetti Editore), come attaché alla Presidenza della Camera nel 1994-95, per Mondadori nei settori New Media e Libri nel 1996-99, a Clarence.com nel 1999-2002, per RCS Libri nel 2006-07, nuovamente per Mondadori Libri nel 2007-10. Insieme al regista Gilberto Squizzato ha scritto una fiction, SUOR JO, andata in onda su Rai3 nel 2005. Nel 2006 è stato chiamato a fare parte delle Giurie della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (sezione Orizzonti. Ha collaborato con Davide Manuli alla scrittura del film La leggenda di Kaspar Hauser. Dal 2011 al 2017 è stato consulente editoriale presso il Saggiatore. Presiede l’associazione Studi e pratiche della coscienza.
È autore di numerosi romanzi, tra cui Dies Irae, Io Hitler (Mondadori) e il recente Reality. Cosa è successo (Rizzoli).

ROGER BERNAT artista e regista catalano, dopo aver iniziato gli studi di architettura e di pittura, studia drammaturgia e regia all’Institut del Teatre di Barcellona dove si diploma nel 1996, aggiudicandosi il riconoscimento straordinario. Nei primi anni lavora come regista, drammaturgo e performer con la compagnia General Elèctrica che dirige insieme a Tomás Aragay. Nel 2008 fonda Roger Bernat/FFF e inizia a creare performance in cui il pubblico prende la scena e diventa protagonista. «Gli spettatori passano attraverso un dispositivo che li invita a obbedire o a cospirare, e in ogni caso a pagare con il proprio corpo e impegnarsi». La prima performance partecipativa è Domini Públic (2008), cui fanno seguito Pura Coincidencia (2009), La consagración de la Primavera (2010), Please continue (Hamlet) (2011), Pendiente de voto (2012), RE-presentation: Numax (2013), Desplazamiento del Palacio de la Moneda (2014), Numax-Fagor-plus (2014), We need to talk (2015), No se registran conversaciones de interés (2016-17) e The place of the Thing (2017).

STEFANO BARTEZZAGHI (Milano,1962) è un docente universitario, enigmista e giornalista. Si è laureato al DAMS di Bologna con Umberto Eco. Dal 1987 ha tenuto rubriche giornalistiche sui giochi, sui libri, sul linguaggio. Dal 2000 collabora con “la Repubblica, dove dall’aprile del 2019 pubblica un cruciverba al giorno. Insegna Semiotica della creatività all’università Iulm di Milano; dirige le collane “Campo aperto” e “Amletica leggera” della casa editrice Bompiani e dirige il festival dell’umorismo Il senso del ridicolo (Livorno). Ha pubblicato raccolte di giochi linguistici, enigmistici e letterari, e ha scritto la prima storia del cruciverba, L’orizzonte verticale (2007). Ha curato e commentato la nuova edizione degli Esercizi di stile di Raymond Queneau, nella classica traduzione di Umberto Eco (2001). Fra i suoi libri più recenti M. Una metronovela (Einaudi, 2015), La ludoteca di Babele. Dal dado ai social network: a che gioco stiamo giocando? (Utet, 2016), Parole in gioco (Bompiani, 2017), Banalità (Bompiani, 2019).

Roger Bernat (ES)

con la collaborazione di Mar Canet e Varvara Guljajeva 

e la partecipazione in diretta Facebook di:
Roberto Fratini 20 novembre ore 21.00 – 21.30
Renato Gabrielli 21 novembre ore 21.00 – 21.30
Magdalena Barile 22 novembre ore 21.00 – 21.30

Special guest ROGER BERNAT
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Dal 18 al 28 novembre, 24 ore su 24, il regista catalano Roger Bernat, che generalmente crea performance senza performer, ci offre la possibilità di scrivere un’opera teatrale oceanica direttamente sull’homepage di questo sito.

Luis Buñuel e Jean-Claude Carrière si sono chiusi in una stanza e, incarnando i loro personaggi, hanno scritto le sceneggiature dei loro futuri film. Sul sito web del teatro, invece di dialogare con Buñuel, Carrière o Shakespeare, l’utente di internet dialoga con ENA, un bot che imita la conversazione umana. Secondo la definizione di Wikipedia, un bot è una sequenza di computer che esegue compiti ripetitivi che per un essere umano sarebbero impossibili o molto pesanti. Per imparare a scrivere, a ENA sono stati mostrati 8 milioni di documenti.

I bot che rispondono al telefono quando chiamiamo le grandi compagnie, quelli che condizionano i social network quando si avvicinano le elezioni o i bot che affrontiamo nei giochi elettronici sono fratelli e sorelle di ENA. Ma ENA non vuole venderci nulla, non vuole informarci di nessuna notizia (fake o reale) e non vuole nemmeno confortarci. ENA è stata concepita con il solo scopo di far finta di essere un umano, quindi per fare teatro. ENA non capisce quello che dice o che le viene detto. Per ENA il linguaggio è solo una sequenza di segni a cui risponde con un’altra sequenza.
Qualsiasi dialogo con ENA avrà senso solo per la persona che partecipa alla conversazione e per il pubblico che sta leggendo la conversazione sul sito web del teatro in quel momento.   Avere un dialogo con ENA è come giocare a squash con un muro che ti restituisce la palla. Tenete a mente che, come essere umano, potreste rimanere sorpresi o arrabbiarvi, o stancarvi. ZONA K non può essere ritenuta responsabile dei messaggi inviati da ENA che possono essere imprevedibili.

ATTENZIONE:
ENA ha imparato a scrivere con GPT-2 (OpenAI) e dialoghi grazie a DialoGPT (Microsoft) del database Transformer (Google). Per questo motivo, pur capendo l’italiano, risponde solo in inglese. Nessuno è perfetto.

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Info: scrittura collettiva online • durata a piacere • in italiano e inglese tradotto simultaneamente

Partecipazione: gratuita, non stop 24 ore su 24 sul sito zonak.it

Se hai parlato con ENA e vuoi una copia del tuo dialogo, invia una mail a biglietti@zonak.it indicando chiaramente il nickname e giorno del tuo colloquio

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Un progetto di Roger Bernat  con la collaborazione di Mar Canet e Varvara Guljajeva web design e programmazione Mar Canet e Varvara Guldjajeva  grafica Marie-Klara González coordinamento Helena Febrés co-produzione FFF e Teatre Lliure  grazie a Fabiano Cocozza

 

 

BIO

Magdalena Barile vive e lavora a Milano. Autrice, drammaturga e sceneggiatrice, insegna Scrittura Teatrale alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi e alla Scuola Belleville e Sceneggiatura allo IED – Istituto Europeo di Design. I suoi testi teatrali, molti dei quali sono stati tradotti in diverse lingue ricordiamo i più recenti: Raffiche (2016); Il divorzio, adattamento del film Divorzio all’italiana di Pietro Germi (2016); Rosa Conchiglia. Anaïs Nin e i giorni del porno (2017); Cosa beveva Janis Joplin (2018); Api Regine. Commedia fantascientifica sull’eliminazione del maschio (2018). Collabora stabilmente come autrice e sceneggiatrice con la Radiotelevisone svizzera (RSI) e ha partecipato alla scrittura di diversi programmi di drama e comedy per la televisione italiana (Albero Azzurro, Camera Cafè, Bye Bye Cindarella).

Roberto Fratini Serafide (Milano, 1972), drammaturgo e teorico della danza, è docente presso il Conservatori Superior de Danza (Istituto del Teatro) de Barcelona, e ha tenuto corsi e conferenze presso altre università europee. Collabora con diverse compagnie internazionali di danza contemporanea e teatro (tra queste la Compagnia Caterina Sagna, La Veronal, Roger Bernat FFF, Taiat Dansa, Germana Civera, Aerites Dance Company, Alexandra Waierstall, Sol Picó, Philippe Saire) e ha impartito workshop di drammaturgia presso differenti master e istituzioni teatrali. Il suo libro A Contracuento. La danza y las derivas del narrar è stato pubblicato nel 2012. Ha ricevuto nel 2013 il Premio FAD Sebastià Gasch per l’insieme della sua traiettoria artistica e intellettuale.

Renato Gabrielli drammaturgo e sceneggiatore, insegna alla “Paolo Grassi” e alla Scuola di Cinema “Luchino Visconti” di Milano. È autore della guida Scrivere per il teatro (Carocci, 2015). Tra i suoi lavori teatrali più recenti: Combattenti (“Hystrio” XXIX-3, 2014), La donna che legge (Cue Press, 2015), Redenzione (2017), Spin (2018), Fammi un’altra domanda e Nessun miracolo a Milano (2020). Nel 2008 ha vinto il Premio Hystrio per la drammaturgia. Nel 2020, con Procedura, ha vinto il Premio InediTo Colline di Torino – Sezione Teatro.

 

 

 

 

 

Michele Losi / Pleiadi (IT)

R 500 – Safari nel labirinto urbano. #Studio II è una camminata urbana che conduce il pubblico all’esplorazione della natura, a volte nascosta ai nostri occhi, e della sua complessa relazione con l’architettura urbana e gli abitanti, in uno stretto raggio di 500 metri compreso tra ZONA K e la Biblioteca degli Alberi.

Questa seconda tappa del lavoro di ricerca, iniziato a ottobre 2019, nasce da due residenze artistiche del collettivo Pleiadi a ZONA K e dal format europeo “Radius” dell’artista olandese Sjoerd Wagenaar: un metodo di indagine artistica e scientifica di uno stretto raggio di territorio.
Il format Radius invita le persone a guardare il paesaggio circostante con uno sguardo nuovo, basato sulla conoscenza dell’ambiente. Gli artisti raccolgono storie dai residenti, consultano scienziati, architetti, biologi, ‘scavando’ e mappando il raggio di territorio, restituendo al pubblico l’esito dell’indagine attraverso una camminata urbana.
Anche quest’anno ci sarà il contributo del Collettivo di architetti Studio Pasta Madre.

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venerdì 23 e sabato 24 ottobre ore 17.00 – ore 17.45 – ore 18.30
domenica 25 ottobre ore 16.00 – ore 16.45 – ore 17.30

partenza ZONA K

Info: camminata urbana per 10 persone • in italiano

La camminata dura circa 100 min e sarà percorsa a piedi.
Il luogo di arrivo è vicino a quello di partenza.
Si raccomanda di munirsi di scarpe comode e impermeabile in caso di pioggia leggera; in caso di forte pioggia l’evento sarà annullato.

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Un progetto di Pleiadi, Campsirago Residenza, in collaborazione con ZONA K (IT), The International Accademy for Natural Arts (NL), BAM – Biblioteca degli Alberi Milano (IT), Artistic and scientific team Michele Losi, Sjoerd Wagenaar, Liliana Benini, Sofia Bolognini, Luca Maria Baldini, Emilio Padoa Schioppa, collettivo Studio Pasta Madre. Cittadini del quartiere che parteciperanno all’indagine.

 

**Azione performativa inserita in “IntercettAzioni”- Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e ZONA K, Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, con il contributo di Regione Lombardia, MiBACT e Fondazione Cariplo.**

Bozkurt, Campara, Oglialoro, Tabilio, Venturi con Rimini Protokoll

Un progetto di ZONA K e Casa degli Artisti

L’emergenza pandemica ha comportato una divisione delle componenti sociali in sistemicamente rilevanti e non rilevanti. Per molti è stata una polarizzazione anche psicologica: tra ciò che è essenziale e ciò che è superfluo. Le professioni artistiche non sono rientrate tra quelle socialmente necessarie.

