FOCUS #2 · TERRITORI

“Che strana condizione stiamo vivendo. La Terra reclama la nostra attenzione, la crisi climatica chiede di prenderci finalmente cura del nostro Pianeta, proprio quando ci sembrava di poterne prescindere. Alcuni (pochissimi super ricchi), progettando di trasferirsi altrove, colonizzando altri Pianeti o trasferendo la propria residenza su razzi spaziali in orbita lontano da qui. Altri (sempre di più), ritagliandosi un proprio recinto, all’interno di confini sempre più incerti quanto più ritenuti naturali, tradizionali, ereditati: noi dentro e gli altri fuori. Moltissimi (quanti miliardi?) alloggiando per molto del proprio tempo in spazi digitali, secondo codici e regole di natura topologica e non metrica. Tutti costruiamo territori esclusivi, case fatte a nostra misura, “particolari soluzioni abitative”, potremmo chiamarle nel linguaggio sciatto degli agenti immobiliari. Dunque, territori artificiali, che non esistono in natura, nostre proiezioni fantasmatiche. Con una particolarità mica da poco però: per essere abitabili questi territori hanno bisogno delle risorse estratte dal territorio comune che è la Terra: l’energia, il cibo, la manodopera, la tecnologia, i metalli, l’ossigeno, l’acqua…”

Leggi l’editoriale completo di Claudio Calvaresi

PROGRAMMA

8 + 9 e 15 + 16 giugno c/o Parco delle Groane
Caroline Barneaud, Stefan Kaegi (CH/GE)

22 + 23 giugno
ZONAK presenta
BÜRGERBHÜNE

10 + 11 settembre
Be Flat (BE)

20 + 21 settembre
Moni Wespi (CH/BE)

11 + 12 ottobre c/o SPAZI NATURALI
Massimo Furlan, Claire De Ribaupierre (CH)

Foto di Cesura – Design Nel Studio di Leonardo Mazzi

PAESAGGI CONDIVISI
Sette pièce tra campi e foreste

Paesaggi condivisi” è un viaggio teatrale tra campi e foreste alla scoperta di sette proposte artistiche. Interventi performativi e coreografici, creazioni sonore e multimediali, affondi filosofici offrono un’esperienza collettiva e partecipata per interrogarci sul rapporto con paesaggio e natura.

Se il paesaggio fosse un teatro? Se l’arte non imitasse la natura, ma ci permettesse di viverla collettivamente? Cosa è in gioco nel nostro rapporto con la “natura” e le sue rappresentazioni, nel momento in cui clima e risorse ci hanno portato alla consapevolezza della nostra fragilità e interdipendenza?

Paesaggi condivisi invita a lasciare il teatro e trascorrere una giornata nella natura: camminando ed esplorando campi e foreste, gli spettatori scopriranno sette proposte artistiche, sette variazioni sul tema paesaggio. Stefan Kaegi, del collettivo Rimini Protokoll, e Caroline Barneaud, curatrice del Théâtre Vidy-Lausanne, hanno invitato dieci artisti europei a condividere le loro visioni sul nostro rapporto con il territorio. Interventi performativi e coreografici, creazioni sonore e multimediali, affondi filosofici offrono un’esperienza collettiva e partecipata. 

Paesaggi condivisi è parte del progetto europeo Performing Landscape, che vede coinvolti otto partner provenienti da Germania, Austria, Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Slovenia, Svizzera. Artisti, organizzazioni culturali ed esperti sviluppano una riflessione sulle nozioni di arte, paesaggio e territorio. Disegnando una mappa visibile e invisibile dei luoghi europei coinvolti, svelano gli spazi che condividono attraverso la lente delle arti e delle scienze. Un modo diverso di guardare e reinventare insieme l’Europa. Paesaggi condivisi ha debuttato il 14 maggio 2023 a Chalet-à-Gobet con il Théâtre Vidy-Lausanne, e viene attualmente adattato e rappresentato nei diversi luoghi coinvolti: Avignone, Berlino, Milano, Lubiana, St. Pölten, la regione di Girona e la regione di Lisbona.

