L’IMPOSSIBILE
laboratorio annuale
Al terzo anno di lavoro congiunto, il linker Io Non Parlo Sono Parlato si dedica quest’anno al tema dell’IMPOSSIBILE.
Io Non parlo sono Parlato è un progetto che mette insieme artisti diversi in un contest di lavoro, con l’idea di unire competenze per lavorare a tutti i livelli con attori, artisti, operatori culturali, creando ponti di collegamento e idee comuni su nuove progettualità.
Il laboratorio annuale, suddiviso in Working Class 1 e 2, è costruito perché la formazione possa essere multidisciplinare e diversificata, adatta a chi vuole affrontare un percorso di studio alternativo senza perdere di vista le basi del teatro.
Nel corso dell’anno saranno studiati momenti di messa in scena pubblica e uno spettacolo finale, costruito con i contributi di tutti gli artisti coinvolti.
I tre insegnanti principali del percorso saranno Igor Loddo (teatro); Franco Reffo – COMPAGNIA NUT (teatro-danza) e Antonio Amore (de-strutturazione del movimento).
Silvano Petrosino (Università Cattolica del Sacro Cuore) curerà la parte scientifica dei contenuti.
Altri artisti coinvolti verranno a dire la loro sul tema, attraverso momenti specifici e seminari approfondimento.
Partendo dal pensiero di Derrida, la riflessione dell’anno è dedicata al tema dell’IMPOSSIBILE.
In un mondo determinato dai processi e dalle procedure il tentativo di comprendere attraverso il teatro la sorpresa della liberazione del possibile, che cessa di essere calcolo e determinazione e diventa imprevedibile.
Quando un problema sfida il senso comune, l’intuizione creativa rovescia le prospettive e l’impossibile può diventare possibile, non solo probabile.
E nell’arte?
Esistono oggetti impossibili, che noi concepiamo nella loro concretezza ma non potrebbero esistere nel mondo. È il caso di quegli oggetti che non possono essere costruiti nella realtà tridimensionale perché in contrasto con le leggi della geometria e della fisica, che possono essere disegnati bidimensionalmente.
Cosa succede se studiamo l’impossibile nel teatro?
Abbiamo numerosi esempi di teatro impossibile, basti pensare al pensiero centrale di Beckett, che ritiene impossibile la condizione umana. Con lui, Jean Tardieu, Eugene Ionesco, Arhur Adamov, Georges Schehadé. E una seconda generazione che ha avuto come protagonisti Harold Pinter, Boris Vian. Ma non c’è solo questo. L’impossibile è anche tutto ciò che non crediamo possibile di raggiungere con il nostro corpo, la nostra voce, il nostro esistere sulla scena nello spazio – tempo.
E’ capire le sue dinamiche, focalizzare il momento in cui l’impossibile diventa tale o trasforma se stesso, analizzare cosa può fare un attore per trasmettere l’impossibile al pubblico o trasportarlo in un mondo impossibile che considera reale.
Sfidare l’impossibile, vederne i limiti, capirne le dinamiche, diventa allora un gioco creativo che grazie alle esperienze filosofiche e all’immaginazione dei grandi pensatori permette di affrontare un percorso di conoscenza che passa per le vie della mente, del corpo, delle emozioni attraverso tutti gli strumenti che il teatro e le arti possono fornire.
COME FUNZIONA?
Tutti i mercoledì sera, dalle 20.00 alle 23.30, la Working Class 1 si troverà per costruire un percorso di studi. Nel corso dell’anno, sono organizzati cinque momenti di approfondimento seminariale (suddivisi in moduli di lavoro, nei quali interverranno artisti diversi (Nina’s Drag Queen – espressione, Beatrice Cammarata – Make Up) e un seminario internazionale sulla voce con il Roy Hart Theatre e Ian Magilton. Tutti i partecipanti alla Working Class 1 potranno accedere ai seminari di approfondimento, che si svolgeranno insieme agli allievi selezionati per la Working Class 2 (la classe avanzata di lavoro che si dedica a un percorso più approfondito di stampo accademico).
QUANTO COSTA?
750 euro annuali, pagabili in rate.
I seminari di approfondimento si svolgeranno il 28 novembre, 30 gennaio, 5 marzo, 23 aprile, 28 maggio.
Ogni seminario di approfondimento è composto da n°2 moduli da 3 ore ciascuno, ogni modulo ha un costo di 20 euro (per gli iscritti al laboratorio). Resta escluso il seminario di Ian Magilton / Roy Hart Theatre
L’iscrizione al laboratorio permette di avere la tessera associativa che consente di avere riduzioni nella maggior parte dei teatri milanesi.
POSSO PROVARE?
