POST

Cosa definisce POST?

Etimologicamente la risposta è facile, qualcosa che viene dopo in termini temporali o concettuali. La società che viviamo sembra essere un infinito catalogo di post. Siamo in una post-democrazia, i cittadini sono post-materialisti, il post-capitalismo cerca di scalzare il capitalismo, per non addentrarci nelle definizioni più complesse e filosofiche di post-strutturalismo, post-moderno e decostruzionismo. Anche il concetto stesso di verità ormai non può più prescindere dalla post-verità, eletta dall’Oxford Dictionary come parola dell’anno del 2016. Tutto è messo in discussione, riconsiderato, studiato nelle sue evoluzioni continue. Come se alcuni principi e dottrine, alla base di una certa cultura della seconda metà del XX secolo, non reggessero più il passo dei tempi senza tuttavia aver lasciato spazio a un nuovo sentire politico, culturale e sociale. È giusto domandarsi se sia possibile l’affermarsi di una nuova cultura progressista per il XXI secolo? La politica è in grado di formulare una nuova visione trascinante che (ri)avvicini le persone e non sia solo espressione del potere?

Non siamo in grado di dare risposte, per noi POST è ancora il tempo delle domande che ogni cambiamento porta con sé. È il momento che ci troviamo a vivere. Il “dopo” di cui non sono ancora chiari i contorni. Non è la critica o il superamento di quanto abbiamo fatto e vissuto finora, è il tempo dell’incertezza, della necessità di riconsiderare posizioni e scelte fin qui attuate senza intra- vedere del tutto il passaggio successivo. È più di un titolo di una stagione, di un claim azzeccato merito di un bravo copy. È il nostro presente che continuiamo a guardare con sguardo artistico e politico. È cercare una nuova posizione, trovare un nuovo equilibrio tra creatività e prossimità, tra ricerca artistica ed engagement del pubblico, tra relazioni e crescita. POST è l’avvio di un nuovo percorso di apertura, sguardo allargato, riflessioni e confronti. È stimolo per altri pensieri, non necessariamente nostri.

E in questo coacervo di suggestioni, abbiamo iniziato a misurarci con nuove possibilità, azioni parallele, non sostitutive ma complementari alla presentazione di una stagione teatrale. Il primo passo è stato quello di chiamare Jens Hillje come visiting dramaturg. Figura di spicco del teatro europeo, Leone d’oro alla carriera nel 2019, Hillje ha accompagnato mesi di riflessioni e sarà dramaturg della nuova produzione di ZONA K che andrà in scena a novembre.

Quindi è maturata la necessaria consapevolezza – questa si politica e sociale – di non rinunciare alla centralità delle persone, che siano spettatori, artisti, non professionisti, lavoratori, studenti. Spettacoli partecipati e urbani, produzioni e co-produzioni che nascono dal coinvolgimento diretto dei cittadini, formazione dei target più giovani, storytelling dei processi artistici, incontri con gli artisti, reti con altri teatri grazie a visioni comuni e lavoro sinergico, sono tutti elementi di un medesimo puzzle che si costruirà negli anni futuri.

In questo quadro così delineato, racchiuso nel cappello POST, trovano quindi posto i Gob Squad e la loro ultima produzione 1984: Back to No Future, sguardo nostalgico e pop tra passato e futuro; la parola urlata di Pasolini portata in scena dagli Anagoor, gli anziani in calzamaglia di “Superman” di Massimo Furlan, Mats Staub con la delicatezza delle sue interviste; gli spettacoli urbani di Elisabetta Consonni e del Teatro dei Borgia; la nuova produzione Non siamo niente, saremo tutto di Jens Hillje e Alessandro Renda sulle storture della società che porta in scena un coro di lavoratori, per chiudere con una performance partecipata sull’attivismo contemporaneo di Dreams Come True, Hichmoul Pilon, anthropie, collettivo Siamo ovunque. Otto spettacoli, otto progetti complessi da presentare e raccontare.

Per chiudere POST è anche – molto più semplicemente – “uno strumento di comunicazione, un messaggio testuale con funzione di opinione, commento o intervento”.

 

Post, il tempo delle domande

Media partner della stagione teatrale POST non poteva che essere Q code Magazine, un giornale indipendente che predilige la multimedialità. È geopoetico, racconta cioè la geopolitica attraverso le storie, è un luogo aperto per chi ha passione, competenza e capacità nel dirlo, è un trimestrale di carta per tornare a una lettura lenta e ponderata. È resistente, testardo e abrasivo. E crede nella collaborazione e nella condivisione fra realtà sorelle. È diretto da Angelo Miotto e Christian Elia, nel corso di nove anni di vita ha ospitato centinaia di firme da tutto il mondo.

Post, il tempo delle domande è il nome del podcast di Q Code per ZONA K .
Abbiamo scelto delle parole chiave, inerenti agli spettacoli della stagione.
Gli audio elzeviri sono di Angelo Miotto.

Ascolta i podcast cliccando QUI

Gob Squad (GB/DE)

“Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato”.
George Orwell: “1984”

I Gob Squad tornano al 1984, ai bei vecchi tempi analogici quando la vita era semplice e c’erano solo tre canali in TV. È un viaggio pericoloso: potrebbero perdersi nella musica, perdersi nella nostalgia o in entrambe. Ma una volta arrivati, scoprono i loro giovani se stessi: coinvolti nella guerra fredda, timorosi della catastrofe nucleare, cercando di plasmare chi potrebbero diventare.

Mentre setacciano i frammenti delle loro camere da letto adolescenziali, ricostruiscono il loro passato personale, e la musica li trascina in un mondo virtuale psichedelico di avatar disincarnati. Sotto sorveglianza e sotto pressione, combattono, ballano, costruiscono un rifugio nucleare e cercano di smantellare ciò che può essere stato scritto nei loro codici di programmazione. Questi adolescenti avevano il controllo dei loro corpi, del loro destino e della loro capacità di cambiare le cose? O stavano seguendo modelli già pronti, parte di un piano più grande? Possono riprogrammare la loro storia e influenzare le correnti della storia? O almeno vederla con occhi diversi?

Mentre Gob Squad deforma il tempo e torna indietro a un passato che non ha visto “nessun futuro”, sono in grado di fare luce sul presente e ottenere una prospettiva su ciò che li aspetta?

 

1984: Back to No Future (Gob Squad) teaser from Gob Squad on Vimeo.

 

La nuova produzione segue la tradizione di altri lavori di Gob Squad, che re-immaginano e riproducono video di YouTube, film di Hollywood e film d’arte di Andy Warhol. Il progetto porta a compimento l’esame continuo della compagnia sui meccanismi di potere inerenti al nostro mondo saturo di immagini e sulla relazione tra l’esperienza personale e la realtà politica.

Nel lavoro della compagnia, la vita quotidiana e la magia, la banalità e l’utopia, la realtà e l’intrattenimento sono in rotta di collisione. Il pubblico è catapultato in un mondo di luci e ombre per essere testimone di un esperimento di fantascienza performativa e di viaggio nel tempo immaginario. Niente meno che il futuro stesso è in gioco…

 


info spettacolo in lingua inglese e italiano • durata 90 min.

c/o Teatro Out Off, via Mac Mahon 16


 

Ideazione e regia Gob Squad Performance Johanna Freiburg, Sean Patten, Sharon Smith, Berit Stumpf, Sarah Thom, Bastian Trost, Simon Will, Damian Rebgetz e Tatiana Saphir; Sound Design: Sebastian Bark, Catalina Fernandez; Sound Mix: Isabel Gonzalez Toro; Video Design Miles Chalcraft, Noam Gorbat; Costumi Ingken Benesch; Scene Amina Nouns; Lighting Design e Direzione Tecnica Chris Umney, Max Wegner; Drammaturgia e produzione esecutiva Christina Runge VR; Consultancy, Development and Design Joris Weijdom; Collaborazione artistica Mat Hand; Assistente alla regia Valeria Germain; Assistente costumi Simon Kernen; Assistente alle scene Stella Nikisch; Assistente VR  Diede Tap; Directing Intern Rodrigo Zorzanelli Cavalcanti; Gob Squad Management Eva Hartmann; PR/Communications Alexandra Lauck; UK Producer Ayla Suveren.
Produzione Gob Squad in co-produzione con HAU Hebbel am Ufer Berlin, The Public Theater NY (USA), Schauspiel Leipzig, Anuja Ghosalkar / Drama Queen & Goethe-Institut/Max Mueller Bhavan Mumbai (India), HELLERAU – European Center for the Arts Dresden, Sort / Hvid Copenhagen and Teater Momentum Odense (Denmark).

 

GOB SQUAD è un collettivo artistico bisessuale, binazionale e bilingue (inglese/tedesco). Hanno ideato, diretto e suonato insieme dal 1994, lavorando dove il teatro incontra l’arte, i media e la vita reale. I Gob Squad hanno cercato nuovi modi per combinare media e performance, producendo spettacoli teatrali, installazioni video, radiodrammi, film interattivi dal vivo e interventi urbani.
Fondato a Nottingham nel 1994, mentre i suoi membri erano ancora alle università di Nottingham Trent e Giessen, Berlino è la sede creativa del gruppo dal 1999. I membri principali sono Johanna Freiburg, Sean Patten, Sharon Smith, Berit Stumpf, Sarah Thom, Bastian Trost e Simon Will. Altri artisti sono invitati a collaborare a progetti particolari. Il gruppo è gestito da Eva Hartmann.

 

con il patrocinio di

Gob Squad (DE/GB)

Questo è un workshop rivolto a chiunque voglia raccontarsi sul palco:
performer, attrici e attori, danzatrici e danzatori
ma anche artiste e artisti visivi o scrittrici e scrittori
che hanno interesse a stare sul palco ma non hanno ancora provato

Qualche anno prima della nascita del collettivo Gob Squad, quasi 30 anni fa, una delle performer fece un’audizione a una scuola di teatro. Durante l’audizione le dissero: “Sei mai stata in un teatro? Perché quello che stai facendo qui non ha niente a che fare con la recitazione, stai solo interpretando te stessa!”. Non entrò in quella scuola ma continuò a recitare fondando la compagnia con altri non-attori che la pensavano come lei.

Nei lavori dei Gob Squad ognuno recita sempre se stesso. I ruoli a volte sono provati o velocemente sperimentati, ma come un bambino che indossa una maschera fuori misura, la persona reale è sempre visibile dietro di essa, con le sue speranze, desideri e insicurezze.

In questo workshop, due membri del collettivo condivideranno alcuni metodi per interpretare “se stessi” sul palco, mescolando il personale, il politico e il performativo. La sessione esplorerà l’approccio di Gob Squad al testo, all’improvvisazione e al gioco.