Stefan Kaegi (Rimini Protokoll)  

Regista svizzero del collettivo tedesco Rimini Protokoll, crea solitamente progetti inusuali per lo spazio urbano. In Paesaggi condivisi invita i partecipanti a sdraiarsi sotto gli alberi, con il viso rivolto verso le chiome: una conversazione registrata da ascoltare in cuffia li guiderà in un’esperienza sonora immersiva che inverte le prospettive.

Chiara Bersani e Marco D’Agostin 

Coreografi e danzatori italiani, una con disabilità e l’altro no, esplorano insieme la nozione di “corpo politico” da più di dieci anni. Per Paesaggi condivisi offrono al pubblico un picnic inconsueto, nel quale il paesaggio è tanto condiviso quanto inaccessibile.

Sofia Dias e Vítor Roriz  

Dal 2006, il duo di artisti e coreografi portoghesi ha sviluppato un linguaggio coreografico che combina movimento, linguaggio e suono. Per Paesaggi condivisi il duo ha creato una composizione sonora che guida e coordina due gruppi di spettatori attraverso la foresta, in una specie di pas de deux che mette in discussione i legami tra uomo e natura. Testi, canzoni e paesaggi sonori danno forma a una nuova geometria dello spazio da condividere con gli altri partecipanti.

Begüm Erciyas e Daniel Kötter

Begüm Erciyas, artista turco-belga, e Daniel Kötter, regista tedesco, creano mondi intimi, ibridi e sfaccettati con l’aiuto di diversi media e tecnologie. In Paesaggi condivisi propongono ai partecipanti di indossare visori VR per immergersi in un paesaggio svuotato di ogni presenza umana e lasciato alla mercé dello sfruttamento economico. Gli spettatori diventano invisibili gli uni agli altri e fanno un’esperienza intima e collettiva al contempo.

Ari Benjamin Meyers 

Compositore e artista americano che vive a Berlino, nel suo lavoro esplora la natura performativa e socio-politica della musica insieme a musicisti di ogni estrazione e provenienza. Per Paesaggi condivisi  ha accolto la sfida di comporre per il territorio. Le sue composizioni musicali, interpretate da artisti locali, accompagnano l’intero cammino disegnando vibranti cartografie sonore dello spazio.

El Conde de Torrefiel

Il collettivo spagnolo composto da Tanya Beyeler e Pablo Gisbert mette solitamente in scena spettacoli in cui dialogano testi e “tableaux vivants”, ponendo la lettura al centro del dispositivo. Per Paesaggi condivisi il duo propone ai partecipanti un paesaggio “sottotitolato”: su uno schermo led immerso nell’ambiente naturale scorre un testo che gli spettatori sono invitati a leggere collettivamente – insieme al paesaggio circostante – per analizzare, decostruire e reinterpretare le nostre rappresentazioni della natura.

Émilie Rousset 

Regista francese, indaga e raccoglie archivi e materiale documentario che elabora nelle sue opere teatrali, nelle sue installazioni e nei suoi film. Per Paesaggi condivisi ha raccolto le parole di esperti – un avvocato ambientalista, un agricoltore, un tecnico bio-acustico - che saranno portate al pubblico da alcuni performer e una macchina agricola, invitandolo ad esplorare i legami tra scienza, tecnologia, economia e paesaggio.

