Con l’animale di Numero23Prod – Massimo Furlan and Claire de Ribaupierre 

In residenza dal 28 novembre all’8 dicembre 2023


La loro ricerca artistica pone l’attenzione sulle relazioni tra la natura e i suoi abitanti: chi sono i protagonisti, come interagiscono, come si influenzano a vicenda ed evolvono nello stesso tempo e nello stesso luogo. La raccolta delle testimonianze si trasformerà in un testo teatrale.

Oggi ci accorgiamo sempre più spesso che stiamo trascurando le conoscenze ancestrali, basate su un equilibrio tra ciò che prendiamo dalla natura e ciò che le lasciamo il tempo di ricostituire. Se non conosciamo più l’ambiente, lo stiamo trascurando e se ne prendiamo troppo, lo stiamo distruggendo. Senza la conoscenza dell’intelligenza di ciò che ci circonda, distruggiamo noi stessi.

Unancha di Ismael Pacheco Condoy

In residenza dal 24 ottobre al 5 novembre 2023


Un progetto musicale multidisciplinare che intende sperimentare e creare un primo live audio-visivo.

Le sperimentazioni toccano il tema del futurismo indigeno o futurismo andino.

Oltre ogni limite, ovvero del vivere quotidiano di Teatro dei Borgia

In residenza dal 15 al 22 settembre 2023


“Un limite, un confine o una frontiera sono delle linee reali o simboliche in cui contatto e conflitto si avvicendano, oppure coesistono.
Dove il confine divide? E dove, invece, unisce? Un confine può essere politico e rappresentare uno strumento di esercizio del potere; oppure simbolico, con l’intento di escludere. Ma quando il confine si fa inclusivo?”
Questo lavoro intende indagare la volontà di andare a vedere cosa c’è oltre, al di là di un confine, di studiare da un punto di vista storico e antropologico quali sono le situazioni in cui il confine, da essere schierato, diventa neutrale. Un progetto interdisciplinare di formazione, ricerca e produzione artistica focalizzato sul dialogo e lo scambio tra Pratiche e Saperi, teso alla scoperta di punti di congiunzione tra teatro d’arte, sociologia, antropologia, politica e alterità.

Walking Landscape di Moni Wespi

In residenza nei periodi 5 giugno + 2 – 6 luglio + 14 – 20 dicembre 2023


Walking Landscapes è il nuovo progetto che Moni Wespi intende esplorare insieme nel programma di residenza a ZONA K. 

Moni prosegue la ricerca, iniziata nel 2014 con il progetto Moving Portraits, sul rapporto tra l’umano e il paesaggio, sulle nostre identità e l’ambiente che ci circonda e sulla lentezza, sul concetto di rallentamento attraverso la pratica del micromovimento. Walking Landscapes vuole essere un’opera site specific e partecipata, rivolta a un quartiere e i suoi cittadini: con stampe fotografiche su stoffa Moni Wespi realizzerà costumi che riproducano porzioni degli spazi urbani scelti.

Un progetto di Moni Wespi in collaborazione con Noemi Bresciani, Marco De Meo e Fiorenza Auriemma

Direzioni possibili di Silvia Rigon

In residenza dal 2 al 14 maggio + 18 maggio 2023
Restituzione pubblica 18 maggio 2023


Si tratta di una residenza di ricerca incentrata su cosa significhi direzione artistica.

Durante il periodo di studio si vuole esplorare il rapporto tra curatela e direzione artistica attraverso il confronto con figure che ricoprono o hanno ricoperto il ruolo. La finalità è esplorare quali sono le possibilità, le direzioni e le forme che il settore dello spettacolo dal vivo potrà prendere in futuro con un’attenzione particolare ai rapporti con gli altri Paesi dell’Unione Europea e del mondo.

Nel concreto l’artista in residenza organizza delle videoconferenze pubbliche con alcune figure significative attivando un confronto attivo e ragionato che abbraccia varie sfaccettature del ruolo.

DANIELA di Giulia Scotti

In residenza dal 27 febbraio al 12 marzo + 30 settembre 2023


Ho iniziato a scrivere questo testo a febbraio del 2021, l’ho finito a dicembre dello stesso anno.
All’inizio credevo di stare scrivendo la sceneggiatura per un fumetto perché l’anno prima avevo disegnato e scritto il mio primo fumetto e mi era stato detto che era un buon lavoro e che avrei dovuto iniziare a pensare ad una nuova storia.

Ho iniziato a scrivere questo testo, per scene, come faccio sempre.
Non mi sono imposta una forma, perciò le scene sono venute lunghe, molto scritte. Quando sono arrivata alla fine del testo, non sapevo cosa fosse: era troppo scritto per essere un fumetto, troppo corto per essere un romanzo, troppo narrativo per essere una drammaturgia. Ad oggi non escludo nessuno di questi esiti.

testo e regia Giulia Scotti consulenza Alessandra Ventrella 

Generazione gLocale
Focus via Padova

Causa pioggia, la perfomance si svolgerà
in Via Russo, 23 nella palestra della scuola,
vicino al parco Trotter

performance in cuffia 
c/o Parco Trotter – Milano
ingresso via Giacosa, zona ex piscine


Posti limitati – Partecipazione gratuita con prenotazione obbligatoria
 biglietti@zonak.it – 393.8767162 


Un gruppo di adolescenti di via Padova.
Una voce in cuffia che guida il Pubblico.
Una performance urbana e partecipata in cuffia, specchio della società globale di oggi.

In quale contesto viviamo? Siamo a Milano in via Padova, in un barrio di Lima o tra le strade di Marrakesh? C’è un confine che divide la nostra provenienza? O è soltanto una questione generazionale?
Generazione gLocale è un format di teatro partecipativo che racconta le nuove generazioni superando pregiudizi e stereotipi. 

Dal 2017 ad oggi ha visto la sua realizzazione in diverse città italiane coinvolgendo adolescenti nel ruolo di Protagonisti.

Il percorso del laboratorio fatto durante questi ultimi mesi al Parco Trotter si conclude con una performance che tenta di restituire una sorta di identikit delle nuove generazioni con l’intento di attivare un dialogo, e al contempo uno scontro, tra il mondo degli Adolescenti e il mondo degli Adulti.

Una preziosa occasione per “vedere e raccontare” senza pregiudizio chi abita ogni giorno in Via Padova, come i nostri Protagonisti. 

produzione ZONA K (Milano), creazione collettiva Studenti e Studentesse dell’IC Casa del Sole – Milano, drammaturgia e regia Andrea Ciommiento, assistenza alla regia Leda Peccatori, coordinamento progettuale Federica Di Rosa, coordinamento pedagogico Anna Doneda (Project for People)progetto sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese, in collaborazione con Lapsus e Terzo Paesaggio

Residenze Digitali 2024

La quinta edizione del bando delle Residenze Digitali, un progetto del Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt), in partenariato con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto – Teatro Dimora │ La Corte Ospitale), l’Associazione ZONA K di Milano, Fondazione Piemonte dal Vivo – Lavanderia a VaporeC.U.R.A. – Centro Umbro Residenze Artistiche (La Mama Umbria Umbria International – Gestioni Cinematografiche e Teatrali/ZUT – Centro Teatrale Umbro – Micro Teatro Terra Marique – Indisciplinarte), il Centro di produzione di danza e arti performative Fuorimargine di Cagliari e l’Associazione Quarantasettezeroquattro (In\Visible Cities – Festival urbano multimediale) di Gorizia, seleziona 4 progetti che verranno seguiti durante il 2024 dalle strutture partner e dai tutor Anna Maria Monteverdi, Federica Patti, Laura Gemini e Marcello Cualbu.

Al termine del percorso, nel mese di novembre 2024, i progetti avranno un momento di emersione e confronto con i pubblici all’interno de La Settimana delle Residenze Digitali.

confronto con i pubblici all’interno de La Settimana delle Residenze Digitali.

RESIDENZE DIGITALI 2024

5^ edizione

ISCRIVITI E PARTECIPA

Il Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt), in partenariato con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto – Teatro Dimora │ La Corte Ospitale), l’Associazione ZONA K di Milano, Fondazione Piemonte dal Vivo – Lavanderia a VaporeC.U.R.A. – Centro Umbro Residenze Artistiche (La Mama Umbria Umbria International – Gestioni Cinematografiche e Teatrali/ZUT – Centro Teatrale Umbro – Micro Teatro Terra Marique – Indisciplinarte), il Centro di produzione di danza e arti performative Fuorimargine di Cagliari e l’Associazione Quarantasettezeroquattro (In\Visible Cities – Festival urbano multimediale) di Gorizia, lanciano il presente bando per la selezione di n° 4 progetti di Residenza Digitale da svilupparsi nel corso dell’anno 2024. 

L’intento è quello di stimolare le artiste e gli artisti delle performing arts all’esplorazione dello spazio digitale, come ulteriore o diversa declinazione della loro ricerca autoriale. 

Dovrà trattarsi di progettualità artistiche legate ai linguaggi della scena contemporanea e della performance, che nascano direttamente per l’ambiente digitale o che in esso trovino un ambito funzionale ed efficace all’esplicitarsi dell’idea artistica. A titolo di esempio: non si tratta di presentare percorsi di lettura o riprese video di testi o spettacoli esistenti o da farsi, bensì di concepire progetti artistici che abbiano nello spazio web il loro habitat ideale, indicando le modalità di fruizione e interazione da parte dello spettatore. Il progetto può anche prevedere la compresenza di una dimensione dal vivo che affianchi quella digitale, che però deve restare prevalente. Le artiste e gli artisti partecipanti dovranno anche specificare se può risultare utile l’eventuale concessione di un periodo di residenza dal vivo, negli spazi gestiti dai partner dell’azione, o durante il periodo di ricerca (per registrazioni di materiali video, o altro), o nel periodo finale di allestimento. In ogni caso, tutti i progetti devono prevedere una restituzione on-line aperta al pubblico, da tenersi nel corso del mese di novembre 2024.

Ciascuna delle 4 proposte vincitrici riceverà un contributo di residenza di 4.500 euro + iva + messa a disposizione dell’alloggio e di uno spazio di lavoro per l’eventuale periodo di residenza in presenza. Il compenso sarà pagato dietro la presentazione di regolare fattura. 

I promotori del presente bando hanno individuato in Marcello Cualbu, Laura Gemini, Anna Maria Monteverdi e Federica Patti, quattro esperti nell’ambito della creazione digitale che, insieme con i curatori del progetto, saranno i tutor degli artisti durante lo sviluppo dei loro progetti.

I lavori vincitori potranno avvalersi anche di altri contributi produttivi forniti da ulteriori soggetti dello spettacolo, ovvero non si richiede loro alcun vincolo di esclusiva per ciò che riguarda la produzione che resta nell’assoluta disponibilità gestionale degli artisti. 

Le artiste e gli artisti interessati a partecipare alla selezione dovranno entrare nel portale www.ilsonar.it e selezionare le pagine relative a bando Residenze Digitali e compilare i campi richiesti dal modulo di partecipazione online. Verranno richiesti loro: 

1) una presentazione dell’artista o della compagnia (massimo 1.000 battute);

2) una descrizione del progetto di Residenza Digitale che si intende realizzare, indicando anche se sono necessari uno o più periodi di residenza dal vivo presso gli spazi gestiti dai partner dell’azione (massimo 2.000 battute);

3) l’indicazione di un partner tecnico (programmatore, webmaster, fornitore di specifico know-how) che supporti le necessità dell’opera;

4) un allegato di tipo non testuale che possa illustrare le modalità di realizzazione on-line previste e/o immaginate (video, audio, pdf, PowerPoint), che potrà essere caricato come allegato o fornito come link esterno.

I materiali sopra descritti dovranno essere caricati online entro le ore dodici (mezzogiorno) di giovedì 22 febbraio 2024.

È possibile che gli organizzatori invitino alcuni degli artisti a un colloquio conoscitivo, da realizzarsi in videoconferenza, nel periodo 25-29 marzo, con i candidati che avranno superato la prima fase della selezione. 

All’atto di invio dei propri materiali, gli artisti e le compagnie accettano implicitamente tutte le norme contenute nel presente bando.Con il presente bando, il Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt), in partenariato con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto – Teatro Dimora │ La Corte Ospitale), l’Associazione ZONA K di Milano, Fondazione Piemonte dal Vivo – Lavanderia a VaporeC.U.R.A. – Centro Umbro Residenze Artistiche (La Mama Umbria Umbria International – Gestioni Cinematografiche e Teatrali/ZUT – Centro Teatrale Umbro – Micro Teatro Terra Marique – Indisciplinarte), il Centro di produzione di danza e arti performative Fuorimargine di Cagliari e l’Associazione Quarantasettezeroquattro (In\Visible Cities – Festival urbano multimediale) di Gorizia, vogliono sviluppare un dialogo sempre più ampio e fruttuoso tra spettacolo dal vivo e pensiero creativo applicato allo spazio digitale, esplorando un’opportunità di creazione che apre nuove sfide formali e concettuali, produce contenuti artistici innovativi e affianca le forme consuete di fruizione dello spettacolo dal vivo.

Contributi pubblici

Anno 2018

Anno 2019

Anno 2020

Anno 2021

Anno 2022

Residenze Digitali 2023

La quarta edizione del bando delle Residenze Digitali, un progetto ideato e promosso dal Centro di Residenza della Toscana (ArmuniaCapoTrave/Kilowatt), in partenariato con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto – Teatro DimoraLa Corte Ospitale), l’Associazione ZONA K di Milano, Fondazione Piemonte dal Vivo – Lavanderia a Vapore, a cui si aggiungono quest’anno altre due realtà: C.U.R.A. – Centro Umbro Residenze Artistiche (La Mama Umbria Umbria International – Gestioni Cinematografiche e Teatrali/ZUT – Centro Teatrale Umbro – Micro Teatro Terra Marique – Indisciplinarte) e la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, seleziona 4 progetti che vengono seguiti per sette mesi dalle strutture partner e dalle tre tutor, Anna Maria Monteverdi, Federica Patti e Laura Gemini.

Al termine del percorso, nel mese di novembre 2023, i progetti avranno un momento di emersione e confronto con i pubblici all’interno de La Settimana delle Residenze DigitalI.

IL BANDO 2023
I PROGETTI SELEZIONATI 2023
LA SETTIMANA DELLE RESIDENZE DIGITALI 2023

I 4 PROGETTI VINCITORI DI RESIDENZE DIGITALI 2023

Sono stati selezionati i 4 progetti vincitori della quarta edizione del bando delle residenze digitali, un progetto ideato e promosso dal Centro di Residenza della Toscana (ArmuniaCapoTrave/Kilowatt), in partenariato con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto – Teatro DimoraLa Corte Ospitale), l’Associazione ZONA K di Milano, Fondazione Piemonte dal Vivo – Lavanderia a Vapore, a cui si aggiungono quest’anno altre due realtà: C.U.R.A. – Centro Umbro Residenze Artistiche (La Mama Umbria Umbria International – Gestioni Cinematografiche e Teatrali/ZUT – Centro Teatrale Umbro – Micro Teatro Terra Marique – Indisciplinarte) e la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza.

I progetti selezionati sono: Il Teatropostaggio da un Milione di Dollari di MALTE & Collettivo ØNAR, Ai Love, Ghosts and Uncanny Valleys <3 di Mara Oscar Cassiani, Citizens di Simone Verduci, con la consulenza per il concept coreografico e la regia di Ariella Vidach, Humanverse di Martin Romeo.

I lavori sono stati selezionati da una giuria di rappresentanti dei 9 partner organizzatori e dalle 3 tutor, le studiose Laura Gemini, Anna Maria Monteverdi, Federica Patti.

Ogni compagnia artistica riceverà un contributo di 4000 euro + iva e sarà affiancata, nello sviluppo e nella realizzazione del lavoro, dai partner e dalle tutor. L’esito del processo creativo sarà una prima restituzione in un festival diffuso, sia live che online, che si terrà dal 21 al 26 novembre 2023.

Una residenza artistica digitale è un’occasione di studio, sperimentazione, creazione, per la realizzazione di opere in uno spazio nuovo, quello del digitale, con tutte le implicazioni estetiche, tecniche e relazionali che ne derivano. Si tratta di una possibilità che arricchisce il percorso degli artisti, offrendo nuove prospettive a organizzatori, operatori culturali, e agli stessi spettatori.

“Residenze Digitali è ormai diventato un ponte tra il teatro, la danza e la creazione online. È un ponte ancora fragile, per nulla sorretto dal sistema istituzionale e che fronteggia la diffidenza di una parte consistente del mondo teatrale, ma la rete dei partner non si arrende e, anzi, si rinforza ogni anno, nel portare avanti una proposta che, secondo noi, ha il merito di aprire nuove strade alla creatività, senza nulla togliere ai contesti già esistenti, ma ampliando le possibilità in campo, a favore degli artisti”. Lucia Franchi e Luca Ricci, coordinatori di Residenze Digitali insieme ad Armunia

I PROGETTI SELEZIONATI

IL TEATROPOSTAGGIO DA UN MILIONE DI DOLLARI di MALTE & Collettivo ØNAR

Lo shitposting è la condivisione in chat o sui social di contenuti scadenti o fuori contesto, con l’obiettivo di deragliare il senso del discorso. Tali contenuti sono spesso riconducibili alla sfera memetica, dunque ad assemblaggi di immagini, video e testi: una dialettica tra scritto e icona assimilabile a quella tra parola e palco.
Ma cosa succede se si utilizza lo shitposting per “schiantare” i paradigmi drammaturgici?
Giacomo Lilliù (ideazione e curatela performativa) e Pier Lorenzo Pisano (curatela drammaturgica) hanno selezionato 4 dei più popolari creatori di contenuti memetici sulla base della loro capacità di coniugare immediatezza e complessità. Dal 2023, il gruppo di lavoro partecipa a una serie di incontri mensili, con l’intento di avvicinare la sfera teatrale alle sensibilità dei selezionati e comporre dei materiali testuali da consegnare a 4 attori professionisti in residenza artistica. Il percorso trova attuazione tanto nello spazio fisico del teatro, con showcase aperti al pubblico, quanto nella dimensione virtuale, con sessioni di produzione estemporanea, in cui i memer inizializzano thread di scrittura creativa, arricchiti dai commenti delle loro community; durante queste sessioni gli attori interagiscono tramite tastiera, ma anche storie o reel, ricercando una performatività reagente alla specificità dei social media.
Il materiale raccolto durante il progetto sarà condiviso su un portale web dedicato: un palinsesto ispirato dalla Million Dollar Homepage, mosaico pubblicitario e vero reperto della storia internettiana. Il sito, accessibile in anteprima durante la Settimana delle Residenze Digitali, renderà disponibili testi, video, meme, saggi e interviste: un archivio di questa prima incursione in un territorio ancora in ampia parte vergine.

L’Associazione Culturale MALTE nasce nel 2006 a Imola. Dal 2009 si è trasferita nelle Marche, dove ha realizzato rassegne, produzioni anche site-specific, progetti e laboratori. Tra i progetti recenti: Cronache del bambino anatra di Sonia Antinori, con Maria Ariis e Carla Manzon, regia di Gigi Dall’Aglio, e Nella giungla delle città. L’irruzione del reale, vincitore del bando MiBACT MigrArti Spettacolo 2018, un lavoro con immigrati e migranti che trae ispirazione dall’omonimo testo di Brecht. Collettivo ØNAR è un gruppo informale formato nel 2015 da nove artisti provenienti da settori diversi, tutti nati all’inizio degli anni Novanta. Il collettivo agisce come frangia indipendente all’interno delle attività di MALTE, nel solco di una ricerca articolata fra performance teatrali, produzioni filmiche e videoartistiche, progetti musicali, arti figurative e tecnologie web.

ideazione e curatela performativa Giacomo Lilliù curatela drammaturgica Pier Lorenzo Pisano con i memer Giulio Armeni (www.instagram.com/filosofia_coatta), Matteo Grilli, (www.fb.com/opupazzo), Davide Raggio (www.instagram.com/ravidememe), Daniele Zinni (www.instagram.com/inchiestagram) e quattro attori in via di definizione con il sostegno di Fondo 2022 e Inteatro Residenze con il patrocinio del CIRCe (Centro Interdisciplinare di Ricerca sulla Comunicazione) dell’Università di Torino produzione esecutiva MALTE


AI LOVE, GHOSTS AND UNCANNY VALLEYS <3 di MARA OSCAR CASSIANI

Possiamo innamorarci di una Ai (intelligenza artificiale) e poi decidere di lasciarla? Amici Virtuali, avatar che posseggono profili Instagram e ci danno consigli, Ai che diventano i partner nella vita affettiva. In molti modi, sembra la relazione perfetta, perché si potrebbe sempre fare affidamento sul compagno di intelligenza artificiale, sempre disponibile a fornire compagnia e comprensione. Mentre aumentano le relazioni reali sparite in preda al ghosting (la scomparsa di qualcuno senza spiegazioni), le relazioni con le Ai crescono. I corpi, che sembrano spesso semi coscienti con un dispositivo in mano, vivono una seconda vita emotiva e reale sulle piattaforme social e Ai. Le Ai colmano i vuoti degli umani che infondono in loro quello che Gilbert Ryle nel 1949 chiamava il Ghost, l’anima nella macchina. Eppure, questo meccanismo di estrema umanizzazione diventa aberrante: quanto più la Ai assomiglia all’umano, tanto più gli utenti sono sconvolti (effetto Uncanny Valley). Il processo del progetto oscilla tra storytelling di YouTube e momenti di realtà aumentata. L’obiettivo è narrare ma anche dare una dimostrazione performativa della coesistenza di un rapporto tra Ai, in forma di avatar virtuali e utenti, e l’impatto sulla presenza corpo e sul nostro comportamento dell’uso dei device come tramite comunicativo.

Mara Oscar Cassiani è un’artista wifi-based che lavora nel campo della performance, della coreografia, dei linguaggi digitali, del ritual clubbing, esplorati attraverso pratiche performative live, sia offline che online. La sua ricerca è incentrata sulla creazione di un’iconografia contemporanea, in cui le nuove grammatiche e i rituali sono mutuati dal mondo di internet, dalle sottoculture, dagli avatar e dall’immaginario del brutal capitalismo.Il rapporto che intrattiene con il pubblico, in una dimensione allargata – sia live che mediata – viene esplorato, attraverso questi immaginari visivi, in allestimenti performati in luoghi open space o in spazi virtuali open source. La performance risultante diventa un flusso di immagini, un continuo scroll-down tra estratti di cultura avatar, folklore rituale, folklore digitale e di riappropriazione nei confronti del linguaggio capitalista. L’artista ci restituisce così un’istantanea globale, un “fast food visivo” tra kitsch, cruda ritualità e apocalisse.

di Mara Oscar Cassiani 
performers Ai, Avatars, Utenti in relazioni con Ai, Mara Oscar
dialoghi MOC + Ai 
testi MOC + Ai
assistenti alla tecnica Matteo Ascani


CITIZENS di SIMONE VERDUCI / ARIELLA VIDACH

Citizens è un progetto di arte performativa e partecipativa immaginato per lo spazio virtuale che ripercorre la definizione di eterotopia enunciata dal filosofo Michele Foucault, usata per indicare quegli spazi che hanno la particolare caratteristica di essere connessi a tutti gli altri spazi, ma in modo tale da sospendere, neutralizzare o invertire l’insieme dei rapporti che essi stessi designano, riflettono o rispecchiano. In tale senso il progetto mira ridefinire attraverso tecniche di render e fotogrammetria le città che abitiamo, offrendo ai corpi la possibilità di modificare le relazioni economiche e sociologiche che li determinano.

Il movimento diventa il motore di questo attraversamento. L’ambiente virtuale realizzato si configura sovrapponendo in un solo luogo diverse localizzazioni apparentemente incompatibili (un carcere, una moschea, un giardino, una stazione, un’imbarcazione, un museo), all’interno del quale il fruitore potrà collocarsi e navigare. Grazie all’utilizzo di Plask, un’applicazione che permette di trasformare i corpi in movimento in avatar, sarà possibile per l’utente abitare i nuovi spazi riconfigurati virtualmente con il programma UNITY, dando un contributo personale all’installazione.

Simone Verduci è un creative technologist e new media artist. La sua ricerca è incentrata sullo sviluppo e l’applicazione di nuove tecnologie per l’arte e il design, con uno sguardo sempre attento al contemporaneo e alla multidisciplinarietà. Ariella Vidach si forma a New York negli anni Ottanta, dove ha modo di approfondire il lavoro con i protagonisti della danza postmoderna americana. Torna a Milano nel 1990 e nel 1996 fonda la Compagnia di danza Ariella Vidach – AiEP, con la quale produce performance multimediali che affiancano alla ricerca coreografica l’interesse per il rapporto tra corpo e tecnologia. Nel 2017 AiEP riceve il prestigioso riconoscimento “Premio Speciale” nei Premi della danza svizzera per la ricerca e l’innovazione del linguaggio.

concept e disegno interattivo VR Simone Verduci
modellazione, animazione e programmazione ambienti interattivi VR Simone Assi
disegno sonoro in VR Franco Conte
coreografie interattive in VR Sofia Casprini
tutor per concept coreografico e regia Ariella Vidach
tutor per concept disegno interattivo VR e regia Claudio Prati


HUMANVERSE di MARTIN ROMEO  

Una ricerca sul post-umano che considera tutti gli attori presenti come parte di un ecosistema: elementi fisici, non fisici, digitali, virtuali e phigital. Il metaverso è parte di questo nuovo ecosistema-mondo con il quale dobbiamo interfacciarci in vista della nascita di una nuova “civiltà”.
Humanverse ci porta a riflettere sulla questione antropologica del corpo, in una realtà in cui vengono contrapposti mondi fatti di nuove alleanze tra specie diverse e abitati da esseri permeabili, ibridi e molteplici, come le creature fantastiche inventate da Carrington.

Che farcene della nostra materia quando tutto è sempre più immersivo? In un mondo sempre più propenso all’immersività, quali priorità si vuole stabilire?
Lo sviluppo di queste tematiche darà vita a elaborati audiovisivi generati con piattaforme AI (MidJourney, OpenAI, ChatGPT) che saranno presentati al fine di instaurare dialoghi e scambi. Lo spettatore potrà accedere a questo ambiente sia da computer che da smartphone tramite un avatar, avrà modo di interagire fisicamente grazie all’impiego di visori Quest 2 messi a disposizione durante le restituzioni pubbliche. Potrà partecipare all’esperienza in tempo reale, vivere all’interno di questo ecosistema e farlo evolvere.

Martin Romeo è un artista multimediale Italiano cresciuto in Argentina, la cui ricerca è rivolta all’arte interattiva, spaziando tra videoinstallazioni e performance di danza. Partecipa a numerosi festival internazionali, tra cui File – Electronic Language International Festival in Brasile e all’ International Sarajevo Winter Festival in Bosnia-Erzegovina. I suoi lavori sono stati esposti al Minsheng Art Museum in Cina, all’ IMRC Center in US, e a varie biennali, tra cui la 54° Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia e la 15° BJCEM in Grecia. Ha creato diversi progetti culturali ed è direttore artistico del Toolkit Festival di Venezia e Screening Festival di Trieste. Insegna all’Università ISIA e all’ Accademia di Belle Arti di Urbino.

RESIDENZE DIGITALI 2023

Il Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt), in partenariato con
l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna
(L’arboreto – Teatro Dimora │ La Corte Ospitale), l’Associazione ZONA K di Milano, Fondazione
Piemonte dal Vivo – Lavanderia a Vapore, C.U.R.A. – Centro Umbro Residenze Artistiche (La
Mama Umbria Umbria International – Gestioni Cinematografiche e Teatrali/ZUT – Centro Teatrale
Umbro – Micro Teatro Terra Marique – Indisciplinarte) e la Fondazione Teatro Comunale Città di
Vicenza lanciano il presente bando per la selezione di n° 4 progetti di Residenza Digitale da
svilupparsi nel corso dell’anno 2023
.

L’intento è quello di stimolare gli artisti delle performing arts all’esplorazione dello spazio digitale,
come ulteriore o diversa declinazione della loro ricerca autoriale.
Dovrà trattarsi di progettualità artistiche legate ai linguaggi della scena contemporanea e della
performance, che nascano direttamente per l’ambiente digitale o che in esso trovino un ambito
funzionale ed efficace all’esplicitarsi dell’idea artistica. A titolo di esempio: non si tratta di presentare
percorsi di lettura o riprese video di testi o spettacoli esistenti o da farsi, bensì di concepire progetti
artistici che abbiano nello spazio web il loro habitat ideale, indicandone anche le modalità di fruizione
e interazione da parte dello spettatore, che può anche prevedere la compresenza di una dimensione
dal vivo, che affianchi quella digitale, che però deve restare prevalente. Gli artisti partecipanti
dovranno anche specificare se può risultare utile l’eventuale concessione di un periodo di residenza
dal vivo, negli spazi gestiti dai partner dell’azione, o durante il periodo di ricerca (per registrazioni di
materiali video, o altro), o nel periodo finale di allestimento. In ogni caso, tutti i progetti devono
prevedere una restituzione on-line aperta al pubblico, da tenersi nel corso del mese di
novembre 2023.


Ciascuna delle 4 proposte vincitrici riceverà un contributo di residenza di 4.000 euro + iva +
messa a disposizione dell’alloggio e di uno spazio di lavoro per l’eventuale periodo di
residenza in presenza
. Il compenso sarà pagato dietro la presentazione di regolare fattura.


I promotori del presente bando hanno individuato in Laura Gemini, Anna Maria Monteverdi e
Federica Patti tre esperte nell’ambito della creazione digitale che saranno le tutor degli artisti durante
lo sviluppo dei loro progetti: ciascuna di loro seguirà specificamente 2 dei 4 progetti vincitori.


Con il presente bando, il Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt),
l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna
(L’arboreto – Teatro Dimora │ La Corte Ospitale), l’Associazione ZONA K di Milano, Fondazione
Piemonte dal Vivo – Lavanderia a Vapore, C.U.R.A. – Centro Umbro Residenze Artistiche (La
Mama Umbria Umbria International – Gestioni Cinematografiche e Teatrali/ZUT – Centro Teatrale
Umbro – Micro Teatro Terra Marique – Indisciplinarte) e la Fondazione Teatro Comunale Città di
Vicenza vogliono sviluppare un dialogo sempre più ampio e fruttuoso tra spettacolo dal vivo e
pensiero creativo applicato allo spazio digitale, esplorando un’opportunità di creazione che apre
nuove sfide formali e concettuali, produce contenuti artistici innovativi e affianca le forme consuete
di fruizione dello spettacolo dal vivo.

Residenze Digitali 2022

La terza edizione di Residenze Digitali, il progetto promosso dal Centro di Residenze della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt) in partenariato con AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’Arboreto-Teatro Dimora di MondainoLa Corte Ospitale), la Fondazione Luzzati Teatro della Tosse di Genova, ZONA K di Milano, Piemonte dal Vivo / Lavanderia a Vapore e Fondazione RomaEuropa seleziona 6 progetti che vengono seguiti per sette mesi dalle strutture partner e dalle tre tutor, Anna Maria Monteverdi, Federica Patti e Laura Gemini.

Al termine del percorso, dall’8 al 13 novembre2022, i progetti avranno un momento di emersione e confronto con i pubblici all’interno de La Settimana delle Residenze Digitali.

IL BANDO 2022
I PROGETTI SELEZIONATI 2022
LA SETTIMANA DELLE RESIDENZE DIGITALI 2022

I 6 PROGETTI VINCITORI DI
RESIDENZE DIGITALI 2022

La terza edizione di Residenze Digitali, il progetto promosso dal Centro di Residenze della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt) in partenariato con AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’Arboreto-Teatro Dimora di MondainoLa Corte Ospitale), la Fondazione Luzzati Teatro della Tosse di Genova, ZONA K di Milano, Piemonte dal Vivo / Lavanderia a Vapore e Fondazione RomaEuropa seleziona 6 progetti che vengono seguiti per sette mesi dalle strutture partner e dalle tre tutor, Anna Maria Monteverdi, Federica Patti e Laura Gemini.

Al termine del percorso, a metà di novembre 2022, i progetti avranno un momento di emersione e confronto con i pubblici all’interno de La Settimana delle Residenze Digitali.

I PROGETTI SELEZIONATI

Whatever Happens in a Screen Stays in a Screen, della coreografa e danzatrice Chiara Taviani – fondatrice insieme a Carlo Massari di C&C Company – è un’indagine sulla trasformazione dell’immagine e sul senso dell’immagine stessa, tramite l’uso del green screen. Obiettivo del progetto è la realizzazione di un’opera semi-cinematografica realizzata con interpreti a distanza e creata integralmente da casa tramite computer, con l’esito di un mini-film trasmesso online.

Kamilia Kard con Toxic Garden – Dance Dance Dance: una performance partecipativa online che si svolge all’interno di Toxic Garden, una mappa di Roblox progettata da Kamilia Kard. In questo metaverso, gli avatar dei partecipanti – che accedendo all’ambiente perdono la propria individualità per essere rivestiti da skin customizzate – danzano insieme, sincronizzandosi automaticamente ai movimenti dell’avatar dell’artista. Riflettendo sui comportamenti tossici dell’essere umano e ispirandosi alle difese delle piante velenose, Kamilia, insieme a quattro ballerine professioniste, ha immaginato una coreografia in grado di parlare, avvertire e in qualche modo reagire agli atteggiamenti manipolatori. Al di fuori della performance questi passi, catturati ed elaborati da un’intelligenza artificiale, restano a disposizione sulla mappa dell’artista e possono essere utilizzati dai visitatori come unità singole di espressione, un pacchetto di emotes originali che consente a ciascuno di dare vita a una propria personale coreografia di passi e di emozioni.

ultravioletto con Hello Word! È un progetto che indaga il dualismo tra la vita e la morte attraverso un videogioco che offre agli utenti un’esplorazione interattiva in multiplayer: l’utente si muove in uno spazio virtuale e sonoro e viene stimolato anche cognitivamente attraverso l’incontro di messaggi sulla vita e la morte estrapolati grazie a un software di scraping che raccoglie i dati dai social. Hello world! è un videogioco che non ha obiettivi ma suscita la contemplazione e la cognizione di uno spazio dove vita e morte sono sullo stesso piano e spetta all’utente trarne un suo pensiero critico.

BOTH INDUSTRIES con STILL WALKING, ON AIR Una performance live multimediale che, con un tocco ironico e surreale, cattura istantanee fittizie del mondo digitale contemporaneo, in cui le dinamiche sociali sono guidate da algoritmi di controllo in uno stato di frenetica immobilità. La performance prende vita all’interno di una piattaforma di video streaming, resa popolare per la sua capacità di creare comunità attorno a dirette live grazie all’avanzato sistema di interazione tra gli streamer, ovvero i creatori di contenuti online, ed il loro pubblico. Il progetto scaturisce da un percorso di lettura e rielaborazione dei linguaggi estetici, regole compositive e formati performativi che accomunano molti prodotti audiovisivi diffusi in rete, coinvolgendo gli spettatori nell’esplorazione di scenari perturbanti scanditi dalla ripetizione di pattern visivi, modelli gestuali e temi musicali.

gruppo nanou con THEM [immagine-movimento] È un progetto che ha l’obiettivo di coreografare un movimento e un movimento di ripresa, di portare la telecamera all’interno del dispositivo coreografico così che lo sguardo e la dinamica della ripresa diventino l’oggetto della performance. Riflettendo sull’uso del video online, da sempre curiosi di mezzi e modi per indagare il linguaggio coreografico, proseguendo la ricerca e la relazione con il linguaggio cinematografico e visivo che contraddistingue l’operato di nanou, la compagnia indaga il video per sperimentare modalità di ripresa attraverso l’uso di action cam e trasformare la ripresa video in azione coreutica. L’immagine viene proposta come azione per determinare una immersività nella coreografia.

Teatrino Giullare con Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini. Un progetto di web serie teatrale il cui soggetto è tratto dall’Orestea di Eschilo, a partire dall’eccezionale traduzione che ne fece Pier Paolo Pasolini. L’Orestea è l’opera dei punti di vista a partire da quello degli dèi che osservano dall’alto, a quello del coro che osserva a distanza, fino a quello dei personaggi immersi nella tragedia. L’idea fondante del progetto è di ampliare la questione dei diversi punti di vista posti dal testo filmando le azioni e le situazioni con un drone e videocamera 360 gradi concedendo allo spettatore la possibilità di guardarsi attorno, anzi di scegliere il proprio punto di vista, di scegliere cosa guardare. Il video realizzato a 360 gradi viene caricato a puntate su YouTube e può essere visualizzato con cuffie VR, tramite il computer esplorando l’ambiente circostante mediante l’uso del mouse o tramite uno smartphone.

