Noi siamo qui, ora.

di Immi Tonndorf

People / Out of the Blue

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Lei è Sylke, lui è Hannes. Entrano in scena, si siedono, si voltano verso il mega-schermo collocato in fondo al palco e ci fanno entrare nei loro PC. Clic dopo clic costruiscono “Out of the blue”, uno spettacolo fatto di brevi sequenze video, spezzoni audio, animazioni, testi battuti sulla tastiera in diretta. Come in un gigantesco mosaico multimediale si compone, pezzo dopo pezzo, una realtà pressoché sconosciuta: il deep sea mining, l’industria estrattiva sottomarina. Siamo solo all’inizio di un’era vissuta come speranza e opportunità dagli uni, e come minaccia dagli altri. Solo il 20% del suolo marino è mappato. E nasconde ricchezze straordinarie, metalli rari e preziosi, come quelli che servono per la transizione ecologica. Possiamo permettere che la forza distruttiva dell’uomo entri con prepotenza in un mondo silenzioso quanto sconosciuto, a 4000 metri di profondità, in mezzo all’Oceano Pacifico, lontano dagli occhi dell’umanità? Oppure possiamo e dobbiamo impedire questa aggressione a un mondo meraviglioso, popolato da esseri viventi che fanno parte di un ecosistema di cui non sappiamo nulla?

Sylke e Hannes non ci danno risposte facili. Fanno parlare scienziati, imprenditori, attivisti ecologici, ognuno con le proprie ragioni e le proprie contraddizioni. Siamo proprio noi che con i nostri consumi e comportamenti induciamo il mondo industriale a produrre sempre di più, a prezzi sempre più bassi. Siamo noi che crediamo nella scienza e investiamo nell’infinito orizzonte del sapere umano. E infine, siamo ancora noi che ci ribelliamo alla brutalità umana che pezzo dopo pezzo distrugge le nostre stesse basi vitali, il mondo nostro e delle generazioni a venire.

Tutto questo insieme, contemporaneamente, rappresentato efficacemente da quel mosaico di immagini e suoni proposti in sincronia nelle finestre dei PC di Sylke e Hannes. Che non fanno mistero delle tecniche di creazione dello spettacolo, anzi. Ci rendono partecipi del qui e ora, responsabilizzandoci e costringendoci a prendere una posizione, o perlomeno a prendere coscienza. Si sta andando verso una moratoria dell’attività estrattiva sottomarina fintanto che non si è capito meglio l’impatto ambientale che questa potrebbe avere, ed è una buona notizia. L’altra buona notizia è che il teatro è anche questo: strumento politico, coscienza civica, veicolo di conoscenza.

Grazie, Sylke e Hannes.

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