Dobbiamo pensare a un mondo nel quale l’arte non avrà più un ruolo? Possiamo immaginare una realtà che annulli l’esistenza dell’arte e di chi vi lavora? Che relazione può intrattenere l’arte con ognuno di noi in questo stato di crisi? Sta per finire qualcosa che è diventato da tempo stantio? Una crisi così profonda può essere un’opportunità?

FASE NOVE // Assolo Urbano invita a porsi queste domande nel contesto della città. Nove luoghi importanti per l’arte a Milano – alcuni iconici, altri insoliti – diventano il palcoscenico di nove installazioni audio che, attraverso interviste a diversi esperti, si confrontano con la domanda provocatoria: Perché esiste l’arte?

 

 

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Info: camminata urbana per 1 persona • in italiano • lunedì riposo

acquisto biglietti unicamente su zonak.it
Ritiro biglietti il giorno stesso della camminata 15 minuti prima dell’inizio presso il punto di partenza c/o Casa degli Artisti, Corso Garibaldi, 89/A – via Tommaso da Cazzaniga -M2 Moscova-

 

INFORMAZIONI FONDAMENTALI PER PARTECIPARE:
Sarà chiesto un documento come cauzione per l’uso del navigatore.
Trattandosi di un percorso a tappe obbligate l’orario di partenza è improrogabile. La camminata dura circa 120 min e sarà percorsa a piedi. Il luogo di arrivo è vicino a quello di partenza. Si raccomanda di munirsi di scarpe comode e impermeabile in caso di pioggia leggera; in caso di forte pioggia l’evento sarà annullato.

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** Azione performativa inserita in “IntercettAzioni” – Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e ZONA K, Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, con il contributo di Regione Lombardia, MiBACT e Fondazione Cariplo.**

Artisti Ekin Bozkurt, Chiara Campara, Giulia Oglialoro, Riccardo Tabilio e Francesco Venturi Supervisione artistica Aljoscha Begrich e Jörg Karrenbauer (Rimini Protokoll) Project management Valentina Kastlunger (ZONA K) Coordinamento e mixing audio William Geroli Implementazione multimedia Stripes Digitus Lab In collaborazione con Eataly Smeraldo, Goethe-Institut Milano, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Libreria Feltrinelli di viale Pasubio, Giardini in Transito – Giardino Comunitario Lea Garofalo, Anteo Palazzo del Cinema, Caffè Letterario Cult, Piccolo Teatro di Milano  Main partner Casa degli Artisti BNP Paribas Si ringrazia  Armonium Galvan Foto Luca Del Pia Con la partecipazione di Marta Alessandri, Alice Bescapè, David Bidussa, Roberta Carpani, Mauro Ferraresi, Christian Gangitano, Antonio Ottomanelli, Laura Pugno, Palma Rivetti (Mina), Silvia Vizzardelli, Wu Ming 2


 

BIO

Ekin Bozkurt (sound designer), Chiara Campara (filmmaker), Giulia Oglialoro (autrice, giornalista), Riccardo Tabilio (autore e dramaturg) e Francesco Venturi (compositore) sono gli artisti che la seconda open call di Casa degli Artisti a tema “Work” ha selezionato nel marzo 2020 per il progetto artistico condiviso con il collettivo tedesco Rimini Protokoll.

Il lavoro, coordinato e seguito da Jörg Karrenbauer e Aljoscha Begrich di Rimini Protokoll nel ruolo di mentori, è stato completamente ripensato durante i mesi di lockdown. È restato centrale il tema del lavoro, ma ha deciso di concentrarsi in particolare sul lavoro nel mondo della cultura e dell’arte, tema reso ancora più urgente dalla crisi provocata dalla pandemia. Si è deciso di lavorare proprio sulla contingenza, considerandola un’opportunità, indagando la mutevole percezione degli spazi e degli operatori culturali.

Rimini Protokoll è un collettivo teatrale berlinese fondato nel 2000 da Stefan Kaegi, Helgard Haug e Daniel Wetzel e negli anni ha collaborato con diverse costellazioni di artisti. L’obiettivo è quello di espandere i mezzi del teatro al fine di creare nuove prospettive sulla realtà. Rimini Protokoll si avvale della collaborazione di esperti, le cui conoscenze e competenze vanno oltre il teatro, per produrre spettacoli, produzioni radiofoniche e interventi urbani che spesso traducono spazi urbani e strutture sociali in formati teatrali.

 

Collettivo MMM (IT)

Arriva a Milano Radio Olimpia, Bomba libera tutt!, un campo da gioco e una stazione radiofonica mobile ospitata da un camper California.

Sul campo da gioco, allestito nella nuova piazza di via Toce del quartiere Isola, si svolgeranno una serie di gare che porteranno il pubblico, diviso in squadre, a sfidarsi in un’inedita forma di olimpiade performativa contemporanea.
Tutti i giochi sono ispirati ad azioni performative di artisti noti e meno noti.

In diretta dal campo da gioco verranno introdotte le discipline, accompagnate e arbitrate le gare. Ogni azione sarà commentata in radiocronaca e verrano portati in trionfo vincitori e vinti.
Si tratteranno contenuti di approfondimento sulle performance degli artisti citati e sui temi a cui si farà riferimento nei giochi: lo spazio pubblico, il momento della festa, il gioco, il tempo non produttivo, in un susseguirsi di sfide, interviste ad “ospiti speciali” e ai partecipanti che rendono vive le frequenze in piazza di Radio Olimpia, Bomba Libera tutti!

 

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Gioco|Performance a squadre – durata 100 min. – in italiano
c/o Piazza Aperta di via Toce, Milano [Tram 2, 4]

In caso di pioggia l’evento sarà annullato.
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Ideato, realizzato e performato da Collettivo MMM: Martino Ferro, Maria Caterina Frani, Maria Pecchioli, Produzione Pergine Festival, in co-produzione con ZONA K  Il Giardino delle Esperidi Festival, In\Visible Cities / Contaminazioni digitali e con il supporto di Indisciplinarte e Periferico Festival, Progetto vincitore Bando Open_Creazione urbana contemporanea Ph. Giulia Lenzi

 

 

BIO
Il Collettivo MMM (Maria Pecchioli, Martino Ferro e Maria Caterina Frani) ha collaborato in passato all’attivazione di formati performativo-radiofonici (Forever, Maria di Sant’Elena, MMFight), ha co-diretto con l’associazione Fosca lo spazio Frau Frisör Fosca dedicato a linguaggi e contaminazioni artistiche proponendo un programma interdisiciplinare rivolto alla cittadinanza.
La relazione con il contesto, la capacità di coinvolgere e promuovere il singolo e il gruppo, la condivisione di pratiche e visioni sono alla base del percorso in comune. Maria Pecchioli è artista e producer di piattaforme cross-mediali, performer e film maker. Martino Ferro è scrittore e sceneggiatore di cinema e televisione. Maria Caterina Frani è attrice, performer, speaker e assistente alla regia.

Gianmarco Maraviglia

ZONA K è da sempre attenta al linguaggio della fotografia e di come essa rappresenti la realtà. Abbiamo così deciso di riaprire la nostra sede con una mostra fotografica d’autore che racconta con lucidità e pudore ciò che è accaduto e che ha stravolto la nostra quotidianità per capire meglio quel punto interrogativo sul nostro futuro prossimo.

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E’ come se qualcosa si fosse inceppato e poi rotto. Rotto il tempo, la realtà, le abitudini. Il senso di libertà, la leggerezza, una certa arroganza nel dare per scontata la vita, perfino. Quella vita.
Poi è arrivato il giorno in cui è cambiato tutto. Stroncata la spensieratezza, annullata una gestualità tipicamente italica, spazzato via lo scorrere “normale” delle consuetudini e delle giornate. Ci si è scoperti vulnerabili, l’universo tutto da conquistare si è rimpicciolito fino a entrare all’interno delle pareti domestiche. Polverizzate le certezze, spogliate le impalcature, ci si è stretti alle uniche sicurezze ancora solide.

Si è aspettato, come se fossimo rinchiusi in un bunker, che un’entità altra ci desse nuovamente il via libera. Si è affidata la nostra esistenza prima a un bollettino, poi alle tecnologie. La parola “controllo” ha assunto le tinte rassicuranti di un mantello di protezione.
E infine la riapertura. Evviva. Ecco dunque tutti riversarsi in strada, con la fretta e l’urgenza di riappropriarsi del tempo che fu, la necessità quasi fisica di convincersi che fosse tutto finito, passato, pronto a essere dimenticato.

Eppure. Abbiamo fatto finta che non fosse successo niente, volevamo che non fosse successo niente. Ma qualcosa continua a non funzionare. Ed è solo adesso, probabilmente, ora che le emozioni si depositano e sedimentano, che abbiamo il coraggio e la lucidità di comprendere quanto davvero quella frattura del normale si sia fissata dentro di noi in maniera irreversibile. Gianmarco Maraviglia ha voluto raccontare il “suo” covid, in una narrazione a metà fra il racconto intimo e l’indagine fotogiornalistica, pur evitando la dimensione più dettagliata della malattia. Ma anche lui si è ritrovato di fronte al dilemma del “disallineamento”. Come rappresentare e sintetizzare dunque visivamente il cambio di piano sequenza del reale che le nostre esistenze hanno subito? Nasce così il glitch, l’errore di sistema. Immagini di “matrixiana” suggestione che lasciano aperto un interrogativo sul nostro futuro prossimo.

Inaugurazione – 15 settembre 2020, ore 19.00
In esposizione – dal 15 al 24 settembre 2020

Martedì – Domenica 17.00 – 21.00 Lunedì 17.00 – 19.00

Ingresso gratuito contingentato a max 20 persone contemporaneamente

DER MOND – LA LUNA

Un progetto di ZONA K, in collaborazione con BAM Biblioteca degli Alberi di Milano, inserito nel programma Milano Summer School – Comune di Milano

Prima di tornare finalmente a scuola, sei pront_ a partire per un viaggio sulla LUNA?
Cosa vuoi portare con te? Cosa scoprirai lassù?

Tra passeggiate lunari, creature immaginarie, parole, suoni e immagini, i bambini lavoreranno con un’artista/videomaker e con un esperto di arti circensi e teatrali. Con loro inventeranno un incredibile viaggio sulla LUNA utilizzando corpo, voce e immaginazione, supportati da strumenti audio e video.
Tutte le attività proposte sono volte a stimolare bambine e bambini a utilizzare la lingua tedesca in modo giocoso e creativo.

Il campus si svolgerà lungo l’arco della giornata e le attività saranno condotte sia all’interno di ZONA K sia all’aperto, nella bellissima BAM Biblioteca degli Alberi di Milano,  in uno spazio riservato tutto per noi.

 

Si prevede la possibilità di organizzare un massimo di due gruppi di 7 bambini ciascuno, così come indicato dalle linee guida del Comune di Milano.