RESIDENZE DIGITALI 2023

Il Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt), in partenariato con  l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna  (L’arboreto – Teatro Dimora │ La Corte Ospitale), l’Associazione ZONA K di Milano, Fondazione  Piemonte dal Vivo – Lavanderia a VaporeC.U.R.A. – Centro Umbro Residenze Artistiche (La  Mama Umbria Umbria International – Gestioni Cinematografiche e Teatrali/ZUT – Centro Teatrale  Umbro – Micro Teatro Terra Marique – Indisciplinarte) e la Fondazione Teatro Comunale Città di  Vicenza lanciano il presente bando per la selezione di n° 4 progetti di Residenza Digitale da  svilupparsi nel corso dell’anno 2023.  

L’intento è quello di stimolare gli artisti delle performing arts all’esplorazione dello spazio digitale,  come ulteriore o diversa declinazione della loro ricerca autoriale.  

Dovrà trattarsi di progettualità artistiche legate ai linguaggi della scena contemporanea e della  performance, che nascano direttamente per l’ambiente digitale o che in esso trovino un ambito  funzionale ed efficace all’esplicitarsi dell’idea artistica. A titolo di esempio: non si tratta di presentare  percorsi di lettura o riprese video di testi o spettacoli esistenti o da farsi, bensì di concepire progetti  artistici che abbiano nello spazio web il loro habitat ideale, indicandone anche le modalità di fruizione  e interazione da parte dello spettatore, che può anche prevedere la compresenza di una dimensione  dal vivo, che affianchi quella digitale, che però deve restare prevalente. Gli artisti partecipanti  dovranno anche specificare se può risultare utile l’eventuale concessione di un periodo di residenza  dal vivo, negli spazi gestiti dai partner dell’azione, o durante il periodo di ricerca (per registrazioni di  materiali video, o altro), o nel periodo finale di allestimento. In ogni caso, tutti i progetti devono  prevedere una restituzione on-line aperta al pubblico, da tenersi nel corso del mese di  novembre 2023. 

Ciascuna delle 4 proposte vincitrici riceverà un contributo di residenza di 4.000 euro + iva +  messa a disposizione dell’alloggio e di uno spazio di lavoro per l’eventuale periodo di residenza in presenza. Il compenso sarà pagato dietro la presentazione di regolare fattura.  

I promotori del presente bando hanno individuato in Laura Gemini, Anna Maria Monteverdi e  Federica Patti tre esperte nell’ambito della creazione digitale che saranno le tutor degli artisti durante  lo sviluppo dei loro progetti: ciascuna di loro seguirà specificamente 2 dei 4 progetti vincitori.  

I lavori vincitori potranno avvalersi anche di altri contributi produttivi forniti da ulteriori soggetti dello  spettacolo, ovvero non si richiede loro alcun vincolo di esclusiva per ciò che riguarda la produzione  che resta nell’assoluta disponibilità gestionale degli artisti.  

Gli artisti interessati al partecipare alla selezione dovranno entrare nel portale www.ilsonar.it,  selezionare le pagine relative a bando Residenze Digitali e compilare i campi richiesti dal modulo  di partecipazione online. Verranno richiesti loro:  

1) una presentazione dell’artista o della compagnia (massimo 1.000 battute); 

2) una descrizione del progetto di Residenza Digitale che si intende realizzare, indicando anche se  sono necessari uno o più periodi di residenza dal vivo presso gli spazi gestiti dai partner  dell’azione (massimo 2.000 battute); 

3) l’indicazione di un partner tecnico (programmatore, webmaster, fornitore di specifico know-how)  e della piattaforma che supporti le necessità tecniche dell’opera; 

4 l’indicazione se sia o meno necessaria una residenza in presenza, presso uno degli spazi gestiti  dai partner dell’azione;

5) un allegato di tipo non testuale che possa illustrare le modalità di realizzazione on-line previste  e/o immaginate (video, audio, pdf, PowerPoint), che potrà essere caricato come allegato o fornito  come link esterno. 

I materiali sopra descritti dovranno essere caricati online entro le ore dodici (mezzogiorno) di  giovedì 16 febbraio 2023. 

É possibile che gli organizzatori invitino alcuni degli artisti a un colloquio conoscitivo, da realizzarsi  in videoconferenza, nel periodo 17-21 marzo, con i candidati che avranno superato la prima fase  della selezione.  

All’atto di invio dei propri materiali, gli artisti e le compagnie accettano implicitamente tutte le norme  contenute nel presente bando. 

Con il presente bando, il Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt), l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna  (L’arboreto – Teatro Dimora │ La Corte Ospitale), l’Associazione ZONA K di Milano, Fondazione  Piemonte dal Vivo – Lavanderia a VaporeC.U.R.A. – Centro Umbro Residenze Artistiche (La  Mama Umbria Umbria International – Gestioni Cinematografiche e Teatrali/ZUT – Centro Teatrale  Umbro – Micro Teatro Terra Marique – Indisciplinarte) e la Fondazione Teatro Comunale Città di  Vicenza vogliono sviluppare un dialogo sempre più ampio e fruttuoso tra spettacolo dal vivo e  pensiero creativo applicato allo spazio digitale, esplorando un’opportunità di creazione che apre  nuove sfide formali e concettuali, produce contenuti artistici innovativi e affianca le forme consuete  di fruizione dello spettacolo dal vivo.

Amazon Crime di BR Franchi, Pasello, Canal, Vicardi

[date in via di definizione]


Quattro settimane a Natale. Un centro di smistamento della Papua Inc., negozio online con sedi in metà del mondo. Nelle brevi pause fra gli estenuanti turni di lavoro affiorano le storie dei personaggi: tra loro si chiamano con soprannomi, perché i nomi non li ricordano più.

C’è Granata, comunista della vecchia guardia tifosissimo del Torino; c’è Quintacasa, astrologa dilettante che attende di riscuotere un credito dalle stelle; c’è Tamara, giovane artista che collezione ed espone oggetti con difetti di fabbricazione; e infine Stakanov, l’unico che a Papua non ci è finito ma ci è entrato consapevolmente, forse per paura di quello che c’era fuori. E poi i dipendenti degli uffici, gli stagisti, i camionisti, un medico killer che occulta le morti sul lavoro e un sindacalista passato dalla parte dei padroni.

Le assurde storie dei personaggi si intrecciano con quelle vere legate al mondo di Amazon. Come Jeff Lockhart Jr, morto a 29 anni di arresto cardiaco per la spossatezza durante un turno di lavoro. Telesfora Escamilla, investita e uccisa da un camionista costretto a recapitare più di 100 pacchi in un solo giorno. Gli ex dipendenti licenziati dopo la prima diagnosi di cancro, in quanto “improduttivi”.

Tra realtà e finzione verranno alla luce tutti i crimini della più grande multinazionale della nostra epoca, fino al delitto per eccellenza, l’Amazon Crime: il furto del tempo.  Una consegna in 5 minuti viene pagata con l’intera vita di chi muore alla guida di un camion. E mentre i nostri personaggi, come gli elfi della Lapponia, impacchettano e consegnano i doni in tutto il mondo, la rivoluzione serpeggia tra chi non ne può più di abusi e sopraffazioni…

Il progetto è molto semplice e si fonda quasi unicamente sulla buona riuscita della recitazione. Buona parte del periodo di residenza verrebbe dedicata alla costruzione dei personaggi e alla ricerca dei tempi drammatici.  La partenza sarebbe lo studio e l’analisi del testo, tramite una prima analisi a tavolino con la possibilità di effettuare tagli e modifiche o integrare idee emerse durante la lettura.

Va da sé: ogni spettacolo ha bisogno di un confronto con il pubblico. Bisogno doppiamente maggiore se si tratta di una commedia, triplamene se affronta tematiche politiche, rischiando nel primo caso di non far ridere, nel secondo di cadere nella retorica. Il lavoro in residenza sarà quindi orientato alla produzione di almeno un primo studio.

con Maria Bacci Pasello, Maria Canal, BR Franchi, Riccardo Vicardi, testo e regia: BR Franchi

MIXTAPE di Daniele Turconi

In residenza dal 14 – 27 novembre 2022


Mixtape è una serata di prosa con musica in cui racconti di esistenze malandate e surreali si mischiano con atmosfere dance, house, electro, noise e post-core, in uno spettacolo in cui la forma classica del racconto breve incontra le atmosfere tribali delle discoteche e della club culture. I racconti si susseguono uno dopo l’altro come in una sorta di compilation, le storie prendono forma attraverso la musica, scavate nella voce e nel corpo del narratore, alla ricerca di una forma nuova del più tradizionale teatro-canzone.

regia e drammaturgia Daniele Turconi, musiche e design audio Gianluca Agostini, collaborazione ai testi Alice Provenghi, primo spettatore Stefano Cordella, con Daniele Turconi e Gianluca Agostini, una produzione Elsinor e Gli Scarti La Spezia

[Progetto in via di definizione] di Massimo Furlan

In residenza dal 24 ottobre – 3 novembre 2022


Massimo Furlan è stato invitato in residenza da ZONA K dopo un primo incontro nella primavera di quest’anno che ha messo in luce caratteristiche simili e complementari di ricerca e di interesse e soprattutto ha fatto scattare una scintilla tra il desiderio dell’artista di attivare un percorso di ricerca artistica a Milano e quello di ZONA K di continuare a stimolare la riflessione e la pratica di progetti partecipati e site specific. Una vera e propria tappa n. 0 di ricerca sul territorio, di conoscenza delle persone, di lunghi percorsi tra le strade cittadine, i luoghi storici e popolari, di ricerca di quell’anima aperta che per tanto tempo ha contraddistinto Milano. Una fase iniziale che s’interroga però su quali punti soffermarsi in dialogo con una serie di soggetti e di persone coinvolti.


Massimo Furlan, nasce da genitori italiani a Losanna. Il filo conduttore dei suoi progetti è la biografia. Il suo lavoro è incentrato sulla memoria: ogni opera affonda le sue radici in un aneddoto, una storia vera, fatta di elementi semplici. Dall’aneddoto si passa alla narrazione, alla costruzione della finzione. Mai infastidito dalla questione dei limiti tra gli stili, le sue performance consistono in «immagini lunghe». Sono immagini quasi immobili. Con gesti molto semplici che restano a lungo davanti agli spettatori, costringendoli a entrare, a diventare attivi, a dargli un senso: costruire la propria storia.

Something Authentic di Kepler-452

In residenza dal 31 ottobre – 6 novembre e dal 5 – 11 dicembre 2022


Che cosa significa viaggiare? Perché si viaggia? Per rispondere si può collegare l’idea della mobilità con la conoscenza: andare, per conoscere. E conoscere significa vedere, incontrare, sorprendersi… Ricercare il vero, l’incontro: l’autenticità. E poi tornare cambiati. Ma è ancora possibile oggi fare un’esperienza autentica? Oggi che il viaggio è irregimentato nelle logiche del turismo – oggi, che le mete hanno nomi e mitologie familiari, prefissate, standard. Verso di esse convergono voli, investimenti pubblicitari, pacchetti per week-end romantici, sciami di offerte su Airbnb e Groupon. Una volta arrivati, le strade sono contese dai marchi internazionali, uguali a Praga come a Dubai, senza respiro. Lasciarseli indietro è difficile: non ci sono mezzi di trasporto; ci sono i muri alti del villaggio vacanze, o semplicemente, nel programma capillare delle visite… non c’è tempo. E così nelle condotte forzate del Viaggio Organizzato si scivola fino al check-in della ripartenza. Ma quali sono gli ostacoli – fisici, economici e politici – che intralciano la possibilità di viaggiare davvero, di conoscere e di incontrare? Come si infrange la Bolla Turistica?

Proviamo per un attimo a capovolgere la prospettiva: e se il viaggio fosse non il movimento di un individuo attraverso lo spazio-tempo, ma il flusso di una catena di luoghi attraverso la nostra percezione – visiva, uditiva, olfattiva, sensoriale – nel tempo? Sarebbe possibile fare un’esperienza autentica in un tour attraverso Google Street View, o bevendo in silenzio un tè con una signora giapponese, su Zoom? Esistono nuove forme, ancora inviolate, ancora vergini, di autenticità?

Nel corso della residenza a ZONA K, Kepler-452 – attraverso dispositivi audiovisivi e remoti – si propone di affrontare i temi del viaggio e del turismo in un tempo in cui il viaggio e il turismo sono stati stravolti e rivoluzionati, e in un tempo in cui le bolle turistiche sono sempre più solide e difficili da infrangere, in cui i muri dei villaggi turistici sempre più alti e escludenti, in un tempo in cui aprire la porta a una persona sconosciuta è un atto dirompentemente politico.

crediti ancora non disponibili

Il disperato di Wunderbaum – Marleen Scholten

In residenza dal 25 – 28 ottobre e dal 12 – 18 dicembre 2022


Una famiglia comune viene chiusa in una casa. Non è grande la casa, è comune. Una famiglia come tante, forse con pochi soldi, comune insomma. Hanno tutti bisogno di spazio, non comune.

Come si definisce lo spazio? Dove finisce la nostra comunità? Chi è questa famiglia comune?

Una tragedia moderna senza uscita.

Dopo questi due anni anomali in cui si è stati parzialmente chiusi in casa, molte persone si sono lasciate, trovandosi incapaci di vivere insieme, altre hanno avuto difficoltà nel riprendere i contatti sociali e per altre la situazione economica si è aggravata. In più la violenza domestica contro le donne, contro i bambini è aumentata tantissimo, come riportano frequentemente i giornali.

L’intento è quello di raccontare la storia di una famiglia disperata. A tavola. La situazione semplice di una cena e il pubblico seduto intorno a questa famiglia, praticamente attaccato, per dare ancora di più la sensazione di no escape. Un padre, una madre, una figlia, una nonna. Il finale è fatale.

di Marleen Scholten|Wunderbaum con Alessandro Riceci, Marleen Scholten, Elisabetta Bruni e Ludovica Callerio regista assistente Dafne Niglio

QAnon Revolution – Tutto Quello che viene detto in Questo Spettacolo è Vero di Evoè Teatro con Riccardo Tabilio

In residenza dal 26 settembre – 2 ottobre 2022


QAnon Revolution è un progetto drammaturgico originale ideato e composto da Riccardo Tabilio per Evoè. Si propone di penetrare e raccontare attraverso gli strumenti del teatro il vasto fenomeno di complottismo internazionale detto QAnon. 

Germinata nel 2017 a partire dalle profezie di Q (entità anonima del web che si presentava come un infiltrato nelle stanze del potere del governo degli Stati Uniti) la dottrina di  QAnon  ha radunato centinaia   di migliaia di seguaci in tutto il mondo:  accoliti e simpatizzanti di Q sono stati coinvolti in casi di cronaca  di carattere violento e terroristico,  tra cui spicca l’irruzione nel palazzo del Congresso degli Stati Uniti a Washington del 6 gennaio 2021, in protesta contro l’uscita di scena di Donald Trump, sconfitto alle elezioni presidenziali.

QAnon  Revolution si  propone di raccontare ciò che è stato QAnon, e ciò che è diventato: seguirà alcuni dei protagonisti assurti agli onori della cronaca (come Edgar Maddison e il suo assalto armato a una pizzeria di Washington, e come Ashli Babbit e Jake Angeli, lo «Sciamano di QAnon», protagonisti   dell’effrazione del Campidoglio) raccontandone   le   gesta   nei   loro   esiti   farseschi, inquietanti o  tragici, attraverso un montaggio alternato e un linguaggio tra l’epico e il drammatico, già sperimentato    dall’autore in Leviatano.

La drammaturgia, fondata su fonti giornalistiche e su saggi come l’imprescindibile La Q di Qomplotto di Wu Ming 1, racconterà l’ideologia su cui il movimento si fonda tentando di leggerne le radici profonde. Ma proverà soprattutto ad osservarne il magnetismo ad occhio nudo, rifiutando l’operazione più facile e più comune condotta dalle maggioranze di fronte alle fantasie del complotto: quella di rompere il giocattolo, di derubricare tutto quanto a bufala e chiunque ci creda  a  pazzo  o  idiota.  Questo tipo di reazione è sbagliata e non basta, no: certamente non di fronte all’enormità della schiera di Q e della sua influenza.  Perché QAnon, oltre ad essere la teoria del complotto più ricca e complessa della storia, una teoria capace di saldare tutte le mitologie complottistiche precedenti (templari + Savi di Sion + rettiliani + Nuovo Ordine Mondiale…)  in una sorta di universo espanso da supereroi Marvel, oltre ad aver influenzato in modo documentato la traiettoria politica degli Stati Uniti degli ultimi anni, e quindi del mondo intero; oltre ad essere un fenomeno a noi vicinissimo,  come testimoniano  i numerosi e frequentati gruppi Telegram  italiani  dedicati  alla causa, oltre a tutte queste cose  racconta  il mondo  in  cui viviamo in una chiave straordinaria.

di Riccardo Tabilio regia Silvio Peroni con Emanuele Cerra e due interpreti in via di definizione.

BÜRGERBÜHNE – La scena dei cittadini

Laboratorio teatrale permanente

Uno spazio di riflessione, partecipazione e azione performativa aperto ai cittadini di tutte le età.
Un laboratorio permanente per portare in scena storie personali, questioni sociali o culturali urgenti, in un contesto professionale.

BÜRGERBÜHNE – La scena dei cittadini si ispira all’omonimo progetto dello Staatsschauspiel di Dresda e intende sviluppare percorsi annuali in cui i partecipanti lavoreranno alla creazione e alla realizzazione di una performance teatrale che verrà inserita nella stagione 2023 di ZONA K.
I cittadini trasformeranno le loro istanze in linguaggio artistico per trovare così nuove forme di partecipazione attiva.

10+1: alla ricerca della pubblica felicità è il progetto a cui siete invitati a prendere parte.
10 come i 10 anni di attività teatrale di ZONA K e del suo percorso tra innovazione, attualità, ricerca
10 come il decalogo – tutto da inventare- del “buon cittadino”, tra obbedienza e disobbedienza civile
10 come le tappe per raggiungere la “pubblica felicità”, quella che in senso illuminista coincide col bene pubblico
+1 perché possiamo immaginare come andare oltre
+1 perché il primo numero di una decade numerica nuova indica il cambiamento
+1 perché possiamo interrogarci sull’obiettivo 11 dell’agenda 2030 : “rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili”


BÜRGERBÜHNE – La scena dei cittadini

·      Quando: 25 incontri settimanali + una performance pubblica aperta a tutta la città.
Gli incontri avranno una durata di due ore e si svolgeranno ogni martedì con orario 20.00 – 22.00 a partire dal 24 gennaio 2023 fino a giugno 2023.

·      Dove: presso la sala teatrale di ZONA K, via Spalato 11 (M2 Garibaldi, Gioia – M3 Zara – M5 Isola)

·      Quota di partecipazione: € 80,00

·      Requisiti: per partecipare occorre avere compiuto 18 anni e garantire la presenza per almeno l’80% degli incontri.

·      Come: entro il 20 dicembre invia all’indirizzo organizzazione@zonak.it i tuoi contatti e 10 righe (non una di più) per presentarti +1 punto che inseriresti nell’immaginario decalogo sulla ricerca della pubblica felicità (una descrizione/un titolo). 

Il gruppo sarà formato da un numero massimo di 15 partecipanti che saranno selezionati sulla base del materiale inviato e a seguito di un breve colloquio individuale (17 gennaio). 
Nell’individuare i partecipanti, cercheremo di formare un gruppo il più vario possibile, che sia rappresentativo della città. 
L’esito dell’ammissione verrà comunicato il giorno 9 gennaio 2023. 

Foto di Ryoji Iwata per Unsplash

BOTH industries.
Diario di bordo per
“Still Walking, on air”

Abbiamo iniziato il periodo di residenza artistica con l’idea di sviluppare una performance partecipativa online all’interno della sfera concettuale, estetica e metodologica di Ambulacri, un nostro progetto transdisciplinare composto da una serie di opere video e performance multimediali. Con un tocco ironico e surreale, Ambulacri cattura istantanee fittizie del mondo digitale contemporaneo, dove le dinamiche sociali sono governate da algoritmi di controllo in uno stato di frenetica immobilità. Gli scenari che abbiamo costruito rappresentano in chiave spaziale il fenomeno delle Echo Chambers, ambienti virtuali chiusi in cui le linee di pensiero tendono a radicalizzarsi a causa della ripetizione di modelli comunicativi all’interno di una comunità omogenea. Tutti i video presentano gruppi di persone in perenne cammino, dove le figure umane sono moltiplicate sullo schermo con tecniche di collage video. Solo due performer che camminano su tapis roulant interpretano tutte le molteplici figure che animano gli spazi delle Echo Chambers, come se fossero modelli umani in una simulazione digitale. I loro corpi sono l’elemento fondante della composizione visiva generale: l’ambiente rappresentato è vuoto e i suoi tratti emergono dalla sola giustapposizione degli individui che vi interagiscono.

Per la creazione degli elaborati audiovisivi abbiamo sviluppato un sistema compositivo aleatorio che ci permette di progettare la configurazione spaziale dei nostri scenari, i ruoli dei soggetti che li abitano, le tempistiche delle loro azioni e delle generali dinamiche del gruppo. Il metodo progettuale e produttivo si è dimostrato particolarmente duttile e ludico, e cosí abbiamo pensato che poteva essere adattato per il coinvolgimento del pubblico all’interno del processo creativo: inseriti nel gruppo di regia, i partecipanti avrebbero potuto influire su alcuni dei parametri che modulano la performance durante la riprese.

Il periodo di residenza si è diviso in due momenti principali: una fase di ricerca sul funzionamento delle piattaforme di live video streaming, sui loro contenuti e sul loro linguaggio estetico; una seconda fase di sperimentazione di nuovi formati performativi fruibili online che guidano il pubblico in un percorso multimediale attraversando gli ambiti dell’immagine movimento, della recitazione teatrale, della musica elettronica e della progettazione informatica.

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La prima fase ha incluso sessioni di discussione online tra i membri dell’associazione e con le tutor, e una settimana di residenza presso ZONA K nel mese di Luglio.

Nell’intento di trovare una piattaforma ideale per ospitare la nostra performance e consentire una fluida partecipazione del pubblico, la fase iniziale fu dedicata alla ricerca di servizi di live streaming sul web. Esiste una grande varietà di siti che danno spazio agli utenti per caricare contenuti audiovisivi o video in diretta. Ogni piattaforma ha un focus tematico, un formato audiovisivo specifico ed un’interfaccia leggermente differente, progettata per aumentarne l’attrattività tramite l’ottimizzazione dei sistemi di condivisione di contenuti e dei mezzi di comunicazione tra gli utenti che la animano.

Pur mantenendo uno sguardo ampio per prendere ispirazione da varie fonti, selezionammo come ambiente di lavoro una delle piattaforme di live video streaming che avevamo individuato, a causa del suo elevato livello di interattività tra gli streamer e gli utenti collegati, e la sua capacità di creare comunità attorno ad ambiti di interesse condivisi e a figure carismatiche. Seguì quindi un approfondimento sul funzionamento della piattaforma, sui caratteri fondanti dei video trasmessi, sui sistemi di comunicazione tra utenti e sulle dinamiche sociali ed economiche che si instaurano tra l’azienda che gestisce la piattaforma e gli streamer, cioè coloro che creano e presentano contenuti audiovisivi sulla piattaforma, tra gli streamer ed il loro pubblico, nonché tra gli stessi membri del pubblico.

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Una volta selezionati gli elementi chiave su cui lavorare, la fase di sperimentazione ha coinvolto tutto il team di lavoro che comprende i membri dell’associazione ed il nostro collaboratore Martin Obrist, invitato ad unirsi per lo sviluppo dell’architettura informatica che consente l’interazione con il pubblico. Abbiamo installato il nostro studio di registrazione con teli verdi all’interno di ZONA K e testato un sistema di ripresa multi-camera, che permette di dividere lo spazio della performance in stanze separate e di riprendere le stesse scene da punti di vista complementari. I primi giorni di residenza sono stati dedicati alla messa a punto di un sistema logistico che mette in comunicazione riprese video, suono, lettura ed elaborazione dei dati forniti dalla chat. In seguito abbiamo lavorato sulla reinterpretazione in chiave visiva, performativa e sonora dei formati video presenti sul web, appropriandoci dei principi compositivi più comuni come il remix, la citazione, il collage, l’iterazione, la ripetizione e variazione.

La performance è strutturata per moduli, ed è tuttora in via di sviluppo. Al termine del percorso di residenza avremo l’occasione di mostrare una prima forma del lavoro che comprende una serie di capitoli selezionati. Il pubblico è invitato a prendere parte al gioco di composizione delle scene e ad interagire con noi e gli altri utenti tramite la chat, assumendo così il ruolo fluido di audience, giocatore, performer e regista.

Alessandro Renda e Jens Hillje raccontano Non siamo niente, saremo tutto

Com’è nato questo progetto?

Alessandro Renda: Tutto è iniziato da una chiamata di ZONA K che mi ha elettrizzato per la sua particolarità. Mi si chiedeva di collaborare con Jens Hillje e di lavorare con i cittadini di Milano e di La Spezia. La singolarità della richiesta stava anche negli aspetti tematici che mi si chiedeva di approfondire e tenere insieme: il mondo del lavoro, il 150° anniversario del testo dell’Internazionale e la possibilità di lavorare in maniera corale con professionisti e non professionisti.

Come si sono intrecciate le vostre competenze?

Jens Hillje: Alessandro ha sempre chiaro dove vuole arrivare ed è importante perché costringe chi lavora con lui a trovare una nuova prospettiva, un nuovo linguaggio, tralasciando volutamente ciò che già si conosce. Il mio compito è stato cercare cosa non era stato ancora detto, trovare ciò che non era stato indagato su un palcoscenico e individuare cosa avrebbe pottuto essere interessante rappresentare. Si cerca sempre una combinazione tra un’idea prestabilita e qualcosa che non si sa.

Qual è la vostra urgenza rispetto al tema trattato?

A.R. Con Jens abbiamo subito definito un orizzonte di interessi comuni per creare un “combattimento”, seppur piacevole, con le richieste che ci aveva fatto la produzione. Ci siamo chiesti sin da subito come trattare la questione di fondo, il mondo del lavoro, in un modo più ampio: non ci attirava, infatti, l’dea di esplorare problematiche dei vari comparti lavorativi, ma piuttosto di approfondire quanto noi siamo, a nostra volta, responsabili delle problematiche del lavoro degli altri o perlomeno quanto possiamo rispecchiarci nelle scelte altrui per avere maggiore consapevolezza dei nostri desideri o frustrazioni. Con la volontà di creare qualcosa senza risposte, ma con tante domande da poter condividere.

Come si è svolta la chiamata per coinvolgere i non professionisti?

A.R. All’inizio abbiamo deciso di indagare i lavori non produttivi (care work) legati alla cura del prossimo: insegnanti, corpo scolastico, infermieri, medici, badanti. Però, quando si fa una chiamata aperta, non è detto che rispondano le persone che ci si aspettava e così è stato: si sono presentati disoccupati, studenti, professionisti di altri ambiti, pensionati, tutti accomunati da diverse esperienze teatrali, e così abbiamo iniziato ad ascoltare le storie di questi lavoratori, storie di scelte fatte o non fatte, di vocazioni seguite o di necessità della vita.

Cosa avete chiesto ai lavoratori? Quali sono state le prime fasi del processo creativo con i partecipanti?

J.H. Abbiamo lavorato molto sulle domande, perché il modo in cui chiedi qualcosa determina la risposta delle persone. Abbiamo fatto richieste molto concrete e le persone hanno iniziato a parlare delle loro professioni in modo inconsueto: non si lamentavano — come ci saremmo aspettati — delle condizioni lavorative, ma ci hanno invece raccontato un rapporto molto intimo con il proprio lavoro e con i colleghi, con cui passano quasi più tempo che in famiglia. La domanda più interessante è stata “cosa volevi fare da grande?”, perché porta a parlare molto apertamente della propria idea di vita e della propria vocazione, in un modo spesso fragile e vulnerabile.

Qual è la struttura dello spettacolo?

A.R. Abbiamo lavorato in contemporanea su tre drammaturgie: una drammaturgia scenica per attori professionisti; un corteo poetico, per esplorare ciò che hanno ancora da dirci le parole del poeta anarchico Eugène Pottier ne L’Internazionale e una restituzione video delle storie raccolte, una parte documentaria, che comunque abbiamo da subito ritenuto necessaria per il progetto. È un lavoro di vera sinergia, costruito strada facendo. La sfida è diventata quella di tenere insieme letteratura e documentario, finzione e realtà, teatro e reale.

Sono tantissimi gli spunti che sono confluiti durante il percorso: ci sono anche dei riferimenti a America di Kafka. In che modo quest’opera ha influenzato il vostro lavoro?

A.R. Avevamo bisogno di uno sprofondamento in un mondo altro che potesse legare e far leggere questi racconti in maniera diversa, non solo documentaristica, e così siamo arrivati al Teatro Naturale di Oklahoma, l’ultimo capitolo di America, romanzo inconcluso di Kafka. Lo scopo è stato quello di restituire una struttura, anche enigmatica, che potesse racchiudere alcune delle questioni che abbiamo indagato.

A questo proposito, in che modo le storie dei singoli possono trasformarsi in un quadro collettivo?

J.H. La parte interessante è stata proprio trasformare l’esperienza individuale in una testimonianza che rappresentasse un’esperienza condivisa. Abbiamo lavorato con un gruppo molto variegato che ha una differenza d’età consistente, dai 15 ai 70 anni. Tutti hanno toccato gli stessi problemi, anche se accompagnati da sentimenti diversi: i più giovani con maggiore speranza e i più anziani con disillusione. Ascoltando le risposte si comprende come il lavoro diventi per ciascuno di noi, indipendentemente dall’età, espressione di chi siamo come esseri umani. Di tutto questo materiale volevamo restituire una visione veritiera, un’immagine filtrata dal teatro, illuminando una prospettiva nuova sul lavoro attraverso le possibilità della messa in scena.

RAP IN THE CITY

Puoi inventare.
Puoi rappare.
Puoi girare la città come in un video musicale.

E allora cosa aspetti? Rap in the city! Un campus per trasformare la città in un rap e realizzare un videoclip.

Una giornata al campus “Rap in the City”

ore 9.00 – 9.30Benvenuti piccole/i rapper! Giochi di accoglienza
ore 9.30 – 10.30Rap ritmo e parole. Inventa una canzone e prova a rappare
ore 10.30 – 11.00Merenda al sacco
ore 11.00 – 12.30Video, elementi di regia. Ideazione videoclip, ricerca location
ore 12.30 – 14.00Pranzo al sacco e gioco libero
ore 14.00 – 15.00Visione video musicali e analisi del linguaggio video
ore 15.00 – 16.30Rap & Video: registrazione audio e/o riprese video
ore 16.30Uscita

Merende e pranzo al sacco sono a carico delle famiglie. Se il meteo lo consente verranno consumati all’aperto in uno dei parchi cittadini vicini a ZONA K (via Confalonieri, via De Castillia)

Il campus prevede la realizzazione e il montaggio di un videoclip musicale che verrà proiettato a ZONA K dopo le vacanze estive.

Il campus:
– è a numero chiuso, si attiva al raggiungimento del numero minimo di iscritti richiesto
– le iscrizioni si chiudono il giorno 21 luglio o al raggiungimento del numero massimo di iscritti previsto
– prevede la realizzazione e il montaggio di un videoclip musicale che verrà inviato alle/ai partecipanti nelle settimane successive la proiezione di settembre a ZONA K

Costo: € 190,00
Agevolazioni: sconto 10% per secondogeniti
sconti non cumulabili

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Restituzione pubblica TMN 23

PAROLE DOLCI
Parole che si scontrano, intrecciandosi. Mescolano ognuna il proprio nel significato dell’altra.
Cercano il senso della vita ma trovano soltanto un inaspettato equilibrio: sono in stallo.
Il terreno comune è il corpo. Gioire, creare, esaurire. Carnalità biologiche e rapporto con la dimensione del tempo.
Chi vincerà?

Carlotta Cerrato (1995, Moncalieri) Frequenta il Primo Liceo Artistico per poi laurearsi nel 2018 in Design allo IED, a Torino. Dal 2019 tramite il collettivo “Like-Usual” realizza video in ambito comunicazione.
Videomaker di professione, video arte e performance come indagine personale. Nel 2023, realizza la performance Liè nell’ambito di una residenza artistica a Scanzano Jonico (MT) insieme a Sara Grimaldi e Caterina Pucci.


ARUSPICE: HO SOGNATO PER LA FINE DEL MONDO
Va spersa / fecondamente inquieta / in un tempo non illuminato. / Non può andar lontano, / ma lontano da chi / e lontano da dove? / Senza sesso, senza forma / le sue mani invocano / “è solo una visione – dicono – è solo una visione.” / Fecondamente inquieto / il suo ventre è ora tessuto. / Tu umano, dov è che poggi il capo? / Seguimi. / C’è un punto / che non si lascia mai sbrogliare / “è solo una visione – dicono – è solo una visione.”

Norma Cicala (1995, Scilla) di origine calabrese vive e lavora a Milano da otto anni. Dal 2021 avvia la sua indagine antropologica sull’infraordinario raccontata nella sua prima mostra fotografica intitolata Ciò che non vedi ti ri-guarda. Nel 2023 si laurea all’Accademia di Brera in “Comunicazione Espositiva” con una tesi sul potere trans-formativo dell’immaginazione. Il tema centrale della sua pratica fa riferimento all’esperienza della malattia, orientando il suo lavoro verso azioni educative. Inizia a lavorare con la performance e porta il suo progetto partecipativo Se chiudi gli occhi negli spazi di Zona Blu e Studio Habitus. Espone per “Reincanto: un intreccio dialettico tra corpi e linguaggi” evento promosso dall’Associazione Studi e Spazi Festival e curato da Salvatore Cristofaro, con l’opera Il black-out di una lucciola. Norma lavora con il mezzo fotografico, la poesia e la performance. La sua ricerca si basa sulla decostruzione di rappresentazioni e ri-immaginazione di nuovi scenari e linguaggi.


CENERE: RITUALE PER UN INCANTESIMO DI PROTEZIONE
Il potere alchemico e trasformativo della cenere per una preghiera laica. “Proteggi”
Un cerchio aperto, un campo energetico di gesti, che si connette ad altri cerchi, affinché si possa (?) creare una relazione distanza/vicinanza, dinamica e intenzionale.

Elena Lerra (1959, Milano) laurea in arti visive, Pittura. Iscritta al biennio specialistico. Esperienze di teatro partecipativo. Indaga la dimensione antropologica e psicologica dell’ individuo e della collettività. Affascinata dai rituali antichi è interessata alle implicazioni estetiche, etiche e politiche che l’arte può movimentare nella comunità sociale.


LE BUONE MANIERE
Una tavola imbandita al centro del parco ospita un’unica commensale, vestita di tutto punto. Sta aspettando qualcuno o qualcosa, che forse non arriverà. Nel mentre si innesca un’azione scenica in cui, rinnegando le regole del bon ton, il cibo diventa uno strumento di esplorazione di molteplici stati emotivi.

Caterina Pucci (1990, Altamura) dopo anni di formazione in ambito teatrale, si avvicina alle performing arts. Nel 2019, durante il Nolo Fringe Festival, partecipa a Contatto con l’Associazione Arti Girovaghe. Nel 2020, con il collettivo Psicolobo, prende parte a La natura è umana, negli spazi di Cascinet, e People of ruins, presso la Galleria Avantgarden. Nel 2023, realizza la performance Liè nell’ambito di una residenza artistica a Scanzano Jonico (MT) insieme a Carlotta Cerrato e Sara Grimaldi. Fa parte della comunità teatrale Dopolavoro Stadera, per cui è attrice e autrice per progetti di teatro sociale, tra cui la Brigata Brighella. Alcuni suoi racconti sono apparsi su Atomi Oblique, Bomarscé, Appeso Rivista.


MIA MADRE NON AVEVA PAURA (Omaggio a Lea Garofalo)
Il coraggio è fatto/ di azioni e parole,/ il silenzio, l’indifferenza / se li porta via la notte. / “Per me è un giorno molto difficile, ma la forza me l’hai data tu, se è successo tutto questo è stato solo per il mio bene, e non smetterò mai di ringraziarti. Ciao Lea, ciao mamma.”

Sara Grimaldi (1995, Milano) dopo una formazione in ambito educativo si approccia al campo artistico con diversi media quali la fotografia, la poesia e la performing art. Si approccia alla scrittura creativa con il workshop di Silvia Vecchini. Dopo aver frequentato l’Istituto Italiano di fotografia, guidata dalla fotografa Simona Ghizzoni realizza il progetto “Ho visto Nina Volare” vincitore di diversi premi nazionali e in mostra a luglio al Ragusa fotofestival. Partecipa alla residenza artistica di fotografia e poesia con la fotografa Diambra Mariani. Nel 2023, realizza la performance Liè nell’ambito di una residenza artistica a Scanzano Jonico (MT) insieme a Caterina Pucci e Carlotta Cerrato. Attualmente frequenta a Roma il laboratorio curatoriale di Yogurt Edition sotto la guida di Francesco Rombaldi.