 


Il workshop si svolgerà:
– presso il Teatro Out Off (via Mac Mahon 16 – Milano)
– in lingua inglese
– se raggiunto il numero minimo di partecipanti

Costo del workshop € 60,00. Termine iscrizione 14 marzo 2022.

Per effettuare l’iscrizione compila il modulo cliccando QUI


 

GOB SQUAD è un collettivo artistico bisessuale, binazionale e bilingue (inglese/tedesco). Hanno ideato, diretto e suonato insieme dal 1994, lavorando dove il teatro incontra l’arte, i media e la vita reale. I Gob Squad hanno cercato nuovi modi per combinare media e performance, producendo spettacoli teatrali, installazioni video, radiodrammi, film interattivi dal vivo e interventi urbani.

Fondato a Nottingham nel 1994, mentre i suoi membri erano ancora alle università di Nottingham Trent e Giessen, Berlino è la sede creativa del gruppo dal 1999. I membri principali sono Johanna Freiburg, Sean Patten, Sharon Smith, Berit Stumpf, Sarah Thom, Bastian Trost e Simon Will. Altri artisti sono invitati a collaborare a progetti particolari. Il gruppo è gestito da Eva Hartmann.

 

foto Garrett Davis / Capture Imaging

Anagoor (IT)

Un testo poetico pasoliniano poco noto ma dalla forza espressiva dirompente, un nonfinito nel magmatico laboratorio dell’autore, coacervo di parola e immagine, di suono e dolore, espressione del potere e delle modalità attraverso le quali l’umano vi soccombe, dal titolo emblematico: L’italiano è ladro. Qui la voce e la parola poetica, accompagnate dal sound design della messa in scena, giungono al pubblico nel loro portato simbolico via via sempre più lacerante e a tratti perturbante.

 

 

Nel 1955 viene pubblicato, in un fascicolo della rivista letteraria «Nuova Corrente», un frammento de L‘Italiano è ladro di Pier Paolo Pasolini, unica traccia a stampa di un poema plurilingue di lunga gestazione composto tra il 1947 e la seconda metà degli anni Cinquanta. Per l’apertura alla rappresentazione delle classi popolari e la tendenza alla narratività, questo lavoro, nonostante sia passato quasi inosservato, è senz’altro un testimone rappresentativo della stagione poetica degli anni Cinquanta e della storia politica culturale e letteraria in cui essa si inserisce. Anagoor tenta di restituire il fervore e la complessità di una scrittura in ebollizione, di un pensiero e di una lingua che stavano allora diventando sistema e visione, illuminando la virulenza teatrale che sembra pulsare sotto il verso poetico. La compagnia sceglie di mediare tale complessità comparando le diverse versioni del testo e illustrando il laboratorio del poeta friulano, prima di lasciare la lingua libera di rompere gli argini e di travolgere l’orecchio come un torrente che trascina con sé trasformazioni recenti e dolore antico.

 


info spettacolo durata 80 min.

c/o Teatro Out Off, via Mac Mahon 16


 

Voci: Luca Altavilla, Marco Menegoni Mediazione: Lisa Gasparotto Suono: Mauro Martinuz Regia: Simone Derai Produzione Anagoor 2016 Co-produzione Stanze 2016, Centrale Fies

 

La compagnia Anagoor, che prende il nome dal racconto di Dino Buzzati Le mura di Anagoor, nasce nel 2000 a Castelfranco Veneto, su iniziativa di Simone Derai e Paola Dallan, ai quali si aggiungono successivamente Marco Menegoni, Moreno Callegari, Mauro Martinuz, Giulio Favotto, Silvia Bragagnolo e molti altri, facendo dell’esperienza un progetto di collettività. Dal 2008 Anagoor ha la sua sede nella campagna trevigiana, presso La Conigliera, allevamento cunicolo convertito dalla compagnia in proprio atelier: con questa scelta, la volontà di preservarne l’architettura del luogo e il desiderio di conservare un nome che ne rivelasse la storia, Anagoor sperimenta la possibilità di fermare brani di una civiltà che si trasforma per innestarli in una nuova visione. Il teatro di Anagoor risponde ad un’estetica iconica che precipita in diversi formati finali dove le performing arts e la scena ipermediale entrano in dialogo; penetra nei territori di altre discipline artistiche e pretende, tuttavia, con forza, in virtù della natura di quest’arte, di rimanere teatro.

 

foto di Silvia Bragagnolo©

Wundertruppe (IT)

ATTENZIONE: PARTENZA SERALE ANTICIPATA ALLE ORE 19.00

 

– SEZIONE FUORI MILANO –

Si tratta di un percorso sonoro in cuffia che si terrà nella cittadina di Baranzate, una camminata in gruppo, un’esperienza allo stesso tempo personale e condivisa abitata da voci, suoni, frammenti letterari e testimonianze intorno al tema della solitudine. La performance attraversa luoghi significativi della città che vengono individuati nei giorni che la precedono, grazie allo studio della topografia e storia della città e (quando possibile) grazie all’incontro con persone del territorio. Due figure accompagnano il pubblico: la prima è un punto di riferimento, guida il percorso; l’altra attraversa lo spazio, indirizza lo sguardo, si perde, gioca col limite. Il tragitto segue il sole e la sua luce.

 

 

La performance si svolge all’alba e al tramonto: all’alba la città si sveglia, poche persone la abitano con la loro presenza silenziosa e solitaria; al tramonto, invece, può brulicare di passaggi e dentro questa collettività può nascere, di buon grado o involontariamente, un senso di solitudine. La realtà del paesaggio entra a far parte della performance, risuona con le parole in cuffia e permette agli imprevisti di manifestarsi e diventare racconto. Si cammina, allo stesso tempo, soli e in compagnia per ritrovarsi alla fine in una piazza provvisoria ed esprimere un desiderio.

Baranzate è stato scelto dal collettivo per le intense attività sociali nate sul territorio nel corso degli anni ed è anche luogo affettivo e di crescita per uno dei membri del collettivo.

 


in collaborazione con Associazione Quarantasettezeroquattro di Gorizia

info performance urbana in cuffia 

c/o Comune di Baranzate (Mi)
partenza ore 6.30 punto di ritrovo piazza Giovanni Falcone – Baranzate
partenza ore 19.00 punto di ritrovo via Gorizia, 61 – Baranzate

pre – acquisto biglietto obbligatorio – posti limitati

INFORMAZIONI FONDAMENTALI PER PARTECIPARE:
Sarà chiesto un documento come cauzione per l’uso delle cuffie.
Trattandosi di un percorso a tappe obbligate l’orario di partenza è improrogabile. La camminata dura circa 80 min e sarà percorsa a piedi. Il luogo di arrivo è a 10 minuti a piedi da quello di partenza. Si raccomanda di munirsi di scarpe comode e impermeabile in caso di pioggia leggera; in caso di forte pioggia l’evento sarà annullato.


 

ideazione e regia  Collettivo Wundertruppe: Natalie Norma Fella, Marie-Hélène Massy Emond e Giulia Tollis con le voci di Natalie Norma Fella Marie-Hélène Massy Emond e Giulia Tollis, Sandro Pivotti e delle persone incontrate in Italia, Canada e online musiche originali Marie-Hélène Massy Emond sound design Renato Rinaldi un ringraziamento speciale a Luca Oldani, Riccardo Tabilio e Jonathan Zenti per l’aiuto in scena e in studio produzione Wundertruppe in co-produzione con Petit Théâtre du Vieux Noranda (Rouyn Noranda, QC -Canada) / Associazione Quarantasettezeroquattro – Gorizia con il sostegno di  MOVIN’UP Performing Arts del MiBACT e GAI – Giovani Artisti Italiani / ARTEFICI – Residenze Creative FVG 2019 di Artisti Associati – Gorizia / Conseil des Arts du Canada (Canada) / Associazione IFOTES | ARTESS – Udine. Progetto sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese

 

Wundertruppe è una persona e un collettivo allo stesso tempo. Wundertruppe è il nome con cui, dal 2016, Natalie Norma Fella presenta i suoi progetti. Ciascun lavoro si avvale della collaborazione di artisti, tecnici, consulenti, pensatori; il principio di questo collettivo è quello di combinare competenze e interessi in base alla natura e alle necessità dei vari progetti. I lavori di Wundertruppe sono: “40 d.T. | Galateo per un terremoto”, “WK -Wunderkammer,” e “Piazza della Solitudine”.

 

foto Alvise Crovato

CHIAMATA PUBBLICA PER SUPERMEN OVER 60

ZONA K e Casa degli Artisti Milano annunciano una
CHIAMATA PUBBLICA PER OVER 60 per partecipare a

BLUE TIRED HEROES” DI MASSIMO FURLAN
performance urbana fuori dal comune intorno all’immagine del supereroe

termine invio candidature: 10 maggio 2022

 

 

E se Superman fosse invecchiato?

Massimo Furlan è un artista svizzero multidisciplinare che ama creare immagini, quadri viventi, in cui l’occhio vaga, osservando la composizione, l’equilibrio, i colori e la stravaganza.

Questo suo lavoro, presentato all’interno della stagione teatrale di ZONA K, mostra con grande umorismo e ironia corpi invecchiati che interpretano un Superman che finalmente può vivere la sua età reale, in contrasto con l’immagine di eterna giovinezza tipica dei supereroi.

Blue Tired Heroes è una performance urbana in cui un gruppo di anziani supereroi gioca con l’immobilità e le azioni quotidiane: cammina lentamente tra le strade di Milano, si siede sulle panchine, entra nei supermercati, si appoggia agli alberi dei parchi, attende il tram alla fermata…

 

CERCHIAMO 11 PERSONE tra i 60 e i 70 anni  CHE VOGLIONO CONDIVIDERE UN’ESPERIENZA DIVERTENTE E INTENSA.

NON È RICHIESTA NESSUNA QUALITÀ PARTICOLARE NELL’INTERPRETAZIONE.
OCCORRE SOLO ESSERE SE STESSI E POSSEDERE UNA BUONA DOSE  DI AUTOIRONIA E SENSO DELL’UMORISMO.

UNICA CARATTERISTICA RICHIESTA: AVERE PIU’ DI 60 ANNI (SUPERMAN È DEL 1934!)

 


Vuoi partecipare e diventare un Superman? Ecco cosa fare!
Manda la tua candidatura scrivendo una mail a stagione@zonak.it allegando una tua foto a figura intera e il tuo numero di cellulare entro e non oltre il 10 maggio 2022.

È richiesta la presenza su tutti e 3 i giorni del progetto, 27, 28 e 29 maggio 2022.

La partecipazione si svolge su base volontaria. Verranno rimborsate eventuali spese di trasporto di A/R per e dal luogo delle prove e della performance.


