BIOGRAFIA D’ARTISTA – Ant Hampton

Fermata Stratagemmi / Borderline Visible

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Classe 1975, l’artista tedesco-britannico Ant Hampton è attivo dal 1998. Principalmente drammaturgo e regista, i primi progetti rivelano l’interesse per le arti visuali e il rapporto tra creatività e automazione. Di questi anni è anche l’incontro con la performer italiana Silvia Mercuriali, che ha dato vita al sodalizio artistico Rotozaza – nome ispirato all’opera dello scultore avanguardista svizzero Jean Tinguely – e durato fino al 2009. Hampton e Mercuriali firmeranno insieme diversi progetti, confermando sempre un indirizzo artistico orientato verso il confine tra installazione, teatro e performance. Decisivo nel percorso di Rotozaza è lo spettacolo Bloke (1999), uno dei primi esperimenti di eterodirezione, in cui un attore non professionista esegue per la prima volta davanti al pubblico delle indicazioni d’azione impartite da una voce registrata udibile anche in sala. Da qui nascono una serie di creazioni audio-guidate, ideate per coinvolgere gli spettatori e smuoverli dall’osservazione passiva di quanto accade, che porteranno alla nascita del cosiddetto “autoteatro”. Il termine è stato coniato dagli stessi Hampton e Mercuriali per descrivere il loro Etiquette (2007), un’esperienza pensata per essere realizzata in un luogo pubblico e attivata da due persone, allo stesso tempo spettatori e attori della loro performance. Il tentativo di eliminazione della distinzione di ruoli tra pubblico e performer costituisce la base del concetto di autoteatro, attuato attraverso la predisposizione di una situazione e di testodi cui tutti seguono le indicazioni, ovvero un trigger, come lo definiscono loro.

Anche dopo la separazione artistica da Mercuriali (2009), questa modalità di lavoro continuerà a essere centrale, fulcro costitutivo anche di alcune opere prodotte insieme a Tim Etchells, Christophe Meierhans, Glen Neath, e di rappresentazioni ospitate in molti Paesi europei come Francia, Italia, Germania, Olanda, Portogallo, ma anche in Russia, Turchia e nel continente americano.

Superata l’esperienza di Rotozaza e coerentemente con i principi cardine di MANIFESTA, la Biennale nomade delle arti europee che frequenta come capodrammaturgo di Projected Scenarios nel 2008, Hampton continua la sua ricerca indagando il rapporto tra arte e territorio, programmaticamente lontano da quelle città considerate centri di produzione artistica, in favore di una rete più cosmopolita e traiettorie più periferiche. Ivana Müller, Anna Rispoli, Jérôme Bel e Forced Entertainment, sono solo alcuni degli artisti con cui interloquisce e collabora.

Tra i progetti più recenti troviamo invece Mund-Stück, creato insieme all’attrice argentina Rita Pauls, che riporta le voci, le storie, gli umori carpiti in un lungo viaggio di esplorazione in Germania; e le Time-Based Editions, una serie di live books realizzati insieme a David Bergé, tra questi il primo è proprio Borderline Visible,ospitato a Zona K come esperienza di lettura fruibile singolarmente o collettivamente. Si tratta di un lavoro volutamente transmediale: l’oggetto-libro si compone tanto delle foto scattate in un viaggio ai margini dell’Europa, quanto di frammenti testuali (dai Collected Poems di T.S. Eliot) e contenuti audio che guidano il fruitore attraverso le pagine. Il nuovo progetto, già disponibile in più lingue (caratteristica centrale dei lavori di Hampton), ridisegna così non solo i confini di un prodotto non più di natura esclusivamente editoriale, ma anche le modalità di fruizione dal vivo, da soli o insieme, di una storia.


Effetti collaterali

The Waste Land è il poema più famoso del premio Nobel T.S. Eliot. I suoi versi sono la cartografia di un’Europa affollata e cosmopolita, ma anche dimidiata e ferita. Storie individuali, lingue antiche e nuove, frammenti di vita urbana, e mitologie sepolte sono le rovine da cui la poesia nasce e con cui deve fare i conti.

Lezioni di fotografia di Luigi Ghirri, volume che raccoglie un ciclo di lezioni del grande fotografo italiano tenute a Reggio Emilia tra il 1989 e il 1990. Non solo Ghirri ci spiega il suo approccio alla fotografia, ma ci insegna a ripensare il rapporto tra spazi e luce, visibile e invisibile.

Fisiognomica, album pubblicato nel 1988 da Franco Battiato che prende il nome da quella disciplina che vorrebbe spiegare la correlazione tra l’aspetto fisico e il carattere. Al suo interno troviamo celebri brani che tematizzano il viaggio, da quello fisico di Nomadi a quello interiore di Oceano di silenzio, nonché il ricorso a quattro lingue diverse: italiano, siciliano, arabo e tedesco.

Austerliz di W.G. Sebald, romanzo che si dispiega in un amalgama unico tra testo e immagine. La ricerca delle origini di un individuo diventa un lungo itinerario che percorre, oltre alla geografia, anche la storia recente dell’Europa continentale. Le sue angosce improvvise risuonano come nate da una coscienza condivisa.

Federico Demitry

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