Questo il programma della giornata tipo:

ore 9.00

accoglienza Gruppo 1

ore 9.15

accoglienza Gruppo 2

ore 9.30 – 10.30

Gruppo 1: Audio – Gruppo 2: Movimento

ore 10.30

Merenda all’aperto

ore 11.00 – 12.30

Gruppo 1: Video – Gruppo 2: Teatro

ore 12.30 – 14.00

Pranzo al sacco all’aperto e giochi

ore 14.00 – 15.00

Gruppo 1: Movimento – Gruppo 2: Audio

ore 15.00 – 16.00

Gruppo 1: Teatro – Gruppo 2: Video

ore 16.00

Uscita Gruppo 1

ore 16.15

Uscita Gruppo 2

Il campus è organizzato in modo da rendere felice e piacevole l’esperienza a tutte le bambine e tutti i bambini e di rispondere alle normative nazionali in relazione all’attuale emergenza sanitaria (DPCM del 17/05/2020 e del 11/06/2020 e Ordinanze della Regione Lombardia n. 547 del 17/05/2020 e n. 566 del 12/06/2020)
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Costo: € 190,00
Sconto del 10% a partire dal/la secondo/a iscritto/a e per n. 1 BAM FRIENDS*.
I due sconti non sono cumulabili.
*Al primo incontro verrà chiesta visione della tessera relativa.

N.B. E’ richiesto il pranzo al sacco

Il campus è a numero chiuso, si attiva al raggiungimento nel numero minimo di iscritti richiesto.
Le iscrizioni si chiudono il giorno 21 agosto o al raggiungimento del numero massimo di iscritti previsto.

CLICCA QUI E COMPILA SUBITO  IL MODULO D’ISCRIZIONE
IMPORTANTE: IL MODULO VA COMPILATO PER OGNI ISCRITTO/A E CORREDATO DI PRESA IN CARICO DEL BONIFICO

Per informazioni più generali, contattaci all’indirizzo organizzazione@zonak.it

 

DER MOND – LA LUNA
MULTIDISZIPLINARISCHER FERIENCAMPUS IN DEUTSCHER SPRACHE
FÜR KINDER VON 6 BIS 11 JAHREN
Vom 31. August bis 4. September

Seid ihr bereit, mit uns zum Mond zu fliegen? Was möchtet ihr mitnehmen?
Und was meint ihr könnt ihr dort oben entdecken?

Zwischen Mondspaziergängen, imaginären Kreaturen, Worten, Klängen und Bildern werden die Kinder mit einer Künstlerin und Videokünstlerin und einem Experten für Zirkus- und Theaterkunst arbeiten und ihre Reise zum Mond mit Körper, Stimme und Vorstellungskraft erfinden, unterstützt durch Audio- und Videoequipment.

Die vorgeschlagenen Aktivitäten zielen darauf ab, Kinder zum spielerischen und kreativen Gebrauch der deutschen Sprache anzuregen.

Der Campus findet von 9.00 bis 16.00 Uhr statt.

Die Aktivitäten werden sowohl drinnen in den Räumlichkeiten von ZONE K, als auch draußen in einem in der BAM für uns reservierten Bereich durchgeführt.

Gemäß den Richtlinien der Stadt Mailand können maximal zwei Gruppen von je 7 Kindern teilnehmen.

Beiden Gruppen werden voneinander getrennt das folgende Programm machen:

9.00 Empfang

Gruppe 1 (Büros)

9.15 Empfang

Gruppe 2 (Haupteingang)

 9.30 – 10.30

Gruppe 1: Audio – Gruppe 2: Bewegung

 10.30

Imbiss im Freien

 11.00 – 12.30

Gruppe 1: Video – Gruppe 2: Theater

 12.30 – 14.00

Mittagessen und Spiele im Freien

14.00 – 15.00

Gruppe 1: Bewegung – Gruppe 2: Audio

15.00 – 16.00

Gruppe 1: Theater – Gruppe 2: Video

16.00 Ausgang

Gruppe 1: Büros

16.15 Ausgang

Gruppe 2: Haupteingang

 

Wir möchten Sie darauf hinweisen, dass jedes Kind sein eigenes Lunchpaket mitbringen muss.

DIE UNTERWASSERWELT – IL MONDO SOTTOMARINO

Un progetto di ZONA K, in collaborazione con BAM Biblioteca degli Alberi di Milano, inserito nel programma Milano Summer School – Comune di Milano

Cosa c’è nel mondo sottomarino?
Andiamo a scoprirlo!
Pesci colorati e piante stranissime, sirene e tesori abbandonati dai pirati… e tanto altro ancora!

Giochiamo col corpo e con la musica, costruiamo oggetti e immagini, creiamo insieme il nostro mondo acquatico!

Tutte le attività proposte sono volte a stimolare bambine e bambini a utilizzare la lingua tedesca in modo giocoso e creativo.

Le attività saranno condotte sia all’interno di ZONA K sia all’aperto, nella bellissima BAM Biblioteca degli Alberi di Milano,  in uno spazio riservato tutto per noi.

Il campus si svolgerà per mezza giornata con i seguenti orari:
I GRUPPO 8.30 – 12.00
II GRUPPO 14.00 – 17.30
Ogni gruppo sarà composto da un massimo di 5 bambini, così come indicato dalle linee guida del Comune di Milano.

Questo il programma della giornata tipo:

 

ore 8.30

Accoglienza Gruppo 1

ore 9.00 – 10.30

 Movimento Gruppo 1

ore 10.30 – 11.00

Merenda all’aperto Gruppo 1
ore 11.00 – 12.00

Arte Gruppo 1

ore 12.00

Uscita Gruppo 1

ore 14.00

Accoglienza Gruppo 2

ore 14.30 – 16.00

Movimento Gruppo 2
ore 16.00 – 16.30

Merenda all’aperto Gruppo 2

ore 16.30 – 17.30

Arte Gruppo 2

ore 17.30

Uscita Gruppo 2

Il campus è organizzato in modo da rendere felice e piacevole l’esperienza a tutte le bambine e tutti i bambini e di rispondere alle normative nazionali in relazione all’attuale emergenza sanitaria (DPCM del 17/05/2020 e del 11/06/2020 e Ordinanze della Regione Lombardia n. 547 del 17/05/2020 e n. 566 del 12/06/2020)
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Costo: € 150,00
Sconto del 10% a partire dal/la secondo/a iscritto/a e per  n.1 BAM FRIENDS*.
I due sconti non sono cumulabili.
*Al primo incontro verrà chiesta visione della tessera relativa.

Il campus è a numero chiuso, si attiva al raggiungimento nel numero minimo di iscritti richiesto.
Le iscrizioni si chiudono il giorno 21 agosto o al raggiungimento del numero massimo di iscritti previsto.

CLICCA QUI E COMPILA SUBITO  IL MODULO D’ISCRIZIONE PER IL GRUPPO MATTINA

CLICCA QUI E COMPILA SUBITO  IL MODULO D’ISCRIZIONE PER IL GRUPPO POMERIGGIO

IMPORTANTE: IL MODULO VA COMPILATO PER OGNI ISCRITTO/A E CORREDATO DI PRESA IN CARICO DEL BONIFICO

Per informazioni più generali, contattaci all’indirizzo organizzazione@zonak.it

 

 

Die Unterwasserwelt – Il mondo sottomarino
Ein kreativer Campus mit Bewegung in deutscher Sprache für Kindergartenkinder
Vom 31. August bis zum 4. September 2020.

Was gibt es alles unter Wasser? Finden wir es gemeinsam heraus !
Bunte Fische, die seltsamsten Pflanzen, Meerjungfrauen, vergessene Piratenschätze….

Wir spielen mit “Leib und Seele”, mit viel Musik, konstruieren Objekte und Bilder und erschaffen unsere eigene Unterwasserwelt.

Unsere vorgeschlagenen Aktivitäten sind darauf abgestimmt, alle Kinder auf spielerische und kreative Weise anzuregen, die deutsche Sprache zu benutzen.

Der Campus wird halbtags angeboten und alle Aktivitäten werden sowohl in unseren Räumlichkeiten von ZONA K als auch in einem für uns reservierten Gelände im Freien ( auf dem BAM: Biblioteca degli Alberi di Milano) stattfinden.

Unsere Aktivitäten werden zu folgenden Uhrzeiten stattfinden:
Gruppe  1 : 8.30 – 12.00
Gruppe 2 : 14.00 – 17.30

Jede Gruppe besteht aus höchstens 5 Kindern, so wie es die Richtlinien der Stadt Mailand vorsehen.

CIAK & RAP!

Un progetto di ZONA K, in collaborazione con BAM Biblioteca degli Alberi di Milano, inserito nel programma Milano Summer School – Comune di Milano

Inventiamo una canzone rap e giriamo insieme il videoclip musicale: azione, parole, musica e divertimento! Ciak… si rappa!

Guidati da un rapper scriveremo e canteremo insieme una canzone a tempo di beat!
Con un videomaker, realizzeremo il videoclip musicale, partecipando alle riprese e al montaggio!

 

Il campus si svolgerà lungo l’arco della giornata e le attività saranno condotte sia all’interno di ZONA K sia all’aperto, nella bellissima BAM Biblioteca degli Alberi di Milano,  in uno spazio riservato tutto per noi.

Si prevede la possibilità di organizzare un massimo di due gruppi di 7 bambini ciascuno, così come indicato dalle linee guida del Comune di Milano.

Questo il programma della giornata tipo:

ore 9.00

accoglienza Gruppo 1

ore 9.15

accoglienza Gruppo 2
ore 9.30 – 10.30

Gruppo 1: RAP scriviamo la canzone
Gruppo 2: VIDEO inventiamo il videoclip

ore 10.30

Merenda all’aperto
ore 11.00 – 12.30

Gruppo 1: SING cantiamo la canzone
Gruppo 2: ACTING recitiamo nel videoclip

ore 12.30 – 14.00

Pranzo al sacco all’aperto e giochi

ore 14.00 – 15.00

Gruppo 1: VIDEO inventiamo il videoclip
Gruppo 2: RAP scriviamo la canzone
ore 15.00 – 16.00

Gruppo 1: ACTING recitiamo nel videoclip
Gruppo 2: SING cantiamo la canzone

ore 16.00

Uscita Gruppo 1

ore 16.15

Uscita Gruppo 2

Il campus è organizzato in modo da rendere felice e piacevole l’esperienza a tutte le bambine e tutti i bambini e di rispondere alle normative nazionali in relazione all’attuale emergenza sanitaria (DPCM del 17/05/2020 e del 11/06/2020 e Ordinanze della Regione Lombardia n. 547 del 17/05/2020 e n. 566 del 12/06/2020)
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Costo: € 180,00
Sconto del 10% a partire dal/la secondo/a iscritto/a e per n. 1 BAM FRIENDS*.
I due sconti non sono cumulabili.
*Al primo incontro verrà chiesta visione della tessera relativa.

N.B. E’ richiesto il pranzo al sacco

Il campus è a numero chiuso, si attiva al raggiungimento nel numero minimo di iscritti richiesto.
Le iscrizioni si chiudono il giorno 28 agosto o al raggiungimento del numero massimo di iscritti previsto.

CLICCA QUI E COMPILA SUBITO  IL MODULO D’ISCRIZIONE
IMPORTANTE: IL MODULO VA COMPILATO PER OGNI ISCRITTO/A E CORREDATO DI PRESA IN CARICO DEL BONIFICO

Per informazioni più generali, contattaci all’indirizzo organizzazione@zonak.it

PLAY DEUTSCH CAMPUS

Play Deutsch Campus si svolge dal lunedì al venerdì ed è organizzato per diverse fasce d’età:
4 – 5 anni dalle ore 9.30 alle ore 11.00
6 – 10 anni dalle ore 10.30 alle ore 13.00
11 – 14 anni dalle ore 14.30 alle ore 17.00

In città c’è un grande mistero da risolvere: abbiamo bisogno di detective, abbiamo bisogno di voi!
Indizi, prove da superare, ogni giorno scopriremo un elemento in più per arrivare alla soluzione del giallo dell’estate!