ALTRI MONDI
kalamita’, vestita di piume e paillettes, vi guiderà verso il mondo di alcuni stupefacenti, raccontandovi storie di vita vissuta, corpi e sensazioni con l’intento di provare sdoganare la negatività che aleggia su delle sostanze che per secoli hanno fatto parte del nostro vissuto, tra tribù, rituali e magia.

Luz J. Carollo (1988, Biella) italo/colombiana – dopo studi tecnici forzati e un corso di specializzazione come interior designer, grazie al coronavirus e a un fermo non programmato, ho ricominciato ad ascoltare quella vocina interna che si chiama creatività che per anni avevo cercato di ignorare. Durante la mia vita ho continuato a studiare arte da autodidatta senza realmente sporcarmi le mani; ora le mani creano e si sporcano scoprendo e analizzando varie tecniche e vari materiali.


THE THRIFT SHOP
Nel contesto culturale del “realismo capitalista”, The Thrift shop rimarca la dimensione economica che permea la nostra vita quotidiana. Gli indumenti, quello che resta degli amori passeggeri, sono qui cimeli raccolti su una bancarella per essere venduti: emozioni effimere, da poco o preziose, si concretizzano nel mondo sotto forma di merce. Quello che ne resta, è un valore: non più effimero ma economico, come la società ci richiede.

Marco Boldrini (1995, Ferrara) è un art director Italo-Venezuelano che inizia la sua carriera come Atleta agonistico specializzato in salto in alto e salto con l’asta. Finita la sua carriera sportiva si Laurea in design della comunicazione e segue un master in Contemporary Art Market. Ora vive a Milano dove lavora per diverse realtà legate all’arte contemporanea e la comunicazione visiva.


DISSOLUZIONE URBANA
Rottami polvere vetro acciaio / Muschio legno pietra / Gesso argilla foglie / “Vidi il verde fra tanto grigio / Come qualcosa di infinitamente perduto” / (Elegia sonora su una città che svanisce)

Beatrice Parapini (1966, Milano) Cantante, attrice, sperimentatrice vocale. Diplomata in canto jazz presso la Civica Scuola di Musica “C. Abbado” di Milano, ha attraversato generi musicali ed espressivi differenti, dalla lirica al rock, dalla danza al teatro, trovando in ciascuno concatenazioni e risonanze. In costante indagine degli infiniti sentieri della voce, della parola e del suono, collabora con diversi collettivi di sperimentazione musicale. Milanese da cinque generazioni, parla il dialetto e ama lo sferragliare del tram. 

TG ISOLA Campus video

TG ISOLA è un TG realizzato dai bambini per i bambini: notizie di cronaca vere o immaginarie, curiosità, storie e interviste in giro per il quartiere.

Con videocamera, microfono e fantasia costruiamo il primo telegiornale dell’Isola.
Piccoli reporter, vi aspettiamo per andare alla scoperta di notizie e storie da raccontare.

 

Una giornata al campus “TG ISOLA”

ore 9.00 – 9.30 Benvenuti piccoli reporter! Giochi di accoglienza
ore 9.30 – 10.30 Inventiamo il nostro TG ISOLA: ideazione, costruzione redazioni, notizie
ore 10.30 – 11.00 Merenda al sacco
ore 11.00 – 12.30 Si gira! Sopralluoghi in quartiere e riprese
ore 12.30 – 14.00 Pranzo al sacco e gioco libero
ore 14.00 – 15.00 Visione film e analisi del linguaggio video
ore 15.00 – 16.00 Davanti alla videocamera: giochi teatrali e improvvisazioni
ore 16.00 – 16.30 Riunione di redazione: a che punto siamo e cosa faremo domani
ore 16.30 Uscita

Se il meteo lo consente, merenda e pranzo al sacco verranno consumati all’aperto, in uno dei parchi cittadini vicini a ZONA K (via Confalonieri, via De Castillia)

Il campus prevede la realizzazione e il montaggio di un video che verrà proiettato presso ZONA K dopo le vacanze estive.

Il campus:
– è a numero chiuso, si attiva al raggiungimento del numero minimo di iscritti richiesto
– le iscrizioni si chiudono il giorno 30 maggio o al raggiungimento del numero massimo di iscritti previsto
– è organizzato in modo da rendere felice e piacevole l’esperienza a tutte le bambine e tutti i bambini e da rispondere alle normative nazionali in relazione all’attuale situazione sanitaria
– prevede la realizzazione e il montaggio di un video che verrà inviato ai partecipanti nelle settimane successive

 


Costo: € 190,00
Agevolazioni: sconto 10% per secondogeniti
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OFFICINA PER LA CITTA’ Campus in lingua tedesca

E’ nata un’officina nel quartiere Isola!
Qui costruiamo alberi per far crescere i sogni, case per far riposare gli uccelli, vasi per raccogliere i desideri, oggetti per trasformare la città.
Giriamo per il quartiere con la macchina fotografica e inventiamo nuove idee per trasformare i luoghi. Poi, nella nostra officina, realizziamo le nostre opere. Di cosa ha bisogno la città intorno a noi? Cosa vorrebbe ricevere uno scoiattolo? Il bambino della casa vicina? E tu?
Ogni creazione ha una storia: possiamo scriverla vicino alle opere come in una mostra, immaginare delle domande da fare alla città e poi tenere un diario di bordo della nostra avventura.

Il campus si svolge in tedesco: esercitiamolo divertendoci con la fotografia, l’arte, l’architettura e la creazione di storie.

Una giornata al campus

ore 8.30 – 9.30 Benvenuti nell’Officina (giochi di accoglienza e riscaldamento)
ore 9.30 – 10.30 Ideazione e realizzazione opere (arte e architettura)
ore 10.30 – 11.00 Merenda al sacco
ore 11.00 – 12.30 In giro per il quartiere! (fotografia e sopralluoghi)
ore 12.30 – 14.00 Pranzo al sacco e gioco libero
ore 14.00 – 15.00 Guardiamo un film!
ore 15.00 – 16.00 Inventiamo le storie delle nostre opere e scriviamo il nostro diario (ideazione e scrittura)
ore 16.00 – 16.30 Arrivederci! (giochi di gruppo)
ore 16.30 Uscita

Se il meteo lo consente, merenda e pranzo al sacco verranno consumati all’aperto, in uno dei parchi cittadini vicini a ZONA K (via Confalonieri, via De Castillia)

Il campus:
– è a numero chiuso, si attiva al raggiungimento del numero minimo di iscritti richiesto
– le iscrizioni si chiudono il giorno 13 giugno o al raggiungimento del numero massimo di iscritti previsto
– è organizzato in modo da rendere felice e piacevole l’esperienza a tutte le bambine e tutti i bambini e da rispondere alle normative nazionali in relazione all’attuale situazione sanitaria

Costo: € 190,00
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WerkStadt ZONA K
Multidisziplinäres Camp in deutscher Sprache für Kinder im Alter von 6 bis 11 Jahren
von 28/6 bis 1/7

Im Isola-Viertel eröffnet eine WerkStadt!

Hier bauen wir Bäume, in denen Träume wachsen, Häuser, in denen sich Vögel ausruhen, Gefäße, in denen Wünsche gesammelt werden, Objekte, die die Stadt verändern. Wir gehen mit unseren Kameras durch unser Viertel und entwickeln neue Ideen, um Orte zu verändern.
Dann stellen wir in unserer WerkStadt unsere Werke her.
Was braucht die Stadt um uns herum? Was würde ein Eichhörnchen gerne bekommen? Das Kind aus dem Nachbarhaus? Was ist mit Dir?
Zu jedem Werk gibt es eine Geschichte: Wir können sie – wie in einer Ausstellung – neben die Werke schreiben und uns Fragen ausdenken, die wir der Stadt und ihren Bewohnern stellen können und führen Tagebuch über den Verlauf unserer Woche.

Der Campus findet auf Deutsch statt: Wir üben Deutsch und haben Spaß an Fotografie, Kunst, Architektur und dem Erfinden von Geschichten.

Ein Tag auf dem Campus

ore 8.30 – 9.30 Willkommen in der WerkStadt (Begrüßungsspiele und Aufwärmen)
ore 9.30 – 10.30 Wir entwerfen und bauen unsere Werke (Kunst und Architektur)
ore 10.30 – 11.00 verpackter Imbiss
ore 11.00 – 12.30 Uhr Rund um die Nachbarschaft! (Fotografie und Erkundung)
ore 12.30 – 14.00 Mittagessen und freies Spielen im Park
ore 14.00 – 15.00 Wir schauen einen Film
ore 15.00 – 16.00 Wir erfinden Geschichten  zu unseren Werken und schreiben ein WerkStadt Tagebuch (Konzeption und Schreiben)
ore 16.00 – 16.30 Auf Wiedersehen! (Gruppenspiele)
ore 16.30 alle zu Hause

Wenn das Wetter es zulässt, werden die Snacks und Lunchpakete im Freien, in einem der Stadtparks in der Nähe von ZONA K (Via Confalonieri, Via De Castillia) eingenommen.

Der Campus
– eine begrenzte Teilnehmerzahl hat, beginnt sie, wenn die Mindestteilnehmerzahl erreicht ist
– Anmeldeschluss ist der 13. Juni oder wenn die maximale Teilnehmerzahl erreicht ist
– so organisiert ist, dass das Erlebnis für alle Kinder fröhlich und vergnüglich ist und die nationalen Vorschriften in Bezug auf die aktuelle Gesundheitssituation eingehalten werden

 

RESIDENZE DIGITALI 2022

Il Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt), in partenariato con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’Arboreto Teatro Dimora – La Corte Ospitale), la Fondazione Luzzati Teatro della Tosse di Genova, ZONA K di Milano, la Fondazione Piemonte dal Vivo – Lavanderia a Vapore, la Fondazione Romaeuropa, lanciano il presente bando per la selezione di n° 6 progetti di Residenza Digitale da svilupparsi nel corso dell’anno 2022.

L’intento è quello di stimolare gli artisti delle performing arts all’esplorazione dello spazio digitale, come ulteriore o diversa declinazione della loro ricerca autoriale. Dovrà trattarsi di progettualità artistiche legate ai linguaggi della scena contemporanea e della performance, che nascano direttamente per l’ambiente digitale o che in esso trovino un ambito funzionale ed efficace all’esplicitarsi dell’idea artistica. A titolo di esempio: non si tratta di presentare percorsi di lettura o riprese video di testi o spettacoli esistenti o da farsi, bensì di concepire progetti artistici che abbiano nello spazio web il loro habitat ideale, indicandone anche le modalità di fruizione e interazione da parte dello spettatore, per il quale prevedano un accesso attraverso il pagamento di un biglietto, di modo da valorizzare il lavoro dell’artista, non come una gratuità.
Il progetto deve prevedere una restituzione on-line aperta al pubblico, da tenersi nel corso del mese di novembre 2022.

Ciascuna delle 6 proposte vincitrici riceverà un contributo di residenza di 3.500 euro + iva, che sarà pagato dietro la presentazione di regolare fattura.

I promotori del presente bando hanno individuato in Laura Gemini, Anna Maria Monteverdi e Federica Patti tre esperte nell’ambito della creazione digitale che saranno le tutor degli artisti durante lo sviluppo dei loro progetti: ciascuna di loro seguirà specificamente 2 dei 6 progetti vincitori.

I 6 lavori vincitori potranno avvalersi anche di altri contributi produttivi forniti da ulteriori soggetti dello spettacolo, ovvero non si richiede loro alcun vincolo di esclusiva per ciò che riguarda la produzione che resta nell’assoluta disponibilità gestionale degli artisti.

Oltre ai 6 progetti vincitori, è prevista l’eventualità che i promotori del presente bando segnalino un numero ristretto di altri progetti, per portarli all’attenzione del sistema teatrale e coreografico nazionale, con l’auspicio che altre istituzioni possano a loro volta sostenerli, alle medesime condizioni del presente bando.

 

 

 

Residenze Digitali 2021

La seconda edizione di Residenze Digitali, il progetto promosso dal Centro di Residenze della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt) in partenariato con AMATAnghiari Dance HubATCL Lazio per Spazio Rossellini, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’Arboreto-Teatro Dimora di MondainoLa Corte Ospitale), la Fondazione Luzzati Teatro della Tosse di Genova e ZONA K di Milano, seleziona 7 progetti che vengono seguiti per sette mesi dalle strutture partner e dalle tre tutor, Anna Maria Monteverdi, Federica Patti e Laura Gemini.

 

Al termine del percorso, i progetti hanno un momento di emersione e confronto con i pubblici all’interno de La Settimana delle Residenze Digitali, dal 22 al 28 novembre 2021.

 

                                                                  
         IL BANDO 2021                                        I PROGETTI SELEZIONATI 2021             LA SETTIMANA DELLE RESIDENZE DIGITALI 2021 

DIARIO DI BORDO DI CHIARA TAVIANI // RESIDENZE DIGITALI

WHATEVER HAPPENS IN A SCREEN STAYS IN A SCREEN

ABITARE UN’IMMAGINE CON IL GREEN SCREEN
Intervista a Chiara Taviani

Come nasce e da quale urgenza nasce il progetto “Whatever happens in a screen stays in a screen”?

Più che urgenza, direi che il progetto nasce per esigenza. Una produzione, che era stata selezionata dal progetto Aerowaves, è stata interrotta dalla pandemia e ci hanno proposto, come alternativa, di creare un lavoro in digitale. Avrei dovuto realizzare il lavoro con un interprete portoghese, Henrique Furtado Vieri: sarebbe stato comunque un lavoro a distanza, che è diventato ancora più a distanza a causa della pandemia. Perciò ho proposto a Henrique di lavorare con il green screen perché era l’unica cosa che avevo in casa. Abbiamo presentato il lavoro ad Aerowaves – un medio metraggio interamente creato al computer tra Italia e Portogallo – ma l’esperienza non mi sembrava completa. Poi ho letto il bando delle Residenze Digitali e ho deciso di partecipare, pensando maggiormente al tema dell’abitare l’immagine, mentre quello che avevo fatto con Henrique era stato strutturare una visione del lockdown attraverso il film. Tornando alla domanda, diciamo che la vera urgenza era lavorare ed essere attivi creativamente.

L’obiettivo è la realizzazione di un mediometraggio realizzato interamente al pc, con il blue screen: come funziona? 

L’idea era quella di chiedere a un performer di lavorare da casa sua, procurandosi il green screen che io chiamo blue screen perché abbiamo fatto questa scelta cromatica del blu. Ho filmato a distanza i performer che non potevo filmare dal vivo, dopo la fine del lockdown: ho filmato con il mio pc che registra e il loro computer che li filma in diretta. Poi ho cambiato il background, creando un’immagine con all’interno una persona. Ho girato anche dal vivo. Ho invitato a casa i performer, ho fatto diventare il mio salotto un set cinematografico, ho ricoperto tutto di blu e li ho filmati con il computer. La realizzazione è stata piuttosto straniante perché tu da fuori vedi un corpo in mezzo a un colore, e il corpo non vede quello che tocca, va guidato. Il mio obiettivo era realizzare il film con quello che avevo, volevo fare art-house: un lavoro artigianale fatto da casa con i mezzi a disposizione.

Quali le tappe del processo creativo durante i mesi di residenza digitale? 

La prima tappa è stata quella di capire chi avrebbe potuto interpretare il film. Ho cercato danzatori, attori, interpreti che potessero avere un volto e un corpo cinematografico, che mi erano rimasti impressi per la loro performatività a livello cinematografico. Penso a Giselda Ranieri o a Simone Zambelli, ad esempio. Poi c’è stata una fase molto lunga, da maggio a fine giugno/metà luglio, di ricerca di immagini da usare, perché mi ero imposta di usare solo immagini gratuite, libere da copyright, di bassa qualità, e questo l’ho fatto anche per una questione di stile, nel senso che scegliere un fotografo mi avrebbe imposto di seguire solo una linea stilistica. Da lì è iniziato tutto un lavoro di archiviazione. Ho catalogato le immagini per temi e parole chiave (natura, cultura, arte, casa, prodotto, società), le ho archiviate anche in base agli algoritmi che cercavo sul web: io cercavo spazio aperto e un sito mi dava effettivamente l’immagine di uno spazio aperto, un altro, per qualche motivo, magari mi dava una lattina aperta. Ecco, ho trovato interessante seguire le associazioni algoritmiche. Mi sono divertita, perché capisci il potere delle immagini, ci sono immagini che tornano, che si ripropongono.
A luglio ho iniziato a filmare: i primi performer sono stati l’attore Marco Quaglia e l’attrice Ambra Chiarello. Loro li ho filmati da casa mia; poi sono arrivati Simone Zambelli, Giselda Ranieri, Lorenzo De Simone, Natalia Vallebona, che ho filmato ad agosto a Zona K. A settembre ho continuato a filmare e da fine settembre ho iniziato a montare. Anche le musiche che utilizzo sono libere da copyright, ho esplorato anche in ambito musicale.

Da coreografa e danzatrice, qual è il tuo rapporto con il cinema e l’immagine? 

Sono sempre stata influenzata dal cinema, nutre la mia creatività. Mi capita spesso di guardare un film e pensare cosa mi ha lasciato per poi crearne una performance. Per quanto riguarda il movimento mi ha ispirato tanto, ci sono dei registi cinematografici che lavorano con molta precisione utilizzando la scenografia, il colore dell’immagine, e quella precisione è fonte di ispirazione anche per il teatro. Penso a Roy Andersson, ad esempio.

Quale la sfida più grande che avete affrontato in questi mesi con i tuoi collaboratori e i protagonisti di questo lavoro?

Sicuramente la sfida più grande è stata riprendersi dal lockdown e dalla pandemia. Non ci giriamo attorno. È stato un blocco pazzesco perché ha interrotto un flusso difficile da recuperare. C’è stato un impigrimento creativo, fisico. Siamo stati in una bolla, rimettersi a lavorare creativamente è stato difficile.

Perché, data la moltiplicazione delle piattaforme online, uno spettatore dovrebbe vedere il film? Un invito allo spettatore

Essendo un film fatto in stile art house ha una qualità: è un film contemplativo, lento, e questa contemplazione è rara. Tutto quello che guardiamo è veloce, la contemplazione è più vicina alla lettura di un libro. Quindi, vi invito a vederlo, perché apre la possibilità di guardare qualcosa in modo diverso. Ha un tempo a cui non siamo abituati nel guardare lo schermo.

Crowdfunding. Teatro partecipato: la parola ai ragazzi e alle ragazze

Generazione gLocale nelle scuole superiori
sostieni la raccolta fondi su produzionidalbasso.it

 

 

Generazione gLocale. Think different, play local!

Obiettivo della campagna è attivare laboratori teatrali nelle scuole superiori
di Milano e provincia per realizzare
una performance urbana partecipata insieme agli adolescenti.

Perché sostenere Generazione gLocale

Oggi più che mai i ragazzi e le ragazze hanno bisogno di esprimersi, di farsi sentire. Generazione gLocale dà loro voce.

Identità, diritti, lavoro, ambiente: il presente, il futuro.
Ma cosa ne pensano le nuove generazioni?

Generazione gLocale è un format che dà la possibilità ai ragazzi e alle ragazze di esprimersi attraverso le arti performative: teatro, video, audio sono strumenti che aiutano a interrogarsi per raccontare la società in cui viviamo.

ZONA K da sempre considera il teatro come una lente d’ingrandimento sul presente: proprio da questa visione nasce nel 2017 Generazione gLocale, progetto multidisciplinare realizzato con giovani milanesi di seconda generazione.

Ora ci proponiamo di sviluppare il lavoro, coinvolgere le comunità scolastiche e ampliare il più possibile il numero dei partecipanti per stimolare la creatività e il pensiero critico dei ragazzi sui temi più urgenti.

Dopo questi lunghi e difficili mesi di instabilità e di isolamento, è importante che tornino ad appropriarsi dello spazio urbano e che facciano sentire la loro voce attraverso la mediazione del teatro.

Generazione gLocale intende raggiungere anche i contesti scolastici più complessi e creare le condizioni migliori perché questo avvenga.

Ecco perché chiediamo il vostro aiuto.

 

Generazione gLocale nelle scuole superiori

Chi sono oggi le tribù globali e locali delle città?
Apparteniamo alla nostra città o siamo cittadini di un mondo senza confini?

Il termine gLocale – introdotto dal sociologo Bauman per indicare i fenomeni derivanti dal reciproco impatto della globalizzazione sulle realtà locali – racconta il dialogo tra piccole comunità e sistemi via via sempre più complessi.

Con i ragazzi e le ragazze lavoreremo sull’appartenenza a un gruppo, a una comunità e sui codici che ne segnalano un’inclusione o un’esclusione.

I laboratori approfondiranno le regole e la forma della performance partecipata, il lavoro sullo spazio teatrale, la creazione di setting (campi di gioco), l’interazione di movimenti collettivi e la scrittura di narrazioni per cuffie audio wi-fi.

La fine del percorso laboratoriale vedrà gli studenti diventare creatori, ideatori e organizzatori di una performance urbana partecipata.

 

 

Cos’è Generazione gLocale

Generazione gLocale è una produzione artistica di ZONA K nata a Milano nel 2017 dal giovane regista torinese Andrea Ciommiento con la supervisione di Roger Bernat, artista catalano tra i più noti dell’avanguardia internazionale. Il progetto è stato reso possibile grazie al sostegno del bando MigrArti del MIC (Ministero Italiano della Cultura) e alla collaborazione di cooperative sociali e altri partner territoriali di ZONA K.

Da allora, Generazione gLocale è stata presentata nei festival teatrali di 4 città italiane (Forlì, Milano, Udine e Gradisca d’Isonzo) coinvolgendo più di 400 ragazzi con 7 performance pubbliche partecipate.

Ogni performance è stata una versione site & people specific nata da laboratori di “creazione partecipativa” con i ragazzi del luogo che ne sono diventati ideatori e creatori.

 

Come ci potete aiutare

Potete sostenere il nostro progetto facendo una donazione libera oppure una donazione con ricompensa. Ad ogni cifra indicata nella colonna a destra corrisponde un ringraziamento particolare pensato per farvi sentire parte del nostro progetto. Inoltre il vostro nome e cognome comparirà nell’elenco dei sostenitori sul nostro sito.

Come saranno utilizzati i fondi raccolti
Per coinvolgere più classi di diverse scuole superiori e compiere il primo step di un percorso che immaginiamo ampio e duraturo, abbiamo bisogno di 10.000€. Parteciperanno direttamente al progetto un centinaio di ragazzi e ragazze tra i 14 e i 19 anni. Indirettamente saranno coinvolti i genitori, ragazzi di altre classi delle scuole coinvolte (più di 1000 utenti potenziali), insegnanti (circa 15), cittadini, istituzioni.

La voce più importante riguarderà i collaboratori (insegnanti di teatro, video e rap) che, guidati da ZONA K, lavoreranno con i ragazzi e le ragazze nelle scuole.

Più nel dettaglio, questo importo include i costi relativi alle seguenti voci:

  • insegnanti di teatro e altre discipline artistiche
  • piattaforma di crowdfunding e transazioni
  • premi per i donatori, gli studenti e i docenti

 

Spargi la voce!

Abbiamo bisogno del tuo aiuto per spargere la voce. Generazione gLocale coinvolge genitori, insegnanti, studenti, start-up e associazioni che vogliono introdurre la visione gLocale nelle scuole.

Ecco come puoi aiutarci:

  • Chiedi alla tua scuola (secondaria) di aderire al progetto Generazione gLocale
  • Parla di Generazione gLocale sulla chat di gruppo della tua classe o su Facebook
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L’Isola siamo noi!

Bambini, genitori e nonni, insieme per raccontare il quartiere Isola attraverso le immagini.

Come trasformeresti questa piazza? Che albero sei? Vorresti sdraiarti su un petalo di rosa o nuotare in mezzo a un prato? Il Bosco Verticale ti sembra piccolissimo visto da una nuvola? Attraversiamo l’Isola con uno sguardo nuovo e catturiamo le immagini per trasformarle in un racconto visivo da costruire insieme.

Ogni bambino dovrà essere accompagnato da un genitore, nonno, zio, amico, fratello maggiore. 

Non dimenticate di portare con voi il vostro smartphone!

A cura di Elisa Canfora, attrice e operatrice di teatro sociale e di comunità

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c/o BAM Biblioteca degli Alberi Milano, area frassini
Per bambine e bambine dalle elementari in su con loro accompagnatrice/accompagnatore
Posti limitati a 5/6 coppie
Partecipazione gratuita con prenotazione obbligatoria registrandosi a QUESTO FORM
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Il laboratorio è inserito nel programma della giornata Il parco si fa Isola! promossa da BAM Biblioteca degli Alberi in collaborazione con ZONA K, Rete Distretto Isola, Casa della Memoria, Stecca 3, Fattorie didattiche Coldiretti, Associazione +BC, Coldiretti e Salumeria del Design.

 

Pic: Gabby Orcutt su Unsplash

La buca
di e con DOM-

In residenza a dicembre 2021, date da definire


C’è una cavità al centro della terra, una fossa che collega il mondo dei vivi a quello dei morti, un buco che chiama, che attrae, che ci mette in ascolto sul ciglio del burrone, a contemplare il pozzo oscuro del tempo. Ma la buca suggerisce anche una via di fuga, un passaggio per un altrove possibile.

A partire dall’immagine della buca, DOM- si immerge in un percorso di ricerca che tiene insieme ricerca filosofica e scenica, pratiche di pensiero e pratiche performative, sempre alla ricerca, nel paesaggio urbano, di luoghi in grado di incarnare la tensione.

In questo nuovo lavoro appositamente pensato per la città di Milano, il collettivo prosegue la sua indagine sui concetti di giardino, sugli spazi di reclusione e sull’erranza postindustriale.

Il fondo del buco riflette lo stato di paura e depressione dentro il quale l’umanità si è immersa, il controllo dei corpi che avanza e prende possesso dello spazio pubblico a grandi accelerazioni. Allo stesso tempo dal buco fuoriescono visioni altre: storie di lotta e resistenza, corpi umani desideranti, comunità multispecie, corpi ibridati con altre vivenze, umanità-piante, umanità-insetti, umanità-minerali e giardini selvatici che sfondano i recinti. Nella buca tutto si mischia e si contamina, si immerge e fuoriesce. Il teatro, il rito, la coreografia, sono lì a tentare l’organizzazione spaziale e ritmica di questa materia.

foto Francesco Pititto


 

DOM- è un progetto di ricerca nato nel 2013 dalla collaborazione tra gli artisti Leonardo Delogu e Valerio Sirna. Nel corso degli anni altr* artist* hanno allargato e trasformato la conformazione del collettivo a seconda del progetto: Hélène Gautier, Mael Veisse, Arianna Lodeserto. DOM- indaga il linguaggio delle arti performative, contaminandolo con l’approccio militante delle Environmental Humanities e con le istanze e gli immaginari delle pratiche eco-anarco-queer. La ricerca ruota attorno al rapporto tra corpi e territori, investigando il nodo della permeabilità e osservando come potere, natura, cultura e marginalità interagiscono nello spazio pubblico. DOM- costruisce eventi performativi, seminari, camminate, scritti, giardini, installazioni, video, reportage fotografici. Nel 2019 a DOM- viene assegnato il Premio Rete Critica come miglior progetto artistico e di compagnia.

 

Il progetto DOM- è inserito in “Intercettazioni” –  Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, ZONA K, con il contributo di Regione Lombardia, MiBAC e Fondazione Cariplo.

 

 

 

 

 

Progetto di residenza (titolo ancora da definirsi)
di Mats Staub

L’ultimo progetto a lungo termine di Mats Staub si interroga sulle esperienze esistenziali. Si avvicina a temi universali attraverso esperienze individuali e in relazione ai contesti locali. In ogni luogo in cui viene presentato, riunisce le persone per parlare l’una con l’altra delle loro esperienze di morte e di nascita – mentre presenta anche conversazioni da altre regioni e stabilisce connessioni da una parte all’altra del mondo. Come installazione video in spazi teatrali mira a creare luoghi che permettano l’intimità e allo stesso tempo facilitino un’esperienza comune.

Idea, Concept, Direction Mats Staub Camera Benno Seidel, Matthias Stickel Scenography Monika Schori Dramaturgical Associate Simone von Büren, Elisabeth Schack Research Tim Harrison (Manchester), Maia Marie (Magaliesburg), Patrick Mudekereza (Lubumbashi), Dada Kahindo (Kinshasa), Marcus Rehberger (Basel), Nele Beinborn (Frankfurt), Wolfram Sander (Hannover), Leo Saftic (Perg), Celya Larré (Paris) Technical Direction Hanno Sons, Stefan Göbel Postproduction Benno Seidel Translation, Subtitles Simona Weber, Martin Thomas Pesl, Matthias Stickel, Benno Seidel Production Management Barbara Simsa, Elisabeth Schack Production zwischen_produktionen Co-production Kaserne Basel, SICK! Festival Manchester, Künstlerhaus Mousonturm Frankfurt, Festival Theaterformen Hannover, Festival der Regionen, Spielart Festival Munich, Centre culturel suisse Paris, Migros-Kulturprozent Funding Fachausschuss Tanz und Theater BS/BL, Pro Helvetia Swiss Arts Council, Christoph Merian Stiftung, Ernst Göhner Stiftung


 

Mats Staub, artista svizzero. Si è formato in studi teatrali, giornalismo e studi religiosi a Berna, Fribourg e Berlino. In passato, ha lavorato come giornalista per diverse testate (1996-2001) e come drammaturgo al Theater Neumarkt di Zurigo (2002-2004). Dal 2004 ha creato progetti artistici in aree di transizione tra teatro, esibizione, giornalismo e scienza. I suoi progetti a lungo termine crescono in modo incrementale da un luogo all’altro. Nel 2020 viene premiato con uno Swiss Theatre Award: “I progetti artistici di Mats Staub ci portano in un viaggio ai quattro angoli del globo, invitandoci a prenderci del tempo per ascoltare e guardare. Senza ricorrere a facili spettacoli, Mats Staub ha sviluppato negli anni una poesia eccezionalmente coerente che ci regala ritratti di intensa umanità”. I suoi lavori sono stati presentati in teatri, musei e festival internazionali.

 

Mats Staub è inserito in “Intercettazioni” –  Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, ZONA K, con il contributo di Regione Lombardia, MiBAC e Fondazione Cariplo.

 

 

 

Progetto di residenza (titolo ancora da definirsi)
di Kepler-452

In residenza online e a ottobre 2021, date da definire


Che cosa significa viaggiare? Perché si viaggia? Una risposta semplice potrebbe collegare l’idea della mobilità con la conoscenza e con l’incontro. In ultima istanza con la scoperta del vero, dell’autentico: nell’Altro e in sé. Ma se scomponiamo in fattori il concetto di viaggio come farebbe un matematico si potrebbe arrivare a una formula minima come «l’attraversamento, da parte di un individuo o di un gruppo, di una serie di spazi in un lasso di tempo».

E se capovolgessimo la prospettiva? Se un viaggio fosse non il movimento di un individuo attraverso lo spazio-tempo, ma il flusso di una catena di spazi attraverso la nostra percezione – visiva, uditiva, olfattiva, sensoriale – nel tempo? E le merci? Una definizione aperta espande e problematizza il concetto di viaggio: che differenza c’è allora tra un viaggio di persona e un tour attraverso Google Street View? Tra una visita guidata a un palazzo storico disabitato e l’invito a bere il tè in nella casa di una persona in cui non si era mai stati? E poi non è un «viaggio» anche quello delle merci, solo che deprivato del fattore «individuo»? Quali sono gli ostacoli – fisici, economici e politici – che rendono difficile o impediscono i vari processi del viaggiare, del conoscere e dell’incontrare? Come si infrange la bolla turistica, e come si oltrepassa il filtro della distanza remota? È possibile?

Nel corso della residenza a ZONA K, Kepler-452 si propone di affrontare i temi del viaggio e del turismo in un tempo in cui il viaggio e il turismo sono stati stravolti e rivoluzionati, e in un tempo in cui le bolle turistiche sono sempre più solide e difficili da infrangere, in cui i muri dei villaggi turistici sempre più alti e escludenti, in un tempo in cui aprire la porta a una persona sconosciuta è un atto dirompentemente politico.


 

Kepler-452 nasce nel 2015 a Bologna dall’incontro tra Nicola Borghesi, Enrico Baraldi, Paola Aiello e, per l’organizzazione, Michela Buscema. Kepler, fin dalla sua nascita, ha avuto un’ambizione, un desiderio, un’urgenza: aprire le porte dei teatri, uscire, osservare, attraverso la lente della scena, ciò che c’è fuori, nell’incrollabile convinzione che la realtà abbia una forza drammaturgica autonoma, che aspetta solo di essere organizzata in scena. Gli spettacoli della compagnia sono: La rivoluzione è facile se sai come farla, con Lo Stato Sociale; la trilogia di performance urbane audioguidate Lapsus Urbano, scritta con l’autore Riccardo Tabilio; il progetto Comizi d’Amore, e poi La grande età, Il giardino dei ciliegi – Trent’anni di felicità in comodato d’uso, F. – Perdere le cose. In ascolto e in reazione alla pandemia, Kepler-452 ha realizzato le performance Consegne // Una performance da Coprifuoco e Coprifuoco // Spedizioni notturne per città deserte, che sperimentano un originale formato itinerante per una fruizione in remoto, anch’esse scritte in collaborazione con Riccardo Tabilio, e la performance trans-nazionale Comizi d’Amore #BuenosAires. A maggio 2021 la compagnia presenta il monologo Gli Altri. Indagine sui nuovissimi Mostri, dedicato all’odio sociale e social, scritto da Riccardo Tabilio e Nicola Borghesi, che ne è anche interprete a solo, in tournée a partire da giugno 2021.

 

Kepler-452 è inserito in “Intercettazioni” –  Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, ZONA K, con il contributo di Regione Lombardia, MiBAC e Fondazione Cariplo.

 

 

 

Buoni a nulla. Un’indagine etnografica teatrale sulle persone senza dimora
di e con Praxis

In residenza dal 7 al 12 settembre 2021 e altre date da definire per residenza online


4 attori, un regista e uno scenografo. Sono i Buoni a nulla che hanno intrapreso questa ricerca. Sei storie per molti aspetti diverse, diverse le origini geografiche, diversi gli orientamenti politici, diversi i percorsi artistici, accomunati dalla condivisione di uno stato, di un tempo e un luogo: il precariato della classe cognitivo-artistica, in una metropoli italiana. Volevamo indagare l’impatto della situazione socio-economica sulle nostre esistenze. La pandemia ha fatto esplodere una serie di contraddizioni e disuguaglianze che erano già sul piatto. Viviamo in città in costante accelerazione, immersi nella paura di non farcela, di non trovare il nostro posto alla grande festa. Riflettendo su questi temi, ci siamo chiesti se davvero sappiamo cosa significhi rimanere indietro, chi sono gli esclusi, gli emarginati, se ci sono dei punti di contatto tra noi e loro, qual è il senso di distinguere tra noi e loro?
A gennaio 2020, siamo entrati in contatto con diverse realtà che si occupano, con approcci diversi, di persone senza dimora a Milano: la Caritas e le sue strutture, il Centro Aiuto Stazione Centrale del comune di Milano, la Comunità di Sant’Egidio, il NAGA e CODICI, Ricerca e intervento. In questi mesi, anche durante il lockdown, abbiamo affiancato le unità di strada nella distribuzione pasti in stazione Garibaldi. Presentandoci a fianco dei volontari, come ricercatori teatrali, abbiamo conosciuto le persone che abitano la strada cercando un rapporto di fiducia reciproca dove era possibile, ascoltandone le storie, i bisogni, le opinioni e confrontandoci anche con i volontari che da anni portano avanti questi servizi.
In parallelo abbiamo cominciato ad andare nei luoghi dove sono solite stazionare le persone senza dimora, ci siamo presentati e con il supporto di un registratore audio abbiamo parlato della condizione di vivere senza un tetto sicuro. Abbiamo incontrato anziani e giovani, uomini e alcune donne, italiani e migranti. Inoltre ci siamo fermati in luoghi della città come piazze, mezzi pubblici, parchi e abbiamo semplicemente osservato lo scorrere della vita cittadina e le strategie di sopravvivenza degli emarginati.

A partire da queste uscite, che continuano tuttora, abbiamo steso dei diari che costituiscono il materiale di partenza del nostro lavoro insieme alle registrazioni e alle loro sbobinature.

Ciò che alla fine porteremo in scena sarà un reportage della nostra esplorazione. Un racconto che si snoderà tra gli incontri, le parole, le immagini, le letture e le riflessioni che questa esperienza ha provocato.