 

LE PROVE SI SVOLGERANNO NEL POMERIGGIO DI VENERDÌ 27 MAGGIO
Ci troveremo presso Casa degli Artisti (zona Garibaldi) per conoscerci e incontrare il regista Massimo Furlan. Cammineremo lungo il percorso individuato (3 km circa tra Garibaldi e Sarpi), provando le pose da supereroe suggerite dai luoghi che incontreremo lungo il tragitto.
Durata dell’impegno, 4 ore circa.

LA PERFORMANCE SI TERRA’ SABATO 28 E DOMENICA 29 MAGGIO, NEL POMERIGGIO
Si va in scena! Si indossano i costumi da Superman e si percorre il tragitto compiendo le azioni e le pose provate. Il pubblico sarà formato da passanti, abitanti delle vie delle zone Garibaldi e Sarpi, e ovviamente da tutti gli amici che vorranno assistere alla performance.
Durata impegno, 3 ore circa al giorno.

 

IL PROGRAMMA IN BREVE

Venerdì 27 maggio ore 15.00 – 19.00 (indicativo): incontro e prove con il regista, ritrovo c/o Casa degli Artisti, Corso Garibaldi 89/A, angolo via Tommaso da Cazzaniga – M2 Moscova –

Sabato 28 e Domenica 29 maggio ore 16.30 – 19.30 (indicativo): 1 passeggiata di circa 1h30 al giorno in città, ritrovo c/o Casa degli Artisti.
Durata dell’impegno, 3 ore circa al giorno.

Domenica 29 maggio, dopo lo spettacolo, festeggeremo insieme con un bell’aperitivo!

Mariano Pensotti/Grupo Marea (AR)

c/o ZONA K – ingresso gratuito previo tesseramento 2022 obbligatorio da richiedere 24 ore prima dell’evento, clicca qui, fallo subito
prenotazione consigliatabiglietti@zonak.it – 393.8767162

 

– SEZIONE COLLABORAZIONI  –

El Público (Buenos Aires), The Audience (Atene) e The Public/Het Publiek (Bruxelles) sono tre film su un pubblico teatrale e sulla città in cui vive. Sono anche tre opere teatrali che conosciamo solo attraverso la narrazione degli spettatori. Il punto di partenza dei tre film è lo stesso: c’è un pubblico che va a vedere uno spettacolo in un teatro. Il pubblico prende posto prima dell’inizio dello spettacolo, legge il programma di sala, chiacchiera.

Lo spettacolo inizia ma non lo vediamo.

C’è un’elLissi. Vediamo il pubblico lasciare il teatro subito dopo la fine dello spettacolo. Apparentemente la pièce che hanno visto era incredibile, una performance estremamente complessa su una storia reale nascosta nella storia recente della città. Tutti gli spettatori sono commossi per quello che hanno visto.

Seguiamo alcune persone che lasciano il teatro. Vedremo le storie di queste 11 persone durante le 24 ore dopo aver visto lo spettacolo e in che misura ciò che hanno visto ha influenzato le loro vite. Ogni storia è un cortometraggio.

 

 

Le storie personali del pubblico sono molto diverse e hanno una varietà di conflitti, ci sono alcune storie con una trama forte e altre che sono più concentrate sulla vita quotidiana. Ma ad un certo punto tutti parlano con un’altra persona dell’opera teatrale che hanno visto e che noi non abbiamo visto. Tutti raccontano una scena diversa dello spettacolo. Seguendo le loro storie e ascoltando la loro narrazione dell’opera il pubblico reale può ricostruire lo spettacolo teatrale che il pubblico fittizio ha visto.

Quali sono le storie delle persone che vanno insieme a vedere un’opera teatrale? Quanto le loro vite sono trasformate da quell’esperienza? In che misura ciò che hanno visto è modificato dai loro ricordi? Com’è diventare un personaggio della propria città? Quale effetto produce trasformare il pubblico in protagonista?

 

 

 


proiezioni:
12 maggio THE AUDIENCE – durata 80 min
13 maggio EL PUBLICO – durata 90 min
14 maggio HET PUBLIEK – durata 80 min

in collaborazione con Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

info film ● in lingua originale con sottotitoli in inglese

c/o ZONA K – ingresso gratuito previo tesseramento 2022 obbligatorio da richiedere 24 ore prima dell’evento, clicca qui, fallo subito
prenotazione consigliata: biglietti@zonak.it – 393.8767162


 

Scritti e diretti da Mariano Pensotti Art Director Mariana Tirantte Musica Diego Vainer Cinematography/DOP María Soledad Rodríguez Artistic Production Florencia Wasser Assistente alla regia Agustín Gagliardi.
THE AUDIENCE  è stato commissionato e prodotto da Onassis Stegi.
EL PUBLICO è una coproduzione tra Festival Internacional de Buenos Aires e Grupo Marea.
HET PUBLIEK è stato commissionato dal Kunstenfestivaldesarts in coproduzione con Wrong Men, Théâtre des Martyrs e Shelter prod.

 

Mariano Pensotti (Buenos Aires, 1973) ha studiato cinema, arti visive e teatro. Le sue perfomance sono state presentate in Argentina e nei maggiori festival internazionali in tutto il mondo. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti tra i quali: i premi Rozenmacher, Clarin e Premio F; e le borse di studio Unesco-Aschberg, Rockefeller Foundation, Fundación Antorchas e Casa de América de Madrid. Ha fondato il Grupo Marea insieme alla scenografa Mariana Tirantte, il musicista Diego Vainer e la producer Florencia Wasser.

 

CHIAMATA PUBBLICA
TEATRO PARTECIPATO

NON SIAMO NIENTE, SAREMO TUTTO

 ZONA K lancia un grande progetto internazionale di teatro partecipato in collaborazione con Gli Scarti/Fuori Luogo di La Spezia.

Una “chiamata” alla cittadinanza di Milano per partecipare direttamente e in prima persona:
“Abbiamo bisogno di persone del territorio, di lavoratori e lavoratrici di alcuni settori che abbiano voglia di essere coinvolte all’interno di un percorso di indagine e di testimonianza che porterà ad una grande performance finale e che vuole coinvolgere direttamente le comunità cittadine sul tema del lavoro e dei suoi cambiamenti dopo l’esperienza della pandemia”.

La direzione artistica è di Jens Hillje (dramaturg berlinese, Leone d’oro alla Biennale 2019) e di Alessandro Renda (Teatro delle Albe di Ravenna) ideato e prodotto da ZONA K.

A CHI è rivolta la call?
–       Lavoratrici/lavoratori del mondo della SCUOLA E ISTRUZIONE (insegnanti, personale ata, studenti/studentesse)
–    Lavoratrici/lavoratori del mondo della SANITA’ e ASSISTENZA SOCIALE (infermieri/e, farmacisti/e, OSS, medici, caregivers etc)
–       Lavoratrici/lavoratori del mondo FOOD/DRINK, DELIVERY e COMMERCIO (ristoratori/trici, baristi/e, camerieri/e, riders, commessi/e di supermercato)

Oltre alle persone appartenenti alle suddette categorie possono partecipare anche coloro che abbiano voglia di condividere testimonianze indirette e la propria esperienza rispetto alle tematiche del progetto.

*NON è richiesta alcuna preparazione o esperienza teatrale pregressa e la partecipazione è gratuita

 


Domenica 22 maggio 2022 ore 18.30 – 20.30 ci troveremo a ZONA K (Via Spalato 11, vicino ple Lagosta, quartiere Isola) per raccontare il progetto e le differenti modalità di partecipazione:

  1. Semplice raccolta di testimonianze (anche video)
  2. Partecipazione ai successivi incontri del 30 maggio e 6 giugno (ore 18.30 – 20.30)
  3. Partecipazione performance finale (in autunno, data da definire)

Con noi ci sarà il regista Alessandro Renda.

Per partecipare o chiedere informazioni scrivi a stagione@zonak.it.

Deadline adesioni di partecipazione venerdì 20 maggio 2022.


 

 

IL PROGETTO
Soprattutto in questi ultimi 30 anni di libero mercato e privatizzazioni sono state deluse molte possibilità di una società più giusta e la competizione è diventata la condizione che definisce le relazioni umane, trasformando i cittadini in consumatori, frantumando il tessuto sociale e le identità individuali. L’esperienza della pandemia ha messo fortemente in discussione l’idea di economia e società neoliberista. Ma se da un lato questa fase ha ulteriormente evidenziato gli squilibri sociali e provocato sofferenze e contrasti tra lavoratori, dall’altro ha sviluppato e fatto riemergere desideri di solidarietà, promuovendo la ricerca di buone pratiche. Come raccontare questa fase così confusa? Il teatro ci consente di evitare le strettoie del quotidiano, sprofondando storie, volti e esperienze in mondi “altri” capaci di leggere la realtà in tutta la sua complessità.

Il coro è alle origini del teatro, da rito a vero e proprio personaggio collettivo. Il coro nel teatro greco antico ha fondato il teatro europeo, rappresentando la cittadinanza della polis. Attraverso il coro possiamo manifestarci nella nostra individualità ma anche nello spirito più profondo di appartenenza a un gruppo.

Non siamo niente, saremo tutto è un progetto teatrale prodotto da ZONA K che si svilupperà tra il territorio di La Spezia e altre località italiane tra cui Milano, Pergine, Ravenna. L’idea è quella di lavorare con cori di non professionisti appartenenti a alcune categorie specifiche di lavoratori. Per affrontare le storture dei meccanismi lavorativi e lo sfruttamento alla base di tanti processi economici e non solo della nostra società, si è deciso di scegliere gruppi di lavoratori in grado di riflettere lo smantellamento delle politiche welfare avvenuto in maniera sostanziale negli ultimi decenni. Non si tratta di raccontare questi lavoratori lasciandoli nelle loro categorie di appartenenza, ma di esplorare delle storie individuali per affrontare il tema da una differente prospettiva: quanto siamo consapevoli degli effetti delle nostre scelte? Delle nostre responsabilità? Quanto siamo coinvolti nei processi che spesso condanniamo? Il coro diventa strumento di indagine che permette di trasformare l’esperienza collettiva in una narrazione condivisa, un coro pensato come opera d’arte totale e scultura sociale. Un ensemble vivo che unirà le esperienze lavorative contemporanee, mentre l’Internazionale, l’inno di emancipazione e liberazione, depositario di memorie ed esperienze di 150 anni di lotta per il giusto riconoscimento economico e politico del lavoro, sarà un puntello per verificare l’attualità di quei versi.