PAESAGGI CONDIVISI Sette pièce tra campi e foreste
Durata (stima) : 7 ore, pause incluse Performative land art (teatro, performances, musica…)
Ideazione e cura Caroline Barneaud, Stefan Kaegi (Rimini Protokoll)
Con pièce di  Chiara Bersani and Marco D’Agostin (Italia), El Conde de Torrefiel (Spagna), Sofia Dias and Vítor Roriz (Portogallo), Begüm Erciyas and Daniel Kötter (Turchia, Belgio, Germania), Stefan Kaegi (Germania, Svizzera), Ari Benjamin Meyers (USA, Germania), Émilie Rousset (Francia)
Assistente artistica Giulia Rumasuglia, Magali Tosato
Direzione tecnica Guillaume Zemor 
Produzione e coordinamento Isabelle Campiche, Aline Fuchs (Théâtre Vidy-Lausanne)
With the support of the production, technique, communication and administration teams of Théâtre Vidy-Lausanne
Coordinamento di Performing Landscape Chloé Ferro, Monica Ferrari,  Lara Fischer (Rimini Protokoll)
Produzione Rimini Apparat (Germany) and Théâtre Vidy-Lausanne (Switzerland)
Coproduzione Performing landscape, European consortium: Bunker and Mladi Levi Festival (Slovenia), Culturgest (Portogallo), Festival d’Avignon (Francia), Tangente St. Pölten – Festival für Gegenwartskultur (Austria), Temporada Alta (Spagna), ZONA K and Piccolo Teatro di Milano Teatro d’Europa (Italia).

Berliner Festspiele (Germany).

Performing landscape, European consortium: Bunker and Mladi Levi Festival (Slovenia), Culturgest (Portogallo), Festival d’Avignon (Francia), Tangente St. Pölten – Festival für Gegenwartskultur (Austria), Temporada Alta (Spagna), ZONA K and Piccolo Teatro di Milano Teatro d’Europa (Italia).

Berliner Festspiele (Germania).

pic © Léonard Rossi

con il sostegno di INVR.SPACE GmbH per i visori VR Cinema Solution

con il sostegno di Bundeszentrale für politische Bildung per l’ideazione del progetto

The prototype in Lausanne was supported by Jorat natural park, the City of Lausanne, the Competence Centre in Sustainability of the University of Lausanne.

Be Flat (BE)

performance acrobatica  | durata 60 min

c/o spazi urbani cittadini


In Follow Me due “acrobati urbani” interpretano lo spazio pubblico. Il duo invita a diventare parte dei followers e a scoprire la città in un modo unico. Le strade del quartiere si trasformano in un palcoscenico con le facciate come sfondo, il selciato come tappeto da ballo e il traffico come paesaggio sonoro. Follow Me è la prima produzione di Be Flat (creazione 2017-2018). Una performance acrobatica che viene riscritta per ogni luogo. Un processo di adattamento continuo in cui l’ambiente è il fattore determinante.

Be Flat è una compagnia circense con sede a Gand in Belgio, fondata da Ward Mortier e Thomas Decaesstecker. La compagnia è nota per il suo mix unico di circo acrobatico e sport urbani.

Come residenti dell’ambiente urbano sono affascinati dallo spazio pubblico. La città è un organismo vivente in costante mutamento. Come utilizziamo questo spazio comune? Chi siamo nelle strade delle città di oggi?

registi / artisti circensi Ward Mortier, Thomas Decaesstecker consulenza drammaturgica Craig Weston punto di vista esterno Sander De Cuyper con il sostegno di Vlaamse gemeenschap coproduzione Miramiro partner Circuscentrum, Centre des Arts scéniques, Centre des Arts de la Rue, Latitude 50, Circusplaneet, Circus in beweging e Ell Circo d’ell Fuego

Foto di Yngwie Scheerlinck.

Thomas Decaesstecker (Tervuren 1989) e Ward Mortier (Gand 1993) si sono incontrati per la prima volta ad un raduno di freerunning nel 2008. La condivisione di una comune passione per la musica e il movimento negli anni successivi li ha portati a un’amicizia unica e solida. Ward ha studiato il palo cinese combinato con la danza acrobatica all’ESAC (Ecole Supérieure des Arts du Cirque, Bruxelles). Thomas ha seguito la formazione come acrobata e artista della verticale a Santiago, Cile, presso la Escuela De Artes Circenses Del Circo Del Mundo. Grazie ai loro reciproci interessi, combinati con le loro specializzazioni ed esperienze individuali, hanno acquisito un’ampia gamma di competenze che esprimono in diversi contesti e situazioni.

