SCELTE, DOLORE, AMBIGUITA’ E COINVOLGIMENTO
People / La città dei miti
Qui trovi i contributi delle ragazze dell’ Educandato Statale Emanuela Setti Carraro Dalla Chiesa, classe 3LA.
Abbo Margherita
“Forse l’essere umano non è cambiato nel tempo, anzi siamo rimasti gli stessi e seppure in maniera diversa viviamo ancora le stesse esperienze di questi miti antichi. Io penso però che non esistano eroi come Eracle o figure cattive come Medea ma che ci siano scelte giuste e sbagliate e l’associazione del teatro dei Borgia ha raccontato perfettamente il teatro in questo modo.”
Barri Martina
“Come dichiara l’attore che interpreta il ruolo dell’arciere di Eracle, Filottete: «Abbiamo disimparato l’arte di patire il dolore», lentamente abbiamo iniziato a respingere il dolore non permettendogli di far parte di noi. […] Al dolore non viene più associato un senso, un significato, un’emozione. Lasciamo quindi inconsapevolmente che prenda possesso di noi senza renderci conto del male che ci sta portando. Questa rappresentazione del dolore la ritroviamo in tutti e tre gli spettacoli.”
Brambilla Isabelle
“Lo spettacolo si conclude con la distribuzione di alcune fette di pane, cotto durante la rappresentazione in un forno elettrico proprio dall’attore, quasi a simboleggiare quanto questo piccolo gesto di carità possa essere importante. Ma anche qui permane l’ambiguità, che dà spazio alla libera interpretazione. Il forno infatti è anche lo strumento di distruzione utilizzato da Eracle per eliminare la sua famiglia, a sottolineare uno dei temi centrali di questo spettacolo, ovvero il fatto che le cose possono avere mille sfaccettature e significati.”
Lisiero Alessia
“Prima c’è lo scherzo, la distanza. Ma tanto si sa che la tragedia deve arrivare. Quando non si è al sicuro sulla propria poltroncina distante metri dal palcoscenico, ecco che già affiorano sensazioni inaspettate. Ciò che subito disturba la mente dello spettatore è ritrovarsi in una realtà umile e concreta, completamente diversa dall’idilliaca atmosfera del sipario e dei riflettori.”
Scarpitti Rebecca
“Capelli lunghi neri, raccolti in una coda disordinata. Occhi piccoli e chiari contornati da un trucco pesante e scuro. Labbra rosse e carnose che contrastano con la pelle chiara e spenta. È così che si presenta Medea. Seduta su una poltrona in mezzo al pubblico comincia a interagire con gli spettatori, a chiedere delle origini altrui, coinvolgendo minuto dopo minuto sempre più persone, fino a conquistare completamente la scena.”