Lisandro Rodríguez (AR)

Per accedere, oltre alla prenotazione, è obbligatorio inviare la richiesta/rinnovo di tesseramento per l’anno 2022 almeno 24 ore prima dello spettacolo.
Per questo evento la quota di € 2,00 non è dovuta. Invia la richiesta,
clicca qui

 

– SEZIONE COLLABORAZIONI  –

Estremofilo (“estremo” con il suffisso -filo che deriva dal greco philéô, amare) è l’aggettivo che viene assegnato a quegli organismi capaci di crescere e prosperare in condizioni estreme, ossia in ambienti ostili, per l’elevata temperatura, acidità o concentrazione di sali. Sono dunque coloro che, in quanto “amanti” degli habitat estremi, vivono in modo diverso dal resto dei viventi.

Così accade anche ai protagonisti dell’opera di Alexandra Badea – come il titolo ci suggerisce – che attraversa tre (o più) storie d’amore e di inquietudine. Il capo di gabinetto di un ministero si innamora di un militante di sinistra mentre un insegnante si fa esplodere davanti a una scuola; una biologa marina è combattuta tra il lavoro di ricercatrice e la possibilità di mettersi al servizio di una potente multinazionale che però devasta i fondali marini; un soldato israeliano, che pilota droni a distanza, osserva i nemici fare l’amore sulle terrazze delle loro case.

Rodríguez porta in scena il testo mettendo in dialogo le colpe e i sogni dimenticati, l’intimo e il politico, e afferma: «quando questi personaggi parlano del loro lavoro e lo collegano all’amore, in qualche modo parlano anche di un mondo che sta diventando insopportabile».

 

Al termine della prima replica del 19 maggio la compagnia e il registra incontreranno il pubblico.

 


un progetto di Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, presentato all’interno del festival “Presente Indicativo”

spettacolo  ●  prima nazionale ●  in lingua spagnola durata 80 min.

ingresso gratuito ● tutto esaurito

Per accedere, oltre alla prenotazione, è obbligatorio inviare la richiesta/rinnovo di tesseramento per l’anno 2022 almeno 24 ore prima dello spettacolo.
Per questo evento la quota di € 2,00 non è dovuta. Invia la richiesta,
clicca qui



di Alexandra Badea regia Lisandro Rodríguez con Ariel Bar-On, Anabela Brogioli, Zoilo Garcés, Lisandro Rodríguez musiche “Mundo cruel”: Guillermo Rodríguez luci Matías Sendón produzione Débora Staiff, Estudio Los Vidrios in collaborazione con ZONA K. Si ringrazia l’Instituto Cervantes per la collaborazione

Massimo Furlan (CH)

L’artista multidisciplinare svizzero-italiano Massimo Furlan porta a Milano una nuova performance poetica e anticonformista. In Blue Tired Heroes, un gruppo di “supermen senior” vagano per la città per imporre, in una serie di tableaux tanto burleschi quanto delicati, le prove fisiche dell’invecchiamento su questa figura di supereroe intrappolato nella sua eterna giovinezza… con abitanti “performer”.

Superman è nato nel 1933. Da allora, il personaggio di Clark Kent è rimasto congelato nella sua eterna giovinezza come “supereroe”, passando da un decennio di gloria all’altro. Ma cosa succederebbe se finalmente assumesse la sua vera età? Con solo pigiama e pantaloni blu, calze rosse e un mantello come accessori, Massimo Furlan risponde alla domanda scatenando uno strano commando di una quindicina di anziani della città che si impadroniscono dello spazio pubblico. Corpi invecchiati e volti rugosi scuotono la nostra immaginazione per mostrare, con umorismo, l’evidenza del passaggio del tempo. Incarnati da quindici residenti volontari, questi “stanchi eroi blu” giocano con l’umorismo e l’autoironia, la loro età e la loro immagine, che è molto lontana dalla corporatura di un bodybuilder.

 

 

Nella continuità di una serie di lavori sperimentati nello spazio pubblico intorno alla figura di Superman (Superman Cosmic Green, Love Story Superman), Blue Tired Heroes mette in discussione la nozione di figura eroica e il fantasma del superuomo accettato nell’immaginario popolare, sostituendo un’incarnazione profondamente umanista del passare del tempo. Divertente, intenso, tenero questo straordinario viaggio di uomini comuni ci dice molto sulla capacità del “supereroe” di salvare il mondo, magari attraverso un sorriso, uno scoppio di risate, una visione burlesca e un’appropriazione poetica e collettiva dello spazio pubblico?

 


in collaborazione con Casa degli Artisti di Milano

performance urbana itinerante ● partecipazione gratuita, munirsi di biglietto ATM e mascherina FFP2 prenotazioni stagione@zonak.it

punto di partenza Casa degli Artisti di Milano – Via Tommaso da Cazzaniga, angolo, Corso Garibaldi, 89/A


 

Regia Massimo Furlan; Drammaturgia Claire de Ribaupierre; Costumi Severine Besson; Distribuzione e produzione Jérôme Pique; Amministrazione Noémie Doutreleau; Produzione Numero23Prod.

 

Dopo la formazione all’Ecole des Beaux-Arts di Losanna, lo scenografo e artista visivo svizzero Massimo Furlan ha lavorato con diverse compagnie di danza e teatro. Nel 2003 ha fondato la sua compagnia dedicata alle arti dello spettacolo, Numéro23Prod., per interrogare l’atto della rappresentazione al di fuori dei con- fini dei generi. Le sue molteplici performance, essenzialmente articolate intorno all’umorismo e al contrasto, mettono in discussione le manifestazioni popolari e la nozione di squadra, i temi dell’immagine, della durata, dell’infanzia, della memoria e del gioco.

foto ©Pierre Nydegger et Laure Cellier

con il sostegno di

Mats Staub (CH)

Una produzione ZONA K/Mittelfest2022

I progetti artistici di Mats Staub ci portano in un viaggio ai quattro angoli del mondo, invitandoci a prendere tempo per ascoltare e guardare. Senza ricorrere a facili spettacoli, Mats Staub ha sviluppato negli anni una poesia eccezionalmente coerente che ci regala ritratti di intensa umanità. Con raffinata delicatezza e meticoloso rigore formale, le sue opere esplorano la nostra dimensione più intima e personale, confrontandoci con la complessità multistrato del nostro tempo.

Quali morti e quali nascite hanno influenzato e cambiato la mia vita finora? Chi ho accolto, chi ho perso e a chi ho detto addio – e cosa mi è successo nel processo?

L’ultimo progetto a lungo termine dell’artista svizzero interroga sulle esperienze esistenziali. Si avvicina a temi universali attraverso esperienze individuali e in relazione ai contesti locali. In ogni luogo in cui viene presentato, riunisce le persone per parlare l’una con l’altra delle loro esperienze di morte e nascita.

Death and Birth in My Life di Mats Staub viene realizzato per la prima volta in Italia con la coproduzione di ZONA K e Mittelfest. La versione italiana è iniziata con un lavoro di ricerca a Milano e in Lombardia e contemporaneamente in Friuli Venezia Giulia: attraverso il coinvolgimento di associazioni, di categorie di lavoratori specifiche, attraverso contatti più e meno stretti sono state individuate circa 30 persone di età diverse, disposte a raccontare le loro storie personali. Obiettivo della ricerca, quello d’individuare cinque possibili coppie di intervistati che potessero dialogare su questi temi scambiandosi esperienze, ricordi e considerazioni: persone che non si conoscessero e che potessero incontrarsi per la prima volta in quest’occasione. Da questo incontro è nata una conversazione libera, impostata su semplici linee guida fornite dal regista: Gaia e Guido, Ambra e Fabrizio, Giovanna e Jana, Elisabetta ed Elena, Massimo e Diego hanno dialogato per un paio d’ore, ripresi da una telecamera ma in una situazione resa intima dalle luci e dalle due sedie, poste una di fronte all’altra.

 

Un’esperienza immersiva in cui si avrà l’impressione di trovarsi insieme a loro: un piccolo gruppo di sconosciuti che si incontra per ascoltare storie, in un tempo sospeso dove ci si può concedere di riflettere sulla morte e sulla nascita.

Dal 23 al 31 luglio 2022 la videoinstallazione sarà presentata  a Mittelfest2022.

 


info video installazione per 20 spettatori
domenica e lunedì riposo ● in italiano e lingua originale con sottotitoli ●  durata 120 min. con pausa

c/o ZONA K – ingresso previo tesseramento 2022, contestualmente all’acquisto del biglietto, fare richiesta associazione


 

Idea, Concept, Regia: Mats Staub; Con Sharon & Hlengiwe, Ahmed & Basso, Erika & Charlotte, Avril & Eric, Giovanna & Jana, Fabrizio & Ambra, Elena & Elisabetta, Massimo & Diego; Camera: Benno Seidel, Matthias Stickel; Scenografia: Monika Schori; Dramaturgical Associate: Simone von Büren, Elisabeth Schack; Collaboratrice per Milano: Cinzia Schincariol; Ricerca: Tim Harrison (Manchester), Maia Marie (Magaliesburg), Patrick Mudekereza (Lubumbashi), Dada Kahindo (Kinshasa), Marcus Rehberger (Basel), Nele Beinborn (Frankfurt), Wolfram Sander (Hannover), Leo Saftic (Perg), Celya Larré (Paris), Justin Murphy (Dublin), Federica Di Rosa (Milan); Direzione Tecnica: Hanno Sons, Stefan Göbel; Postproduzione: Benno Seidel; Traduzione, Sottotitoli: Simona Weber, Cinzia Schincariol, Matthias Stickel, Benno Seidel; Interprete per Milano: Laura Canonica; Production Management: Barbara Simsa, Elisabeth Schack; Produzione: zwischen_produktionen; Co-produzione: Kaserne Basel, SICK! Festival Manchester, Künstlerhaus Mousonturm Frankfurt, Festival Theaterformen Hannover, Festival der Regionen, Spielart Festival Munich, Centre culturel suisse Paris, Migros-Kulturprozent, Dublin Theatre Festival, ZONA K Milan, Mittelfest2022; Funding: Fachausschuss Tanz und Theater BS/BL, Pro Helvetia Swiss Arts Council, Christoph Merian Stiftung, Ernst Göhner Stiftung; with the support of Fondazione Cariplo.

Azione performativa inserita in “IntercettAzioni” – Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e ZONA K, Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, con il contributo di Regione Lombardia, MiBACT e Fondazione Cariplo.

