– Roberto Fratini 20 novembre ore 21.00 – 21.30
– Renato Gabrielli 21 novembre ore 21.00 – 21.30
– Magdalena Barile 22 novembre ore 21.00 – 21.30
Special guest ROGER BERNAT
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Dal 18 al 28 novembre, 24 ore su 24, il regista catalano Roger Bernat, che generalmente crea performance senza performer, ci offre la possibilità di scrivere un’opera teatrale oceanica direttamente sull’homepage di questo sito.
Luis Buñuel e Jean-Claude Carrière si sono chiusi in una stanza e, incarnando i loro personaggi, hanno scritto le sceneggiature dei loro futuri film. Sul sito web del teatro, invece di dialogare con Buñuel, Carrière o Shakespeare, l’utente di internet dialoga con ENA, un bot che imita la conversazione umana. Secondo la definizione di Wikipedia, un bot è una sequenza di computer che esegue compiti ripetitivi che per un essere umano sarebbero impossibili o molto pesanti. Per imparare a scrivere, a ENA sono stati mostrati 8 milioni di documenti.
I bot che rispondono al telefono quando chiamiamo le grandi compagnie, quelli che condizionano i social network quando si avvicinano le elezioni o i bot che affrontiamo nei giochi elettronici sono fratelli e sorelle di ENA. Ma ENA non vuole venderci nulla, non vuole informarci di nessuna notizia (fake o reale) e non vuole nemmeno confortarci. ENA è stata concepita con il solo scopo di far finta di essere un umano, quindi per fare teatro. ENA non capisce quello che dice o che le viene detto. Per ENA il linguaggio è solo una sequenza di segni a cui risponde con un’altra sequenza.
Qualsiasi dialogo con ENA avrà senso solo per la persona che partecipa alla conversazione e per il pubblico che sta leggendo la conversazione sul sito web del teatro in quel momento. Avere un dialogo con ENA è come giocare a squash con un muro che ti restituisce la palla. Tenete a mente che, come essere umano, potreste rimanere sorpresi o arrabbiarvi, o stancarvi. ZONA K non può essere ritenuta responsabile dei messaggi inviati da ENA che possono essere imprevedibili.
ATTENZIONE:
ENA ha imparato a scrivere con GPT-2 (OpenAI) e dialoghi grazie a DialoGPT (Microsoft) del database Transformer (Google). Per questo motivo, pur capendo l’italiano, risponde solo in inglese. Nessuno è perfetto.
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Info: scrittura collettiva online • durata a piacere • in italiano e inglese tradotto simultaneamente
Partecipazione: gratuita, non stop h24 sul sito zonak.it
Se hai parlato con ENA e vuoi una copia del tuo dialogo, invia una mail a biglietti@zonak.it indicando chiaramente il nickname e giorno del tuo colloquio
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Un progetto di Roger Bernat con la collaborazione di Mar Canet e Varvara Guljajeva web design e programmazione Mar Canet e Varvara Guldjajeva grafica Marie-Klara González coordinamento Helena Febrés co-produzione FFF e Teatre Lliure grazie a Fabiano Cocozza
BIO
Magdalena Barile vive e lavora a Milano. Autrice, drammaturga e sceneggiatrice, insegna Scrittura Teatrale alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi e alla Scuola Belleville e Sceneggiatura allo IED – Istituto Europeo di Design. I suoi testi teatrali, molti dei quali sono stati tradotti in diverse lingue ricordiamo i più recenti: Raffiche (2016); Il divorzio, adattamento del film Divorzio all’italiana di Pietro Germi (2016); Rosa Conchiglia. Anaïs Nin e i giorni del porno (2017); Cosa beveva Janis Joplin (2018); Api Regine. Commedia fantascientifica sull’eliminazione del maschio (2018). Collabora stabilmente come autrice e sceneggiatrice con la Radiotelevisone svizzera (RSI) e ha partecipato alla scrittura di diversi programmi di drama e comedy per la televisione italiana (Albero Azzurro, Camera Cafè, Bye Bye Cindarella).
Roberto Fratini Serafide (Milano, 1972), drammaturgo e teorico della danza, è docente presso il Conservatori Superior de Danza (Istituto del Teatro) de Barcelona, e ha tenuto corsi e conferenze presso altre università europee. Collabora con diverse compagnie internazionali di danza contemporanea e teatro (tra queste la Compagnia Caterina Sagna, La Veronal, Roger Bernat FFF, Taiat Dansa, Germana Civera, Aerites Dance Company, Alexandra Waierstall, Sol Picó, Philippe Saire) e ha impartito workshop di drammaturgia presso differenti master e istituzioni teatrali. Il suo libro A Contracuento. La danza y las derivas del narrar è stato pubblicato nel 2012. Ha ricevuto nel 2013 il Premio FAD Sebastià Gasch per l’insieme della sua traiettoria artistica e intellettuale.
Renato Gabrielli drammaturgo e sceneggiatore, insegna alla “Paolo Grassi” e alla Scuola di Cinema “Luchino Visconti” di Milano. È autore della guida Scrivere per il teatro (Carocci, 2015). Tra i suoi lavori teatrali più recenti: Combattenti (“Hystrio” XXIX-3, 2014), La donna che legge (Cue Press, 2015), Redenzione (2017), Spin (2018), Fammi un’altra domanda e Nessun miracolo a Milano (2020). Nel 2008 ha vinto il Premio Hystrio per la drammaturgia. Nel 2020, con Procedura, ha vinto il Premio InediTo Colline di Torino – Sezione Teatro.
E. Bozkurt, C. Campara, G. Oglialoro, R. Tabilio, F. Venturi con Rimini Protokoll
L’emergenza pandemica ha comportato una divisione delle componenti sociali in sistemicamente rilevanti e non rilevanti. Per molti è stata una polarizzazione anche psicologica: tra ciò che è essenziale e ciò che è superfluo. Le professioni artistiche non sono rientrate tra quelle socialmente necessarie.
Dobbiamo pensare a un mondo nel quale l’arte non avrà più un ruolo? Possiamo immaginare una realtà che annulli l’esistenza dell’arte e di chi vi lavora? Che relazione può intrattenere l’arte con ognuno di noi in questo stato di crisi? Sta per finire qualcosa che è diventato da tempo stantio? Una crisi così profonda può essere un’opportunità?
FASE NOVE // Assolo Urbano invita a porsi queste domande nel contesto della città. Nove luoghi importanti per l’arte a Milano – alcuni iconici, altri insoliti – diventano il palcoscenico di nove installazioni audio che, attraverso interviste a diversi esperti, si confrontano con la domanda provocatoria: Perché esiste l’arte?
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14 OTT – 14 NOV ogni 10 min. mercoledì – venerdì dalle ore 13.30 alle 16.30 sabato dalle ore 10.00 alle ore 13.00
INFORMAZIONI FONDAMENTALI PER PARTECIPARE A
FASE NOVE // Assolo Urbano Il giorno della camminata presentasi c/o Casa degli Artisti almeno 15 minuti prima dell’inizio per ritiro biglietto. Sarà chiesto un documento come cauzione per l’uso del navigatore.
Trattandosi di un percorso a tappe obbligate l’orario di partenza è improrogabile.
La camminata dura circa 120 min e sarà percorsa a piedi.
Il luogo di arrivo è vicino a quello di partenza.
Si raccomanda di munirsi di scarpe comode e impermeabile in caso di pioggia leggera; in caso di forte pioggia l’evento sarà annullato. ________________________
Artisti: Ekin Bozkurt, Chiara Campara, Giulia Oglialoro, Riccardo Tabilio e Francesco Venturi Supervisione artistica: Aljoscha Begrich e Jörg Karrenbauer (Rimini Protokoll) Project management: Valentina Kastlunger (ZONA K) Coordinamento e mixing audio: William Geroli Implementazione multimedia: Stripes Digitus Lab In collaborazione con: Eataly Smeraldo,Goethe-Institut Milano, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Giardini in Transito – Giardino Comunitario Lea Garofalo,Anteo Palazzo del Cinema, Piccolo Teatro di Milano Main partner Casa degli Artisti: BNP Paribas Si ringrazia: Libreria Feltrinelli di viale Pasubio, Il Barettino di via Solferino, Armonium Galvan
Foto: Luca Del Pia
Ekin Bozkurt (sound designer), Chiara Campara (filmmaker), Giulia Oglialoro (autrice, giornalista), Riccardo Tabilio (autore e dramaturg) e Francesco Venturi (compositore) sono gli artisti che la seconda open call di Casa degli Artisti a tema “Work” ha selezionato nel marzo 2020 per il progetto artistico condiviso con il collettivo tedesco Rimini Protokoll.
Il lavoro, coordinato e seguito da Jörg Karrenbauer e Aljoscha Begrich di Rimini Protokoll nel ruolo di mentori, è stato completamente ripensato durante i mesi di lockdown. È restato centrale il tema del lavoro, ma ha deciso di concentrarsi in particolare sul lavoro nel mondo della cultura e dell’arte, tema reso ancora più urgente dalla crisi provocata dalla pandemia. Si è deciso di lavorare proprio sulla contingenza, considerandola un’opportunità, indagando la mutevole percezione degli spazi e degli operatori culturali.
Rimini Protokoll è stato fondato nel 2000 da Stefan Kaegi, Helgard Haug e Daniel Wetzel e negli anni ha collaborato con diverse costellazioni di artisti. L’obiettivo è quello di espandere i mezzi del teatro al fine di creare nuove prospettive sulla realtà. Rimini Protokoll si avvale della collaborazione di esperti, le cui conoscenze e competenze vanno oltre il teatro, per produrre spettacoli, produzioni radiofoniche e interventi urbani che spesso traducono spazi urbani e strutture sociali in formati teatrali.
La programmazione è organizzata in modo da rispondere alle normative nazionali in relazione all’attuale emergenza sanitaria (DPCM del 17/05/2020 e del 11/06/2020 e Ordinanze della Regione Lombardia n. 547 del 17/05/2020 e n. 566 del 12/06/2020)
REALITY?
Nella presentazione della stagione Reality 2020raccontavamo la nostra visione della realtà che non voleva tradursi in una disquisizione filosofica né in un appiattimento sulla spettacolarizzazione dei media contemporanei. Era un titolo che voleva chiudere un triennio dove ampio spazio era stato dato ad artisti che del Teatro della realtà hanno fatto la loro ricerca e arte. Un triennio partito da Power e proseguito con Economy nel quale sentivamo la necessità di analizzare e interpretare il presente, tenendo sempre lo sguardo sul cosiddetto dato di realtà come la barra di un timone che tiene la rotta nonostante le propagande politiche sfacciate e impenitenti che non temono né l’autocontraddizione né l’esplicita menzogna.
Di quella stagione – che avrebbe dovuto strutturarsi nei focus Global, Human e Virtual – abbiamo fatto appena in tempo a presentare l’evento speciale che dai focus esulava ma che per noi aveva il sapore simbolico di un primo spettacolo che ZONA K portava dentro Casa degli Artisti.
Poi tutto, come per tutti, si è interrotto. Le compagnie sono state prima avvertite, poi messe in stand by, infine gli spettacoli sono stati annullati. All’improvviso la nostra forza, il nostro tratto distintivo, la nostra identità e coerenza nelle scelte progettuali e le consolidate relazioni in ambito internazionale sono diventate il nostro boomerang. Come tenere in piedi una stagione che avrebbe previsto numerosi artisti europei? Come riaprire uno spazio dove le misure di distanziamento costringono ad avere non più di 20 spettatori? Come lanciare lo sguardo oltre l’ostacolo per immaginarsi e costruire una nuova realtà?
È bastata la parola “nuova” per risintonizzarci e per ripartire da dove eravamo state interrotte. Se è una nuova realtà che dobbiamo vivere, allora la nostra stagione può chiamarsi REALITY?. Il punto di domanda non chiude solo una frase interrogativa, ma sintetizza anche lo stupore, la perplessità e in fondo la speranza che questo non sia davvero un nuovo mondo da inventare, ma una fase, una parentesi da non archiviare e dalla quale ripartire.
Si riparte dunque dal desiderio di trovare un nuovo senso alla realtà, nuove prospettive, nuovi modi di fruire la cultura grazie a un confronto continuo con alcuni degli artisti che più ci hanno accompagnato in questi anni. Così la nuova stagione autunnale che si è delineata prosegue la strada avviata laddove possibile e lascia molto più spazio a quei tratti distintivi che hanno caratterizzato il nostro lavoro negli anni passati: progetti complessi, performance urbane, spettacoli per pochi spettatori alla volta, collaborazione con teatri più grandi per ospitare artisti che hanno bisogno del palcoscenico. La novità più importante è la volontà di dare spazio e tempo più lunghi agli spettacoli in stagione con, da parte nostra, uno sforzo produttivo importante: molti degli spettacoli che proponiamo sono delle vere e proprie produzioni e co-produzioni. Si tratta di una scelta che era già in fieri e che ha trovato nella pandemia una spinta: continuare a lavorare su una stagione annuale, ma con progetti ancora più nostri che riescano a sostenere una lunga tenuta e che non si esauriscano nello spazio di poche repliche.
Ecco in anteprima il programma di REALITY?
OTTOBRE
14 ottobre – 14 novembre
FASE NOVE || Assolo Urbano [camminata urbana] di Ekin Bozkurt, Chiara Campara, Giulia Oglialoro, Riccardo Tabilio, Francesco Venturi (IT)
con Rimini Protokoll (DE)
una produzione ZONA K e Casa degli Artisti
23 -25 ottobre
R 500 – SAFARI NEL LABIRINTO URBANO. Studio #II [camminata urbana] di Michele Losi / Pleiadi Art Prod. (IT)
NOVEMBRE
14 ottobre – 14 novembre
FASE NOVE || Assolo Urbano [camminata urbana] di Ekin Bozkurt, Chiara Campara, Giulia Oglialoro, Riccardo Tabilio e Francesco Venturi (IT)
con Rimini Protokoll (DE)
una produzione ZONA K e Casa degli Artisti
18 – 28 novembre
ENA – Nomen Nescio di Roger Bernat (ES)
con la collaborazione di Mar Canet e Varvara Guljajeva
23 – 28 novembre
REALITY? 4 dialoghi sul teatro e il contemporaneo [convegno] a cura di Sara Chiappori e Renata Viola
DICEMBRE
THE MOUNTAIN [spettacolo]
di Agrupacion Señor Serrano (ES) una co-produzione di ZONA K, in collaborazione con Tieffe Teatro Menotti Milano
Tutti i dettagli e biglietteria online aperta dal 12 ottobre.
In un presente costruito sempre più su realtà virtuale, realtà aumentata, reality show, fake news non poteva non mancare una riflessione dedicata al virtuale. Quanto l’esperienza immersiva, ormai sempre più dilagante, ci permette un approfondimento della realtà o quanto si riduce a un semplice atto di gamification?
Alcuni studi sostengono che la realtà virtuale può essere intrepretata come una macchina dell’empatia in grado di farci sperimentare situazioni diverse e difficili. Tra poliziotti che indossano VR per immedesimarsi nei criminali e spettatori che provano virtualmente la violenza subita dai migranti, c’è differenza? Esiste un confine preciso tra realtà e finzione?
rimandato MAMMALIAN DIVING REFLEX (Canada) THE LAST MINUTES BEFORE MARS [perfomance multimediale]
Un progetto di ZONA K e FOG Triennale Milano Performing Arts
c/o luogo in via di definizione
13 + 14 poi 16 + 17 e dal 20 al 24 maggio 2020 CODICEFIONDA (IT)
PLAY ME (Origins Project) Una produzione di ZONA K
[perfomance per singolo spettatore]
Nella Stagione Teatrale 2020 REALITY? arriva PLAY ME(Origins Project), la nuova produzione di ZONA K che prosegue il percorso già intrapreso con Generazione gLocale nel 2017 attraverso il coinvolgimento di ragazzi, l’uso di nuovi dispositivi scenici e il supporto ideativo e drammaturgico di importanti nomi della scena internazionale, per questo progetto il pluripremiato collettivo catalano Agrupación Señor Serrano.
Un bottone. Un giocatore. Uno schermo.
Ecco i nuovi barbari. Incomprensibili agli occhi del mondo adulto. Gli adolescenti, iperconnessi e fragili, terrorizzati e attratti dall’immagine di sé sui “social media”, esperti conoscitori di “sexting”, “video-game” e “binge drinking”, possessori di SmartPhone come prolungamento del proprio corpo. Ma cosa sappiamo degli adolescenti di oggi?
Un corto circuito narrativo dalle origini del videogioco alle origini dell’iGeneration.
Una esperienza immersiva in cui incontrare gli adolescenti di oggi tramite l’uso delle nuove tecnologie. Un percorso di creazione che racconta le nostre identità – reali e virtuali – grazie al confronto tra generazioni.
In questa performance lo Spettatore si troverà in relazione a loro. Potrà scegliere se confermare o mettere in dubbio le proprie aspettative, le proprie paure e i propri pregiudizi. Il fine ultimo sarà un “gioco performativo” per generare un incontro inedito e intimo. PLAY ME (ORIGINS PROJECT) è il risultato di un lavoro sulle biografie di ragazzi incontrati nella fase di ricerca e sviluppo drammaturgico tra Torino e Milano. Quello che il sociologo Morin definisce “cinema di autenticità totale”.
________________________ 5 – 15 novembre 2020 da martedì a sabato ore 17.00 – 21.30
domenica ore 15.00 – 19.30
lunedì riposo
Info: performance multimediale per singolo spettatore con utilizzo VR • pubblico dai 16 anni in su • durata 25 min. • ingresso ogni 15 min • in italiano
Biglietteria solo online, richiesta la tessera associativa:
intero 15,00 € – ridotto 10,00 € (studenti/ under 26/over 65/gruppi) ________________________
Direzione progettuale e creazione Andrea Ciommiento, creazione e referenza multimediale Simone Rosset, consulenza drammaturgica Álex Serrano e Pau Palacios, produzione esecutiva Valentina Picariello e Valentina Kastlunger, organizzazione e comunicazione Silvia Orlandi e Federica Bruscaglioni, programmazione applicazione VR Luigi Sorbilli e Giuliano Poretti, assistenza alla creazione Kausar El Allam, Shady Mostafa, Imane Mouslim, Jaouher Brahim, Mattia Ghezzi, Anes Fettar, Matteo Coppola, Momo Moukett, Filippo Farina, Lorenzo Bregant, Federica Bruscaglioni. Produzione ZONA K (Milano), creazione Codicefionda (Torino), consulenza drammaturgica Agrupación Señor Serrano (Barcellona), in collaborazione con Fuori Luogo Festival (La Spezia), Polo del ‘900 (Torino), Festival dei Diritti Umani (Milano), Istituto Professionale Albe Steiner (Torino), Yepp Italia (Torino) e Collettivo gLocale (Milano), Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa Manin” (CSS Teatro stabile d’innovazione del FVG), Con il sostegno di IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia e del Comune di Milano. Si ringrazia ITAS Giulio Natta e Hotel San Guido di Milano.
Il progetto è realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito di ORA! Produzioni di cultura contemporanea. Visita ora.compagniadisanpaolo.it
Creato insieme a un gruppo di studenti dell’ITAS Giulio Natta di Milano, The Last Minutes Before Mars immagina gli ultimi minuti sulla Terra e ciò che siamo disposti a sacrificare per il nostro caro, dolce, bellissimo pianeta morente.
The Last Minutes Before Mars è una performance dal vivo, che include 360° video, sulla squisita noia della vita sulla Terra mentre sfrecciamo verso un futuro terrificante.
È una critica a coloro che suggeriscono che il futuro dell’umanità dipende dalla diffusione di se stessa in tutto l’universo. Secondo i Mammamlian è improbabile che si possano trovare soluzioni ai problemi terrestri su pianeti distanti con condizioni ostili. L’attuale ossessione per la colonizzazione di Marte è considerata una risposta in preda al panico per i difficili problemi che l’umanità deve affrontare sulla terra: i cambiamenti climatici, un ecosistema in collasso e il fatto che molti scienziati credono che siamo nel mezzo di un’altra estinzione di massa della vita sulla Terra, ecc. Ma piuttosto che cercare di superare i nostri problemi e, probabilmente, produrre una serie completamente nuova di problemi ancora più difficili, potrebbe essere meglio sistemarsi e capire come “terraformare” la terra, rendendola un habitat più ospitale per gli esseri umani e tutte le altre vite su cui facciamo affidamento. Perché rendere Marte più simile alla Terra quando c’è il compito di rendere la Terra più simile alla Terra?
Ideazione e regia: Darren O’Donnell Co-regia e direzione video: Konstantin Bock Gruppo di consulenza: Darren O’Donnell, Konstantin Bock, Alice Fleming, Tina Fance, Chiara Prodi, Sorcha Gibbson, Kiera O’Brien, Thule Van Den Dam, Sara Guttadauro, Sara Ben Hamouda, Andrada Ciccotto, Fjoralba Qerimaj, Jerwin Mostiero, Morena Marra, Genny De Leon, Elisa Fasiello, Mervin Fajardo Con: Sara Guttadauro, Sara Ben Hamouda, Andrada Ciccotto, Fjoralba Qerimaj, Jerwin Mostiero, Morena Marra, Genny De Leon, Elisa Fasiello, Mervin Fajardo Produzione: Tina Fance, Chiara Prodi, Alice Fleming Scene: Sorcha Gibson Composizione musiche: Isola 360 Expert: Fi Nicholson Co-produzione: FOG Triennale Milano Performing Arts e ZONA K Un ringraziamento a: Stephen O’Connel, Fi Nicholson, Letizia Gozzini dall’Itas Giulio Natta. Supporto sullo sviluppo: Australian Council for the Arts e Goethe Insitute Toronto. La performance è stata realizzata con il supporto di: Canada Council of the Arts
Mammalian Diving Reflex è una compagnia di Toronto conosciuta per l’ideazione di performance intellettualmente stimolanti. Nata nel 1993 sotto la direzione artistica dello scrittore e regista Darren O’Donnell, Mammalian Diving Reflex opera sulla dimensione privata e sociale del linguaggio, del pensiero e dell’informazione. La compagnia ha prodotto diversi lavori in Canada, Giappone, Australia, Singapore, India, Stati Uniti, Irlanda, Inghilterra e in molti altri paesi d’Europa. Tra i loro progetti, vi sono Diplomatic Immunities, pppeeeaaaccceee, The Children’s Choice Awards, Who Shot Jacques Lacan?, Dare Night, Slow Dance with Teacher, Nightwalks with Teenagers. Haircuts by Children. La pratica artistica della compagnia riconosce una dimensione performativa in ogni gesto quotidiano ed esplora estetica e società, creando insolite alleanze tra il mondo dell’arte e quello dei giovani. La ricerca di Mammalian Diving Reflex si concretizza in performance, esperienze collettive, testi teorici e happening.
SILKE HUYSMANS & HANNES DEREERE | CAMPO (BE)
Lo spettacolo è annullato, come da ordinanza regionale del 04/03/20.
Nauru è una piccola Isola-Stato nell’Oceano Pacifico, conosciuta dagli esploratori europei come “Pleasant Island”. La storia di quest’isola può esser letta come una parabola dei nostri tempi. Dopo l’esauriente sfruttamento dei vasti giacimenti sotterranei di fosfati dell’isola, sia sotto il dominio anglo-australiano che dopo la sua indipendenza nel 1968, l’isola fu lasciata in totale rovina economica ed ecologica.
Oggi Nauru ospita campi profughi senza via d’uscita in cambio di una grande quantità di denaro australiano. Nel frattempo, l’isola rischia di essere inghiottita dall’oceano a causa dell’innalzamento del livello del mare.
È in questo scenario post-apocalittico che i documentaristi Silke Huysmans e Hannes Dereereere incontrano i limiti di un mondo intento a crescere all’infinito. Attingendo alle interviste e alle conversazioni con i residenti e i rifugiati dell’isola, cercano nuove prospettive.
Quale futuro c’è in un luogo che si è esaurito in termini ecologici, economici e umanitari? E come ci comportiamo con le cupe previsioni che sembrano attendere tutti noi?
di e con: Silke Huysmans & Hannes Dereere, drammaturgia Dries Douibi, suono Lieven Dousselaere, supporto tecnico Anne Meeussen & Piet Depoortere, produzione CAMPO,coproduzione Kunstenfestivaldesarts, Spring Festival Utrecht, Beursschouwburg, Kunstenwerkplaats Pianofabriek, Veem House For Performance, Spielart & De Brakke Grond residenze Beursschouwburg, De Grote Post, KAAP, Kunstencentrum Buda, Kunstenwerkplaats Pianofabriek, STUK & Veem House for Performance, LOD con il supporto di Vlaamse Gemeenschapscommissie & KAAP. Si ringraziano tutti coloro che hanno collaborato a Nauru
Il lavoro dei giovani autori teatrali Silke Huysmans e Hannes Dereereere si basa su situazioni concrete, eventi o luoghi che rappresentano un tema più ampio. Ciò che caratterizza il duo è il modo in cui svolgono la loro ricerca attraverso l’esame scientifico, le interviste e il lavoro sul campo. Dopo aver concluso gli studi a Gant nel 2013, hanno iniziato a occuparsi di teatro documentaristico. Nel loro acclamato Mining Stories (2016) hanno esplorato l’impatto di un recente disastro minerario nel sud del Brasile. Per i prossimi progetti saranno prodotti da CAMPO, con il supporto di Pianofabriek, KAAP Bruges, Kunstenfestivaldesarts e Beursschouwburg Brussels.
FOCUS GLOBAL
Il FOCUS è annullato, come da ordinanza regionale del 04/03/20. Gli spettacoli sono rimandati.
La realtà ci dice che viviamo nell’era della globalizzazione, fatta di incredibili potenzialità e facilità, pur con le distorsioni economiche, politiche e sociali che sempre accompagnano i grandi passaggi. Alla difficoltà di trovare nuovi codici etici, diverse strade di convivenza e di distribuzione della ricchezza si risponde con chiusura, anacronistici nazionalismi, paura. Esiste una strada possibile?
Se la globalizzazione implica lo sviluppo di diversi stili di vita transnazionali, ha ragione Ulrich Beck quando sostiene che “per sopravvivere c’è bisogno di un realismo cosmopolita”?
In Go Figure Out Yourself, un incontro con il pubblico in uno spazio non allestito, cinque personaggi vi accompagnano lontano dalle rassicuranti pareti del teatro e vi svelano un luogo in cui potrete dar forma ai vostri pensieri, semplicemente guardando e ascoltando. Al ritmo di una colonna sonora che mischia parole, musica e danza, siete invitati a partecipare a un percorso imprevedibile e appassionante.
Go Figure Out Yourself esplora i confini tra pubblico e performer.
Spostandovi liberamente e semplicemente nello spazio, diventerete voi stessi parte di un happening collettivo, da cui uscirete con molte domande e poche risposte. La lentezza del tutto contrasta con la velocità del singolo. Il totale è più della somma delle parti. Tutto è ciò che è.
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presentato in collaborazione con e c/o Casa degli Artisti, Corso Garibaldi, 89/A – via Tommaso da Cazzaniga -M2 Moscova-
Info: performance di danza • durata 75 min. • in inglese
nb: pubblico e performer divideranno lo stesso spazio scenico. Non sono previste sedute.
Ingresso: intero 15,00 € – ridotto 10,00 € (studenti/ under 26/over 65/gruppi) Ritiro biglietti c/o Casa degli Artisti, Corso Garibaldi, 89/A – via Tommaso da Cazzaniga -M2 Moscova-
regia, coreografia, scenografia Wim Vandekeybus, creato e interpretato da Sadé Alleyne, Maria Kolegova, Hugh Stanier, Kit King, Tim Bogaerts, drammaturgia Aïda Gabriëls, disegno luci Davy Deschepper, Wim Vandekeybus, costumi Isabelle Lhoas assistita da Isabelle De Cannière, coordinamento tecnico Davy Deschepper, fonica Bram Moriau, direzione palco Tom de With, produzione Ultima Vez, coproduzione Les Brigittines (Bruxelles), con il sostegno del Tax Shelter del Governo federale Belga, Casa Kafka Pictures Tax Shelter empowered by Belfius, Ultima Vez è sostenuta dalle Autorità Fiamminghe e dalla Commissione Comunitaria fiamminga della Regione di Bruxelles-Capitale.
Fisicità, passione, intuizione sono gli elementi portanti dell’opera di Wim Vandekeybus, uno dei maggiori esponenti della scena performativa internazionale. Artista poliedrico, coreografo, regista, performer, ha frequentato l’Università di Leuven dove ha studiato psicologia. Affascinato dalla relazione tra mente e corpo, questo interesse ha influenzato tutti i suoi lavori coreografici.
Nel 1987 ha fondato la compagnia Ultima Vez con cui ha realizzato quasi 30 produzioni oltre a numerosi film e video. L’uso di media e linguaggi differenti si traduce in cast in continua evoluzione che comprendono danzatori, circensi, attori, musicisti e in collaborazioni con artisti di diverse discipline.
REALITY
La stagione REALITY com’era stata pensata e presentata a febbraio 2020 è stata cancellata come da ordinanza regionale del 04/03/20. La stagione è stata riprogrammata così come da nuovo programma REALITY?.
Non si vuole fare un’analisi filosofica su realismo, neo-realismo, modernità e post- moderno.
Né ridurre un termine inglese alla semplificazione ormai acquisita nel vocabolario di uso comune italiano, che vede Reality solo e unicamente legato a show.
Per noi Reality è semplicemente, e forse banalmente, la realtà. Quella realtà che ci tiene ancorati al presente, alla sua osservazione, alla sua analisi, alla sua interpretazione. É la realtà dei fatti, il dato di realtà, che crediamo esista nonostante il disorientamento causato dall’overload di informazioni, nonostante il dilagare di “fake news”, nonostante le propagande politiche sfacciate e impenitenti che non temono né l’autocontraddizione né l’esplicita menzogna.
E’ quella realtà che nel 2018, all’affermarsi dei movimenti populisti e di una nuova forma del potere che disdegnava la conoscenza ma si costruiva sulla comunicazione, ci ha fatto pensare a Power. Quella stessa realtà che l’anno successivo con Economy ci ha portati a rivolgere lo sguardo al mondo economico, ai suoi eccessi e alle sue distorsioni.
Ed è sempre la realtà che alla fine del triennio con Reality prende il posto d’onore e, dopo due anni di immagini patinate e metaforiche, irrompe con la sua potenza, come sintesi di uno sguardo d’insieme sulla realtà globale. Uno sguardo che si interroga sul senso del mondo e che vorrebbe essere “cosmopolita” seguendo il pensiero del sociologo tedesco Ulrich Beck che parlava della necessità di uno “sguardo quotidiano, vigile sulla storia, riflessivo, che nasce in un contesto in cui confini, distinzioni e contraddizioni culturali svaniscono […]”.
GLOBAL, VIRTUAL e HUMAN sono i tre focus che accompagnano la stagione, chiavi di lettura per approfondire il quadro attuale della società contemporanea. Tre focus e non quattro come negli anni precedenti, per dare più unità e coerenza alla programmazione autunnale e permettere anche una tenuta più lunga di alcuni spettacoli.
A chiusura non solo dell’anno ma anche del triennio e di un percorso che fino a oggi ci ha portato a invitare i nomi più rappresentativi di quel filone definito Teatro della realtà, dedicheremo due giorni a un convegno di riflessione e confronto su quali prospettive future si delineano nella relazione e nell’azione del teatro sulla realtà.
Un’occasione importante dove poter fare il punto della situazione attuale in Europa ma anche aprire nuove questioni e domande. Per l’occasione saranno invitati alcuni degli artisti ospitati negli anni e gli operatori e i critici più sensibili al tema.