 

Di e con Marko Buqakeja, Tobia Dal Corso, Paola Galassi, Francesca Muscatello Regia di Lorenzo Ponte Scena di Davide Signorini Dramaturg Paola Galassi


 

PRAXIS è un collettivo artistico che si distingue per la commistione delle arti performative con la disciplina antropologica e metodi di ricerca sociale; si occupa dal 2019 di progetti artistici partecipativi che coinvolgono la cittadinanza, rivolgendosi in particolar modo a categorie cosiddette fragili, e della creazione di spettacoli dalla drammaturgia originale, basati su ricerche ed esperienze svolte sul campo. L’obiettivo formale di PRAXIS è l’empowerment di comunità attraverso la diffusione di pratiche artistiche. Ad oggi ha ideato SeguiMi!, progetto intergenerazionale di narrazione ed esplorazione urbana, realizzato con gli abitanti del quartiere di edilizia popolare di San Siro e che vedrà una seconda edizione nel quartiere di via Padova, Milano; Ethiotaly, spettacolo di narrazione sull’esperienza sul campo di tre donne, attrici ed operatrici di teatro sociale in Etiopia.

Lorenzo Ponte, membro di Praxis, del 1992. Si laurea con lode nel 2015 in Lettere classiche all’Università cattolica di Milano. Nel 2015 inizia il corso di Regia alla Paolo Grassi, in cui si diploma nel 2018. Dal 2018 è assistente alla regia presso il Teatro alla Scala dove segue spettacoli di Livermore, Michieletto e della Fura del Baus. Dalla stagione 2018/19 affianca come assistente Andree Ruth Shammah nelle produzioni del Teatro Franco Parenti. Come regista esordisce al Teatro Parenti con Confabulazioni di Eleonora Paris nell’aprile del 2018. Nella stagione successiva riscrive e mette in scena Tu sei Agatha dal testo di Marguerite Duras, prodotto dal Teatro Franco Parenti. Inoltre firma la regia insieme a Clio Saccà di Can you hearT me? di Marco Sinopoli, spettacolo musicale vincitore della seconda edizione del concorso Macerata Opera 4.0. Nel 2020 inizia un percorso di indagine delle gravi marginalità abitative a Milano. La ricerca sta avanzando tra residenze e bandi verso un momento di restituzione che vuole mettere in discussione il modello di città che Milano propone. A ottobre 2020, è tra i registi selezionati da Carmelo Rifici per il workshop di regia presso il Lac di Lugano.

 

PRAXIS e Lorenzo Ponte sono inseriti in “Intercettazioni” –  Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, ZONA K, con il contributo di Regione Lombardia, MiBAC e Fondazione Cariplo.

 

AMOЯ
di Salvo Lombardo con Fattoria Vittadini

In residenza dal 21 al 23 ottobre 2021 e altre date da definire


C’è un tratto significativo, alla base della costruzione identitaria italiana, che è teso all’esaltazione di un passato classico e dei suoi fasti gloriosi. Un tratto che prescinde dalla lettura della storia. Una presenza. Una sorta di figura, sempre prestante, che si allena nella palestra delle narrazioni ufficiali. Un culturista delle tradizioni. Una specie di monumento perennemente in fase di “restauro”. Un fantasma che si aggira tra le rovine di una qualche auctoritas, sempre aggiornata e difesa, o un sacerdote che ne celebra perennemente il suo culto. Questo segno, questa macchia, a volte assume la forma di un animale, arrampicatore tra i rami di pretestuose discendenze. Altre volte lo riconosci come un bastone, un manganello, che percuote l’albero del potere.

AMOЯ di Salvo Lombardo nasce dal desiderio di indagare proprio il concetto di potere. Cos’è il potere? O meglio, come si manifesta il potere? Qual’è la sua micro-fisica? Come il potere muove e trasforma i corpi? Quali sono le sue articolazioni? Quali le sue rappresentazioni ufficiali, le sue genealogie, e quali, soprattutto, le contro narrazioni che oggi reagiscono alla sua figura?

AMOЯ, d’altronde, è una locuzione ambivalente, una parola che ci restituisce l’immagine di un qualcosa che si guarda allo specchio: AMOЯ è bifronte di ROMA.

Roma non fu costruita in un solo giorno.

 

ideazione, coreografia e regia Salvo Lombardo performance Chiara Ameglio, Cesare Benedetti, Pieradolfo Ciulli, Maura Di Vietri, Daria Greco, Riccardo Olivier, MariaGiulia Serantoni voci Lucia Cammalleri, Gabriele Ingrà, Salvo Lombardo riferimenti drammaturgici ispirati a Elias Canetti, Byung-chul Han, James Hilmann, Carl Schmitt, William Shakespeare scenografia e video Daniele Spanò luci e direzione tecnica Giulia Pastore drammaturgia sonora Salvo Lombardo musiche originali Fabrizio Alviti citazioni musicali da Asaf Avidan, Las Bistecs, Trias God consulenza culturale Viviana Gravano e Giulia Grechi costumi Chiara De Fant boxe coach Gaia Pagnini supporto alla direzione tecnica Maria Elena Fusacchia produzione esecutiva Chiasma e Fattoria Vittadini coproduzione MilanOltre con il sostegno di Teatro di Roma – Teatro Nazionale e con il sostegno di Compagnia Versiliadanza | Teatro Cantiere Florida; Progetto IntercettAzioni: Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, ZONA K; Cross Project; Lavanderia a Vapore; Scenario Pubblico – Compagnia Zappalà Danza; OSTUDIO; Spazio Fattoria; Attitudes – Spazio alle arti Realizzato con il contributo di MiC – Ministero della Cultura, Regione Lombardia, Fondazione Cariplo


 

Salvo Lombardo è performer, coreografo e regista. Negli anni ha approfondito gli interstizi tra la danza, il teatro, la musica elettroacustica e la video arte. È impegnato nella realizzazione di azioni e manufatti in ambito performativo e artistico assieme al suo gruppo di lavoro Chiasma, riconosciuto dal MIBAC come Organismo di Produzione della Danza “Under 35”. Fino al 2015 è stato co- fondatore e regista di Clinica Mammut. Nel 2015-2016 è stato coreografo residente ad Anghiari Dance Hub. Nel 2018 vince il bando di Residenze coreografiche Lavanderia a Vapore 3.0 di Piemonte dal Vivo e lavora al progetto L’esemplare capovolto. Nel 2019 è stato impegnato nel progetto di creazione Bodies Moemories sviluppato per la compagnia Attakkalari Dance Company di Bangalore (India), nell’ambito del progetto Crossing the sea realizzato da una rete di partner tra Italia, Asia e Medio Oriente col supporto del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e con il progetto Opacity è stato selezionato alla NID – New Italian Dance Platform. E’ ideatore, assieme a Silvia Albanese, della Under 35 Italian Alliance, un rete di compagnie che operano nell’ambito della danza e della performance, finalizzata alla promozione e diffusione dei propri lavori all’estero.

Fattoria Vittadini nasce nel 2009 dalla volontà di 11 allievi diplomati al corso di TeatroDanza della Scuola Paolo Grassi di Milano. Grazie alla pratica di mettersi in gioco con artisti esterni, la compagnia ha avuto l’opportunità di lavorare con Ariella Vidach, Lucinda Childs, Yasmeen Godder, Virgilio Sieni, Alessandro Certini, Maya Weinberg, matanicola, Giulio D’Anna, Maya Carrol, Daniel Abreu. Nel 2015 vince il Premio Franco Abbiati per la partecipazione alla 40° edizione del Festival della Valle D’Itria come compagnia ufficiale. Il 2018 riceve il prestigioso premio Hystrio – Corpo a Corpo. Oltre all’attività di produzione la compagnia è promotrice di eventi e festival, tra cui il Festival del Silenzio, festival internazionale di performing arts con focus sulle Lingue dei Segni e la cultura segnante, premiato con la Medaglia del Presidente della Repubblica; Th!nk P!nk, rassegna dedicata al femminile, il progetto di residenza theWorkroom, il progetto di danza senza esclusione SIIATE e All Inclusive training, percorso di formazione inclusiva. Per queste attività in dialogo con il territorio nel 2019 arrivano il Premio Incontro con la danza assegnato da Basilicata ArteDanza e il Premio Rete Critica per le strategie comunicative.

 

Salvo Lombardo e Fattoria Vittadini sono inseriti in “Intercettazioni” –  Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, ZONA K, con il contributo di Regione Lombardia, MiBAC e Fondazione Cariplo.

 

 

 

Èidos
di Valeria Fornoni

In residenza il 28, 30, 31 gennaio e dal 3 al 7 febbraio 2021


Sviluppato intorno alla figura mitologica della Baccante e realizzato a partire da un’indagine antropologica svolta all’interno della Scuola Civica Paolo Grassi rivolta ad aspiranti artisti tra i 18 e i 35 anni, Èidos è un progetto coreografico in cui tre danzatrici interrogano il proprio corpo nel tentativo di dar vita a un rituale che lo celebri.
Ricalcando la struttura drammaturgica della tragedia greca (suddivisa in prologo, parodo, episodi, esodo) e amalgamandola coi linguaggi del contemporaneo (performance, videoproiezione, contaminazione sonore) la narrazione si articola a partire da una dimensione solitaria che via via si frammenta e frantumandosi genera gradualmente l’incontro con l’altro.
I temi indagati sono l’isolamento, la frammentazione del corpo, il rapporto tra dimensione privata e sociale, il rito come forma di degenerazione e rigenerazione. Utilizzando come pretesto narrativo le Baccanti che nel mito sfuggono all’ordine prestabilito dalla società e riproponendone gli stessi interrogativi “A che vivi? Che fai? Chi sei?”, il progetto intende così indagare la dimensione rituale e ripetitiva con l’obbiettivo di invitare lo spettatore a immaginare una nuova comunità e a ripristinare quell’ancestrale, ormai perduto, sentimento di collettività.

In scena ci sono tre stanze dentro le quali sono appesi tre pannelli che fungono da finestre.
Al progredire della narrazione, i pannelli si rivelano specchi, il disegno luci cambia forma e, dopo un apice di commistioni musicali, si realizza uno spazio vuoto dove il corpo delle danzatrici genera una drammaturgia sonora che viene catturata e amplificata da diversi microfoni disposti ai lati. Durante l’intera scena, nel frattempo, il videoproiettore si fa deus ex machina e, dialogando coi vari linguaggi, modifica, distorce e ricrea lo spazio.

Regia Valeria Fornoni Dramaturg Bruna Bonanno Interpreti Alessandra Cozzi, Agnese Gabrielli, Camilla Neri. Sound e Video Designer Fabio Brusadin Scene Marina Conti


 

La Compagnia  è formata da Valeria Fornoni, Alessandra Cozzi, Agnese Gabrielli, Camilla neri e Fabio Brusadin. Ci siamo conosciuti all’interno del progetto Laboratorio dell’idee della Scuola Civica Paolo Grassi. Nasce con l’esigenza di interrogarsi sul rapporto tra gesto ed azione, tra forma e contenuto. Il campo d’indagine è la commistione tra tre tipi di linguaggio quello della danza, quello teatrale e quello delle tecniche multimediali laddove il linguaggio diviene mezzo per comprendere le possibilità dell’espressività. Il processo del lavoro si fonda su domande e viene sviluppato attraverso l’improvvisazione fondante per comprendere il dialogo che intercorre tra vari tipi di linguaggio. Pertanto quello che si viene a creare è un processo di continue relazioni tra punti di vista differenti cercando di costituire una forma che contenga un contenuto definito dall’insieme delle visioni poste.

 

La Compagnia è inserita in “Intercettazioni” –  Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, ZONA K, con il contributo di Regione Lombardia, MiBAC e Fondazione Cariplo.

 

Fuga dall’Egitto
di Miriam Selima Fieno e Nicola Di Chio

In residenza dal 16 al 22 dicembre 2020 dal 4 al 10 e dal 13 al 15 gennaio 2021


Fuga dallEgitto è una performance teatrale che unisce il teatro documentario alla musica, in un intreccio tra parola, cinema del reale e sonorità orientali live.
Il progetto trae ispirazione dal libro “Fuga dall’Egitto inchiesta sulla diaspora del dopo-golpe” della giornalista Azzurra Meringolo Scarfoglio, che getta luce sul fenomeno della diaspora egiziana composta dagli esuli di ultimissima generazione. Più o meno giovani, giornalisti, sindacalisti, artisti, medici, poeti, politici e attivisti per i diritti umani che, traditi e minacciati di repressione in Egitto, sono stati costretti a scegliere la via precaria e dolorosa dell’esilio, quando, dopo il golpe dell’estate 2013, i militari sono tornati al potere.
I nuovi esuli egiziani sono scappati dal loro Paese per sfuggire al carcere, a sommari processi di massa, a tentativi di cooptazione, alla censura di chi non voleva che raccontassero – ad esempio- dettagli scomodi sulla tragica fine di Giulio Regeni. Per alcuni l’esilio è arrivato dopo lunghi periodi di detenzione, segnati da torture fisiche e psicologiche.
La situazione dei diritti civili in Egitto è una delle peggiori al mondo.
Sugli account Facebook delle persone che avevano partecipato alla rivoluzione del 2011, si è diffusa una domanda: come resistere a questo potere autoritario e corrotto senza farsi uccidere o arrestare e perdere la battaglia in partenza?

Per realizzare lo spettacolo siamo partiti da queste storie raccolte nel libro di Azzurra, abbiamo scelto alcune testimonianze, e analizzato l’archivio di audio, riprese, scatti, interviste che l’autrice ha messo insieme negli anni di lavoro in Egitto, prima, e inseguendo gli esuli per il mondo, poi.  Il passo successivo è stato quello di incontrare alcuni dei protagonisti delle storie, per raccogliere dal vivo le loro testimonianze attraverso l’uso del video documentario. Abbiamo incrociato in questo nostro percorso di studio e di raccolta di materiale, una musicista esule Jasmine Baramawy che ha lasciato l’Egitto per poter portare avanti il suo attivismo e la sua ricerca sonora che esplora sia la tradizione acustica dell’oud che la sperimentazione elettronica. Abbiamo deciso di coinvolgerla, non volevamo rinunciare alla possibilità di avere fisicamente in scena una figura che con la sua personalità potesse essere rappresentativa di un ampio spettro della diaspora egiziana. Questa è la funzione che svolge la musica nel nostro progetto, quella di raccogliere in una sola, più voci possibili, espandendo un messaggio di resistenza. Ciò che accomuna la ‘fuga’ di molti degli esuli non è la paura, ma la voglia di poter continuare a vivere, lavorare, trovare vie di crescita e di realizzazione. Ha un valore fondamentale per noi avere sul palco un artista che con la sua musica e le sue parole possa portare una testimonianza diretta incarnando il ponte tra il pubblico e ciò che lo spettacolo racconta.

L’intento è quello di creare un unico grande archivio di materiale multimediale da selezionare e elaborare in una drammaturgia composita di testi, video, registrazioni audio e musica. Con l’obiettivo di dare vita a uno spettacolo di teatro documentario, ovvero uno spettacolo dove la narrazione dal vivo si avvale di dispositivi tecnologici come camere in diretta, cellulari e proiezioni, dialogando con il video documentario e con la musica live, per tenere accesa l’attenzione su un Paese, l’Egitto, che proprio il prossimo anno celebrerà i 10 anni dalla rivoluzione di piazza Tahrir. Momento certamente di cambiamento sociale, che non ha però lasciato i frutti sperati, come ben sappiamo noi italiani che pur continuiamo a fare affari, facendo finta di niente.


 

Miriam Selima Fieno Attrice, autrice e regista. Si diploma all’Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe, dopo la laurea in Conservazione dei Beni Culturali. Nel 2012 fonda il collettivo teatrale La Ballata dei Lenna con cui realizza alcune produzioni che ottengono importanti riconoscimenti tra cui: “Libya. Back home” 2019 un monologo autobiografico di teatro documentario di cui è interprete e autrice (finalista In-box, vincitore Bando Ora! Compagnia di San Paolo e del Premio Scintille); “Human animal” 2017 tratto da “Il re pallido” di David Foster Wallace di cui è interprete e regista (vincitore del bando Funder35 e del bando Hangar Creatività); “Cantare all’amore” 2013 di cui è autrice, interprete e regista (vincitore Next, vincitore Premio In-Box, vincitore E45 Napoli Fringe Festival). Si avvicina al teatro documentario e al cinema del reale con i registi Lola Arias e Andrea Segre. Viene selezionata alla Biennale Teatro di Venezia per il college con Roberto Latini. È attrice con Acti Teatri Indipendenti, Compagnia del Suq, Bottega degli Apocrifi, Assemblea Teatro, Teatro della Tosse, Festival delle Colline Torinesi, Teatro Piemonte Europa. Nell’ultimo periodo la sua produzione è legata al teatro documentario e tratta tematiche che abbracciano il Nordafrica e il Medioriente. Nel 2020 vince la menzione al Premio Scenario Infanzia con il progetto From Syria: is this a child? e il Bando IntercettAzioni con il progetto Fuga dall’Egitto

 

Miriam Selima Fieno è inserita in “Intercettazioni” –  Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, ZONA K, con il contributo di Regione Lombardia, MiBAC e Fondazione Cariplo.

 

Curva Cieca
di e con Muna Mussie

In residenza dal 5 al 14 settembre e dal 18 al 22 settembre 2020
Restituzione pubblica autunno 2021


 

Se chiudo gli occhi e cerco di definire la mia immagine, cosa vedo? Una specchio cieco, una mancanza. Nessuno è padrone della propria immagine poiché questa implica una co-relazione. Ciò che è immediato – il mio corpo, la mia immagine – è distante da me.

Con Curva Cieca Muna Mussie rappresenta questa mancanza assieme a Filmon Yemane, un ragazzo non vedente dall’età di dodici anni. Fulcro della performance è la scoperta della lingua materna di Muna, in un dialogo tra la parola, segno, forma e significato. In scena, la voce di Filmon tiene delle lezioni di lingua tigrigna con l’ausilio di immagini provenienti da un abbecedario. Il corpo dell’artista performer tenterà di dirigersi dentro la sinuosità di questo alfabeto in una sorta di mimesi dinamica, provando ad attraversare il segno e incorporarlo per estrarne un senso altro.

con Muna Mussie e le parole di Filmon Yemane editing video Lino Greco produzione Short TheatreZonaKSantarcangelo Festival, Spazio Kor, Città di Ebla con il supporto di Xing con il sostegno della Fondazione Nuovi Mecenati e Teatro di Roma – Teatro Nazionale


 

Muna Mussie è un’artista bolognese di origine eritrea, il cui percorso artistico inizia nel 1998 con il Teatrino Clandestino, e prosegue fondando il collettivo di ricerca Open. Indaga i modi dello stare in scena tra gesto, visione e parola, per dare forma alla tensione che scaturisce tra differenti poli espressivi. Filmon Yemane (Eritrea 1995), vive dal 2008 a Bologna. Partecipa a diverse attività culturali e a progetti artistici, tra cui la realizzazione di un docu-film con il collettivo ZimmerFrei all’interno del progetto Atlas of Transitions Bologna.

 

Muna Mussie è inserita in “Intercettazioni” –  Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, ZONA K, con il contributo di Regione Lombardia, MiBAC e Fondazione Cariplo.

 

Fase nove
di E. Bozkurt, C. Campara, G. Oglialoro, R. Tabilio, F. Venturi con Rimini Protokoll

In residenza dal 28 giugno al 5 luglio e dal 13 al 19 luglio 2020
Restituzione pubblica autunno 2021


L’emergenza pandemica ha comportato una divisione delle componenti sociali in sistemicamente rilevanti e non rilevanti. Per molti è stata una polarizzazione anche psicologica: tra ciò che è essenziale e ciò che è superfluo. Le professioni artistiche non sono rientrate tra quelle socialmente necessarie.

Dobbiamo pensare a un mondo nel quale l’arte non avrà più un ruolo? Possiamo immaginare una realtà che annulli l’esistenza dell’arte e di chi vi lavora? Che relazione può intrattenere l’arte con ognuno di noi in questo stato di crisi? Sta per finire qualcosa che è diventato da tempo stantio? Una crisi così profonda può essere un’opportunità?

Fase Nove invita a porsi queste domande nel contesto della città. Nove luoghi importanti per l’arte a Milano – alcuni iconici, altri insoliti – diventano il palcoscenico di nove installazioni audio che, attraverso interviste a diversi esperti, si confrontano con la domanda provocatoria: Perché esiste l’arte?

Il lavoro dei 5 artisti selezionati, coordinato e seguito da Jörg Karrenbauer e Aljoscha Begrich di Rimini Protokoll nel ruolo di mentori, ha come tema il lavoro – in consonanza con “Work”, titolo che guida la programmazione di Casa degli Artisti del 2020. Si concentra in particolare sul lavoro nel mondo della cultura e dell’arte, tema reso ancora più attuale e urgente dalla crisi provocata dalla pandemia. Il lavoro è stato completamente ripensato durante i mesi di lockdown: si è deciso di lavorare proprio sulla contingenza, considerandola un’opportunità, indagando la mutevole percezione degli spazi e degli operatori culturali. Un percorso urbano multimediale per singolo spettatore che si sviluppa a partire dal vuoto, dallo stato di incertezza e dalla crisi di valori attuale, per ragionare in forma artistica sul valore dell’arte, della cultura, dell’innovazione, sul significato di tempo libero e sul suo ruolo nel mercato.

 

Artisti Ekin Bozkurt, Chiara Campara, Giulia Oglialoro, Riccardo Tabilio e Francesco Venturi Supervisione artistica  Aljoscha Begrich e Jörg Karrenbauer (Rimini Protokoll) Project management Valentina Kastlunger (ZONA K) Coordinamento e mixing audio William Geroli Implementazione multimedia Stripes Digitus Lab In collaborazione con Accademia di Belle Arti di Brera, Eataly Smeraldo, Goethe-Institut Milano, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Giardini in Transito – Giardino Comunitario Lea Garofalo, Anteo Palazzo del Cinema, Piccolo Teatro di Milano


 

Ekin Bozkurt (sound designer), Chiara Campara (filmmaker), Giulia Oglialoro (autrice, giornalista), Riccardo Tabilio (autore e dramaturg) e Francesco Venturi (compositore) sono gli artisti che la seconda open call di Casa degli Artisti a tema “Work” ha selezionato nel marzo 2020 per il progetto artistico condiviso con il collettivo tedesco Rimini Protokoll.

Rimini Protokoll è un collettivo teatrale berlinese fondato nel 2000 da Stefan Kaegi, Helgard Haug e Daniel Wetzel e negli anni ha collaborato con diverse costellazioni di artisti. L’obiettivo è quello di espandere i mezzi del teatro al fine di creare nuove prospettive sulla realtà. Rimini Protokoll si avvale della collaborazione di esperti, le cui conoscenze e competenze vanno oltre il teatro, per produrre spettacoli, produzioni radiofoniche e interventi urbani che spesso traducono spazi urbani e strutture sociali in formati teatrali.

 

Gli artisti Ekin Bozkurt, Chiara Campara, Giulia Oglialoro, Riccardo Tabilio  e Francesco Venturi sono inseriti in “Intercettazioni” –  Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, ZONA K, con il contributo di Regione Lombardia, MiBAC e Fondazione Cariplo.

 

Loro
di Anna Serlenga con Corps Citoyen

In residenza dal 10 al 16 gennaio, 20 e 21 gennaio, e dal 29 al 4 ottobre 2020
Restituzione pubblica autunno 2021


 

Il corpo politico è il soggetto principe del nostro ultimo progetto performativo LORO – sono come tu mi vuoi. Il lavoro cerca di interro- gare il potere narrativo della rappresentazione di sé e dell’altro, da un lato, e la natura politica dei corpi nella loro stessa presenza e posizionamento all’interno della rappresentazione, attraverso la lente dell’ironia e l’oscillazione tra realtà documentale e dichiarata finzonalizzazione. “Can the subaltern speak?”si chiedeva Gaiatri Spivak in un celebre intervento del 1988 su marxismo e interpretazione della cultura. Definire chi ha il diritto di parlare nella sfera pubblica è oggi più che mai un tema centrale nella ridefinizione dei ruoli di potere che caratterizzano il rapporto con i soggetti che vengono considerati minori. La narrazione occidentale ha una precisa agency di potere, che definisce l’Altro a partire dalle proprie categorie: per questa ragione, definire chi parla e lo spazio autoriale che occupa sono temi centrali di una pratica performativa che si vuole contemporanea e politica.

LORO è un dialogo acido, un lavoro ironico e scanzonato sulla percezione dell’altro, un dispositivo scenico svelato che si muove in un territorio ibrido: immagini e canzoni banali, volgari, dirette si alternano a storie radicate nel profondo della nostra mentalità e identità nazionale. Un gioco irriverente intorno all’eredità coloniale che riverbera la nostra tradizione come la nostra scena contemporanea.
In sottile equilibrio tra finzione e realtà, LORO espone il dispositivo di potere che sottende la rappresentazione orientalista
dell’altro a partire dalla rappresentazione per eccellenza, la finzione scenica, che contribuisce a creare e rafforzare le narrazioni del pre- sente attraverso l’inserzione di un corpo altro, di una presenza che si espone al pubblico, cercando di adeguarsi ad una rappresentazio- ne sempre storta, mai aderente, sempre sbagliata. Una voce fuori campo commenta, dà istruzioni, ricorda limiti e modalità del suo pre- sentarsi davanti a noi, il pubblico, il destinatario primo della rappresentazione e parte integrante del gioco.

LORO è narrazione minore che fa della sua stessa fragilità l’elemento centrale della propria esposizione davanti al pubblico, partecipan- te attivo, elemento drammaturgico fondante di questo lavoro performativo partecipato.
Grazie ad un dispositivo che mescola senza soluzione di continuità finzione e realtà, LORO vuole svelare il buonismo che si cela sotto mentite spoglie e al contempo riaffermare il diritto alla propria necessaria presenza sulla scena.

 

con Rabii Brahim concept Anna Serlenga e Rabii Brahim Drammaturgia Bruna Bonanno Cultural advisor Viviana Gravano spazio scenico e luci Manuel D’Onofrio documentazione visuale Luca Centola organizzazione Ginevra Bocconcelli regia Anna Serlenga progetto semifinalista a Premio Scenario 2019 con il sostegno di ZONA K / Circuito Claps /mareculturale urbano/ Qui e Ora residenza teatrale/ MACAO, COX 18


 

Corps Citoyen è un collettivo artistico pluridisciplinare basato tra Tunisi e Milano. La pratica del collettivo si compone di diversi strumenti disciplinari (danza, teatro, poesia, video, animazione, scrittura e ricerca antropologica) per creare nuove narrazioni contemporanee. L’obiettivo del gruppo è quello di rafforzare i valori della cittadinanza attraverso la pratica artistica, la formazione, la ricerca e la partecipazione attiva della società civile al fine di promuovere un cambiamento politico e sociale. Il collettivo si raccoglie intorno all’idea di fare dei linguaggi artistici strumenti di resistenza, di cambiamento, di recupero di coscienza ma anche di condivisione e divertimento, di pratica della cultura e della performance come strumento di riflessione sulla cittadinanza e sulla politica. L’attuale gruppo di lavoro italo-tunisino è composto da giovani professionisti nell’ambito del teatro e dell’arte, siamo: Rabii Brahim, attore e musici- sta; Lilia Ben Romdhane, poetessa ed architetto; Alessandro Rivera Magos, ricercatore antropologo e fotografo; Francesca Cogni, artista visiva e vi- deomaker; Anna Serlenga, regista e ricercatrice.

 

Il collettivo Corps Citoyen è inserito in “Intercettazioni” –  Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, ZONA K, con il contributo di Regione Lombardia, MiBAC e Fondazione Cariplo.

 

#nuovipoveri
di e con Guinea Pigs

In residenza dal 22 al 26 gennaio e dal 6 al 16 febbraio 2020
Restituzione pubblica autunno 2021


#nuovipoveri è un’indagine sviluppata con gli strumenti del teatro e della video-arte intorno alla percezione dei concetti di ricchezza e povertà.
La compagnia partite da dati economico-statistici per superarli e arrivare a mettere in relazione le parole ricchezza e povertà con “capitali” di altra natura: capitali sociali, culturali, emotivi, relazionali, etc… Chi sono oggi i nuovi poveri? Come si raccontano a se stessi? Alla società? E ancora come raccontano la società a se stessi?

E quanto c’è di vero in questa auto-narrazione?

L’Istat parla di 5 milioni di poveri su una popolazione che supera i 42 milioni di abitanti: i poveri superano l’11% della popolazione totale. Ci sono i poveri assoluti che non hanno le possibilità di far fronte a una spesa mensile minima necessaria per acquistare beni e servizi di prima necessità; i poveri relativi che vivono con una spesa media mensile pari o inferiore ai 667,05 euro – la cifra calcolata come spesa media mensile “accettabile” pro-capite in Italia nel 2018. Quindi l’Istat afferma che un povero è chi non riesce a soddisfare gli standard minimi di consumo, chi non riesce a spendere perché non ha.

I #nuovipoveri non vivono nell’indigenza più profonda ma neppure nell’agio che permetterebbe loro di soddisfare tutti i loro desideri. La nuova povertà di cui parliamo è anche una condizione sociale e psicologica, ha a che fare con il senso di inadeguatezza, che si trasforma nell’amara sensazione di essere rimasti indietro o di essere stati esclusi dalla festa cui gli altri invece sono ammessi. Quindi #nuovipoveri è anche uno spettacolo sul denaro, su come sembri ancora fare la felicità, sulle sue contraddizioni, sul potere che ha di modificare equilibri e dinamiche di relazione, di decidere della salute e della realizzazione dei singoli, della felicità di una coppia e di una famiglia, della costruzione dell’identità di un’intera società.

di e con Letizia Bravi e Marco De Francesca drammaturgia Giulia Tollis regia Riccardo Mallus video Julian Soardi set design Stefano Zullo sound design Gianluca Agostini light design Martino Minzoni set design assistant Giulia Meduri una produzione Ecate Cultura in collaborazione con Guinea Pigs con il sostegno di ZONA K e Next – Laboratorio delle idee per la produzione e distribuzione dello Spettacolo dal Vivo Lombardo – Edizione 2019/2020 e con il sostegno di Teatro delle Moire


 

Guinea Pigs nasce nel 2014 a Milano. Il primo progetto artistico è lo spettacolo Atti di Guerra (2016). Nel 2017, in collaborazione con il Teatro Out Off di Milano, produce lo spettacolo Casca la terra di Fabio Chiriatti, con il quale vince il bando Siae Sillumina 2016. Sempre nel corso del 2017 avvia il percorso di ricerca e creazione per progetti site specific tra installazione e performance In lotta con la realtà. La prima tappa, Sovra/Esposizioni, viene presentata all’interno di IT Festival. La seconda tappa, Il futuro è una trappola?, viene coprodotta dal Festival Castel dei Mondi e vede la collaborazione di Guinea Pigs con Equilibrio Dinamico Dance Company e con Anelo1997 laboratorio di architettura e scultura romano. Nel 2019, in collaborazione con Museocity, hanno realizzato interventi teatrali e performativi all’interno di alcuni musei di Milano nell’ambito del progetto AMUSE di Fondazione Cariplo.

 

La compagnia Guinea Pigs è inserita in “Intercettazioni” –  Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, ZONA K, con il contributo di Regione Lombardia, MiBAC e Fondazione Cariplo.

 

YOU FIGHT!
di e con Ana Shametaj/Kokoschka Revival

In residenza dal 9 al 19 settembre 2019, 20 e 21 ottobre e 27 e 28 novembre 2019
Restituzione pubblica 29 e 30 novembre 2019


 

E’ uno spettacolo multimediale che si confronta con alcuni tra i più evidenti fenomeni del contemporaneo: lo spazio virtuale e le nuove forme di intrattenimento, la promozione e monetizzazione della propria immagine attraverso i media, il logoramento delle relazioni umane nella distopia tecno-capitalista. E’ la storia di due ragazze che lavorano e vivono il loro quotidiano nello spazio virtuale: due fighters che non si guardano mai negli occhi, pur condividendo, per assurdo, lo stesso spazio del reale. Nell’era del branding del sé, dell’individualismo dominante, dello smartphone intimo e inseparabile…You Fight! Per cosa stai combattendo?

Ci sono le tre S per cui in molti combattono: Soldi, Sesso, Successo. Quello dei lavoratori dello spettacolo online è un fenomeno in costante espansione. Dalle Camgirls, passando per i Gamers, fino agli influencers: si muovono su Instagram, Youtube o Twitch, producono contenuti audiovisivi in live-streaming o pre registrati, gratis o a pagamento.

YouFight! è una piattaforma, dove ogni utente combatte per vivere e guadagnare soldi, che riceve in forma di credito/Like dal suo pubblico (chiamiamo questa moneta Energy Coin). Ognuno può proporre il gioco di combattimento che vuole, e le nostre due protagoniste si sfidano a chess Boxing: uno sport nel quale si alternano un round di Boxe e uno di scacchi. Nella stessa piattaforma di YouFight! si può spendere il tempo libero in altri servizi di intrattenimento immersivi, da fruire in solitudine ma sempre sotto gli occhi di un pubblico.

Le due protagoniste si chiamano Kasparov e Deep Blue, nomi chiave per il transumanesimo. Nel 1997 lo scacchista Garry Kasparov sfidò il computer IBM Deep Blue. Si dice che Deep Blue fece una mossa particolare, dovuta a un errore di calcolo, e questa mossa mandò in tilt Kasparov, che iniziò a pensare che la macchina fosse troppo creativa, troppo umana per essere un computer, e abbandonò la partita. Anche la nostra Deep Blue fa un errore, non di calcolo, ma di umanità. La riparazione di questo errore è un atto poetico.

 

Interpretato da Alice Raffaelli Ondina Quadri Diretto e Ideato da Ana Shametaj Design del suono Interaction design Composizione Andrea Giomi Visual design Interazioni video Grafica Fabio Brusadin Mentor progettazione sistemi interattivi Stefano Roveda Costumi Set design Giulio Olivero Marialuisa Bafunno Design delle luci Dramaturg Riccardo Calabrò Sviluppo mobile app m0k1.pw Prodotto da Kokoschka Revival


 

Kokoschka Revival è un collettivo artistico interdisciplinare fondato a Milano nel 2013, la cui ricerca si muove trasversalmente in un dialogo tra teatro, cinema e musica sperimentale. Ad oggi le produzioni consistono in spettacoli teatrali, performance, film sperimentali e feste/happening. Gli spettacoli del collettivo sono stati prodotti in residenze nazionali e internazionali, soprattutto in Francia e Danimarca. Dal 2015 al 2017 il collettivo ha organizzato numerose feste e eventi performativi a Macao (Milano), proponendo una sua idea di programmazione artistica.

 

Il collettivo Kokoschka Revival è inserito in “Intercettazioni” –  Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, ZONA K, con il contributo di Regione Lombardia, MiBAC e Fondazione Cariplo.

 

 

The last minutes before Mars
di e con Mammalian Diving Reflex

In residenza dal 29 settembre al 19 ottobre 2019


 

The Last Minutes Before Mars è una combinazione di video 360 e performance dal vivo che include un gruppo di giovani: la prima squadra inviata per colonizzare Marte.

La compagnia performativa Mammalian Diving Reflex lavorerà con i giovani milanesi locali (un gruppo composto da alcuni studenti del Liceo Giulia Natta) per intervistare e documentare le loro vite reali – creando uno sguardo alla semplice banale bellezza della loro vita quotidiana sulla terra.

È una critica di coloro che suggeriscono che il futuro dell’umanità dipende dalla diffusione di se stesso in tutto l’universo.

Il progetto sostiene che è improbabile che si possano trovare soluzioni ai problemi terrestri su pianeti distanti con condizioni ostili. L’attuale ossessione per la colonizzazione di Marte è considerata una risposta in preda al panico per i difficili problemi che l’umanità deve affrontare sulla terra: i cambiamenti climatici, un ecosistema in collasso e il fatto che molti scienziati credono che siamo nel mezzo di un’altra estinzione di massa della vita sulla Terra , ecc. Ma piuttosto che cercare di superare i nostri problemi e, probabilmente, produrre una serie completamente nuova di problemi ancora più difficili, potrebbe essere meglio sistemarsi e capire come “terraformare” la terra, rendendola un habitat più ospitale per gli esseri umani e tutte le altre vite su cui facciamo affidamento. Perché rendere Marte più simile alla Terra quando c’è il compito di rendere la Terra più simile alla Terra?

La compagnia lavorerà  intervistando e girando con i giovani, per poi tornare all’inizio del 2020 per creare gli elementi di performance dal vivo che accompagnano il video 360.