 

Mats Staub (1972) nasce e studia in Svizzera  ma ora vive e lavora a Berlino. Ha studiato teatro, giornalismo e studi religiosi a Berna, Friburgo e Berlino. Ha lavorato come giornalista per diverse pubblicazioni (1996-2001) e come consulente drammaturgico al Neumarkt Theater di Zurigo (2002-2004). Dal 2004 sviluppa i suoi progetti artistici che coniugano i codici del teatro e dell’arte, letteratura e scienza. L’installazione audio in continua espansione My Grandparents | Memory Bureau (2008) è stata presentata tra gli altri il Wiener Festwochen di Vienna (2009) e l’Historisches Museum di Francoforte (2012). Anche la video installazione 21 – Memories of Growing Up cresce viaggiando di città in città e viene continuamente presentata in nuove forme, per esempio al Künstlerhaus Mousonturm di Francoforte (2012), al Museo della Comunicazione di Berna (2013), al Wiener Festwochen di Vienna (2015), all’Adelaide Festival (2018) e all’Edinburgh Festival Fringe (2019). Nel 2020 viene premiato con il Swiss Theatre Award.

 

foto ©Tanja Dorendorf / T+T Fotografie

Jens Hillje, Alessandro Renda (DE/IT)

Un progetto di ZONA K

Una chiamata pubblica, decine di lavoratrici e lavoratori che rispondono. È l’inizio del progetto che si è concretizzato nell’ultimo anno con incontri, laboratori teatrali, ricerca, video documentari, canzoni di protesta, cortei, un pretesto (America di Kafka), tre attori, un regista e un dramaturg.

Il “lavoro” come fil rouge. Il lavoro come aspirazione, come scelta obbligata, come fonte di sostentamento, ma soprattutto come motore che delinea le traiettorie, definisce autostima e convinzioni personali, rischia di plasmare i nostri valori e determina dove e con chi trascorriamo la maggior parte del tempo.

Ma il lavoro definisce veramente chi siamo? Quanto risponde alle nostre aspettative? Quanto peso ha nella nostra vita e nelle scelte che facciamo? Può oggi rappresentare un punto di osservazione sullo stato di salute della società, soprattutto dopo la fase acuta dell’emergenza sanitaria?

Non siamo niente, saremo tutto è la traduzione letterale di un verso de L’internazionale scritto dal poeta e rivoluzionario Eugène Pottier 150 anni fa. Non siamo niente, saremo tutto è anche il progetto teatrale prodotto da ZONA K, in cui Jens Hillje e Alessandro Renda hanno coinvolto lavoratrici e lavoratori di diversi settori, per esplorare storie individuali e affrontare il tema da differenti prospettive: possiamo specchiarci nelle storie lavorative altrui per sentirci più interconnessi? Quanto condiziona le nostre esistenze il rispetto di una volontà o di una vocazione? Comprendere felicità o insoddisfazioni individuali ci aiuta a valutare il benessere collettivo? Il concatenamento di storie diventa uno strumento di indagine per trasformare l’esperienza collettiva in una narrazione condivisa, un coro pensato come opera d’arte totale e scultura sociale per riabbracciare un desiderio di comunità e, attraverso il teatro, trovare nuove forme di rappresentazione della realtà.


info spettacolo e biglietti: Biglietteria Teatro degli Impavidi +393464026006 (anche su WhatsApp)
teatroimpavidi@associazionescarti.it

c/o e in collaborazione con  Teatro degli Impavidi di Sarzana (SP)


regia: Alessandro Renda; dramaturg: Jens Hillje; con: Roberto Corradino, Milena Costanzo, Matteo Gatta, i cittadini e le cittadine della chiamata pubblica di La Spezia e Milano e con i cori Four Steps Choir, Coro F.de André, Batebalengo, diretti da Gloria Clemente e Pietro Sinigaglia; scenografia: Denise Carnini e Francesca Pedrocchi; disegno luci: Mario Loprevite; editing e visual effect video: Francesco Tedde (Antropotopia); foto: Luca Del Pia; produzione ZONA K (MI); co-produzione: Pergine Festival (TN), Associazione 47|04 (GO); produzione esecutiva Valentina Picariello e Renata Viola; organizzazione Federica Bruscaglioni; con il sostegno e la collaborazione di Fuori Luogo La Spezia/Gli Scarti; in collaborazione con Olinda onlus, Project For People, Stratagemmi Prospettive Teatrali

Il progetto è realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito di Art Waves Produzioni di cultura contemporanea e con il sostegno di Fondazione Cariplo e del Comune di Milano

Alessandro Renda è attore, regista e filmmaker nel Teatro delle Albe di Ravenna. Si avvicina alla compagnia fin da adolescente partecipando ai laboratori della non-scuola, pratica teatral-pedagogica antiaccademica creata da Marco Martinelli. Nel 1998 viene scelto per interpretare uno dei dodici “palotini” dello spettacolo I Polacchi, testo e regia di Martinelli e da allora è attore e regista della compagnia. Dal 2001 è guida nei laboratori non-scuola. Dal 2003 si occupa di video, realizzando proiezioni per la scena o “traduzioni” in video di molti spettacoli del Teatro delle Albe e documentari su esperienze teatrali in giro per il mondo della compagnia.

Jens Hillje (Germania, 1968) dal 1989 al 1995 studia Arti applicate all’Università di Perugia, studi che prosegue a Hildesheim e a Berlino. Dal 1990 lavora nella scena del teatro indipendente tedesco come attore, autore e regista. Nel 1996 ha fondato insieme a Thomas Ostermeier lo spazio ‘Barracke’ al Deutsches Theater. Dal 1999 fino al 2009 è Chief-dramaturg e membro della direzione artistica della Schaubühne di Berlino con Thomas Ostermeier e la coreografa Sasha Waltz: con loro crea un ensemble permanente di danza e prosa di rilievo internazionale. In qualità di dramaturg lavora con i maggiori esponenti del teatro europeo: oltre a Ostermeier, Yael Ronen, Falk Richter, Luk Perceval, Sebastian Nübling, Nurkan Erpulat. Durante il suo periodo alla Schaubühne, Jens Hillje ha creato il F.I.N.D Festival nel 2000. Il festival per la drammaturgia internazionale e contemporanea ha presentato autori emergenti della scena teatrale e oggi è uno dei più rinomati festival in Germania. Dalla stagione 2013/14, Jens Hillje è co-direttore artistico e Chief-dramaturg del Gorki, insieme a Shermin Langhoff. Dal 2021 è free dramaturg. Nell’estate 2019 è stato insignito del Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia.

A cosa servono, ancora, i miti greci?

Ateatro Bolzano29
in collaborazione con
EngrammaTeatro dei Borgia e ZONA K

presentano

A cosa servono, ancora, i miti greci?
in occasione della pubblicazione del numero 194 della rivista “Engramma”

c/o Bolzano29, via Bolzano 29A, Milano (Metro M1 Rovereto)

Intervengono:
Monica Centanni (direttore di “Engramma” e professore ordinario di Lingua e Letteratura greca, Università Iuav di Venezia e Università di Catania),
Maddalena Giovannelli (docente Storia del Teatro presso USI-Università della Svizzera Italiana, Lugano),
Daniela Sacco (ricercatrice e docente presso l’Università Iuav di Venezia), Gianpiero Borgia (Regista).

Conduce Oliviero Ponte di Pino (presidente di Ateatro).

“What’s Hecuba to him?”
Che cos’è Ecuba per lui, cos’è lui per Ecuba? Perché dovrebbe piangere per lei?
Fa chiedere Shakespeare ad Amleto.

Questo numero della rivista “Engramma”, incentrato sull’esperienza teorica e pratica di Teatro dei Borgia, è nato per tentare di rispondere a una domanda: “A cosa servono, ancora, i miti greci?”.
Rilanciamo la domanda di Amleto: “Cosa sono Medea, Filottete, Eracle per noi?”.
“Perché dobbiamo piangere per loro? Servono ancora i nomi, le storie, le figure del mito? Possono i miti greci dire il nostro presente?”.
La stessa domanda che dà il titolo al Seminario di studi che si è tenuto a Trani il 21 e il 22 maggio 2022 per iniziativa di Teatro dei Borgia e della rivista “Engramma”.

Vai alla trilogia LA CITTA’ DEI MITI di Teatro dei Borgia

Teatro Dei Borgia (IT)

La città dei Miti è un sogno poetico metropolitano. È una trilogia composta da tre storie, Eracle, l’invisibile, Filottete dimenticato e Medea per strada che possono essere viste singolarmente o in successione.

In queste storie Medea, Eracle e Filottete sono tre eroi della contemporaneità. Non sono però eroi dell’alto, non discendono, non sono figli di dei. Al contrario sono eroi dei margini, di periferia, che ci parlano delle loro tragedie reali: la prostituzione, la caduta in povertà e l’abbandono. Elena Cotugno e Gianpiero Borgia hanno lavorato a questa trilogia per molto tempo assieme a moltissime persone: assistenti sociali, medici, operatori sanitari e psicologi. Con loro hanno fatto tanta strada, finché la strada ha cominciato a lavorare su di loro. Il risultato è una trilogia di spettacoli in cui le figure mitiche di Eracle, Filottete e Medea vengono proiettate nella contemporaneità e identificate rispettivamente con un genitore separato, un malato incurabile abbandonato e una prostituta straniera.

La trilogia è un’azione d’arte politica che attraversa la città e accompagna gli spettatori nei luoghi dell’emarginazione, illuminando angoli del panorama urbano attraverso il cono di luce del Mito.

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23 + 24 + 28 + 30 settembre + 1 + 2 ottobre ore 16.45
ERACLE, L’INVISIBILE da Euripide

 
Un parallelismo disturbante tra l’eroe classico, Eracle, divino nella sua proverbiale forza, e una figura marginalizzata della società contemporanea, il senzatetto. Christian Di Domenico interpreta il ruolo del genitore separato e ne porta in scena le traversie economiche, sociale e psicologiche che lo hanno trascinato nella disperazione più buia. Uno spettacolo immersivo che, partendo dal mito e dalla tragedia euripidea, arriva dritto ai nostri giorni.

Durata 65 min.
Con Christian Di Domenico; Parole di Fabrizio Sinisi; Progetto e regia Gianpiero Alighiero Borgia; Consulenza sociologica Domenico Bizzarro; Produzione Teatro Dei Borgia; In coproduzione con Centro Teatrale Bresciano e Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. 

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23 + 24 + 28 + 30 settembre + 1 + 2 ottobre ore 18.15 
FILOTTETE DIMENTICATO da Sofocle


Nella tragedia di Sofocle Ulisse torna dopo dieci anni a cercare Filottete lasciato solo sull’isola di Lemno dopo essersi ferito gravemente a una gamba. Per il Teatro dei Borgia il Filottete contemporaneo con cui confrontarci è il malato còlto da una malattia neurodegenerativa lasciato solo in una RSA. Daniele Nuccetelli dà corpo e voce ai sentimenti di chi, in una situazione di grande sofferenza, è lasciato a se stesso, portando in scena una tema delicato e complesso che tocca le realtà famigliari di oggi.