EVENTO SPECIALE
15 febbraio WIM VANDEKEYBUS/ULTIMA VEZ (BE)
GO FIGURE OUT YOURSELF
[performance di danza]
presentato in collaborazione con e c/o Casa degli Artisti
2 + 3 aprile SILKE HUYSMANS & HANNES DEREERE | CAMPO (BE)
PLEASANT ISLAND
[teatro documentario multidisciplinare]
presentato in collaborazione con Fattoria Vittadini c/o Spazio Fattoria
22+ 23+ 24 maggio MAMMALIAN DIVING REFLEX (Canada)
THE LAST MINUTES BEFORE MARS
[perfomance multimediale]
Un progetto di ZONA K e FOG Triennale Milano Performing Arts
c/o ZONA K
13 + 14 e 16 + 17 maggio CODICEFIONDA (IT)
PLAY ME (Origins Project)
[performance multimediale]
Una produzione di ZONA K
c/o ZONA K
inizio ottobre – fine novembre RIMINI PROTOKOLL (DE)
TURNO DI NOTTE
[performance urbana itinerante]
Una produzione di ZONA K in collaborazione con Casa degli Artisti
c/o luoghi della città
28 + 29 novembre AGRUPACIÓN SEÑOR SERRANO (ES)
THE MOUNTAIN
[spettacolo multimediale]
Una co-produzione di ZONA K presentato in collaborazione con Olinda Onlus
c/o TeatroLaCucina
novembre
CONVEGNO
Gli artisti che si avvicenderanno in residenza nel corso del 2020 sono:
Anna Serlenga (IT)
Guinea Pigs (IT)
Muna Mussie (IT)
Yan Duyvendak (CH)
Mats Staub (DE)
Michele Losi (IT)
+ il vincitore/vincitrice del Bando IntercettAzioni 2020
La stagione REALITY è un progetto di ZONA K – Soggetto di rilevanza regionale della Regione Lombardia – Con il sostegno di MIBACT Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, ORA! Compagnia di San Paolo – Con il patrocinio del Comune di Milano, Ambasciata del Belgio a Roma, Istituto Cervantes Milano, Goethe Institut, Ambasciata italiana del Canada – In collaborazione con Casa degli Artisti, Fattoria Vittadini, Triennale Milano, Olinda, Stratagemmi, Mare culturale urbano, Claps Circuito Lombardia Arti Performative, Industria Scenica, Teatro delle Moire, Milano Musica – Partner di comunicazione: Profili, Neo Studio
WORKSHOP DI INTERPRETAZIONE PER ATTORI PROFESSIONISTI
L’attore e la scena, dal testo all’azione.
Quando un attore/performer ha raggiunto un livello di consapevolezza tale da rendere il proprio corpo espressivo, liberare la voce e costruire in modo intenzionale un personaggio sulla scena, allora è pronto per un confronto nuovo e per dare vita a un inedito sé in termini performativi.
ZONA K e Teatro Franco Parenti presentano un percorso di formazione tenuto dall’artista Claudio Tolcachir, protagonista indiscusso della nuova scena argentina e regista pluripremiato a livello internazionale. Un workshop in cui sperimentarsi attraverso esperienze di recitazione e rappresentazione scenica, collettive e in solo, al fine di accrescere le proprie potenzialità attoriali.
A chi è rivolto il percorso formativo:
20 attoriprofessionisti che abbiano voglia di affinare le proprie doti attoriali e recitative – costo € 180.00
10 uditori che desiderino entrare in contatto con questo mondo secondo una modalità meno diretta ed immediata – costo € 60,00
Quando: 23 e 24 Novembre ore 11.00 – 18.00 (pausa pranzo compresa) + 25 Novembre ore 10.30 – 13.30
Dove: ZONA K, Via Spalato 11, M5 ISOLA.
Il workshop è tenuto in lingua spagnola con traduzione in sala.
Le iscrizioni corredate di CV devono pervenire entro e non oltre il 16 novembre all’indirizzo info@zonak.it Per info chiamare il numero 393.8767162.
Pic by Mariana Eliano
Il workshop nel dettaglio
La proposta didattica formativa approfondirà le seguenti tematiche:
– Come pensare una scena.
– Come scoprire all’interno di un testo le chiavi di una specifica e vasta evoluzione del personaggio. – Come trarre vantaggio dalle linee d’azione fornite dal testo per conferire verità e credibilità al personaggio e alla scena.
Il principale nemico di un attore è la recitazione, se essa si pone davanti all’azione del personaggio, apparendo così come una semplice rappresentazione. Affrontare la sottile, ma enorme differenza tra azione e recitazione, tra essere e mostrare. Rappresentare un pensiero o un’emozione o realizzare un vero processo di pensiero che produce un’emozione genuina nata nel qui e ora che la scena propone. L’idea è di pensare a un attore indipendente, capace di mettere in campo strategie per proporre e risolvere le scene; un attore dotato di armi necessarie per realizzare le sue idee e di malleabilità tale da incorporare le proposte della direzione e trasformarle in motori propri che arricchiscono il lavoro.
L’analisi del testo dovrebbe servire come una guida, piuttosto che come un panorama insondabile che genera impotenza. I personaggi e i loro diversi strati di verità, contraddizione, menzogne e transizioni prendono forma da un’analisi profonda e pratica allo stesso tempo, in unione con le diverse sfaccettature del performer, creando una vera mappa del personaggio.
In relazione all’azione dobbiamo definire quale significato reale abbia quella parola per noi. Se concordiamo che la realizzazione del carattere consista nella modifica di sè o dell’altro, quindi questo è il suo obiettivo, scopriamo che l’azione è un asse che organizza il nostro modo di pensare e agire. L’emozione deriverà dal naturale scontro tra l’obiettivo del personaggio e la sua opposizione, in aggiunta alle circostanze umane che la compongono, ottenendo così un’emozione genuina e non forzata dalla performance.
Obiettivi ed esercizio fisico
Analisi del testo Lavoro di gruppo per analizzare le scene che si presenteranno, riferendole alla pratica scenica.
Azione, i risultati dell’analisi del testo vengono trasferiti al corpo. Esercizi sperimentali sul corpo (verbi motori nel corpo – verbi motori nel testo).
Esercizi di comunicazione e relazione (attraverso esercizi verbali focalizzati sulla comunicazione e sulla relazione con l’altro).
Pratica scenica Lavoro sulle scene preparate in seguito all’analisi del testo, con l’inserimento di esercizi fisici adatti all’interpretazione scenica. Gli esercizi specifici vengono proposti in base alle difficoltà che si presentano al momento della messa in scena delle azioni performative.
ANDY FIELD
“La performance one-to-one è come bussare alla porta di uno sconosciuto (…) incerto su quello che troverò dall’altra parte, in quale mondo inciamperò e quali mondi inciamperanno in me”.
I lavori di Andy Field sono insolitamente formali e interattivi e invitano a considerare le nostre relazioni con gli spazi che abitiamo e con le persone che ci circondano. Nel corso degli anni ha creato progetti artistici in teatri, gallerie, magazzini, parcheggi multipiano, strade cittadine.
Le sue performance interattive sono pensate per coinvolgere pubblici differenti: intere famiglie, come nel caso del fortunato Curious Creatures presentato al Natural History Museum di Londra che ha visto, in 5 giorni, oltre 6 mila partecipanti, o coinvolgono il singolo spettatore, come nel caso di Lookout, performance one-to-one e site specific realizzata in collaborazione con una scuola elementare locale.
Co-direttore dell’organizzazione artistica Forest Fringe è anche docente ospite presso la Royal Holloway University e autore di pubblicazioni per The Guardian, The Stage e Contemporary Theatre Review.
Giovane ed eclettico Andy Field dedica una parte significativa del suo lavoro al coinvolgimento attivo di giovani e giovanissimi.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti, suggerita la prenotazione.
Tessera ZONA K obbligatoria (€ 2,00)
Incontro organizzato con il supporto del British Council.
Durata 60 min. – In inglese con traduzione in sala c/o ZONA K
EUROPA! EUROPA! è il fil rouge di tutta la stagione. Di Europa, oggi, dobbiamo, vogliamo parlare. Ci sembra quanto mai indispensabile dedicare un anno intero a un tema che tocca tutti da vicino e che sta ridefinendo nuove geografie politiche, economiche, sociali e culturali. Noi, nati in Europa, cresciuti con l’idea, con l‘ideale di Europa, pensiamo sia giusto parlarne ancora, e ancora, nonostante o proprio perché si trova in un momento fragile e complesso. E di quell’Europa nata dalla guerra, cresciuta con gli ideali di democrazia, immobilizzata nell’affrontare nuovi scenari di difficile previsione, vogliamo parlare nel linguaggio che ci appartiene.
Vogliamo seguire il flusso di celebrazioni, anniversari e rievocazioni – i cosiddetti re-enactment inglesi – che scandiscono il nostro tempo e la nostra memoria, ma anche immaginare e inventare scenari possibili. Perché dall’Europa abbiamo interiorizzato i confini aperti, le strade culturali, le reti possibili e non possiamo più farne a meno.
WAR, DEMOCRACY, URBAN e NOW saranno i focus che declineranno la nostra idea di Europa, oggi che la Brexit è realtà, che il populismo è alle porte e con esso migliaia di persone. La sfida è aperta, con tutti i rischi che ciò comporta.
Con l’edizione 2017, la stagione teatrale e multidisciplinare di ZONA K giunge al suo 5° anno di attività. Un anniversario importante, per un’attività cresciuta in fretta, così in fretta che ogni tanto travolge e sorprende anche noi. Un anniversario che siamo liete di festeggiare anche grazie al Premio Sandra Angelini assegnatoci da Retecritica per il Miglior progetto organizzativo 2016. E grazie alle collaborazioni con vecchi e nuovi amici che quest’anno ci permettono di realizzare una stagione davvero straordinaria: C.L.A.P.Spettacolodalvivo, Danae Festival, la Casa della Memoria, Olinda, Stanze e Triennale Teatro dell’Arte.
PLAY ME (Origins Project)
ORIGINS è uno dei progetti vincitori del bando “ORA! Produzioni di cultura contemporanea” di Compagnia di San Paolo.
Un bottone. Un giocatore. Uno schermo.
PLAY ME (Origins Project) è una performance multimediale per spettatore singolo. Un corto circuito narrativo dalle origini del videogioco alle origini dell’iGeneration. Una esperienza interattiva in cui incontrare gli adolescenti di oggi tramite l’uso delle nuove tecnologie. Un percorso di creazione che racconta le nostre identità (reali e virtuali) grazie al confronto tra generazioni.
In ogni città in cui il progetto è ospitato vengono realizzati laboratori volti alla creazione della performance coinvolgendo adolescenti nel ruolo di Protagonisti e utilizzando diversi strumenti come videocamere, tablet, smartphone e visori di Realtà Virtuale. Tutti questi elementi diventano lo strumento per la costruzione di storie inedite che provano a rispondere a una semplice domanda: cosa sappiamo (o cosa crediamo di sapere) degli adolescenti di oggi?
Note di creazione
Ecco i nuovi barbari.
I nemici che verranno.
Incomprensibili agli occhi del mondo adulto.
Gli adolescenti, iperconnessi e fragili, terrorizzati e attratti dall’immagine di sé sui “social media”, esperti conoscitori di “sexting”, “video-game” e “binge drinking”, possessori di SmartPhone come prolungamento del proprio corpo.
Partire dalle aspettative e dagli stereotipi che abbiamo su di loro ci è sembrato il modo migliore per comprendere le paure degli adulti sul mondo che verrà. Ma cosa sappiamo (o cosa pensiamo di sapere) degli adolescenti di oggi?
Così abbiamo riscoperto i “nuovi barbari”: oggi, la vera differenza tra NOI e LORO si è trasformata in differenza generazionale più che geografica. Abbiamo scoperto il perché un adolescente di Torino usa le stesse Nike, gli stessi modi di comportarsi e lo stesso iPhone di un adolescente di Marrakesh o di Barcellona.
I ragazzi sono gli invasori di spazi incomprensibili per gli adulti.
Non è importante se siano buoni o cattivi, i nuovi che arrivano provocano negli adulti e nelle proprie comunità qualcosa di imprevedibile perché sono capaci di far vedere alle proprie comunità quello che sono davvero.
In questa performance lo Spettatore si troverà in relazione a loro.
Potrà scegliere se confermare o mettere in dubbio le proprie aspettative, le proprie paure e i propri pregiudizi. Lo potrà fare grazie a una modalità di “presenza attiva” in cui sarà invitato ad attraversare quattro “stanze” chiamate Waiting Room, Chat Room, Virtual Room e Control Room. Il fine ultimo sarà un “gioco performativo” per generare un incontro inedito e intimo.
PLAY ME (Origins Project) si presenta in conclusione come un progetto performativo di “cinema verità”. Abbiamo lavorato su ciò che il sociologo Morin definisce “cinema di autenticità totale” partendo dalle biografie di ragazzi incontrati nella fase di ricerca e sviluppo drammaturgico tra Torino e Milano (e nelle successive fasi tra La Spezia e Udine).
Il team di lavoro ha visto la partecipazione di diversi collaboratori che provengono da ambiti disciplinari diversi: dall’urbanistica al teatro, dall’animazione 3D al videomaking, dall’antropologia alla collaborazione drammaturgica con un gruppo di adolescenti italiani e stranieri incontrati nel ruolo di co-autori. Fino alla supervisione e alla consulenza drammaturgica di Agrupación Señor Serrano, vincitori del Leone d’Argento per l’Innovazione 2015 alla Biennale di Venezia, riconosciuti nella scena europea per l’utilizzo di strumenti multimediali all’interno di eventi performativi.
produzione ZONA K (Milano), creazione Codicefionda (Torino), consulenza drammaturgica Agrupación Señor Serrano (Barcellona), in collaborazione con Fuori Luogo Festival (La Spezia), Polo del ‘900 (Torino), Festival dei Diritti Umani (Milano), Istituto Professionale Albe Steiner (Torino), Yepp Italia (Torino) e Collettivo gLocale (Milano), Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa Manin” (CSS Teatro stabile d’innovazione del FVG), Con il sostegno di IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia e del Comune di Milano.
direzione progettuale e creazioneAndrea Ciommiento, creazione e referenza multimediale Simone Rosset, consulenza drammaturgica Álex Serrano e Pau Palacios, produzione esecutiva Valentina Picariello e Valentina Kastlunger, organizzazione e comunicazione Silvia Orlandi e Federica Bruscaglioni, programmazione applicazione VR Luigi Sorbilli e Giuliano Poretti, assistenza alla creazione Kausar El Allam, Shady Mostafa, Imane Mouslim, Jaouher Brahim, Mattia Ghezzi, Anes Fettar, Matteo Coppola, Momo Moukett, Filippo Farina, Lorenzo Bregant, Federica Bruscaglioni, si ringrazia ITAS Giulio Natta e Hotel San Guido di Milano
“Il progetto è realizzato con il sostegno della Compagnia di San Paolo nell’ambito di ORA! Produzioni di cultura contemporanea“.
E’ l’era della “mercantilizzazione del mondo”, del mercato unico con un pensiero unico. Il successo del capitalismo su scala mondiale porta ad affermare che non sia mai esistita una rivoluzione economica d’impatto così globale.
Eppure questo sistema non può non tenere conto di tre ordini di problemi che da esso derivano: l’iniquità, l’instabilità e il costo ambientale, che si traducono in crisi ecologica, globalizzazione, consumismo, diseguaglianze sociali.
A fronte della capacità o incapacità di arrivare a una soluzione dei tre fattori critici, sembra tuttavia incontrovertibile la considerazione che la crescita costituisca per tutti un presupposto per rendere più equa la distribuzione dei redditi, dare stabilità al sistema e salvaguardare l’ambiente.
“Come favorire allora una crescita economica che sia allo stesso tempo durevole e sostenibile?”
Nel 2018 il premio Nobel per l’Economia viene assegnato a Nordhaus e Romer, per i loro studi che evidenziano una stretta relazione tra andamenti macroeconomici, cambiamento climatico e nuove tecnologie e mettono in luce le contraddizioni nel paradigma del capitalismo, sottolineando la necessità di decisioni politiche lungimiranti.
Nel 2019 anche noi, con la nostra stagione teatrale, rivolgiamo il nostro sguardo al mondo economico, agli eccessi e alle distorsioni del denaro, alla società che ne viene influenzata, all’ambiente che subisce o si ribella, all’innovazione tecnologica che produce sviluppo o implosione sociale.
ECONOMY è la nostra risposta a una scienza complicata, a modelli di sviluppo che conosciamo superficialmente, a una realtà che sembra correre senza darci il tempo di comprenderla.
Quattro focus, MONEY, SOCIETY, ECOLOGY, TECHNOLOGY, quattro personali declinazioni di quegli aspetti che riteniamo più stringenti, affidati all’interpretazione di artisti internazionali e italiani che, come noi, non smettono di interrogarsi sul presente.
Il 2019 rinsalda inoltre le collaborazioni con numerose realtà cittadine, a conferma della necessità di un’economia della cultura condivisa. Si confermano quindi i legami con Teatro delle Moire/Danae Festival, Triennale Teatro dell’Arte, Teatro Franco Parenti, Stanze – esperienze di teatro d’appartamento, Olinda/TeatroLaCucina, Stratagemmi/Prospettive Teatrali, Laboratorio Lapsus, mare culturale urbano e Fattoria Vittadini.
L’inclusione finanziaria passa anche dall’alfabetizzazione. In Nepal – dove circa il 18% della popolazione è completamente esclusa dal sistema bancario – Prakash Koirala fornisce servizi di educazione finanziaria per informare, coinvolgere, motivare e responsabilizzare i consumatori verso l’indipendenza e la disciplina finanziaria.
Sarebbe necessario farlo anche altrove?
Oggi le più recenti statistiche dicono che le 62 persone più ricche del mondo posseggono la medesima ricchezza della metà più povera del pianeta e i guru dell’economia mondiale immaginano una “globalizzazione” 4.0 in favore di una crescita più centrata sull’uomo, più sostenibile, più inclusiva.
Con quali mezzi e strumenti?
Un focus MONEY e quattro spettacoli che parlano di soldi sono la nostra risposta. Quattro modi diversi di affrontare un tema spinoso da prospettive differenti.
The Money è un incrocio tra un gioco e uno spettacolo teatrale.
Puoi scegliere di essere un Testimone silenzioso e guardare o un Giocatore e prendere parte alla decisione su come spendere una somma vera di denaro.
Da Giocatore puoi esprimerti come preferisci. Ma devi raggiungere un accordo con i tuoi compagni prima che il tempo scada e seguendo le regole che ti verranno date. Se queste condizioni non vengono soddisfatte, i soldi passano al gruppo di giocatori successivo.
I Testimoni silenziosi possono aggiungersi al gruppo dei Giocatori in qualsiasi momento e questo può cambiare tutto.
La premessa ludica di questo celebre lavoro prepara il terreno a una delle conversazioni più memorabili a cui si possa assistere, poiché l’altruismo in realtà presto si dirige verso interessi personali, le personalità di ciascuno si scontrano e le gerarchie vengono capovolte.
I risultati possono portare a tensioni come in un thriller, o possono essere ridicolizzati come in una farsa, ma alla fine ciò che ci si chiede è: ci sono davvero dei valori su cui possiamo essere d’accordo? La cosa più preziosa di tutte è l’intesa comune? Infine, cos’è la cosa più interessante che possiamo fare insieme a cui non possiamo sottrarci?
Gioco|Spettacolo – durata 100 min. – in italiano
c/o ZONA K
Produzione: Kaleider Ideazione e regia: Seth Honnor Collaborazione artistica: Alice Tatton-Brown Direttore di produzione: Jay Kerry Performers: Gemma Paintin, Hanora Kamen, Gilda Deianira Ciao Foto: Prudence Upton
BIGLIETTERIA SPECIALE The Money
Se vuoi essere un Giocatore sentiti libero di scegliere l’importo del prezzo del tuo biglietto.
Biglietto Giocatore: 10 euro (questo è l’importo minimo che puoi pagare online – se vuoi pagare di più avvisa la biglietteria 02.97378443)
Se vuoi essere un Testimone silenzioso scegli il prezzo intero o ridotto come al solito: 16 euro (intero) – 12 euro (ridotto under 26/over 65/gruppi)
La sera di spettacolo, si prega di portare almeno 10 euro in contanti nel caso in cui si decida di diventare un Giocatore durante il gioco-spettacolo.
FOCUS MONEY
£¥€$ (Lies)
“Il modo migliore per rapinare una banca è possederne una.” (William K. Black, avvocato e docente americano specializzato in reati finanziari)
Un casinò, una poker backroom illegale per provare l’ebrezza di essere parte di quell’élite dell’1% della popolazione che fa girare l’economia mondiale. Non c’è più tempo per l’etica, si è dentro per vincere. In questo covo di intrighi e trading, sono l’adrenalina e le decisioni di investimento – non il lancio di dadi – che contano. Come è il tuo rating del credito?
Chi viene salvato, chi riceve lo status di spazzatura, chi implode? Hai davvero in controllo o stai facendo un azzardo? Il pluripremiato collettivo belga Ontroerend Goed fornisce una visione della complessità del sistema monetario e del suo impatto sulla nostra vita, immergendo il pubblico nel mondo finanziario e permettendo di diventare protagonisti del “gioco” del capitalismo ad alto assorbimento.
Gioco|Spettacolo per 42 spettatori a replica – durata 110 min. – in inglese
c/o ZONA K
“Spettacolo realizzato nell’ambito del progetto Teen Time.“
Regia: Alexander Devriendt Copione: Joeri Smet, Angelo Tijssens, Karolien De Bleser, Alexander Devriendt & cast Testi: Joeri Smet Cast: Max Wind, Britt Bakker Costumi: Astrid Peeters Musica: Johannes Genard Scenografia: vormen & Nick Mattan Drammaturgia: Koba Ryckewaert, Julie Behaegel (intern/stagiaire) Produzione: David Bauwens Assistente di produzione: Charlotte Nyota Bischop Co-produzione: Vooruit Kunstencentrum, Ghent (BE), Theatre Royal, Plymouth (UK), Richard Jordan Productions (UK) Si ringraziano: Toneelacademie Maastricht (NL), Khalid Koujili, Maria Dafneros, Miriam Matthys, Tamara Searle, Jeffrey Caen, Ruud Vanderheyden, Bram Billiet, Thomas Dhanens, Bo Marlijnen, Louiza Vande Woestyne Con il supporto della Comunità Fiamminga, la Provincia di East-Flanders e la Città di Ghent
Ingresso: 15 euro (intero) – 10 euro (ridotto under 26/over 65/gruppi)
Il collettivo belga Ontroerend Goed, sotto la direzione artistica di Alexander Devriendt, realizza progetti e dispositivi scenici che si fondano sul qui e ora, invitando il pubblico a partecipare e a vivere un’esperienza intensa. Il gruppo ha vinto numerosi premi in Europa e i loro lavori sono rappresentati nei maggiori festival in tutto il mondo. Ontroerend Goed crea e realizza dispositivi scenici che portano lo spettatore ad interrogarsi su come noi, individui, ci posizioniamo nel mondo di oggi. In ogni modo, sia che si tratti di ripercorrere la storia dell’universo in una sera, trasformare gli spettatori in elettori, guidare gli sconosciuti attraverso un labirinto di specchi e avatar per incontrarsi, il collettivo ha fatto sì che il suo marchio di fabbrica sia ogni volta imprevedibile nei contenuti e nella forma. Gli Ontroerend Goed sono: Alexander Devriendt, Joeri Smet, Charlotte De Bruyne, Karolien De Bleser, Angelo Tijssens, David Bauwens, Wim Smet, Babette Poncelet and Karen Van Ginderachter.
FOCUS MONEY
Trials of Money (Preliminary Hearing)
Il denaro che usiamo quotidianamente può essere ritenuto responsabile dello stato desolante del mondo di oggi? Cosa significherebbe ritenerlo responsabile delle sue azioni? Trials of Money sfida l’idea che il denaro sia solo uno strumento o un mezzo, e lo tratta come un essere complesso, un’entità “semi-umana” che ha acquisito un’operatività autonoma e sfugge al controllo degli uomini che ne fanno uso.
Questa nuova versione della performance si basa sulle testimonianze raccolte di nove testimoni: un ex-banchiere, un impiegato della Suisse National Bank, un senzatetto, un ricco filantropo, un nativo americano, un professore di economia, un abitante di un kibbutz e un criminologo. Invita il pubblico a prendere parte alle azioni di un tribunale fittizio, condotto come esercizio collettivo dove tutti i presenti assumono liberamente la posizione di accusa o di difesa, sulla base delle loro convinzioni e influenzati dallo svolgimento del procedimento.
ll denaro può essere effettivamente processato di fronte a un tribunale umano? E se alla fine l’imputato dovesse essere giudicato colpevole, quale dovrebbe essere la giusta sentenza?
PRIMA Conferenza spettacolo – durata 120 min. ca – in italiano c/o ZONA K
“Spettacolo realizzato nell’ambito del progetto Teen Time.“
Un progetto ZONA K e Stanze
Ingresso: 15 euro (intero) – 10 euro (ridotto under 26/over 65/gruppi)
Ideazione e regia: Christophe MeierhansPerformer: Christophe Meierhans, Luca Mattei Drammaturgia: Bart Capelle Con la partecipazione di: Shila Anaraki, Jochen Dehn, Adva ZakaiScenografia: Decoratelier Jozef Wouters Decori: Giammarco Falcone Light saber microphones: Alexis Pawlak, Gaia Carabillo Costumi: Sofie Durnez, Valerie Le Roy Disegno luci: Luc Schaltin Consulente monetario: Olivier Auber Produzione: HIROS, Elisa Demarré Co-produzione: AUAwirleben (Bern), BIT Teatergarasjen (Bergen), BUDA (Kortrijk), FAR° (Nyon), Kaaitheater (Brussels), Nouveau Théâtre de Montreuil (Paris), Teatro Maria Matos (Lisbon), Vooruit (Gent), ZONA K (Milan) Con il supporto di: Vlaamse Gemeenschap, ProHelvetia
Christophe Meierhans (Geneva; Brussels) lavora con e attraverso la performance, lo spazio pubblico, l’installazione, il suono, la musica e il video. Il suo lavoro consiste soprattutto nello sviluppare strategie di intervento nella vita quotidiana, attraverso la manipolazione di convenzioni accettate, abitudini sociali o usi semplici. I frammenti di realtà diventano la cornice per operazioni artistiche in grado di ridirezionare la banalità al fine di farla riapparire sotto angolazioni inattese. Il suo lavoro solleva questioni sulle norme e le convenzioni, confondendo un contesto casuale con altri diversi, e mettendo a confronto lo spettatore con qualcosa di altro, con la stranezza di essere nel posto “sbagliato”, o la possibilità che il luogo possa diventare qualcosa di diverso.
FOCUS MONEY
FOCUS #2 • SOCIETY •
Già negli anni Trenta, Keyens sosteneva che la vera sfida da vincere è quella di riconnettere in modo intelligente e non regressivo economia e società.
A un secolo di distanza e dopo un’altra devastante crisi economica, è lecito chiedersi se è ancora possibile una mediazione tra la spinta modernizzatrice del progresso e le esigenze della società.
I movimenti populisti di oggi – che siano guidati dall’alto o nati spontaneamente dal basso – danno voce a un malessere diffuso che contesta gerarchie sociali bloccate, ascensori sociali fermi, concentrazione della ricchezza sempre più evidente e che non vede più possibile l’acquisizione di benessere e sicurezza come assicurato in passato.
Eppure in un panorama così desolante e confuso, non mancano le voci di chi reclama il lato umano dell’economia, scienza sociale che si deve occupare del benessere dell’uomo “nell’interesse della stabilità e della giustizia sociale”.
Il focus attraversa diverse visioni – ironiche, disilluse, preoccupate – della società di oggi, che sull’economia si fonda e talvolta vi affonda.
5 MAGGIO KTO THEATRE (PL) Peregrinus Spettacolo itinerante
Uno spettacolo itinerante senza parole ispirato alla poesia di T.S. Eliot
Profondo ma suggestivo, esprime le angosce umane in un mondo disumanizzato.
Lo spettacolo descrive una giornata qualsiasi di un uomo del XXI° secolo. Un individuo “normale” contemporaneo, la cui vita si divide tra casa e lavoro, una vita vissuta fusa alla vita lavorativa. Le sue peregrinazioni nella ricerca di un senso da dare alla propria esistenza si rispecchiano nel suo lavoro quotidiano, privo di spiritualità, di amore o bellezza.
Il mondo di Peregrinus è un mondo digitale, triste, terribile e grottesco, nel quale il consumismo è l’unica religione. Lui stesso abita nella vetrina di un negozio. Un personaggio dello spettacolo rivelerà le avventure del protagonista in contesti differenti e in situazioni diverse.
L’Homo Peregrinus è un essere umano “formattato”, prevedibile, privo di emozioni e di personalità.
Lo spettacolo è stato rappresentato in molte città della Polonia, ma anche in Canada, Cina, Croazia, Inghilterra, Francia, Georgia, Germania, Iran, Corea, Lituania, Romania, Russia, Spagna e USA.
Performance – 60 min ca. – senza parole – gratuito
Punto di ritrovo: VIA DE CASTILLIA 14, ai piedi del Bosco Verticale, all’inizio della PASSEGGIATA LUIGI VERONELLI verso PIAZZA GAE AULENTI
Un progetto ZONA K in collaborazione con Fattoria Vittadini Inserito nel programma del FESTIVAL DEL SILENZIO
Testo, musica e regia: Jerzy Zon Ideazione maschere: Spitfire Company Disegno Maschere: Joanna Jaśko-SrokaMovimenti e coreografie: Eryk Makohon Performers: Karolina Bondaronek, Paulina Lasyk, Grażyna Srebrny-Rosa, Justyna Wójcik, Marta Zoń, Sławek Bendykowski, Bartek Cieniawa, Paweł Monsiel/Krzysztof Tyszko, Michał Orzyłowski
Il KTO è un teatro che crea spettacoli per la strada. I suoi spettacoli hanno visto la partecipazione di oltre un milione e mezzo di persone. Dal 1° gennaio 2005 la KTO ha lo status di teatro comunale di Cracovia. Il direttore del Teatro KTO è Jerzy Zon. Il KTO Theatre ha realizzato numerosissimi spettacoli all’aperto portando in scena gli eventi storici più rilevanti della storia polacca ed europea: “De la Revolution”, in occasione dell’anniversario dei Duecento anni della Rivoluzione francese, “The Refugees”, un’installazione sulla caduta del muro di Berlino, “The Polish Chronicle” in occasione dell’entrata in Europa della Polonia, per citarne alcuni. Inoltre, il KTO Theatre ha organizzato 31 edizioni del Festival Internazionale di Teatro di Strada a Cracovia oltre ad altri progetti culturali.
Calcinculo
Punta di eccellenza nel panorama italiano della ricerca teatrale i Babilonia Teatri arrivano a Milano con una nuova creazione, una sorta di concerto vero e proprio attraverso cui riescono a far passare contenuti densi e pregni di ribellione. La parola ripetuta che racconta il disincanto per un mondo (im)perfetto, cifra inconfondibile della compagnia, viene plasmata soprattutto in canzoni, appositamente scritte sulle note di Lorenzo Scuda (Oblivion), costruendo uno spettacolo in cui musica e teatro si contaminano e dialogano in modo ininterrotto e vorticoso.
Calcinculo è uno spettacolo dove le parole prendono la forma della musica. Dove la musica prende la forma delle parole. Viviamo un tempo ossessivo che le parole e le immagini non riescono più a raccontare da sole, la musica arriva in soccorso come una medicina e o una miccia esplosiva.
Calcinculo è uno spettacolo che vuole fotografare il nostro oggi. Le sue perversioni e le sue fughe da se stesso. La sua incapacità di immaginare un futuro, di sognarlo, di tendere verso un ideale, di credere. Con questo spettacolo i Babilonia raccontano il mondo che ci circonda con il loro sguardo tagliente, dolente ed ironico.
