APPUNTI DI VIAGGIO – TAPPA n.9

People / Audio Kids

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Alberto Mariotti – attore e formatore – racconta il viaggio alla scoperta degli oggetti del Teatro Franco Parenti, iniziato con un insolito dietro le quinte e proseguito in classe, dove i bambini dell’IC Ilaria Alpi hanno trasformato gli oggetti in personaggi, con caratteri, emozioni e desideri diversi.

Il teatro è il luogo in cui la fantasia può prendere forma, e i bambini e le bambine della scuola Ilaria Alpi, grazie ad Audio Kids, stanno imparando a conoscere tutti gli elementi che consentono a questa magia di realizzarsi.

Al termine di questa esperienza daranno voce agli oggetti che hanno incontrato durante la prima visita al Teatro Franco Parenti.

Ognuno di loro è stato colpito da elementi diversi, chi dalle gelatine che permettono alla luce di cambiare colore, chi dagli infiniti rocchetti che consentono alle corde di scorrere, di sostenere e di spostare qualsiasi oggetto, chi dai muri di mattoni che non devono solo sostenere le pareti, ma assorbono anche le voci degli attori, e al Teatro Franco Parenti hanno catturato le voci di 50 anni di storia del teatro italiano.

Per i giovani partecipanti non è stato facile scegliere il proprio oggetto preferito, perché quello che si nasconde dietro le quinte di un teatro è un universo che per loro si è rivelato subito tanto sconosciuto quanto affascinante, ma dopo un iniziale momento di condivisione, ogni scelta ha permesso di approfondire la conoscenza con ognuno di questi oggetti.

Il modo migliore per conoscere qualcuno è provare ad imitarlo, come se ci si trovasse davanti ad uno specchio. “Ma come si fa ad imitare qualcosa che non parla e addirittura non si muove? E poi come facciamo ad imitarlo se non sappiamo niente di lui?”.

E qui entra in gioco la fantasia. È vero, degli oggetti i bambini conoscevano solo la funzione, dei più complessi anche lo stesso funzionamento è rimasto pressoché un mistero, ma se il teatro è il luogo in cui la fantasia prende forma, non c’è niente di meglio della fantasia per dare forma agli oggetti che del teatro fanno parte.

Ogni bambino è stato sottoposto alle insidiose domande dell’”intervista al personaggio”. Tutti i partecipanti hanno fatto delle domande agli oggetti interpretati dagli altri, un gioco in cui l’unica regola era quella di dover rispondere, senza fretta, alle domande poste. Se gli oggetti potessero parlare, che cosa direbbero? Quali sarebbero i loro passatempi preferiti? Le loro paure? Chi sarebbero i loro amici? Le risposte, come sempre quando si tratta di bambini, sono state sorprendenti, e hanno permesso a tutti di conoscere un po’ meglio ogni singolo oggetto.

È emerso che il sipario è terrorizzato dalle candele perché ha saputo che un suo cugino ha preso fuoco in un altro teatro, che le pareti soffrono il solletico quando qualcuno infila il dito nelle fessure lasciate tra i mattoni per assorbire il suono, che i fari amano il proprio lavoro, ma spesso molti spettatori li danno per scontati dimenticando che al buio nessuno spettacolo non potrebbe esistere, che le quinte si divertono moltissimo ad osservare l’agitazione che colpisce gli attori prima di entrare in scena.

A questo punto ogni oggetto sapeva abbastanza di sé per potersi presentare ai compagni. Per farlo è stato necessario indagarne gli ultimi aspetti: la voce e il corpo. Abbiamo potuto vedere dei soffici sipari, delle corde che cambiano completamente voce e aspetto se sono tese o rilassate, dei poveri rocchetti con il mal di schiena e delle poltrone in prima fila, che essendo sempre occupate, cigolano ad ogni parola.

Il prossimo passo sarà quello di arricchire il racconto e andare un po’ più a fondo con l’esplorazione delle voci, ma con l’entusiastico clima di gioco, di libertà e di fiducia che è nato nelle classi, sarà senza dubbio una divertentissima avventura.

Mi sono chiesto anch’io che oggetto mi piacerebbe interpretare, e senza dubbio avrei scelto la cantinella. Si tratta di una semplice asta di legno, con dimensioni iniziali predefinite, che viene utilizzata per ogni evenienza: costruisce quinte, insieme ad altre cantinelle forma le americane, sostiene praticabili…

Quando agli attrezzisti viene chiesto di costruire qualche oggetto scenico o qualche elemento utile alla realizzazione della scenografia, la cantinella è sempre il punto di partenza. Dalla trasformazione e dall’unione di più cantinelle, può prendere forma anche il progetto più inaspettato.

La mia scelta sarebbe ricaduta su un oggetto semplice ed elementare, che lavorato e trasformato può diventare sorprendente: la cantinella è apparente ordinaria, ma in sé ha un potenziale straordinario, che solo la creatività e la fantasia dell’universo teatrale possono far emergere.

Alberto Mariotti

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