Durata 60 min.
Con Daniele Nuccetelli; Parole di Fabrizio Sinisi; Progetto e regia Gianpiero Alighiero Borgia; Consulenza clinica Laura Bonanni; Produzione Teatro Dei Borgia; In coproduzione con Centro Teatrale Bresciano e Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

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20 + 21 + 27 + 28 settembre ore 19.30
23 + 24 + 30 settembre + 1 + 2 ottobre nella formula Trilogia dei Miti*
MEDEA PER STRADA da Euripide


Medea per strada è la tragedia dello straniero, riletta attraverso la forza del mito di Medea interpretata da Elena Cotugno. Lo spettacolo racconta di una donna scappata dal proprio paese, arrivata in Italia e finita a prostituirsi per amore di un uomo con cui ha due figli. Come per Medea, la speranza, l’amore, la fiducia in un destino migliore si spengono in un’ossessiva disperazione che culmina in un tragico epilogo.

Durata 70 min.
Spettacolo itinerante su furgoncino. Partenza e arrivo c/o Olinda onlus
Con Elena Cotugno; Parole di Fabrizio Sinisi e Elena Cotugno; Progetto e regia Gianpiero Alighiero Borgia; Produzione Teatro Dei Borgia; In coproduzione con Centro Teatrale Bresciano e Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
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23 + 24 + 30 settembre + 1 + 2 ottobre ore 15.15 e ore 16.45
TRILOGIA DEI MITI (Medea per strada + Eracle, l’invisibile + Filottete dimenticato)

In queste date gli spettacoli possono essere fruiti in successione nella formula della Trilogia.
Il percorso, della durata totale di 3 ore e 30 min ed è riservato a soli 7 spettatori.
Per partecipare occorre prenotarsi all’indirizzo biglietti@zonak.it

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COME
COME
Per partecipare alla CITTÀ DEI MITI occorre tesserarsi obbligatoriamente a ZONA K. La richiesta va inviata online contestualmente all’acquisto dei biglietti. La tessera verrà rilasciata a titolo gratuito c/o Olinda onlus la sera dello spettacolo insieme ai biglietti acquistati.

Gli spettacoli possono essere visti singolarmente oppure nella formula della Trilogia.


QUANDO
Medea per strada
20 + 21 + 27 + 28 settembre ore 19.30 singolarmente
23 + 24 + 30 settembre + 1 + 2 ottobre nella formula Trilogia dei Miti*

Eracle, l’invisibile
23 + 24 + 28 + 30 settembre + 1 + 2 ottobre ore 16.45

Filottete dimenticato
23 + 24 + 28 + 30 settembre + 1 + 2 ottobre ore 18.15

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*Triologia dei Miti (Medea per strada + Eracle l’invisibile + Filottete dimenticato)
23 + 24 + 30 settembre + 1 + 2 ottobre ore 15.15 e ore 16.45
Durata 3 ore e 30 min. Percorso per soli 7 spettatori


DOVE
c/o Olinda onlus, ex. Osp. Paolo Pini, via Ippocrate 47 Milano – M3 Affori FN


BIGLIETTERIA ONLINE
Singolo spettacolo: biglietto intero € 10,00 + € 1,00 prevendita
Eracle, l’invisibile + Filottete dimenticato: € 7,50 + € 0,50 prevendita, per ogni spettacolo nella stessa sera

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA SU biglietti@zonak.it
Trilogia: € 24,00 da saldare anticipatamente tramite bonifico bancario



IMPORTANTE

Presentarsi presso Olinda onlus almeno 15 min. prima dello spettacolo per il ritiro dei biglietti.
È richiesta la massima puntualità. Non è garantito l’accesso a spettacolo iniziato.


Teatro dei Borgia è una compagnia teatrale fondata da Gianpiero Alighiero Borgia e Elena Cotugno con sede a Barletta. Gianpiero Borgia è regista, attore di teatro e co-direttore di Teatro dei Borgia. Negli anni oltre ad aver firmato numerosi spettacoli ha svolto attività di acting coach e ideato e diretto numerosi workshop e progetti culturali. Elena Cotugno è attrice, autrice di teatro e co-direttrice della compagnia. La sua formazione si definisce nomade e d’impronta internazionale: nel 2007 segue un corso di studi alla London Academy of Music and Dramatic Art (L.A.M.D.A.). Da allora continua il suo percorso di formazione, ricerca con i maestri Jurij Alschitz e Anatolij Vasil’ev e iniziano anche le prime collaborazioni con Gianpiero Borgia. È per due volte, nel 2017 e nel 2019, finalista al Premio Ubu. Nel 2021 riceve il Premio Le Maschere del Teatro come migliore attore/attrice emergente.

CHIAMATA PUBBLICA TEATRO PARTECIPATO

ZONA K lancia una nuova call ai cittadini di Milano per “NON SIAMO NIENTE, SAREMO TUTTO”, progetto di teatro partecipato con la direzione artistica di Jens Hellie (drammaturg Leone d’oro alla Biennale 2019) e di Alessandro Renda (Teatro delle Albe di Ravenna).

Stiamo cercando lavoratrici e lavoratori di qualunque professione che abbiano voglia di essere coinvolte/i in un percorso artistico di indagine e di testimonianza sul tema del lavoro oggi.

“Il lavoro definisce veramente chi siamo? Quanto risponde alle nostre aspettative? Può rappresentare oggi un punto di osservazione sullo stato di salute della società, soprattutto dopo la fase acuta dell’emergenza sanitaria?”


Previsti tre incontri presso la sala teatrale di ZONA K – via Spalato 11 (M2 Garibaldi, Gioia + M3 Zara + M5 Isola)
Giovedì 3 novembre tra le ore 19.00 e le ore 22.00
Sabato 5 e Domenica 6 novembre tra le ore 16.00 e le ore 19.00

Non è richiesta alcuna esperienza teatrale pregressa e la partecipazione è gratuita.

Per aderire o chiedere informazioni scrivere a stagione@zonak.it.
Deadline adesioni di partecipazione venerdì 28 ottobre 2022.


Il primo studio di NON SIAMO NIENTE, SAREMO TUTTO è stato presentato in anteprima al pubblico del Teatro degli Impavidi di Sarzana lo scorso 30 settembre.
Il debutto nazionale si terrà presso il teatro di Olinda onlus (M1 Affori) il 3 e 4 dicembre 2022.

AA.VV.

RESTITUZIONI DEI PROGETTI SOSTENUTI DAL BANDO DELLE RESIDENZE DIGITALI.

SEI PROGETTI ARTISTICI PENSATI E REALIZZATI PER L’AMBIENTE DIGITALE: CHRISTINA G. HADLEY – KAMILIA KARD – ULTRAVIOLETTO – BOTH INDUSTRIES – GRUPPO NANOU – TEATRINO GIULLARE.

Si rinnova, per il terzo anno consecutivo, l’appuntamento con la Settimana delle Residenze Digitali che prevede le restituzioni dei progetti selezionati attraverso la terza edizione del bando delle residenze digitali, un progetto ideato e promosso dal Centro di Residenza della Toscana (ArmuniaCapoTrave/Kilowatt), in partenariato con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto – Teatro DimoraLa Corte Ospitale), la Fondazione Luzzati Teatro della Tosse di Genova, l’Associazione Zona K di Milano. Alla rete si sono aggiunte quest’anno altre due importanti realtà: Fondazione Piemonte dal Vivo/Lavanderia a Vapore e Fondazione Romaeuropa.

Il programma della settimana

Disponibili online, dalle 17 di martedì 8 novembre a domenica 13 inclusa, i capitoli 2-3-4-5 de La montagna del sapone, un progetto di Christina G. Hadley composto da un film animato in CGI basato su un concept album musicale, un sito web, un server discord e un videogame esplorativo. Il titolo fa riferimento all’espressione romana “Non vengo mica dalla Montagna del Sapone” che sta a significare “non sono un credulone, non mi prendi in giro”. La Montagna del Sapone è la borgata di Primavalle nata tra il 1924/37 dopo lo sfollamento degli abitanti del centro storico di Roma a opera di Mussolini, sotto la promessa irrealizzata della costruzione di un quartiere di lusso. Il film suddiviso in tredici capitoli e girato con un motore grafico per videogame è un viaggio metaforico e onirico compiuto da Cindy, un’incarnazione dell’umano medio, negli abissi della rete. Parte fondante e fondamentale del progetto è il networking che si va a generare dal contributo sui capitoli e sui mondi da parte di altri artisti o utenti, e da un server pubblico, Discord, che funge da archivio/community e spazio di condivisione.

Christina G. Hadley vive in Emilia-Romagna dove, dopo essersi laureata all’Accademia di Belle Arti di Bologna in cinema e video, esplora il mondo dell’hacking-etico, immergendosi nella programmazione e nella 3D computer graphic. Al momento è una tesista per il biennio di Net Art all’Accademia di Brera. Ha esposto alla Triennale di Milano e a Digital Week, ha partecipato a diversi festival, e ha vinto tra gli altri, Anca e CutOut Fest.

Sono tre gli episodi del progetto, Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini della compagnia Teatrino Giullare, che vengono pubblicati su YouTube durante la settimana delle residenze digitali e che rimangono disponibili fino a domenica 13 novembre. Drone Tragico è un progetto di web serie teatrale il cui soggetto è tratto dall’Orestea di Eschilo, a partire dall’eccezionale traduzione che ne fece Pier Paolo Pasolini. L’Orestea è l’opera dei punti di vista a partire da quello degli dèi che osservano dall’alto, a quello del coro che osserva a distanza, fino a quello dei personaggi immersi nella tragedia. L’idea fondante del progetto è di ampliare la questione dei diversi punti di vista posti dal testo filmando le azioni e le situazioni con un drone e videocamera 360 gradi concedendo allo spettatore la possibilità di guardarsi attorno, anzi di scegliere il proprio punto di vista, di scegliere cosa guardare. Il video realizzato a 360 gradi viene caricato a puntate su YouTube e può essere visualizzato con cuffie VR, tramite il computer esplorando l’ambiente circostante mediante l’uso del mouse o tramite uno smartphone.

Teatrino Giullare è una compagnia emiliana di teatro contemporaneo fondata e diretta dagli attori e registi Giulia Dall’Ongaro ed Enrico Deotti, che realizza dal 1996 allestimenti teatrali, seminari, laboratori in tutta Italia e tournée internazionali in 35 paesi del mondo. Ha ottenuto diversi riconoscimenti, tra i quali, il Premio Nazionale della Critica (2006), il Premio Speciale Ubu 2006, l’Excellent Play Award della Central Academy of Drama di Pechino (2019).