Spettacolo – durata 60 min. – in italiano
c/o ZONA K
Di e con: Enrico Castellani e Valeria Raimondi Musiche Lorenzo Scuda Direzione di scena Luca Scotton Fonico Luca Scapellato Produzione Babilonia Teatri, La Piccionaia centro di produzione teatrale Coproduzione Operaestate Festival Veneto Scene Babilonia Teatri Produzione 2018. Si ringraziano il Coro Ana Valli Grandi e Cuore Husky rescue
Babilonia Teatri è tra le compagnie più innovative del panorama teatrale contemporaneo, distinguendosi per un linguaggio che a più voci viene definito pop, rock, punk. Si è imposta sulla scena italiana per il suo sguardo irriverente e divergente sull’oggi Babilonia Teatri vince nel corso degli anni numerosi riconoscimenti Oltre che nelle principali città italiane, gli spettacoli della compagnia sono stati ospitati numerose volte anche all’estero, dalla Francia alla Germania, dall’Austria all’Ungheria, dalla Bosnia-Erzegovina alla Croazia, dalla Colombia alla Russia. Enrico Castellani e Valeria Raimondi, fondatori della compagnia nel 2006, sono i Direttori artistici di Babilonia Teatri. Drammaturghi, autori, registi e attori, Castellani e Raimondi hanno base a Verona. Lorenzo Scuda dal 1999 al 2003 studia Musical alla BSMT di Bologna e da lì partecipa prima comemusicista/orchestrale e poi come attore e cantante a diverse produzioni, la più importante è JesusChrist Superstar con la Compagnia della Rancia nel ruolo di Pilato. Nel 2002 fonda gli Oblivion. È autore e co-autore dei testi, arrangiatore e compositore di tutte le loro produzioni. Hanno debuttato a novembre 2018 col loro primo musical originale: La Bibbia riveduta e scorretta, regia di Giorgio Gallione. Dal 2009 lavora prevalentemente per gli Oblivion, dedicandosi anche all’attività di docente per corsi e seminari musicali per improvvisatori teatrali in tutta Italia.
Spokaoke
Un microfono, uno schermo, il testo che scorre in sovrimpressione, due minuti per esibirsi davanti al pubblico. Cantanti? No, al loro posto ci sono altri grandi artisti che sono passati alla storia per la loro passione, la loro eloquenza, le loro parole.
Spokaoke è un evento partecipativo che invita il pubblico a declamare discorsi così come canterebbe canzoni in un karaoke bar. Cinquanta speech-video caricati in un dispositivo-karaoke e disponibili in un catalogo che gli spettatori possono sfogliare: discorsi politici, discorsi pubblici, monologhi teatrali, elogi, testimonianze di processo, ecc. Alcuni sono familiari al punto da essere considerati icone (“I have a dream”, “Mr. Gorbaciov, abbattete questo muro”); altri sono meno noti; alcuni fanno parte della nostra storia, altri dell’immaginario collettivo.
Recitare questi vecchi discorsi significa riconoscerli per quello che sono: frammenti di storia e di arte popolare. Ecco un’opportunità per rendere omaggio ad alcuni dei più grandi produttori di hit di tutti i tempi e resuscitare così trionfi e traumi del nostro passato lontano e prossimo.
Se il karaoke ci offre l’occasione di riconoscere una proprietà condivisa del patrimonio musicale pop, Spokaoke ci permette di giocare con un’eredità di artefatti parlati costruendo una Top10 del discorso collettivo.
Performance partecipata – durata 60 min. – in italiano
Un progetto di ZONA K con Stanze
24 maggio c/o Casa Privata – l’indirizzo verrà comunicato via sms 25 maggio c/o ZONA K
Ingresso: € 10,00 compreso aperitivo
Ideazione: Annie Dorsen Sound design: Vladimir Kudryatsev and Uli Ertl Assistenza: Lola Harney Management: Natasha Katerinopoulos Co-produzione steirischer herbst (Graz) Black Box Teater (Oslo)
Annie Dorsen è una regista e scrittrice newyorkese le cui opere esplorano l’intersezione di algoritmi e performance dal vivo. Il suo progetto più recente, The Slow Room, è stato presentato in anteprima al Performance Space di New York nell’autunno 2018. I progetti precedenti, tra cui The great outdoors (2017), Yesterday Tomorrow (2015), A piece of work (2013) e Hello hi there (2010), sono stati ampiamente rappresentati negli Stati Uniti e in altri paesi. Collabora e scrive per The Drama Review, Theatre Magazine, Etcetera, Frakcija e Performing Arts Journal (PAJ).
Human animal.
Lo spettacolo prende vita dalla lettura de Il re pallido, ultimo romanzo pubblicato postumo dell’americano David Foster Wallace, dedicato all’eroica quotidianità di un gruppo di funzionari dell’Agenzia delle Entrate di una cittadina di provincia negli USA, con l’intento di indagare la noia, e la capacità/incapacità dell’essere umano di saper sopravvivere alla burocrazia. De Il re pallido, romanzo rimasto incompiuto, al seguito del suicidio di DFW, non restano che brandelli di storie non finite in cui possiamo scorgere le esistenze frammentate dei protagonisti, e respirare il tormento di DFW nel tentare a tutti i costi di trovare un senso all’esistenza umana.
Partendo da qui, La Ballata dei Lenna attraverso un percorso di immedesimazione con l’autore, ha condotto nell’arco di alcuni mesi, una ricerca all’interno di diversi uffici dell’Agenzia delle Entrate del nostro Paese, con l’intento di indagare un mondo che nell’immaginario comune di eroico ha ben poco. Il materiale ha prodotto una drammaturgia originale che gioca con la frammentarietà del romanzo per dar vita ad un docuteatro che dona, assieme allo sguardo degli spettatori, un nuovo senso all’opera.
Spettacolo – durata 70 min. ca. – in italiano
c/o ZONA K
Di Paola Di Mitri Regia Nicola Di Chio, Paola Di Mitri, Miriam Fieno Con Nicola Di Chio, Paola Di Mitri, Miriam Fieno Voce narrante Alex Cendron Luci e visual concept Gennaro Maria Cedrangolo e Eleonora Diana Video e riprese Vieri Brini e Irene Dionisio Costumi Valentina Menegatti Produzione La Ballata dei Lenna Produzione esecutiva ACTI Teatri Indipendenti Sostegno alla produzione Hangar Creatività, ZONA K Milano, Factory Compagnia Transadriatica, Principio Attivo Teatro In collaborazione con Scuola Holden
La Ballata dei Lenna è un collettivo di ricerca teatrale fondato da Nicola Di Chio, Paola Di Mitri e Miriam Fieno che nasce nel 2012 alla Civica Accademia d’Arte Drammatica “Nico Pepe” di Udine, dove i tre attori si formano e si diplomano. Il lavoro di compagnia si concentra sullo studio delle relazioni tra la collettività e il suo quotidiano, nel tentativo di mettere in evidenza i punti di attrito dell’immaginario contemporaneo. L’idea del teatro come una rappresentazione collettiva porta la compagnia alla ricerca e all’uso di una varietà di linguaggi, che vanno dalla centralità dell’attore alla sua scomposizione, dalla parola al movimento, dal suono all’immagine. I tre artisti fondano il loro lavoro in una prospettiva che comprende l’arte dell’autore, il mestiere di interprete e il ruolo di direttore della scena.
FOCUS #3 • ECOLOGY •
Climate change, green economy, ecological economics…
Le Nazioni Unite definiscono la green economy una reale prospettiva per una crescita del reddito e dell’occupazione guidati da investimenti che mirano alla riduzione dell’inquinamento, all’aumento delle energie rinnovabili, all’efficienza delle risorse ed a evitare la perdita di biodiversità.
Il climate change è un dato di fatto: le temperature sono in aumento, l’andamento delle precipitazioni sta variando, ghiaccio e neve si stanno sciogliendo e il livello medio del mare si sta innalzando a livello globale.
Ciononostante le diffidenze verso quella scienza che Darwin indicava come “economia della natura” e che nel 1866 assurse a scienza indipendente con il nome di ecologia, sono ancora troppe.
Sebbene gli scienziati ci dicano che siamo entrati nella cosiddetta era dell’antropocene, in cui l’ambiente terrestre è fortemente condizionato dagli effetti dell’azione umana, assistiamo a una schizofrenia globale. Da un lato previsioni politiche, sociali ed economiche devastanti sul futuro del pianeta, avvalorate da iniziative protezionistiche, chiusure nazionalistiche, ridiscussione degli accordi di Parigi del 2015; dall’altro la nascita di movimenti transnazionali in favore dell’ambiente, nuove generazioni consapevoli dei rischi e soprattutto lo sviluppo di investimenti economici in campo energetico che fanno sperare che la green economy non resti solo un miraggio.
Scavi è un progetto collaterale a Quasi niente, spettacolo liberamente ispirato al film Deserto rosso di Michelangelo Antonioni, un lavoro attorno alla figura della protagonista del film, Giuliana, una “selvatica vestita elegante” che si fa carico di quella marginalità che da sempre attrae i due artisti.
Scavi è una performance che vuole essere la restituzione pubblica delle “scoperte” nella fase di indagine del lavoro sulla nuova creazione.
Scavare con pazienza, come fanno gli archeologi, per trovare una nota a margine, un pensiero inespresso, un’idea appena abbozzata, la fotografia di una scena non montata. È l’incontro con il processo creativo, un materiale vasto, fitto, grezzo, del quale l’opera è solo la punta dell’iceberg. Così Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, insieme a Francesco Alberici, si sono avvicinati al primo film a colori di Michelangelo Antonioni, Il deserto rosso. A ZONA K restituiranno le scoperte dei loro Scavi.
Un progetto ZONA K e Triennale Teatro dell’Arte Inserito nel programma di FOG Triennale Milano Performing Arts.
Spettacolo – durata 60 min. ca. – in italiano
c/o ZONA K
Ingresso: 16 euro (intero) – 11 euro (ridotto under 26/over 65/gruppi) – 8 euro (studenti) – 9 euro tesserati ZONA K
oppure c/o la biglietteria di Triennale Milano da mar a ven – dalle 10.30 alle 19.30 e i giorni di spettacolo c/o ZONA K da due ore prima dall’inizio.
info e-mail: biglietteria.teatro@triennale.org tel: +39 02.72434258
Agli spettacoli in ZONA K si accede previa iscrizione all’associazione.
Un progetto di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini Scritto ed interpretato da Francesco Alberici, Daria Deflorian e Antonio Tagliarini Consulenza letteraria Morena Campani Accompagnamento e distribuzione internazionale Francesca Corona Organizzazione Anna Damiani Foto Elizabeth Carecchio Coproduzione A.D. e Festival di Santarcangelo In collaborazione con Istituto Italiano di Cultura di Parigi residenza produttiva Carrozzerie | n.o.tRoma
Daria Deflorian e Antonio Tagliarini sono autori, registi e performer. Il loro primo lavoro è del 2008, Rewind, omaggio a Cafè Müller di Pina Bausch. Nel 2009 portano in scena from a to d and back again. Tra il 2010 e il 2011 hanno lavorato al “Progetto Reality” che, a partire dai diari di una casalinga di Cracovia, ha dato vita a due lavori: l’installazione/performace czeczy/cose (2011) e lo spettacolo Reality (2012), lavoro per il quale Daria Deflorian ha vinto il Premio Ubu 2012 come miglior attrice protagonista. Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni ha debuttato nel 2013 (Premio Ubu 2014 come miglior novità italiana mentre nel 2016 riceve il Premio della Critica come miglior spettacolo straniero in Quebec, Canada). Hanno creato due site specific: Il posto (2014) creato e presentato a Milano alla Casa Museo Boschi/Di Stefano per il progetto “Stanze” e Quando non so cosa fare cosa faccio (2015). Il cielo non è un fondale ha debuttato nel 2016 a Losanna. Lo spettacolo Quasi Niente ha debuttato nell’ottobre 2018.
Francesco Alberici (1988), terminati gli studi classici, si laurea in Economia e Commercio presso l’Università Bocconi di Milano. Si diploma come attore alla scuola Quelli di Grock e lavora in diversi spettacoli della compagnia stessa. Con il collettivo FRIGOPRODUZIONI, del quale è fondatore assieme a Claudia Marsicano e Daniele Turconi, realizza Socialmente eTropicana, lavori grazie ai quali il gruppo ottiene diversi riconoscimenti. Nel 2015 partecipa al corso di perfezionamento teatrale “Il corpo nelle parole” del Centro Teatrale Santa Cristina. Nel 2016 inizia una collaborazione con Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, che lo porta a prendere parte ai progetti Il cielo non è un fondale, Quasi niente e Scavi.
Ti voglio un bene pubblico
Progetto vincitore BANDO OPEN /// CREAZIONE [URBANA] CONTEMPORANEA 2019 – nuova produzione
“Il primo che, avendo cintato un terreno, pensò di dire ‘questo è mio’ e trovò delle persone abbastanza stupide da credergli, fu il vero fondatore della società civile. Quanti delitti, quante guerre, quanti assassinii, quante miserie ed errori avrebbe risparmiato al genere umano ” (J.J. Russeau Origine della disuguaglianza, 1754)
Ti voglio un bene pubblico è un gioco urbano che riflette su infrastrutture di divisione quali cancelli, muri, recinti. Tanto di quello che ci circonda è fatto di muri e recinzioni; capirne il senso, di volta in volta, è una pratica civile necessaria. Significativo osservare che l’ articolo del codice civile che regola la costruzione di recinzione di fondi per fissare la proprietà privata viene definito ‘ius escludendi alios’: determinare il proprio escludendo l’altro.
Quando un muro smette di proteggere e comincia a dividere, segregare ed escludere? E quando ad essere recintato è uno spazio pubblico di cui si limita l’accessibilità quanto di pubblico rimane di quello spazio pubblico? Posto un muro, quanto di quello che c’è dietro non possiamo conoscere?
Preacquisto obbligatorio. I biglietti verranno ritirati presso il luogo di partenza.
Gioco urbano itinerante per 24 spettatori – durata 75 min. – in italiano Luogo di partenza: c/o Fermata M1 Pasteur, viale Monza 34
Un progetto di Elisabetta Consonni In collaborazione con Cristina Pancini, Sara Catellani e Barbara Stimoli Con il sostegno di IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia (un progetto di Circuito CLAPS e ZONA K, Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire) Con la consulenza di Adriano Cancelleri Una produzione: Pergine Festival Co-produzione ZONA K, In\Visible Cities/Contaminazioni digitali, Terni Festival
Elisabetta Consonni è attiva nella riflessione e pratica di come l’arte possa essere detonatore di cambiamento sociale a partire dal 2014 con Ergonomica, contenitore di ricerca per la relazione del corpo con lo spazio urbano. Nell’ambito di tale ricerca, accompagna lo studio teorico alla realizzazione di azioni come: “We want to become architecture” e “Go with the flow” ( Polonia, 2014), la costruzione coreografata di “Pompenpurg Park” (Rotterdam, Biennale di Architettura 2014), “Il secondo Paradosso di Zenone” ( Milano, 2016), “Abbastanza Spazio per la più tenera delle attenzioni” (progetto per la Biennale Danza 2016). Cura il simposio Spazio Ergonomico presso la Biennale Danza 2016.
R 500 – Safari nel labirinto urbano #Studio I. L’Isola che non c’è.
R 500 – Safari nel labirinto urbano #studio I. l’Isola che non c’è_primo studio è una performance itinerante e partecipativa che conduce il pubblico all’esplorazione della natura, a volte nascosta ai nostri occhi, e della sua complessa relazione con l’architettura urbana e gli abitanti, in uno stretto raggio di 500 metri compreso tra ZONA K e la Biblioteca degli Alberi.
La performance nasce da un lavoro collettivo di ricerca artistica e da un’analisi scientifica di questo specifico raggio di 500 metri: performer, ecologi, architetti e musicisti danno vita a un safari urbano coinvolgente e unico, composto in frammenti sonori, racconti, visioni ed incontri.
Gioco urbano per 66 spettatori – in italiano
Durata: 90 min. circa Luogo di partenza: c/o ZONA K
Un progetto di Pleiadi, Campsirago Residenza, in collaborazione con ZONA K (I), The Intrnational Accademy for Natural Arts (NL), BAM – Biblioteca degli Alberi Milano (I), Con il sostegno di IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia (un progetto di Circuito CLAPS e ZONA K, Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire) artistic and scientific team Michele Losi, Sjoerd Wagenaar, Sofia Bolognini, Liliana Benini, Luca Maria Baldini, Emilio Padoa Schioppa, collettivo Studio Pasta Madre.
Pleiadi Art Productions nasce nel 2015 in seno a Campsirago Residenza. È un progetto di produzione aperto e multidisciplinare che prende vita dall’esperienza teatrale e performativa di Michele Losi e dall’esperienza artistica dell’attrice Mariasofia Alleva, insieme a Riccardo Calabrò, drammaturgo, Marialuisa Bafunno, scenografa, Stefania Coretti, costumista e artista visiva, Alberto Sansone, videomaker, Diego Dioguardi, sound designer, musicista e dj. È incentrato sulla sperimentazione nell’ambito della performing art, del teatro nel paesaggio e delle produzioni site-specific. Pleiadi è un luogo aperto ad artisti di diverse discipline e provenienze che condividono l’intento di creare Arte anche per coloro che non sono soliti frequentarla: per chi, ad esempio, a teatro non è mai entrato o ha smesso di entrare.
L’arte sta in far sì che tutto sia falso e paia vero. L’arte sta in far sì che tutto sia vero e paia falso. « il realismo è l’impossibile » – W. Siti
Dopo il grande successo ottenuto nella scorsa stagione, ritorna l’operazione straordinaria di DOM- che, a partire dalla graphic novel di Jiro Taniguchi, costruisce una drammaturgia di spazi in cui lasciar esplodere il confine tra centro e periferie, tra urbano e terzo paesaggio, tra umano e non umano.
Un uomo, lo scrittore e drammaturgo Antonio Moresco, percorre la città passeggiando. Attraverso il suo viaggio il paesaggio si apre e si nasconde agli occhi del pubblico che lo segue a distanza, come a spiarlo, in bilico tra identificazione e distacco.
Gli spazi si susseguono come in un ininterrotto piano sequenza – una piazza, una stazione, una cattedrale, un campo incolto, una palude, una piscina pubblica, un motel. L’esperienza viva del cammino diventa il pretesto per un corpo a corpo con il reale.
Un progetto ZONA K e Danae Festival
I biglietti verranno ritirati presso il luogo di partenza.
SOLD OUT, per repliche 11 – 14 ottobre, lista d’attesa completa.
Performance urbana, itinerante per soli 15 spettatori. Durata del tragitto: 4 ore e 30 minuti ca.
Il luogo di partenza sarà comunicato via sms a ciascun partecipante il giorno prima della performance prenotata, pertanto verrà chiesto un contatto telefonico. La performance prevede un percorso a piedi di circa 4 ore e mezza, si raccomanda di indossare abbigliamento e scarpe comodi. Non è adatta a persone con capacità motoria ridotta.
Ideazione, drammaturgia e regia a cura di DOM- / Leonardo Delogu, Valerio Sirna Produzione Teatro Stabile dell’Umbria, ZONA K, Danae Festival, Terzo paesaggio Con Antonio Moresco e con Paola Galassi e Isabella Macchi Con la partecipazione degli allievi di ITAS Giulio Natta di Milano Organizzazione e guida Francesca Agabiti Liberamente ispirato al fumetto di Jiro Taniguchi – L’uomo che cammina Testi inediti Antonio Moresco Progetto video Studio Azzurro A cura di Alberto Danelli, Laura Marcolini, Martina Rosa Musiche originali Fabio Zuffanti Elaborazione suono Lorenzo Danesin Collaborazione Museo Del Novecento, Milano Sport, Abbazia di Chiaravalle, Hotel Corvetto Con il sostegno di IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia (un progetto di Circuito CLAPS e ZONA K, Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire)
DOM- è un progetto nato nel 2013 dalla collaborazione tra gli artisti Leonardo Delogu, Valerio Sirna ed Hélène Gautier. Indaga il linguaggio delle performing arts, con una particolare attenzione alla relazione tra corpo e paesaggio, e si impegna nella trasmissione di peculiari pratiche di abitazione, legate allo spazio e al tempo della creazione artistica. DOM- costruisce eventi performativi, seminari, camminate, scritti, giardini, installazioni, video, reportage fotografici.
Antonio Moresco, Scrittore italiano [Mantova, classe 1947]. Dopo aver compiuto un difficile apprendistato di cui dà conto in Lettere a nessuno (1997) documentando criticamente la
difficoltà di emergere dalla condizione di scrittore sotterraneo e rifiutato dal mondo editoriale italiano, ha pubblicato nel 1993 la raccolta di racconti Clandestinità, in cui sono già presenti i temi che sostanziano la sua opera, resi in uno stile asciutto e iperrealista che ne accresce l’impatto drammatico: quello della solitudine, in primo luogo, attraversata da una dimensione del sogno come straniamento da sé, cui si affianca il motivo ricorrente di una ricerca affannata di senso che si dipana attraverso percorsi obliqui e instabili. Il fulcro dell’opera di Moresco ruota intorno alla vasta opera Giochi dell’eternità, scritta nell’arco di 35 anni, costituita da Gli esordi (1998), Canti del caos (edito in due volumi nel 2001 e 2003) e Gli increati (2015). Tra le sue altre opere: La cipolla (1995), Lo sbrego (2005), Scritti di viaggio, di combattimento e di sogno (2005), Merda e luce (2007), La lucina (2013), Fiaba d’amore (2014), I randagi (2014), Piccola fiaba un po’ da ridere e un po’ da piangere (2015), L’addio (2016), Fiabe da Antonio Moresco (2017) e, entrambe nel 2018, L’adorazione e la lotta e Il grido.
Fondatore nel 2003 del blog Nazione indiana, nel 2005 ha creato la rivista telematica e cartacea Il primo amore.
FOCUS ECOLOGY
Lookout
“Un incontro uno a uno con vista sulla città”
Creato in collaborazione con una scuola locale, Lookout è l’incontro uno-a-uno tra un adulto, del pubblico, e un bambino. Uno scambio tra due persone, che potrebbero non incontrarsi normalmente, che avviene sulla cima di un edificio di Milano dove insieme guardare la città dall’alto e immaginare il futuro.
La conversazione che condividono è un tranquillo viaggio attraverso il passato, il presente e il futuro guidati dalle strade e dai punti di riferimento disposti davanti a loro.
Attraverso sogni di architettura utopica e possibili catastrofi, speranze e paure, mode del futuro, demolizioni proposte e progressi reali e immaginari, esplorano due versioni molto diverse della città in cui entrambi vivono.
Lookout è un tentativo di considerare le grandi domande in piccolo, per riscoprire con uno sguardo diverso la nostra Milano che normalmente chiamiamo casa.
Questa versione è stata sviluppata attraverso un laboratorio con gli alunni della classe terza elementare dell’I.C. Vittorio Locchi di Milano che prendono parte alla performance.
Fino ad oggi Lookout è stato presentato in: Inghilterra, Nuova Zelanda, Egitto, Lituania, Estonia, Cina, Shanghai, Vancouver. Questa versione è stata sviluppata attraverso un laboratorio con gli alunni della classe quarta elementare dell’I.C. Vittorio Locchi di Milano che prendono parte alla performance
Ideazione Andy Field Produzione Beckie Darlington Musica e suono Tom Parkinson Drammaturgia Sybille Peters Con la straordinaria partecipazione della Classe IVB I.C. Vittorio Locchi sede di via Passerini: FRANCESCO, YAMAL, CRISTIAN, OLIVIA, DAVIDE C., DAVIDE D., ARAME, ADAM, RAHUL, KSENIA, MATTEO, ALESSANDRA, ANNA, LEONARDO, SABRINA, FEDERICO, BRIANA, VICTOR
Un progetto ZONA K e STANZE
Prenotazione obbligatoria.
Ingresso unico € 8,00 + d.p.
La performance si terrà anche in caso di pioggia.
c/o terrazza coperta Best Western Hotel Blaise & Francis, Via Enrico Annibale Butti, 9 (quartiere Dergano).
Ai fini della performance, lasciare NUMERO DI TELEFONO per essere contattati dalla produzione.
Andy Field è un artista, scrittore e curatore artistico con base a Londra. Realizza progetti che mirano a considerare le nostre relazioni sia con gli spazi che abitiamo sia con le persone che ci circondano. Lavora soprattutto con bambini e ragazzi. Ha creato progetti interattivi per le famiglie al Museo di Storia Naturale di Londra, al Southbank Centre e alla Arnolfini Gallery di Bristol. È co-direttore del Forest Fringe e scrive per The Guardian e la rivista The Stage e Contemporary Theatre Review.
Durante la residenza a ZONA K, Cinzia Pietribiasi ha lavorato su un progetto immaginato da tempo: uno spettacolo che fosse in grado di raccontare la storia di una relazione. Quella di una figlia con il proprio padre. Nessuna rappresentazione, nessun personaggio: una storia che non viene raccontata ma piuttosto attraversata. La narrazione procede per frammenti, immagini della memoria, eventi storici e copre un arco di tempo che va dal 1979 al 1992. Ma Padre d’amore Padre di fango è vita presente. Gli spettatori sono convocati per essere testimoni di un atto d’amore che si realizza nel processo creativo e in ultima istanza nello spettacolo stesso. Se esiste un senso, l’unica salvezza risiede in un inno collettivo alla vita.
PRIMO STUDIO. Digital performance e installazione intermediale
Durata 70 min. – In italiano c/o ZONA K
Ingresso: 15 euro (intero) – 10 euro (ridotto under 26/over 65/gruppi)
di Cinzia Pietribiasi produzione Compagnia Pietribiasi/Tedeschi coproduzione DAF Teatro dell’Esatta Fantasia Con il sostegno di IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia (un progetto di Circuito CLAPS e ZONA K, Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire) performer Cinzia Pietribiasi suoni Giorgia Pietribiasi immagini Ayanta Noviello, Cinzia Pietribiasi scene Giulia Drogo odori Marco Ceravolo light design Davide Cavandoli assistente performer Lidia Zanelli consulenza drammaturgica Pierluigi Tedeschi editing audio Alfredo De Vincentiis foto di scena Pietro Baroni Si ringrazia per il tutoraggio Stefan Kaegi, per la consulenza e i consigli Lola Arias, Alina Marazzi, Franco Ripa di Meana, Filippo Ceredi, Lorenzo Belardinelli Si ringraziano inoltre Spazio Quarantanove e Via Roma Zero di Reggio Emilia, Unzalab di Milano, Alfonso Burzacchiello
Cinzia Pietribiasi, artista performativa multidisciplinare e multimediale, è nata a Vicenza nel 1979. Oggi vive in Emilia. Utilizzo la multimedialità, soprattutto il linguaggio e le tecniche video, sia come artista, sia nei suo laboratori con studenti delle scuole primarie e secondarie e con utenti psichiatrici. Ha ottenuto la laurea magistrale in Conservazione dei Beni Culturali, un master universitario in Clown terapia e un’alta formazione universitaria nelle tecniche teatrali come strumento per le attività educative. Attualmente è iscritta al Biennio Specialistico in Nuove Tecnologie dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Nel 2012 il suo assolo “Io sono qui” è tra i semifinalisti di Premio Gd’A Emilia Romagna. Nello stesso anno fonda la Compagnia Pietribiasi/Tedeschi, una realtà indipendente ed autoprodotta, le cui produzioni spaziano dal teatro multimediale al teatro civile.
Cinzia Pietribiasi è inserita in “Intercettazioni” – Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, ZONA K, con il contributo di Regione Lombardia, MiBAC e Fondazione Cariplo.
FOCUS #4 • TECHNOLOGY •
Il 31 dicembre del 1983, Isaac Asimov raccontò sulle pagine del Toronto Star come sarebbe stato il mondo nel 2019. Se l’umanità fosse sopravvissuta al pericolo di una guerra nucleare, la tecnologia e l’innovazione informatica avrebbero cambiato radicalmente il modo di vivere e le nostre abitudini lavorative. Gli uomini del 2019, si sarebbero occupati della progettazione e della comprensione di quelle macchine intelligenti e dei settori in cui avrebbero operato.
Parte delle sue previsioni erano dunque fondate. Oggi l’intelligenza artificiale è una realtà: la domotica, Siri, le automobili autonome, i robot entrano ogni giorno di più nella nostra vita, strumenti capaci di liberare tempo degli umani o anche pericolosi antagonisti in un futuro prossimo? E’ possibile che una macchina arrivi a volere il potere e a defenestrare l’uomo che l’ha creata?
Gli studiosi si dividono tra chi lo ritiene possibile e chi implausibile. Non entriamo nel dibattito, prendiamo però in considerazione gli effetti che la crescente presenza di tecnologie sempre più smart sta avendo sulla nostra vita e sul modo di rapportarci al mondo.
Si tratta solo di vantaggi economici, di semplificazioni, di evidenti opportunità lavorative prima non possibili? O dobbiamo anche considerare che sotto la cosiddetta non pericolosa AI si nascondono “algoritmi che hanno già oggi preso il controllo della maggior parte delle transazioni finanziarie globali e […] governano le logiche di funzionamento dei social network, influenzano la qualità dell’informazione, la visione del mondo e il buon umore o il cattivo umore di miliardi di umani, che prevedono i comportamenti umani e in base a queste previsioni propongono messaggi promozionali, manipolano le menti, suggeriscono comportamenti a umani meno consapevoli di quanto dovrebbero.” [Luca De Biase]?
L’arte può essere un modo per far rivivere il passato? In che modo la realtà e la finzione si sovrappongono? Cosa sottintende l’espressione arte documentaria? Che tipo di processi di scrittura consentono questo tipo di progetti?
Attraverso i video e i materiali delle sue opere, la regista argentina Lola Arias parla della sua esperienza nel campo dell’arte documentaria e dei progetti interdisciplinari utilizzando il teatro, il cinema e le arti visive nell’ultimo decennio. Arias affronta diversi aspetti della genesi e dello sviluppo delle sue opere, dove lei problematizza il rapporto tra estetica e politica, realtà e finzione, opera d’arte ed esperimento sociale.
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti. Per info e prenotazioni: biglietti@zonak.it
Durata: 90’
c/o ZONA K
Lola Arias (1976) è una scrittrice, regista teatrale e performer. Collabora con artisti di diverse discipline in progetti musicali, cinematografici e artistici. Le sue produzioni giocano con le zone di sovrapposizione tra realtà e finzione. Lavora con attori, poliziotti, mendicanti, musicisti, ballerini, prostitute, bambini e animali. In Striptease (2007) il protagonista è un bambino, che striscia sul palco mentre i suoi genitori litigano al telefono. In El amor es un francotirador (2007), gli artisti raccontano storie d’ amore vere e fittizie mentre una rock band suona dal vivo. In Mi vida después (2009), sei artisti ricostruiscono la giovinezza dei loro genitori negli anni’ 70 in Argentina con foto, lettere, cassette e vecchi vestiti. In Cile ha messo in scena L’ anno in cui sono nata (2012), sulla base delle biografie di persone nate durante la dittatura di Pinochet. La sua opera L’ arte di fare soldi(2013) è stata eseguita da mendicanti, prostitute e musicisti di strada dalla città di Brema. I suoi progetti con Stefan Kaegi sono Chácara Paraíso (2007) che coinvolge agenti di polizia brasiliani, e Airport Kids (2008) con nomadi di età compresa tra i 7 e i 13 anni. Tra il 2010 e il 2012, insieme hanno curato un Festival di interventi urbani Ciudades Paralelas a Berlino, Buenos Aires, Varsavia, Zurigo, Singapore e altre città. I suoi testi sono stati tradotti in più di sette lingue e le sue opere teatrali sono state realizzate in diversi festival tra cui Steirischer Herbst, Graz; Festival d’ Avignon; Teatro Spektakel, Zurigo; Wiener Festwochen; Spielart Festival, Monaco di Baviera; Alkantara Festival, Lisbona; Radicals Festival, Barcellona, Under the radar, New York. E in luoghi come: Theatre de la ville Paris, Red Cat LA, Walker Art Centre Minneapolis, Museum of Contemporary Art Chicago. Insieme a Ulises Conti compone e suona musica e ha pubblicato diversi album.
SEMINARIO DI TEATRO PARTECIPATO
Raccontare coinvolgendo: il seminario sul teatro partecipato
Questo seminario di formazione è rivolto a chiunque voglia acquisire suggerimenti e strategie innovative per sviluppare spettacoli site-specific e partecipati, che sappiano essere provocatori e originali al contempo. Alla base di questo lavoro vi è il coinvolgimento attivo di persone (non attori) di età e contesti sociali differenti e l’immersione nella realtà circostante.
Direttore artistico e fondatore dei canadesi Mammalian Diving Reflex (considerati tra i maggiori esperti internazionali in questo campo, costantemente presenti nei più importanti festival teatrali internazionali), Darren O’ Donnell vi guiderà nell’ideazione e nella messa alla prova di piccole azioni performative basate sul suo metodo dell’agopuntura sociale, ideato per indagare e sistematizzare dispositivi innovativi di interazione con il pubblico.