Un campus tutto in lingua tedesca per giocare con le parole, la musica e il video.

Riceverete un messaggio con i primi intricati indizi e con tutti gli strumenti necessari all’indagine. Incontrerete personaggi reali che vivono in stanze virtuali, che metteranno alla prova le vostre abilità di detective:  vi chiederanno di cantare una canzone rap, inventare una coreografia, girare un video o scattare delle foto…  Solo allora vi sveleranno importanti indizi sul caso!

Allora, siete pronti a svelare il giallo dell’estate?
Ogni settimana vi aspetta un’avventura diversa!

 

Play Campus è un’esperienza virtuale che prevede incontri online sulla piattaforma Zoom di 2h30 al giorno con insegnanti di madrelingua tedesca che guideranno bambin_ e ragazz_ attraverso giochi con musica, movimento, teatro. Il campus sarà condotto da un insegnante di teatro e video, affiancato da un rapper e da una danzatrice.

A bambin_ e ragazz_ potrà essere richiesto di scattare delle foto o raccogliere indizi anche all’esterno, mentre sono al parco o in città, per proseguire l’avventura.

Verranno realizzate dagli insegnanti delle video riprese con smartphone o tablet al fine di consegnare un video racconto dell’ esperienza da detective a tutti i partecipanti al campus.

 

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Costo: € 120,00 una settimana
Sconto del 15% a partire dal/la secondo/a iscritto/a e dalla seconda settimana di campus.
I due sconti non sono cumulabili.

 

COMPILA DA QUI IL MODULO D’ISCRIZIONE
IMPORTANTE! IL MODULO VA COMPILATO PER OGNI ISCRITTO/A

Per rendere effettiva l’iscrizione la ricevuta di pagamento dovrà pervenire all’indirizzo organizzazione@zonak.it entro e non oltre 5gg dall’invio del modulo d’iscrizione.

Le iscrizioni verranno registrate in base all’ordine di arrivo delle ricevute di pagamento.
Il campus è a numero chiuso e si attiva con almeno 5 iscritti.

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PLAY CAMPUS in Deutscher Sprache

Play Campus ist für verschiedene Altersgruppen konzipiert:

4 – 5 Jahre alt von Montag bis Freitag von 9.30 Uhr bis 11 Uhr

6 – 10 Jahre von Montag bis Freitag von 10.30 bis 13.00 Uhr

11 – 14 Jahre von Montag bis Freitag von 14.30 bis 17

 

In der Stadt gibt es ein großes Rätsel zu lösen: Und wir brauchen Euch als  Detektive!  Es gilt Hinweise zu finden und Aufgaben zu lösen. Jeden Tag werden wir einen weiteren Teil zur Lösung des Falls entdecken.

Ein deutschsprachiger Sommercampus in dem wir mit Worten, Musik und Video spielen werden. Zu Beginn erhaltet Ihr eine Nachricht mit den ersten Hinweisen und allen notwendigen Werkzeugen um den Fall zu lösen.

Ihr werdet Personen treffen, die in virtuellen Räumen leben und die Euch – bevor sie ein Geheimnis preisgeben – auffordern einen Rap-Song zu singen, eine Choreographie zu erfinden, ein Video zu drehen oder Fotos zu machen.  Seid Ihr bereit den Fall zu lösen?

Play Campus ist eine virtuelle Erfahrung. Sie umfasst 5 Online-Meetings pro Woche, von jeweils 2h30 pro Tag mit muttersprachlichen Lehrern. Die Kinder werden durch verschiedene Kunstdisziplinen geführt –

machen Spiele mit Musik, Bewegung, Theater und Liedern und erstellen Videos auf ihrem Smartphone oder  dem Tablet. Am Ende des Abenteuers erhalten die Kinder ein Video über ihre Erfahrungen als Detektive.

Die Kinder können aufgefordert werden, draußen im Park oder in der Stadt Fotos zu machen oder Hinweise zu sammeln, während sie sich im Park oder in der Stadt aufhalten, um das Abenteuer fortzusetzen.  Der Campus wird von einem Schauspiel- und Video-Lehrer geleitet, der von einem Rapper und einer Tänzerin begleitet wird.

Jede Woche ein anderes Abenteuer!

 

 

PLAY CAMPUS

In città c’è un grande mistero da risolvere: abbiamo bisogno di detective, abbiamo bisogno di voi!
Indizi, prove da superare, ogni giorno scopriremo un elemento in più per arrivare alla soluzione del giallo dell’estate!

Riceverete un messaggio con i primi intricati indizi e con tutti gli strumenti necessari all’indagine. Incontrerete personaggi reali che vivono in stanze virtuali, che metteranno alla prova le vostre abilità di detective:  vi chiederanno di cantare una canzone rap, inventare una coreografia, girare un video o scattare delle foto…  Solo allora vi sveleranno importanti indizi sul caso!

Allora, siete pronti a svelare il giallo dell’estate?

 

Play Campus è un’esperienza virtuale che prevede incontri online sulla piattaforma Zoom di 2h30 al giorno con insegnanti di diverse discipline artistiche che guideranno i bambini e le bambine attraverso giochi con musica, movimento e teatro. Il campus sarà condotto da un insegnante di teatro e video, affiancato da un rapper e una danzatrice.

Ai bambini potrà essere richiesto di scattare delle foto o raccogliere indizi anche all’esterno, mentre sono al parco o in città, per proseguire l’avventura.

Verranno realizzate dagli insegnanti delle video riprese con smartphone o tablet al fine di consegnare un video racconto dell’ esperienza da detective a tutti i partecipanti al campus.

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Costo: € 100,00
Sconto del 15% dal/la secondogenito/a
Le iscrizioni si chiudono il giorno 26 giugno 2020

Per rendere effettiva l’iscrizione la ricevuta di pagamento dovrà pervenire all’indirizzo organizzazione@zonak.it entro e non oltre 5gg dall’invio del modulo d’iscrizione.

Le iscrizioni verranno registrate in base all’ordine di arrivo delle ricevute di pagamento.
Il campus è a numero chiuso e si attiva con almeno 6 iscritti.

Agrupación Señor Serrano (ES)

C’è un’immagine ampiamente diffusa che ripercorre la storia delle idee: scalare una montagna, superare tutte le difficoltà per raggiungerne la cima e, una volta lì, poter vedere il mondo “così com’è”. Raggiungere la verità e non solo ombre e riflessi. È una bella immagine a tutti gli effetti.

Ma è davvero così? Spesso guardando dall’alto non si vede altro che nuvole e nebbia che ricoprono tutto o un paesaggio che cambia a seconda dell’ora del giorno o del tempo. Com’è il mondo allora? Com’è la verità? Esiste la verità? La verità è la cima di una montagna da coronare e basta, o piuttosto un sentiero freddo e inospitale che deve essere continuamente percorso?

In The Mountain, l’ultimo spettacolo della pluripremiata compagnia catalana, convergono la prima spedizione sull’Everest, il cui esito è ancora oggi incerto, Orson Welles che semina il panico con il suo programma radiofonico The War of the Worlds, giocatori di badminton che giocano a baseball, un sito Web di fake news, un drone che scruta il pubblico, molta neve, schermi mobili, immagini frammentate, e Vladimir Putin che parla soddisfatto di fiducia e verità.

Un palcoscenico bianco e diafano. Miniature in scala su dei praticabili, uno studio radiofonico, una riproduzione dell’Everest, schermi di proiezione portatili e treppiedi cinematografici costituiscono uno spazio a metà strada tra un set televisivo, un museo e un campo da badminton. Una rete di idee, storie, immagini, azioni e concetti è alla base del quadro drammaturgico di The Mountain. Con questi materiali, dispiegati in strati che si mescolano creando connessioni inaspettate, lo spettacolo si presenta come un’esplorazione senza mappa sul mito della verità.

 

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Info: spettacolo multimediale • durata 70 min. • in inglese con sottotitoli in italiano

Una co-produzione ZONA K presentato in collaborazione con Olinda/ Da vicino nessuno è normale

c/o Olinda/Da vicino nessuno è normale, Ex O.P. Paolo Pini – via Ippocrate, 45
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creazione Agrupación Señor Serrano drammaturgia e regia Àlex Serrano, Pau Palacios, Ferran Dordal performance Anna Pérez Moya, Àlex Serrano, Pau Palacios, David Muñiz management Art Republic
Una produzione GREC Festival de Barcelona, Teatre Lliure, Conde Duque Centro de Cultura Contemporánea, CSS Teatro Stabile di Innovazione del Friuli – Venezia Giulia, Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale, ZONA K, Monty Kultuurfaktorij, Grand Theatre, Feikes Huis Con il sostegno di Departament de Cultura de la Generalitat, Graner – Mercat de les Flors. Foto © Jordi Soler

 

 

CODICEFIONDA (IT)
cons. dramm. Agrupación Señor Serrano (ES)

Nella Stagione Teatrale 2021 RAZIONE K arriva PLAY ME (Origins Project), la nuova produzione di ZONA K che prosegue il percorso già intrapreso con Generazione gLocale nel 2017 attraverso il coinvolgimento di ragazzi, l’uso di nuovi dispositivi scenici e il supporto ideativo e drammaturgico di importanti nomi della scena internazionale, per questo progetto il pluripremiato collettivo catalano Agrupación Señor Serrano.

Un bottone. Un giocatore. Uno schermo.

Ecco i nuovi barbari. Incomprensibili agli occhi del mondo adulto. Gli adolescenti, iperconnessi e fragili, terrorizzati e attratti dall’immagine di sé sui “social media”, esperti conoscitori di “sexting”, “video-game” e “binge drinking”, possessori di SmartPhone come prolungamento del proprio corpo. Ma cosa sappiamo degli adolescenti di oggi?

Un corto circuito narrativo dalle origini del videogioco alle origini dell’iGeneration.
Una esperienza immersiva in cui incontrare gli adolescenti di oggi tramite l’uso delle nuove tecnologie. Un percorso di creazione che racconta le nostre identità – reali e virtuali – grazie al confronto tra generazioni.

In questa performance lo Spettatore si troverà in relazione a loro. Potrà scegliere se confermare o mettere in dubbio le proprie aspettative, le proprie paure e i propri pregiudizi. Il fine ultimo sarà un “gioco performativo” per generare un incontro inedito e intimo. PLAY ME (ORIGINS PROJECT) è il risultato di un lavoro sulle biografie di ragazzi incontrati nella fase di ricerca e sviluppo drammaturgico tra Torino e Milano. Quello che il sociologo Morin definisce “cinema di autenticità totale”.

 

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Info: installazione multimediale per singolo spettatore con utilizzo VR • pubblico dai 16 anni in su • durata 30 min. • ingresso ogni 15 min • in italiano
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Direzione progettuale e creazione Andrea Ciommiento, creazione e referenza multimediale Simone Rosset, consulenza drammaturgica Álex Serrano e Pau Palacios, produzione esecutiva Valentina Picariello e Valentina Kastlunger, organizzazione e comunicazione Silvia Orlandi e Federica Bruscaglioni, programmazione applicazione VR Luigi Sorbilli e Giuliano Poretti, assistenza alla creazione Kausar El Allam, Shady Mostafa, Imane Mouslim, Jaouher Brahim, Mattia Ghezzi, Anes Fettar, Matteo Coppola, Momo Moukett, Filippo Farina, Lorenzo Bregant, Federica Bruscaglioni, David Benvenuto. Produzione ZONA K (Milano), creazione Codicefionda (Torino), consulenza drammaturgica Agrupación Señor Serrano (Barcellona), in collaborazione con Fuori Luogo Festival (La Spezia), Polo del ‘900 (Torino), Festival dei Diritti Umani (Milano), Istituto Professionale Albe Steiner (Torino), Yepp Italia (Torino) e Collettivo gLocale (Milano), Con il sostegno del MIC, Con il contributo di IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia e del Comune di Milano e Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa Manin” (CSS Teatro stabile d’innovazione del FVG). Si ringrazia ITAS Giulio Natta e Hotel San Guido di Milano e Digital Storytelling Lab – Università degli studi di Udine.

