APPUNTI DI VIAGGIO – TAPPA #2

People / Audio Kids

Sorry, this entry is only available in Italian.

8 marzo 2024
IN VISITA AL TEATRO FRANCO PARENTI
Clicca QUI per vedere il tragitto fatto dalle classi dell’Istituto Comprensivo Statale “Ilaria Alpi” per raggiungere il teatro.

Chissà come sarà il Teatro Franco Parenti…

E chissà perché fuori – sull’insegna con le lampadine – c’è scritto Salone Pier Lombardo…
Eppure il posto sembra quello giusto.
Le lampadine sono accese, anche se è giorno.
Forse stanno aspettando qualcuno.
O forse sta per succedere qualcosa di insolito.

Le bambine e i bambini delle classi quarte A, B e C della scuola Ilaria Alpi a teatro ci sono già stati, soprattutto con le maestre, e raccontano l’esperienza con queste parole:

ma anche

Solo cinque di loro sono però stati proprio al Franco Parenti, o anche solo ne hanno sentito parlare in casa o a scuola… Chissà se questo viaggio lascerà loro qualcosa oppure…

Di certo a teatro non hanno mai avuto una guida di eccezione, e per giunta in tuta gialla…“Sembra una tuta da pescatore!”.

Da dietro una ringhiera è spuntato Amerigo. Non si aspettava di vedere degli studenti a teatro, perché il lunedì non c’è spettacolo e la mattina ci sono solo i tecnici e lui, che è la maschera e il custode del luogo. “Mi dispiace, il teatro è chiuso”.

Ma dice davvero o per finta?

“Siamo venuti da lontano: abbiamo preso un autobus e poi anche la metropolitana… un’ora di strada… non possiamo tornare indietro senza vedere niente!”

Amerigo, tra finzione e realtà, si convince: “E va bene, vi faccio vedere gli oggetti del teatro: però mi dovete aiutare. Per questa esplorazione ci servono degli strumenti: gli occhi, le mani, le orecchie, il naso, si, avete capito bene, anche il naso! Tutti i nostri sensi insomma. Partiamo? Sipario!”

Il sipario si spalanca e gli oggetti ora diventano protagonisti: la locandina, il biglietto, il faro, le gelatine colorate,  il rocchetto e poi la corda, che sembra proprio quella dei galeoni dei pirati.

“Tutti gli oggetti qui collaborano per creare gli spettacoli”.

Guardando il pavimento ci si accorge che in questo teatro  “è tutto palcoscenico. Infatti ci sono anche i graticci a soffitto per appendere i fari. Guardate lassù!”.

I bambini ora si siedono e ascoltano qualche racconto nel foyer.

Lo sapete perché si chiama foyer?” chiede Amerigo. “E’ francese… significa focolare… caminetto… quindi il luogo dove ci si raccoglie, ci si riunisce, dove ci si incontra e si chiacchiera, in attesa che la lampadina rossa  si accenda per avvisare tutti che lo spettacolo sta per cominciare”.

Amerigo si avvicina alle finestre e – osservando la piscina- racconta la storia di tutto il complesso, nato negli anni ’30 col nome di Quartiere Cesare Battisti. Era uno spazio polifunzionale: un cinema, una sala per la scherma, una palestra di boxe, uno studio medico, una biblioteca. Dopo anni di chiusura e una lunga ristrutturazione, la piscina è stata riaperta nel 2016: oggi si chiama Bagni Misteriosi.

Un bambino indica il muro: “Ma perché qui ci sono i mattoni? Non hanno finito i lavori?” Amerigo spiega che sono stati lasciati così per creare isolamento acustico: sono messi in modo irregolare e la malta è rimasta in fondo, infatti ci sono i buchi… “così  la voce non rimbalza e non si crea l’eco come succede invece in palestra!”

Comincia il viaggio dietro le quinte: “Il pubblico di solito non entra qui, siete fortunati!

Si attraversa la sartoria, s’incontrano i costumi, i manichini, i bauli; poi uno sguardo nei camerini, con il nome degli attori e delle attrici che recitano in questi giorni.  Una grande porta di ferro si spalanca, poi giù per le scale e ci si ritrova nel retropalco, tra oggetti di scena e quinte… ed ecco il palcoscenico della sala grande!

Qui, tutti gli oggetti incontrati prima esercitano finalmente la loro funzione: i fari si accendono e tutto si trasforma. Una bimba esclama “Sembra il Paradiso!” e un bimbo dichiara “Vorrei vivere sempre qui”. Un silenzio di meraviglia cala tra le poltrone.

Il saluto è un applauso collettivo, ma lo spettacolo deve ancora cominciare: tantissimi oggetti dai nomi anche sconosciuti, 70 bambini e tanti monologhi e dialoghi da inventare.

Chissà se alla fine di questo viaggio tra gli oggetti del teatro, se alla fine di questo viaggio lungo un anno e più saremo riusciti a tener fede a queste aspettative, a questa meravigliosa descrizione:

altri articoli su:
Audio Kids

questo articolo fa parte di:
People

CONDIVIDI

SEGUICI FB / IG