 

Di Mammalian Diving Reflex Creazione e regia Darren O’Donnell Co-Direzione Konstantin Bock e Alice Fleming Consulenza Video 360° Fi Nicholson Assistenza Artistica Chiara Prodi Produzione Tina Fance Co-produzione ZONA K e FOG Triennale Milano Performing Arts con il supporto del Canada Council for the Arts Arts Abroad Co-Production


 

Mammalian Diving Reflex è una compagnia di Toronto conosciuta per l’ideazione di performance intellettualmente stimolanti. Nata nel 1993 sotto la direzione artistica dello scrittore e regista Darren O’Donnell, Mammalian Diving Reflex opera sulla dimensione privata e sociale del linguaggio, del pensiero e dell’informazione. La compagnia ha prodotto diversi lavori in Canada Giappone, Australia, Singapore, India, Stati Uniti, Irlanda, Inghilterra e in molti altri paesi d’Europa. Tra i loro progetti, vi sono Diplomatic Immunities, pppeeeaaaccceeeThe Children’s Choice AwardsWho Shot Jacques Lacan?Dare Night, Slow Dance with Teacher, Nightwalks with Teenagers. Haircuts by Children, presentato a Milano nel 2009 da Uovo performing arts festival, ha coinvolto i bambini di tutto il mondo in un workshop e in un’azione di taglio dei capelli in un vero salone da parrucchiere. La pratica artistica della compagnia riconosce una dimensione performativa in ogni gesto quotidiano ed esplora estetica e società, creando insolite alleanze tra il mondo dell’arte e quello dei giovani. La ricerca di Mammalian Diving Reflex si concretizza in performance, esperienze collettive, testi teorici e happening.

 

La compagnia Mammalian Diving Reflex è inserita in “Intercettazioni” –  Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, ZONA K, con il contributo di Regione Lombardia, MiBAC e Fondazione Cariplo.

 

 

Padre d’amore, padre di fango
di e con Cinzia Pietribiasi

In residenza dal 25 agosto al 1 settembre, dall’11 al 15 ottobre 2019
Restituzione pubblica 21 e 22 novembre 2019


 

La “storia” di un padre filtrata dalla memoria di una figlia.
Nessuna rappresentazione, nessun personaggio: una storia senza racconto, perché Padre d’amore, Padre di fango è vita presente.
È un porre domande, un problematizzare, attraverso il processo creativo. Non c’è alcuna interpretazione univoca, alcuna sintesi.
Si tratta di una visione/presentazione per frammenti, per immagini e suoni.
Un atmosfera onirica ma non distante.

La nuova tecnologia (dall’animazione digitale all’elaborazione in real time di dati, all’uso delle possibilità offerte dalla rete) garantisce immersione e interattività nella convinzione che lo spettatore/agente debba essere “accolto” e partecipe.
Se esiste un senso, l’unica salvezza risiede in un’inno collettivo alla vita.

concept Cinzia Pietribiasi


 

Cinzia Pietribiasi è nata a Vicenza nel 1979, ma vive in Emilia. E’ un’artista performativa che utilizza la multimedialità e soprattutto il linguaggio e le tecniche video sia come artista visiva, sia nel suo lavoro di regista con studenti delle scuole primarie e secondarie e con utenti psichiatrici. Nel 2012 il suo assolo Io sono qui è tra i semifinalisti di Premio Gd’A Emilia Romagna. Nello stesso anno ha fondato col marito Compagnia Pietribiasi/Tedeschi, una realtà indipendente ed autoprodotta. Le produzioni spaziano dal teatro multimediale al teatro civile: #MEMORIEDELSUOLO (2015-18) progetto site-specific sulle comunità e i luoghi; PUNTO TRIPLO (2015) uno spettacolo multimediale sul concetto termodinamico del punto triplo dell’acqua; BIOS (2014) una performance multimediale ispirata agli scritti di Julio Cortázar; FREEZE(2013) un dramma ispirato al lavoro dello psichiatra Ronald D. Laing.

 

Cinzia Pietribiasi è inserita in “Intercettazioni” –  Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, ZONA K, con il contributo di Regione Lombardia, MiBAC e Fondazione Cariplo.

 

 

 

R 500 – Safari nel labirinto urbano #studio I e II. L’Isola che non c’è
di e con Michele Losi/ Pleiadi Art Productions

In residenza dal 27 maggio al 3 giugno 2019 e dal 23 settembre al 2 ottobre 2019
Restituzione pubblica dal 3 al 6 ottobre 2019

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In residenza dal 13 al 22 ottobre 2020
Restituzione pubblica dal 23 al 25 ottobre 2020


Il progetto radius R500 è un esperimento con un esito. In questo esperimento scienza teatro e arte si fondono in un unico progetto. Siamo stati ispirati dal lavoro del professore di botanica. dr. Joop Schaminée. Egli ha indagato un miglio quadrato per un anno intero nella provincia di Zeeland, in Olanda. Insieme ad altri scienziati provenienti da diversi campi e facoltà, e anche alla gente locale, ha creato un libro. In questo libro tutto si è unito a tutte le storie e tutto ciò che è stato studiato. Tutti i fatti sono stati pubblicati e condivisi con la popolazione locale. Ne sono scaturiti un documentario e altre opere. Da fuori del miglio quadrato Joop Schaminee ha evidenziato  collegamenti con il resto del mondo. Storia e passato si sono uniti e la gente ha visto come quel piccolo mondo avesse legami con il resto del mondo.

Con i progetti Radius 500 facciamo la stessa cosa, lavorando con cultura e scienza, esperti locali e gente del posto. Stiamo mappando l’intero raggio di 500 metri. La mappatura del cerchio viene fatta con le persone che vivono qui e con studenti e artisti. La mappatura avrà forme e risultati diversi. Stiamo raccogliendo storie, manufatti e tutto ciò che c’è. Cerchiamo di creare più dati con diversi oggetti di ricerca su ciò che le persone possono fare da sole. Proviamo a vedere se ci sono collegamenti con il resto del mondo. Con tutti i materiali che troviamo e raccogliamo. Faremo mostre, opere d’arte e teatro raccontando storie, realizzando passeggiate sonore e molto altro. Condividiamo tutte le cose che troviamo e le lasciamo nell’R500 perché le abbiamo trovato qui. Ogni luogo è unico al mondo, devi solo cercarlo.

R500 in 7 passaggi

  1. Per raccogliere: raccogliamo ogni tipo di informazione (storie, fotografie, libri, etc).
  2. Per articolare: cerchiamo di articolare ciò che abbiamo raccolto e decidiamo dove zoomare. Questo è l’inizio della realizzazione della trasformazione artistica del progetto.
  3. Per collegare: creiamo un collegamento con le persone, le associazioni, le istituzioni, i commercianti e gli imprenditori rilevanti nel raggio.
  4. Per rappresentare: creiamo e sviluppiamo interventi teatrali e artistici.
  5. Per mostrare: mostriamo ciò che abbiamo trovato e lo condividiamo con le persone locali che iniziano a loro volta una propria produzione.
  6. Causa: indaghiamo ciò che abbiamo scoperto con degli scienziati, riflettendo con le comunità ed i principali stakeholder. Ci sarà una valutazione di ciò che è stato già realizzato e di ciò che è opportuno indagare per il futuro.
  7. Per continuare: cosa abbiamo provocato e come potremo procedere in futuro? Dobbiamo decidere insieme alla comunità locale e agli scienziati su come continuare.

 

Un progetto di Pleiadi, Campsirago Residenza in collaborazione con ZONA K (I), The Intrnational Accademy for Natural Arts (NL), BAM – Biblioteca degli Alberi Milano (I) Con il sostegno di IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia (un progetto di Circuito CLAPS e ZONA K, Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire) Artistic and scientific team Michele Losi, Sjoerd Wagenaar, Sofia Bolognini, Liliana Benini, Luca Maria Baldini, Emilio Padoa Schioppa, collettivo Studio Pasta Madre


 

Pleiadi Art Productions nasce nel 2015 in seno a Campsirago Residenza. È un progetto di produzione aperto e multidisciplinare che prende vita dall’esperienza teatrale e performativa di Michele Losi e dall’esperienza artistica dell’attrice Mariasofia Alleva, insieme a Riccardo Calabrò, drammaturgo, Marialuisa Bafunno, scenografa, Stefania Coretti, costumista e artista visiva, Alberto Sansone, videomaker, Diego Dioguardi, sound designer, musicista e dj. È incentrato sulla sperimentazione nell’ambito della performing art, del teatro nel paesaggio e delle produzioni site-specific. Pleiadi è un luogo aperto ad artisti di diverse discipline e provenienze che condividono l’intento di creare Arte anche per coloro che non sono soliti frequentarla: per chi, ad esempio, a teatro non è mai entrato o ha smesso di entrare.

 

Il progetto Pleiadi Art Productions è inserito in “Intercettazioni” –  Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, ZONA K, con il contributo di Regione Lombardia, MiBAC e Fondazione Cariplo.

 

 

Ti voglio un bene pubblico
di e con Elisabetta Consonni

In residenza dal 19 al 22 maggio, dal 22 al 27 luglio e dal 21 al 27 settembre 2019
Restituzione pubblica 28 e 29 settembre 2019 – Via Padova e limitrofe –

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In residenza dal 26 luglio al 1 agosto e date da definire a ottobre 2021
Restituzione pubblica nel 2022 – quartiere Isola e zone limitrofe –


“Il primo che, avendo cintato un terreno, pensò di dire ‘questo è mio’ e trovò delle persone abbastanza stupide da credergli, fu il vero fondatore della società civile. Quanti delitti, quante guerre, quanti assassinii, quante miserie ed errori avrebbe risparmiato al genere umano chi, strappando i piuoli o colmando il fossato, avesse gridato ai suoi simili: ‘Guardatevi dal dare ascolto a questo impostore! Se dimenticate che i frutti sono di tutti e la terra non è di nessuno, siete perduti!’” (J.J. Russeau Origine della disuguaglianza, 1754)

Ti voglio un bene pubblico è un gioco urbano che riflette su infrastrutture di divisione quali cancelli, muri, recinti. Tanto di quello che ci circonda è fatto di muri e recinzioni; capirne il senso, di volta in volta, è una pratica civile necessaria. Significativo osservare che l’ articolo del codice civile che regola la costruzione di recinzione di fondi per definire la proprietà privata viene definito ‘ius escludendi alios’: determinare il proprio escludendo l’altro.
Quando un muro smette di proteggere e comincia a dividere, segregare ed escludere? E quando ad essere recintato è uno spazio pubblico di cui si limita l’accessibilità quanto di pubblico rimane di quello spazio pubblico? Posto un muro, quanto di quello che c’e’ dietro non possiamo conoscere?

 

Ideazione e direzione Elisabetta Consonni In collaborazione con Sara Catellani Consulenza sociologica Adriano Cancellieri Consulenza artistica Cristina Pancini Sviluppo e promozione Vittoria Lombardi/cultureandprojects


 

 

Elisabetta Consonni è attiva nella riflessione e pratica di come l’arte possa essere detonatore di cambiamento sociale a partire dal 2014 con Ergonomica, contenitore di ricerca per la relazione del corpo con lo spazio urbano. Nell’ambito di tale ricerca, accompagna lo studio teorico alla realizzazione di azioni come: “We want to become architecture” e “Go with the flow” ( Polonia, 2014), la costruzione coreografata di “Pompenpurg Park” (Rotterdam, Biennale di Architettura 2014), “Il secondo Paradosso di Zenone” ( Milano, 2016), “Abbastanza Spazio per la più tenera delle attenzioni” (progetto per la Biennale Danza 2016). Cura il simposio Spazio Ergonomico presso la Biennale Danza 2016.

 

Elisabetta Consonni è inserita in “Intercettazioni” –  Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, ZONA K, con il contributo di Regione Lombardia, MiBAC e Fondazione Cariplo.

 

 

Trials of money (Preliminary Hearing)
di e con Christophe Meierhans

In residenza dal 26 marzo al 9 aprile 2019
Restituzione pubblica 31 marzo 2019


Trials of Money trasforma il teatro in una corte di giustizia che non esiste ancora. Il lavoro vuole invitare il suo pubblico a prendere parte al Tribunale Speciale per le Persone Semi-Umane per intraprendere il processo, non di un soggetto umano, né di un’entità legale, ma di una “cosa” – la cosa molto complessa che più comunemente chiamiamo “denaro”.

Il denaro che usiamo quotidianamente può essere ritenuto responsabile dello stato disastroso del mondo di oggi? Trials of money sfida l’idea che il denaro sia solo uno strumento, o un mezzo al servizio delle intenzioni umane. Propone un’altra lettura del rapporto che l’uomo ha con il sistema monetario che ha inventato per se stesso.
Il denaro è una rete, un insieme di leggi e convenzioni, una fiducia istituzionalizzata, un mezzo, un fine, carta, metallo, carte di plastica, debito, potenziale, desiderio… L’imputato in questo processo può essere indicato, ma risiede anche dentro di noi tutti. È fatto dei valori che gli assegniamo; esiste e agisce solo attraverso di noi, per procura. Come facciamo a fare un processo se tutti i presenti in aula sembrano essere coinvolti con l’accusato? Come possiamo chiamare il denaro a rispondere dei suoi atti se non può parlare con la propria voce? Trials of Money è un tentativo di guardare alla nostra responsabilità collettiva come un unico essere identificabile.

Il lavoro è strutturato intorno alle testimonianze di dieci testimoni: uno psicologo, un ex banchiere, un impiegato della Banca Nazionale Svizzera, un senzatetto, un ricco filantropo, un nativo americano, un professore di economia, un abitante di un kibbutz e un criminologo. Il processo al denaro è condotto come un esercizio collettivo che coinvolge sia gli interpreti che il pubblico nell’esame del caso. Basandosi su interviste a una grande varietà di persone, gli interpreti consegnano le loro testimonianze rispondendo a qualsiasi domanda che gli spettatori vogliano porre loro.
Tutti i presenti nel Tribunale Speciale per i Semi Umani prendono liberamente la posizione di accusa o di difesa, in base alle loro convinzioni e influenzati dal corso del procedimento. Il denaro viene processato di nuovo ad ogni esibizione, con le accuse di frode, estorsione, non assistenza ad una persona in pericolo, incitamento all’odio e schiavitù. Se il denaro viene riconosciuto colpevole, ci lascia con la problematica questione di quale possa essere la giusta condanna per esso.

Concetto e realizzazione Christophe Meierhans Performance Christophe Meierhans, Luca Mattei Drammaturgia Bart Capelle Con la partecipazione di Shila Anaraki, Jochen Dehn, Adva Zakai Scenografia Decoratelier Jozef Wouters Disegni Giammarco Falcone Microfoni a spada laser Alexis Pawlak, Gaia Carabillo Costumi Sofie Durnez, Valerie Le Roy Disegno Luci Luc Schaltin Consulenza monetaria Olivier Auber Produzione HIROS, Elisa Demarré Co-produzione AUAwirleben (Berna), BIT Teatergarasjen (Bergen), BUDA (Kortrijk), FAR° (Nyon), Kaaitheater (Bruxelles), Nouveau Théâtre de Montreuil (Parigi), Teatro Maria Matos (Lisbona), Vooruit (Gent), ZONA K (Milano) Con il sostegno di Vlaamse Gemeenschap, ProHelvetia


 

Christophe Meierhans (Geneva; Brussels) lavora con e attraverso la performance, lo spazio pubblico, l’installazione, il suono, la musica e il video. Il suo lavoro consiste soprattutto nello sviluppare strategie di intervento nella vita quotidiana, attraverso la manipolazione di convenzioni accettate, abitudini sociali o usi semplici. I frammenti di realtà diventano la cornice per operazioni artistiche in grado di ridirezionare la banalità al fine di farla riapparire sotto angolazioni inattese. Il suo lavoro solleva questioni sulle norme e le convenzioni, confondendo un contesto casuale con altri diversi, e mettendo a confronto lo spettatore con qualcosa di altro, con la stranezza di essere nel posto “sbagliato”, o la possibilità che il luogo possa diventare qualcosa di diverso. Nel 2015, presenta a Santarcangelo il progetto Some use for your broken clay pots.

 

Christophe Meierhans è inserito in “Intercettazioni” –  Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, ZONA K, con il contributo di Regione Lombardia, MiBAC e Fondazione Cariplo.

 

Bilderatlas
di e con CIRCOLO BERGMAN

In residenza nei giorni 1, 2, 4, 8, 9, 10, 12, 13 novembre e 4, 6, 7, 8, 13, 20, 21 dicembre 2018
Restituzione pubblica dal 15 al 18 novembre 2018


La memoria è una storia di fantasmi per adulti.  Aby Warburg

La vita privata altro non è che quella zona di spazio, di tempo, in cui io non sono un’immagine, un oggetto – ma ciò che devo difendere è il mio diritto politico di essere un soggetto. Roland Barthes

Alla sua morte nel 1929 lo storico dell’arte Aby Warburg lasciò un’opera incompiuta: l’Atlante della Memoria (Bilderatlas Mnemosyne): una serie di pannelli composti da montaggi fotografici, riproduzioni di opere d’arte, fotografie autografe e pagine di libri. Warburg era convinto che gli archetipi attraversassero la storia incarnandosi nelle immagini.

Oggi cerchiamo di comporre l’archetipo che vorremmo essere sulla tavola virtuale di Instagram. Di fronte alla moltiplicazione dei corpi in una galleria di riproduzioni, inseguiamo i fantasmi del desiderio. L’immagine ci sottrae alla morte ed entra in cortocircuito con il tempo.

Bilderatlas di Circolo Bergman è un’azione scenica modulare, divisa in tavole autonome e interdipendenti, che possono essere montate, smontate e ricostruite in spazi teatrali e non, alla ricerca di un atlante pervasivo in cui lo spettatore possa specchiarsi e moltiplicare sé stesso. Partendo dal dato biografico e dal rapporto con l’immagine dei performer coinvolti, lo spettacolo compie un viaggio confrontandosi coi diversi media che riproducendo il mondo creano il nostro immaginario.

Il rapporto di una “ninfa contemporanea” con la propria autorappresentazione sui social apre uno sguardo a ritroso nel tempo: dalle immagini visualizzate sullo schermo del nostro smartphone si passa alla definizione dei corpi nelle fotografie analogiche e negli strumenti di riproduzione istantanea come le Polaroid; dalla fotografia come mezzo di riproduzione della realtà che ha caratterizzato il Novecento si arriva a inseguire l’origine della visione nel colore e nelle opere pittoriche d’arte antica.

Il riflesso della rappresentazione ha sempre una risonanza nel corpo. In questa amplificazione della soggettività Bilderatlas va alla ricerca degli archetipi del nostro tempo.

 

concept Paolo Giorgio un progetto di Sarah Chiarcos, Paolo Giorgio, Marcello Gori regia Paolo Giorgio musica originale Marcello Gori allestimento e luci Sarah Chiarcos visual Dario Serio foto di scena Jo Fenz produzione Circolo Bergman _ Casa degli Alfieri testi intimamente condivisi con Sarah Ātman (e altre figure in corso di definizione)


 

Circolo Bergman
È un collettivo che si muove fra la creazione di un repertorio di drammaturgia contemporanea e la sperimentazione in area performativa, declinando nuovi formati di scrittura attraverso diversi media, con un particolare interesse per progetti site-specific. La modalità di lavoro parte da una progettazione orizzontale condivisa fra artisti e professionisti coinvolti in ciascun progetto, per arrivare in un secondo tempo a una definizione dei compiti e delle responsabilità operative.
Agisce in diversi territori, partendo dallo spettacolo dal vivo per abbracciare percorsi curatoriali, espositivi o editoriali. A seconda della natura specifica di ogni progetto, il collettivo si apre alla collaborazione con altri professionisti (videomaker, curatori, artisti, critici, attori, performer, danzatori), così come con non-professionisti. Ha prodotto gli spettacoli: Werther, o dell’assoluto (Teatro i, 2014), La cosa peggiore che possa capitare a un cane (esperimento di scrittura collettiva di Sarah Chiarcos, Festival Mixitè, 2015), Fondamenta (Teatro Ringhiera, 2015), Calcografia (produzione Circolo Bergman-Teatro i), Macinante (produzione Circolo Bergman- Casa degli Alfieri, commissione del Festival Pergine Spettacolo Aperto, 2016), Pergine, via San Pietro 4 (produzione Circolo Bergman- Casa degli Alfieri, commissione del Festival Pergine Spettacolo Aperto, 2017).
Circolo Bergman è composto da: Paolo Giorgio, regista e drammaturgo;  Sarah Chiarcos, drammaturga e responsabile degli allestimenti; Marcello Gori, musicista, drammaturgo, responsabile del suono.

 

Il collettivo Circolo Bergman è inserito in “Intercettazioni” –  Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, ZONA K, con il contributo di Regione Lombardia, MiBAC e Fondazione Cariplo.

 

 

 

 

 

 

 

L’uomo che cammina
di e con DOM- Leonardo Delogu e Valerio Sirna

In residenza dal 30 marzo al 13 aprile 2018
Restituzione pubblica  20 – 21 e dal 24 al 28 ottobre 2018


L’arte sta in far si che tutto sia falso e paia vero.
L’arte sta in far si che tutto sia vero e paia falso.
« il realismo è l’impossibile » – W. Siti               

 

Un uomo percorre la città passeggiando. Attraversa una varietà di spazi che si susseguono all’interno di un ininterrotto piano sequenza – una stazione, una caverna, un campo incolto, una piscina pubblica, un centro commerciale, una fabbrica abbandonata, un lunapark, un night club, un orto, un cavalcavia, il letto di un fiume, un caseggiato popolare, una piazza – e che si ricompongono in un trittico quasi ultraterreno.

Durante questo tragitto il frammento di una vita si dispiega: un pomeriggio d’estate dall’andamento sospeso, la figura di un uomo umbratile e sfuggente, calato in un gioco di apparizioni e depistaggi narrativi. Attraverso il suo viaggio il paesaggio si apre e si svela agli occhi del pubblico che lo segue a distanza, come a spiarlo, in bilico tra identificazione e distacco.

A partire dalla graphic novel L’uomo che cammina di Jiro Taniguchi, DOM- costruisce una drammaturgia di spazi in cui esplorare il confine tra urbano e terzo paesaggio:  addentrandosi sempre più profondamente nella sostanza dei luoghi, l’esperienza viva del cammino diventa il pretesto per una tensione ineliminabile col reale.

 

creazione e drammaturgia spaziale a cura di DOM-  Leonardo Delogu, Valerio Sirna, Helene Gautier regia Leonardo Delogu, Valerio Sirna prodotto da Teatro Stabile dell’Umbria, Sardegna Teatro, ternifestival, santarcangelo 16, Teatri di Vetro con il sostegno di OSM/occhisulmondo con Dario Guardalben o Maurizio Lupinelli o Alberto Massazza nel ruolo del protagonista e con Helene Gautier collaborazione Maël Veisse e Vincenzo Scalera  organizzazione Francesca Agabiti, Giulia Mereghetti grafica Valerio Sirna, Francesca Mautone liberamente ispirato al fumetto di Jiro Taniguchi – L’uomo che cammina

ogni allestimento, a seconda delle caratteristiche del territorio, si avvale anche della collaborazione con associazioni culturali, comitati di quartiere, centri anziani, scuole, centri per il sostegno ai migranti, corsi di danza e di teatro, bambini, gatti e piccioni

 


DOM- è un progetto nato nel 2013 dalla collaborazione tra gli artisti Leonardo Delogu, Valerio Sirna ed Hélène Gautier. Indaga il linguaggio delle performing arts, con una particolare attenzione alla relazione tra corpo e paesaggio, e si impegna nella trasmissione di peculiari pratiche di abitazione, legate allo spazio e al tempo della creazione artistica. DOM- costruisce eventi performativi, seminari, camminate, scritti, giardini, installazioni, video, reportage fotografici.

 

Il progetto DOM- è inserito in “Intercettazioni” –  Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, ZONA K, con il contributo di Regione Lombardia, MiBAC e Fondazione Cariplo.

Between me and P
di e con FILIPPO CEREDI

In residenza dal 29 al 31 gennaio, dal 7 al 14 febbraio, dal 26 al 27 febbraio e dal 10 al 12 maggio 2018
Restituzione pubblica dal 2 al 4 marzo 2018


Between me and P. nasce dalla radicale esigenza di riappropriazione di una storia famigliare.
Pietro sparì volontariamente nel 1987 all’età di 22 anni, senza lasciare tracce.

Dopo venticinque anni Filippo, il fratello minore, ha avviato una lunga ricerca per tentare di avvicinarsi a lui e capire cosa lo portò alla decisione di sparire. La ricerca è un tentativo di portare luce su un’assenza silenziosa e pervasiva, e la sua elaborazione scenica una possibilità di trasmettere questa storia, che parla profondamente al presente individuale e collettivo.

Filippo siede a una scrivania nella parte anteriore dello spazio scenico. Da lì opera sul computer, lo scanner e sui materiali visivi contenuti in un faldone.

Il pubblico segue la narrazione della storia attraverso la proiezione sulla parete di fondo, che riproduce lo schermo del computer. Brevi testi vengono scritti, file audio e video vengono riprodotti: riprese  realizzate da Filippo, stampe d’epoca realizzate da Pietro, autoritratti e testimonianze rilasciate da amici e parenti. Attraverso questi contenuti un ritratto di Pietro è tracciato passo dopo passo, aspetti divergenti della sua storia emergono e la sua decisione di lasciarsi tutto alle spalle diventa leggibile.

Nel corso della performance Filippo dispone sul pavimento oggetti provenienti dal faldone e da una borsa. Fotografie scattate da Pietro, i suoi libri e altri materiali visivi sono usati per costruire lo spazio scenico e alla fine della performance il pubblico viene invitato a dare uno sguardo ravvicinato a questa composizione.

Between me and P. vuole diventare una performance che include video, fotografia, registrazioni audio, musica, danza e manipolazione dal vivo di materiali d’archivio.

 

di e con Filippo Michelangelo Ceredi tutorDaria Defloriannell’ambito della residenza artistica Officina LachesiLAB accompagnamento alla realizzazione Alessandra De Santis e Attilio Nicoli Cristiani accompagnamento alla coreografia Cinzia Delorenzi assistenti al progetto Clara F. Crescini, Sara Gambini Rossano, Francesca S. Perilli produzione Filippo Michelangelo Ceredi, Teatro delle Moire / Danae Festival – 2016 con il sostegno di ZONA K


 

Filippo Michelangelo Ceredi è nato a Locarno nel 1982. Cresce e studia a Milano, dove si laurea in filosofia con una tesi sulla “Funzione delle passioni e della violenza nella tragedia greca”. Lavora con Karta Film, come assistente alla regìa di Marco Bechis nel film Il sorriso del capo (2011), in collaborazione con Istituto Luce, e nella serie-web Il rumore della memoria (2014). Collabora con Iacopo Patierno alla realizzazione dei video per Il teatro fa bene (2016), progetto finalizzato alla diffusione di messaggi sanitari in Mozambico attraverso il teatro. Accanto all’attività di videomaker, sviluppa una formazione da performer seguendo i laboratori del Teatro delle Moire e lavorando come assistente di progetti teatrali (Remote Milano dei Rimini Protokoll, 2014-2015; Sante di scena di Teatro delle Moire e Cinzia Delorenzi, 2015). All’Isola Kult Festival 2016 presenta Staring Backwards, il suo primo progetto performativo collettivo in collaborazione con Alessio Calciolari e Cinzia Delorenzi e nello stesso anno a Danae Festival debutta con la performance solista “Between Me and P.”, presentata successivamente a Santarcangelo Festival 2017.

 

Filippo M. Ceredi è inserito in “Intercettazioni” –  Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, ZONA K, con il contributo di Regione Lombardia, MiBAC e Fondazione Cariplo.

 

 

 

I 7 PROGETTI VINCITORI
DI RESIDENZE DIGITALI 2021

Selezionati i 7 progetti vincitori del bando delle Residenze Digitali  tra le 178 le proposte pervenute da tutta Italia.

Chiara Taviani, Jan Voxel (Lorenzo Belardinelli e Cinzia Pietribiasi), Giacomo Lilliù Collettivo ØNAR e Lapis Niger, Margherita Landi, compagnia fuse*, Lorenzo Montanini, Mara Oscar Cassiani

 Al via il processo creativo di residenza che per 7 mesi vedrà gli artisti affiancati dai partners e dalle tutor di progetto: sinergie virtuose, per esplorare creatività e le potenzialità del mondo digitale

 

Sono stati selezionati i 7 progetti vincitori della seconda edizione del bando delle residenze digitali, un progetto promosso dal Centro di Residenza della Toscana (ArmuniaCapoTrave/Kilowatt), in partenariato con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, la Cooperativa Anghiari Dance Hub, ATCL – Circuito Multidisciplinare del Lazio per Spazio Rossellini, il Centro di Residenza dell’ Emilia-Romagna (L’Arboreto -Teatro Dimora di Mondaino, La Corte Ospitale), la Fondazione Luzzati Teatro della Tosse di Genova e ZONA K di Milano. Si tratta di Whatever Happens in a Screen Stays in a Screen di Chiara Taviani; The Critters Room #experience di Jan Voxel, duo composto da Lorenzo Belardinelli e Cinzia Pietribiasi;  WOE – Wastage of Events di Giacomo Lilliù, Collettivo ØNAR e Lapis Niger; Dealing with Absence di Margherita Landi; Sàl della compagnia fuse*; Into the Woods di Lorenzo Montanini; I Am Dancing in a Room di Mara Oscar Cassiani. Sono progettualità artistiche legate ai linguaggi della scena contemporanea e della performance, progetti artistici sperimentali che trovano nello spazio web il loro habitat ideale.

I sette progetti sono stati selezionati da una giuria di 30 rappresentanti dei 9 partner organizzatori del progetto e dalle 3 tutor, le studiose Laura Gemini, Anna Maria Monteverdi, Federica Patti.

Ogni compagnia artistica riceverà un contributo di 3500 euro e sarà affiancata, nello sviluppo e nella realizzazione del lavoro, dai partner e dalle tutor di progetto. L’esito del processo creativo sarà una prima restituzione online aperta al pubblico che si terrà nella settimana che va dal 22 al 28 novembre 2021.

Questa seconda annualità di Residenze Digitali ci ha portato a esaminare una rosa di progetti maggiormente evoluti, molto più centrati sull’utilizzo consapevole degli ambienti digitali di quanto non fosse la media delle proposte giunte lo scorso anno.” – dichiarano i promotori del progetto – “Siamo impegnati a seguire passo passo e per 7 mesi l’evoluzione dei 7 progetti vincitori, fino alla Settimana delle Residenze Digitali di fine novembre. Ci metteremo a fianco di questi processi creativi, aiutandoli a sviluppare tecniche informatiche e contenuti drammaturgici utili a favorire il futuro incontro con gli spettatori del web.”

 

I PROGETTI SELEZIONATI

Whatever Happens in a Screen Stays in a Screen, della coreografa e danzatrice Chiara Taviani – fondatrice insieme a Carlo Massari di C&C Company – è un’indagine sulla trasformazione dell’immagine e sul senso dell’immagine stessa, tramite l’uso del green screen. Obiettivo del progetto è la realizzazione di un’opera semi-cinematografica realizzata con interpreti a distanza e creata integralmente da casa tramite computer, con l’esito di un mini-film trasmesso online.

 

 

The Critters Room #experience è un progetto di Jan Voxel, duo formato dal fisico e informatico Lorenzo Belardinelli e dalla performer e regista teatrale Cinzia Pietribiasi. Protagonisti del progetto sono: le polveri sottili, PM10, misurate da centraline autocostruite e di libero accesso; i vetrini da microscopio, esposti all’aria con pratica performativa, catalogati e micro-fotografati; le immagini e i suoni, che dai dati e dai vetrini prendono forma. The Critters Room è una web-application interattiva grazie alla quale gli spettatori potranno “visualizzare l’aria”, ascoltare il suono dei critters ed osservare le creature allora-viventi-ed-ora-viventi che ci narrano la fine dell’epoca centrata ossessivamente (e tossicamente) sull’umano. Il lavoro nasce in collaborazione con la Compagnia Pietribiasi Tedeschi e si avvale del sostegno di Ateliersi.

 

WOE – Westage of Events di Giacomo Lilliù, Collettivo ØNAR e del fumettista Lapis Niger, già noto come Napo nel duo rap Uochi Toki. Una performance in realtà virtuale, il cui titolo è tratto da una didascalia di “The Cage”, rivoluzionario graphic novel di Martin Vaughn-James del 1975: un racconto non lineare privo di personaggi, in cui dell’umano aleggia solo l’assenza. WOE rimodula quel panorama desolato in un deserto tridimensionale infinito per esplorare il territorio digitale che è entrato a far parte del nostro quotidiano ma che nasconde vaste zone d’ombra. Una produzione Compagnia MALTE.

 

 

Dealing with Absence, progetto della coreografa, danzatrice e antropologa Margherita Landi e della danzatrice Agnese Lanza, è un lavoro che intende indagare la relazione tra corpo e tecnologia in termini coreografici e fisici. La ricerca vuole approfondire l’apprendimento di un linguaggio fisico da un visore VR e la possibilità di creare una partitura coreografica partendo da un montaggio video 2D ricollocato in un ambiente a 360 gradi, alternati a video immersivi girati ad hoc. Il progetto è stato selezionato per Biennale College Cinema VR 2020 come uno dei 6 migliori progetti italiani in VR.

 

 

Sàl è un progetto della compagnia fuse*, che opera nell’area di incontro tra arte e scienza. Sàl (“anima” in islandese) è il terzo capitolo di una trilogia di live media performances. Il primo capitolo, Ljós (“Luce”, 2014) trae ispirazione dal “venire alla luce” usando la metafora del sogno e del risveglio, mentre il secondo, Dökk (“Buio”, 2017), racconta il viaggio di una vita dalla nascita alla morte. Sàl affronta il tema della prosecuzione del viaggio, attraversando l’orizzonte che separa la percezione cosciente dalla realtà del risveglio. L’obiettivo è una performance artistica su più livelli, per un’esperienza transmediale totalizzante.

 

 

Into the Woods è un progetto del regista e attore Lorenzo Montanini volto a creare una serie di 10 brevi favole in video, tratte dalle Fiabe Italiane di Calvino. Attraverso il teatro di oggetti vengono ricreati mondi in miniatura, spesso non realistici, che la dimensione video può valorizzare, creando un senso di immersività impossibile attraverso la rappresentazione puramente scenica. Il video sarà realizzato con una telecamera in 4k, con una telecamera a 360˚ e con un Lidar scanner, per ricostruire gli ambienti della favola in 3d ed esplorare la possibilità di vedere la storia anche in VR.

 

 

I Am Dancing in a Room nasce da un’idea di Mara Oscar Cassiani, artista wifi based che lavora nell’ambito della performance, della coreografia e dei media digitali, insignita nel 2019 del premio Digital Award di Roma Europa Festival. Il progetto si sviluppa ed estende come un capitolo completamente nuovo della ricerca intorno al concetto di Fauna. La Fauna come parte dell’ habitat della rete e delle sue manifestazioni. Il titolo è ispirato alla fondamentale masterpiece sonora di Alvin Lucier “I am sitting in a room”, in cui l’autore osserva il decomporsi della traccia sonora man mano che essa viene ripetuta a loop in una stanza. Allo stesso modo “I am dancing in a room” medita sull’eterno riverberarsi dei gesti in rete, da una stanza all’altra degli utenti, uniti esclusivamente dalla persistenza della stessa coreografia.

 

Con questa progettualità, il Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt) e i suoi partner AMAT, Anghiari Dance Hub, ATCL per Spazio Rossellini, Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’Arboreto Teatro Dimora – La Corte Ospitale), Fondazione Luzzati Teatro della Tosse, ZONA K, non vogliono rinunciare alla propria vocazione di accoglienza degli artisti in residenza presso le proprie strutture, piuttosto vogliono esplorare un’ulteriore opportunità di creazione che apre nuove sfide formali e concettuali, produce contenuti artistici innovativi e affianca le forme consuete di fruizione dello spettacolo dal vivo.

Ulteriori Informazioni su www.residenzedigitali.it

Workshop per ideare e realizzare un cortometraggio

Inventiamo una storia da raccontare per immagini, scriviamo la sceneggiatura, scegliamo le location, le inquadrature.
I protagonisti sarete voi!

TEEN IN ACTION! è un workshop di otto incontri per ideare e realizzare un cortometraggio di cui le ragazze e i ragazzi saranno autori e attori: un video da girare all’aperto, nel bellissimo ed eccentrico quartiere Isola di Milano, nel pieno rispetto delle normative Anti Covid19.
Liberiamo la creatività! Mettiamola in azione!

Il Workshop TEEN IN ACTION! prevede:
– elementi di sceneggiatura
– tecniche di ripresa e montaggio
– esercizi di recitazione per il video

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CALENDARIO: maggio 4, 11, 18, 25 + giugno 1, 8, 15, 22

Costo € 180,00 per 8 lezioni di un’ora e mezza cad.