Il progetto è realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito di ORA! Produzioni di cultura contemporanea. Visita ora.compagniadisanpaolo.it

 

Guinea Pigs (IT)

Lo spettacolo #nuovipoveri della compagnia milanese Guinea Pigs è un percorso di ricerca multiforme che indaga le relazioni tra economia e società, auto-percezione, rappresentazione e auto-narrazione della ricchezza e della povertà. L’ Istat parla di 5 milioni di poveri su una popolazione che supera i 42 milioni di abitanti: i poveri superano l’11% della popolazione totale. Ci sono i poveri assoluti che non hanno le possibilità di far fronte a una spesa minima necessaria per acquistare beni e servizi di prima necessità e i poveri relativi che vivono con una spesa media mensile pari o inferiore ai 667,05 euro. Quindi l’Istat afferma che un povero è chi non riesce a soddisfare gli standard minimi di consumo, chi non riesce a spendere perché non ha.

Il dizionario Treccani definisce il povero come “colui che ha scarsi mezzi economici, che manca del denaro necessario e di tutto quanto il denaro può procurare”, etimologicamente “colui che produce poco”. #nuovipoveri è un progetto sul denaro e sulle sue contraddizioni, sul potere che ha di modificare equilibri e dinamiche di relazione, di decidere delle giornate dei singoli, della felicità delle famiglie e della costruzione dell’identità di un’intera società. Povertà di mezzi e di risorse, di relazioni, di idee e di conoscenze, di possibilità concrete nell’immaginare il proprio presente e un eventuale futuro. Chi sono oggi i nuovi poveri? Come si raccontano a se stessi? Alla società? E ancora come raccontano la società a se stessi? E quanto c’è di vero in questa auto-narrazione?

 

INCONTRO post spettacolo.
Venerdì 5 novembre in occasione della prima milanese di #nuovipoveri la compagnia Guinea Pigs incontrerà il pubblico in sala e proporrà un momento di confronto sui temi affrontati nello spettacolo.
Giulia Tollis, drammaturga della compagnia, guiderà l’incontro e inviterà il pubblico a prendere la parola per esprimere riflessioni e considerazioni, raccontare esperienze, sollevare domande o semplicemente esprimere una sensazione post visione dello spettacolo.
Ospiti del confronto saranno Diana De Marchi, insegnante e consigliera del Comune di Milano, negli ultimi cinque anni Presidente commissione Pari Opportunità e Diritti Civili; Valeria Verdolini ricercatrice dell’Università degli Studi di Milano, sociologa del diritto, attivista e presidente di Antigone Lombardia; Luisa Crevenna, psicologa e psicoterapeuta; una/un rappresentante delle Brigate della Solidarietà di Milano.

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Info: spettacolo • durata 90 min. • in italiano
Presentarsi 40 minuti prima dell’inizio dello spettacolo per ritiro biglietto
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di e con: Letizia Bravi e Marco De Francesca, drammaturgia: Giulia Tollis, regia: Riccardo Mallus, video: Julian Soardi sound design: Gianluca Agostini, set design: Stefano Zullo, light design: Martino Minzoni, set design assistant Giulia Meduri, produzione: Ecate, in collaborazione con Guinea Pigs, con il sostegno di ZONA K e Next – Laboratorio delle idee per la produzione e distribuzione dello Spettacolo dal Vivo Lombardo – Edizione 2019/2020 e con il sostegno di Teatro delle Moire. Grazie a Il Magazzino di Antonio Mingarelli. Azione performativa inserita in “IntercettAzioni”Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, ZONA K, con il contributo di Regione Lombardia, MIC e Fondazione Cariplo.

 

La compagnia ringrazia di cuore Laura Tognetti, Gabriele Di Nardo, Luisa Crevenna, Veronica Ceriani e sua figlia Emma e Michele Rota per essersi prestati al gioco. Ringrazia tutte le persone che, con le loro risposte al questionario, hanno contribuito ad arricchire i contenuti dello spettacolo. Ringrazia Sofia Pauly per la preziosa collaborazione, Francesco Martucci per la costante vicinanza, Benedetta De Falco per la calorosa presenza e Il Magazzino di Antonio Mingarelli per la generosa ospitalità.

 

BIO
Guinea Pigs nasce nel 2014 a Milano. Il primo progetto artistico è lo spettacolo Atti di Guerra (2016). Nel 2017, in collaborazione con il Teatro Out Off di Milano, produce lo spettacolo Casca la terra di Fabio Chiriatti, con il quale vince il bando Siae Sillumina 2016. Sempre nel corso del 2017 avvia il percorso di ricerca e creazione per progetti site specific tra installazione e performance In lotta con la realtà. La prima tappa, Sovra/Esposizioni, viene presentata all’interno di IT Festival. La seconda tappa, Il futuro è una trappola?, viene coprodotta dal Festival Castel dei Mondi e vede la collaborazione di Guinea Pigs con Equilibrio Dinamico Dance Company e con Anelo1997 laboratorio di architettura e scultura romano. Nel 2019, in collaborazione con Museocity, hanno realizzato interventi teatrali e performativi all’interno di alcuni musei di Milano nell’ambito del progetto AMUSE di Fondazione Cariplo.

WIM VANDEKEYBUS
ULTIMA VEZ (BE)

Per l’apertura della Stagione Teatrale 2020 REALITY di ZONA K è stato scelto lo spazio di Casa Degli Artisti, da poco restituito alla città.

In Go Figure Out Yourself, un incontro con il pubblico in uno spazio non allestito, cinque personaggi vi accompagnano lontano dalle rassicuranti pareti del teatro e vi svelano un luogo in cui potrete dar forma ai vostri pensieri, semplicemente guardando e ascoltando. Al ritmo di una colonna sonora che mischia parole, musica e danza, siete invitati a partecipare a un percorso imprevedibile e appassionante.

Go Figure Out Yourself esplora i confini tra pubblico e performer.
Spostandovi liberamente e semplicemente nello spazio, diventerete voi stessi parte di un happening collettivo, da cui uscirete con molte domande e poche risposte. La lentezza del tutto contrasta con la velocità del singolo. Il totale è più della somma delle parti. Tutto è ciò che è.

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presentato in collaborazione con e
c/o Casa degli Artisti, Corso Garibaldi, 89/A – via Tommaso da Cazzaniga -M2 Moscova-

Info: performance di danza • durata 75 min. • in inglese
nb: pubblico e performer divideranno lo stesso spazio scenico. Non sono previste sedute.

Ingresso: intero 15,00 € – ridotto 10,00 € (studenti/ under 26/over 65/gruppi)
Ritiro biglietti c/o Casa degli Artisti, Corso Garibaldi, 89/A – via Tommaso da Cazzaniga -M2 Moscova-

Spettacolo in abbonamento
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regia, coreografia, scenografia Wim Vandekeybus, creato e interpretato da Sadé Alleyne, Maria Kolegova, Hugh Stanier, Kit King, Tim Bogaerts, drammaturgia Aïda Gabriëls, disegno luci Davy Deschepper, Wim Vandekeybus, costumi Isabelle Lhoas assistita da Isabelle De Cannière, coordinamento tecnico Davy Deschepper, fonica Bram Moriau, direzione palco Tom de With, produzione Ultima Vez, coproduzione Les Brigittines (Bruxelles), con il sostegno del Tax Shelter del Governo federale Belga, Casa Kafka Pictures Tax Shelter empowered by Belfius, Ultima Vez è sostenuta dalle Autorità Fiamminghe e dalla Commissione Comunitaria fiamminga della Regione di Bruxelles-Capitale.

 

Fisicità, passione, intuizione sono gli elementi portanti dell’opera di Wim Vandekeybus, uno dei maggiori esponenti della scena performativa internazionale. Artista poliedrico, coreografo, regista, performer, ha frequentato l’Università di Leuven dove ha studiato psicologia. Affascinato dalla relazione tra mente e corpo, questo interesse ha influenzato tutti i suoi lavori coreografici.

Nel 1987 ha fondato la compagnia Ultima Vez con cui ha realizzato quasi 30 produzioni oltre a numerosi film e video. L’uso di media e linguaggi differenti si traduce in cast in continua evoluzione che comprendono danzatori, circensi, attori, musicisti e in collaborazioni con artisti di diverse discipline.

Industry 4.0, la rivoluzione veloce

Tecnologia, lavoro, istruzione, futuro: non c’è mistero o profezia, perché la ricerca procede ormai spedita, ma una grande domanda su quale sarà la visione che si imporrà. La tecnologia ha piani e innovazioni in costante aggiornamento. Come cambierà la nostra vita? Le tecnologie ci hanno regalato velocità, ma senza farci risparmiare tempo, anzi spesso saturandolo in una nuova contemporaneità che affronta nei prossimi anni un salto quantico forse mai visto. Quando la rivoluzione dell’industry si compirà, come verrà ridisegnata la nostra vita?

Con la partecipazione di Matteo Scanni (giornalista, regista, drammaturgo e docente di Human Innovation Culture presso H-Farm)

Modera la serata Angelo Miotto

diretta streaming sulle pagine Facebook @zonakmilano e @qcodemagazine

 

Image: freepik.com

PRESENTAZIONE
PRIMO NUMERO

Q Code Magazine e Prospero Editore vi invitano alla serata di presentazione di “Muri, il primo numero cartaceo del semestrale di geopoetica.

Gianni Mura terrà a battesimo il nuovo giornale.

Saranno presenti molti dei contributors della rivista in formato libro.

Segue brindisi.

Per saperne di più: comunicazione@prosperoeditore.com

EVE #1

 

Torna a Danae Filippo Michelangelo Ceredi con la sua seconda creazione.
EVE #1 esplora il nostro rapporto con la memoria degli avvenimenti del nuovo millennio attraverso le immagini. Dal 2001 ad oggi la comunicazione visuale ha assunto un ruolo predominante e la nostra capacità di ricevere le informazioni è stata fortemente modificata. Il ricordo dei fatti di rilevanza globale verte sempre più spesso su immagini di grandi traumi o di disastri, disegnando un panorama tragico del mondo. La sovrabbondanza di stimoli visivi ha mortificato l’immaginazione e ha generato assuefazione all’orrore. EVE #1 è una rievocazione delle immagini che costruiscono l’immaginario contemporaneo e un tentativo di riprendere uno sguardo più lucido sul presente.