Il seminario, tenuto in lingua inglese con traduzione in italiano, è gratuito.
Per partecipare occorre avere forte interesse in questa pratica sociale. Non è indispensabile esperienza pregressa in progetti site-specific o partecipati.
A fine seminario sarà chiesto, a chi interessato, di produrre e inviare a ZONA K un progetto di spettacolo partecipato da realizzare a Milano (seguendo alcuni parametri indicati da ZONA K) per partecipare alla selezione delle residenze ZONA K 2019.
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Per candidarti alla partecipazione invia il materiale sotto elencato entro e non oltre il 20 aprile 2018 all’indirizzo biglietti@zonak.it
Per ulteriori informazioni: tel. 02.97378443.
Il seminario è a numero chiuso.
Orario di lavoro indicativo di lavoro: 10.00 – 16.30
Il materiale richiesto è:
CV con foto (va bene qualsiasi formato, corto e discorsivo o lungo e dettagliato)
Breve descrizione del perché ti interessa questo seminario (500 battute)
Brevissima descrizione di precedenti progetti partecipati o site-specific già realizzati o di un progetto che vorresti realizzare in futuro o che hai solo immaginato (700 battute)
Se hai già realizzato qualche progetto, inserisci nella descrizione link alle relative pagine web (sito e/o FB)
Darren O’Donnell is a novelist, essayist, playwright, director, designer and performer. His books (published by Coach House Press) include: Haircuts by Children and Other Evidence for a New Social Contract (2017), Social Acupuncture (2006), which argues for aesthetics of civic engagement, and Your Secrets Sleep with Me (2004), a novel about difference, love and the miraculous. His stage-based works include White Mice (1998), [boxhead] (2000), and All the Sex I’ve Ever Had (2012), all produced by Mammalian. Darren was the 2000 winner of the Pauline McGibbon Award for directing and has been nominated for a number of Dora Awards for his writing, directing, and acting, winning (with Naomi Campbell) for their design of White Mice. His play [boxhead] was nominated for a Chalmers Award and he received a Gabriel Award for excellence in broadcasting for his CBC radio piece Like a Fox. Under his directorship, Mammalian won the 2010 Mayor’s Arts Award for Youth, and his Mammalian Protocol for Collaborating with Children was awarded the Canadian Coalition for the Rights of Children Supporter Award in 2012. Darren has an MSc. in urban planning, a BFA in acting and studied shiatsu and tradition Chinese medicine at The Shiatsu School of Canada. Follow Darren on Twitter: @darrenodonnell Instagram: @o.darren Periscope: @darrenodonnell Snapchat: photoshine
FOCUS POLITICS
Chi vuole essere politico deve avventurarsi nel mondo.
Aprire la stagione teatrale 2018 con il FOCUS POLITICS è preveggenza e provocazione.
Le elezioni di marzo parlano per noi. La politica permea la vita sociale in modo fin troppo invadente e urlato, contribuendo a diffondere disaffezione e distacco dei cittadini. Sorge spontanea la domanda: la democrazia è ancora una rappresentazione del potere popolare? In una società in forte cambiamento il potere della democrazia è ancora efficace? Ed è possibile parlare ancora di Agorà pubblica e attiva?
Due celebri artisti internazionali, già ospiti nelle precedenti edizioni della stagione di ZONA K si interrogano su questi punti. Roger Bernat presentaPENDIENTE DE VOTO (VOTO SOSPESO). Uno spettacolo in cui viene richiesta la partecipazione del pubblico in una riflessione politica che con humor affronta i meccanismi di potere in tutte le democrazie e le derive totalitarie in germe nella collettività. Altresì una riflessione sulla parola cittadinanza e sulla democrazia partecipativa che non può non ricordarci le prossime elezioni politiche.
Yan Duyvendak, Nicolas Cilins & Nataly Sugnaux Hernandez (CH) conACTIONS: un dispositivo scenico che dà forma a un’assemblea democratica ideale dove possano esprimersi i rifugiati, i responsabili politici e i volontari della città, con l’obiettivo di rispondere con azioni efficaci e dirette in grado di coinvolgere positivamente ogni singolo individuo e nel contempo uscire dalle secche della retorica delle buone intenzioni.
Infine nella sezione italiana ZONA K ospiterà l’artista rivelazione Filippo M. Ceredi conBETWEEN ME AND P., un intimo spettacolo documentario su un fratello misteriosamente scomparso. Ancora una volta è l’azione di un singolo a farsi gesto politico nel rifiuto radicale ad assoggettarsi allo status quo della società attuale.
YAN DUYVENDAK & NICOLAS CILINS & NATALY SUGNAUX HERNANDEZ (CH) ACTIONS c/o Casa della Memoria
BETWEEN ME AND P.
“Una performance di rara eleganza” Teatro e Critica
Un intimo spettacolo documentario su un fratello misteriosamente scomparso. Ancora una volta è l’azione di un singolo a farsi gesto politico nel rifiuto radicale ad assoggettarsi allo status quo della società attuale.
Between me and P. nasce dalla radicale esigenza di riappropriazione di una storia famigliare.
Pietro sparì volontariamente nel 1987 all’età di 22 anni, senza lasciare tracce.
Dopo venticinque anni Filippo, il fratello minore, ha avviato una lunga ricerca per tentare di avvicinarsi a lui e capire cosa lo portò alla decisione di sparire. La ricerca è un tentativo di portare luce su un’assenza silenziosa e pervasiva, e la sua elaborazione scenica una possibilità di trasmettere questa storia, che parla profondamente al presente individuale e collettivo.
c/o ZONA K, via Spalato 11, 20124 Milano
Performance in italiano con sovratitoli in inglese – Durata 70 min. ca.
Performance di e con Filippo Michelangelo Ceredi. Tutor: Daria Deflorian, nell’ambito della residenza artistica Officina LachesiLAB. Accompagnamento alla realizzazione: Alessandra De Santis e Attilio Nicoli Cristiani. Accompagnamento alla coreografia: Cinzia Delorenzi. Assistenti al progetto: Clara F. Crescini, Sara Gambini Rossano, Francesca S. Perilli Produzione: Filippo Michelangelo Ceredi, Teatro delle Moire / Danae Festival – 2016. Con il sostegno di ZONA K. Foto: Michela Di Savino
Filippo Michelangelo Ceredi è nato a Locarno nel 1982. Cresce e studia a Milano, dove si laurea in filosofia con una tesi sulla “Funzione delle passioni e della violenza nella tragedia greca”. Lavora con Karta Film, come assistente alla regìa di Marco Bechis nel film Il sorriso del capo (2011), in collaborazione con Istituto Luce, e nella serie-web Il rumore della memoria (2014). Collabora con Iacopo Patierno alla realizzazione dei video per Il teatro fa bene (2016), progetto finalizzato alla diffusione di messaggi sanitari in Mozambico attraverso il teatro. Accanto all’attività di videomaker, sviluppa una formazione da performer seguendo i laboratori del Teatro delle Moire e lavorando come assistente di progetti teatrali (Remote Milano dei Rimini Protokoll, 2014-2015; Sante di scena di Teatro delle Moire e Cinzia Delorenzi, 2015). All’Isola Kult Festival 2016 presenta Staring Backwards, il suo primo progetto performativo collettivo in collaborazione con Alessio Calciolari e Cinzia Delorenzi e nello stesso anno a Danae Festival debutta con la performance solista “Between Me and P.”, presentata successivamente a Santarcangelo Festival 2017. filoceredi.wixsite.com
FOCUS POLITICS
ACTIONS
“Qualcuno è disposto a fare qualcosa? E che cosa?”
ACTIONS dà forma a un’assemblea democratica ideale dove possano esprimersi i rifugiati, i responsabili politici e i volontari della città con l’obiettivo di rispondere con azioni efficaci e dirette in grado di coinvolgere positivamente ogni singolo individuo e nel contempo uscire dalle secche della retorica delle buone intenzioni. ACTIONS non può dirsi uno spettacolo. È piuttosto un dispositivo scenico di tipo documentario che sovverte le attese e coinvolge gli spettatori al fine di rispondere alla violenza e all’urgenza della nostra realtà politica. Riporta all’oggi il ruolo del teatro come forum all’interno della vita cittadina. È un’esperienza dalla quale non si può uscire indifferenti.
ACTIONS è un progetto di cooperazione, che coinvolgerà:
4 associazioni milanesi: ASSPI, Black Panthers, Farsi Prossimo e ASNADA
4 persone rifugiate: Keita Thei, Jallow Sulay, Noori Abdul Jawad, Ali Dashti Bahiat
1 rappresentante dell’Assessorato alle politiche sociali del Comune di Milano
1 rappresentante dell ASGI, l’Avv. Luce Bonzano referente ASGI Lombardia
2 giornalisti a tenere le fila del dibattito: Christian Elia, codirettore del Q CODE MAGAZINE e Carla Chelo, ex giornalista de L’Unità
ACTIONS prende in contropiede la grande crisi migratoria per concentrarsi sul “qui e ora” e trattare il tema dell’esclusione e dei rapporti che esistono tra l’arte, l’attivismo e i cambiamenti sociali in un momento in cui i valori delle nostre democrazie europee sembrano dissolversi.
“Promuovere una politica di integrazione efficace implica una stretta collaborazione tra lo Stato, le associazioni e la società civile. Si tratta di trovare nuove modalità di scambio e di dialogo tra i servizi necessari e il coinvolgimento personale dei rifugiati/richiedenti nella costruzione di un nuovo percorso di vita. Nella fase di ricerca di questo lavoro è apparso subito molto chiaro che una delle chiavi fondamentali del processo è lo scambio materiale e di idee tra i rifugiati/richiedenti asilo e la società nella quale desiderano integrarsi.” [Yan Duyvdenak]
c/o CASA DELLA MEMORIA, Via F. Confalonieri, 14, 20124 Milano
Orari di ritiro/acquisto biglietti: dal lunedì al venerdì 10.00 – 19.00 le sere di spettacolo 18.00 – 19.50
NB: nessuna biglietteria attiva c/o Casa della Memoria
Ingresso: 8,00 € (posto unico)
Ideazione: Nicolas Cilins & Yan Duyvendak & Nataly Sugnaux Hernandez. Produzione Dreams Come True, Genève Coproduction La Bâtie-Festival de Genève; far° Festival des Arts Vivants, Nyon ; Marche Teatro/Inteatro Festival – Ancona, Pour-cent culturel Migros Con il sostegno di République et canton de Genève; Ville de Genève; Pro Helvetia – fondation suisse pour la culture; crédit de la Confédération destiné à l’intégration, Fondation meyrinoise du Casino, Stanley Thomas Johnson Foundation, Fondation Leenaards, Fondation Ernst Göhner, Bureau de l’intégration des étrangers BIE, Fondation JTI, fondation sesam, Ville de Versoix, Ville de Bernex, Ville de Satigny, Fondation suisse des artistes interprètes – SIS, Loterie Romande, CORODIS Ringrazimanenti: Daniela Almansi, les Amis de La Bâtie, Patrick Falconnet, Christophe Girod e Katia Zenger – Hospice Général Genève, Cie Gilles Jobin, Théâtre de l’Usine
Yan Duyvendak formatosi all’École cantonale d’art du Valais e l’École Supérieure d’Art Visuel de Genève, è figura di riferimento nella performance svizzera ed europea, indaga nel suo lavoro il rapporto tra immagini mediatiche ed il concetto di dignità umana attraverso la creazione di dispositivi spettacolari che prevedono l’attivazione dello spettatore. Nicolas Cilins ha studiato arti visive a Villa Arson (Nizza) e performance alla HEAD di Ginevra. La sua ricerca documentaria si sviluppa attraverso svariate forme: fotografia, performance, scultura, installazioni. Nataly Sugnaux Hernandez, dopo gli studi in Arti Decorative e Belle Arti a Ginevra, sviluppa una propria ricerca nel video realizzando principalmente documentari e piattaforme applicative d’animazione. Svolge inoltre attività di produzione e diffusione per diversi artisti, emergenti e non.
FOCUS POLITICS
FOCUS PEOPLE
Il potere delle persone, della gente comune. La forza e la propulsione autentica che arrivano dal basso. “People have the power”, “Power to the people”, canzoni e slogan degli anni Settanta che ancora resistono in un mondo così diverso da allora. Eppure, nonostante tutto, si continua pensare che la gente abbia ancora il potere di cambiare il mondo.
PEOPLE racconta i punti di forza e le contraddizioni che permeano la nostra società: la forza dei sentimenti, lo scambio tra le generazioni, i rapporti di solidarietà; ma anche i rapporti tra individui dove i giochi di potere si fanno più ambigui e talvolta spietati. Soprattutto parla delle persone: giovani, adolescenti, donne curiose, indipendenti, aggressive ma sempre e comunque attuali.
26 APRILE | 19 MAGGIO
MAMMALIAN DIVING REFLEX / DARREN O’DONNELL (CA) TEENTALITARIANISM con 3 appuntamenti + 1
Nightwalks with Teenagers invita un gruppo di adolescenti a prendere possesso di un quartiere della loro città, organizzando una passeggiata notturna in cui loro stessi guideranno gli spettatori.
“Una performance che è un piccolo miracolo.” The Guardian
In tutti i lavori della compagnia canadese guidata da Darren O’Donnell la dimensione sociale è al centro di una ricerca che si concretizza in azioni di partecipazione attiva che puntano ad accrescere lo spirito critico del pubblico.
Con questo lavoro Mammalian Diving Reflex crea le condizioni per un incontro inedito tra giovani e adulti, tra persone di diversa provenienza geografica, culturale, socio-economica e razziale che abitualmente non hanno occasione o motivo per trascorrere del tempo insieme.
La performance è il risultato della collaborazione tra gli artisti della compagnia e il gruppo di giovani coinvolto, sviluppato in una serie di workshop della durata di due settimane
PRIMA ITALIANA
Un progetto ZONA K e Triennale Teatro dell’Arte . Inserito nel programma di FOG Triennale Milano Performing Arts.
Biglietti acquistabili anche presso la biglietteria di Triennale Teatro dell’Arte
15 euro (intero) – 10 euro (ridotto under 30/over 65 e tesserati ZONA K) – 7,00 € (studenti) I prezzi dei biglietti qui indicati non sono comprensivi di prevendita (10%)
Luogo di ritrovo c/o atrio Istituto ITAS Natta,
via Don Giovanni Calabria 16 – Fermata Cimiano M2
NB ai fini della performance è necessario comunicare indirizzo mail
e numero di telefono cellulare all’indirizzo info.teatro@triennale.org
La camminata partirà puntuale. Il pubblico è pregato di presentarsi con 10 minuti di anticipo
La performance è itinerante, l‘arrivo non coincide con la partenza.
Sarà percorsa a piedi, si raccomanda di munirsi di scarpe e abbigliamento adeguato.
In caso di pioggia la performance non verrà annullata.
Ideazione e regia: Darren O’Donnell. Co-regia: Tina Fance, Kiera O’Brien, Virginia Antonipillai, Sanjay Ratnan. Produzione esecutiva: Eva Verity, Tina Fance. Photo: Martin-Steffen, Amish Morrell, Paul Blakemore, Mammalian Diving Reflex. Creato in collaborazione con gli studenti del del Liceo linguistico Itas Natta di Milano. Produzione: ZONA K e FOG Triennale Milano Performing Arts. Questa presentazione di Teentalitarianism è resa possibile in parte grazie al supporto del Canada Council for the Arts e dell’Ontario Arts Council.
Mammalian Diving Reflex è una compagnia di Toronto conosciuta per l’ideazione di performance intellettualmente stimolanti. Nata nel 1993 sotto la direzione artistica dello scrittore e regista Darren O’Donnell, Mammalian Diving Reflex opera sulla dimensione privata e sociale del linguaggio, del pensiero e dell’informazione. La compagnia ha prodotto diversi lavori in Canada Giappone, Australia, Singapore, India, Stati Uniti, Irlanda, Inghilterra e in molti altri paesi d’Europa. Tra i loro progetti, vi sono Diplomatic Immunities, pppeeeaaaccceee, The Children’s Choice Awards, Who Shot Jacques Lacan?, Dare Night, Slow Dance with Teacher, Nightwalks with Teenagers. Haircuts by Children, presentato a Milano nel 2009 da Uovo performing arts festival, ha coinvolto i bambini di tutto il mondo in un workshop e in un’azione di taglio dei capelli in un vero salone da parrucchiere. La pratica artistica della compagnia riconosce una dimensione performativa in ogni gesto quotidiano ed esplora estetica e società, creando insolite alleanze tra il mondo dell’arte e quello dei giovani. La ricerca di Mammalian Diving Reflex si concretizza in performance, esperienze collettive, testi teorici e happening.
SEX, DRUGS AND CRIMINALITY
“Puoi anche non rispondere”
In questa performance 8 adolescenti porranno domande a noti personaggi pubblici e adulti della città sulla loro “scorribande e malefatte” giovanili. I ragazzi possono fare qualsiasi tipo di domanda e gli intervistati potranno anche rifiutarsi di rispondere.
Di nuovo, il gruppo canadese, lavora sull’abbattimento del gap generazionale in modo diretto e non convenzionale. I due gruppi proveranno a vedere se riescono a connettersi anche solo con le punte delle loro dita e, insieme, avranno una discussione molto molto sincera su tre degli argomenti più confusi dell’universo: sesso, droghe e criminalità.
Ideazione e regia: Darren O’Donnell. Co-regia: Tina Fance, Kiera O’Brien, Virginia Antonipillai, Sanjay Ratnan. Produzione esecutiva: Eva Verity, Tina Fance. Produzione: ZONA K. Photo: Martin-Steffen. Questa presentazione di Teentalitarianism è resa possibile in parte grazie al supporto del Canada Council for the Arts e dell’Ontario Arts Council.
ASK FOR THE MOONS
Chiude tutto il percorso di TEENTALITARIANISM, dedicato agli adolescenti, la serata Ask for the moons, in cui i ragazzi che hanno collaborato al progetto potranno esporre pubblicamente come vorrebbero proseguire il lavoro iniziato e strappare promesse ufficiali in questo senso dagli organizzatori di ZONA K.
c/o ZONA K, via Spalato 11, 20124 Milano
Ingresso: gratuito
Ideazione e regia: Darren O’Donnell. Co-regia: Tina Fance, Kiera O’Brien, Virginia Antonipillai, Sanjay Ratnan. Produzione esecutiva: Eva Verity, Tina Fance. Produzione: ZONA K. Photo: Konstantin Bock. Questa presentazione di Teentalitarianism è resa possibile in parte grazie al supporto del Canada Council for the Arts e dell’Ontario Arts Council.
ATTI DI GUERRA
“Allora succede come nei sogni”
Spettacolo che si articola in due quadri autonomi con un tema d’indagine comune: la violenza del potere, nascosto e invisibile, che la società non riconosce come tale. Violenza gratuita e social-bullismo, il corpo della donna come territorio di conquista: sono le guerre che i Guinea Pigs raccontano in una visione scenica fondata sul rapporto tra recitazione, composizione sonora, drammaturgia e movimento.
Atti di guerra è il primo progetto artistico del gruppo milanese che ha già vinto prestigiosi riconoscimenti in Italia e ne definisce la poetica: l’interesse per i temi d’attualità e di cronaca trova forma scenica nell’incontro e nello scontro con materiali e forme della tradizione teatrale.
Quattro attori in scena, i loro corpi, il suono, la luce e la parola: sono questi gli elementi che compongono lo spettacolo Atti di Guerra. Due tensioni diverse. Da una parte la volontà di rimanere aderenti, nella narrazione, agli atti di violenza che si evocano in scena, senza abbellimenti e senza effetti speciali. Dall’altra la tensione a un linguaggio teatrale lontano dal realismo della rappresentazione, che renda possibile osservare quegli stessi atti di violenza non come se fossero veri, bensì attraverso una sorta di lente d’ingrandimento, che isoli i dettagli con sguardo chirurgico. Il risultato di questa ricerca dei Guinea Pigs è uno spettacolo in cui narrazione e rappresentazione percorrono due binari paralleli in costante dialogo fra loro. La narrazione è affidata alla parola, ai corpi, ai suoni e alla luce: metaforica e a tratti meta-teatrale. L’obiettivo non dichiarato è la creazione di un prisma che possa avvicinare lo sguardo dello spettatore a quelle schegge di violenza immotivate e gratuite che, come dimostra la realtà, oggi possono esplodere ovunque.
c/o ZONA K, via Spalato 11, 20124 Milano
Spettacolo in italiano – Durata 70 min.
Per il tipo di linguaggio utilizzato, lo spettacolo è consigliato dai 16 anni in su.
Ideazione e regia di Riccardo Mallus. Drammaturgia di Giulia Tollis. Di e con: Letizia Bravi, Marco De Francesca, Francesco Martucci, Federico Manfredi. Composizone sonora di Gianluca Agostini. Movimento scenico di Betti Rollo. Costumi di Laura Dondi. Luci di Martino Minzoni. Foto: Diego Monfredini e Lucia Baldini
La replica del 23 maggio sarà seguita da un incontro informale tra la compagnia e gli spettatori.
Prenderanno parte a questo scambio alcuni spettatori che affrontano per lavoro i temi portanti di Atti di Guerra: bullismo e violenza di genere. Grazie alle loro competenze ed esperienze personali e professionali aiuteranno i presenti a mettere in relazione i contenuti di finzione dello spettacolo con la realtà sociale che ci circonda e si faranno portavoce di buone pratiche e percorsi virtuosi capaci di prevenire e, quindi, disinnescare le guerre che gli spettatori vedranno consumarsi sulla scena. Obiettivo dell’incontro è suscitare una discussione intorno ai temi dello spettacolo e favorire un confronto attivo e diretto tra scena e platea.
Tra i nostri ospiti Silvia Bertoldi, psicologa e conduttrice di progetti di educazione all’affettività e alla sessualità che lavora presso il centro clinico Spazio Iris di Milano Centrale; Massimo Clerici, educatore con esperienza in progetti di educativa di strada e impegnato in percorsi informali e strutturati di gruppo per Cooperativa Diapason e Associazione ConVoi a Milano e in Brianza; Simone Lazzaro, docente da vent’anni nella scuola secondaria di I grado “Segantini” di Nova Milanese e impegnato in progetti territoriali di valorizzazione delle potenzialità dei minori.
Interverranno anche Cristina Carelli, coordinatrice del Centro Antiviolenza CADMI (Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate di Milano) e membro del Consiglio Direttivo della Rete Nazionale DiRE e Ada Garofalo, psicologa e psicoterapeuta, coordinatrice Case Rifugio CADMI, che si occupa di prevenzione e sensibilizzazione sulla violenza di genere.
PERSONALE POLITICO PENTOTHAL Opera rap per Andrea Pazienza
“Uno spettacolo da sballo” Sipario.it
Opera Rap Per Andrea Pazienza spettacolo che, con grande senso del ritmo, affronta in modo schietto il confronto fra due generazioni: quella delle contestazioni in piazza e quella della “piazza” digitale e social. Un omaggio alla tavolozza linguistica di Paz che dipinge a parole scene di eroina, pallottole e radio libere. Opera rap impreziosita dai versi di quattro giovani artisti provenienti dal mondo del freestyle.
Marta Dalla Via scrive: “Le parole del titolo sono nodi di contenuto e il tentativo di scioglierli è lo spettacolo stesso. Tutto è una questione personale. Politico è da intendersi, soprattutto in questo lavoro, non solo come relazione tra cittadini ma anche come rapporto con la città.
C’è il mio personale affetto per Bologna che mi ha accolto e sfruttata quando ero studentessa, c’è il rapporto con la Storia che scorre (o scorreva?) nella Dotta e c’è una riflessione sulla parola “casa” che può essere declinata da tutti secondo la propria toponomastica emotiva. Ogni città ha la sua piazza Verdi. Pentothal è uno degli alter ego grafici di Andrea Pazienza ma è anche un farmaco che libera i freni inibitori. Così sono i rapper su questo palco: non accettano censure. Ma il Pentothal può essere ingrediente dell’iniezione letale ai condannati a morte. E’ l’anestesia al resto del mondo, è l’abbassamento delle difese immunitarie culturali ed è lo spirito in cui, purtroppo o per fortuna, è immerso questo lavoro”.
c/o ZONA K, via Spalato 11, 20124 Milano
Spettacolo in italiano – Durata 80 min.
Ingresso: 15,00 € (intero) / 10,00 € (ridotto under 30/over 65/gruppi)
Per accedere allo spettacolo occorre tesserarsi a ZONA K. Leggi qui come.
Un progetto Fratelli Dalla Via. Di e con Marta Dalla Via e Omar Faedo (Moova), Simone Meneguzzo (DJ MS), Michele Seclì (LETHAL V), Alessio Sulis (REBUS). Direzione tecnica Roberto Di Fresco. Scene e costumi Roberto Di Fresco. Una produzione Piccionaia Centro di Produzione Teatrale + Fratelli Dalla Via + Gold Leaves e Festival delle Colline Torinesi. Lo spettacolo ha debuttato a giugno 2017 al Festival delle Colline Torinesi.
I Fratelli Dalla Via si definiscono un’impresa famigliare che costruisce storie e sono una delle realtà più brillanti della nuova generazione teatrale. Premio Scenario nel 2015, lavorano da sempre sull’interdipendenza tra lessico ed economie dei luoghi e, grazie al progetto Classico Contemporaneo, hanno sviluppato un percorso triennale di sperimentazione legato alla parola come segno e disegno. Gold Leaves, realtà indipendente con base a Vicenza, fondata da Dj MS, allo scopo di valorizzare e supportare la produzione di eventi non solo hip hop con un occhio di riguardo agli artisti indipendenti e artisti emergenti.
SACRIFICIO DI PRIMAVERA/ FRÜHLINGSOPFER
“Un grande spettacolo sulle colpe e gli errori dei genitori” Der Spiegel
“Il 2018 segna l’avvio di una collaborazione tra ZONA K e Teatro Franco Parenti che, in modo inconsueto e costruttivo, presentano insieme alcuni spettacoli. Una realtà OFF e un teatro storico del panorama milanese esplicitano così una convergenza di interessi artistici e tematici su alcune compagnie internazionali d’avanguardia.”
Le performer sono in scena con le loro rispettive madri in una singolare versione della Sagra della Primavera di Igor Stravinsky. Lo spettacolo concentra il fuoco sul sacrificio della donna nella famiglia e nella società di oggi.
Dal 1993 le She She Pop, collettivo femminile con base a Berlino, esplorano i confini sociali della comunicazione in spettacoli dove affiancano umorismo e intransigenza da un lato e spontaneità e sincerità dall’altro. Dopo aver invitato i loro padri nel 2010 a partecipare alla performance Testament, hanno proseguito la loro inchiesta adattando la Sagra di Primavera di Igor Stravinsky, insieme alle loro vere madri. Ne esce una lucida e irriverente analisi dei rapporti contradditori tra le generazioni, una sorta di manifesto sul ruolo della donna, prigioniera del conflitto tra vita privata e carriera.
Lo spettacolo è centrato sul tema del sacrificio della donna nella famiglia e nella società. La dimensione religiosa del rituale del sacrificio umano propria di Stravinsky è sostituita dalla questione morale dell’abnegazione nel rapporto tra donne e uomini e tra madri e figlie. Posta in questi termini l’argomento genera immediatamente riluttanza: sacrificare se stesse come donne per gli altri, oggi, sembra una questione obsoleta. L’enorme importanza dell’autodeterminazione e della libertà personale che guida la nostra società, ha oscurato il senso di devozione e di sacrificio.
L’antico rito pagano, che ha ispirato Stravinsky, invece, si basa sulla certezza che ogni comunità richiede sacrifici, anzi si fonda e si afferma proprio grazie ad un sacrificio collettivo. Come nella pièce originale di Stravinsky, lo spettacolo mette in scena un rito: l’incontro tra le She She Pop, le loro madri e il pubblico. Tuttavia, a differenza della comunità riunita da Stravinsky per celebrare il sacrificio della primavera, tra le She She Pop e le loro madri non c’è accordo su come vada svolto. I dubbi sorgono sin dall’inizio. Tuttavia, al contempo, è ferma la decisone di tentare, insieme. “Chi eravamo noi? Chi siamo noi? Perché siamo diventati così?”
Un progetto ZONA K eTeatro Franco Parenti
c/o Teatro Franco Parenti, Via Pier Lombardo, 14 Milano
ERRATA CORRIGE: lo spettacolo andrà in scena sempre alle ore 21.00,non come erroneamente riportato sul materiale cartaceo del FOCUS PEOPLE
un progetto She She Pop di e con Cornelia e Sebastian Bark, Heike e Johanna Freiburg, Fanni Halmburger, Lisa Lucassen, Mieke Matzke, Irene e Ilia Papatheodorou, Heidi e Berit Stumpf, Nina TecklenburgvideoBenjamin Krieg e She She Pop scenografiaSandra Fox e She She Pop costumi Lea Søvsø collaborazione musicaleDamian Rebgetz collaborazione coreografica Jill Emerson consulenza drammaturgicaVeronika Steininger luci e direzione tecnicaSven Nichterlein suonoFlorian Fischer assistente video Anna Zett sovratitoli KITA (Anna Kasten) coordinamento e supporto Fanny Frohnmeyer, Kaja Jakstat, Ruschka Steininger supporto tecnico tourFlorian Fischer, Manuel Horstmann, Andreas Kröher, Michael Lentner, Sven Nichterlein, Torsten Schwarzbach. traduzione per sovratitoli Emanuele Galante produzione/PR ehrliche arbeit – freelance office for culture. amministrazione Aminata Oelßner. managementElke Weber produzione She She Pop coproduzione Hebbel am Ufer, FFT Düsseldorf, Mousonturm Frankfurt, Kaserne Basel, brut Vienna, German Language Theater Festival of Prague/Archa Theater Prag, Kyoto Experiment, Théâtre de la Ville/Festival d’Automne à Paris con il sostegno di Città di Berlino e Hauptstadtkulturfonds Berlin
She She Pop è un collettivo fondato alla fine del 1990 da un gruppo di laureati dell’“Applied Theater Studies program” di Gießen. I membri sono Sebastian Bark, Johanna Friburgo, Fanni Halmburger, Lisa Lucassen, Mieke Matzke, Ilia Papatheodorou e Berit Stumpf. La produzione esecutiva è di Elke Weber. I performer, soprattutto donne, si considerano autori, drammaturghi e realizzatori della propria arte scenica. Il riferimento alle proprie biografie è in primo luogo un metodo – e non uno scopo – del loro lavoro: il materiale biografico è condensato in una strategia artistica riconoscibile e secondo posizioni stilizzate. Il risultato è una forma di teatro fortemente legata alla sperimentazione. Il teatro viene trasformato in uno spazio dedicato alla comunicazione utopica. She She Pop considera come proprio compito quello di rintracciare i limiti sociali della comunicazione – e di andare oltre il protettivo spazio teatrale, in termini sia specifici che artistici. Dal 1998 She She Pop ha sede a Berlino. Il teatro HAU Hebbel am Ufer ne è stato coproduttore e partner a partire dal 2003. Altri partner, in Germania e all’estero, sono: Munich Kammerspiele, Schauspiel Stuttgart, Kampnagel Hamburg, Forum Freies Theater di Dusseldorf, Mousonturm Frankfurt / Main e Kaserne Basel, brut Wien, Theatre de la Ville / Festival d’Automne de Paris, Festival Kyoto Experiment Archa Theatre Prague, Prague German language Festival e il Konfrontationen Festival Lublin. Attualmente il gruppo è in tournée con i seguenti spettacoli: l’anteprima di Oratorio, che debutterà nel febbraio 2018 a Berlino, The Ocean is closed (2017), che ha debuttato in ottobre a Berlino ed è appena stato presentato a Romaeuropa Festival, Besessen (2016), 50 Grades of Shame (2016), Some of us (2014), Ende (2014), Schubladen (2012). Tra gli spettacoli di maggior successo, da ricordare lo straordinario Testament (2010) che vedeva le/i performer in scena con i loro padri.