Compila subito il modulo d’iscrizione cliccando >>> QUI <<<

Il workshop si attiverà al raggiungimento del numero minimo di partecipanti, in caso contrario, la quota anticipata verrà interamente rimborsata. Il percorso prevede un numero chiuso di partecipanti.
Nel caso in cui si dovesse tornare in zona rossa le lezioni in presenza subiranno una sospensione. Si verificherà, al momento, la fattibilità dell’online (al massimo 2 lezioni): le attività teoriche, a differenza di quelle pratiche, potranno essere svolte anche da remoto. Le lezioni saltate verranno recuperate in presenza appena possibile, raddoppiando gli appuntamenti settimanali. Non saranno previsti rimborsi per le lezioni perse.
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Il percorso è tenuto da Davide Stecconi, diplomato alla Civica Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi 1999 (corso Drammaturgia). Dal 2000, alternandosi come sceneggiatore e regista, ha scritto e diretto cortometraggi e lungometraggi e alcune fiction per la TV fra cui la serie Piloti – Rai2 -. Più recentemente collabora alla realizzazione di spot per il web e documentari come filmaker.

FILM AB! Cine lezioni online in lingua tedesca

Migliorare il tedesco attraverso i film: 4 cine lezioni interattive tra visione e analisi delle scene, discussioni, riflessioni, azioni teatrali e giochi linguistici.

Una proposta per approfondire la lingua tedesca utilizzando il linguaggio cinematografico, guidati da un’artista-filmmaker.

I 4 incontri online -della durata di un’ora ciascuno- sono così strutturati:

  • Visione di un film in lingua tedesca (20 minuti).
  • Conversazione in lingua tedesca.
    Approfondimenti su un aspetto del film attraverso esercizi e giochi con riflessioni e scambio di idee e opinioni
  • Azione in lingua tedesca: teatro/video/foto.
    Interazione attraverso il linguaggio artistico: recitare una scena, studiare l’inquadratura e analizzarne il significato, lavorare sulle immagini.

Alla fine di ogni lezione sarà richiesto un lavoro da svolgere in autonomia per l’incontro successivo.


Il percorso si attiverà al raggiungimento del numero minimo di partecipanti, in caso contrario, la quota anticipata verrà interamente rimborsata. Il percorso prevede un numero chiuso di partecipanti.
Per rendere la lezione più efficace per tutti, è necessario conoscere in anticipo il livello linguistico delle e dei partecipanti: sul modulo d’iscrizione è presente una sezione dedicata proprio a loro. 

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Costo € 80,00 promo -25% Costo 60,00 per 4 lezioni.

Compila subito il modulo d’iscrizione cliccando >>> QUI <<<
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BÄRBEL BUCK – artista & filmmaker
Già da bambina ho sempre amato ascoltare storie di ogni tipo. Preferibilmente storie vere, storie che qualcuno realmente ha vissuto. Ecco perché ho deciso di diventare una documentarista.
Questo è stato il mio inizio nel mondo delle immagini in movimento per la televisione e il cinema. L’arrivo di mia figlia mi ha portato più a contatto con le fiabe, la magia, lo stupore, la curiosità e la fantasia. Mi chiede spesso di raccontarle della mia vita quando ero piccola.
Penso che i racconti ci aiutino a capire il nostro intimo e il mondo che ci circonda. E i bambini con la loro visione molto speciale delle cose e le loro domande correlate possono darci un accesso completamente nuovo non solo alla vita degli altri, ma anche alla nostra.
Per me, il video e teatro sono una combinazione ideale per andare a esplorare a fondo delle meraviglie e delle narrazioni di vita. Con questi strumenti è possibile esprimere se stessi, vivere una fantasia, ma anche sperimentare e rendere accessibile la storia di altre persone.
Sono molto felice di aver  potuto accostare da diversi anni la mia passione per le narrazioni e le immagini in movimento ai bambini, che mi mostrano quanto sia intenso essere pienamente coinvolti in una esperienza, nella vita e in tutto quello che li riguarda e che mi fanno pensare alle grandi domande della vita.

RESIDENZE DIGITALI 2021

SECONDA EDIZIONE

Il Centro di Residenza della Toscana (Armunia, CapoTrave/Kilowatt), in partenariato con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, la Cooperativa Anghiari Dance Hub, l’Associazione Teatrale dei Comuni del Lazio ATCL per Spazio Rossellini, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’Arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, La Corte Ospitale di Rubiera), la Fondazione Luzzati Teatro della Tosse di Genova, l’Associazione ZONA K di Milano, lancia il presente bando per la selezione di n° 6 progetti di Residenza Digitale da svilupparsi nel corso dell’anno 2021.

L’intento è quello di stimolare gli artisti delle performing arts all’esplorazione dello spazio digitale, come ulteriore o diversa declinazione della loro ricerca autoriale. Dovrà trattarsi di progettualità artistiche legate ai linguaggi della scena contemporanea e della performance, che nascano direttamente per l’ambiente digitale o che in esso trovino un ambito funzionale ed efficace all’esplicitarsi dell’idea artistica. A titolo di esempio: non si tratta di presentare percorsi di lettura o riprese video di testi o spettacoli esistenti o da farsi, bensì di concepire progetti artistici che abbiano nello spazio web il loro habitat ideale, indicandone anche le modalità di fruizione e interazione da parte dello spettatore, per il quale prevedano un accesso attraverso il pagamento di un biglietto, di modo da valorizzare il lavoro dell’artista, non come una gratuità. Il progetto deve prevedere una restituzione on-line aperta al pubblico, da tenersi nel corso della settimana che va dal 22 al 28 novembre 2021.

Ciascuna delle 6 proposte vincitrici riceverà un contributo di residenza di 3.500 euro + iva, che sarà pagato dietro la presentazione di regolare fattura.

I promotori del presente bando hanno individuato in Laura Gemini, Anna Maria Monteverdi e Federica Patti tre esperte nell’ambito della creazione digitale che saranno le tutor degli artisti durante lo sviluppo dei loro progetti: ciascuna di loro seguirà specificamente 2 dei 6 progetti vincitori.

I 6 lavori vincitori potranno avvalersi anche di altri contributi produttivi forniti da ulteriori soggetti dello spettacolo, ovvero non si richiede loro alcun vincolo di esclusiva per ciò che riguarda la produzione che resta nell’assoluta disponibilità gestionale degli artisti.

Oltre ai 6 progetti vincitori, è prevista l’eventualità che i promotori del presente bando segnalino un numero ristretto di altri progetti, per portarli all’attenzione del sistema teatrale e coreografico nazionale, con l’auspicio che altre istituzioni possano a loro volta sostenerli, alle medesime condizioni del presente bando.

Gli artisti interessati al partecipare alla selezione dovranno entrare nel portale www.ilsonar.it, selezionare le pagine relative a bando Residenze Digitali e compilare i campi richiesti dal modulo di partecipazione online.
Verranno richiesti loro:
1) una presentazione dell’artista o della compagnia (massimo 1.000 battute);
2) una descrizione del progetto di Residenza Digitale che si intende realizzare (massimo 2.000 battute);
3) l’indicazione dell’eventuale partner tecnico (programmatore, webmaster, fornitore di specifico know-how) e/o della piattaforma che supporti le necessità tecniche dell’opera;
4) un allegato di tipo non testuale che possa illustrare le modalità di realizzazione on-line previste e/o immaginate (video, audio, pdf, PowerPoint), che potrà essere caricato come allegato o fornito come link esterno.

I materiali sopra descritti dovranno essere caricati online entro le ore dodici (mezzogiorno) di lunedì 8 marzo 2021. 

É previsto un colloquio conoscitivo, da realizzarsi in videoconferenza, nel periodo 29-31 marzo, con i candidati che avranno superato la prima fase della selezione.
All’atto di invio dei propri materiali, gli artisti e le compagnie accettano implicitamente tutte le norme contenute nel presente bando, incluso il Decalogo allegato che ne costituisce parte integrante.

Con il presente bando, il Centro di Residenza della Toscana (Armunia, CapoTrave/Kilowatt) e i suoi partner AMAT, Anghiari Dance Hub, ATCL per Spazio Rossellini, Centro di Residenza Emilia- Romagna (L’Arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, La Corte Ospitale), Teatro della Tosse, ZONA K, non vogliono rinunciare alla propria vocazione di accoglienza degli artisti in residenza presso le proprie strutture, piuttosto vogliono esplorare un’ulteriore opportunità di creazione che apre nuove sfide formali e concettuali, produce contenuti artistici innovativi e affianca le forme consuete di fruizione dello spettacolo dal vivo.

 

RESIDENZE DIGITALI: IL NOSTRO DECALOGO
COSA FACCIAMO PER SUPPORTARE LE 6 RESIDENZE DIGITALI VINCITRICI DEL BANDO

  1. Accompagniamo il processo creativo degli artisti con 6 incontri collettivi da remoto (aprile, maggio, giugno, settembre, ottobre, novembre) a cui partecipano tutti gli artisti selezionati, le tutor e tutti i promotori del progetto nonché titolari di residenza, per conoscere bene i progetti di ricerca e monitorarne l’andamento, anche attraverso la discussione collettiva intorno al diario di appunti multimediale redatto da ogni compagnia, dove si sedimentano criticità e potenzialità dei processi artistici in atto.
  2. Seguiamo individualmente e da remoto ognuno dei progetti, dividendoci tra titolari di residenza una responsabilità esecutiva, ciascuno su uno specifico progetto: l’obiettivo è quello di aiutare gli artisti a risolvere specifici problemi gestionali che si ponessero durante la realizzazione dei loro progetti.
  3. Offriamo a ciascuno dei progetti un contributo economico di 3.500 euro + iva (o al lordo di ritenuta d’acconto).
  1. Mettiamo a disposizione di ogni progetto una tutor esperta in digital performance, che segua le varie fasi di elaborazione dei progetti artistici, nonché offra occasioni di elaborazione teorica e strumenti pratici utili allo sviluppo dei progetti.
  2. Sperimentiamo i modelli elaborati dagli artisti durante le fasi di sviluppo.
  3. Divulghiamo la conoscenza dei progetti attraverso comunicati stampa e interviste, nonché attraverso una narrazione degli stessi sui nostri social media.
  4. Amplifichiamo la visibilità dei contenuti digitali prodotti, soprattutto di quelli che necessitano di una diffusione in itinere, funzionale alla realizzazione del progetto stesso.
  5. Organizziamo “La settimana delle residenze digitali”, nella seconda metà di novembre, un momento di visibilità pubblica per i 6 progetti vincitori che avrà la struttura di un vero e proprio festival delle residenze digitali, all’interno del quale verranno presentati i 6 progetti, nello stadio in cui sono, non per forza come opere già complete, ma come stadio di avanzamento di un processo.
  6. Promuoviamo il processo produttivo di ciascun progetto vincitore incoraggiando l’intervento di nuovi soggetti interessati a contribuire alla produzione di uno o di tutti e sei i progetti.
  7. Favoriamo la conoscenza di altri progetti finalisti segnalati dalla Giuria, auspicando che altri soggetti del sistema delle residenze scelgano di aderire a questa rete, entrando a supportare gli altri progetti segnalati.

 

Residenze Digitali è un progetto ideato e coordinato dal Centro di Residenza della Toscana (Armunia, CapoTrave/Kilowatt) in collaborazione con AMAT, Anghiari Dance Hub, ATCL per Spazio Rossellini, Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’Arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, La Corte Ospitale), Teatro della Tosse, ZONA K.

ZOOm safari (humanwatching di persone in cattività)

Durante la lavorazione di PLAY ME (ORIGINS PROJECT) la compagnia torinese Codicefionda, nel ruolo di co-creatori di una installazione multimediale VR, ha incontrato una quarantina di adolescenti.

Nei mesi di aprile e maggio si sarebbe dovuta presentare ufficialmente l’esperienza immersiva rispettivamente al Polo del 900 di Torino e negli spazi di ZONA K.

Ma durante il “lockdown” la compagnia Codicefionda non si è fermata: ha contattato tutti i ragazzi che hanno fatto parte di questa esperienza artistica invitandoli a partecipare a ZOOM SAFARI, un format online di esplorazione domestica della durata di circa quaranta minuti. Ciascuno dei coinvolti da casa è stato guidato alla scoperta del proprio habitat incontrando gli altrui ecosistemi dalle proprie gabbie domestiche. Questa esplorazione è diventata ora un racconto video in live streaming fruibile dagli spettatori sulla piattaforma Twitch.

Tutte le persone interessate potranno conoscere e interagire con gli Streamer e scoprire i protagonisti del progetto.
Prenota la tua presenza su info@zonak.it e riceverai tutte le regole di partecipazione.

 

ZOOm safari è #tappadiattesa per
PLAY ME (ORIGINS PROJECT) una produzione di ZONA K a cura di Codicefionda, con la consulenza drammaturgica di Agrupación Señor Serrano, con il sostegno della Compagnia di San Paolo nell’ambito di ORA! Produzioni di cultura contemporanea e IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia e Comune di Milano.

Grazie alla collaborazione con teatri e scuole come il CSS Teatro Stabile d’Innovazione del FVG di Udine, l’Istituto Steiner di Torino, Fuori Luogo Festival di La Spezia e gli stessi ragazzi vicini a ZONA K.

Teatro: pronti a ripartire?

“Sembra sempre impossibile fino a quando non è fatto.”
Nelson Mandela.

Caro pubblico,
eccoci tornate.

In questi ultimi mesi abbiamo immaginato più e più volte come si sarebbe potuta trasformare la stagione 2020 REALITY alla luce di questa nuova realtà.

Qualche certezza in più oggi ce l’abbiamo, e stiamo lavorando nella prospettiva di trovare una nuova normalità in cui proporvi, in totale sicurezza, le performance e gli spettacoli interdisciplinari che hanno da sempre contraddistinto la nostra programmazione.

Così vi abbiamo chiesto di fare insieme l’ultimo pezzetto di percorso, compilando un questionario per aiutarci a capire come ripartire al meglio e in sicurezza.

Guarda i risultati del questionario

Grazie ancora a tutte e tutti e pronti a ripartire. 

(L’indagine sul pubblico,  a cura di ZONA K, STRATAGEMMI prospettive teatrali e CODICI Ricerca e intervento, è avvenuta tra la fine del mese di maggio e inizio giugno.

MUSIC ROOM
Inventa la tua canzone

Questo laboratorio online è stato proposto durante il primo lockdown 2020.
Vorresti partecipare con un gruppo di amici?
Scrivi a organizzazione@zonak.it per capire come organizzare il laboratorio.

 



 

Racconta la tua stanza con una canzone. Lasciati ispirare dagli oggetti intorno a te, inventa le parole e canta la canzone della tua stanza. Una volta creata, la potrai ricevere in mp3 per ascoltarla tutte le volte che vuoi!

Con i Duperdu (Marta Marangoni e Fabio Wolf)

 

Per informazioni su costi e come partecipare scrivi a organizzazione@zonak.it.

 

 


E’ possibile organizzare questo laboratorio anche per la tua classe!
Per informazioni su modalità e costi: didattica@zonak.it


 

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DEUTSCH ROOM
La tua storia in mp3

Questo laboratorio online è stato proposto durante il primo lockdown 2020.
Vorresti partecipare con un gruppo di amici?
Scrivi a organizzazione@zonak.it per capire come organizzare il laboratorio.

 



 

Che rumore fa la tua stanza? Suona? Di certo parlerà in tedesco.
In questo laboratorio inventiamo e registriamo insieme una storia incredibile! Alla fine della settimana la riceverai in mp3, così potrai ascoltarla tutte le volte che vorrai.

Con Bärbel Buck,  videomaker e media educator
>>> Guarda i corti in lingua tedesca realizzati da Bärbel Buck per ZONA K <<<


Per informazioni su costi e come partecipare scrivi a organizzazione@zonak.it.

 


E’ possibile organizzare questo laboratorio anche per la tua classe!
Per informazioni su modalità e costi: didattica@zonak.it


 

 

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TEACHERS ROOM
Didattica in movimento

Questo laboratorio online è stato proposto durante il primo lockdown 2020.
Vorresti partecipare con un gruppo di colleghi?
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La didattica a distanza stanca insegnanti e allievi? Proviamo a movimentarla!
Rendiamo dinamiche le lezioni frontali e condividiamo un codice gestuale per trasmettere nozioni specifiche.

Con Monica Galassi, danzeducatore®


Per informazioni su costi e come partecipare scrivi a organizzazione@zonak.it.

 

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WOMEN ROOM
Il colore in un gesto

Questo laboratorio online è stato proposto durante il primo lockdown 2020.
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Che colore sei tu? E le altre? Come trasmettere la tua energia? Lavoriamo sul movimento e sull’espressività corporea, esploriamo sfumature e contrasti per trasformare il nostro colore in azione.

Con Maura Di Vietri, danzatrice


Per informazioni su costi e come partecipare scrivi a organizzazione@zonak.it.

 

ACTING ROOM
Storie in una stanza

Questo laboratorio online è stato proposto durante il primo lockdown 2020.
Vorresti partecipare con un gruppo di amici?
Scrivi a organizzazione@zonak.it per capire come organizzare il laboratorio.

 



 

Un canovaccio, una storia da interpretare, un gioco di ruolo.
Qui puoi dare voce, espressività e carattere ai personaggi, per vivere in prima persona un’avventura straordinaria!

Con Veronica Franzosi, attrice


Per informazioni su costi e come partecipare scrivi a organizzazione@zonak.it.

 


E’ possibile organizzare questo laboratorio anche per la tua classe!
Per informazioni su modalità e costi: didattica@zonak.it


 

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DANCE ROOM
Il pavimento danzante

Questo laboratorio online è stato proposto durante il primo lockdown 2020.
Vorresti partecipare con un gruppo di amici?
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Di gomma, di piume, d’acqua: così può diventare il tuo pavimento!
Balliamo insieme, bambini e adulti, e con gli oggetti della tua cameretta inventiamo una danza per scatenarci a ritmo di musica!

Con Noemi Bresciani, danzatrice


Per informazioni su costi e come partecipare scrivi a organizzazione@zonak.it.

 


E’ possibile organizzare questo laboratorio anche per la tua classe!
Per informazioni su modalità e costi: didattica@zonak.it


 

 

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ART ROOM
Diventa un’opera d’arte

Questo laboratorio online è stato proposto durante il primo lockdown 2020.
Vorresti partecipare con un gruppo di amici?
Scrivi a organizzazione@zonak.it per capire come organizzare il laboratorio.

 



 

Diventare la Gioconda di Leonardo o l’Urlo di Munch, trasformarsi nella Capretta di Chagall o nella Notte stellata di van Gogh.
Con questo laboratorio tutto è possibile perché l’opera d’arte… sarai proprio tu!

Con Alice Patriccioli, artista visiva


Per informazioni su costi e come partecipare scrivi a organizzazione@zonak.it.

 


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Per informazioni su modalità e costi: didattica@zonak.it


 

 

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VIDEO ROOM
Video storie dal telefono

Questo laboratorio online è stato proposto durante il primo lockdown 2020.
Vorresti partecipare con un gruppo di amici?
Scrivi a organizzazione@zonak.it per capire come organizzare il laboratorio.

 



 

In questo laboratorio online ti insegneremo a raccontare una storia per immagini, a farne la regia attraverso il tuo smartphone.
Come scegliere l’inquadratura migliore? Come far parlare i dettagli?
Aggiungi la musica, decidi la sequenza e condividi la tua video storia con gli amici.

Con: Davide Stecconi, regista e videomaker
>>> Guarda tutti i cortometraggi realizzati da Davide Stecconi per ZONA K <<<


Per informazioni su costi e come partecipare, scrivi a organizzazione@zonak.it.

 


E’ possibile organizzare questo laboratorio anche per la tua classe!
Per informazioni su modalità e costi: didattica@zonak.it


 

 

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Corsi di Teatro
TAM TAM

A seguito del decreto del presidente del consiglio dei ministri 04 marzo 2020, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, i corsi si stanno svolgendo regolarmente tramite piattaforme online.

Scopri tutti i dettagli:

WORKSHOP INTENSIVO – DANTE ANTONELLI

TO BURN OR NOT TO BURN

Marzo – Giugno 2020
aperto a tutt* | partecipazione gratuita | massima serietà

Teatro OUT OFF | ZONA K |
Comune di Milano – Fabbrica del Vapore

4 incontri di 4 giorni consecutivi l’uno,
un percorso a tappe con esito finale

OPEN CLASS: 26 giugno
Teatro OUT OFF

Per partecipare inviare una mail a:
attodimeraviglia@gmail.com

Con 1 video, su YouTube o Vimeo (link, no pass), di te che parli del tuo rapporto tra il sacro e il corpo (max 5′) + 2/4 foto + CV + quello che ti spinge a partecipare a questo lavoro (nel corpo nella mail).

Sulla scorta dei lavori attorno alle opere, al pensiero e alla vita di Yukio Mishima, To Burn Or Not To Burn è un workshop pensato come luogo d’incontro e formazione, di indagine e studio sulle pratiche della performance e della scrittura scenica, rivolto ad attori, danzatori, performer.

Un cantiere aperto, parte di un processo di creazione per un futuro Atto di Meraviglia, ispirato al romanzo “Il Padiglione d’oro”, alle “Lezioni spirituali per giovani Samurai” e a “La voce degli spiriti eroici“.

Religione e Politica, quale Tempio è il nostro Tempio in questo Tempo? Cenere e neve, il Tempio della nostra società è già stato dato alle fiamme, in questo orizzonte qualcuno si muove. Pellegrini in marcia sulla cenere, mentre la neve continua a cadere, coprendo tutto.

Riscrittura a sua volta di “Amleto” di William Shakespeare, “Il Padiglione d’oro” diMishima è il punto di partenza di una scrittura originale che inizia là dove il romanzo originale termina, da quel “io voglio vivere” pronunciato da Mizoguchi, protagonista dell’opera e che ribalta la triste sorte del Principe di Danimarca.

La visione del vuoto e l’atto fatale: la tensione spirituale della performance è quella del samurai idealizzato daMishima.
Apollineo e Dionisiaco muovono le onde di un mare solo geograficamente distante dal nostro e che affonda, invece, le sue correnti e riscopre i suoi stati di grazia nello stesso mare dove la nostra civiltà ha visto le sue origini.
Il paese ideale di Mishima insegue la bellezza classica dei nostri antenati e, in qualche modo la scena dei nostri giorni, i teatri e gli spazi dei nostri luoghi di vita, le persone che lo leggono oggi, possono dargli nuova voce e nuova luce.

“La vita è una danza
nel cratere di un vulcano: erutterà,
ma non sappiamo quando”

1 TAPPA
DAL 26 A 29 MARZO,
Dalle 10.00 alle 16.00
ZONA K
Via Spalato 11

2 TAPPA
DAL 30 APRILE AL 3 MAGGIO
Dalle 10.00 alle 16.00
ZONA K
Via Spalato 11

3 TAPPA
DAL 4 AL 7 GIUGNO
Dalle 10.00 alle 16.00
Teatro OUT OFF
Via Mac Mahon 16

4 TAPPA
DAL 18 AL 21 GIUGNO
Dalle 10.00 alle 16.00
Comune di Milano – Fabbrica del Vapore
Via Procaccini 4
+
OPEN CLASS
25 GIUGNO, PROVE GENERALI al Teatro OUT OFF
26 GIUGNO, PERFORMANCE STUDIO, ore 21.00, al Teatro OUT OFF

THEATRE GIGANTE-TEATRO DELLE ALBE/RAVENNA TEATRO (USA-IT)

FOCUS: HUMAN

M. Anderson, I. Kralj THEATRE GIGANTE – A. Renda TEATRO DELLE ALBE /RAVENNA TEATRO (U.S.A/IT)

Nel racconto di Edgar Allan Poe L’uomo della folla si descrive un mondo caotico e imprevedibile, in cui coesistono fascinazione e orrore. Siamo tutti testimoni e attori di uno spettacolo dove i ruoli e le appartenenze vengono rimescolati in un movimento incessante. La folla appare come un’entità misteriosa e inquietante che sovrasta e annienta l’individuo. Partendo dalle suggestioni del racconto di Poe, lo spettacolo esplora l’oscurità che contraddistingue questi ultimi decenni. Infelicità, insicurezza, sofferenza e incertezza scatenano paura e violenza, una regressione rispetto al livello di “civilizzazione” faticosamente conquistato e ritenuto ormai consolidato in Europa come negli Stati Uniti, in India come in Australia e altrove. Viviamo in un mondo che è più connesso ma meno integrato. Il risentimento è diventato un’epidemia mondiale. Siamo bloccati nel ventre di una bestia. Chi è questa bestia? Siamo noi? Sono loro? Loro chi? Pensare con la pancia, quando ci si è ormai dimenticati del cuore.

Ideato, scritto ed eseguito da Isabelle Kralj, Mark Anderson e Alessandro Renda, lo spettacolo è un incontro di tre paesi differenti, tre culture, storie e lingue diverse, ma con le stesse paure, le stesse domande, gli stessi desideri, le stesse insicurezze. In the Belly of the Beast costruisce un’architettura molteplice di storie, utilizzando approcci stilistici e linguaggi diversi, alternando realtà e sogno, alienazione e solidarietà, ironia e poesia. Tra passato e presente. In scena, sul palco della Stagione Teatrale 2020 REALITY, un’umanità variegata e convulsa, figure dell’oggi e ombre dal passato che si presentano attraverso monologhi e dialoghi, musica, video e movimento.

 

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c/o ZONA K

Info: spettacolo • durata 80 min. • in lingua inglese, slovena e italiana con sovratitoli

Biglietti: 15 € (intero) – 10 € (ridotto studenti/ under 26/over 65/gruppi)

Spettacolo in abbonamento
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di e con Mark Anderson, Isabelle Kralj, Alessandro Renda, produzione Theatre Gigante (USA), Teatro delle Albe / Ravenna Teatro (IT)

 

 

Nel 2014 lo spettacolo del Teatro delle Albe Rumore di acque (di Marco Martinelli, con in scena Alessandro Renda) è in tournée negli Stati Uniti, ospite a La Mama Theatre di New York, poi in New Jersey e a Chicago. Proprio a Chicago, grazie all’invito di Thomas Simpson (docente alla Northwestern University di Chicago e traduttore in inglese di molti importanti autori italiani, tra i quali Marco Martinelli), Isabelle Kralj e Mark Anderson, co-direttori di Gigante Theatre, assistono allo spettacolo e decidono di ospitarlo nella loro città, Milwaukee (Wisconsin). Inizia così una fertile collaborazione che porterà l’anno successivo Alessandro Renda nuovamente negli Stati Uniti. Il legame artistico tra Isabelle Kralj, Mark Anderson e Alessandro Renda si è rinnovato in Italia, a Ravenna. Il progetto In the Belly of the Beast è una nuova collaborazione delle due compagnie alla ricerca di sintonie e corrispondenze, risonanze e difformità tra le poetiche. Si tratta della prima coproduzione del Teatro delle Albe con una compagnia americana e della prima coproduzione con una compagnia europea per Theatre Gigante.

BABILONIA TEATRI (IT)

FOCUS: HUMAN

Per la   Stagione Teatrale 2020 REALITY Valeria Raimondi e Enrico Castellani si confrontano con la vicenda Regeni nel nuovo spettacolo Giulio, intitolato allo studente torturato e ucciso al Cairo nel febbraio 2016. Un’indagine risoluta sulla linea di confine fra informazione e propaganda, fra potere e delitto, fra ragione di Stato e diritti inviolabili, che si interroga sull’apparato della legge, sulla violenza e sul significato profondo dell’essere liberi cittadini in un libero Stato.

Giulio Regeni non è solo un fatto di cronaca.
Giulio Regeni ci interroga su cosa significhi Stato. Cosa significhi giustizia. Cosa significhi potere. Cosa significhi polizia. Cosa significhi processo. Cosa significhi legalità. Cosa significhi carcere. Cosa significhi opinione pubblica. Cosa significhino giornalismo e libertà d’informazione.
Giulio Regeni ci interroga sulle questioni fondanti di un vivere sociale e di un vivere civile.

Ci interroga sul concetto di responsabilità, di umanità, di forza.
Concetti e questioni che attraversano le nostre vite, la letteratura e tutto il teatro dai greci a Shakespeare fino a noi. Giulio Regeni è un punto di partenza per riflettere su tutto questo.

 

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c/o ZONA K

Per partecipare è necessario inviare la richiesta di tesseramento annuale entro il giorno prima dello spettacolo, fallo SUBITO QUI

Info: spettacolo • durata 60 min. • in italiano

Biglietti: 15 € (intero) – 10 € (ridotto studenti/ under 26/over 65/gruppi)

Spettacolo in abbonamento
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Di Valeria Raimondi e Enrico Castellani, cast in via di definizione, produzione: Teatro Metastasio di Prato con Babilonia Teatri

 

Babilonia Teatri è tra le compagnie più innovative del panorama teatrale contemporaneo, distinguendosi per un linguaggio che a più voci viene definito pop, rock, punk. Si è imposta sulla scena italiana per il suo sguardo irriverente e divergente sull’oggi Babilonia Teatri vince nel corso degli anni numerosi riconoscimenti Oltre che nelle principali città italiane, gli spettacoli della compagnia sono stati ospitati numerose volte anche all’estero, dalla Francia alla Germania, dall’Austria all’Ungheria, dalla Bosnia-Erzegovina alla Croazia, dalla Colombia alla Russia. Enrico Castellani e Valeria Raimondi, fondatori della compagnia nel 2006, sono i Direttori artistici di Babilonia Teatri. Drammaturghi, autori, registi e attori, Castellani e Raimondi hanno base a Verona.

RIMINI PROTOKOLL (DE)

FOCUS: HUMAN

Il pluripremiato collettivo tedesco Rimini Protokoll porterà a Milano, nella  Stagione Teatrale 2020 REALITY di ZONA K, il camion che nel 2006 è stato trasformato in una platea su ruote in grado di trasportare 50 spettatori attraverso la città: seduti da un lato, guarderanno attraverso una grande finestra la realtà urbana che si farà palcoscenico.

Durante la residenza a Casa degli Artisti, che si svolgerà tra maggio e settembre 2019, cinque artisti selezionati, svilupperanno insieme ai Rimini Protokoll un progetto per il camion attorno al tema del lavoro notturno.

Il camion trasporterà gli spettatori attraverso le periferie della città e punterà i riflettori su ciò che normalmente si muove nel buio e nell’invisibile. Chi lavora di notte? Come? Chi paga? Economia sommersa o spina dorsale e backstage delle più smaglianti esibizioni diurne? Quali luoghi ospitano il lavoro che inizia quando gli altri si fermano e quali il lavoro che non ha un inizio e una fine?

 

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Una produzione ZONA K in collaborazione con Casa degli Artisti

c/o luoghi della città

Info: spettacolo itinerante per 50 spettatori • in italiano

Biglietti: 20 € (intero) – 15 € (ridotto studenti/ under 26/over 65/gruppi)

Spettacolo in abbonamento

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crediti

 

Helgard Haug, Stefan Kaegi e Daniel Wetzel fondano Rimini Protokoll nel 2000 e da allora firmano tutti i loro lavori con questo nome, sia che lavorino singolarmente, a due o tutti e tre insieme. Con il loro lavoro ricercano nuove prospettive sulla realtà. Spettacolo dopo spettacolo hanno ripensato gli strumenti del teatro e creato una poetica e uno stile inconfondibili, che hanno rivoluzionato il teatro contemporaneo europeo. I Rimini Protokoll sviluppano spettacoli teatrali, interventi scenici e produzioni radiofoniche avvalendosi della collaborazione di esperti, le cui conoscenze e abilità vanno oltre il teatro e che, non di rado, stanno in scena al posto degli attori. Amano tradurre spazi urbani e strutture sociali in formati teatrali. Molti spettacoli sono caratterizzati da interattività e uso giocoso della tecnologia. I Rimini Protokoll sono stati insigniti di numerosi importanti premi, tra i quali: il Mülheimer Dramatikerpreis, il Deutscher Theaterpreis Faust, il Grand Prix Theater del ministero federale svizzero per la cultura, il Premio del Teatro Europeo, il Leone d’Argento della Biennale di Venezia, il Premio Radiodramma Tedesco e il Premio Radiodramma dell’Anno dell’Associazione Kriegsblinden.

MAMMALIAN DIVING REFLEX (CA)

FOCUS: VIRTUAL

Creato insieme a un gruppo di studenti dell’ITAS Giulio Natta di Milano, The Last Minutes Before Mars immagina gli ultimi minuti sulla Terra e ciò che siamo disposti a sacrificare per il nostro caro, dolce, bellissimo pianeta morente.

The Last Minutes Before Mars è una performance dal vivo, che include 360° video, sulla squisita noia della vita sulla Terra mentre sfrecciamo verso un futuro terrificante.

È una critica a coloro che suggeriscono che il futuro dell’umanità dipende dalla diffusione di se stessa in tutto l’universo. Secondo i Mammamlian è improbabile che si possano trovare soluzioni ai problemi terrestri su pianeti distanti con condizioni ostili. L’attuale ossessione per la colonizzazione di Marte è considerata una risposta in preda al panico per i difficili problemi che l’umanità deve affrontare sulla terra: i cambiamenti climatici, un ecosistema in collasso e il fatto che molti scienziati credono che siamo nel mezzo di un’altra estinzione di massa della vita sulla Terra, ecc. Ma piuttosto che cercare di superare i nostri problemi e, probabilmente, produrre una serie completamente nuova di problemi ancora più difficili, potrebbe essere meglio sistemarsi e capire come “terraformare” la terra, rendendola un habitat più ospitale per gli esseri umani e tutte le altre vite su cui facciamo affidamento. Perché rendere Marte più simile alla Terra quando c’è il compito di rendere la Terra più simile alla Terra?

PRIMA NAZIONALE per la Stagione Teatrale 2020 REALITY

 

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Un progetto di ZONA K e FOG Triennale Milano Performing Arts.

c/o ZONA K
Per partecipare è necessario inviare la richiesta di tesseramento annuale entro il giorno prima dello spettacolo, fallo SUBITO QUI

Info: perfomance multimediale

Biglietti:  in via di definizione
Tessera associativa 2020: € 2,00

Spettacolo fuori abbonamento
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Ideazione e regia: Darren O’Donnell  Co-regia e direzione video: Konstantin Bock  Gruppo di consulenza: Darren O’Donnell, Konstantin Bock, Alice Fleming, Tina Fance, Chiara Prodi, Sorcha Gibbson, Kiera O’Brien, Thule Van Den Dam, Sara Guttadauro, Sara Ben Hamouda, Andrada Ciccotto, Fjoralba Qerimaj, Jerwin Mostiero, Morena Marra, Genny De Leon, Elisa Fasiello, Mervin Fajardo  Con: Sara Guttadauro, Sara Ben Hamouda, Andrada Ciccotto, Fjoralba Qerimaj, Jerwin Mostiero, Morena Marra, Genny De Leon, Elisa Fasiello, Mervin Fajardo  Produzione: Tina Fance, Chiara Prodi, Alice Fleming  Scene: Sorcha Gibson  Composizione musiche: Isola 360 Expert: Fi Nicholson  Co-produzione: FOG Triennale Milano Performing Arts e ZONA K  Un ringraziamento a: Stephen O’Connel, Fi Nicholson, Letizia Gozzini dall’Itas Giulio Natta. Supporto sullo sviluppo: Australian Council for the Arts e Goethe Insitute Toronto. La performance è stata realizzata con il supporto di: Canada Council of the Arts

 

Mammalian Diving Reflex è una compagnia di Toronto conosciuta per l’ideazione di performance intellettualmente stimolanti. Nata nel 1993 sotto la direzione artistica dello scrittore e regista Darren O’Donnell, Mammalian Diving Reflex opera sulla dimensione privata e sociale del linguaggio, del pensiero e dell’informazione. La compagnia ha prodotto diversi lavori in Canada, Giappone, Australia, Singapore, India, Stati Uniti, Irlanda, Inghilterra e in molti altri paesi d’Europa. Tra i loro progetti, vi sono Diplomatic Immunities, pppeeeaaaccceee, The Children’s Choice Awards, Who Shot Jacques Lacan?, Dare Night, Slow Dance with Teacher, Nightwalks with Teenagers. Haircuts by Children. La pratica artistica della compagnia riconosce una dimensione performativa in ogni gesto quotidiano ed esplora estetica e società, creando insolite alleanze tra il mondo dell’arte e quello dei giovani. La ricerca di Mammalian Diving Reflex si concretizza in performance, esperienze collettive, testi teorici e happening.

 

SILKE HUYSMANS &
HANNES DEREERE | CAMPO (BE)

Lo spettacolo è annullato, come da ordinanza regionale del 04/03/20.

FOCUS: VIRTUAL

Nauru è una piccola Isola-Stato nell’Oceano Pacifico, conosciuta dagli esploratori europei come “Pleasant Island”. La storia di quest’isola può esser letta come una parabola dei nostri tempi. Dopo l’esauriente sfruttamento dei vasti giacimenti sotterranei di fosfati dell’isola, sia sotto il dominio anglo-australiano che dopo la sua indipendenza nel 1968, l’isola fu lasciata in totale rovina economica ed ecologica.

Oggi Nauru ospita campi profughi senza via d’uscita in cambio di una grande quantità di denaro australiano. Nel frattempo, l’isola rischia di essere inghiottita dall’oceano a causa dell’innalzamento del livello del mare.