PRIMA ASSOLUTA
di e con Filippo Michelangelo Ceredi assistenti al progetto Clara Federica Crescini, Sara Gambini Rossano
disegno luci Adriana Renna accompagnamento alla realizzazione Alessandra De Santis e Attilio Nicoli Cristiani – Teatro delle Moire una produzione di Filippo Michelangelo Ceredi, Teatro delle Moire/Danae Festival, Lenz Fondazione/Natura Dèi Teatri Festival con il sostegno di IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia (un progetto di Circuito CLAPS e Teatro delle Moire, Industria Scenica, Milano Musica, ZONA K)

durata 50′

 

INFO E PRENOTAZIONI
+39 02 39820636 | +39 338 8139995 | info@teatrodellemoire.it
Prenotazione consigliata

 

 

Filippo Michelangelo Ceredi, dopo la laurea in filosofia a Milano, lavora come assistente alla regia di Marco Bechis nel film Il sorriso del capo (2011), in collaborazione con Istituto Luce, e nella serie web Il rumore della memoria (2014). Assiste Iacopo Patierno nella realizzazione della serie web per il progetto italo-mozambicano Il teatro fa bene (2016) e dirige lavori da videomaker. Dal 2012 inizia una formazione teatrale seguendo i laboratori del Teatro delle Moire e lavorando come tecnico per progetti teatrali. Nel 2016 debutta a Danae Festival con Between Me and P., presentato successivamente a Santarcangelo Festival 2017.

CONCERTO

Francesco Michele Laterza, regista e performer, ritorna a Danae, dopo aver presentato nel 2017 la performance dissacrante tutta al maschile Acquafuocofuochissimo. Questa volta si cimenta in un duetto insieme alla poliedrica artista Floor Robert, performer, disegnatrice e autrice, premiata nel 2008 con la menzione speciale del Premio HystrioConcerto è un concerto dell’immaginazione. Uno spettacolo teatrale che sogna di essere una performance musicale. Il lavoro muove da una raccolta di sogni trascritti e trasformati in canzoni originali o materiali performativi con l’idea di costruire un coro di forze, voci e immagini al limite del paradosso che dialogano all’ interno di un assurdo concerto in perpetuo mutamento.

PRIMA ASSOLUTA
di Francesco Michele Laterza con Francesco Michele Laterza e Floor Robert foto di Fabio Artese coproduzione Teatro delle Moire/Danae Festival con il sostegno di IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia (un progetto di Circuito CLAPS e Teatro delle Moire, Industria Scenica, Milano Musica, ZONA K)

durata 50′

 

INFO E PRENOTAZIONI
+39 02 39820636 | +39 338 8139995 | info@teatrodellemoire.it
Prenotazione consigliata

 

 

 

Francesco Michele Laterza, performer, regista e coreografo, dopo aver lavorato come interprete per diverse compagnie italiane (DOM-,Teatro Valdoca, Strasse, Famiglia Fuché, Inquanto teatro), intraprende un percorso autoriale mettendo al centro della sua ricerca la relazione tra corpo e processi di costruzione dell’identità attraverso la sperimentazione di diverse modalità performative. Nel 2015 con il progetto Acquafuocofuochissimo è coreografo residente presso Anghiari Dance Hub e vincitore del bando Assemblaggi Provvisori indetto dalla Tenuta dello Scompiglio di Vorno (Lucca). Dal 2017 è artista associato del progetto Officina Lachesi Lab curato dal Teatro delle Moire, Danae Festival di Milano. Nel 2018 è tra gli artisti selezionati nel workshop È il corpo che decide a cura di Marcello Maloberti con la performance Esercizi sullo spazio, al Museo del Novecento di Milano. È ideatore e conduttore di progetti di formazione e ricerca teatrale e di laboratori incentrati sullo studio del gesto.

LIVE SESSION

Matita è un concerto da guardare, colorare, disegnare. Un ensemble di disegnatori ritmici attorno a un tavolo microfonato, che amplifica il suono di matite, penne, pennarelli. Un pianoforte li accompagna, li guida, li insegue in un dialogo musicale.
L’atto del disegnare si trasforma in un gesto ritmico, visivo e sonoro, che accompagna e dà forma e struttura alla musica. Il concerto è la presentazione ufficiale del nuovo live da palco, si avvale di nuovi visuals curati dal gruppo stesso, con la collaborazione dell’artista visivo Daniele Spanò.

Antonello Raggi piano elettrico ed elettronica
Fabio Bonelli matite, penne, pennarelli
Francesco Campanozzi pennarelli, penne, matite
Antonello Raggi, Daniele Spanò, Matita visuals

durata 50 minuti

 

INFO E PRENOTAZIONI
+39 02 39820636 | +39 338 8139995 | info@teatrodellemoire.it
Prenotazione consigliata

 

 

 

 

Fabio Bonelli è un musicista e creativo cresciuto musicalmente come chitarrista dei milaus.
Dal 2007 ha sviluppato numerosi progetti, alla continua ricerca di un’unione tra quotidianità e incanto: Musica da cucina (concrete folk per chitarra e tavolo apparecchiato), Matita (collettivo di disegnatori ritmici), dBEETH (DJ set di musica classica su vinile), Sit In Music (indie pop per essere umano e band di pupazzetti), Kosmophon (concerto per chitarra e vecchi vinili di musica etnica), Sii Bih Dii (improvvisazioni aperte su vinili per birdwatchers). Ha creato colonne sonore per documentari (INSOLITO CINEMA, DON’T MOVIE) e per teatro (Gruppo Teatro Campestre), creato installazioni sonore/sound design per rassegne collaborando con artisti visivi (Audiovisiva, Container Art, Tamara Ferioli, Dome Bulfaro, Leonardo Nava).
Ha suonato, tra gli altri, alla Triennale e al Museo della Scienza e della Tecnica (Milano), MITO
Fringe (Milano), Milano Piano City (Milano), Frison (Freiburg, Svizzera), MONA FOMA 2011
(Hobart, Tasmania), Linz 09(Linz, Austria), Città dell’arte/Fondazione Pistoletto (Biella),Teatro Eliseo (Roma), Silencio (Parigi, Francia), RomaEuropa (Roma), Castello di Rivoli(Rivoli, TO), MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo (Roma).
Di lui hanno parlato La Repubblica, LeMonde Magazine, ARTE TV, RTSI Radio Televisione
della Svizzera Italiana, Rai Due “TG2 Costume e società”, Radio Tre “Piazza Verdi”, Radio Tre
“Alza il Volume”, France Culture “L’atelier interieur” e numerose testate giornalistichemusicali sia cartacee (Insound) che online (Rockit, Onda Rock)

WORKSHOP DI INTERPRETAZIONE
PER ATTORI PROFESSIONISTI

L’attore e la scena, dal testo all’azione.

Quando un attore/performer ha raggiunto un livello di consapevolezza tale da rendere il proprio corpo espressivo, liberare la voce e costruire in modo intenzionale un personaggio sulla scena, allora è pronto per un confronto nuovo e per dare vita a un inedito sé in termini performativi.

ZONA K e Teatro Franco Parenti presentano un percorso di formazione tenuto dall’artista Claudio Tolcachir, protagonista indiscusso della nuova scena argentina e regista pluripremiato a livello internazionale. Un workshop in cui sperimentarsi attraverso esperienze di recitazione e rappresentazione scenica, collettive e in solo, al fine di accrescere le proprie potenzialità attoriali.

A chi è rivolto il percorso formativo:

  •  20 attori professionisti che abbiano voglia di affinare le proprie doti attoriali e recitative – costo € 180.00
  • 10 uditori che desiderino entrare in contatto con questo mondo secondo una modalità meno diretta ed immediata – costo € 60,00

Quando:
23 e 24 Novembre ore 11.00 – 18.00 (pausa pranzo compresa) + 25 Novembre ore 10.30 – 13.30

Dove:
ZONA K, Via Spalato 11, M5 ISOLA.

Il workshop è tenuto in lingua spagnola con traduzione in sala.

Le iscrizioni corredate di CV devono pervenire entro e non oltre il 16 novembre all’indirizzo info@zonak.it Per info chiamare il numero 393.8767162.

Pic by Mariana Eliano

 

 

Il workshop nel dettaglio

La proposta didattica formativa approfondirà le seguenti tematiche:
– Come pensare una scena.
– Come scoprire all’interno di un testo le chiavi di una specifica e vasta evoluzione del personaggio. – Come trarre vantaggio dalle linee d’azione fornite dal testo per conferire verità e credibilità al personaggio e alla scena.

Il principale nemico di un attore è la recitazione, se essa si pone davanti all’azione del personaggio, apparendo così come una semplice rappresentazione. Affrontare la sottile, ma enorme differenza tra azione e recitazione, tra essere e mostrare. Rappresentare un pensiero o un’emozione o realizzare un vero processo di pensiero che produce un’emozione genuina nata nel qui e ora che la scena propone. L’idea è di pensare a un attore indipendente, capace di mettere in campo strategie per proporre e risolvere le scene; un attore dotato di armi necessarie per realizzare le sue idee e di malleabilità tale da incorporare le proposte della direzione e trasformarle in motori propri che arricchiscono il lavoro.

L’analisi del testo dovrebbe servire come una guida, piuttosto che come un panorama insondabile che genera impotenza. I personaggi e i loro diversi strati di verità, contraddizione, menzogne e transizioni prendono forma da un’analisi profonda e pratica allo stesso tempo, in unione con le diverse sfaccettature del performer, creando una vera mappa del personaggio.

In relazione all’azione dobbiamo definire quale significato reale abbia quella parola per noi. Se concordiamo che la realizzazione del carattere consista nella modifica di sè o dell’altro, quindi questo è il suo obiettivo, scopriamo che l’azione è un asse che organizza il nostro modo di pensare e agire. L’emozione deriverà dal naturale scontro tra l’obiettivo del personaggio e la sua opposizione, in aggiunta alle circostanze umane che la compongono, ottenendo così un’emozione genuina e non forzata dalla performance.

Obiettivi ed esercizio fisico

Analisi del testo
Lavoro di gruppo per analizzare le scene che si presenteranno, riferendole alla pratica scenica.

Azione, i risultati dell’analisi del testo vengono trasferiti al corpo.
Esercizi sperimentali sul corpo (verbi motori nel corpo – verbi motori nel testo).
Esercizi di comunicazione e relazione (attraverso esercizi verbali focalizzati sulla comunicazione e sulla relazione con l’altro).

Pratica scenica
Lavoro sulle scene preparate in seguito all’analisi del testo, con l’inserimento di esercizi fisici adatti all’interpretazione scenica. Gli esercizi specifici vengono proposti in base alle difficoltà che si presentano al momento della messa in scena delle azioni performative.

 

Studio Azzurro (IT)

Proiezione del film L’uomo che cammina, progetto artistico realizzato da DOM- nella sua edizione milanese.

Un’opera video realizzata da Studio Azzurro, gruppo storico di ricerca artistica che esplora il linguaggio video e gli ambienti mediali, coniugando l’applicazione delle tecnologie con l’idea di un’arte a vocazione sociale.

Nel corso della serata interverranno: Antonio Moresco, Leonardo Delogu, Valerio Sirna, Studio Azzurro e Repubblica Nomade.

 

c/o Cinema Beltrade Via Nino Oxilia 10 – M1 Pasteur

progetto video di Studio Azzurro a cura di Alberto Danelli, Laura Marcolini, Martina Rosa, tratto dall’omonima live-perfomance di DOM-, ideazione, drammaturgia e regia a cura di Leonardo Delogu, Valerio Sirna con Antonio Moresco e con Francesca Agabiti, Isabella Macchi, Paola Galassi, con la partecipazione degli allievi di ITAS Giulio Natta, con il contributo di Teatro Stabile dell’Umbria collaborazione Museo Del Novecento, Milano Sport, Abbazia di Chiaravalle, Hotel Corvetto

 

 

Černobyl’: una catastrofe,
un punto di partenza e di consapevolezza. 

Il nuovo incontro organizzato in collaborazione con Q Code Mag avrà come oggetto il disastro nucleare sovietico, ormai un vero e proprio caso di turismo dopo il successo della serie Tv degli ultimi mesi.