FOCUS CITIES
Che ruolo giocano oggi le città? Aperte, cosmopolite, incubatori di domani migliori, memoria di culture passate, terreni di sfide ecologiche e sociali? O caotiche, chiuse, provinciali anche se europee, esempio di non-integrazione, uniformate e senza poesia? Le strade sono diverse, si sovrappongono, corrono parallele a ricordarci che siamo noi a determinare i luoghi che viviamo.
E così torniamo a dedicare un focus alle città, non solo come simboli del potere economico e politico ma soprattutto come esempio della ricchezza del patrimonio culturale tutto italiano e della diversità del tessuto urbano. E di questo patrimonio vogliamo ri-appropriarci: invadendo gli spazi, segnando mappe del paesaggio, costruendo connessioni, abitando luoghi spesso sconosciuti. Usciamo ancora una volta allo scoperto in modo insolito e necessario.
Paesaggi di lunga durata dove il tempo è immobile. Luoghi che intrecciano e confondono passato e presente. Spazi da percorrere e osservare. Corpi che si muovono a comporre inusuali partiture coreografiche.
Può la danza offrire nuove prospettive e modi di abitare la città? Possono i luoghi – impregnati di storia, di natura e di arte – diventare stimolo per l’immaginazione e la creazione artistica?
Il progetto dei Dance Makers parte proprio dalla relazione tra persone e territori con l’intento di diffondere la danza contemporanea in luoghi non convenzionali per stimolarne una riflessione sul territorio e sulle sue risorse. Questo pensiero è la base per la creazione di coreografie che traggono ispirazione dagli elementi architettonici, dalle geometrie, dalle sonorità, dalle opere d’arte, dalla storia e dagli abitanti.
Ogni itinerario coreografico diventa così unico perché sviluppato e pensato in stretta relazione all’ambiente e dà forma a un percorso in molteplici tappe in cui si alternano creazioni artistiche di natura performativa a momenti partecipativi dove il pubblico diventa visitatore, spettatore e protagonista.
Quest’itinerario milanese è frutto di un articolato progetto didattico, proposto e prodotto da STANZE e ZONA K, che ha coinvolto la compagna di danza DANCE MAKERS in qualità di formatori e danzatori-coreografi, la scuola L’ARCOBALENODANZA e l’ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BRERA, che ha messo a disposizione gli spazi della sua sede storica, con la partecipazione attiva di un gruppo di studenti del Biennio Specialistico di Scenografia Teatrale e di Costume per lo Spettacolo.
I danzatori hanno abitato e coreografato gli spazi aperti del Cortile d’Onore Napoleonico, il sovrastante Loggiato, le gradinate, i corridoi e quelli al chiuso, i sotterranei e la Gipsoteca, lavorando in stretto dialogo con gli studenti di Costume e di Scenografia che hanno saputo trasmutare corpi e luoghi, rivelandone l’essenza ineffabile del non visibile.
progetto site-specific c/o Accademia delle Belle Arti di Brera a cura di ZONA K e Stanze
DURATA: 60 min.
INFO: la partecipazione è gratuita e su invito; per informazioni biglietti@zonak.it e 02.97378443
LUOGO: Accademia di Belle Arti di Brera – via Brera, 28
Ideazione e interpretazione: Dance Makers (Anna Altobello, Beatrice Bresolin, Ilaria Campagnolo, Marina Donatone, Giovanna Garzotto, Ana Luisa Novais Gomez, Andrea Rampazzo, Silvia Sessi) con la collaborazione di: ScuolaL’Arcobalenodanza e l’Accademia di Belle Arti di Brera – Biennio Specialistico di Scenografia Teatrale e di Costume per lo Spettacolo scenografi: Nadir Dal Grande, Ludovica Diomedi, Riccardo Galbussera, Elisa Gelmi, Matilde Grossi, Yang Linqing, Andrea Pogliani, Giulia Trivelli, Shi Shiting, We Yue costumisti: Mara Pieri, Alice Manente, Paola Mammolini, Jagna Nawrocka con il sostegno di: CSC – Centro per la Scena Contemporanea di Bassano del Grappa, Fondazione Cariplo, MIBAC, spettacolo realizzato nell’ambito del progetto Teen Time con il contributo di Regione Lombardia con il patrocinio del Comune di Milano foto di: Roberto Cinconze
Dance Makers è un gruppo di artisti della danza nato nel 2017 in seguito alla partecipazione a Dance Makers1, progetto organizzato dal CSC – Centro per la Scena Contemporanea di Bassano del Grappa. Il gruppo è composto da danzatori, insegnanti, insegnanti Dance Well – movement research for Parkinson e coreografi. I Dance Makers hanno pensato e realizzato itinerari coreografici in spazi non convenzionali, attività di ricerca sulle pratiche coreografiche e restituzioni di spettacoli in occasione di B.Motion Danza Operaestate – Festival Veneto, Festival Ammutinamenti – Cantieri Danza e Gender Bender Festival. Hanno danzato in progetti a cura di Iván Pérez, James Batchelor e Silvia Gribaudi, e attualmente sono impegnati in una nuova creazione con il coreografo Andrea Costanzo Martini. Parallelamente continuano a realizzare spettacoli site-specific in musei e spazi urbani, e sono attivi nell’organizzazione di workshops per professionisti e non-professionisti.
LE RAGAZZINE DI MILANO STANNO PERDENDO IL CONTROLLO.
LA SOCIETÀ LE TEME. LA FINE É AZZURRA
“We are not girls.
We are silver bullets for your middle-class brains!”
L’amicizia tra Motta e Castracani – due ragazzine delle medie con la comune passione per le analisi mediche – racconta la perdita di controllo, la confusa ricerca di un’identità, l’incoscienza, la sfida verso sè stesse e il mondo, l’indagine del proprio corpo, comuni a tante adolescenti.
Ispirato all’omonimo teen drama a fumetti di Ratigher, il lavoro di Eleonora Pippo arricchisce la trama con il vissuto delle ragazzine in scena. Una narrazione parallela fatta di brevi interviste, canzoni live scelte dalle stesse ragazze e lettere indirizzate ad una sé del futuro rivela le risorse delle Post-Millennial Girls intrecciando finzione e realtà che si avvalorano a vicenda.
Il progetto teatrale si fonda sulla formazione di una compagnia locale temporanea composta da ragazze tra i 13 e i 18 anni, che – nel tempo record di sette giorni – lavorano insieme alla regista alla creazione di una performance originale.
Lo spettacolo, arricchito dall’installazione La fine azzurra, ad opera della stessa Eleonora Pippo, va in scena una sola volta con partecipazione attiva del pubblico.
UN PROGETTO ZONA K e STANZE
c/o ZONA K, via Spalato 11, 20124 Milano
Creazione people-specific per ragazze under 18 e la loro comunità – Durata 60 min.
Ingresso: 15,00 € (intero) / 10,00 € (ridotto under 30/over 65/gruppi)
Per accedere allo spettacolo occorre tesserarsi a ZONA K. Leggi qui come.
In ogni piazza in cui lo spettacolo è programmato viene formata una compagina locale temporanea di ragazze adolescenti non professioniste. La lavorazione avviene in sette giorni. Lo spettacolo va in scena una sola volta con partecipazione attiva del pubblico. @le_ragazzine_project di Eleonora Pippo è co-prodotto da Teatro della Tosse di Genova e Eleonora Pippocon il supporto di Coconino Press FANDANGO EDITORE + Kilowatt Festivalufficio stampa Antonella Bartoli
Le ragazzine + coraggiose di Milano sono
Camilla Bonati, Clara Topputo, Elena Rieux, J. Gilda Pucci, Matilde Rosati, Paola Ricchiuto, Sara Guttadauro
Eleonora Pippo (Pordenone, 1976). Allieva di Giancarlo Cobelli e Marisa Fabbri alla Scuola del Teatro Stabile di Torino, attrice con Valerio Binasco, Tim Stark, Claudio Longhi, Elio De Capitani e Franco Branciaroli, è la regista di “Cinque allegri ragazzi morti IL MUSICAL LO-FI”, il musical sperimentale indipendente tratto dall’omonima saga a fumetti di Davide Toffolo, che ha conquistato i più prestigiosi palcoscenici italiani. Lavora sulla rottura del linguaggio teatrale tradizionale, rifugge l’illusione scenica, per entrare in un territorio di intima condivisione con il mondo interiore dei personaggi e del pubblico al quale riconosce il ruolo di protagonista. Ha diretto Cinque allegri ragazzi morti IL MUSICAL LO-FIL’alternativa,La festa dei morti e #tuttonuovo, Marburg, Save your wish, Come fu che in Italia scoppiò la rivoluzione ma nessuno se ne accorse di Davide Carnevali, Ulisse chatta con gli dei Amleto gioca alla playstation, Raskolnikov legge fumetti, Sotterraneo),Cinque donne con lo stesso vestito Yumiura. Ha vinto il Premio Scintille ad Asti Teatro Festival (2010). Ha perfezionato la sua formazione presso la compagnia ViaNegativa di Lubiana, con Thomas Ostermeier, Agrupación Señor Serrano e con Richard Maxwell/ New York City Players.
PROJECT MERCURY Performance n°3
“Lo spazio siderale per indagare lo spazio dei desideri”
Fiora e Chiara si allenano per diventare astronaute e affrontare quella che, a tutti gli effetti, è un’odissea spaziale. L’incapacità di affermarsi è latente in ogni loro gesto e parola, eppure non demordono e lottano per conquistare la loro porzione di spazio.
È la loro totale assenza di cinismo a trasformare un asettico studio fotografico nello spazio siderale.
A partire da Mercury 13, il fallimentare progetto americano per mandare tredici donne nello spazio, lo spettacolo indaga le conseguenze emotive di non avere l’opportunità di fare ciò che vorresti fare. Oscillando in quest’impasse, lo spettacolo mette in dialogo le due aspiranti astronaute con John Fitzgerald Kennedy, Jerrie Cobb (la prima astronauta mancata) e l’unico sciopero avvenuto nello spazio.
Con Project Mercury, OHT prosegue la sua Performance Series ispirata dalla ricerca sociologica di Richard Sennett sugli scarti emotivi dovuti alla propria condizione lavorativa. La prima performance (Autoritratto con due amici) affronta il fallimento in uno spazio privato. La seconda (Debolezze) vira sull’esposizione delle proprie debolezze in un luogo pubblico. Infine la terza (Project Mercury) ruota attorno all’assenza di privilegi nello spazio siderale.
Idea, regia, scenografia Filippo Andreatta di e con Chiara Caimmi, Fiora Blasi drammaturgia Filippo Andreatta e Charles Adrian Gillott esperto spaziale Paolo Giuseppe Bianchi costumi Andrea Ravieli direttore palcoscenico Massimiliano Rassu costruzione pedana Giovanni Marocco produzione Laura Marinelli una produzione OHT con il supporto di Fondazione Caritro, PAT residenza artistica Centrale Fies, Residenze IDRA, Teatro Cantiere Florida
OHT | Office for a Human Theatre nasce nel 2008, dopo la vittoria di Nuove Sensibilità, premio nazionale per giovani registi al Napoli Teatro Festival Italia, ha ottenuto collaborazioni italiane e internazionali coi i più prestigiosi istituti di cultura europei e importanti istituzioni culturali nel mondo. Infine, Centrale Fies e MART museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, sono frequenti partner.
Spettacolo realizzato nell’ambito del progetto Teen Time con il contributo di Regione Lombardia.
L’UOMO CHE CAMMINA
«segui l’uomo che cammina / accorda il tuo passo al suo
mantieni una certa distanza / affonda nel paesaggio che attraversi»
ATTENZIONE: L’ORARIO DI INIZIO DELLA PERFORMANCE È ALLE 16.00
Un uomo – umbratile e sfuggente – percorre la città passeggiando. Oltrepassa una varietà di spazi urbani ed extraurbani che si susseguono – una stazione, un campo incolto, una casa occupata, un monastero, un circolo ricreativo e in mezzo strade, piazze, binari. Il pubblico lo segue a distanza, quasi a spiarlo, in bilico tra identificazione e distacco.
“L’uomo che cammina” a Milano è Antonio Moresco, scrittore, autore di opere narrative, teatrali e saggistiche. Sarà lui che i partecipanti dovranno seguire dal centro alla periferia, da spazi aperti a quelli chiusi. Meravigliosa esperienza per gli spettatori/camminatori, un’occasione rara per guardare alla propria città con altri occhi.
A partire dalla graphic novel L’uomo che camminadi Jiro Taniguchi, DOM- costruisce una drammaturgia di spazi in cui esplorare il confine tra urbano e terzo paesaggio, quelle aree abbandonate a margine della realtà abitata. Addentrandosi sempre più profondamente nella sostanza dei luoghi l’esperienza viva del cammino diventa il pretesto per una tensione ineliminabile col reale e la presenza dello spettatore diventa il centro stesso della performance.
Camminata urbana per 18 spettatori a replica. In italiano – Durata 4h e 30 min.
Il luogo di partenza sarà comunicato via sms a ciascun partecipante il giorno prima della performance prenotata, pertanto verrà chiesto un contatto telefonico. La performance prevede un percorso a piedi di circa 4 ore, si raccomanda di indossare abbigliamento e scarpe comodi. Non è adatta a persone con capacità motoria ridotta.
Per le istruzione sulla partecipazione alla performanceclicca qui
creazione, drammaturgia spaziale e regia DOM- Leonardo Delogu, Valerio Sirna con Antonio Moresco e con Paola Galassi, Isabella Macchi con la partecipazione degli allievi di ITAS Giulio Natta grazie a Studio Azzurro prodotto da Teatro Stabile dell’Umbria, Danae Festival, Zona K organizzazione Francesca Agabiti liberamente ispirato al fumetto di Jiro Taniguchi – L’uomo che cammina documentazione audiovisiva Studio Azzurro musiche originali Fabio Zuffanti elaborazione suono Lorenzo Danesin Un ringraziamento particolare alla associazione Terzo Paesaggio
DOM- è un progetto nato nel 2013 dalla collaborazione tra gli artisti Leonardo Delogu, Valerio Sirna ed Hélène Gautier. Indaga il linguaggio delle performing arts, con una particolare attenzione alla relazione tra corpo e paesaggio, e si impegna nella trasmissione di peculiari pratiche di abitazione, legate allo spazio e al tempo della creazione artistica. DOM- costruisce eventi performativi, seminari, camminate, scritti, giardini, installazioni, video, reportage fotografici.
Antonio Moresco, Scrittore italiano [Mantova, classe 1947]. Dopo aver compiuto un difficile apprendistato di cui dà conto in Lettere a nessuno (1997) documentando criticamente la
difficoltà di emergere dalla condizione di scrittore sotterraneo e rifiutato dal mondo editoriale italiano, ha pubblicato nel 1993 la raccolta di racconti Clandestinità, in cui sono già presenti i temi che sostanziano la sua opera, resi in uno stile asciutto e iperrealista che ne accresce l’impatto drammatico: quello della solitudine, in primo luogo, attraversata da una dimensione del sogno come straniamento da sé, cui si affianca il motivo ricorrente di una ricerca affannata di senso che si dipana attraverso percorsi obliqui e instabili. Il fulcro dell’opera di Moresco ruota intorno alla vasta opera Giochi dell’eternità, scritta nell’arco di 35 anni, costituita da Gli esordi (1998), Canti del caos (edito in due volumi nel 2001 e 2003) e Gli increati (2015). Tra le sue altre opere: La cipolla (1995), Lo sbrego (2005), Scritti di viaggio, di combattimento e di sogno (2005), Merda e luce (2007), La lucina (2013), Fiaba d’amore (2014), I randagi (2014), Piccola fiaba un po’ da ridere e un po’ da piangere (2015), L’addio (2016), Fiabe da Antonio Moresco (2017) e, entrambe nel 2018, L’adorazione e la lotta e Il grido.
Fondatore nel 2003 del blog Nazione indiana, nel 2005 ha creato la rivista telematica e cartacea Il primo amore.
FOCUS MEDIA
“Lo strumento fondamentale per la manipolazione della realtà è la manipolazione delle parole.”
(Philip K. Dick)
Una riflessione sul rapporto tra mezzi di comunicazione e potere e sul potere della comunicazione di condizionare il pensiero della società, di stravolgere il passato, di leggere un solo presente e immaginare futuri incredibili.
Siamo vittime della comunicazione, asservita alle strategie di manipolazione dei poteri economici e politici, secondo la formula comunicazione=potere=controllo sociale? Oppure esistono ancora margini per utilizzare i media come una forza positiva, strumento e strada verso il cambiamento?
A guardare l’assalto di dispositivi elettronici che oramai corredano le nostre esistenze come protesi irrinunciabili, pare evidente quanto l’uso dei nuovi strumenti ci offra un diverso modo di percepire la realtà, sempre più in bilico tra un’informazione diretta, onesta e una falsificazione della stessa, priva di controllo.
Ancora una volta, gettiamo uno sguardo alla forza positiva della comunicazione che non è solo “quarto potere” o “potere 4.0”, ma è anche la forza dei diversi linguaggi che la compongono e che ci offrono sguardi e letture differenti.
MILO RAU/IIPM (CH) HATE RADIO In collaborazione con Olinda / TeatroLaCucina
PERHAPS ALL THE DRAGONS…
“Mozzafiato! Ed eccitante, perché ognuno dei personaggi
racconta una storia vera. Una raccolta di storie collettive.
Questo lavoro è una discesa nel cuore dell’umanità.” Le Figaro
Per la prima volta a Milano il gruppo belga acclamato in tutta Europa con un’istallazione teatrale esteticamente irresistibile e dai contenuti intelligenti.
Una famosa pianista si rende conto sul palco di aver studiato il concerto sbagliato – un neurochirurgo scambia testa e corpo di due esemplari di scimmie, esse sopravvivono – in Giappone ci sono 700.000 persone che vivono come hikikomori, chiusi nelle loro stanze da letto per almeno un anno, completamente avulsi dalla vita sociale – Sei gradi di separazione, una teoria che prevede che ogni individuo possa entrare in collegamento con un altro attraverso non più di 6 intermediari nel mondo.
Trenta storie, trasformate in altrettanti monologhi video con una costruzione drammaturgica che crea coerenza fra loro. La durata di ogni intervento sarà esattamente la stessa. Diverse interazioni avverranno in vari momenti. I registi Bart Baele e Yves Degryse hanno incontrato persone, fatti, aneddoti, avventure, intrighi e pensieri interessanti. I temi emersi da queste storie sono eclettici: da ipotesi filosofiche, al dettaglio scientifico fino agli aneddoti, ecc. Una grande struttura ovale sul cui perimetro sono montati 30 schermi/storie, ospita 30 spettatori.
Ingresso: 22,00 € (intero) – 16,00 € (ridotto possessori tessera ZONA K 2018 / under30 / over65 / gruppi) – 11,00 € (studenti).
I prezzi qui indicati non sono comprensivi di prevendita (10%). Biglietti acquistabili con diritto di prevendita su VivaTicket.
Spettacolo sovratitolato in italiano e in inglese – Durata: 65 min.
Ideazione BERLIN (Bart Baele, Yves Degryse) Scenografia BERLIN, Manu SiebensTesto Kirsten Roosendaal, Yves Degryse, Bart Baele Editing Bart Baele, Geert De Vleesschauwer, Yves Degryse Soundtrack e mixing Peter Van Laerhoven Camera Geert De Vleesschauwer Direzione tecnica Robrecht Ghesquière Ricerca e drammaturgia Natalie Schrauwen conDerek Blyth, Sergey Glushkov, François Pierron, Juan Albeiro Serrato Torres, Rinat Shaham, Shizuka Hariu, Shlomi Krichely, Jonas Jonsson, Nirman Arora, Suneet Chhabra, Luci Comincioli, Roger Christmann, Regina Vilaça, Pat Butler, Walter Müller, Adela Efendieva, Andrew Mugisha, Ramesh Parekh, Nico Mäkel, Wim Mäkel, Tamas Sandor, Philippe Cappelle, Romik Rai, Brecht Ghijselinck, Vladimir Bondarev, Andrei Tarasov, Matsumoto Kazushi, Bob Turner, Geert-Jan Jansen, Kurt Lannoye, Robrecht Ghesquière, Laura Fierens, Patryk Wezowski, Hilde Verhelst, Christina Davidsen produzioneBERLIN in coproduzione con Deutsches Schauspielhaus Hamburg [DE], KunstenfestivaldesArts [Bruxelles – BE], le CENTQUATRE [Parigi – FR], Dublin Theatre Festival [IE], Centrale Fies [Dro – IT], Noorderzon Performing Arts Festival [Groningen – NL], La Bâtie – Festival de Genève [CH], Zomer van Antwerpen [BE] progetto coprodotto daNXTSTP, con il supporto del Programma Cultura dell’Unione Europea e ONDA – Office national de diffusion artistique BERLIN è artista associato a CENTQUATRE [Parigi – FR] con il supporto del Governo Fiammingo
VETERANS
“Incredibilmente potente” Indipendent
In questo progetto del 2014 Lola Arias indaga la questione di cosa significhi essere un veterano di guerra del conflitto delle Malvinas.
La video installazione è composta da cinque video che raccontano di come viene ricordato il conflitto da coloro che nel 1982, all’età di 18 anni diventarono soldati e di come oggi, all’età di 50 anni, si sentano dei veterani. Ognuno di loro ricostruisce la propria esperienza in un luogo che vive giornalmente: uno psicologo rivive l’esplosione di una bomba nell’ospedale psichiatrico in cui lavora, un campione di triathlon rivive la morte del suo partner in una piscina dove si allena tutti i giorni…
Tutti loro rivivranno i loro ricordi come se una macchina del tempo avesse riportato all’oggi il loro passato.
c/o ZONA K, via Spalato 11, 20124 Milano
Videoinstallazione per 12 persone, in spagnolo con sottotitoli in italiano
Per accedere occorre tesserarsi a ZONA K. Leggi qui come.
Ideazione e regia: Lola Arias Con i veterani argentini della Guerra delle Malvinas: Guillermo Dellepiane, Daniel Terzano, Marcelo Vallejo, Dario Volonté, Fabián Volonté Messa in scena: Nele Wohlatz, Ignacio Masllorens Riprese: Manuel Abramovich Camera: Manuel Abramovich, Ignacio Masllorens Suono: Francisco Pedemonte, Facundo Moreno Produzione: Sofía Medici, Luz Algranti Editing: Alejo Moguillansky Assistente all’editing: Nele Wohlatz Traduzione: Daniel Tunnard
Lola Arias (1976) è una scrittrice, regista teatrale e performer. Collabora con artisti di diverse discipline in progetti musicali, cinematografici e artistici. Le sue produzioni giocano con le zone di sovrapposizione tra realtà e finzione. Lavora con attori, poliziotti, mendicanti, musicisti, ballerini, prostitute, bambini e animali. In Striptease (2007) il protagonista è un bambino, che striscia sul palco mentre i suoi genitori litigano al telefono. In El amor es un francotirador (2007), gli artisti raccontano storie d’ amore vere e fittizie mentre una rock band suona dal vivo. In Mi vida después (2009), sei artisti ricostruiscono la giovinezza dei loro genitori negli anni’ 70 in Argentina con foto, lettere, cassette e vecchi vestiti. In Cile ha messo in scena L’ anno in cui sono nata (2012), sulla base delle biografie di persone nate durante la dittatura di Pinochet. La sua opera L’ arte di fare soldi(2013) è stata eseguita da mendicanti, prostitute e musicisti di strada dalla città di Brema. I suoi progetti con Stefan Kaegi sono Chácara Paraíso (2007) che coinvolge agenti di polizia brasiliani, e Airport Kids (2008) con nomadi di età compresa tra i 7 e i 13 anni. Tra il 2010 e il 2012, insieme hanno curato un Festival di interventi urbani Ciudades Paralelas a Berlino, Buenos Aires, Varsavia, Zurigo, Singapore e altre città. I suoi testi sono stati tradotti in più di sette lingue e le sue opere teatrali sono state realizzate in diversi festival tra cui Steirischer Herbst, Graz; Festival d’ Avignon; Teatro Spektakel, Zurigo; Wiener Festwochen; Spielart Festival, Monaco di Baviera; Alkantara Festival, Lisbona; Radicals Festival, Barcellona, Under the radar, New York. E in luoghi come: Theatre de la ville Paris, Red Cat LA, Walker Art Centre Minneapolis, Museum of Contemporary Art Chicago. Insieme a Ulises Conti compone e suona musica e ha pubblicato diversi album.
MY DOCUMENTS
“My Documents è un lavoro sul fallimento” Lola Arias
My Documents è il risultato del workshop condotto da Lola Arias con un gruppo di artisti italiani, che prende spunto dall’omonimo ciclo di conferenze-spettacolo dove artisti di diversi ambiti raccontano la loro ricerca, un’esperienza che hanno vissuto in modo radicale e una storia che li ossessiona.
Sul palco ci sarà solamente l’artista con i suoi appunti: un modo per portare alla luce il tipo di ricerca che spesso si perde in una cartella senza nome in un computer.
Questo genere di conferenze-spettacolo fu creato negli anni ’60 da Joseph Beuys e da Robert Smithson, un modo di trasformare un discorso in opera d’arte. Negli ultimi anni, questo formato è proliferato nel teatro, nella danza e nelle arti visive, diventando una delle modalità del teatro concettuale. Artisti come Rabih Mroué, Tim Etchells and Jérôme Bel hanno reinventato il genere, rendendo queste conferenze non accademiche un modo per presentare e parlare di ricerche ed esperienze.
c/o ZONA K
Durata 60 min.
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti, prenotazione consigliata.
Per accedere allo spettacolo occorre tesserarsi a ZONA K. Leggi qui come.
Ideazione e a cura di Lola Arias Produzione di Luz Algranti Direzione tecnica di Marcos Medici
BILDERATLAS
Cosa c’è in gioco quando mettiamo in circolo una nostra immagine? Con cosa è profondamente connesso questo gesto?
Ogni giorno, nello spazio aperto del Web, vengono postate milioni di foto attraverso le quali le persone tentano di comporre un’immagine della propria identità. Luoghi, ritratti, selfies creano un infinito Atlante del contemporaneo, quasi una versione odierna dell’opera incompiuta Atlante della memoria, composta dallo storico dell’arte Aby Warburg all’inizio del XX secolo. Warburg era convinto che gli archetipi attraversassero la storia incarnandosi nelle immagini e, nelle immagini, cercava quella formula di pathos che gli rivelasse lo spirito profondo che connette il nostro immaginario alle sue origini.
Le tavole del Bilderatlas Mnemosyne assomigliano a una versione analogica di un profilo Instagram, nel quale si cerca una costante che le connetta tra loro: la foto di una ragazzina in un locale traghetta ai nostri giorni l’archetipo della Ninfa; le foto analogiche di un giovane attore cercano di ricomporre l’archetipo dell’Eroe.
Circolo Bergman, partendo dalle immagini personali dei suoi performer, si interroga – come Warburg – sulla presenza degli archetipi nel nostro tempo. Un’azione scenica modulare, divisa in tavole autonome e interdipendenti, che possono essere montate, smontate e ricostruite in spazi teatrali e non, alla ricerca di un Atlante pervasivo in cui lo spettatore possa specchiarsi e moltiplicarsi.
Ingresso: 15,00 € (intero) / 10,00 € (ridotto under 30/over 65/gruppi)
Per accedere allo spettacolo occorre tesserarsi a ZONA K. Leggi qui come.
concept Paolo Giorgio un progetto di Sarah Chiarcos Paolo Giorgio Marcello Gori regia Paolo Giorgio musica originale Marcello Gori allestimento Circolo Bergman luci Sarah Chiarcos consulenza scenografica Erika Sambiase visual Dario Serio foto di scena Jo Fenz produzione Circolo Bergman testi intimamente condivisi con Sarah Ātman e Alberto Baraghini – primo studio: IT Festival 2017 – secondo studio: Hors, Teatro Litta, 6-8 Ottobre 2017 – terzo studio: Teatro Magro 6 Gennaio 2018
Circolo Bergman è un collettivo composto da: Paolo Giorgio, regista e drammaturgo; Sarah Chiarcos, drammaturga e responsabile degli allestimenti; Marcello Gori, musicista, drammaturgo, responsabile del suono. che si muove fra la creazione di un repertorio di drammaturgia contemporanea e la sperimentazione in area performativa, declinando nuovi formati di scrittura attraverso diversi media, con un particolare interesse per progetti site-specific. Agisce in diversi territori, partendo dallo spettacolo dal vivo per abbracciare percorsi curatoriali, espositivi o editoriali. A seconda della natura specifica di ogni progetto, il collettivo si apre alla collaborazione con altri professionisti (videomaker, curatori, artisti, critici, attori, performer, danzatori), così come con non-professionisti. Ha prodotto gli spettacoli: Werther, o dell’assoluto (2014), La cosa peggiore che possa capitare a un cane (2015), Fondamenta (Teatro Ringhiera, 2015), Calcografia (2016), Macinante (commissione del Festival Pergine Spettacolo Aperto, 2016), Pergine, via San Pietro 4 (commissione del Festival Pergine Spettacolo Aperto, 2017)
HATE RADIO
“Teatro politico d’alto calibro.”
★★★★★’ De Theaterkrant
Hate Radio racconta la storia della RTLM/Radio-Télévision Libre des Mille Collines, stazione radio ruandese che giocò un ruolo cruciale nel genocidio della minoranza Tutsi nel 1994, nel quale morirono circa 1 milione di persone.
Fu proprio la radio il più potente strumento di propaganda violenta. Gli operatori della stazione radio prepararono il genocidio per mesi integrando nella propria programmazione: musica, sport, comunicati politici e autentiche istigazioni all’omicidio.
Hate Radio si incentra sulla messa in scena di uno show della RTLM condotto da 3 estremisti di etnia Hutu e dall’italo-belga Georges Ruggiu, ricostruendone filologicamente il contesto e portando in scena superstiti del genocidio stesso. Come funziona il processo di affermazione dell’ideologia razzista? Come è possibile epurare l’individuo della sua umanità?
L’opera del regista Milo Rau si avvale di documenti e testimonianze dirette per dare una risposta a questi interrogativi lasciando che le persone facciano esperienza diretta di quanto accaduto nella storia.
c/o e in collaborazione con Olinda/TeatroLaCucina – Ex O.P. Paolo Pini – via Ippocrate, 45
Spettacolo in francese e Kinyarwanda con sovratitoli in italiano – Durata 110 min.
una produzione THE INTERNATIONAL INSTITUTE OF POLITICAL MURDER – IIPM testo e regia Milo Rau drammaturgia e ideazione Jens Dietrich scene e costumi Anton Lukas video Marcel Bächtiger suono Jens Baudisch con (live) Afazali Dewaele, Sébastien Foucault, Diogène Ntarindwa, Bwanga Pilipili; (video) Estelle Marion, Nancy Nkusi assistente alla regia Mascha Euchner-Martinez assistente alla produzione esecutiva e drammaturgia Milena Kipfmüller public-relation Yven Augustin collaborazione alla documentazione Eva-Maria Bertschy corporate design Nina Wolters web design Jonas Weissbrodt academic counselling Marie-Soleil Frère, Assumpta Mugiraneza & Simone Schlindwein Casting Bruxells/Ginevra: Sebastiâo Tadzio Casting Kigali: Didacienne Nibagwire
HATE RADIO is a production by IIPM Berlin/Zürich with Migros-Kulturprozent Schweiz, Kunsthaus Bregenz, Hebbel am Ufer (HAU) Berlin, Schlachthaus Theater Bern, Beursschouwburg Brüssel, migros museum für gegenwartskunst Zürich, Kaserne Basel, Südpol Luzern, Verbrecher Verlag Berlin, Kigali Genocide Memorial Centre and Ishyo Arts Centre Kigali. Supported by von Hauptstadtkulturfonds (HKF), Migros-Kulturprozent Schweiz, Pro Helvetia – Schweizer Kultur-stiftung, Kulturelles.bl (Basel), Bildungs- und Kulturdepartement des Kantons Luzern, Amt für Kultur St. Gallen, Ernst Göhner Stiftung, Stanley Thomas Johnson Stiftung, Alfred Toepfer Stiftung F. V. S., GGG Basel, Goethe- Institut Brüssel, Goethe-Institut Johannesburg, Brussels Airlines, Spacial Solutions, Commission Nationale de Lutte contre le Génocide (CNLG), Deutscher Entwicklungsdienst (DED), Contact FM Kigali, IBUKA Rwanda (Dachorganisation der Opferverbände des Genozids in Ruanda) and the Hochschule der Künste Bern (HKB), Friede Springer Stiftung.