Debutto online, martedì 8 novembre alle 21 (in replica mercoledì 9 e giovedì 10), per Toxic Garden – Dance Dance Dance, performance partecipativa online che si svolge all’interno di Toxic Garden, una mappa di Roblox progettata da Kamilia Kard. In questo metaverso, gli avatar dei partecipanti – che accedendo all’ambiente perdono la propria individualità per essere rivestiti da skin customizzate – danzano insieme, sincronizzandosi automaticamente ai movimenti dell’avatar dell’artista. Riflettendo sui comportamenti tossici dell’essere umano e ispirandosi alle difese delle piante velenose, Kamilia, insieme a quattro ballerine professioniste, ha immaginato una coreografia in grado di parlare, avvertire e in qualche modo reagire agli atteggiamenti manipolatori. Al di fuori della performance questi passi, catturati ed elaborati da un’intelligenza artificiale, restano a disposizione sulla mappa dell’artista e possono essere utilizzati dai visitatori come unità singole di espressione, un pacchetto di emotes originali che consente a ciascuno di dare vita a una propria personale coreografia di passi e di emozioni.

La ricerca di Kamilia Kard esplora come l’iperconnettività e le nuove forme di comunicazione online abbiano modificato e influenzato la percezione del corpo umano, della gestualità, dei sentimenti e delle emozioni. Dal 2011, il suo lavoro è stato esposto in gallerie, festival e istituzioni a livello nazionale e internazionale. È dottoressa in Digital Humanities all’Università di Genova e docente di Comunicazione Multimediale a Milano e Carrara.

Venerdì 11 novembre alle 21, appuntamento con Hello World! di ultravioletto, un progetto che indaga il dualismo tra la vita e la morte attraverso un videogioco che offre agli utenti un’esplorazione interattiva in multiplayer: l’utente si muove in uno spazio virtuale e sonoro e viene stimolato anche cognitivamente attraverso l’incontro di messaggi sulla vita e la morte estrapolati grazie a un software di scraping che raccoglie i dati dai social. Hello world! è un videogioco che non ha obiettivi ma suscita la contemplazione e la cognizione di uno spazio dove vita e morte sono sullo stesso piano e spetta all’utente trarne un suo pensiero critico.

ultravioletto è uno studio di interaction design di Roma formato da Bruno Capezzuoli, Tito Cetroni, Massimo Zomparelli, Francesco Bruno Viteri, Giulio Pernice e Laura Arcangeli. Opera nell’area multidisciplinare che fonde architettura e design, racconto e installazione, contaminandola con le nuove tecnologie emergenti. ultravioletto ha una spiccata sensibilità nella sperimentazione su un percorso di ricerca espressivo che valorizza i progetti di comunicazione quanto le opere artistiche che realizza. Un lavoro tra arte e nuovi media, installazioni interattive e performances.

Sabato 12 novembre alle 18, “Still Walking, on air” è una performance live multimediale che, con un tocco ironico e surreale, cattura istantanee fittizie del mondo digitale contemporaneo, in cui le dinamiche sociali sono guidate da algoritmi di controllo in uno stato di frenetica immobilità. La performance prende vita all’interno di una piattaforma di video streaming, resa popolare per la sua capacità di creare comunità attorno a dirette live grazie all’avanzato sistema di interazione tra gli streamer, ovvero i creatori di contenuti online, ed il loro pubblico. Il progetto scaturisce da un percorso di lettura e rielaborazione dei linguaggi estetici, regole compositive e formati performativi che accomunano molti prodotti audiovisivi diffusi in rete, coinvolgendo gli spettatori nell’esplorazione di scenari perturbanti scanditi dalla ripetizione di pattern visivi, modelli gestuali e temi musicali.

BOTH industries è un’associazione artistica transdisciplinare con sede a Berna, composta dall’artista visivo Matteo Taramelli, i performer Valentin Oppermann e Stella Höttler, ed il sound artist Jacopo Biffi. In occasione dello sviluppo di “Still Walking, on air” il team si è ampliato, coinvolgendo nella produzione anche il designer informatico Martin Obrist. Con una pratica artistica transdisciplinare, il gruppo sviluppa nuove metodologie e formati creativi che intrecciano sperimentazione audiovisiva, performance dal vivo, nuovi media e space design.

Leggi il diario di bordo di BOTH industries su “Still Walking, on air

La settimana si conclude, domenica 13 novembre (alle 18 e alle 21), con Them [immagine- movimento], un progetto di gruppo nanou. In collaborazione con E production la compagnia allestisce il lavoro negli spazi di Artificerie Almagià e presenta in diretta streaming il 13 novembre il lavoro prodotto e realizzato, prima tappa per un percorso di ricerca in itinere. Obiettivo di Them è coreografare un movimento e un movimento di ripresa, portare la telecamera all’interno del dispositivo coreografico così che lo sguardo e la dinamica della ripresa diventino l’oggetto della performance. Riflettendo sull’uso del video online, da sempre curiosi di mezzi e modi per indagare il linguaggio coreografico, proseguendo la ricerca e la relazione con il linguaggio cinematografico e visivo che contraddistingue l’operato di Nanou, la compagnia indaga il video per sperimentare modalità di ripresa attraverso l’uso di action cam e trasformare la ripresa video in azione coreutica. L’immagine viene proposta come azione per determinare una immersività nella coreografia.

gruppo nanou nasce a Ravenna nel luglio del 2004 come luogo di incontro dei diversi linguaggi e sensibilità che caratterizzano la ricerca artistica di Marco Valerio Amico, Rhuena Bracci e Roberto Rettura. Le produzioni hanno attraversato piazze importanti, tre le quali: Ravenna Festival, Fabbrica Europa, Unidram (Germania); La MaMa ETC (USA). Dal 2019, l’immaginario sonoro è affidato al musicista Bruno Dorella, fondatore di diversi gruppi musicali, tra cui OvO, Ronin e Bachi da Pietra.


Biglietto di accesso a 3 € per ogni progetto

www.liveticket.it/residenzedigitali

Le indicazioni sulla partecipazione ai singoli eventi verranno comunicate via mail ad acquisto biglietti effettuato, entro i 5 giorni dalle restituzioni digitali.


Calendario Restituzioni Online delle Residenze Digitali

Martedì 8 Novembre

  • 17:00 – La montagna del sapone di Christina G. Hadley (disponibile, su piattaforma online dedicata, fino al 13 novembre compreso)
  • 18:00 – Talk online e primo episodio di Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini di Teatrino Giullare (disponibile su YouTube fino al 13 novembre)
  • 21:00 – Toxic Garden – Dance Dance Dance di Kamilia Kard

Mercoledì 9 Novembre

  • 17:00 – La montagna del sapone di Christina G. Hadley (disponibile, su piattaforma online dedicata, fino al 13 novembre compreso)
  • 18:00 – secondo episodio di Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini di Teatrino Giullare (disponibile fino al 13 novembre)
  • 21:00 – replica di Toxic Garden – Dance Dance Dance di Kamilia Kard

Giovedì 10 Novembre

  • 17:00 – La montagna del sapone di Christina G. Hadley (disponibile, su piattaforma online dedicata, fino al 13 novembre compreso)
  • 18:00 – terzo episodio di Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini di Teatrino Giullare (disponibile fino al 13 novembre)
  • 21:00 – Talk online e replica di Toxic Garden – Dance Dance Dance di Kamilia Kard

Venerdì 11 Novembre

  • 17:00 – La montagna del sapone di Christina G. Hadley (disponibile, su piattaforma online dedicata, fino al 13 novembre compreso)
  • Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini di Teatrino Giullare
  • 21:00 – Hello World! di ultravioletto

Sabato 12 Novembre

  • 17:00 – La montagna del sapone di Christina G. Hadley (disponibile, su piattaforma online dedicata, fino al 13 novembre compreso)
  • Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini di Teatrino Giullare
  • 18:00 – Still Walking, on air di Both Industries – live streaming

Domenica 13 Novembre

  • 17:00 – La montagna del sapone di Christina G. Hadley (disponibile, su piattaforma online dedicata, fino al 13 novembre compreso)
  • Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini di Teatrino Giullare
  • 18:00 – Them [immagine-movimento] di gruppo nanou – diretta streaming
  • 21:00 – Them [immagine-movimento] di gruppo nanou – diretta streaming

Elisabetta Consonni (IT)

“Il primo che, avendo cintato un terreno, pensò di dire ‘questo è mio’ e trovò delle persone abbastanza stupide da credergli, fu il vero fondatore della società civile. Quanti delitti, quante guerre, quanti assassinii, quante miserie ed errori avrebbe risparmiato al genere umano chi, strappando i piuoli o colmando il fossato, avesse gridato ai suoi simili: ‘Guardatevi dal dare ascolto a questo impostore! Se dimenticate che i frutti sono di tutti e la terra non è di nessuno, siete perduti!’” (J.J. Rousseau , Origine della disuguaglianza, 1754)

Ti voglio un bene pubblico è un gioco urbano che riflette su infrastrutture di divisione quali cancelli, muri, recinti.  Tanto di quello che ci circonda è fatto di muri e recinzioni; capirne il senso, di volta in volta, è una pratica civile necessaria. Significativo osservare che l’ articolo del codice civile che regola la costruzione di recinzione di fondi per definire la proprietà privata viene definito ‘ius escludendi alios’: determinare il proprio escludendo l’altro. Quando un muro smette di proteggere e comincia a dividere, segregare ed escludere? E quando ad essere recintato è uno spazio pubblico di cui si limita l’accessibilità quanto di pubblico rimane di quello spazio pubblico? Posto un muro, quanto di quello che c’è dietro non possiamo conoscere?


In collaborazione con BASE Milano – Farout Live Arts

performance urbana ● in italiano ●  durata 120 min. in caso di forte pioggia l’evento verrà annullato

c/o quartiere Barona Polisportiva Le Lumache A.D.S. Via Bari, 20/1, 20143 Milano MI


Un progetto di Elisabetta Consonni per BASE Milano in collaborazione con e ZONA K.
Ideazione e direzione: Elisabetta Consonni, in collaborazione con Sara Catellani, consulenza sociologica: Adriano Cancellieri, consulenza artistica: Cristina Pancini, organizzazione: Chiara Panceri.
Coproduzione: BASE Milano, Fattoria Vittadini e ZONA K

Progetto vincitore BANDO OPEN /// CREAZIONE [URBANA] CONTEMPORANEA 2019.  E’ stato prodotto e realizzato da: Pergine Festival 2019 // Gorizia, In/visible Cities 2019//  Terni, Indisciplinarte, 2019 // Milano, Zona K, 2019 // Padova, La Città che Verrà 2020 // 2020 PIA| Palazzina Indiano Arte-Firenze:  Mostra. TVUBP- Esposizione Attraversabile di Materiali // Quartiere Celadina- Bergamo. Orlando Festival 2021 // Modena, Villaggio artigiano, Periferico Festival 2021.