Questo terzo capitolo di discussione vedrà quindi alternarsi il ricordo di chi ha studiato e percorso le strade delle areee contaminate, una analisi e storie di consapevolezza che sono riuscite a decollare proprio grazie all’orrore di quel disastro, anche nelle energie pulite, e un accenno anche alle tecniche drammaturgiche della serie tv, perché quel successo è una leva importante per una sana ecologia.

Interverranno:
Gianluca Ruggieri: ingegnere ambientale università Insubria e vice presidente di ènostra
Gigi Donelli:
giornalista di Radio 24
Yarina Grusha: insegnante della lingua e letteratura ucraina all’UNIMI, traduttrice.
Al momento del disastro, sua mamma l’aspettava di 6 mesi.

 

Modera l’incontro: Angelo Miotto di Q Code Mag

Ingresso gratuito

Claudio Tolcachir (AR)

Per la prima volta in Italia Próximo, ultima creazione di Claudio Tolcachir fondatore della Compagnia Timbre4 di Buenos Aires, considerato il regista e drammaturgo più interessante del teatro contemporaneo.

In Próximo si parla di un amore a distanza vissuto da due ragazzi che nella realtà non si incontrano mai ma si parlano e si vedono solo attraverso pc e smartphone. Uno spagnolo, di Madrid; l’altro argentino, dall’Australia, il pubblico diventa testimone della nascita e della costruzione di questo amore, fatto di parole, di silenzi ed emozioni filtrati da uno dispositivo tecnologico. Lo spettacolo racconta dunque l’esperienza di essere lontano da tutto ma, allo stesso tempo, quella di vivere le emozioni più intense di una vita senza una presenza fisica, nascite, morti, amore, sesso. E indaga tutte le possibilità e i limiti di una relazione costruita sulla connessione di skype in tempi di ipercomunicazione dove parlare d’amore sembra essere un atto di resistenza.

 

Venerdì 22 novembre a fine spettacolo Claudio Tolcachir e la compagnia incontrano il pubblico in una chiacchierata moderata da Sara Chiappori (La Repubblica).

 

Un progetto ZONA K e Teatro Franco Parenti

 

Spettacolo teatrale – in spagnolo con sottotitoli in italiano
c/o Teatro Franco Parenti, via Pierlombardo 14 Milano

 

testo e regia Claudio Tolcachir con Santi Marín, Lautaro Perotti luci Ricardo Sica scene Sofia Vicini costumi Cinthia Guerra organizzazione Teatro TIMBRe 4 produzione Jonathan Zak, Maxime Seuge

 

Vai al WORKSHOP DI INTERPRETAZIONE PER ATTORI PROFESSIONISTI con Claudio Tolcachir

Andy Field (GB)

“La performance one-to-one è come bussare alla porta di uno sconosciuto (…) incerto su quello che troverò dall’altra parte, in quale mondo inciamperò e quali mondi inciamperanno in me”.

I lavori di Andy Field sono insolitamente formali e interattivi e invitano a considerare le nostre relazioni con gli spazi che abitiamo e con le persone che ci circondano.  Nel corso degli anni ha creato progetti artistici in teatri, gallerie, magazzini, parcheggi multipiano, strade cittadine.

Le sue performance interattive sono pensate per coinvolgere pubblici differenti: intere famiglie, come nel caso del fortunato Curious Creatures presentato al Natural History Museum di Londra che ha visto, in 5 giorni, oltre 6 mila partecipanti, o coinvolgono il singolo spettatore, come nel caso di Lookout, performance one-to-one e site specific realizzata in collaborazione con una scuola elementare locale.

Co-direttore dell’organizzazione artistica Forest Fringe è anche docente ospite presso la Royal Holloway University e autore di pubblicazioni per The Guardian, The Stage e Contemporary Theatre Review.

Giovane ed eclettico Andy Field dedica una parte significativa del suo lavoro al coinvolgimento attivo di giovani e giovanissimi.

Incontro organizzato con il supporto del British Council.
In inglese con traduzione in sala

 

VAI ALLA PERFORMANCE Lookout

 

 

A LEZIONE DI VIDEOGAME DESIGN
CON SUPER MARIO

I più piccoli potranno imparare a creare il proprio livello di gioco personalizzato come dei veri e propri videogame designer, grazie al nuovo Super Mario Maker 2.
Non si studierà su libri e quaderni, ma sulla console Nintendo Switch in compagnia dell’idraulico baffuto in persona! A introdurre la speciale lezione, il Prof. Massimiliano Andreoletti della Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Quando nel 1985 Shigeru Miyamoto, il papà di Super Mario, creò il primissimo Super Mario Bros., non esistevano strumenti per realizzare in digitale i livelli prima che venissero codificati e inseriti nel videogioco dai programmatori. L’intera avventura venne quindi disegnata su dei fogli di carta millimetrata e tutte le modifiche successive vennero fatte su della carta trasparente, che veniva poggiata sopra alle tavole originali: erano gli albori di quello che viene comunemente definito level design, ovvero la disciplina che riguarda la progettazione delle strutture dei livelli nei videogiochi. Una disciplina a tutti gli effetti formativa, in grado di sviluppare la creatività e le proprie abilità di problem solving, soprattutto se esplorata fin da piccoli. Nintendo, da sempre molto attenta ai risvolti educativi dei propri prodotti, ha deciso di dare la possibilità ai più piccini di partecipare a un’esclusiva lezione per apprendere tutti i trucchi del mestiere di videogame designer, in cui non verranno utilizzati libri e quaderni, ma uno strumento didattico davvero particolare. Si tratta del nuovissimo Super Mario Maker 2, l’ultimo videogioco dell’idraulico baffuto che permette di costruire da zero i propri livelli di Super Mario, condividerli con tutti e giocare con quelli creati dai giocatori di tutto il mondo.

A partire dalle h 17:30 e fino alle h 19:30, i bambini potranno andare a lezione di videogame design muniti di console Nintendo Switch per imparare tutti i principi base per la costruzione di un buon livello di gioco. Ad attenderli ci sarà non solo uno speciale gadget a tema, ma anche Super Mario in carne e ossa!

Per partecipare all’evento è necessario prenotare il proprio posto scrivendo a info@gdgpr.it o chiamando il numero 0283523510.

La lezione sarà introdotta dal Professore Massimiliano Andreoletti, Docente della Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e Game Scientist al Future Education Modena (FEM), che presenterà a tutti, adulti e bambini, le potenzialità educative del videogioco, un mezzo in grado di stimolare le creatività e l’attitudine al pensiero logico soprattutto sui più piccoli, proprio come in Super Mario Maker 2: ”la sperimentazione di soluzioni diverse e potenzialmente infinite, pone il giocatore di fronte alla sfida di creare un’occasione di gioco che deve essere al contempo interessante e complessa, divertente e alla portata di chi gioca – conferma il Prof. Andreoletti.

 

Per ulteriori dettagli:

Sito Nintendo http://www.nintendo.it

 

Nintendo

Nintendo Co.,Ltd di Kyoto, è un leader mondiale indiscusso nella creazione e nello sviluppo di intrattenimento interattivo. Ad oggi, Nintendo produce e commercializza hardware e software per i suoi sistemi Wii U™ e Wii™, nonché per le famiglie di console portatili Nintendo 3DS™ e Nintendo DS™. Dal 1983, Nintendo ha venduto più di 4,4 miliardi di videogiochi e più di 696 milioni di unità hardware in tutto il mondo, tra cui Wii U, Wii, la famiglia di console portatili Nintendo 3DS (che include New Nintendo 3DS™, New Nintendo 3DS XL™ e Nintendo 2DS™), Nintendo DS™, Nintendo DSi™, Nintendo DSi XL™, Game Boy™, Game Boy Advance™, Super NES™, Nintendo 64™ e Nintendo GameCube™. Nintendo ha inoltre creato icone indiscusse come Mario™, Donkey Kong™ e Metroid™ e lanciato serie del calibro di Zelda™ e Pokémon™. La filiale italiana, con sede a Vimercate (Milano), è attiva dall’inizio del 2002. La filiale europea, Nintendo of Europe, con sede in Germania, è attiva dal 1990 e funge da quartier generale per le operazioni Nintendo in Europa.

MAGIE IN AKTION!

Per la 6^ edizione, i campus estivi di ZONA K in lingua tedesca saranno dedicati alla magia e al video.

Giochi di parole, giochi di magia, travestimenti, clownerie, danza e improvvisazioni teatrali: questi gli ingredienti del campus “Magia in azione!”, tutto in lingua tedesca!

I bambini lavoreranno sullo spazio, il corpo e la parola, le storie e i personaggi, sceglieranno i movimenti, i costumi, le maschere, andranno in giro per il quartiere a cercare le location e poi… ciak, si gira!

Maghi, acrobati, clown, danzatori si aggireranno per il quartiere per realizzare brevi sketch… e come per magia trasformeranno alcuni luoghi in set cinematografici.

Corpo e parola saranno al centro del lavoro delle due settimane e il gioco ovviamente sarà veicolo di comunicazione e di apprendimento della lingua. Ogni attività, salvo eventuali visite di esperti e ospiti esterni, sarà svolta in tedesco, con momenti dedicati al lavoro in piccoli gruppi per stimolare l’uso attivo della lingua anche tra i bambini.

Il programma svolto in ciascuna settimana sarà leggermente diverso per permettere, a chi dovesse frequentarle entrambe, di approfondire alcuni aspetti ludici e impararne altri nuovi.

Si alternerneranno momenti di attività e momenti di riposo e libertà.

Il risultato finale del lavoro sarà un video realizzato insieme ai bambini, che verrà proiettato nel mese di settembre presso ZONA K.

Le iscrizioni verranno registrate in base all’ordine di arrivo delle ricevute di pagamento.
Il numero dei posti è limitato, le iscrizioni sono aperte fino al raggiungimento del numero max di iscritti.

 

Scrivici subito per ricevere tutte le informazioni dettagliate!

SUPEREROI IN AZIONE!

Stanno per arrivare dei nuovi supereroi in città…
Quali superpoteri avranno? Come sarà il loro costume? Cosa diranno gli abitanti della città quando li vedranno?

SuperEroi in azione! è un campus estivo che mette in gioco la tua creatività: inventa il tuo supereroe, scegli i suoi superpoteri, crea il suo costume!

Diventa protagonista della storia che racconteremo attraverso la realizzazione di un video: inventeremo l’arrivo di nuovi supereroi in città, con momenti di fiction e uscite in quartiere.

Una giornata al campus SuperEroi in azione!

ore 9.00 – 9.30

Sigla! (giochi di accoglienza)

ore 9.30 – 10.30

Il mio supereroe (ideazione dei nuovi supereroi e della loro storia)

ore 10.30 – 11.00 Merenda al sacco
ore 11.00 – 11.30 I miei superpoteri (Improvvisazioni e giochi teatrali)
ore 11.30 – 12.30 Alla ricerca di una missione (interviste video in quartiere)
ore 12.30 – 14.00 Supereroi al parco (pranzo al sacco e gioco libero)
ore 14.00 – 15.00 Gli altri supereroi (visione di video sul tema)
ore 15.00 – 16.00 Si gira! (riprese video)
ore 16.30 Uscita

Merende e pranzo al sacco sono a carico delle famiglie. Se il meteo lo consente verranno consumati all’aperto in uno dei parchi cittadini vicini a ZONA K (via Confalonieri, via De Castillia)

Il campus prevede la realizzazione e il montaggio di un video che verrà proiettato a ZONA K dopo le vacanze estive.