Milo Rau è un regista di teatro e cinema, giornalista e saggista. Studia sociologia, filologia e letteratura romanza e germanica a Parigi, Berlino e Zurigo, con mentori come il sociologo Pierre Bourdieu e il filosofo Tzvetan Todorov. Nel 2007 fonda la casa di produzione International Institute of Political Murder (IIPM). I suoi spettacoli e film sono stati presentati in oltre venti paesi. Nel 2014 riceve il premio del teatro svizzero, il premio Hörspielpreis der Kriegsblinden per il miglior radiodramma (con “Hate Radio”), il premio della giuria al Festival Politik im Freien Theater (con “The Civil Wars”) e il premio speciale della giuria al German Film Festival (con “The Moscow Trials”). Nel 2015 gli viene assegnato l’importante premio Konstanzer Konzilspreis e nel 2016 il premio dell’International Theatre Institute, nell’ambito della Giornata mondiale del teatro. Tra i suoi lavori più rappresentati, “Last Days of the Ceausescus” (2009), spettacolo/film che ripercorre il processo farsa contro il dittatore Nicolae Ceausescu e sua moglie, “Hate Radio” (2011), sul ruolo dell’emittente radiofonica RTLM nel genocidio ruandese del 1994, “The Civil Wars” (2014), che analizza i presupposti dell’insurrezione e dell’impegno politico attraverso il vissuto degli attori in scena, “The Moscow Trials” e “The Zurich Trials” (2013), in cui sperimenta il format dei processi teatrali. Dal 2017 è direttore artistico del centro teatrale NTGent.
TEENTALITARIANISM
Cosa succede quando si mettono gli adolescenti al potere?
I Mammalian Diving Reflex , collettivo canadese, saranno presenti nel FOCUS PEOPLE di ZONA K con tre azioni performative, racchiuse nell’evento TEENTALITARIANISM, neologismo che ne sintetizza bene il contenuto. Da anni i Mammalian girano il mondo con performance e laboratori che coinvolgono adolescenti in prima persona. Ogni loro performance prevede un percorso laboratoriale con i ragazzi dei luoghi dove sono ospitati.
La prima azione, NIGHTWALKS WITH TEENAGERS 9-12 maggio, organizzata in collaborazione con Triennale Teatro dell’Arte, è una performance/camminata notturna dove un gruppo di teenager porta in giro gli spettatori per la città attraverso le loro abitudini, i loro luoghi preferiti, i loro punti di congiunzione con la comunità. Il progetto unisce così le strade di adulti e adolescenti che altrimenti non riuscirebbero ad incontrarsi. Propone agli adulti di socializzare coi più giovani condividendo il loro mondo e una mappatura inusuale della città, offrendo loro di lasciarsi andare a momenti di pura contemplazione.
La seconda azione, SEX, DRUGS AND CRIMINALITY18 maggio, organizzata solo da ZONA K, è una performance che vede alcuni adolescenti porre domande a noti personaggi pubblici e adulti della città (politici, intellettuali, artisti) sulla loro “scorribande e malefatte” giovanili. Di nuovo, il gruppo canadese, lavora sull’abbattimento del gap generazionale in modo diretto e non convenzionale. Chiude questo percorso dedicato agli adolescenti la serata ASK FOR THE MOONS 19 maggio, in cui i ragazzi che hanno collaborato al progetto potranno esporre pubblicamente come vorrebbero proseguire il lavoro iniziato e strappare promesse ufficiali in questo senso dagli organizzatori di ZONA K.
Durante la permanenza dei Mammalian a Milano, ZONA K organizzerà un Seminario di Formazione con Darren O’ Donnell.
Ideazione e regia: Darren O’Donnell Co-regia: Tina Fance, Kiera O’Brien, Virginia Antonipillai, Sanjay Ratnan Produzione esecutiva: Eva Verity, Tina Fance. Produzione: ZONA K. Questa presentazione di Teentalitarianism è resa possibile in parte grazie al supporto del Canada Council for the Arts e dell’Ontario Arts Council.
PENDIENTE DE VOTO
“Uno spettacolo che dovrebbe essere obbligatorio
in tutti gli MBA e i congressi dei partiti” [Bernat Puigtobella, Nuvol]
Il TEATRO si trasforma in un PARLAMENTO dai colori politici ancora indefiniti, mentre gli spettatori, muniti di un telecomando con cui votare, ne diventano i rappresentanti. Cosa succede se improvvisamente, in assenza di un potere effettivo, il ruolo della parola torna a essere squisitamente, originariamente, politico?
Forse l’ultima spiaggia della vera politica è in quella totale assenza di potere. Pendiente de voto è uno spettacolo che cerca di essere quell’ultima spiaggia. Non una versione falsa del dibattito parlamentare, ma una versione reale dell’attuale falso dibattito. Non più una politica fittizia, ma una politica della finzione: autentici politici contro i veri politici o vera politica contro tutte le forme di realpolitik.
Teatro immersivo? Forse più teatro dell’emergenza….
Una riflessione politica che affronta con humor i meccanismi di potere in tutte le democrazie e le derive totalitarie in germe nella collettività. Altresì una riflessione sulla parola cittadinanza e sulla democrazia partecipativa che non può non ricordarci le prossime elezioni politiche
di Roger Bernat. Drammaturgia: RobertoFratini. Dati visuals: Mar Canet. Dati dispositiviand software: Jaume Nualart. Musica: “The Sinking of the Titanic” di Gavin Bryars, PatchWorks, etc. Sound design: Juan Cristobal Saavedra. Luci: Ana Rovira. Assistente e direzione tecnica: Txalo Toloza. Stagegraphic design: Marie-Klara González. Effetti speciali: Cube.bz. Programming assistants: Pablo Argüello, David Galligani e Chris Hager. Consulenti ai contenuti: Oscar Abril Ascaso e Sonia Andolz. Producer: Helena Febrés Fraylich. Ringraziamenti: David Cauquill, Raquél Gomes, Marcela Prado e Magda Socias. Coordinamento: Helena Febres. Una coproduzione di Centro Dramático Nacional (Madrid), FundacióTeatre Lliure/Festival NEO and Elèctrica Produccions (Barcelona) with Manège de Reims-Scène Nationale/Reims Scènes d’Europe, Manège de Mons/CECN, TechnocITé in the Transdigital project supported by the european program Interreg IV. Foto: BLENDA
Roger Bernat – Si laurea nel 1996 e riceve il Premio Extraordinario dell’Institut del Teatre di Barcellona. Lavora con Thierry Salmon e Xavier Albertí. Tra il 1998 e il 2001 fonda e dirige, insieme a Tomás Aragay, la General Elèctrica, centro di produzione per il teatro e la danza. E’ autore e regista dei suoi primi spettacoli, tra i quali 10.000 kg (Premio speciale della Crítica de Catalunya 96/97), Confort Domèstic (Premio della Crítica al Text Dramàtic 97/98), Àlbum, Trilogia 70, Bones Intencions, Bona Gent, LALALALALA, Amnèsia de Fuga, Tot és perfecte o Rimuski. Dal 2008 inizia a creare dispositivi scenici nei quali il pubblico occupa la scena e si fa protagonista dello spettacolo esso stesso. “Gli spettatori sono inseriti in un meccanismo che li invita a obbedire o cospirare, in ogni caso a mettersi in gioco e con il proprio corpo e prendere posizione.” I suoi spettacoli, tra i quali Domini Públic (2008), Pura coincidència (2009), La consagración de la primavera (2010), Please Continue: Hamlet (2011), Pendiente de voto (2012) Desplazamiento del Palacio de la Moneda (2014) o, Numax Fagor plus (2015), sono stati presentati in una ventina di paesi diversi. www.rogerbernat.info
FOCUS POLITICS
GRAZIE a tutt* voi
La stagione 2017 EUROPA! EUROPA! è finita.
Grazie a tutt* voi che ne avete preso parte come pubblico, come collaboratori e sostenitori.
Infine, ma non in ultimo, grazie a tutte le compagnie ospitate, molte dal cuore grande grande!
La stagione 2018 è in via di definizione…
tieni gli occhi aperti perché sarà POTENTE.
Season 2017 EUROPA! EUROPA! has just ended.
Many thanks to all the audience, the collaborators and supporters.
Last but not least, thanks to all the theatre companies, many of them with a very BIG heart!
New season 2018 is being defined….
stay tuned, ‘cos will be POWERFUL.
EUTROPIA + VANITAS
Ultimo appuntamento con la rassegna di danza contemporanea “it’s a little bit messy”.
PROGRAMMA DELLA SERATA:
EUTROPIA
di MariaGiulia Serantoni
+
VANITAS
di Francesca Penzo.
+
Incontro “Fattoria Vittadini a confronto. Il tema dell’identità contemporanea e le sfide del futuro di questa realtà della Danza Milanese”.
Interviene Alessandro Pontremoli
+
Aperitivo per festeggiare tutti insieme i 10 anni del gruppo Fattoria Vittadini!
Cosa succede se le immagini diventano teatro? E se alla danza aggiungiamo le parole? Ecco che arriva TAM TAM!
TAM TAM è il corso di Avvicinamento al Teatro per i bambini e bambine delle materne che, con il supporto di altre due discipline – arte visiva e movimento creativo – impareranno a prendere consapevolezza del proprio corpo in uno spazio, del ritmo e delle diverse possibilità di espressione e comunicazione.
Ritroviamoci dal vivo – in sicurezza – per dare di nuovo spazio alla nostra immaginazione!
Il corso è diviso in due moduli: MODULO 1 settembre – gennaio 14 lezioni
Avvicinamento al Teatro & Movimento e Ritmo con incursioni di arte e immagine
MODULO 2 febbraio – maggio 15 lezioni
Teatro & Arte visiva ed educazione all’immagine con incursioni di movimento ritmico
La restituzione finale sarà fatta solo alla fine del secondo modulo con le modalità previste in base alla capienza dello spazio e alle normative che saranno vigenti. E’ possibile quindi che la restituzione non avvenga in presenza di pubblico ma attraverso supporti audio/video.
Il primo modulo è propedeutico al secondo; la divisione in moduli viene fatta in via eccezionale quest’anno così particolare.
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Lezione di prova gratuita 1 febbraio su prenotazione obbligatoria: organizzazione@zonak.it – 02.97378443
Le lezioni di 45 minuti si svolgono il lunedì dalle 16.15 alle 17.00
Costo MODULO 1 e MODULO 2 € 200,00 cad.
Agevolazioni: Sconto del 20% per iscritti anno precedente Sconto del 15% per secondogeniti Gli sconti non sono cumulabili
Ogni modulo si attiva al raggiungimento del numero minimo dei partecipanti.
Per l’iscrizione al MODULO 2: verrà data la priorità ai partecipanti del MODULO 1 di confermare la partecipazione che dovrà pervenire entro 6 gennaio 2021. Qualora rimanessero posti disponibili sarà possibile inserire nuovi partecipanti anche per permettere al corso di arrivare a compimento.
In caso di sospensione delle lezioni in presenza il modulo sarà completato con incontri online della stessa durata: i corsi sono stati pensati e strutturati prevedendo questa possibilità.
In caso di lavoro in remoto, le attività saranno quindi proposte ad hoc perché pensate e ideate tenendo conto del mezzo a disposizione.
Il corso è organizzato in modo da rendere felice e piacevole l’esperienza a tutte le bambine e tutti i bambini, garantendo la distanza fisica richiesta di 2mt tra i partecipanti o, laddove fosse necessaria, verrà richiesto l’uso della mscherina nel rispondere alle normative nazionali in relazione all’attuale emergenza sanitaria (DPCM del 17/05/2020 e del 11/06/2020 e Ordinanze della Regione Lombardia n. 547 del 17/05/2020 e n. 566 del 12/06/2020 e successive)
Un progetto ZONA K, Danae Festival e Triennale Teatro dell’Arte
Una conferenza, una classe di Thai-Chi e una sessione di musica elettronica: queste sono le tre scene che compongo la pièce. Non vi è conflitto evidente in scena, la battaglia si è trasferita all’interno della mente. E nelle profondità di questi spazi interiori, dove è confinata la liberà, esiste una guerra di pensieri che si sveglia ogni mattina e si addormenta ogni notte senza mai risolversi.
Guerrilla osserva le tensioni sperimentate dall’Europa: pensieri incendiari di uno spazio di comodità. Se tutto avanza in un apparente stato di pace nel quale vi è un sentimento di sicurezza, perché involontariamente nelle nostre teste invochiamo la guerra?
La pièce è scritta combinando fiction e testo documentale, basato su una serie di interviste a un piccolo gruppo di persone che condividono lo stesso presente e lo stesso spazio, in questo caso la città di Milano.
ideazione El Conde De Torrefiel regia e drammaturgia Tanya Beyeler e Pablo Gisbert testo Pablo Gisbert in collaborazione con i volontari di Milano assistente Nicolas Chevallier disegno luci Ana Rovira scenografia Blanca Añón suono Adolfo García assistenza alla coreografia Amaranta Velarde musica Pink Elephant on Parade, Salacot performers Amaranta Velarde e i volontari di Milano coproduzione Kunstenfestivaldesarts Brussels, Steirischer Herbst Festival Gratz, Noorderzon Festival Groningen con il sostegno del progetto europeo NXSTP e il supporto di Graner, Centre de creació Barcelona, ICEC – Generalitat de Catalunya, INAEM, Ministerio de Cultura de España, Institut Ramón Llull
El Conde De Torrefiel è una compagnia fondata a Barcellona nel 2010 da Tanya Beyeler e Pablo Gisbert.
Il loro lavoro si articola attraverso un’estetica testuale e visuale dove convivono teatro, coreografia, letteratura e arti plastiche. Il punto di partenza del progetto si trova in un’analisi del presente e in un interrogativo immediato delle possibilità del nostro tempo. Gli ultimi lavori della compagnia sono stati presentati nei maggiori festival europei tra i quali Kunstenfestivaldesarts di Bruxelles, Festival d’Automne di Parigi, Steirischer Herbst di Graz o Dublin Theater Festival.
In italiano c/o Triennale Teatro dell’Arte Posti limitati, preacquisto biglietto consigliato
“Non siamo liberi. Siamo chiusi dentro il nostro corpo. Siamo legati alla nostra storia. Siamo inevitabilmente parte del passato. Portiamo dentro di noi cose che non ci sono più. Accettiamo questo. Ma rimane la possibilità di andare e venire tra ciò che è vero e ciò che è fantasia. Quanto possiamo essere influenzati da questo?”
INFLUENZA è uno spettacolo da guardare come un libro di illustrazioni, lasciandosi trasportare dalle immagini in un mondo alternativo.
Ricordi, desideri, paure, presenze del passato, un universo misterioso eppure familiare.
Floor Robert si muove tra queste suggestioni, ripercorrendo col proprio corpo eventi e situazioni, reali o immaginarie, accennando e disfacendo storie.
Accompagnata, a tratti, da figure che sembrano uscite da quelle storie. E’ un viaggio all’interno di una stanza, ma è possibile ritrovarsi improvvisamente su un prato, in un bosco, o nello spazio. Per vedere tutto quello che non esiste ma che, proprio per questo, alla fine ci influenza.
uno spettacolo di inQuanto teatro | ideazione e coreografia Floor Robert | con Floor Robert, Giacomo Bogani, Francesco Michele Laterza | musiche Manuele Atzeni | tecnicaMonica Bosso | maschera Eva Sgrò | organizzazione e comunicazione Julia Lomuto | progetto vincitore del bando Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura | spettacolo finalista DNA Appunti Coreografici | col sostegno di Fondazione Fabbrica Europa, CSC Centro per la Scena Contemporanea – Operaestate Festival Veneto, Romaeuropa Festival, Le Murate. Progetti Arte Contemporanea, spazioK_kinkaleri, Sosta Palmizi, Samotracia/Associazione Punto A Capo, Teatri Sospesi, CS376
Floor Robert è nata a Haarlem, Olanda, Vive oggi a Firenze. Ha lavorato come interprete con Kinkaleri, Compagnia Tardito-Rendina, Marco D’Agostin e Angela Antonini e con le compagnie olandesi NNT e Paradox. Nel 2010 è stata premiata con la menzione speciale del Premio Hystrio. È coautrice degli spettacoli di inQuanto teatro e famigliafuchè, realtà che ha contribuito a creare. Dal 2014 ha avviato un suo percorso di creazione autonomo. inQuanto teatro è un collettivo artistico fondato a Firenze nel 2010, si occupa di performance, didattica e arte nella sfera pubblica. I suoi lavori si caratterizzano per l’approccio multidisciplinare e drammaturgico che mescola cultura mediatica e tradizione letteraria.
Poster(s) from pro-EU/anti-Brexit campaing!
“Cari amici, […] abbiamo raggiunto un momento critico che potrebbe rivelarsi un punto di svolta per l’Europa come la conosciamo. […] Brexit potrebbe signifi care la fi ne della UE. È un’istituzione imperfetta, ma nel complesso si distingue per una visione del mondo democratica, per i diritti umani e fa vorisce la cooperazione.”
Con queste parole l’artista e fotografo Wolgang Tillmans, vincitore del Turner Prize, decise di scendere in campo nel maggio 2016 con una campagna pubblicitaria anti-Brexit.
Centinaia di poster, con slogan capaci di attirare l’attenzione soprattutto dei più giovani, invasero le strade della GB, nel tentativo di arginare il rifiuto verso l’Europa. Oggi, alla luce dei fatti, Tillmans non si tira indietro e porta avanti il progetto in versione Pro-EU.
Ingresso libero c/o ZONA K
FOCUS DEMOCRACY
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LA POLITICA E’ REALE?
Un finto partito populista, apparso nel giro di poche settimane nel 2010 in Estonia, ricevette migliaia di adesioni e venne dato al 20% dai sondaggi pre-elettorali. Come è stato possibile? Quale ruolo hanno giocato i media e quale percezione abbiamo della politica? Quanto il linguaggio politico utilizza oramai gli strumenti della finzione?
NO75 Unified Estonia toccò le paure e le speranze e incarnò le manipolazioni e le delusioni che sottostanno alla politica. Oggi potrebbe accadere anche altrove?
Se ne parla con Daniel Vaarik (tra gli ideatori di Unified Estonia) e Marcello Maneri (docente di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi Università Bicocca) modera Danilo De Biasio
Ingresso libero c/o ZONA K
Alle ore 20.30 si terrà la proiezione di NO55 ASH AND MONEY, il documentario sull’operazione NO75 Unified Estonia di NO99.
Köszeg, liberamente ispirato a Il grande quaderno di Ágota Kristóf, narra d’identità, di separazione, di un’umanità condannata al limite, al margine e della sua grande capacità di resilienza.
Protagonisti di Kőszeg sono due fratelli, indivisibili e interscambiabili come se avessero un’anima sola. Due piccoli adulti dalla prodigiosa intelligenza che, grazie alla logica della sopravvivenza, sviluppano una cristallina e brutale etica di vita. Intorno a loro, si muovono personaggi disegnati con pochi tratti scarni in un contesto di fame e morte.
Uno spettacolo duro dove tutto è reso feroce ed essenziale da una recitazione limpida e diretta. Nel susseguirsi delle immagini, sempre in bilico tra età adulta e infanzia, Köszeg propone, attraverso una forte risonanza con l’attualità e i sui flussi migratori, un racconto crudo, toccante che non lascia spazio alle divagazioni e dove amore, guerra, violenza, fragilità, clandestinità, emigrazione, identità e perdita dell’identità, sono le protagoniste.
Una creazione: Opera retablO regia: Ledwina Costantini di e con: Ledwina Costantini e Daniele Bernardi costumi: Caterina Foletti scenografia: Opera retablO e Michele Tognetti Produzione: Opera retablO in coproduzione con Teatro Sociale Bellinzona con il sostegno: Swisslos/ Pro Helvetia / Tognetti- auto/ Carthesio SA
Opera retablO nasce nel 2008 a Sessa (Canton Ticino) ed è uno spazio che ospita e promuove contaminazioni artistiche e culturali, nata dall’esigenza di dotare le creazioni di Ledwina Costantini, attrice-creatrice ticinese, di una rete di collaborazioni e di una struttura organizzativa e logistica. Opera retablO propone creazioni in bilico tra l’innovativo e l’arcaico; opere che danno corpo a una moderna e destabilizzante catarsi. Le attività dell’associazione si svolgono in ambito nazionale e internazionale.
EXTRA FOCUS
La categoria degli Extra Focus raccoglie quelle proposte che abbiamo inteso accogliere in stagione ma che per tema o calendario (per entrambi i presenti spettacoli è questo il caso) non possono rientrare nei focus tematici.
Milo Rau, uno dei più richiesti e controversi registi del teatro contemporaneo, arriva per la prima volta a Milano con un progetto ambizioso che parte da un crudele fatto di cronaca – legato alla figura del pedofilo e assassino Marc Dutroux – e arriva a riflettere sulla materializzazione dei sentimenti in scena.
Milo Rau e l’International Institute of Political Murder (IIPM) hanno conquistato i più grandi teatri d’Europa negli ultimi anni con il loro teatro politico senza compromessi. I loro lavori si fondano su testimonianze dirette e ricostruzioni di eventi reali capaci di affrontare senza pietà grandi tabù della nostra epoca.
In collaborazione con il centro di produzione belga CAMPO, hanno dato vita a Cinque semplici scene per raccontare un episodio tragico della storia del Belgio. Cinque semplici scene, interpretate da bambini e ragazzi tra i 9 e i 13 anni, per mostrare un’immagine inquietante della società contemporanea e rivelare i limiti di ciò che i bambini sanno, provano e fanno.
Come possono comprendere davvero il significato della manipolazione, l’empatia, la perdita, l’assoggettamento, la delusione o la ribellione? Cosa vuol dire coinvolgere i bambini in un teatro per adulti? Cosa succede quando li guardiamo agire? Cosa ci rivela delle nostre paure e dei nostri desideri?
In fiammingo con sottotitoli in italiano. Per il tema trattato, lo spettacolo è rivolto a un pubblico adulto c/oTRIENNALE TEATRO DELL’ARTE – viale Alemagna, 6
Promozione per i tesserati 2017 di ZONA K: chiamaci per avere il codice da usare su VivaTicket
Ideazione, testo e regia Milo Rau testo e performance Aimone De Zordo, Fons Dumont, Arno John Keys, Blanche Ghyssaert, Lucia Redondo, Pepijn Siddiki, Hendrik Van Doorn, Eva Luna Van Hijfte performance film Sara De Bosschere, Pieter-Jan De Wyngaert, Johan Leysen, Peter Seynaeve, Jan Steen, Ans Van den Eede, Hendrik Van Doorn & Annabelle Van Nieuwenhuyse drammaturgia Stefan Bläske assistente alla regia e performance coach Peter Seynaevec cura dei bambini e assistente alla produzione Ted Oonk ricerche Mirjam Knapp & Dries Douibi scene e costumi Anton Lukas video e sound design Sam Verhaert produzione CAMPO & IIPM co-produzione Kunstenfestivaldesarts Brussels, Münchner Kammerspiele, La Bâtie – Festival de Genève, Kaserne Basel, Gessnerallee Zürich, Singapore International Festival of Arts (SIFA), SICK! Festival UK, Sophiensaele Berlin & Le phénix scène nationale Valenciennes pôle européen de création foto Phile Deprez
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ISOLA E SOGNA
Un report in forma di concerto su Giusi Nicolini, Sindaco di Lampedusa fino al giugno 2017, e sull’esercizio del potere nell’isola degli sbarchi e delle tartarughe, un luogo diventato emblema del confine, ribalta per la rappresentazione delle politiche europee. Della mano che cura e di quella che colpisce. La sua sconfitta alle ultime elezioni ha ispirato decine di articoli sui giornali e migliaia di commenti sul web. In Isola e Sogna, Ateliersi si confronta poeticamente con le prospettive di questo cambiamento, a partire dagli spostamenti semantici prodotti dalla Nicolini nei suoi cinque anni da Sindaco.
Nell’isola coesistono, non senza difficoltà, le locali opposte fazioni che si sfiorano sul livello umano, le contrapposizioni geopolitiche connesse ai colonialismi, gli accadimenti, gli immaginari contemporanei e il desiderio di perseguire una vita fatta di pesca, turismo e accoglienza pacifica.
“Tutto lascia pensare che Lampedusa sia un braciere acceso. / Che parlare di Giusi Nicolini a Lampedusa sia scabroso oramai.”
Isola e sogna porta in scena le parole accese degli abitanti di Lampedusa, di Giusi Nicolini*, di chi ha descritto lei e di chi ha descritto la sua isola; e ne fa una questione di ritmo, di timbrica e di sensi contrapposti.
* Prezioso tra le fonti, il libro/intervista con Marta Bellingreri Lampedusa. Conversazioni su isole, politica, migranti (Edizioni Gruppo Abele, Torino, 2013).
Posti limitati, preacquisto biglietto consigliato c/o ZONA
Di e con Fiorenza Menni eAndrea Mochi Sismondi e con Giorgia Sangineto e Marco Mochi Sismondi musiche di Vittoria Burattini (percussioni), Mauro Sommavilla (elettronica, chitarra) e Vincenzo Scorza (elettronica) cura del suonoVincenzo Scorza direzione tecnica Giovanni Brunetto amministrazione e organizzazione Elisa Marchese progettualità e comunicazione Tihana Maravic
ATELIERSI è un collettivo di produzione artistica che opera nell’ambito delle arti performative e teatrali. Si occupa di creazione artistica e della cura della programmazione culturale dell’Atelier Sì a Bologna. La creazione di Ateliersi si compone di opere teatrali e interventi artistici in cui il gesto performativo entra in dialogo organico con l’antropologia, la letteratura, la produzione musicale e le arti visive per favorire una comunicazione del pensiero capace di intercettare inquietudini e prospettive che coagulano senso intorno ai sovvertimenti che si manifestano nel mondo. www.ateliersi.it
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MONOPOLY
PER PROBLEMI TECNICI LA PERFORMANCE E’ STATA RIMANDATA
Roger Bernat – Si laurea nel 1996 e riceve il Premio Extraordinario dell’Institut del Teatre di Barcellona. Lavora con Thierry Salmon e Xavier Albertí. Tra il 1998 e il 2001 fonda e dirige, insieme a Tomás Aragay, la General Elèctrica, centro di produzione per il teatro e la danza. E’ autore e regista dei suoi primi spettacoli, tra i quali 10.000 kg (Premio speciale della Crítica de Catalunya 96/97), Confort Domèstic (Premio della Crítica al Text Dramàtic 97/98), Àlbum, Trilogia 70, Bones Intencions, Bona Gent, LALALALALA, Amnèsia de Fuga, Tot és perfecte o Rimuski. Dal 2008 inizia a creare dispositivi scenici nei quali il pubblico occupa la scena e si fa protagonista dello spettacolo esso stesso. “Gli spettatori sono inseriti in un meccanismo che li invita a obbedire o cospirare, in ogni caso a mettersi in gioco e con il proprio corpo e prendere posizione.” I suoi spettacoli, tra i quali Domini Públic (2008), Pura coincidència (2009), La consagración de la primavera (2010), Please Continue: Hamlet (2011), Pendiente de voto (2012) Desplazamiento del Palacio de la Moneda (2014) o, Numax Fagor plus (2015), sono stati presentati in una ventina di paesi diversi.
Varvara Guljajeva & Mar Canet lavorano insieme dal 2009. Essi hanno esposto le loro opere d’arte in numerosi festival internazionali. L’anno scorso il duo è stato commissionato da Google e dal Barbican Centre per la creazione di un nuovo pezzo di arte per la mostra Digital Revolution. E quest’anno le loro opere saranno esposte a Sydney.
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WE ARE GOB SQUAD AND SO ARE YOU
Featuring Fanny Alexander.
“Sii te stesso, sii onesto con te stesso, segui i tuoi sogni e raggiungi le stelle”. È questo il mantra di una generazione che premia l’individualismo come ultima espressione di libertà. Ma chi è questo “self” che credi di essere? Come hai fatto a diventare chi pensi di essere? Cosa rende te, davvero te? E cosa succede quando ci avventuriamo fuori dal concetto di “unicità”?
Gob Squad accompagna gli spettatori attraverso vent’anni di lavoro, fatto di processi collettivi, grandi idee, video e colonne sonore e nel farlo lascia il palcoscenico, si mescola tra il pubblico creando spostamenti di identità e di corpi. Man mano che il pubblico viene coinvolto l’identità collettiva si sviluppa attraverso una prospettiva giocosa e sperimentale.
Usando una tecnica che Gob Squad chiama “remote acting”, lo spettacolo inizia con una lezione in modo convenzionale e termina come una meditazione commovente sulla natura dell’io. È un’esperienza in equilibrio tra curiosità, coraggio, capacità di rischiare, e il rapporto tra la libertà infantile e la responsabilità condivisa per tutto ciò che succede.
Dopo la performance lezione ci sarà la proiezione di
Concept Gob SquadIdeazione Johanna Freiburg, Sean Patten, Sharon Smith, Berit Stumpf,Sarah Thom, Bastian Trost, Simon WillSuono Jeff McGrory, Martin CooperVideo Sarah Harrison, Sean PattenProduction Management Eva HartmannUK Producer Ayla SuverenStagisti Valeria GermainProduzione Gob Squad Con il sostegno di Senatsverwaltung for Science, Research and Culture Berlin and The Arts Council of England foto Jean-Philippe Offord/ Cartel Photos
La versione di Milano è interpretata da Marco Cavalcoli e Andrea Argentieri per Fanny & Alexander
Trascinante, coinvolgente, rumoroso, Revolution Now! rispolvera dal passato i momenti rivoluzionari decisivi per l’umanità con cui il pubblico, così come nella storia, dovrà mettersi in gioco. Perché per una sera sarà “o tutto o niente”.
“Un’esperienza teatrale magnifica, coraggiosa ed epica.” The Guardian
Gob Squad, il collettivo britannico-tedesco più provocatorio del momento, esponente di un teatro che sfida la rappresentazione e il pubblico e li trasferisce direttamente nei “templi” della vita urbana, ha deciso di metterne almeno in scena una e di trasformare il teatro nel ribollente quartier generale di un gruppo di rivoluzionari, collegati in diretta al canale di una piccola emittente tv che trasmette non stop proclami, manifesti, canzoni di rivolta.
È tempo per una rivoluzione? Le nostre vite non sono un po’ troppo comode? Siamo pronti a sacrificarle per la causa?
È certo che la parola “rivoluzionario” ha perso il suo senso da quando è diventato glamour, etichetta per vendere praticamente qualsiasi cosa, dalle rock star alle salviette igieniche.
Spettacolo in lingua inglese, con traduzione scenica in italiano c/oTriennale Teatro dell’Arte – viale Alemagna, 6
Promozione per i tesserati 2017 di ZONA K:
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ideazione e interpretazione Johanna Freiburg, Sean Patten, Sharon Smith, Berit Stumpf, Sarah Thom, Laura Tonke, Bastian Trost, Simon Will musica dal vivo e arrangiamenti Christopher Uhe, Masha Qrella video Miles Chalcraft, Kathrin Krottenthaler suono Jeff McGrory direzione tecnica Chris Umney costumi Pieter Bax drammaturgia e produzione esecutiva Christina Runge consulenti drammaturgiciAenne Quiñones, Götz Leineweber assistenti artistici Milena Kipfmüller, Tina Pfurr stagisti Hannah Senft, Florian Wessels Gob Squad Management Eva Hartmann tour management Mat Hand produzione Gob Squad coprodotto Donaufestival Niederösterreich, Schauspiel Köln e Volksbühne am Rosa-Luxemburg-Platz con il sostegno di Berliner Kulturverwaltung foto Thomas Aurin *partecipazione straordinaria di Marco Cavalcoli (Fanny & Alexander) per la versione italiana
Gob Squad è un mostro a sette teste, un collettivo artistico con sette capi. Ha un’identità schizofrenica: due nazioni e due lingue. Da oltre 20 anni i Gob Squad sono alla ricerca di un nuovo modo di combinare media e perfomance, producendo spettacoli, video installazioni, radiodrammi, film e interventi urbani. Gob Squad è stato fondato nel 1994, mentre i suoi membri erano ancora all’Università di Nottingham Trent e Giessen. Berlino è diventata la casa creativa del gruppo dal 1999. I suoi membri sono: Johanna Freiburg, Sean Patten, Sharon Smith, Berit Stumpf, Sarah Thom, Bastian Trost e Simon Will. Altri artisti sono invitati a collaborare su particolari progetti. Le loro produzioni sono state rappresentate in tutto il mondo: Super Night Shot (2003), Gob Squad’s Kitchen (2007, vincitore del New York’s Drama Desk Award 2012), Saving The World (2008, vincitore del Goethe Preis at the Impulse Festival), Before Your Very Eyes (2011), Western Society (2013) e il più recente War And Peace (2016).
