BIOGRAFIA D’ARTISTA – Claire De Ribaupierre E Massimo Furlan

Fermata Stratagemmi / Con l'animale

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Claire De Ribaupierre (drammaturga) e Massimo Furlan (regista e scenografo) rappresentano una collaborazione feconda e innovativa nel panorama teatrale contemporaneo. La loro unione artistica, nata nel 2003, ha dato vita a una serie di spettacoli che esplorano i confini tra teatro, performance e ricerca, proponendo al pubblico riflessioni profonde su temi cruciali della nostra epoca.

Claire De Ribaupierre ha una formazione accademica: studiosa di antropologia e letteratura contemporanea, insegna attualmente a La Manufacture, l’Alta scuola delle arti sceniche di Losanna. Autrice di diversi saggi, ha dedicato la sua ricerca a temi come la memoria, l’identità, il corpo e il linguaggio.

Massimo Furlan, invece, nella stessa Losanna, si forma all’Accademia delle Belle Arti e inizia a lavorare dapprima come artista visivo sui temi della memoria e dell’oblio. Nel 2003 fonda Numéro23Prod. e comincia a dedicarsi alla performance dal vivo, con progetti difficilmente classificabili all’interno di un unico genere. Gli spettacoli di Furlan, infatti, invitano il pubblico a riflettere sulla complessità del mondo contemporaneo attraverso l’uso di linguaggi espressivi diversificati, che spaziano da un teatro di prosa più tradizionale alla performance, dal documentario alla video-installazione. 

La collaborazione continua, ma non esclusiva, con De Ribaupierre prende avvio nel 2003 e dà forma a opere-evento che esplorano diversi campi del sapere e interrogano la nostra percezione della realtà. Un esempio è la performance tenutasi a Neuchâtel nel 2012, in cui Furlan e De Ribaupierre hanno coinvolto otto famosi pensatori che senza alcuna preparazione preliminare hanno dovuto dibattere 26 temi diversi per 26 ore di fila, basandosi sul principio dell’alfabeto deleuziano. De Ribaupierre ha poi curato la trascrizione integrale di questa esperienza, edita col titolo Les héros de la pensée, in italiano Gli eroi del pensiero.

La loro ultima creazione (2024) è Le lasagne della nonna, uno spettacolo che esplora, come già era successo nel precedente lavoro Les Italiens, il groviglio di storie delle migrazioni italiane in Svizzera, questa volta dalla prospettiva specifica delle donne. Con l’animale (2022), presentato da ZONA K a Cava Aurora, interroga il rapporto che abbiamo come esseri umani con la natura, le specie animali, selvatiche e non, e in generale con gli spazi abitati e abitabili.


Effetti collaterali

Genesi di Sebastião Salgado (2003-2013), un progetto, raccolto poi in un volume edito da Taschen nel 2013, che il fotografo brasiliano ha definito la sua lettera d’amore per il pianeta. Gli scatti di molti anni di viaggi in tutto il globo, formano una galleria struggente che passa in rassegna i vulcani e i leoni marini, gli iceberg e i giaguari, le popolazioni Korowai e Dinka, il deserto del Sahara e l’Amazzonia. Lo guardo di Salgado, al contempo caustico e pieno di compassione, esprime una visione che supera la dicotomia uomo-natura, in favore dell’idea metafisica del creato. 

The Road not Taken di Robert Frost (1916) è una delle poesie più conosciute del poeta americano che affronta il problema kierkegaardiano della scelta e della maturazione personale. L’ambientazione e l’impianto metaforico, però, sono del tutto naturali. Al bivio prima della scelta si arriva uscendo dalla città ed entrando metaforicamente nel bosco (la Selva dantesca?). Il percorso di crescita spirituale non può prescindere da una continua immersione e reimmersione nell’ambiente. 
Letteratura e ecologia. Forme e temi di una relazione narrativa di Niccolò Scaffai (2017), manuale che raccoglie gli indirizzi di ricerca in campo letterario che hanno iniziato a mettere in discussione la distinzione esclusiva tra naturale e artificiale. Il volume tenta una ricognizione legata di alcuni concetti culturalmente marcati, che spesso vengono ritenuti neutri, come ad esempio natura, paesaggio, ambiente o ecologia.

Federico Demitry

foto © Luca Del Pia

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