Il 14 ottobre è prevista l’ultima lezione gratuita di inserimento.
Per iscrizioni iononparlo@gmail.com
Per maggiori informazioni, cv insegnanti, collaborazioni:
www.iononparlosonoparlato.com
Mob. / Whatsapp +39 333 522 35 69
Mob. / Whatsapp +39 349 170 85 68
L’ULTIMA FESTA
Animanera Teatro presenta
L’ULTIMA FESTA
Regia Aldo Cassano
Drammaturgia Magdalena Barile
Sound Design Antonio Spitaleri
Disegno luci: Anna Merlo
Assistente drammaturgia Greta Cappelletti
con: Francesco Annarumma, Pierluigi Anselmi, Ales Bonaccorsi. Claudia Bucur, Linda Calugi, Fabrizio Casiraghi, Benedetta Cesqui Malipiero, Erika De Gregorio, Barbara D’ Incecco, Alexandra D’Innocenzo, Fabrizio Fedeli, Elisabetta Fulcheri, Paola Pelizzari, Gianluca Rizzi
Causa posti limitati PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA a: lultimafesta@gmail.com
Improbabili personaggi e un probabile pubblico arrivano insieme ad una festa e sono attirati in un delirio di musica, conversazioni allucinanti, balli distruttivi e sostanze stupefacenti. Una festa guidata da un Dj orfico che inebria un’umanità alla deriva, vagante, preda di sentimenti altalenanti e alterati: stalkers, madri incompiute, figlie cresciute troppo in fretta, uomini che odiano le donne, nevrotici e nevrotiche, artisti confusi, feticisti, milf e toy boys.
Tra sguardi fatti e stupefatti si crea un moderno Olimpo che tende sempre più all’Inferno: un continuo varcare i confini tra realtà e surreale, tra pensiero privato e storia condivisa, tra ironia e disperazione, tra vita e morte, tra quello che sembriamo e quello che siamo realmente. Si svelano storie, relazioni, pensieri di ogni personaggio, di ognuno di noi. Dioniso scioglie le lingue, incita gli animi, accende le passioni.
Il pubblico accompagna i personaggi inizialmente a passi lenti e con discrezione per essere poi capovolto, immerso nelle loro parole, nelle suggestioni fisiche, nelle azioni concrete. Ci si perde in un sentire abbondante tanto da dover ritrovare ad ogni passaggio un nuovo equilibrio: con noi stessi e con il nostro rapporto con il teatro.
L’ultima festa è excursus divertito dove l’ironia a corrente alternata e’ uno dei fili conduttori. E’ una commedia concepita come un viaggio all’inferno. Storie private di personaggi che ritornano, che vivono in carne e ossa e che rompono la quarta parete fino a entrare dentro lo spettatore spogliandolo e mettendolo continuamente alla prova. Cos’è una festa, in fondo, se non questo: un viaggio dal tragico al comico, dal surreale al pericolosamente reale, una festa alla quale tutti siamo invitati.
thanks to : Marzista GonnaMIX by Veronica Guzalian.
TANK TALK – UN ESERCIZIO DI PRESENZA
– Workshop e realizzazione video
In collaborazione con Apache/Teatro Litta
Costo per le 3 giornate del workshop: € 90,00
Numero di partecipanti: 8 – 15
Iscrizione da effettuare con pagamento presso ZONA K o bonifico bancario entro e non oltre il 30 aprile
Per tutte le info 02.36533617 organizzazione@zonak.it
Partiamo da qui: un performer in camicia bianca, pantaloni neri, una busta in mano. Sembra il giovane Cinese che durante la protesta del 1989 in Piazza Tienanmen, ha fermato una colonna di carri armati. Un atto di rivolta. Ma cos’è la rivolta? Forse la rivolta è un atto individuale. Forse la rivolta parte innanzitutto da un lavoro su se stessi. Prendersi cura di se stessi. Per essere presenti. Sì, innanzitutto essere coscienti di esistere, di capire dove siamo e cosa facciamo. Il workshop è un incontro con se stessi. Poi l’incontro con l’altro, con tutte le sue difficoltà ed infine un tentativo di dialogo o di scontro con il mondo, che avanza come un carro armato. La tematica generale che indagheremo in questo laboratorio è quindi la presenza. Sia quella scenica sia la presenza nella vita di tutti i giorni, dove vediamo la scena come una palestra per la vita quotidiana. La performance Tank Talk è fortemente legata alla tematica delle presenza. Il performer incontra passanti e l’unica cosa che fa, è mettere davanti a questi passanti se stesso, cercando di essere semplicemente in ascolto di se stessi, degli altri e del mondo intorno. In poche parole un’esercizio di presenza in pubblico.