Oliver Frljic, provocatore e controverso regista, entra a gamba tesa nella realtà e nella coscienza collettiva. Ispirandosi a “L’estetica della resistenza” di Peter Weiss, Frljic esplora il confrontarsi dell’Europa con la crisi dei profughi. Un’Europa pronta a dimenticare il suo passato colonialista e la violenza derivata per erigere muri e chiudere i confini.
La nostra violenza e la vostra violenza è tra gli spettacoli europei più controversi del momento e ci pone fino all’ultimo domande scomode e non retoriche. Spettatori commossi di fronte a scene immaginarie nella semi-oscurità di un teatro, restiamo ancora indifferenti di fronte a persone reali nei campi profughi in tutta Europa?
Siamo orgogliosi di chiamarci europei o dovremmo vergognarci dell’Europa? Piangiamo le vittime degli attacchi terroristici in Europa con la stessa empatia di quelle in Medio Oriente? Ci stiamo comprando una coscienza pulita con semplici dichiarazioni di solidarietà? Siamo consapevoli che la violenza genera solo altra violenza?
Per il tema trattato e la presenza di nudo integrale, lo spettacolo è rivolto a un pubblico adulto.
In croato, sloveno, inglese con sottotitoli in italiano
c/o TeatroLaCucina, ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini,
via Ippocrate 45, 20161 Milano
Regia e selezione musicale: Oliver Frljić; Drammaturgia: Marin Blažević Scenografia: Igor Pauška, Costumi: Sandra Dekanić; Luci: Dalibor Fugošić e David Cvelbar; Consulenza artistica: Aenne Quiñones; Assistente alla regia: Barbara Babačić, Sound design: Silvo Zupančič; Manager di produzione: Hannes Frey. Con: Barbara Babačić, Daša Doberšek, Uroš Kaurin, Dean Krivačić, Jerko Marčić, Nika Mišković, Draga Potočnjak, Matej Recer, Blaž Šef; Produzione: HAU Hebbel am Ufer, Berlin; Co-produzione: Slovensko mladinsko gledališče, Ljubljana, Wiener Festwochen, Zürcher Theaterspektakel, Kunstfest Weimar, Hrvatsko narodno kazalište Ivana pl. Zajca, Rijeka; Regional co-producer: MESS Sarajevo; Finanziamento: German Federal Cultural Foundation. Traduzione in Italiano: Živa Brecelj
OLIVER FRLJIC (Travnik, 1976) è un nome di primo piano nel panorama della nuova regia europea. I suoi precedenti titoli – Turbo Folk, Baccanti, Risveglio di Primavera, Maledetto sia il traditore della patria sua si sono tutti segnalati per l’impatto che hanno avuto sul pubblico. Nel 2012 ha allestito il controverso Zoran Ðind sull’assassinio del primo ministro serbo. Sempre in quell’anno, un altro dei suoi progetti 25.671, riguardava il numero dei cancellati dai registri di residenza della Repubblica Slovena. Fino allo scorso giugno è stato sovraintendente del Teatro Nazionale Croato di Rijeka (HR).
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THE GREAT EUROPEAN DISASTER MOVIE
Documentario, vincitore del prestigioso 2016 Civis Media Award,insignito dal presidente della Germania per la migliore informazione Europea.
Un aereo, in mezzo a una forte turbolenza, cerca di atterrare in varie capitali europee ma nessun aeroporto concede l’autorizzazione. Il vecchio Continente è caduto nel caos più totale. A bordo dell’aereo, un anziano passeggero racconta a una bambina ignara, un’Europa ormai fallita.
Fiction, realtà o premonizione?
Il film documentario diretto dalla regista, giornalista e direttrice della Wake Up Foundation Annalisa Piras e prodotto da Bill Emmott (già direttore dell’Economist e Presidente di The London Library e della Wake Up Foundation) mostra un futuro distopico in cui l’Unione Europea non esiste più. Tutto è rappresentato in modo lucido e diretto, dall’ascesa dei nazionalismi ai sette anni di crisi economica fino alla sempre maggiore insoddisfazione verso la democrazia.
A rendere veritiero il tutto le storie raccontate da cinque cittadini di altrettanti Paesi della UE.
In inglese con sottotitoli in italiano c/o ZONA K Gratuito con tessera associativa, prenotazioni: biglietti@zonak.it
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FOCUS NOW
Un’Europa sfaldata, nuove migrazioni senza controllo, magnati dell’economia trasformati in novelli Cesari, ignoranza senza confini, violenza dentro e fuori casa. E viceversa: economia consapevole, società multiculturali, atti coraggiosi di persone coraggiose, millennials proiettati alla condivisione, confini che resistono aperti.
L’oggi pare il tempo dello spaesamento e dell’incertezza. Siamo ancorati a un presente che non piace; i sondaggi parlano di sfiducia e malcontento; i media mostrano immagini di attentati, profughi, disastri ambientali; la politica racconta soprattutto se stessa persa nell’individualismo dilagante. Eppure la realtà sembra essere meno peggio di quella che si percepisce e i dati statistici forniscono altri numeri.
Ma allora quale epoca stiamo vivendo? Siamo autorizzati a concederci un po’ di ottimismo per il futuro o il presente non è altro che il preludio di un nuovo Medioevo?
Per noi NOW è tutto questo. Vogliamo essere ottimisti e crediamo in nuove rivoluzioni possibili ma guardiamo in faccia la realtà con gli sguardi degli artisti che vivono e interpretano il presente. Che siano sguardi caustici, provocatori, irriverenti, di condanna o di stupore.
Gli eventi del FOCUS NOW:
14 ottobre 2017 | ore 20.00 + 15 ottobre 2017 | ore 16.00
Our violence and your violence è tra gli spettacoli europei più controversi del momento ma anche il primo confronto con la politica del neopresidente Donald Trump. In collaborazione con OLINDA.
È un’esperienza in equilibrio tra curiosità, coraggio, capacità di rischiare, e il rapporto tra la libertà infantile e la responsabilità condivisa per tutto ciò che succede.
Un report in forma di concerto su Giusi Nicolini, Sindaco di Lampedusa, e sull’esercizio del potere nell’isola degli sbarchi e delle tartarughe.
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SOME USE FOR YOUR BROKEN CLAY POTS
Some use for your broken clay pots è una performance che coinvolge gli spettatori in un dibattito collettivo della durata di circa due ore, attorno a un sistema democratico immaginario che il performer cerca di “vendere” al suo pubblico come un’alternativa migliore ai nostri regimi democratici attuali.
Lo script della performance è un libro-costituzionale vero e proprio immaginato per uno stato democratico, messo a disposizione del pubblico durante lo spettacolo. Questa costituzione e le istituzioni democratiche che il testo giuridico prescrive, è stato sviluppato e scritto in stretta collaborazione con un team di giuristi provenienti da diverse università belghe.
Un lavoro di “fantasia costituzionale” che comprende tutti gli organi, le procedure, le assemblee, norme e regolamenti necessari alla definizione di un sistema democratico completo che è, in teoria, funzionale. È stato messo a punto con l’intenzione di produrre qualcosa che sia il più diverso possibile dalle nostre attuali regolamentazioni, per discutere su ciò che la democrazia rappresenta usando una possibile logica di difesa dal pubblico, attraverso un metodo che sia il più possibile razionale e forte.
Some use for your broken clay pots è quindi un esercizio di creatività costituzionale. Sfidando la capacità di immaginare un’alternativa al nostro sistema politico attuale (inteso universalmente), artista e spettatori insieme affrontano i limiti della nostra comprensione della democrazia, sperimentando una divertente, surreale e attualissima idea di spettacolo partecipato.
In italiano c/o ZONA K Posti limitati, pre-acquisto biglietto consigliato.
Ideazione, regia e con: Christophe Meierhans Drammaturgia: Bart Capelle in collaborazione con: Rudi Laermans Advising team: Anne-Emmanuelle Bourgaux(ULB), Rudi Laermans(KU),Jean-Benoît Pilet(ULB),Dave Sinardet(VUB) Constitutional jurist: Anne-Emmanuelle Bourgaux Scenography: Sofie Durnez Conception & graphic design publication: The Theatre of Operations Illustration: Nuno Pinto Da Cruz Co-produzione: Kaaitheater(Brussels), Workspace Brussels, Vooruit Arts Centre (Ghent), Teatro Maria Matos (Lisbon), BIT Teatergarasjen (Bergen), Kunstenfestivaldesarts (Brussels) Produzione: Mokum / Hiros con il sostegno di: de Vlaamse Gemeenschapscommissie & Government of Flanders Produzione versione italiana: ON (Bologna) con la partecipazione del Festival di Santarcangelo (2015).
Christophe Meierhans (Geneva; Brussels) lavora con e attraverso la performance, lo spazio pubblico, l’installazione, il suono, la musica e il video. Il suo lavoro consiste soprattutto nello sviluppare strategie di intervento nella vita quotidiana, attraverso la manipolazione di convenzioni accettate, abitudini sociali o usi semplici. I frammenti di realtà diventano la cornice per operazioni artistiche in grado di ridirezionare la banalità al fine di farla riapparire sotto angolazioni inattese. Il suo lavoro solleva questioni sulle norme e le convenzioni, confondendo un contesto casuale con altri diversi, e mettendo a confronto lo spettatore con qualcosa di altro, con la stranezza di essere nel posto “sbagliato”, o la possibilità che il luogo possa diventare qualcosa di diverso. Nel 2015, presenta a Santarcangelo il progetto Some use for your broken clay pots.
FOCUS DEMOCRACY
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FOCUS DEMOCRACY
Nel 1988 Gorbaciov vedeva nella Grande casa europea, fondata su valori democratici prima ancora che economici, l’idea e la direzione da seguire per la costruzione di un grande continente europeo.
A distanza di 30 anni, le grandi aspettative sembrano essere implose e il nuovo “grande malato” è sempre più vittima di attacchi populisti.
Quante -exit ci attendono? E’ questo dunque il risultato della democrazia?
C’è chi dice che votare non porti più a nulla, che il potere ormai stia tutto altrove, nelle alte sfere dei potentati economici. C’è chi crede, invece, che ancora si possa fare la differenza. Analisi demoscopiche e sociologiche evidenziano come le categorie più a rischio (poveri, disoccupati, anziani) siano le più distanti dalle urne elettorali, così come il dilagare della democrazia porti a un gap economico sempre più ampio nella società.
Ma allora dove risiede la democrazia? In istituzioni burocratiche complesse senza rapporti diretti con i cittadini che però si ammantano della nomea di rappresentanti del popolo o nella voce di nuovi imbonitori nazionalisti e revanscisti senza sguardo sul futuro?
“Per andare avanti bisogna imparare a guardare lontano”, diceva Tocqueville. Noi vogliamo provare a guardare lontano, con quella forza dirompente che solo l’immaginazione artistica può avere. Vogliamo cercare affinità, accettare i cambiamenti, ampliare lo sguardo mettendo alla prova alternative più o meno possibili in prospettiva del futuro, non solo quello immediato, ma anche quello più distante.
NO75 Unified Estonia toccò le paure e le speranze e incarnò le manipolazioni e le delusioni che sottostanno alla politica. Oggi potrebbe accadere anche altrove? Se ne parla con Eero Epner (drammaturgo NO99) e Marcello Maneri (docente di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi Università Bicocca) modera Danilo De Biasio
Nel 2010 la compagnia estone Theatre NO99 creò un movimento politico fittizio accolto come una reale forza politica. Per 44 giorni il progetto è stato filmato per diventare documentario.
23 marzo ogni giovedì fino al 15 giugno 2017 | ore 20.30
15 persone prendono parte a una performance da salotto, una sorta di role play guidato dalla domanda: quanta Europa c’è in tutti noi? Ogni spettacolo ha luogo in una casa diversa.
In collaborazione con STANZE .
Intime Fremde/Intimi stranieri è dedicato ad una riflessione sul confine, l’identità, il concetto di nazione, paese d’origine, all’incontro/scontro di anatomie fisiche e culturali, emotive.
Vieni a comporre dal vivo la colonna sonora di un film d’animazione
26 marzo 2017 | ore 17.00
EUROPA A DOMICILIO/HOME VISIT EUROPE di Rimini Protokoll (Haug/Kaegi/Wetzel) (DE/CH) [Gioco da tavolo teatrale per 15 persone – 11<14 anni + adulti – 120 min c/o Case private]
15 persone, tra ragazzi e adulti, prendono parte a una performance da salotto, una sorta di role play guidato dalla domanda: quanta Europa c’è in tutti noi? Ogni spettacolo ha luogo in una casa diversa.
In collaborazione con STANZE .
FOCUS DEMOCRACY
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ALL THE INVISIBLE CHILDREN
Sette registi di fama internazionale, sette paesi, sette storie di infanzia negata, invisibile.
Uno scopo: sollevare il problema dei bambini ignorati e renderlo visibile grazie al cinema, come lo stesso Kusturica afferma «Credo che il cinema possa avere ancora una missione culturale e terapeutica, come nei tempi antichi, quando la gente si riuniva per vedere una tragedia e accresceva la conoscenza, imparava a vivere meglio».
film dai 12 anni – durata 108 min – ingresso € 3,00
Il 12 febbraio 2002 l’ONU proibisce il reclutamento dei minori di 18 anni nei conflitti, istituendo così la Giornata Internazionale contro l’uso dei bambini soldato. Ciononostante sono ancora più di 250.000 i bambini e gli adolescenti arruolati nel mondo. In un focus che parla di conflitti armati, diventa per noi indispensabile dichiarare il nostro no alla guerra tout court ma soprattutto alla guerra che priva i bambini del loro diritto a un’infanzia non violenta. Questa la proposta per parlarne ai bambini e ai ragazzi.
“Il Re gridò: Butta la strabomba!
Il pilota guardò in giù e vide i bambini che giocavano. Ma quelli sono bambini che giocano! Se sgancio li ammazzo! Vedo solo bambini e gente che lavora, il nemico non lo vedo, il nemico non c’è!”.
Un corale NO ALLA GUERRA! guidati da un bel racconto di Mario Lodi e dalle storie provenienti dagli ospedali di Emergency.
Il 12 febbraio 2002 l’ONU proibisce il reclutamento dei minori di 18 anni nei conflitti, istituendo così la Giornata Internazionale contro l’uso dei bambini soldato. Ciononostante sono ancora più di 250.000 i bambini e gli adolescenti arruolati nel mondo. In un focus che parla di conflitti armati, diventa per noi indispensabile dichiarare il nostro no alla guerra tout court ma soprattutto alla guerra che priva i bambini del loro diritto a un’infanzia non violenta. Questa la proposta per parlarne ai bambini e ai ragazzi.
Guarda anche All the invisible children
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L’IMMAGINE DELLA GUERRA TRA STORIA E PERFORMANCE
Immaginare un fatto che avrebbe dovuto verificarsi senza che questo sia accaduto, metterne in atto una rievocazione, un re-enactement, per renderci partecipi. Immaginare come le nostre azioni di “improvvisati diplomatici” avrebbero potuto cambiare il corso della storia per resistere a quella guerra che cambiò la geografia politica europea.
Com’è cambiata la nostra percezione della guerra? Oggi che la diplomazia pare scomparsa e la guerra non ha più fronti e confini chiari?
Se ne discute con Alessandro Colombo, docente di Relazioni internazionali dell’Università degli Studi di Milano; Giovanni Scirocco, docente di Storia contemporanea dell’Università degli Studi di Bergamo; Collettivo LIGNA, Germania
Ingresso libero c/o ZONA K
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…MURX IHN AB! Ein patriotischer Abend von Christoph Marthaler
Per problemi tecnici la versione video dello spettacolo è stata cancellata.
La versione video di uno spettacolo cult per la storia del teatro tedesco, che ha fatto parte del repertorio fisso della Volksbühne di Berlino per 14 anni.
Nel 1993 il lavoro dell’allora ancora poco conosciuto Christoph Marthaler – che trae il suo titolo da “Canzone indiana” del poeta Paul Scheerbart (che significa qualcosa come “Fai fuori l’Europeo! Fallo fuori! Fallo Fuori!) – riuscì a cogliere il senso profondo del declino della DDR: la fatalità, l’assurdo, l’attesa, la burocrazia, l’imperscrutabilità. La descrizione di una condizione esistenziale che non è invecchiata con gli anni e si è rivelata essere pregnante per il cittadino europeo in generale.
“Murx” è uno spettacolo che contiene tutti gli elementi distintivi di quello che è in seguito diventato il famoso teatro di Christoph Marthaler. L’allestimento di Anna Viebrock, la sala d’attesa, il grande orologio a muro con la scritta “acciò che il tempo non si fermi” alla quale mancano alcune lettere cadute, le persone vestite con sottili giacchette da tuta sportiva anni settanta, gli occhiali spessi ha restituito un mondo immaginario della DDR che da allora non ha più smesso di esistere sulle scene e nella testa delle persone.
Senza parole, solo cantato, durata 120 min
Regia spettacolo: Christoph Marthaler;Scenografia e costumi: Anna Viebrock; Musica: Jürg Kienberger, Christoph Marthaler; Dramaturgie: Matthias Lilienthal; Produzione: Volksbühne Berlin
Dal gruppo di punta della scena catalana, Leone d’Argento alla Biennale di Venezia 2015.
Nuove guerre mondiali. C’è chi dice che la terza sia già in corso. C’è chi la racconta nelle fiction e nelle serie tv. C’è chi fa prove generali. I confini fra realtà e finzione si assottigliano e confondono, nel nostro mondo globalizzato.
Anche sulla scena teatrale, i piani della narrazione e rappresentazione si moltiplicano creando nuove prospettive, effetti e svelamenti, anche grazie all’impiego di nuovi linguaggi e tecnologie. Il collettivo catalano scatena sulla scena di A House in Asia un dispositivo esplosivo che racconta la caccia all’uomo più importante del XXI secolo: la localizzazione e la cattura di Osama Bin Laden.
Tre case, uguali. La casa dove “Geronimo” (soprannome dato a Bin Laden dall’esercito US) si nasconde in Pakistan. Una copia esatta di quella casa in una base militare del North Carolina. Una terza casa, sempre identica, ricostruita su un set in Giordania, dove si sta girando un film. Uno Sceriffo ossessionato da una balena bianca. Cowboy e indiani. Aerei e birre. Copie, strategie, riproduzioni e cheeseburger.
Con la sua inconfondibile modalità artistica fatta di modellini in scala, proiezioni video, regia in presa diretta e performance, Agrupación Señor Serrano presenta un “western teatrale” in cui la realtà e le sue copie si confondono, disegnando un ritratto pop impietoso del decennio post 11 settembre, un seme per il 21 secolo.
Creazione Àlex Serrano, Pau Palacios, Ferran Dordal con Àlex Serrano, Ferran Dordal, Alberto Barberáproduzione e assistente regia Barbara Bloin, realizzazione video Jordi Soler produzione GREC 2014 Festival de Barcelona, Hexagone Scène Nationale Arts et Sciences – Meylan, Festival TNT – Terrassa Noves Tendències, Monty Kultuurfaktorij, La Fabrique du Théâtre – Province de Hainaut
Agrupación Señor Serrano – Leone d’Argento della Biennale di Venezia 2015 – Fondata da Àlex Serrano a Barcellona nel 2006, Agrupación Señor Serrano è una compagnia teatrale che produce i propri spettacoli basandosi su materiali tratti dalla realtà contemporanea. Utilizza mezzi tecnici tra i più innovativi e strumenti tradizionali per ridisegnare costantemente i confini del proprio teatro. Si avvale di numerose collaborazioni artistiche e coniuga nelle sue produzioni teatro, performance, video in presa diretta, suono, modellini in scala, per mettere in scena storie capaci di raccontare le contraddizioni dell’esperienza umana contemporanea. Evoluzione, globalizzazione, sopravvivenza sono tra i principali temi trattati nelle ultime produzioni. Oggi il nucleo del gruppo è composto da Àlex Serrano, Pau Palacios e Barbara Bloin.
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LEĢIONĀRI. Diskusija ar kaušanos
Lo spettacolo – un esempio raro e folgorante di un teatro politico contemporaneo, che affronta i tumulti della storia ponendosi al di fuori del solco della narrazione e da quello della denuncia – si basa su un evento realmente accaduto.
Nel 1945, centosessantasette legionari baltici furono oggetto di una contesa tra la Svezia e l’Unione Sovietica, quando quest’ultima ne chiese l’estradizione al parlamento di Stoccolma, per poterli giudicare (e mandare a morte) per il loro rapporto, nella maggior parte dei casi forzato, con l’esercito nazista.
Leģionāriè costruito come una discussione, in cui due giovani dibattono, in diverse lingue, di questo fatto storico che viene anche coniugato al presente e restituito agli spettatori invitandoli a prendere la loro posizione, e generano una riflessione sui sentimenti feriti, sui tradimenti e sulle offese di cui è fatta la storia degli uomini, aprendo infine l’eterno dilemma tra libertà degli individui e libertà della società.
Esempio di teatro post-drammatico, lo spettacolo si e ci chiede che cosa sia davvero accaduto, perché, e se potrebbe accadere in modo diverso oggi.
DrammaturgiaCarl Alm, Ieva Kauliņa, Kārlis Krūmiņš, Valters Sīlis regia Valters Sīlis con Carl Alm, Kārlis Krūmiņš scenografia Ieva Kauliņa luciJānis Sniķers, Māra Jarovoja
Valters Sīlis (1985) attore e regista lettone, si è diplomato in regia alla Latvian Academy of Culture nel 2012 e lavora sia in piccoli teatri indipendenti (Dirty Deal Teatro, Theatre Ģertrūdes ielas teātris) sia al National Theatre di Riga, affermandosi come uno dei più promettenti registi della sua generazione. Leģionāriè creato insieme agli attori Carl Alm e Kārlis Krūmiņš che sono a tutti gli effetti co-autori dello spettacolo.
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IL GRANDE RIFIUTO
Il collettivo tedesco Ligna porta in scena una visione, una possibile Storia Europea che non ha mai avuto luogo.
Nell’agosto del 1914 era previsto un congresso della Seconda Internazionale Socialista a Vienna con l’obiettivo di reagire a un possibile inizio della Grande Guerra con uno sciopero generale, che avrebbe fatto auspicabilmente crollare le infrastrutture dei paesi coinvolti e impedito l’avvio del conflitto. Il congresso e lo sciopero non ebbero mai luogo. I discorsi e gli interventi dei partecipanti al congresso erano ormai scritti, le richieste di permesso formulate e inoltrate, ma la guerra ne anticipò e annullò l’attuarsi.
Nella ricorrenza del centenario della Prima Guerra Mondiale, Il grande rifiuto esplora le possibilità individuali e collettive di rifiuto attraverso il re-enactment di una storia che non ha mai avuto luogo e di cui non si conosce la fine.
Il pubblico viene invitato a prendere parte ad una fiction storica: il congresso dell’Internazionale Socialista avrà luogo a Milano, aprendo un universo parallelo, nel quale si mette in discussione la guerra come destino ineluttabile. Ciascuno si confronterà con una serie di “esercizi di resistenza”, un training di pose e gesti di rifiuto individuali e collettivi.
Il grande rifiuto è il risultato di una serie di residenze di ricerca a Bolzano, Bologna, Genova e Reggio Emilia avvenute ad aprile del 2015.
Creazione Ole Frahm, Michael Hueners e Torsten Michaelsen; coordinamento artistico e produzione italiana: Elena Basteri; Emanuele Guidi; Elisa Ricci Partner coproduttori: ar/ge kunst Bolzano / Bozen; Festival Transart Bolzano / Bozen; Santarcangelo 2015 Festival Internazionale del Teatro in Piazza 45 a Edizione; On; Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse; Terni Festival Internazionale della Creazione Contemporanea / Teatro Stabile dell´Umbria. Sostenuto da: Goethe – Institut Genua; Goethe – Institut Mailand; Nationales Performance Netz (NPN) International Guest Performance Fund for Dance. Sostegno al programma di residenze: Goethe – Institut e.V.;
Il collettivo LIGNAesiste dal 1997 ed è composto dagli artisti Ole Frahm, Michael Hueners and Torsten Michaelsen che dai primi anni ’90 hanno iniziato a lavorare presso la Freies Sender Kombinat (FSK), una radio pubblica non profit di Amburgo. Dal 2002 il loro lavoro si incentra sulla creazione si situazioni effimere che coinvolgono il pubblico come gruppo attivo, un connubio che produce effetti imprevedibili e incontrollabili che mettono in discussione la gestione dello spazio. Uno degli esempi di come LIGNA usa i media è Radio Ballet, del 2002, in cui a radio ascoltatori viene offerta una coreografia di gesti proibiti in luoghi che prima sembravano pubblici e ora sono invece sotto controllo come stazioni o centri commerciali. Altri progetti come The new Man (2008) o Oedipus (2010) mettono in discussione lo spazio del teatro come apparato che plasma soggettività. Gli ultimi lavori The last Commune o Secret Radio (entrambi del 2014) invece invitano i partecipanti a mettere in scena interazioni complesse in uno spazio pubblico che si rivela tale solo gradualmente.
“Supported by the Nationales Performance Netz (NPN) International Guest Performance Fund for Dance, which is funded by the Federal Government Commissioner for Culture and the Media on the basis of a decision made by the German Bundestag.”
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FRIENDLY FEUER (una polifonia europea)
Giovedì 9 febbraio, dopo lo spettacolo, incontro con la compagnia moderato da Renzo Francabandera.
“In un’Europa instabile e segnata da una crisi che diventa condizione esistenziale permanente, la tragedia del singolo, quale che fosse la sua identità nazionale e linguistica, a fronte di una modernità feroce, parla a noi e di noi più che mai – racconta la regista Marta Gilmore – Il nemico, l’altro, i confini, oggi che per entrare in Europa si muore, e per restarci si finisce strozzati dai debiti, sono parole che meritano nuove domande, nutrite dalla consapevolezza di un passato tuttora doloroso”.
Friendly Feuer è uno spettacolo/performance per una scrittura collettiva sulla relazione fra l’Europa di oggi e quella di cento anni fa, all’alba del primo conflitto mondiale.
La lente attraverso cui guardare le vicende di allora è la condizione di chi a quella “guerra totale” tentò invano, più o meno consapevolmente, di sottrarsi: disertori, soldati affetti da nevrosi di guerra; soldati di schieramenti avversi che misero in atto tregue informali; e così via.
Sulla scena, le tante possibili declinazioni del “fuoco amico” che dà titolo al lavoro, in una narrazione frammentata e corale, una polifonia europea con una sensibilità estetica che ricorre ai linguaggi del contemporaneo per dialogare con la storia, rifuggendo la retorica delle celebrazioni. Così le vicende individuali di diserzione, nevrosi di guerra e suicidio vengono giustapposte a domande relative a un presente precario e a suo modo feroce.
Concetti quali nemico, straniero, codardia, coraggio e patria, sono coniugati al passato come al presente, senza fornire risposte esaustive. Mentre, gli interpreti passano da una lingua all’altra mescolando fra loro i diversi dialetti, nel ricordo di una generazione di fanti spesso semianalfabeti che andò alle armi nel ‘mondo di ieri’.
Regia e drammaturgia Marta Gilmore sulla base di una scrittura collettiva; con Eva Allenbach, Tony Allotta, Armando Iovino, Marta Gilmore, Vincenzo Nappi; responsabile tecnico Andrea Gallo; produzione Isola Teatro; con il sostegno di Centro Didattico Musicale, Roma; Crowdarts, sotto l’Alto Patrocinio di Istituto Svizzero, Roma
Isola Teatro ha iniziato le sue attività nel 2005, con la messa in scena dello spettacolo L’Isola, del drammaturgo sudafricano Athol Fugard, con la regia e la traduzione di Marta Gilmore. Da allora la compagnia ha messo in scena La strada ferrata (finalista Premio Scenario 2007), con il quale il gruppo ha iniziato a misurarsi con un lavoro di scrittura collettiva e costruzione drammaturgica. Questo percorso è proseguito con Brucia. Nel 2010 ha debuttato con Senza Lear, una riscrittura della tragedia shakespeariana dal punto di vista delle tre figlie del re, progetto vincitore del Premio Lia Lapini 2009, che ha preso parte al progetto REACT! promosso da Santarcangelo dei Teatri. Nel 2015 il collettivo ha preso parte al progetto Caryl Churchill, Non normale non rassicurante, a cura di Paola Bono, con Bluemotion, Accademia degli Artefatti e La casa d’argilla teatri, curando la mise en espace di Sette bambine ebree di Caryl Churchill. La sua ultima produzione, FriendlyFeuer (una polifonia europea), ha debuttato all’E45 Fringe Festival di Napoli 2015.
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Parlare di guerra per parlare di Europa perché proprio dalla guerra e da un secolo dilaniato dai conflitti, prese infine forma l’idea di Europa unita, solidale, ricca. Presupposto del più lungo periodo di pace che il continente abbia mai conosciuto.
Oggi di quelle guerre si celebrano i centenari, si rivivono i fatti nelle rievocazioni, nei saggi storici, nei film.
Ma quanto il passato è lontano? Quanto quella guerra che ci appare così lontana con le sue trincee o i suoi bombardamenti, lo è davvero? Le guerre contemporanee che ci circondano appartengono davvero a un altro mondo?
Da queste domande, una riflessione sull’oggi. Sull’Europa che non conosce bombardamenti ma chiude le frontiere, sulle responsabilità che ognuno di noi potrebbe avere, sulle scelte che faremmo. Sulla guerra come destino ineluttabile di nuove Real Politik economiche, finanziarie, mediatiche.
Sullo sfondo la Grande Guerra, omaggio alla Storia e pretesto per guardare all’Europa di oggi.
CANCELLATO PER MOTIVI TECNICI Murx den Europäer! Murx ihn! Murx ihn! Murx ihn! Murx ihn ab! [Versione video dello spettacolo] Ein patriotischer Abend von Christoph Marthaler
di Volksbuhne Berlin (D)
15 febbraio 2017 | ore 18.30
L’IMMAGINE DELLA GUERRA TRA STORIA E PERFORMANCE [conversazione con aperitivo] Com’è cambiata la nostra percezione della guerra? Oggi che la diplomazia pare scomparsa e la guerra non ha più fronti e confini chiari? Se ne discute con Alessandro Colombo, docente di Relazioni internazionali dell’Università degli Studi di Milano; Giovanni Scirocco, docente di Storia contemporanea dell’Università degli Studi di Bergamo; Collettivo LIGNA, Germania
Legionari baltici – accusati di complicità con l’esercito nazista – sono contesi tra Svezia e Unione Sovietica per l’estradizione e la conseguente probabile condanna a morte da parte dello Stato Sovietico.
27, 28 febbraio, 1 marzo 2017 | ore 20.00
A HOUSE IN ASIA di Agrupación Señor Serrano (ES) [Performance teatrale video, c/o CRT Milano TEATRO DELL’ARTE] Dal gruppo di punta della scena catalana vincitore del Leone D’Argento alla Biennale di Venezia 2015. Dopo il grande successo del FOCUS CATALOGNA di dicembre 2016, Agrupación Señor Serrano torna nella stagione di ZONA K con un western teatrale dove la realtà e le sue copie sono mescolate, grazie alla collaborazione con Triennale Teatro dell’Arte. Un progetto ZONA K e Triennale Teatro dell’Arte
KIDS
Il 12 febbraio 2002 l’ONU proibisce il reclutamento dei minori di 18 anni nei conflitti, istituendo così la Giornata Internazionale contro l’uso dei bambini soldato. Ciononostante sono ancora più di 250.000 i bambini e gli adolescenti arruolati nel mondo. In un focus che parla di conflitti armati, diventa per noi indispensabile dichiarare il nostro no alla guerra tout court ma soprattutto alla guerra che priva i bambini del loro diritto a un’infanzia non violenta. Queste le proposte per parlarne ai bambini e ai ragazzi.