Elisabetta Consonni ha ricevuto un aiuto alla scrittura da IN SITU, la piattaforma europea per la creazione artistica nello spazio pubblico, nel quadro del progetto (UN)COMMON SPACES, cofinanziato dal programma Creative Europe dell’Unione Europea.

   

Elisabetta Consonni coreografa tutto, essere umani e disumani, oggetti mobili e immobili, mappe, interstizi e gruppi vacanze spaziali. Tesse reti di relazioni, sottili e forti, come il vetro di zucchero. Laureata in Comunicazione con una tesi finale sulla costruzione sociale del corpo nella danza e diplomata al The Place-London, Elisabetta Consonni ha poi approfondito la sua ricerca nella performing art vivendo in Olanda (2004-2009) e in Polonia (2013-2015). I suoi lavori mirano a espandere la pratica della coreografia cercando dispositivi performativi per incorporare dinamiche e temi del sociale. Il suo attivismo in ambito sociale e civico, prende la forma artistica di un processo di ricerca (documentato in ergonomicaproject.wordpress.com) che dal 2013 indaga l’uso e il significato sociale dello spazio pubblico e la declinazione delle competenze coreografiche nelle pratiche comunitarie.

Foto di Samantha Cinquini

Dreams Come True, Hichmoul Pilon, anthropie (CH) e collettivo Siamo ovunque (IT)

Una performance partecipata in cui il pubblico legge ad alta voce le testimonianze raccolte di antifascisti, femministe, anticapitalisti, antirazzisti, anti specisti, hacker, e di persone che lottano per i diritti dei migranti, contro ogni forma di oppressione sociale, per i diritti delle persone LGBTQIA+, contro gli ecocidi, per i diritti dei lavoratori del sesso, contro la violenza della polizia, per i diritti degli immigrati senza documenti, per l’autodeterminazione e l’emancipazione di tutti i lavoratori, contro la precarietà del lavoro, contro l’attuale sistema penitenziario e per Zone to Defend.

Il progetto è stato concepito durante un tour a Hong Kong nel 2019, dove uno dei promotori del progetto ha incontrato alcuni manifestanti del movimento pro-democrazia: entro 20 anni Hong Kong sarà interamente cinese e la loro libertà di espressione sta diminuendo rapidamente. Dalle loro storie è nato il desiderio di condividere aspetti dell’impegno politico: l’atto di coraggio, che dà la forza di lottare per uscire da una situazione di oppressione o da una situazione di oppressione o precarizzazione, e gli strumenti, le tattiche e i consigli pratici utile a tutti gli attivisti, qui o altrove.

Siamo ovunque è una raccolta di risorse emotive e ispiratrici: storie di attivisti, tattiche, strumenti e strategie, registrate come testi scritti o trascritte da racconti orali per formare un archivio dell’attivismo contemporaneo.


info performance partecipata ● in italiano ●  durata 120 min.

c/o ZONA K – ingresso previo tesseramento 2022, clicca qui, fallo subito
La tessera verrà rilasciata a titolo gratuito la sera di spettacolo insieme al biglietto acquistato.


Un progetto ideato e prodotto da: Dreams Come True, Hichmoul Pilon, anthropie; con il contributo di: Molti anonimi; Collettivo Bida; Giove; Raffa; Rete Appenninica Femminista; Samba; Asia Usb – Associazione Inquilini e Abitanti – Unione Sindacale di Base; Una militante del Collettivo R con documenti svizzeri; Craaazi – Centro di Ricerca e Archivio Transfemminista Autonomo°; “Alessandro Zijno D(i)ritti alla Città – Rete per gli spazi pubblici dismessi”; Debs; Elena & Rina; Franco Sicilia; Flores Magón; Centro di documentazione dei movimenti “Francesco Lorusso – Carlo Giuliani”; Csi – Centro per la salute internazionale e interculturale; Osa* – Opposizione studentesca alternativa; Viola; Militant* di Extinction Rebellion in Svizzera; El. Vincenza Perilli; Marte su Plutone; Mujeres libres Bologna; Vivaietto; Collettiva Elettronika; Mattia Robertiello (in corso); Direzione amministrativa, produzione creativa, tournée: Marine Magnin e Comunicazione: Charlotte Terrapon; Produzione del tour: Colette Raess; Casa editrice: Abrüpt; Coproduzione: Le Grütli, Ginevra ; République Ephémère, Ginevra ; l’Abri, Ginevra ; Aargauer Kunsthaus, Aarau ; Santarcangelo Festival; Con il sostegno di: Pro Helvetia – Consiglio svizzero dell’arte, Ufficio federale della cultura e Repubblica e Cantone di Ginevra; Ville de Genève; Loterie Romande; Fondation Ernst Göhner; Migros pour-cent culturel; Fondation Jan Michalski pour l’écriture et la littérature; Fondation suisse des artistes interprètes SIS; CORODIS.

SIAMO OVUNQUE fa parte del palinsesto di

Jens Hillje, Alessandro Renda (DE/IT)

Un progetto di ZONA K

Una chiamata pubblica, decine di lavoratrici e lavoratori che rispondono. È l’inizio del progetto che si è concretizzato nell’ultimo anno con incontri, laboratori teatrali, ricerca, video documentari, canzoni di protesta, cortei, un pretesto (America di Kafka), tre attori, un regista e un dramaturg.

Il “lavoro” come fil rouge. Il lavoro come aspirazione, come scelta obbligata, come fonte di sostentamento, ma soprattutto come motore che delinea le traiettorie, definisce autostima e convinzioni personali, rischia di plasmare i nostri valori e determina dove e con chi trascorriamo la maggior parte del tempo.
Ma il lavoro definisce veramente chi siamo? Quanto risponde alle nostre aspettative? Quanto peso ha nella nostra vita e nelle scelte che facciamo? Può oggi rappresentare un punto di osservazione sullo stato di salute della società, soprattutto dopo la fase acuta dell’emergenza sanitaria?

Non siamo niente, saremo tutto è la traduzione letterale di un verso de L’internazionale scritto dal poeta e rivoluzionario Eugène Pottier 150 anni fa. Un testo forse datato, talvolta ancora cantato come inno dei lavoratori, ma che ormai non trova quasi più un legame con l’oggi e lo stato del mondo del lavoro. Non siamo niente, saremo tutto è anche il progetto teatrale prodotto da ZONA K, in cui Jens Hillje e Alessandro Renda hanno coinvolto lavoratrici e lavoratori di diversi settori, per esplorare storie individuali e affrontare il tema da differenti prospettive: possiamo specchiarci nelle storie lavorative altrui per sentirci più interconnessi? Quanto condiziona le nostre esistenze il rispetto di una volontà o di una vocazione? Comprendere felicità o insoddisfazioni individuali ci aiuta a valutare il benessere collettivo? Siamo ancora capaci di considerarci un insieme di persone che lotta per un bene comune o siamo una somma di individui, monadi a sé stanti? Il concatenamento di storie diventa uno strumento di indagine per trasformare l’esperienza collettiva in una narrazione condivisa, un coro pensato come opera d’arte totale e scultura sociale per riabbracciare un desiderio di comunità e, attraverso il teatro, trovare nuove forme di rappresentazione della realtà.


spettacolo ● in italiano ●  durata 90 min.

c/o e in collaborazione con  Olinda onlus / TeatroLaCucina, ex. Osp. Psic. Paolo Pini, via Ippocrate 45 Milano – M3 Affori FN (uscita via Ciccotti)

IMPORTANTE
Presentarsi almeno 15 min. prima dello spettacolo per il ritiro dei biglietti c/o Bar Jodok, via Ippocrate 47 Milano – M3 Affori FN
È richiesta la massima puntualità. Non è garantito l’accesso a spettacolo iniziato.


regia: Alessandro Renda; dramaturg: Jens Hillje; con: Roberto Corradino, Milena Costanzo, Matteo Gatta e con i cittadini e le cittadine di una chiamata pubblica di Milano e La Spezia e con il coro di Micene di Milano; disegno luci: Mario Loprevite; elementi scenografici: Denise Carnini e Francesca Pedrocchi; editing e visual effect video: Francesco Tedde e Alessandro Tedde (Antropotopia); foto: Luca Del Pia; produzione: ZONA K (MI); co-produzione: Pergine Festival (TN), Associazione 47|04 (GO); produzione esecutiva: Valentina Picariello e Renata Viola; organizzazione: Federica Bruscaglioni; con il sostegno e la collaborazione di Fuori Luogo La Spezia/Gli Scarti; in collaborazione Project For People, Stratagemmi Prospettive Teatrali, Olinda onlus

Il progetto è realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito di Art Waves Produzioni di cultura contemporanea e con il sostegno di Fondazione Cariplo e del Comune di Milano e presentato all’interno del progetto STOP presentato per Milano è Viva.

Alessandro Renda è attore, regista e filmmaker. Dal 1998 è membro del Teatro delle Albe di Ravenna. Prende parte a numerosi spettacoli della compagnia, da I Polacchi (1998) a L’isola di Alcina (2000), da Salmagundi (2004) a Stranieri (2008) da Inferno (2017) e Purgatorio (2019) tra gli altri. Porta in scena da oltre un decennio il monologo scritto da Marco Martinelli Rumore di acque (2010), con diverse tournée in Europa e negli Stati Uniti. Dal 2001 è “guida” nei laboratori della non-scuola, pratica teatral-pedagogica antiaccademica delle Albe, con diverse esperienze in Italia e all’estero. Dal 2003 si occupa di video, realizzando proiezioni per la scena o “traduzioni” in video di molti spettacoli della compagnia o documentari attorno a esperienze teatrali.
Jens Hillje (Germania, 1968) dal 1990 lavora nella scena del teatro indipendente tedesco come attore, autore e regista. Nel 1996 ha fondato insieme a Thomas Ostermeier lo spazio ‘Barracke’ al Deutsches Theater. Dal 1999 fino al 2009 è Chief-dramaturg e membro della direzione artistica della Schaubühne di Berlino con Thomas Ostermeier e la coreografa Sasha Waltz. In qualità di dramaturg lavora con i maggiori esponenti del teatro europeo. Nel 2000 crea ha creato il F.I.N.D Festival nel 2000 alla Schaubühne uno dei più rinomati festival in Germania. Dalla stagione 2013/14, Jens Hillje è co-direttore artistico e Chief-dramaturg del Gorki, insieme a Shermin Langhoff. Dal 2021 è free dramaturg. Nell’estate 2019 è stato insignito del Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia.

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