Massimo Furlan / Claire De Ribaupierre (CH)

performance  | durata 60 min

c/o luogo in via di definizione


Con l’animale è la seconda parte della “Trilogia delle contaminazioni”, un progetto in cui Massimo Furlan e Claire de Ribaupierre si interrogano sui rapporti che abbiamo con la natura e i suoi abitanti, per comprendere come è costituito un ambiente: chi sono i protagonisti, come interagiscono, si evolvono contestualmente e costantemente. Comprendere cosa ci unisce, cosa abbiamo tutti in comune. Come costruiamo equilibri o causiamo squilibri, come creiamo alleanze o rotture, come conviviamo.

Lo spettacolo Con l’animale prende avvio da interviste a persone che hanno un rapporto speciale con il mondo selvatico: guardie della fauna selvatica, guardiacaccia, pescatori, cacciatori locali, teorici dell’ecologia e filosofi. Le storie raccontate riflettono la ricchezza di conoscenze e di legami con gli animali. Fiumi e foreste si rivelano ambienti ricchi di contaminazioni, condensando alcuni dei paradossi del nostro tempo. Gli artisti si interrogano sulle loro abitudini e attrezzature e ascoltano le loro storie, aneddoti ed esperienze. I loro legami con la natura sono al centro della maggior parte delle questioni che riguardano il nostro rapporto con gli animali e la natura: le loro azioni e le loro pratiche combinano tradizione e questioni contemporanee, esigenze necessarie (regolazione della popolazione, alimentazione umana, ecc.) e passatempi domenicali, comprensione intima degli animali nei loro ambienti e domande sull’intervento umano negli ecosistemi naturali.

Oggi, sempre di più, stiamo trascurando la conoscenza ancestrale basata sull’equilibrio tra ciò che prendiamo dalla natura e ciò che le diamo il tempo di ricostituirsi. Non conoscere più l’ambiente significa trascurarlo, trarne eccessivo vantaggio significa distruggerlo. Senza la conoscenza dell’intelligenza di ciò che ci circonda, ci distruggiamo.

un progetto di Massimo Furlan e Claire de Ribaupierre regia Massimo Furlan drammaturgia Claire de Ribaupierre interpreti in via di definizione direzione tecnica Jérôme Vernez luci Etienne Gache suono Aurélien Chouzenoux amministrazione e produzione Noémie Doutreleau tournée e produzione Jérôme Pique produzione Numero23Prod. coproduzione Théâtre Vidy-Lausanne (CH) ; Les 2 scènes, Besançon (FR) con il sostegno di Far Festival, Nyon
Ville de Lausanne, Etat de Vaud, Pro Helvetia – Fondation Suisse pour la Cultura, Loterie Romande, Fondation Leenaards, Fondation Ernst Goehner, Percento culturale Migros.

Questa performance è sostenuta dal programma europeo di cooperazione transfrontaliera programma europeo di cooperazione transfrontaliera Interreg Francia-Svizzera nell’ambito del progetto progetto CDuLaB.

Foto di PierreNydegger

Dopo la formazione all’Ecole des Beaux-Arts di Losanna, lo scenografo e artista visivo svizzero Massimo Furlan ha lavorato con diverse compagnie di danza e teatro. Nel 2003 ha fondato la sua compagnia dedicata alle arti dello spettacolo, Numéro23Prod, per interrogare l’atto della rappresentazione al di fuori dei confini dei generi. Le sue molteplici performance, essenzialmente articolate intorno all’umorismo e al contrasto, mettono in discussione le manifestazioni popolari, la nozione di squadra e i temi dell’immagine, della durata, dell’infanzia, della memoria e del gioco. Nel 1988 Furlan ha ottenuto un riconoscimento della fondazione romanda Irène Reymond e nel 2001 un Prix culturel vaudois jeunes créateurs beaux-arts. Nel 2014 riceve il Premio Culturale Svizzero del Teatro. I suoi lavori sono stati presentati nei teatri e festival di tutt’Europa.

Dal 2023 Claire de Ribaupierre è la drammaturga delle creazioni di Massimo Furlan. Laureata in Letteratura conduce ricerche nei campi dell’antropologia e delle immagini e della letteratura contemporanee.