12 febbraio 2017 | ore 15.30
LA STRABOMBA a cura di Emergency [laboratorio 6 – 10 anni gratuito] Un corale NO ALLA GUERRA! guidati da un bel racconto di Mario Lodi e dalle storie provenienti dagli ospedali di Emergency.
12 febbraio 2017 | ore 17.30
ALL THE INVISIBLE CHILDREN, di Mehdi Charef, Emir Kusturica, Spike Lee, Kátia Lund, Jordan Scott, Ridley Scott, Stefano Veneruso, John Woo. (IT/FR 2005)
[film dai 12 anni – durata 108 min]
Sette registi di fama internazionale, sette paesi, sette storie di infanzia negata, invisibile. Uno scopo: sollevare il problema dei bambini ignorati e renderlo visibile grazie al cinema.
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STARING BACKWARDS
Hai sempre camminato in avanti ma sei curioso di scoprire l’effetto che fa farlo all’indietro?
È ora di provare partecipando al primo raduno cittadino di camminata all’indietro!
Sabato 24 settembre dalle 10.00 alle 16.30 all’interno di ISOLA KULT Festival
Scopriremo insieme l’effetto che fa allontanarsi dalle cose, anziché andare loro incontro. La partecipazione è gratuita.
Un’irruzione silenziosa nel tessuto urbano: un gruppo di persone camminano all’indietro in uno spazio pubblico per 20 minuti, riappropriandosi di un luogo attraverso un gesto semplice che creerà per i passanti uno scenario irreale.
La performance è il punto di arrivo di un laboratorio che include una prima parte di esercizio fisico in sala e una seconda parte di approccio percettivo al luogo scelto per la performance.
Non è richiesta alcuna esperienza performativa pregressa e le attività proposte sono compatibili con molte diversità corporee e psicomotorie.
STARING BACKWARDS Il 1° raduno cittadino di camminata all’indietro Sabato 24 settembre dalle 10.00 alle 16.30
c/o ZONA K | via Spalato 11 Milano
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Un progetto di Alessio Calciolari e Filippo M. Ceredi
In collaborazione con Cinzia Delorenzi
Con il supporto di ZONA K
Per ulteriori informazioni sul progetto clicca QUI.
Il FOCUS URBANO realizzato con il sostegno di:
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Nel palinsesto di
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LA CASA. Odissea di un crack
Scherzo per due attrici sole. Allegro ma non troppo.
In scena una Penelope e un Ulisse
Ulisse non mangia pesce, non sa nuotare, beve, vuole andare, ma non va.
Penelope mangia pesce, sa nuotare, beve, non sa dove andare e non sa dove stare.
Penelope e Ulisse vivono insieme da vent’anni. La Fionda Teatro festeggia i suoi vent’anni insieme a una delle coppie più famose di tutti i tempi.
La Casa riprende una delle storie più vecchie del mondo, l’Odissea, per raccontare la vita di una Penelope e di un Ulisse, una coppia al suo ventesimo anniversario. Due eroi piccoli piccoli, sottratti all’antica Grecia e catapultati in una casa che non ha né luogo né tempo. In una scena minimalista e spoglia, due personaggi si avvicinano e si allontanano in un confronto incalzante e reiterato.
Il testo tesse e intreccia la storia dei due protagonisti con quelle di altri personaggi dell’Odissea in un continuo passaggio tra finzione e realtà. Storie surreali, impossibili, oniriche, che hanno una vita propria e che alla fine hanno più verità della realtà.
Lo spettacolo vuole restituire uno sguardo delicato e ironico sulle cose, sul mondo, su di noi, esseri umani gravati da un destino ridicolo e tragico, sempre in bilico tra ciò che siamo e ciò che potremmo essere.
Dedicato al Teatro e alla forza dell’immaginazione.
di e con Elisabetta Pogliani (Penelope) e Paola Zecca (Ulisse) collaborazione artistica: Marta Bevilacqua (la Sirenetta) luci: Fausto Bonvini (il Ciclope) collaborazione scena e costumi: Giovanna Luè (il cane Argo) produzione LA FIONDA TEATRO, con il sostegno di ZONA K grazie alla Compagnia Arearea per il periodo di residenza
In occasione di Expo Milano 2015, il progetto ExpoinCittà ha voluto mettere a sistema e presentare al pubblico, composto da cittadini e da visitatori dell’Esposizione Universale, la vivacità e varietà della scena teatrale milanese in un’iniziativa speciale: Padiglione Teatri.
Tre i palcoscenici coinvolti, quello del Teatro Franco Parenti, dell’Elfo Puccini e del Piccolo Teatro.
Acquisto online su www.teatrofrancoparenti.it |
App Teatro Franco Parenti Acquisto telefonico (con carta di credito): tel. 02.59995206
Orari biglietteria: lun 16.00 |19.30 mart – sab 10.00 |14.30 – 16.00 | 19.30 domenica 10.00 | 14.30
SPRING BOY
Spettacolo teatrale liberamente ispirato agli scritti del drammaturgo irlandese Brendan Behan
Ideazione, scrittura scenica, light, sound & video design, animatori oggetti e servi di scena: Alessandra Dolce, Marco Gnaccolini Matteo Moglianesi; attore: Michele Scarlatti; drammaturgia: Marco Gnaccolini; scenografia e attrezzeria: Alessandra Dolce; regia: Marco Gnaccolini; durata 50 minuti
SPRING BOY è un ragazzo irlandese di 16 anni arrestato a Liverpool con una valigia piena di esplosivo pronta a far saltare in aria il tribunale. Si chiama Brendan Behan.
Diventerà uno tra i drammaturghi più importanti d’Irlanda e del mondo, cantore di un’umanità perdente di fronte alla legge e al potere, con cui non smette di scontrarsi. Un attore interpreta diversi personaggi. Tre servi di scena compongono un universo visivo e sonoro con proiezioni dal vivo e suoni elaborati in presa diretta
Woodstock Teatro è una compagnia di Venezia, nata nel 2013. E’ composta dal regista-drammaturgo Marco Gnaccolini, dalla scenografa Alessandra Dolce e dal light-video-sound designer Matteo Moglianesi, tutti laureati alla magistrale in Scienze e Tecniche del Teatro – IUAV Venezia.
TRE DESIDERI
Flip e George sono una giovane coppia prossima alle nozze. All’indomani della loro festa di fidanzamento, una misteriosa nuvola attraversa il nostro pianeta sconvolgendone le sorti: ogni essere umano avrà infatti l’opportunità di vedersi avverare i primi tre desideri che esprimerà. Sogni di glamour e fama si sostituiscono al grigiore quotidiano:
“Le persone in cassa integrazione riebbero indietro il loro impiego. I ciechi cominciarono a vedere, i sordi a sentire, i balbuzienti ricevettero in dono l’eloquenza, le cose semplici divennero grandiose, le cose sbiadite luminose. La realtà ti appariva come sarebbe
potuta diventare, e potevi diventare la persona che avresti sempre voluto essere”.
Cosa cambierà nelle vite di Flip e George al passaggio di questa strana nuvola?
Cosa sceglieranno di desiderare?
E i loro desideri li avvicineranno, o li spingeranno lontani l’uno dall’altra?
Acclamata al Festival di Edimburgo del 2001, Tre Desideri è una commedia dall’humour irresistibile, una delle più interessanti prove del genio umoristico e irriverente di Ben Moor.
Bottega Rosenguild e Compagnia dei Demoni confermano con “Three Wishes” il loro interesse per la drammaturgia contemporanea, unendosi per la prima volta in un progetto comune. Ricalcando un percorso già iniziato rispettivamente per Bottega Rosenguild con lo spettacolo “Le Beatrici” di Stefano Benni e per Compagnia deiDemoni con “Shylock” di Gareth Armstrong, anche in “Three Wishes” l’autore diviene parte integrante del processo creativo, assistendo e collaborando alla messa in scena del suo testo, e generando interessanti cortocircuiti di poetiche e visioni differenti.
Così, al suo debutto assoluto in Italia, Ben Moor sarà anche supervisore artistico di questo lavoro che tanto successo ha avuto nel Regno Unito e in Europa.
Il progetto “Three Wishes” ha vinto il premio alle Arti L.A Petroni 2014 promosso da Residenza Idra, che è anche partner produttivo insieme a OffRome e Piefrancesco Pisani.
con Elisa Benedetta Marinoni e Mauro Parrinello regia Mauro Parrinello con la supervisione artistica di Ben Moor scene e costumi Chiara Piccardo luci Paolo Meglio traduzione Elisa Benedetta Marinoni organizzazione e distribuzione Francesca Montanino una produzione OffRome / Bottega Rosenguild / Pierfrancesco Pisani / Compagnia DeiDemoni con il sostegno produttivo di Residenza Idra
SPETTACOLO VINCITORE DEL PREMIO DELLE ARTI L. A. PETRONI 2014
BEN MOOR è un pluripremiato autore e attore britannico. Lavora per il teatro, la radio e la televisione. Tra i suoi lavori più rappresentati, il one-man show It Takes Forever If You Go By Inertia, A Supercollider For The Family e Coelacanth, acclamati dalla critica e dal pubblico britannico. Tre Desideri è il primo testo di Moor ad essere rappresentato in Italia.
ELISA BENEDETTA MARINONI Diplomata alla Civica Accademia d’Arte Drammatica di Udine e laureata in Teatro e Drammaturgia, ha lavorato in diversi teatri italiani e al fianco di Stefano Benni, Valerio Binasco, Veronica Pivetti, sia in veste di attrice che di assistente alla regia. Ha prestato la voce a programmi radiofonici e audiolibri. Nel 2010 fonda il collettivo Bottega Rosenguild con cui intraprende un percorso produttivo e artistico insieme a teatranti, musicisti, scrittori. E’ vincitrice femminile del Premio Gino Cervi 2013.
MAURO PARRINELLO Già allievo di Michele Di Mauro e Leo Muscato, dopo il diploma alla Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova, è diretto da Valerio Binasco in Noccioline di Fausto Paravidino per il Teatro Eliseo di Roma. Recita nel film Giorni e nuvole di Silvio Soldini, nella sit-com Piloti di RaiDue e per RaiTre nella Melevisione. E’ interprete e regista di numerosi cortometraggi indipendenti. Affianca Paolo Hendel nella lunga tournée di Molière, a sua insaputa. Per la Compagnia DeiDemoni ha curato numerose regie. E’ interprete nello stesso anno del monologo Shylock di Gareth Armstrong prodotto da OffRome, e per il cinema del cortometraggio Free-go, presentato ai Ciak d’Oro 2013, e del lungometraggio svizzero-italiano Fuori Mira, diretto da Erik Bernasconi, in uscita nel 2014.
MITO E PRESENTE
Perché i miti antichi esercitano tanto fascino su di noi?
Perché continuano ad essere rielaborati dagli artisti per parlare del presente?
Pensieri e parole su mito, realtà e tempo presente.
Intervengono: Lia Del Corno, Giorgio Barberio Corsetti, Martina Treu.
GIORGIO BARBERIO CORSETTI, regista autore e attore, fonda la sua prima compagnia , La Gaia Scienza nel 1976 per scioglierla nel 1984 e dar vita ad nuovo gruppo che porterà il suo nome. La Compagnia Teatrale di Giorgio Barberio Corsetti assumerà poi, nel 2001, la denominazione di Fattore K che conserva a tutt’oggi. Le regie teatrali, la sperimentazione dell’uso del video nella drammaturgia teatrale è uno dei tratti caratteristici del teatro di Giorgio Barberio Corsetti che si ritrova come segno fondante di molti suoi spettacoli. Memorabili restano le opere come La camera astratta in collaborazione con Studio Azzurro, Descrizione di una battaglia, America, L’Histoire du Soldat, e poi Il Processo, La Tempesta, Woyzeck, senza citare le innumerevoli regie del panorama lirico internazionale. Altresì, già dal 1996 Giorgio Barberio Corsetti porta sulla scena testi risalenti ad epopee mitiche della tradizione classica e di quella nordica o orientale. Numerose sono le regie e le riscritture o adattamenti drammaturgici su questa scia: La nascita della Tragedia opera pervasa dei miti greci; Notte, tratto dai testi sacri della mitologia indiana; Graal, dalla tradizione cavalleresca; Le Metamorfosi, Di animali, uomini e dei, Paradiso e Argonauti ancora dagli antichi scritti classici, Il colore bianco, sullo sfondo dei miti nordici, Dioniso nato tre volte, Dionisiache, Tra la Terra e il Cielo, fino ai più recenti Nineteen Mantras su alcuni antichi mantra della tradizione religiosa indiana, e il recentissimo La guerra di Kurukshetra, adattamento del ricco poema indiano Mahàbhàrata. Ancora molto si potrebbe citare a proposito delle Direzioni Artistiche assunte da questo poliedrico artista della scena, dalla Sezione Teatro della Biennale di Venezia alle sezioni danza e teatro dell’Auditorium-Parco della Musica di Roma, oltre ai palcoscenici che hanno visto sue creazioni: da Avignone a San Pietroburgo e da Parigi a Singapore.
MARTINA TREU è laureata in Storia del Teatro e della Drammaturgia Antica, dottore di ricerca in Filologia classica, cultore di Storia del Teatro Greco e Latino. Attualmente è ricercatrice di Lingua e Letteratura Greca presso l’Università IULM dove è stata responsabile del Progetto Dionys e del Progetto Teatro, cultura, turismo e Mediterraneo e del settore Formazione del progetto Mediteatri.pa (Formez). Ha curato pubblicazioni e svolto mansioni di segreteria scientifica-organizzativa per vari teatri e festival italiani e stranieri, ha collaborato con diversi registi italiani, con il Piccolo Teatro Studio e con la Biennale di Venezia – Festival internazionale del Teatro. Scrive regolarmente sulle riviste Hystrio e Stratagemmi. Prospettive teatralied è responsabile della sezione Notizie di Dionysus Ex Machina.it.
LIA DEL CORNO Nasce e vive a Milano. Traduce dal francese, inglese e tedesco e scrive per Adelphi, Garzanti, Mondadori, RCS Libri, ma soprattutto si è occupata di teatro e ha curato le proposte culturali del Piccolo Teatro di Milano, del Franco Parenti e del Teatro Popolare di Roma. È sua l’idea delle lezioni-spettacolo che ha promosso con energia e entusiasmo. Attualmente continua l’attività di traduttrice; scrive libretti di opere liriche dedicate soprattutto ai giovani, firma qualche scenografia e disegna costumi.
L’ODISSEA RACCONTATA
LA BIGLIETTERIA ONLINE NON E’ ATTIVA: GLI SPETTACOLI SONO TUTTI ESAURITI
Biglietto unico: € 7.00
Dice Carlo:
“Vi spiego come ho lavorato su questa Odissea.
Non ci sono state prove in privato. Ogni volta che provavo di fronte a me sedevano e ragazzi a cui tenevo un laboratorio teatrale: “l’Odissea raccontata e giocata”.
Raccontavo per un po’, poi le parole lasciavano spazio all’azione e insieme ai ragazzi si salpava alla volta di Itaca, ognuno con una piccola barca bianca “…la nave di Ulisse guidava la flotta diretta verso Itaca…” e via!
Una nave a dettare la rotta e le altre dietro a seguirla per un immenso immaginario mare che solcavamo prima di arrivare a Ismaro, città dei ciconi. Ma come è fatta Ismaro? Omero non ce la descrive e allora erano i ragazzi a inventarla a volte con palazzi di diamanti, pozzi d’oro e fiumi di cioccolato, altre volte città di fango e sassi.
E così procedeva il racconto, con la nostra fantasia a contaminare il testo (in totale libertà perché quando si parla di giganti, sirene e morti di solito non si hanno molte certezze).
Ognuno ha detto la sua: da Giovanni che ha sei anni ad Alberto che ne ha tredici. E le nuove parole e le nuove immagini si sono mischiate a quelle di Omero in un continuo gioco di sovrapposizione in cui alle volte il nostro racconto combacia con il suo mentre altre volte scorre a lato, senza tradirlo.
Così è nato il testo che racconto accompagnato dai bellissimi disegni di Pietro, Nicola, Carletto, Elena, Gloria, Cristiano, Mimmo…”
Testo, regia e interpretazione di Carlo Ottolini
Disegni di tantissimi bambini e ragazzi
Lavoro sulle immagini di Mirto Baliani
Progetto luci di Andrea Violato
Scena e costume realizzati dal corso di costume teatrale dell’Accademia di Brera di Milano
Elsinor produzione
Fin da bambine ci viene insegnata l’obbedienza come un valore che ci consentirà di vivere in armonia con il sistema sociale che ci circonda. Ci viene detto di avere pazienza, di sopportare.
C’è chi questo non lo accetta, perché insofferente, temeraria, precorritrice dei tempi. C’è chi, per scelta o per mancanza di scelta, decide di cambiare tutto subito riguardo alla propria vita e, inevitabilmente, a quella degli altri. Oltrepassa i limiti stabiliti dalla legge, dal buonsenso comune, dalle norme sociali. Diventa bandita. È questa zona franca che abbiamo voluto indagare. E siamo partite da storie ambientate in diverse parti del mondo. Uno spettacolo che è anche un laboratorio delle idee, in cui ognuno può costruire un pezzo di una storia collettiva non ancora scritto, non ancora disegnato. Una traccia.
di e con Soledad Nicolazzi; collaborazione drammaturgica Dalia Padoa; oggetti di scena e costumi Elena Carozzi; consulenza artistica Gigi Gherzi e Laura Sferch; sostegno alla produzione Campsirago Residenza
Stradevarie è una compagnia teatrale indipendente nata nel ’99 che attualmente lavora all’interno del progetto “Campsirago Residenza”. Gli spettacoli sono il punto d’approdo di un percorso di ricerca, una riscrittura del presente con le sue storie fragili, ironiche e surreali. A piazza delle Erbe! ha ricevuto la “Menzione speciale Premio Ustica per il teatro ’07”; Ciclonica, ha vinto il Premio Pancirolli ’03. La compagnia ha anche un percorso rivolto all’infanzia: nel 2012 ha avuto il sostegno alla produzione di Small Size- Big citizens per lo spettacolo Carta Canta.
FOCUS RIVOLUZIONARI
Un focus dedicato all’impegno civile di piccole e grandi rivoluzioni sociali, a chi in passato e oggi ha creduto o crede che si possano ancora cambiare radicalmente le cose.
Al contempo un focus che guarda ad esperimenti nei linguaggi del teatro, della danza, del video e della contaminazione tra le discipline che possano contenere elementi rivoluzionari.
E’ un focus che dà spazio a compagnie giovanissime che, nelle mille difficoltà del non-mercato di questo paese, fanno fatica ad emergere ma che, con tenace volontà, fanno la loro rivoluzione proseguendo ad investire energie ed economie nel loro fare arte.
DITTICO DEL MISTERO E DEL TERRORE
Liberamente tratto dai “Tales of Mystery and Terror” di E. A. Poe.
Il Babau & i maledetti cretini tributa il suo omaggio a Poe rileggendo al lume fioco di un rock criptico e colto alcune tra le più oscure pagine dei Racconti del Mistero e del Terrore: La verità sul caso di Mr.Valdemar e La maschera della Morte Rossa.
Dà così vita a un cupo e coinvolgente “Fonodramma”, una vera e propria traduzione sonora dei racconti. Il risultato è un viaggio nevrastenico e carico di suspense in cui lo spettatore/ascoltatore è trasportato senza soluzione di continuità attraverso paesaggi sonori molto vari e sempre suggestivi sino all’ineludibile epilogo.
Damiano Casanova: chitarra elettrica, tastiere; Franz Casanova: voce e tastiere
Il Babau &… è un progetto artistico sospeso tra musica, teatro e letteratura fondato dai fratelli Casanova sul finire dello scorso millennio. Lasciata da parte la forma canzone reinventa il fonodramma, originale traduzione musicale e sonora di racconti letterari con spiccata propensione per il misterioso, il fantastico, il grottesco, il macabro, il bizzarro.
FAVOLE AL TELEFONO
Liberamente ispirato al mondo di Gianni Rodari.
Lo spettacolo è adatto anche ad un pubblico di bambini e ragazzi.
Dai 6 anni in su.
Uno spettacolo ispirato al mondo di Gianni Rodari, ricco di storie intelligenti, che sanno di gioia, fantasia, libertà. 7 telefoni disseminati nello spazio con cui chiamare e rispondere per farsi raccontare una storia. 7 voci che raccontano in diretta le favole di Gianni Rodari. 7 spettatori alla volta che potranno alzare la cornetta e ascoltare i centralisti nascosti: attori-narratori dalla provenienza più disparata, culturale e linguistica, che raccontano storie e dialogano con gli ascoltatori in tutte le lingue della nostra città.
Il progetto Favole al telefono nasce dall’incontro di due elementi portanti della ricerca di Bluemotion. Il primo riguarda la costruzione di dispositivi performativi e visivi che facilitino e indaghino la sfera della comunicazione tra due individui. Il secondo invece è la riflessione sul racconto come dono, sulla sua capacità di essere strumento di ascolto e dialogo.
Il dispositivo per Bluemotion è lo strumento necessario a creare un rito. Un rito laico, certamente, ma che sappia offrire la possibilità di sentirsi in un meccanismo comunitario. Nel caso di Favole al telefono il mezzo è il telefono col filo, caduto in disuso da anni, così come la limitazione a muoversi in uno spazio ridotto durante una conversazione telefonica. Questa costrizione spaziale provoca un senso di smarrimento, ma anche di intimità. Di solitudine, ma anche di stupore.
Si tratta di un’esperienza breve di dialogo telefonico con una persona sconosciuta. E ciò che si ascolta è una favola. Lo spazio ordinato e in penombra ospita la caotica gamma di favole che si nasconde dietro la cornetta, protegge il segreto che lega due persone che parlano al telefono senza conoscersi. E in questo piccolo incontro misterioso le favole diventano cartografie di vite, riti di passaggio, appunti di fantastica.
ideazione e regia Giorgina Pi; soundscape Valerio Vigliar; una produzione Angelo Mai – Bluemotion
con con Sara Benvenuto, Elettra Capuano, Gianluca De Rubertis, Gian Marco Di Lecce, Mauro Milone, Giorgina Pi, Laura Pizzirani, Sofia Vigliar, Valerio Vigliar, Rodrigo D’Erasmo +Roberto Dell’Era degli Afterhours e Enrico Gabrielli dei Calibro 35
La prenotazione è obbligatoria, i posti sono limitati.
Ogni racconto dura 15 minuti.
Le repliche si svolgeranno all’inizio di ogni ora a partire
dalle ore 18.00 per il sabato e dalle ore 16.00 per la domenica.
Se il turno lo consente, è possibile scegliere di ascoltare altri racconti.
BIGLIETTI per ADULTI € 8,00 (2 racconti + aperitivo/caffè) € 3,00 (il 3° racconto)
BIGLIETTI per BAMBINI € 6,00 (2 racconti + merenda) € 3,00 (il 3° racconto)
Bluemotion è una formazione nata nel 2008 a Roma all’interno dell’esperienza artistica e politica dell’Angelo Mai. Performer, registi, musicisti e artisti visivi si uniscono per creare a partire dalle proprie suggestioni, confrontando i propri sguardi sul presente e sull’arte. Le opere di Bluemotion sono sempre creazioni collettive, risultato dello scambio e delle visioni dei membri del gruppo.
SE DICO GOETHE
Sulle tracce de “Il viaggio in Italia” di Goethe, un nuovo viaggio nei vizi e nelle virtù, nei luoghi comuni e nelle sorprese, nella geografia e nelle persone che non ti aspetti di incontrare.
“Se dico Goethe” a voi cosa viene in mente?
Nel 1786 Goethe entrò nel Belpaese: Il suo Viaggio in Italia durò due anni e lo cambiò per sempre. Rosario Tedesco, uomo di teatro e di viaggio, la scorsa primavera su incarico del Goethe-Institut ha rivisitato in chiave contemporanea il viaggio del grande poeta tedesco. Nel suo percorso ha incontrato e raccontato gli italiani e l’Italia di oggi. Questo attraverso un diario di viaggio multimediale in cui alle parole del blog si sono alternati tweet, video, suoni e immagini.
Rosario Tedesco racconta ora in scena la sua esperienza sorprendente e lo fa in un gioco di sradicamento delle nostre idee precostituite, anche su noi stessi.
con Rosario Tedesco, tecnico audio e luci Paolo Corleoni
Rosario Tedesco è attore e regista teatrale, si è formato alla scuola di Luca Ronconi e dalla fine degli anni Novanta collabora con Antonio Latella. Dal 2005 inizia a lavorare in Germania presso il Düsseldorfer Schauspielhaus, lo Schauspiel Köln, la Volksbühne di Berlino. Recentemente ha preso parte a film internazionali recitando a fianco di Anthony Hopkins, Udo Kier, Michael York. Rosario Tedesco è anche un camminatore-narratore. Nel 2009 ha completato il cammino di Santiago e sulla via di Finisterre ha preso corpo il suo secondo progetto a piedi: “Il Vento nelle Scarpe”, un cammino solitario di 1770 km lungo le sponde del Danubio, compiuto tra il 2011 e il 2012 in 92 giorni, attraversando 6 nazioni.
FOCUS RADIO
In occasione degli Europe Radio Days a Milano, una settimana tutta dedicata alla radio e alle arti performative per indagare la storia di un mezzo così importante per la diffusione della cultura, la riscoperta delle sue risorse e le nuove forme di sperimentazione e comunicazione da parte di giovani artisti e compagnie.
LA BIGLIETTERIA ONLINE NON E’ ATTIVA: prenotazioni allo 02.97378443 o su biglietti@zonak.it
Odissea di un crack. Scherzo per due attrici sole. Allegro ma non troppo. In scena una Penelope e un Ulisse
Ulisse non mangia pesce, non sa nuotare, beve, vuole andare, ma non va.
Penelope mangia pesce, sa nuotare, beve, non sa dove andare e non sa dove stare.
Penelope e Ulisse vivono insieme da vent’anni. La Fionda Teatro festeggia i suoi vent’anni insieme a una delle coppie più famose di tutti i tempi.
La Casa riprende una delle storie più vecchie del mondo, l’Odissea, per raccontare la vita di una Penelope e di un Ulisse, una coppia al suo ventesimo anniversario. Due eroi piccoli piccoli, sottratti all’antica Grecia e catapultati in una casa che non ha né luogo né tempo. In una scena minimalista e spoglia, due personaggi si avvicinano e si allontanano in un confronto incalzante e reiterato.
Il testo tesse e intreccia la storia dei due protagonisti con quelle di altri personaggi dell’Odissea in un continuo passaggio tra finzione e realtà. Storie surreali, impossibili, oniriche, che hanno una vita propria e che alla fine hanno più verità della realtà.
Lo spettacolo vuole restituire uno sguardo delicato e ironico sulle cose, sul mondo, su di noi, esseri umani gravati da un destino ridicolo e tragico, sempre in bilico tra ciò che siamo e ciò che potremmo essere.
Dedicato al Teatro e alla forza dell’immaginazione.
di e con Elisabetta Pogliani (Penelope) e Paola Zecca (Ulisse) collaborazione artistica: Marta Bevilacqua (la Sirenetta) luci: Fausto Bonvini (il Ciclope) collaborazione scena e costumi: Giovanna Luè (il cane Argo) produzione LA FIONDA TEATRO, con il sostegno di ZONA K grazie alla Compagnia Arearea per il periodo di residenza
QUEI2
LA BIGLIETTERIA ONLINE NON E’ ATTIVA: prenotazioni allo 02.97378443 o su biglietti@zonak.it
Adamo ed Eva, realtà e fiction, mito e spazzatura.
2010: i Gogmagog collaborano a Rumors, una performance di Marcella Vanzo per ZoomFestival al Teatro Studio di Scandicci. 2013: Vanzo scrive x loro QUEI 2: ispirandosi al Diario di Adamo ed Eva di Mark Twain.
Rapporto di coppia, ironico, veloce, contemporaneo, in scena.
Quotidiano ridicolo, Twain e il mito, presente incisivo e divertente. Eden = TV anni ’80: conduttore e diva si giocano una partita tra femminilità esuberante di Eva e il raziocinio duramente messo alla prova di Adamo, continuamente interrotti da animali di passaggio.
Terra = posto banale, malconcio, quotidiano. Adamo, accetta sì l’amore nella coppia, ma non si capacita invece della sconcertante presenza di un figlio.
QUEI 2 mette in sinergia la spiccata attorialità della compagnia con l’immaginario di un’artista che indaga le diverse dimensioni dell’essere umano: da quella mitica a quella sociale, da quella politica a quella emotiva.
QUEI 2 mixa realtà e finzione, riflette un presente fantastico e ironizza sulle idiosincrasie tra maschio e femmina, natura e cultura, mitico e quotidiano.
QUEI 2 dura 50 minuti.
testo e scene di Marcella Vanzo; liberamente ispirato al Diario di Adamo ed Eva di Mark Twain; con: Cristina Abati, Carlo Salvador, Carlo Gambaro; regia: Marcella Vanzo e GOGMAGOG; luci: Antonella Colella
produzione GOGMAGOG, con il contributo di Regione Toscana-Sistema Regionale dello spettacolo e il sostegno di Giallo Mare Minimal Teatro, Teatro Metastasio Stabile della Toscana, Teatro Studio Krypton
FOCUS – teatro, media e nuove tecnologie
ZONA K dedica un FOCUS al Teatro, Media e Nuove Tecnologie.
Ospiterà i lavori di due compagnie in prima assoluta: Dehor/Audelà con Strategia K (6-7 marzo) e Tommaso Arosio/Fedra Boscaro con Appunti #9 e #11 per un novissimo Bestiario (14-15 marzo).
Inoltre la compagnia toscana Cascina Barà porterà lo spettacolo Tessuto# (8-9 marzo) e l’artista milanese Silvia Girardi presenterà, con il performer Giuliano Guatta, il primo studio del suo nuovo lavoro, dal titolo
Umanità – Libro I (14-15 marzo).
Qui di seguito una breve spiegazione degli spettacoli.
Strategia K rielabora la storia dell’isteria – patologia che si credeva un tempo legata a problemi di procreazionericollegandosi al “reale” problema di presunta infertilità della performer in scena, creando un’inedita partitura fisica e attingendo all’Iconographie photographique de la Salpêtrière, un serbatoio visionario e ossessivo di spettacolarizzazione del dolore, fenomeno oggi approdato a livelli vertiginosi.
(durata 50 minuti) (Prima assoluta)
domenica 9 marzo – ore 16.00 teatro Collettivo Cascina Barà TESSUTO#
Immagini e visioni di una ragazza in cerca di sua madre in un paese straniero, compongono uno spettacolo basato sull’interazione fra recitazione, disegno dal vivo e musica live.
Un equilibrio che attraversa l’azione teatrale, l’improvvisazione e la performance visuale.
Un tipo di teatro sociale che indaga due ordini di conflitti contemporanei: l’esclusione dello straniero e il rapporto intergenerazionale.
(durata 50 minuti)
Novissimo Bestiario è un progetto di ricerca articolato che intende censire gli “esseri immaginari” del contemporaneo.
La serie performativa degli Appunti è da intendersi come un’indagine preparatoria al Bestiario, focalizzata sul rapporto
“essere immaginario – essere umano”. Gli appunti dispari fanno uso di video body mapping e di una creazione partecipata.
(durata 15 minuti) (Prima assoluta) (Primo studio)
venerdì 14 e sabato 15 marzo – ore 21.30
performance – Silvia Girardi UMANITA’ > LIBRO I
Chi è in scena > due Turritopsis Dohrnii o meduse immortali in grado di trasformare le proprie cellule da uno stato maturo fino a tornare all’immaturità, in altre parole non muoiono mai. Da sempre affrontano i medesimi discorsi dai sapori beckettiani, finchè una strana onda nera le porta molto vicino ad una fine inaspettata e che credevano improbabile.
(durata 40 minuti) (Primo studio)