È in questo scenario post-apocalittico che i documentaristi Silke Huysmans e Hannes Dereereere incontrano i limiti di un mondo intento a crescere all’infinito. Attingendo alle interviste e alle conversazioni con i residenti e i rifugiati dell’isola, cercano nuove prospettive.
Quale futuro c’è in un luogo che si è esaurito in termini ecologici, economici e umanitari? E come ci comportiamo con le cupe previsioni che sembrano attendere tutti noi?

PRIMA NAZIONALE per la Stagione Teatrale 2020 REALITY

 

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presentato in collaborazione con Fattoria Vittadini

c/o  Spazio Fattoria – Fabbrica del Vapore, via Procaccini 4 -M5 Monumentale-

Info: teatro documentario multimediale • durata 60 min. • in lingua inglese con sottotitoli in italiano

Biglietti: intero 15,00 € – ridotto 10,00 € (studenti/ under 26/over 65/gruppi)

Spettacolo in abbonamento

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di e con: Silke Huysmans & Hannes Dereere, drammaturgia Dries Douibi, suono Lieven Dousselaere, supporto tecnico Anne Meeussen & Piet Depoortere, produzione CAMPO, coproduzione Kunstenfestivaldesarts, Spring Festival Utrecht, Beursschouwburg, Kunstenwerkplaats Pianofabriek, Veem House For Performance, Spielart & De Brakke Grond residenze Beursschouwburg, De Grote Post, KAAP, Kunstencentrum Buda, Kunstenwerkplaats Pianofabriek, STUK & Veem House for Performance, LOD con il supporto di Vlaamse Gemeenschapscommissie & KAAP. Si ringraziano tutti coloro che hanno collaborato a Nauru

 

Il lavoro dei giovani autori teatrali Silke Huysmans e Hannes Dereereere si basa su situazioni concrete, eventi o luoghi che rappresentano un tema più ampio. Ciò che caratterizza il duo è il modo in cui svolgono la loro ricerca attraverso l’esame scientifico, le interviste e il lavoro sul campo. Dopo aver concluso gli studi a Gant nel 2013, hanno iniziato a occuparsi di teatro documentaristico. Nel loro acclamato Mining Stories (2016) hanno esplorato l’impatto di un recente disastro minerario nel sud del Brasile. Per i prossimi progetti saranno prodotti da CAMPO, con il supporto di Pianofabriek, KAAP Bruges, Kunstenfestivaldesarts e Beursschouwburg Brussels.

ROGER BERNAT/FFF (ES)

Lo spettacolo è annullato, come da ordinanza regionale del 04/03/20, verrà riprogrammato.

FOCUS: GLOBAL

Il regista catalano Roger Bernat torna a ZONA K per la Stagione Teatrale 2020 REALITY con uno spettacolo che affronta un tema di grande attualità.

Nel 2012 alcuni abitanti di Ceuta hanno lasciato le loro famiglie per andare in Siria. Durante le settimane trascorse tra Turchia e Damasco, chiamavano regolarmente i loro parenti. La polizia era intervenuta sui loro telefoni e tutte le conversazioni intercettate sono state successivamente incluse nel dossier del processo che si è svolto a Madrid. Il verdetto fu la condanna di undici persone per partecipazione alla rete di reclutamento dello Stato Islamico. È stato il primo processo in Spagna contro i collaboratori dello Stato islamico. Il dossier è il cuore di questo spettacolo: un’immersione non solo nella parola dei kamikaze ma anche delle persone a loro vicine, dei traduttori, della polizia e dei giudici che hanno seguito le intercettazioni.

Tre attrici leggono o ripetono le conversazioni telefoniche di Samra, Sanae e Nayua, mogli di tre jihadisti che si sono immolati in Siria durante l’estate 2012. Le loro conversazioni sono simultanee. Il pubblico, dotato di un auricolare wireless a 3 canali, deve navigare attraverso le parole per ricostruire i fatti, così come hanno fatto i servizi segreti qualche anno prima. Alla fine dello spettacolo, non ci saranno due spettatori che hanno ascoltato la stessa conversazione.

 

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c/o ZONA K
Per partecipare è necessario inviare la richiesta di tesseramento annuale entro il giorno prima dello spettacolo, fallo SUBITO QUI

Info: spettacolo • durata 60 min. • in italiano

Biglietti: 15 € (intero) – 10 € (ridotto studenti/ under 26/over 65/gruppi)
Tessera associativa 2020: € 2,00

Spettacolo in abbonamento
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interpreti: Silvia Calderoni, Matilde Facheris, Woody Neri e Giulia Salvarani, progettazione video, direzione tecnica e aiuto regia: Txalo Toloza, suono: Cristóbal Saavedra Vial, grafica: Marie-Klara González, coordinamento generale: Helena Febrés Fraylich, coordinamento in Marocco: Arts I Love e Ahmed Hammoud, ringraziamenti: DABATEATR (Rabat), Daha-Wassa (Rabat), Laura Gutiérrez, Toni Serra, JMBerenguer e Txiki Berraondo, spettacolo prodotto da Elèctrica Produccions (Barcellona), MUCEM (Marsiglia), Marche Teatro (Ancona), Triennale Teatro dell’Arte (Milano), Festival Grec 2017 (Barcellona) e Temporada Alta (Girona), con l’aiuto di Les Bancs Publics/Les Rencontres à l’échelle (Marsiglia)

 

Roger Bernat artista e regista catalano, dopo aver iniziato gli studi di architettura e di pittura, studia drammaturgia e regia all’Institut del Teatre di Barcellona dove si diploma nel 1996, aggiudicandosi il riconoscimento straordinario. Nei primi anni lavora come regista, drammaturgo e performer con la compagnia General Elèctrica che dirige insieme a Tomás Aragay. Nel 2008 fonda Roger Bernat/FFF e inizia a creare performance in cui il pubblico prende la scena e diventa protagonista. «Gli spettatori passano attraverso un dispositivo che li invita a obbedire o a cospirare, e in ogni caso a pagare con il proprio corpo e impegnarsi». La prima performance partecipativa è Domini Públic (2008), cui fanno seguito Pura Coincidencia (2009), La consagración de la Primavera (2010), Please continue (Hamlet) (2011), Pendiente de voto (2012), RE-presentation: Numax (2013), Desplazamiento del Palacio de la Moneda (2014), Numax-Fagor-plus (2014), We need to talk (2015), No se registran conversaciones de interés (2016-17) e The place of the Thing (2017).

 

FOCUS GLOBAL

VALTERS SĪLIS (LV)

Lo spettacolo è annullato, come da ordinanza regionale del 23/02/20, verrà riprogrammato.

FOCUS: GLOBAL

 

Nella Stagione Teatrale 2020 REALITY la nuova creazione del regista lettone Valters Sīlis, Being a nationalist, è stata scritta dal drammaturgo Matīss Gricmanis. Prende spunto dall’esperienza personale di Gricmanis come assistente di un noto deputato nazionalista del Parlamento lettone. 

Cosa e chi fa parte del mondo di un nazionalista oggi? Vincono gli interessi dello Stato o i propri? Come si misurano gli amici e chi sono i patrioti? Nel mondo di un nazionalista gli interessi dello Stato sono più importanti dei propri.

Gli amici sono le persone che la pensano allo stesso modo, e non si interessano ai piccoli problemi quotidiani o alle questioni mondiali. I nemici sono molti, ma sono ben noti. I veri valori stanno per risorgere ancora una volta, nonostante il fatto che nel mondo materialista di oggi abbiano perso il loro valore.
Ma Sīlis ci dice che per vivere in questo mondo pieno di sfide, bisogna prima svegliarsi per poter cambiare la propria realtà.

 

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c/o ZONA K
Per partecipare è necessario inviare la richiesta di tesseramento annuale entro il giorno prima dello spettacolo, fallo SUBITO QUI

Info: spettacolo • durata 90 min. • in lettone con sovratitoli in italiano

Biglietti: 15 € (intero) – 10 € (ridotto studenti/ under 26/over 65/gruppi)
Tessera associativa 2020: € 2,00

Spettacolo in abbonamento
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scritto da: Matīss Gricmanis regia: Valters Sīlis con: Jānis Kronis, Āris Matesovičs, Ance Strazda scene: Uģis Bērziņs; luci: Lauris Johansons produzione: Dirty Deal Teatro

 

Matīss Gricmanis è uno scrittore e drammaturgo che scrive per teatro, cinema e televisione. Fin da giovane si è occupato di politica trasportando più tardi la sua esperienza nella scrittura per la scena. Nel 2018 ha vinto il concorso del nuovo festival di drammaturgia Versmė del Lithuanian National Drama Theatre con il suo spettacolo “Narrow Margins of a Normative Lifestyle”, basato sui diari di un omosessuale che viveva durante il regime sovietico lettone.
Valters Sīlis è uno dei più importanti registi della scena baltica. Nei suoi lavori rivolge sempre particolare attenzione alla complessità dell’esperienza umana portando in primo piano gli individui più marginali e vulnerabili.

 

FOCUS GLOBAL

Abbonamento Stagione 2020

Per l’ottava stagione teatrale e multidisciplinare 2020 REALITY, ZONA K ha sviluppato due tipologie di abbonamento.

Dopo l’acquisto, puoi prenotare via telefono, e-mail o presso il botteghino del teatro e ritirare comodamente i biglietti mezz’ora prima dell’inizio.

ABBONAMENTO 4 SPETTACOLI
Intero 48,00 € [rateo singolo biglietto 12,00 €]
Ridotto 32,00€ riservato a studenti, under26, over65 [rateo singolo biglietto 8,00 €]

ABBONAMENTO 3 SPETTACOLI
Intero 39,00 € [rateo singolo biglietto 13,00€]
Ridotto 27,00 € riservato a studenti, under26, over65 [rateo singolo biglietto 9,00€]

(altro…)

Il bando di IntercettAzioni è online!

Il Centro di Residenza Artistica per la LombardiaIntercettAzioni, lancia una call diretta
a
singoli artisti e compagnie italiane professioniste residenti in Italia e attive nell’ambito del teatro, della danza, del circo contemporaneo o della musica, al fine di offrire un sopporto alla creazione di progetti multidisciplinari.

A CHI SI RIVOLGE IL BANDO?
Il bando mira a individuare e ospitare presso il Centro di Residenza IntercettAzioni singoli artisti o compagnie professioniste con almeno 3 anni di esperienza – senza vincoli di età o di aree geografiche purché residenti e operanti in Italia – che abbiano elaborato un progetto originale per la creazione di uno spettacolo in cui confluiscano più discipline e che sia in dialogo con la musica dal vivo, intesa come elemento drammaturgico in grado di tessere una relazione stretta tra musicisti e performer.

QUALI SONO I BENEFIT RICONOSCIUTI?
La realtà selezionata avrà la possibilità di effettuare un periodo di residenza di un mese, da svolgere presso 4 diverse sedi
– Milano: ZONA K e Teatro delle Moire
– Brescia: Circuito CLAPS
– Vimodrone (MI): Industria Scenica

Il Centro di Residenza IntercettAzioni metterà a disposizione un sostegno alla creazione pari a 10.000€ lordi.

DOVE E QUANDO INVIARE LA DOMANDA DI PARTECIPAZIONE?
La domanda di partecipazione va inviata a segreteria@claps.lombardia.itcompleta di tutta la documentazione richiesta, entro e non oltre le ore 24.00 di lunedì 10 febbraio 2020.

Leggi il bando completo qui.

 

A partire dall’anno 2018, ZONA K rientra nel nuovo Centro di residenza artistica IntercettAzioni nato in Regione Lombardia a seguito del nuovo bando indetto per il triennio 2018-20, ai sensi dell’art. 43 del D.M. 27 luglio 2017 n. 332.

Regione Lombardia ha selezionato il Circuito CLAPS come Centro di Residenza del nostro territorio, grazie al progetto multidisciplinare “IntercettAzioni”, presentato dall’aggregazione di alcuni enti. Il capofila, Circuito CLAPS, nello sviluppo delle diverse “azioni” è affiancato dalle due Associazioni Culturali milanesi Teatro delle Moire e ZONA K, da Milano Musica – Associazione per la Musica Contemporanea e dalla Cooperativa Sociale Circolo Industria Scenica Onlus di Vimodrone.

L’attività del centro di residenza è realizzata con il contributo di Regione Lombardia, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – Direzione Spettacolo dal Vivo e Fondazione Cariplo.

Il Centro di Residenza IntercettAzioni punta la sua attenzione sulle arti che più caratterizzano la natura dei componenti del raggruppamento: la danza, il circo contemporaneo, il teatro fisico e partecipato e la musica.  L’attenzione nei confronti dei giovani artisti in residenza si declina seguendo con cura l’intero percorso residenziale e offrendo costanti occasioni di confronto.

In questo contesto ZONA K si inserisce quale luogo dedicato in particolare a compagnie italiane e internazionali che vogliano sviluppare progetti urbani e partecipati.

PRESENTAZIONE
PRIMO NUMERO

Q Code Magazine e Prospero Editore vi invitano alla serata di presentazione di “Muri, il primo numero cartaceo del semestrale di geopoetica.

Gianni Mura terrà a battesimo il nuovo giornale.

Saranno presenti molti dei contributors della rivista in formato libro.

Segue brindisi.

Per saperne di più: comunicazione@prosperoeditore.com

EVE #1

 

Torna a Danae Filippo Michelangelo Ceredi con la sua seconda creazione.
EVE #1 esplora il nostro rapporto con la memoria degli avvenimenti del nuovo millennio attraverso le immagini. Dal 2001 ad oggi la comunicazione visuale ha assunto un ruolo predominante e la nostra capacità di ricevere le informazioni è stata fortemente modificata. Il ricordo dei fatti di rilevanza globale verte sempre più spesso su immagini di grandi traumi o di disastri, disegnando un panorama tragico del mondo. La sovrabbondanza di stimoli visivi ha mortificato l’immaginazione e ha generato assuefazione all’orrore. EVE #1 è una rievocazione delle immagini che costruiscono l’immaginario contemporaneo e un tentativo di riprendere uno sguardo più lucido sul presente.

PRIMA ASSOLUTA
di e con Filippo Michelangelo Ceredi assistenti al progetto Clara Federica Crescini, Sara Gambini Rossano
disegno luci Adriana Renna accompagnamento alla realizzazione Alessandra De Santis e Attilio Nicoli Cristiani – Teatro delle Moire una produzione di Filippo Michelangelo Ceredi, Teatro delle Moire/Danae Festival, Lenz Fondazione/Natura Dèi Teatri Festival con il sostegno di IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia (un progetto di Circuito CLAPS e Teatro delle Moire, Industria Scenica, Milano Musica, ZONA K)

durata 50′

 

INFO E PRENOTAZIONI
+39 02 39820636 | +39 338 8139995 | info@teatrodellemoire.it
Prenotazione consigliata

 

 

Filippo Michelangelo Ceredi, dopo la laurea in filosofia a Milano, lavora come assistente alla regia di Marco Bechis nel film Il sorriso del capo (2011), in collaborazione con Istituto Luce, e nella serie web Il rumore della memoria (2014). Assiste Iacopo Patierno nella realizzazione della serie web per il progetto italo-mozambicano Il teatro fa bene (2016) e dirige lavori da videomaker. Dal 2012 inizia una formazione teatrale seguendo i laboratori del Teatro delle Moire e lavorando come tecnico per progetti teatrali. Nel 2016 debutta a Danae Festival con Between Me and P., presentato successivamente a Santarcangelo Festival 2017.

CONCERTO

Francesco Michele Laterza, regista e performer, ritorna a Danae, dopo aver presentato nel 2017 la performance dissacrante tutta al maschile Acquafuocofuochissimo. Questa volta si cimenta in un duetto insieme alla poliedrica artista Floor Robert, performer, disegnatrice e autrice, premiata nel 2008 con la menzione speciale del Premio HystrioConcerto è un concerto dell’immaginazione. Uno spettacolo teatrale che sogna di essere una performance musicale. Il lavoro muove da una raccolta di sogni trascritti e trasformati in canzoni originali o materiali performativi con l’idea di costruire un coro di forze, voci e immagini al limite del paradosso che dialogano all’ interno di un assurdo concerto in perpetuo mutamento.

PRIMA ASSOLUTA
di Francesco Michele Laterza con Francesco Michele Laterza e Floor Robert foto di Fabio Artese coproduzione Teatro delle Moire/Danae Festival con il sostegno di IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia (un progetto di Circuito CLAPS e Teatro delle Moire, Industria Scenica, Milano Musica, ZONA K)

durata 50′

 

INFO E PRENOTAZIONI
+39 02 39820636 | +39 338 8139995 | info@teatrodellemoire.it
Prenotazione consigliata

 

 

 

Francesco Michele Laterza, performer, regista e coreografo, dopo aver lavorato come interprete per diverse compagnie italiane (DOM-,Teatro Valdoca, Strasse, Famiglia Fuché, Inquanto teatro), intraprende un percorso autoriale mettendo al centro della sua ricerca la relazione tra corpo e processi di costruzione dell’identità attraverso la sperimentazione di diverse modalità performative. Nel 2015 con il progetto Acquafuocofuochissimo è coreografo residente presso Anghiari Dance Hub e vincitore del bando Assemblaggi Provvisori indetto dalla Tenuta dello Scompiglio di Vorno (Lucca). Dal 2017 è artista associato del progetto Officina Lachesi Lab curato dal Teatro delle Moire, Danae Festival di Milano. Nel 2018 è tra gli artisti selezionati nel workshop È il corpo che decide a cura di Marcello Maloberti con la performance Esercizi sullo spazio, al Museo del Novecento di Milano. È ideatore e conduttore di progetti di formazione e ricerca teatrale e di laboratori incentrati sullo studio del gesto.

LIVE SESSION

Matita è un concerto da guardare, colorare, disegnare. Un ensemble di disegnatori ritmici attorno a un tavolo microfonato, che amplifica il suono di matite, penne, pennarelli. Un pianoforte li accompagna, li guida, li insegue in un dialogo musicale.
L’atto del disegnare si trasforma in un gesto ritmico, visivo e sonoro, che accompagna e dà forma e struttura alla musica. Il concerto è la presentazione ufficiale del nuovo live da palco, si avvale di nuovi visuals curati dal gruppo stesso, con la collaborazione dell’artista visivo Daniele Spanò.

Antonello Raggi piano elettrico ed elettronica
Fabio Bonelli matite, penne, pennarelli
Francesco Campanozzi pennarelli, penne, matite
Antonello Raggi, Daniele Spanò, Matita visuals

durata 50 minuti

 

INFO E PRENOTAZIONI
+39 02 39820636 | +39 338 8139995 | info@teatrodellemoire.it
Prenotazione consigliata

 

 

 

 

Fabio Bonelli è un musicista e creativo cresciuto musicalmente come chitarrista dei milaus.
Dal 2007 ha sviluppato numerosi progetti, alla continua ricerca di un’unione tra quotidianità e incanto: Musica da cucina (concrete folk per chitarra e tavolo apparecchiato), Matita (collettivo di disegnatori ritmici), dBEETH (DJ set di musica classica su vinile), Sit In Music (indie pop per essere umano e band di pupazzetti), Kosmophon (concerto per chitarra e vecchi vinili di musica etnica), Sii Bih Dii (improvvisazioni aperte su vinili per birdwatchers). Ha creato colonne sonore per documentari (INSOLITO CINEMA, DON’T MOVIE) e per teatro (Gruppo Teatro Campestre), creato installazioni sonore/sound design per rassegne collaborando con artisti visivi (Audiovisiva, Container Art, Tamara Ferioli, Dome Bulfaro, Leonardo Nava).
Ha suonato, tra gli altri, alla Triennale e al Museo della Scienza e della Tecnica (Milano), MITO
Fringe (Milano), Milano Piano City (Milano), Frison (Freiburg, Svizzera), MONA FOMA 2011
(Hobart, Tasmania), Linz 09(Linz, Austria), Città dell’arte/Fondazione Pistoletto (Biella),Teatro Eliseo (Roma), Silencio (Parigi, Francia), RomaEuropa (Roma), Castello di Rivoli(Rivoli, TO), MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo (Roma).
Di lui hanno parlato La Repubblica, LeMonde Magazine, ARTE TV, RTSI Radio Televisione
della Svizzera Italiana, Rai Due “TG2 Costume e società”, Radio Tre “Piazza Verdi”, Radio Tre
“Alza il Volume”, France Culture “L’atelier interieur” e numerose testate giornalistichemusicali sia cartacee (Insound) che online (Rockit, Onda Rock)

PILATES MATWORK

Pilates Matwork è un programma di esercizi che si concentra sui muscoli posturali, cioè quei muscoli che aiutano a tenere il corpo bilanciato e sono essenziali a fornire supporto alla colonna vertebrale.

In particolare, gli esercizi di Pilates fanno acquisire consapevolezza del respiro e dell’allineamento della colonna vertebrale rinforzando i muscoli del piano profondo del tronco, molto importanti per aiutare ad alleviare e prevenire mal di schiena.

Si ottengono:

• Igiene posturale

• Tonicità addominale

• Schiena perfetta

• Più flessibilità

• Più forza alle gambe

• Più forza alle braccia

• Più controllo del corpo e della mente

Il punto cardine del metodo è la tonificazione e il rinforzo del “Power House”, cioè tutti i muscoli connessi al tronco: l’addome, i glutei, gli adduttori e la zona lombare.

Gli esercizi che si seguono sul tappetino (Pilates Mat Work) devono essere fluidi e perfettamente eseguiti, mentre abbinati ad una corretta respirazione.

Per informazioni e iscrizione:

• Mitchell -> 3661635141

pilates.onstagenewage.com

A LEZIONE DI VIDEOGAME DESIGN
CON SUPER MARIO

I più piccoli potranno imparare a creare il proprio livello di gioco personalizzato come dei veri e propri videogame designer, grazie al nuovo Super Mario Maker 2.
Non si studierà su libri e quaderni, ma sulla console Nintendo Switch in compagnia dell’idraulico baffuto in persona! A introdurre la speciale lezione, il Prof. Massimiliano Andreoletti della Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Quando nel 1985 Shigeru Miyamoto, il papà di Super Mario, creò il primissimo Super Mario Bros., non esistevano strumenti per realizzare in digitale i livelli prima che venissero codificati e inseriti nel videogioco dai programmatori. L’intera avventura venne quindi disegnata su dei fogli di carta millimetrata e tutte le modifiche successive vennero fatte su della carta trasparente, che veniva poggiata sopra alle tavole originali: erano gli albori di quello che viene comunemente definito level design, ovvero la disciplina che riguarda la progettazione delle strutture dei livelli nei videogiochi. Una disciplina a tutti gli effetti formativa, in grado di sviluppare la creatività e le proprie abilità di problem solving, soprattutto se esplorata fin da piccoli. Nintendo, da sempre molto attenta ai risvolti educativi dei propri prodotti, ha deciso di dare la possibilità ai più piccini di partecipare a un’esclusiva lezione per apprendere tutti i trucchi del mestiere di videogame designer, in cui non verranno utilizzati libri e quaderni, ma uno strumento didattico davvero particolare. Si tratta del nuovissimo Super Mario Maker 2, l’ultimo videogioco dell’idraulico baffuto che permette di costruire da zero i propri livelli di Super Mario, condividerli con tutti e giocare con quelli creati dai giocatori di tutto il mondo.

A partire dalle h 17:30 e fino alle h 19:30, i bambini potranno andare a lezione di videogame design muniti di console Nintendo Switch per imparare tutti i principi base per la costruzione di un buon livello di gioco. Ad attenderli ci sarà non solo uno speciale gadget a tema, ma anche Super Mario in carne e ossa!

Per partecipare all’evento è necessario prenotare il proprio posto scrivendo a info@gdgpr.it o chiamando il numero 0283523510.

La lezione sarà introdotta dal Professore Massimiliano Andreoletti, Docente della Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e Game Scientist al Future Education Modena (FEM), che presenterà a tutti, adulti e bambini, le potenzialità educative del videogioco, un mezzo in grado di stimolare le creatività e l’attitudine al pensiero logico soprattutto sui più piccoli, proprio come in Super Mario Maker 2: ”la sperimentazione di soluzioni diverse e potenzialmente infinite, pone il giocatore di fronte alla sfida di creare un’occasione di gioco che deve essere al contempo interessante e complessa, divertente e alla portata di chi gioca – conferma il Prof. Andreoletti.

 

Per ulteriori dettagli:

Sito Nintendo http://www.nintendo.it

 

Nintendo

Nintendo Co.,Ltd di Kyoto, è un leader mondiale indiscusso nella creazione e nello sviluppo di intrattenimento interattivo. Ad oggi, Nintendo produce e commercializza hardware e software per i suoi sistemi Wii U™ e Wii™, nonché per le famiglie di console portatili Nintendo 3DS™ e Nintendo DS™. Dal 1983, Nintendo ha venduto più di 4,4 miliardi di videogiochi e più di 696 milioni di unità hardware in tutto il mondo, tra cui Wii U, Wii, la famiglia di console portatili Nintendo 3DS (che include New Nintendo 3DS™, New Nintendo 3DS XL™ e Nintendo 2DS™), Nintendo DS™, Nintendo DSi™, Nintendo DSi XL™, Game Boy™, Game Boy Advance™, Super NES™, Nintendo 64™ e Nintendo GameCube™. Nintendo ha inoltre creato icone indiscusse come Mario™, Donkey Kong™ e Metroid™ e lanciato serie del calibro di Zelda™ e Pokémon™. La filiale italiana, con sede a Vimercate (Milano), è attiva dall’inizio del 2002. La filiale europea, Nintendo of Europe, con sede in Germania, è attiva dal 1990 e funge da quartier generale per le operazioni Nintendo in Europa.

MIMU’ – Musica per bambini

LEZIONE CONCERTO per 0-6 anni secondo la MLT di Gordon

MIMU’ canta e accompagna i bambini ad ascoltare la sua musica.
Un concerto tratto dall’omonimo disco e curato da Federica Braga, Claudia Veronese e Aldo Bicelli, musicisti-educatori che con passione da quindici anni portano la musica ai bambini, in famiglia e nelle scuole, fedeli alla Music Learning Theory di Edwin Gordon. Grandi e piccini liberi di muoversi, stare seduti o sdraiati, contenuti dal suono dei musicisti posti intorno. Una intensa e giocosa esperienza di ascolto dedicata a chi avrà voglia di prendersi per mano e vivere la musica insieme.

 

Biglietto:  l’acquisto deve essere effettuato per ogni adulto e per ogni bambin* che accede al concerto
– € 8,00 il singolo concerto
Pre acquisto obbligatorio

I giorni di concerto la biglietteria è chiusa, non emetterà biglietti e non sarà possibile tesserarsi.

PER TUTTI GLI ADULTI: E’ OBBLIGATORIO TESSERARSI A ZONA K (gratuitamente) PRIMA DEL CONCERTO
CLICCA QUI!!!!! 

BIGLIETTERIA ONLINE 

info su biglietti@zonak.it —– 393.8767162

Il concerto dura 45 min.
E’ consentito l’ingresso in sala solo entro i primi 10 minuti di concerto.

Ensemble Musicale:
– Federica Braga, voce e pianoforte
– Claudia Veronese, voce
– Aldo Bicelli, voce, percussioni e ukulele – Stefano Zeni, voce e violino
– Davide Bonetti, voce e fisarmonica

INFO e BIGLIETTI:
ZONAK Via Spalato 11 – Milano (Quartiere Isola) tel 393 8767162
Biglietteria on line www.zonak.it biglietti@zonak.it

DESIGNER ANCH’IO!

Arriva il fuorisalone in città! Ecco per te un laboratorio di arte, architettura e teatro.
Diventa designer per un giorno:  trasforma lo spazio e gli oggetti come piace a te!

 

ore 14.00 – 15.00 dai 4 ai 6 anni

Chi sono questi personaggi di plastica? Come parlano? Come si vestono? Che abitudini hanno?
Porta con te una bottiglia di plastica: crea il tuo personaggio e dagli una voce!

ore 16.00 – 17.30 dai 7 gli 11 anni
In collaborazione con The Playroom
Progetta il tuo spazio e costruiscilo: con un po’ materiale di riciclo e molta fantasia costruirai un luogo da abitare e da visitare!

Ingresso laboratori: 10 euro (materna) – 12 euro (elementari)
Prenotazioni: biglietti@zonak.it fino al raggiungimento del numero massimo di partecipanti

CENTRO DI
RESIDENZA ARTISTICA

A partire dall’anno 2018, ZONA K rientra nel nuovo Centro di residenza artistica IntercettAzioni nato in Regione Lombardia a seguito del nuovo bando indetto per il triennio 2018-20, ai sensi dell’art. 43 del D.M. 27 luglio 2017 n. 332.

Regione Lombardia ha selezionato il Circuito CLAPS come Centro di Residenza del nostro territorio, grazie al progetto multidisciplinare “IntercettAzioni”, presentato dall’aggregazione di alcuni enti. Il capofila, Circuito CLAPS, nello sviluppo delle diverse “azioni” è affiancato dalle due Associazioni Culturali milanesi Teatro delle Moire e ZONA K, da Milano Musica – Associazione per la Musica Contemporanea e dalla Cooperativa Sociale Circolo Industria Scenica Onlus di Vimodrone.

L’attività del centro di residenza è realizzata con il contributo di Regione Lombardia, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – Direzione Spettacolo dal Vivo e Fondazione Cariplo.

Il Centro di Residenza IntercettAzioni punta la sua attenzione sulle arti che più caratterizzano la natura dei componenti del raggruppamento: la danza, il circo contemporaneo, il teatro fisico e partecipato e la musica.  L’attenzione nei confronti dei giovani artisti in residenza si declina seguendo con cura l’intero percorso residenziale e offrendo costanti occasioni di confronto.

In questo contesto ZONA K si inserisce quale luogo dedicato in particolare a compagnie italiane e internazionali che vogliano sviluppare progetti urbani e partecipati.

 

2018
Il primo artista ad inaugurare il Centro di Residenza è il giovane Filippo Ceredi che, accanto all’attività di videomaker, sviluppa una formazione da performer seguendo i laboratori del Teatro delle Moire e lavorando come assistente di progetti teatrali (Remote Milano dei Rimini Protokoll, 2014-2015; Sante di scena di Teatro delle Moire e Cinzia Delorenzi, 2015).

Attenzione particolare alla relazione tra corpo e paesaggio è il focus del lavoro di DOM-, un progetto nato nel 2013 dalla collaborazione tra gli artisti Leonardo Delogu, Valerio Sirna ed Hélène Gautier. DOM-  indaga il linguaggio delle performing arts, con eventi performativi, seminari, camminate, scritti, giardini, installazioni, video, reportage fotografici.

Residenze Focus MEDIA
Cosa c’è in gioco quando mettiamo in circolo una nostra immagine? Con cosa è profondamente connesso questo gesto? Circolo Bergman, partendo dalle immagini personali dei suoi performer, si interroga – come il critico d’arte Warburg – sulla presenza degli archetipi nel nostro tempo. Il risultato della residenza, presentato all’interno della stagione, porta il nome di BILDERATLAS.

Chiude il primo anno di residenze il progetto ORIGINS che crea uno scambio artistico e culturale tra un giovane autore, Andrea Ciommiento, e un artista affermato, l’Agrupación Señor Serrano (Leone d’argento alla Biennale di Venezia 2015). L’intento del progetto è portare a confronto le nuove generazioni del passato con quelle del presente, attraverso l’utilizzo di un codice condiviso con un particolare approfondimento sull’uso della multimedialità all’interno dello spettacolo dal vivo.

 

2019

Christophe Meierhans (Geneva; Brussels) lavora con e attraverso la performance, lo spazio pubblico, l’installazione, il suono, la musica e il video. Il suo lavoro consiste soprattutto nello sviluppare strategie di intervento nella vita quotidiana, attraverso la manipolazione di convenzioni accettate, abitudini sociali o usi semplici. Il suo lavoro solleva questioni sulle norme e le convenzioni, confondendo un contesto casuale con altri diversi, e mettendo a confronto lo spettatore con qualcosa di altro, con la stranezza di essere nel posto “sbagliato”, o la possibilità che il luogo possa diventare qualcosa di diverso.

Residenze Focus ECOLOGY
Due residenze sul tema dell’ecologia e due prime restituzioni del lavoro svolto.
Ti voglio un bene pubblico di Elisabetta Consonni* è la realizzazione di un gioco urbano a partire dalla riflessione sulla funzione sociale di infrastrutture di divisione quali muri, cancelli e recinti; su quanto proteggano ma al contempo limitino l’effettiva publicness di uno spazio pubblico.
R 500 – Safari nel labirinto urbano #studio I. l’Isola che non c’è di Michele Losi e Pleaidi Art Productions è una performance itinerante e partecipativa che conduce il pubblico all’esplorazione della natura, a volte nascosta ai nostri occhi, e della sua complessa relazione con l’architettura urbana e gli abitanti.

*nuova produzione sostenuta dal bando OPEN // CREAZIONE [URBANA] CONTEMPORANEA 2019 – Pergine Festival (Pergine), ZONA K (Milano), In\Visible Cities (Gorizia), Contaminazioni digitali (Cormons), Indisciplinarte/ Ternifestival (Terni).

 

Residenze Focus TECHNOLOGY
Tre artisti in residenza che si interrogano sull’uso della tecnologia e sull’interazione con l’arte performativa.
Padre d’amore Padre di fango di Cinzia Pietribiasi è una digital performance e un’installazione che racconta la storia di una famiglia per frammenti, vecchie lettere, appunti sparsi, fotografie ingiallite e VHS. Una piccola storia che porta i segni della grande Storia dell’ultimo ventennio del ‘900.
Imaginometric Society – gruppo di studenti diplomati in Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e in Musica Elettronica presso il Conservatorio di Milano – presenta al pubblico milanese l’evoluzione del lavoro portato alla Quadriennale di Praga e trasformato nel rinnovato The Milan Experiment. È possibile identificare e misurare l’immaginazione dei visitatori? Quali sono gli effetti dell’Imaginometro e su quali principi si basa?
Kokoschka Revival lavora allo sviluppo dell’ultimoprogetto, You Fight!, una produzione multimediale che indaga bizzarre forme di intrattenimento nell’era di internet e del live streaming e le modalità in cui queste tecnologie trasformano le nozioni abituali di presenza e di realtà.

 

REPORTER ANCH’IO!

Il laboratorio è annullato : ( e non è uno scherzo di carnevale.

Diventa video-giornalista per un giorno:  andiamo insieme a caccia di storie e di… oggetti di valore!

 

ore 10.30 – 12.00 dai 4 ai 6 anni
Porta con te il tuo giocattolo preferito: racconteremo una storia in stop motion… e i protagonisti sarete voi!

 

ore 14.30 – 17.00 dai 7 agli 11 anni
Porta un oggetto a cui sei affezionato: racconteremo la sua storia con il teatro e il video… e poi via!
In giro per il quartiere a scovare tante altre storie!

Ingresso laboratori: 10 euro (materna) – 12 euro (elementari)
Prenotazioni: biglietti@zonak.it fino al raggiungimento del numero massimo di partecipanti

Dreaming Collectives.
Tapping Sheeps (State 3)

 

Con la serie Stato 1-4 (di cui questo è il terzo episodio), Rimini Protokoll indaga ciò che oggi sfugge all’organizzazione e al controllo dello stato-nazione contemporaneo. Guarda all’essenza di quei poteri la cui separazione era intesa come principale meccanismo di controllo e monitoraggio delle strutture statali. Quanto questi poteri sono ancor in grado di regolare gli impeti decisivi per il cambiamento sociale odierno?

Benvenuti nell’anno 2048. L’organizzazione dell’umanità è finalmente del tutto digitalizzata. Non c’è più violenza. IRIS controlla le nostre armi. Non ci sono più incidenti stradali, perché IRIS controlla il traffico. La partecipazione democratica avviene tramite interazioni digitali. Ciò che clicchi è ciò che voti. IRIS ne misura i risultati. La democrazia è diventata liquida ed è rimasta teatro – ogni spettacolo è una sessione laboratoriale per 120 spettatori nella nuvola. Equipaggiati di tablet programmati ad hoc, i partecipanti entrano in un processo di voto permanete, tutti connessi alla nuvola attraverso i loro dispositivi digitali. Il pubblico diventa il corpo risonante che proietta le dinamiche dello sciame tipiche della rete nello spazio teatrale. Le loro decisioni si trasformano in suono. I loro dati diventano nuvole digitali. Partendo da Atene, luogo in cui la democrazia è nata e sembra oggi aver fallito, Daniel Wetzel e Ioanna Valsamidou indagano potenzialità e pericoli della digitalizzazione per il processo democratico.