Il campus:
– è a numero chiuso, si attiva al raggiungimento del numero minimo di iscritti richiesto
– le iscrizioni si chiudono al raggiungimento del numero massimo di iscritti previsto
– prevede la realizzazione e il montaggio di un video che verrà inviato ai partecipanti nelle settimane successive la proiezione di settembre a ZONA K

Costo: € 190,00
Agevolazioni: sconto 10% per secondogeniti
sconti non cumulabili

CLICCA QUI PER COMPILARE  IL MODULO D’ISCRIZIONE


Per informazioni più generali, contattaci all’indirizzo organizzazione@zonak.it

(Af)fondati sull’economia?

Dieci anni di crisi, 40 anni di politiche neoliberali: le nostre società sono divise, fratturate, senza una visione chiara del futuro.È possibile allora costruire un pensiero economico che ci faccia riemergere dall’apnea dell’ingiustizia sociali e del degrado ambientale?

 

Intervengono:
Clara Capelli – Economista dello sviluppo esperta di Medio Oriente e Nord Africa. Ha esperienze di lavoro e ricerca in Tunisia, Libano e Palestina. Lavora attualmente a Gerusalemme.

Valeria Verdolini – Ricercatrice all’Università degli Studi di Milano, sociologa del diritto e attivista, è presidente di Antigone Lombardia. Dentro e fuori l’Università, si è occupata di processi di: democratizzazione, movimenti sociali, primavere arabe, carcere, politiche di sicurezza, migrazioni, giustizia penale, femminismi. Tra i fondatori di cheFare, project manager e ideatrice di Rosetta, collabora con noi all’ideazione e alla progettazione culturale di molte iniziative.

Modera: Christian Elia – condirettore di Q Code Mag

MIMU’ – Musica per bambini

LEZIONE CONCERTO per 0-6 anni secondo la MLT di Gordon

MIMU’ canta e accompagna i bambini ad ascoltare la sua musica.
Un concerto tratto dall’omonimo disco e curato da Federica Braga, Claudia Veronese e Aldo Bicelli, musicisti-educatori che con passione da quindici anni portano la musica ai bambini, in famiglia e nelle scuole, fedeli alla Music Learning Theory di Edwin Gordon. Grandi e piccini liberi di muoversi, stare seduti o sdraiati, contenuti dal suono dei musicisti posti intorno. Una intensa e giocosa esperienza di ascolto dedicata a chi avrà voglia di prendersi per mano e vivere la musica insieme.

 

Biglietto:  l’acquisto deve essere effettuato per ogni adulto e per ogni bambin* che accede al concerto
– € 8,00 il singolo concerto
Pre acquisto obbligatorio

I giorni di concerto la biglietteria è chiusa, non emetterà biglietti e non sarà possibile tesserarsi.

PER TUTTI GLI ADULTI: E’ OBBLIGATORIO TESSERARSI A ZONA K (gratuitamente) PRIMA DEL CONCERTO
CLICCA QUI!!!!! 

BIGLIETTERIA ONLINE 

info su biglietti@zonak.it —– 393.8767162

Il concerto dura 45 min.
E’ consentito l’ingresso in sala solo entro i primi 10 minuti di concerto.

Ensemble Musicale:
– Federica Braga, voce e pianoforte
– Claudia Veronese, voce
– Aldo Bicelli, voce, percussioni e ukulele – Stefano Zeni, voce e violino
– Davide Bonetti, voce e fisarmonica

INFO e BIGLIETTI:
ZONAK Via Spalato 11 – Milano (Quartiere Isola) tel 393 8767162
Biglietteria on line www.zonak.it biglietti@zonak.it

DESIGNER ANCH’IO!

Arriva il fuorisalone in città! Ecco per te un laboratorio di arte, architettura e teatro.
Diventa designer per un giorno:  trasforma lo spazio e gli oggetti come piace a te!

 

ore 14.00 – 15.00 dai 4 ai 6 anni

Chi sono questi personaggi di plastica? Come parlano? Come si vestono? Che abitudini hanno?
Porta con te una bottiglia di plastica: crea il tuo personaggio e dagli una voce!

ore 16.00 – 17.30 dai 7 gli 11 anni
In collaborazione con The Playroom
Progetta il tuo spazio e costruiscilo: con un po’ materiale di riciclo e molta fantasia costruirai un luogo da abitare e da visitare!

Ingresso laboratori: 10 euro (materna) – 12 euro (elementari)
Prenotazioni: biglietti@zonak.it fino al raggiungimento del numero massimo di partecipanti

REPORTER ANCH’IO!

Il laboratorio è annullato : ( e non è uno scherzo di carnevale.

Diventa video-giornalista per un giorno:  andiamo insieme a caccia di storie e di… oggetti di valore!

 

ore 10.30 – 12.00 dai 4 ai 6 anni
Porta con te il tuo giocattolo preferito: racconteremo una storia in stop motion… e i protagonisti sarete voi!

 

ore 14.30 – 17.00 dai 7 agli 11 anni
Porta un oggetto a cui sei affezionato: racconteremo la sua storia con il teatro e il video… e poi via!
In giro per il quartiere a scovare tante altre storie!

Ingresso laboratori: 10 euro (materna) – 12 euro (elementari)
Prenotazioni: biglietti@zonak.it fino al raggiungimento del numero massimo di partecipanti

I soldi fanno la felicità

Stravolgere il vecchio adagio, che nega questo potere dei soldi, significa andare a vedere come sia cresciuta e come si sia diffusa una nuova finanza, etica, e quali siano gli strumenti adatti e necessari per educarci ed educare in campo economico e finanziario.

Fra gli attrezzi che sono stati sperimentati su scala globale con particolare successo, dai contadini delle terre povere fino ai sostenitori di alcune forze politiche occidentali, c’è il microcredito.

Una serata di dialogo su questi temi.

Intervengono: Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica e Matteo Zagaria, amministratore di CreSud, società italiana che finanzia microcredito nel sud del mondo da 20 anni.

Modera la serata Angelo Miotto.
A cura di Q Code Mag.

 

 

pic. by Freepick

FOCUS MONEY

Costo del denaro, rating, tassi d’interesse, inflazione, deflazione, investimenti, stock market trading, bitcoin….

L’inclusione finanziaria passa anche dall’alfabetizzazione. In Nepal – dove circa il 18% della popolazione è completamente esclusa dal sistema bancario – Prakash Koirala fornisce servizi di educazione finanziaria per informare, coinvolgere, motivare e responsabilizzare i consumatori verso l’indipendenza e la disciplina finanziaria.

Sarebbe necessario farlo anche altrove?

Oggi le più recenti statistiche dicono che le 62 persone più ricche del mondo posseggono la medesima ricchezza della metà più povera del pianeta e i guru dell’economia mondiale immaginano una “globalizzazione” 4.0 in favore di una crescita più centrata sull’uomo, più sostenibile, più inclusiva.

Con quali mezzi e strumenti?

Un focus MONEY e quattro spettacoli che parlano di soldi sono la nostra risposta. Quattro modi diversi di affrontare un tema spinoso da prospettive differenti.

 

22 – 23 febbraio 2019
KALEIDER (UK)
The Money
[spettacolo]

5 marzo 2019
I soldi fanno la felicità
a cura di Q Code Mag
[incontro]

15 – 16 marzo 2019
MAURO PESCIO (IT)
Mio cugino (Limited edition)
[spettacolo]

22 – 23 marzo 2019
ONTROEREND GOED (BE)
£¥€$ (Lies)
[performance]

31 marzo 2019
CHRISTOPHE MEIERHANS (CH/BE)
Trials of Money (preliminary hearing)
[performance]

 

 

Kaleider (UK)

The Money è un incrocio tra un gioco e uno spettacolo teatrale.
Puoi scegliere di essere un Testimone silenzioso e guardare o un Giocatore e prendere parte alla decisione su come spendere una somma vera di denaro.

Da Giocatore puoi esprimerti come preferisci. Ma devi raggiungere un accordo con i tuoi compagni prima che il tempo scada e seguendo le regole che ti verranno date. Se queste condizioni non vengono soddisfatte, i soldi passano al gruppo di giocatori successivo.
Testimoni silenziosi  possono aggiungersi al gruppo dei Giocatori in qualsiasi momento e questo può cambiare tutto.

La premessa ludica di questo celebre lavoro prepara il terreno a una delle conversazioni più memorabili a cui si possa assistere, poiché l’altruismo in realtà presto si dirige verso interessi personali, le personalità di ciascuno si scontrano e le gerarchie vengono capovolte.

I risultati possono portare a tensioni come in un thriller, o possono essere ridicolizzati come in una farsa, ma alla fine ciò che ci si chiede è: ci sono davvero dei valori su cui possiamo essere d’accordo?  La cosa più preziosa di tutte è l’intesa comune? Infine, cos’è la cosa più interessante che possiamo fare insieme a cui non possiamo sottrarci?

 

Gioco|Spettacolo – in italiano

 

Produzione: Kaleider Ideazione e regia: Seth Honnor Collaborazione artistica: Alice Tatton-Brown Direttore di produzione: Jay Kerry PerformersGemma Paintin, Hanora Kamen, Gilda Deianira Ciao Foto: Prudence Upton 

Mauro Pescio (IT)

In un focus dove gli spettacoli raccontano dei meccanismi finanziari/matematici, relativi al denaro, abbiamo pensato a uno spettacolo che toccasse più l’aspetto umano e che raccontasse vite vissute. Ed è in quest’ottica che ospitiamo Mio cugino (Limited edition) di Mauro Pescio che, a suo modo, ha condotto comunque una sorta di indagine sociologica che racconta il nostro quotidiano.

In questo spettacolo Mauro Pescio ci farà conoscere storie di vita vere di persone che ha incontrato. Ha scelto narrazioni che fossero capaci di sfidare le nostre aspettative sul mondo. Un ragazzo che ha vissuto la dipendenza da videopoker, un ex pornodivo, una liceale sopravvissuta alla strage di San Valentino 2018 in un campus in Florida, un figlio di un poliziotto ucciso dalle Br, una coppia in crisi per futili motivi. In altre parole, ha cercato storie vere che sembrassero inventate.

Non ha messo limiti riguardo agli argomenti: le storie possono riguardare grandi eventi o piccole cose, situazioni tragiche o comiche, insomma qualsiasi esperienza di vita capace di darci un punto di vista originale e significativo della realtà. Lasciandosi guidare dalla convinzione che più ci sforziamo di capire il mondo, più il mondo si fa elusivo e ingannevole e che soltanto nelle esperienze degli esseri umani si possa andare a cercare una qualche risposta capace di contenere un nocciolo di verità.

 

 

Spettacolo – in italiano

 

Di Mauro Pescio Con Mauro Pescio, Giulia Valli e Stefano Malatesta e con l’amichevole partecipazione di alcuni amici, colleghi e umanità varia in via di definizione

 

Mauro Pescio, autore radiofonico e teatrale, vive a Roma. Dopo essersi diplomato alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano si trasferisce a Roma dove fonda una compagnia teatrale con cui lavora per dieci anni. Dal 2012 è autore di “Voi siete qui” per Radio24 e dal 2015 di “Pascal” di Radio2. Dal 2017 collabora con Radio3 per la trasmissione di audiodocumentari “Tre soldi”. Per Audible ha scritto “La piena”, prima produzione italiana di Amazon di un podcast teatrale.