 

Un progetto ZONA K e Teatro Franco Parenti


Performance – durata 90 min. ca. – in italiano
c/o Teatro Franco Parenti – Via Pier Lombardo, 14

 

Ideazione, direzione e testo: Daniel Wetzel
 Co-autore: Joanna Valsamidou
 Drammaturgia e ricerca: Julia Weinreich
 Composizione: Lambros Pigounis & Peter Breitenbach 
Direzione tecnica e disegna luci: Martin Schwemin: System Development Design interattivo: Dimitris Trakas/Renia Papathanasiou Scenografia: Magda Plevraki
 Assistenza alla regia e ricerca: Andreas Adreou Collaborazione scenografica: Guy Stefanou
 Assistenze: Nora Otte, Natasha Tsintikidi, Sarah HoemskeRicerca: Annette Müller Produzione esecutiva State 3: Violetta Gyra/Paula Oevermann Produzione esecutiva per Rimini Protokoll: Anna Florin Assistente di produzione: Dimos Klimenof
 Direttore di scena: Norman Schaefer, Franz Dextor 
Luci: Olivia Walter, Thomas Wildenhain 
 Audio: Hannes Rackow/Uwe Lahmann
 Makeup: Gabriele Recknagel
 Oggetti: Reinhild Mende

 

 

RIMINI PROTOKOLL è l’etichetta per i lavori di Helgard Haug, Stefan Kaegi e Daniel Wetzel, che dal 2000 costituiscono un collettivo di registi/autori e firmano le loro opere singolarmente, a due o a tre. Il loro lavoro indaga sistematicamente la realtà attraverso il teatro, utilizzando linguaggi innovativi che hanno di fatto rivoluzionato la scena Europea. Hanno portato in scena impresari di pompe funebri, uomini d’affari africani, programmatori specializzati e grandi investitori, politici ed economisti – i cosiddetti “esperti della realtà” – a volte anche tutti insieme. Ha organizzato passeggiate urbane guidate da un navigatore elettronico, visite a domicilio nelle case, rappresentazioni statistiche in scena delle maggior città del mondo, umanoidi meccanici protagonisti del palco. Sono stati invitati innumerevoli volte al Berliner Theatertreffen e hanno vinto innumerevoli premi (il Leone d’Argento alla Biennale di Venezia, il premio tedesco Der Faust, il riconoscimento come miglior Radiodramma dell’Associazione Ciechi di Guerra tedeschi – il premio per radiodramma più importante in Germania, il Premio Teatrale Europeo, solo per citarne alcuni). Si può ben dire che da metà degli anni 2000 in poi si deve parlare del teatro d’avanguardia prima e dopo i Rimini Protokoll.

DOPPIO ANCHE IO!

Una domenica di laboratori all’insegna del teatro e della musica.

ore 10.00 – 11.30 dai 4 ai 6 anni
Inventiamo insieme la storia degli oggetti, il loro ritmo e la loro musica! Non perdere il laboratorio di Teatro e Musica più stravagante che ci sia.

ore 14.00 – 16.00 dai 7 agli 11 anni
Hai mai pensato di dare la tua voce ai personaggi di film e cartoni animati?
Con il laboratorio di doppiaggio sarà un gioco da ragazzi!

Ingresso laboratori: 10 euro (materna) – 12 euro (elementari)
Prenotazioni: biglietti@zonak.it fino al raggiungimento del numero massimo di partecipanti

Grazie a tutte e tutti voi

La stagione POWER 2018 è appena terminata.

GRAZIE prima di tutto al nostro pubblico, voi che, anno dopo anno, diventate sempre più numerose numerosi e ci sostenete nelle nostre scelte artistico/politiche.

Grazie a tutte le compagnie e artisti intervenuti, per la meraviglia e i mille e più pensieri, spesso profondi, che ci avete regalato (in ordine di apparizione in stagione):
Roger Bernat/ FFF, Eric Gobetti e Simone Malavolti, Filippo M. Ceredi Philip Marlow, Cie Yan Duyvendak, Darren O’Donnell e Mammalian Diving Reflex, Guinea Pigs, Barbara Miele, Marta Dalla Via e Gold Leaves Academy, She She Pop, OHT, Eleonora Pippo, DOM- , Dance Makers, Berlin, Circolo Bergman, Lola Arias e IIPM / Milo Rau.

GRAZIE alla collaborazione, preziosa, delle realtà culturali della città che ci hanno permesso di poter offrire una stagione 2018 davvero “potente” (in ordine alfabetico): Accademia delle Belle Arti di Brera, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, Casa della Memoria Milano, DANAE FESTIVAL, Festival Internazionale del Teatro (FIT), Goethe-Institut Mailand, Istituto Nazionale Ferruccio Parri, L’Arcobalenodanza, Lachesilab, Laboratorio Lapsus, Mare culturale urbano, Olinda onlus, Photofestival, Stanze, STRATAGEMMI prospettive teatrali, Teatro Franco Parenti, TeatroLaCucina, terzo paesaggio, Triennale Teatro dell’Arte. Grazie all’ Assessore Filippo Del Corno.

GRAZIE! alle persone e associazioni che hanno preso parte in prima persona ai progetti partecipati speciali site specific. Per ACTION di Cie Yan Duyvendak: Ivan Colnaghi di ASSPI Associazione per lo Sviluppo del Sistema di Protezione Internazionale, Black Panthers FC, Farsi Prossimo Onlus e asnada, Alessandro Cesqui e l’assessore Pierfrancesco Majorino del Comune di Milano, Carla Chelo, Chicco Elia, Laura Ciriani, DAvide Garofalo, Dashti Bahjat Ali, Sulay Jallow, Tehi Keita, Hazal Koyuncuer, Debora Marongiu, Sarah Nocita, Jawad Noori. Tutti gli artisti che hanno partecipato al seminario con Darren O’Donnel. Per il progetto Teentalitarianism dei Mammalian Diving Reflex e per il progetto L’uomo che cammina di DOM-: tutti i ragazzi e le ragazze dell’ Itas Giulio Natta, professoressa Letizia Gozzini, la dirigente Carla Maria Cucinotta. Per il progetto Sex, Drugs and Criminality dei Mammalian Diving Reflex: Lorenzo Piccolo (Nina’s Drag Queens), NERONE, Ira Rubini e Andrée Ruth Shammah. Per Ask for the Moons dei Mammalian Diving Reflex: Umberto Angelini. Per lo spettacolo Le ragazzine di Milano stanno perdendo il controllo di Eleonora Pippo: Camilla Bonati, Clara Topputo, Elena Rieux, J. Gilda Pucci, Matilde Rosati, Paola Ricchiuto, Sara Guttadauro. Per il FOCUS CITIES Roberto Biscardini, Gianfranco Pertot, Alberto Rollo, Giovanni Scirocco. Per lo Spettacolo LONG-LASTING LANDSCAPES – itinerari coreografici urbani di Dance Makers ringraziamo gli allievi del biennio specialistico di Scenografia Teatrale e di Costume : Nadir Dal Grande, Ludovica Diomedi, Riccardo Galbussera, Elisa Gelmi, Matilde Grossi, Yang Linqing, Andrea Pogliani, Giulia Trivelli, Shi Shiting, We Yue, Mara Pieri, Alice Manente, Paola Mammolini, Jagna Nawrocka e i performer del Lab DUEMILA: Valeria Cadenelli, Elisa Calabretta, Marta Conte, Alice Cavalieri, Matilda Deida, Sara Fraschini, Sofia Magnani, Giulia Meduri, Elisa Melodia, Roberta Pellegrino, Romina Rangone, Beatrice Rizzoni, Matteo Ronciglia, Lila Rongione, Maria Chiara Vitti Gli artisti che hanno partecipato al workshop e alla pubblica restituzione di My Documents di Lola Arias: Alberto Baraghini, Giulio Bellotto, Riccardo Corcione, Agnese Cornelio, Marco de Meo, Paola Di Mitri, Margarita Egorova, Miriam Selima Fieno, Gloria Frigerio Pilotti, Cinzia Pietribiasi, Beatrice Pozzi, Silvia Rigon, Anna Luna Serlenga. Per Hate Radio di IIPM/Milo Rau: Thei Keita. Per l’incontro su Hate Radio: Danilo Di Biasio e Roberta Carpani, anche per l’incontro su Pendiente De Voto di Roger Bernat.

GRAZIE alle istituzioni che, attraverso patrocini, contributi e sostegni, hanno dato concretezza a POWER 2018 e ai suoi spettacoli. Per tutta la stagione: Comune di Milano, Mibac, Regione Lombardia, Fondazione Cariplo. Per il FOCUS PEOPLE: Ambasciata del Canada, Canada Council of the Art, Consolato generale di Svizzera a Milano, Istituto Cervantes Milano, Consolato Generale della Repubblica Federale di Germania, NPN Nationales Performance Netz. Per il FOCUS MEDIA: Ambasciata del Belgio a Milano, Consolato della Repubblica Argentina, Consolato Generale di Svizzera a Milano, Istituto Svizzero.

GRAZIE ANCORA A TUTT*!
Ci vediamo a febbraio con la nuova stagione 2019.

METROMOEBIUS

[presentazione libro con autori]

 

La storia di un uomo, Moebius, che si innamora perdutamente della voce degli annunci metropolitani e la cerca in un viaggio lungo una settimana. Incontrerà la vita quotidiana nel serpente metropolitano. Fino all’ultima fermata, quando…

Non si svela un finale. Durante la presentazione vedremo insieme le fotografie e gli scatti realizzati underground. Gli autori racconteranno la genesi del lavoro e di come, un giorno, abbiano conosciuto proprio lei, la voce della metropolitana.

Metromoebius è un progetto narrativo che nasce dentro i vagoni della metropolitana.
Osservazione quotidiana, immagini, un racconto e un progetto audio.
Una narrazione transmediale di Angelo Miotto e Leonardo Brogioni.

Le immagini fotografiche hanno dato vita finora a due mostre: PHONE PHOTOGRAPHY, collettiva ospitata al Centro Italiano della Fotografia d’Autore di Bibbiena (Ar), a cura di Giovanna Calvenzi. CORRISPONDENZE, collettiva organizzata nell’ambito del festival Il Viaggialibro a Gubbio (Pg) presso il Palazzo dei Consoli, a cura di Officine Creative Italiane.

Ingresso libero

ALLIED ALIENS – FREIRAUM

GOETHE INSTITUT MAILAND in collaborazione con ZONA K

presenta

Tandem Oslo-Milano

Lo spettacolo di improvvisazione teatrale „Allied Aliens“ di Jan Bosse svoltosi a Olso nel maggio scorso al teatro Den mangfaldige scenen, vede la sua continuazione naturale a Milano.
Con il patrocinio del Comune di Milano nell’ambito del 60esimo giubileo del Goethe-Institut Mailand.

Le due cittá formano infatti uno dei 19 tandem di „Freiraum“, il progetto del Goethe-Institut che analizza il concetto di libertà e le sue molteplici implicazioni, non ultime la marginalità e l‘inclusione nelle città europee.
Lo spettacolo sarà di nuovo curato dal regista tedesco d’avanguardia Jan Bosse e ai due attori già protagonisti a Oslo, Camara Joof, di genitori gambiani e norvegesi, e Modou Gueye, senegalese di casa a Milano da 30 anni, si aggiungerà anche l‘attrice Gama Kipulu, italiana di origine congolese. Insieme sul palco affronteranno in forma artistica domande quali: cosa significa essere estranei o invece di casa, giocano con le loro identità e riprendono le tematiche scelte da Olso e Milano per il progetto „Freiraum“.
Subito dopo lo spettacolo regista, attrici e attore dialogheranno con il pubblico.

Jan Bosse: „spazi liberi sono spazi intermedi – spesso dapprima piccole nicchie che diventano sempre più grandi e si sviluppano poi in autentici spazi liberi. Anche nel mio campo professionale, il teatro, in ogni singolo lavoro lo spazio comune, libero, creativo dell’elaborazione di un pezzo o di un progetto deve venire riscoperto ogni volta di nuovo, sviluppato, combattuto.“

„Allied Aliens“ muove dalle riflessioni che hanno portato le due città alla formulazione di tematiche molto simili intorno all’essere e al sentirsi stranieri e che sono le tematiche con le quali il Goethe-Institut Mailand e il Goethe-Institut Oslo con i loro partner locali – rispettivamente Sunugal e Hedda Foundation – hanno partecipato al progetto “Freiraum”:
Lingua: Inglese, italiano

Prezzo: Ingresso 5€ – richiesta prenotazione
 Tel. +39 02 97378443 oppure +39 393 8767162  

 

Milano
TAUTÓTĒS – Identità, incontro o scontro? Per riconoscere e vivere realmente la pluralità e la diversità come un valore aggiunto della nostra società e della nostra città, quali possono essere le nuove espressioni artistiche ed educative, sociali, politiche e di sviluppo urbano che attraverso un confronto serrato e magari provocatorio aprano a una nuova riflessione che indaghi le dinamiche identitarie e tenga conto della loro complessità e conseguenze?
Video Freiraum Milano

Oslo
Gli immigrati che arrivano in Norvegia considerano la libertà come il più alto valore norvegese. Nel contempo però parti della popolazione temono per la loro libertà proprio a causa dell’immigrazione da altre culture e religioni. Come creare una piattaforma di scambio in cui entrambe le parti si sentono ascoltate, costruiscono e condividono valori, sicurezza e senso di appartenenza? Si tratta dello stare insieme: Chi sei tu e come possiamo costruire un presente comune?
Video Freiraum Oslo

“Freiraum” è un termine che in tedesco indica il libero spazio, in senso letterale e traslato, e rappresenta fortemente il concetto di libertà, con le sue ambivalenze e contraddizioni in una contemporaneità sociale ed economica, nonchè politico-culturale, inquieta e allarmata.
Il Goethe-Institut, si intende come istituzione con una missione europea e con il progetto Freiraum vuole accentuare il proprio impegno europolitico, mettendosi a disposizione per instaurare un dialogo produttivo che veda come interlocutori nuovi partner e nuove utenze. Una rete internazionale inclusiva, che possa contribuire a mettere in rilievo le problematiche, a tracciare possibili percorsi e soluzioni, a gettare uno sguardo nuovo.

Jan Bosse
, nato a Stocarda nel 1969, ha iniziato la sua carriera di teatro al Münchner Kammerspiele e al Deutschen Schauspielhaus di Amburgo. Negli ultimi anni ha messo in scena spettacoli al Burgtheater di Vienna, al teatro Thalia di Amburgo e al Deutsches Theater di Berlino.

Video Allied Aliens, Oslo 10 maggio 2018

CHIAMATA PUBBLICA
WORKSHOP MY DOCUMENTS
di LOLA ARIAS

IL LABORATORIO
My Documents ha un formato essenziale: l’artista è sul palco con i suoi documenti.

Il workshop è rivolto a quegli artisti interessati a sviluppare una Lettura-Performance che parte da un archivio personale, da un’esperienza radicale, da una storia che li ossessiona segretamente per dare vita a ricerche che altrimenti resterebbero perse in una cartella senza nome sul computer.

Il workshop esplora, seguendo il genere della Lettura-Performance, il contagio tra arte concettuale, ricerca, teatro e propone uno spazio dove possono coesistere espressioni artistiche nate dalle diverse discipline.

 

I PARTECIPANTI
Il laboratorio è rivolto ad artisti di tutte le discipline (teatro, musica, arti visive, film, letteratura) che vogliono lavorare alla creazione di una Lettura-Performance.

Saranno selezionati 12 artisti che presenteranno un progetto basato su un’indagine personale, il diario di un’esperienza, una storia vera, propria o di qualcun altro, un’idea non realizzata, ecc.

 

COME PARTECIPARE
Per partecipare, spedisci entro e non oltre il 4 novembre 2018 a info@zonak.it una biografia di 200 parole e un testo di massimo 250 parole per descrivere il progetto che vuoi realizzare e allega vari materiali (foto, video, testi).

Biografia e testo devono essere inviati in lingua inglese.

La selezione sarà annunciata via e-mail e sul sito web di ZONA K dal 9 novembre 2018.

 

ORARIO DEL LABORATORIO
Da martedì 20 a sabato 24 novembre, tutti i giorni dalle 10:00 alle 14:00

 

RESTITUZIONE PUBBLICA
Sabato 24 novembre 2018, dalle 20.00 alle 22.00 a ZONA K

 

Importante: il workshop sarà tenuto in inglese.

E’ gradita la conoscenza della lingua; è comunque prevista la traduzione a braccio.

 

 

Lola Arias (1976) è una scrittrice, regista teatrale e performer. Collabora con artisti di diverse discipline in progetti musicali, cinematografici e artistici. Le sue produzioni giocano con le zone di sovrapposizione tra realtà e finzione. Lavora con attori, poliziotti, mendicanti, musicisti, ballerini, prostitute, bambini e animali. In Striptease (2007) il protagonista è un bambino, che striscia sul palco mentre i suoi genitori litigano al telefono. In El amor es un francotirador (2007), gli artisti raccontano storie d’ amore vere e fittizie mentre una rock band suona dal vivo. In Mi vida después (2009), sei artisti ricostruiscono la giovinezza dei loro genitori negli anni’ 70 in Argentina con foto, lettere, cassette e vecchi vestiti. In Cile ha messo in scena L’ anno in cui sono nata (2012), sulla base delle biografie di persone nate durante la dittatura di Pinochet. La sua opera L’ arte di fare soldi (2013) è stata eseguita da mendicanti, prostitute e musicisti di strada dalla città di Brema. I suoi progetti con Stefan Kaegi sono Chácara Paraíso (2007) che coinvolge agenti di polizia brasiliani, e Airport Kids (2008) con nomadi di età compresa tra i 7 e i 13 anni. Tra il 2010 e il 2012, insieme hanno curato un Festival di interventi urbani Ciudades Paralelas a Berlino, Buenos Aires, Varsavia, Zurigo, Singapore e altre città. I suoi testi sono stati tradotti in più di sette lingue e le sue opere teatrali sono state realizzate in diversi festival tra cui Steirischer Herbst, Graz; Festival d’ Avignon; Teatro Spektakel, Zurigo; Wiener Festwochen; Spielart Festival, Monaco di Baviera; Alkantara Festival, Lisbona; Radicals Festival, Barcellona, Under the radar, New York. E in luoghi come: Theatre de la ville Paris, Red Cat LA, Walker Art Centre Minneapolis, Museum of Contemporary Art Chicago. Insieme a Ulises Conti compone e suona musica e ha pubblicato diversi album.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CHIAMATA PUBBLICA

LE RAGAZZINE di Milano STANNO PERDENDO IL CONTROLLO.  LA SOCIETA’ LE TEME. LA FINE E’ AZZURRA.

progetto teatrale people-specific per ragazze under 18 e la loro comunità
concept e regia di ELEONORA PIPPO

 

 

>> Il progetto <<<

La regista Eleonora Pippo cerca un gruppo di ragazze coraggiose per formare la Compagnia locale temporanea Ragazzine Milano 2018, una fantastica opportunità per fare un’esperienza nuova ed essere protagoniste di una performance originale.

A partire dall’omonimo teen-drama a fumetti di Ratigher, vincitore del prestigioso Premio Micheluzzi come Miglior Fumetto al Napoli COMICON 2015, il progetto prevede la formazione di compagnie locali temporanee composte da ragazze tra i 13 e i 18 anni, che nel tempo record di sette giorni lavoreranno insieme alla regista alla creazione di una performance originale. La performance sarà basata sulle peculiarità delle ragazzine coinvolte e si avvarrà della partecipazione attiva del pubblico.

Il lavoro sarà presentato domenica 14 ottobre alle 20.00
a ZONA K all’interno della stagione teatrale POWER.

Leggi il fumetto


>>>
Come partecipare? <<<
Sei una ragazza coraggiosa? Ti piace recitare, cantare o suonare?

O anche solo l’idea di poterlo fare? Vuoi metterti in gioco e raggiungere l’impossibile? Allora Le Ragazzine Project è quello che fa per tePartecipare è assolutamente gratuito, serve la firma di un genitore se sei minorenne.
Pensi di avere quello che ci vuole? Iscriviti ora!

>>> Quale è il programma? <<<

La lavorazione per la preparazione dello spettacolo avviene in sette giorni con incontri di tre ore al giorno in fascia pomeridiana, dal 6 al 14 ottobre. Venerdì 12 ottobre è richiesta la disponibilità di 4 ore, sabato 13 e domenica 14 ottobre di 5 ore.
La compagnia locale temporanea sarà composta da un numero massimo di 12 ragazze.

Il seguente programma potrebbe subire modifiche ed essere rimodulato in base alle esigenze dell’organizzazione.

Giorno 1 – Sabato 6 ottobre dalle 15:00 alle 18:00 @Lachesi Lab, via Porpora, 43
Incontro conoscitivo: è l’occasione per mettersi in gioco e sperimentare uno stile teatrale che unisce recitazione, musica, canto dal vivo e interazione con il pubblico nella creazione di performance non convenzionali dal forte impatto emotivo.

Giorno 2 – SELEZIONE / Domenica 7 ottobre dalle 15:00 alle 18:00 @Lachesi Lab, via Porpora, 43
Sulla base dell’esperienza maturata durante l’incontro conoscitivo, le ragazze potranno decidere di partecipare alla successiva fase di selezione attraverso la quale verrà formata la compagnia locale temporanea composta da un minimo di 6 ragazze and un massimo di 12. Incontri singoli o laboratorio collettivo. Da stabilire a seconda del numero di partecipanti.

Giorno 3 > giorno 9 – INTENSIVO / Creazione e montaggio 8 – 14 ottobre @ ZONA K via Spalato, 11
Durante questa fase la compagnia lavorerà con la regista alla creazione e montaggio della performance originale durante una residenza intensiva di una settimana con incontri di 3 ore ciascuno in orario pomeridiano. Sabato 13 e domenica 14 ottobre l’orario sarà intensificato.

Il calendario potrà subire variazioni. E’ richiesta la massima disponibilità e la partecipazione a tutti gli incontri.

>>> Cosa serve? <<<
Invitiamo tutte le ragazze che sanno suonare a portare il proprio strumento musicale. Siete tutte benvenute, se motivate e incuriosite. Le partecipanti non maggiorenni dovranno avere l’autorizzazione alla partecipazione a tutte le fasi, da parte di un genitore o di chi ne fa le veci.

Tutte le partecipanti dovranno compilare il Modulo di Iscrizione entro lunedì 3 ottobre e inviarlo a questo indirizzo: info@leragazzinestannoperdendoilcontrollo.com

www.leragazzinestannoperdendoilcontrollo.com

 


Eleonora Pippo • Pordenone, (1976) Regista
Ha diretto ‘Cinque allegri ragazzi morti IL MUSICAL LO-FI’ L’alternativa, La festa dei morti e #tuttonuovo, ‘Marburg’ (Guillem Clua), ‘Save your wish’ (Elena Arcuri), ‘Come fu che in italia scoppio’ la rivoluzione ma nessuno se ne accorse’ (Davide Carnevali), ‘Ulisse chatta con gli dei, Amleto gioca alla playstation, Raskolnikov legge fumetti’ (Villiam Klimacek), ‘Sotterraneo’ (J. M. Benet i Jornet), ‘Cinque donne con lo stesso vestito’ (Alan Ball), ‘Yumiura’ (Yasunari Kawabata). I suoi spettacoli sono stati rappresentati al Teatro Litta e Teatro Elfo Puccini di Milano, al Teatro Vascello e Teatro India di Roma, al Teatro della Tosse Genova al Teatro Due di Parma. Si è formata alla Scuola del Teatro Stablie di Torino, con la compagnia ViaNegativa di Lubiana, con Thomas Ostermeier e Agrupacion Senor Serrano (Biennale College Teatro / La Biennale di Venezia) e con Richard Maxwell/New York City Players. Ha vinto il Premio Scintille 2010 Asti Teatro Festival.

www.eleonorapippo.wordpress.com

Ratigher
Nasce nel 1978. Inizia a disegnare e autopubblicare fumetti nel 1998. Sue storie e illustrazioni appaiono su KR, Il mirabolante almanacco dei f.lli Mattioli, Carmilla, Petrolio, Fandango, Carta. Nel 2001, a Bologna, con Tuono Pettinato e J.D. Raudo fonda l’etichetta DIY Donna Bavosa, con la quale vengono dati alle stampe albi a fumetti e dischi punk. Continua a pubblicare per riviste indipendenti come Lamette, Nervi, Monipodio, Inguine; in coppia con Alessandro Baronciani realizza un volume della serie 25 disegni. E’ comparso su Vice magazine, serializzando il Bimbo Fango e disegnando la serie “fumetti a caso”. Ha fatto parte per due anni del gruppo IUK, pubblicando la serie Vita a 3000 sulle pagine del mensile XL di Repubblica. In questi ultimi anni si dedica anima e corpo al nuovo gruppo di fumettisti di cui fa parte, i Super Amici (Maicol&Mirco, Dr.Pira, Tuono Pettinato, LRNZ) con cui realizza la rivista Hobby Comics per Grrrzetic e il primo free-press di fumetti Pic Nic, dove ricopre il ruolo di editor. Nel campo dell’autoproduzione collabora con il collettivo ZOOO.ORG. Insegna presso lo IED di Roma. Il suo primo libro a fumetti TRAMA il peso di una testa mozzata è uscito nel 2011 per Grrrzetic. Vive a Vasto.

 

CORSI PER ADULTI

Gli spazi di ZONA K ospitano diversi corsi e discipline durante l’anno 2018 – 2019

Corso di Tango Argentino con incursioni nella Milonga e Vals
PKUSTANGO di Paolo Vitalucci con la partecipazione di Alessandra Rizzotti
prova il 24 settembre 2018 poi ogni lunedì 20.00 – 23.00
Per informazioni: 3284814234 – paolo@pkustango.com

 

Corso di Biodanza & Arteterapia per persone con Parkinson, Epilessia, disturbi neuromotori e loro familiari
DANZA LA VITA A COLORI  di Associazione Culturale Namastè
da ottobre 2018 ogni mercoledì ore 15.00 – 16.30
Per informazioni: Francesca De Bartolomeis 340.3422290 – Cinzia Pattoni 339.4508071 – info@associazione-namaste.it

 

Corso di danza contemporanea e Body Mind Centering®
DANZARE LA VITA 
a cura di Emanuela Passerini
prova il 19 settembre 2018 poi ogni mercoledì ore 18.30 – 20.00
Per informazioni: 348.7517656 – emanuelapasserini.bhumi@gmail.com

 

Corso di antica arte marziale russa
SYSTEMA a cura di Gruppo Systema Milano
dal 5 settembre 2018 poi ogni mercoledì ore 20.30 – 22.00
Per informazioni: Guido Andreani 334.7329205 – info@grupposystema.it

SYSTEMA

Systema è un metodo per la salute, un sistema per difendere se stessi e gli altri, uno stile di vita e un percorso di crescita fisico, emotivo, psicologico e spirituale. E’ talmente vasto che non basta una vita per esplorarlo. Si basa sulla conoscenza empirica di come i vari “sistemi” corporei ( respiratorio, nervoso, muscolo-scheletrico, cardio-vascolare etc. ) interagiscono tra di loro, e di come sono connessi con la parte emotiva e mentale.

INFO E PRENOTAZIONI: Guido Andreani
+39 334 7329205 – info@grupposystema.it
www.grupposystema.it

 Attraverso l’utilizzo di semplici tecniche di respirazione abbinate a esercizi fisici di varia natura impariamo a rilasciare le tensioni, e a muoverci in modo naturale sia in situazioni normali che ad alto stress. Osservandoci in varie situazioni di stress crescente, ma controllato ( es. quando un compagno ci attacca ), impariamo a vedere come reagiamo o agiamo difronte alle difficoltà della vita quotidiana e a riconoscere e modificare quei comportamenti automatici inutili o dannosi per noi stessi e per gli altri.

 Come dice V. Vasiliev nel suo bellissimo libro Let Every Breath: “Systema si basa su una comunità spirituale di amicizia e incoraggiamento reciproco”, quindi l’armonia, il dialogo, l’umiltà, l’ascolto e il rispetto reciproco sono alla base del lavoro di Systema.

 Quello che si sviluppa in questo lavoro sono le capacità di ascolto interiore ed esteriore, la conoscenza e la consapevolezza del corpo delle emozioni e dei processi psicologici, propri e degli altri.

 Dal punto di vista della difesa personale è estremamente realistico ed efficace, essendo stato sviluppato in campo militare, ed è strutturato per accrescere il rilassamento, la forza, la velocità la resistenza, superare lo stress e la paura. E’ adatto a qualsiasi età e forma fisica. Non ci sono tecniche specifiche ma l’allenamento è mirato a ripristinare il movimento naturale, e la completa mobilità del corpo eliminando quelle forze che lo limitano ( tensioni, stress, paure ).

GLI INSEGNANTI

FEDERICA DI ROSA – TEATRO e Responsabile della Didattica
Diplomata in Drammaturgia alla Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano, lavoro con diverse realtà teatrali alla scrittura di testi per spettacoli ed eventi. Nell’ambito educativo e sociale, applico la mia esperienza di drammaturga all’ideazione e conduzione di laboratori di teatro e di scrittura per adulti, ragazzi e bambini. Ho coordinato e realizzato progetti di formazione con: Teatro della Tosse, Teatro Coccia, Eniscuola, Formattart, Alice in Città, Teatro Franco Parenti. Sono autrice e regista degli spettacoli di teatro ragazzi “Amico Immaginario Cercasi”, “Pippo vola sulla città”, e autrice di “Emile Utopia 250”, documentario teatrale sui temi dell’educazione, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino. Dal 2015 sono responsabile della didattica per ZONA K: mi occupo dell’ideazione e della realizzazione dei progetti per bambini e ragazzi e coordino il lavoro di un team d’insegnanti di diverse discipline artistiche.

K come?  “Kaulon, antica città dove tutto comincia e ricomincia.”


 

DANIELE ANDRE’ – RAP
Sono Daniele Andrè in arte Diamante, un rapper con la passione per la scrittura. Negli anni dopo aver pubblicato diverse canzoni ho avuto il desiderio e l’opportunità di affiancare al lavoro di musicista e autore quello con i ragazzi dalle medie in su. Nei miei laboratori rap si cercano sempre nuove idee e nuovi spunti partendo dalla storia della cultura hip hop e dai suoi valori fondanti di pace, unità e divertimento. Tutto si regge sulla passione, sull’entusiasmo e sul rispetto, senza ovviamente tralasciare la musicalità.
Check it out!
K come?  “Kronos: il tempo che ci vuole, il tempo che si sceglie, il tempo che si crea”


 

ENZO BISCARDI TEATRO
Ho fatto teatro. Ho fatto l’educatore. Poi ho capito che potevo fare entrambe le cose e così ho unito la mia esperienza teatrale a quella di educatore professionale specializzandomi nella pedagogia teatrale progettando, gestendo e conducendo corsi di teatro per bambini, ragazzi e adulti. Sentirsi liberi di andare ovunque e, allo stesso tempo, avere una strada da (per)seguire permette agli allievi di vivere un personale e intenso percorso di ricerca espressiva.

K come? “Se un giorno sperduti il cervello va in pappa, affidatevi a chi della ZONA ha la mappa, passerete così dal cappaò all’ocappa.”


 

NOEMI BRESCIANI – DANZA E TEATRODANZA
Figlia d’arte sono cresciuta in teatro, tra il laboratorio di burattini di mamma e le prime file dei teatri spettatrice di papà. Sin da bambina ho praticato danza con Cinzia Serverino, insegnante speciale grazie alla quale ho potuto studiare danza classica, Limòn, Contact Improvisation, Teatrodanza. Affascinata dalla scienza ho tentato la carriera universitaria iscrivendomi a Biotecnologie, non era per me. Nel 2009 mi sono diplomata all’Accademia Paolo Grassi in TeatroDanza e con i miei compagni di classe ho fondato la compagnia di danza contemporanea Fattoria Vittadini. Ora son danzatrice, attrice per diverse realtà di danza e teatro. Insegno Teatrodanza a bambini, adolescenti e adulti. Il corpo è sempre il protagonista delle mie lezioni. Sono docente di Teatrodanza per il corso Acting della scuola Mohole di Milano.

K come? “Karaoke, perchè è la prima parola con la k che mi viene in mente e perchè è divertente.
Ed è una parola composta: kara ‘vuoto’ e oke ‘orchestra’.E allora K come kara/vuoto: dove tutto nasce.”


 

BÄRBEL BUCK – VIDEO
Già da bambina ho sempre amato ascoltare storie di ogni tipo. Preferibilmente storie vere, storie che qualcuno realmente ha vissuto. Ecco perché ho deciso di diventare una documentarista.
Questo è stato il mio inizio nel mondo delle immagini in movimento per la televisione e il cinema. L’arrivo di mia figlia mi ha portato più a contatto con le fiabe, la magia, lo stupore, la curiosità e la fantasia. Mi chiede spesso di raccontarle della mia vita quando ero piccola.
Penso che i racconti ci aiutino a capire il nostro intimo e il mondo che ci circonda. E i bambini con la loro visione molto speciale delle cose e le loro domande correlate possono darci un accesso completamente nuovo non solo alla vita degli altri, ma anche alla nostra.
Per me, il video e teatro sono una combinazione ideale per andare a esplorare a fondo delle meraviglie e delle narrazioni di vita. Con questi strumenti è possibile esprimere se stessi, vivere una fantasia, ma anche sperimentare e rendere accessibile la storia di altre persone.
Sono molto felice di aver  potuto accostare da diversi anni la mia passione per le narrazioni e le immagini in movimento ai bambini, che mi mostrano quanto sia intenso essere pienamente coinvolti in una esperienza, nella vita e in tutto quello che li riguarda e che mi fanno pensare alle grandi domande della vita.

K come? Kinder/bambini in tedesco. Perché sono in realtà i nostri grandi maestri e sono felice e grata di poter imparare molto da loro.


 

FILIPPO FARINA TEATRO
Da quando, crescendo, ho scoperto che i sogni non svaniscono né con l’alba né con l’età, ho scelto di portarli con me e di scambiarli con gli altri. Così ho intrapreso un percorso teatrale come attore che è ancora in divenire e ho creato laboratori di ricerca creativi incontrando i contesti più disparati. Amo insegnare la curiosità e la scoperta dei significati usando il corpo, la parola e tutti i linguaggi artistici che partecipano del fare teatro.

K come? “K, come amico. K come tutti, aspirante. K di fiori prende fante e due di denari. K tu che K ankìo. K subito se vedi un orco. La gente inK nell’arte… …L’arte inK nella vita.”


 

MONICA GALASSI MOVIMENTO CREATIVO
Danzatrice, giornalista, educatrice, mamma. Nata a Milano nel 1975, mi sono formata come ballerina classica presso il Teatro alla Scala e la Scuola Cosi Stefanescu di Reggio Emilia. Mentre danzavo come professionista in diversi teatri italiani ho conseguito la laurea in Lettere Moderne presso l’Università di Pavia e ho iniziato a curare la comunicazione dell’étoile Alessandra Ferri, soggetto della mia tesi. Mi sono dedicata per alcuni anni all’attività di ufficio stampa e giornalismo in ambito culturale per tornare poi, in seguito alla nascita dei miei due figli, alla prima passione (danza, musica, teatro). Dal settembre 2013 tengo laboratori di movimento creativo rivolti a bambini e ragazzi, sia a scuola in orario curricolare sia al pomeriggio presso istituzioni pubbliche e private.

K come? “Kontakthof.” (balletto emblema della poetica di Pina Bausch, ndr)


 

ALICE MARINONI – TEATRO
Quello che più mi piace è quello che faccio: giocare al gioco del teatro. Passo molto tempo a leggere e a giocare con i bambini, i miei e quelli degli altri. Quando riesco scrivo storie per il teatro. Sogno ancora di diventare una ballerina.

K come? “Ketchup : perché è rosso, perché se non ti pulisci bene ti vengono i baffi e subito inizia la storia del Signor Baffi Rossi…”


 

ALICE PATRICCIOLI – ARTE
Il mio lavoro in una frase?  “Lasciati sorprendere e meravigliare dal mondo e vivilo con creatività!”. Mi impegno ogni giorno per trasmettere la mia capacità di trovare la magia dietro ogni angolo e l’inaspettato dietro l’ordinario…come?  Faccio della fotografia e dell’arte un tramite per far esprimere alle persone le proprie sensazioni e per far scoprire loro il mondo, creo e organizzo laboratori e corsi per bambini, ragazzi e adulti volti a far imparare divertendo.

K come? “Un Koala che mangia un Kilo di Kiwi.”


 

ELENA PARRETTI – TEATRO
Attrice e Aiuto Regista, da diversi anni conduco laboratori di teatro per bambini, in italiano e in inglese. Con il collettivo LibraLab (la mia compagnia teatrale) ho portato in scena spettacoli per adulti e bambini. Del teatro amo la possibilità che offre di combinare insieme immagini, suoni, parole e corpi in movimento. I miei laboratori sono attraversati dal filo della comicità: si impara a ridere CON gli altri, e non DEGLI altri. E si impara a ridere anche un po’ di se stessi, a prendere le cose -e la vita- con leggerezza, da prospettive sempre diverse.

K come? “Kolossal, perché mi piace pensare in grande.”

Immagine: Designed by Freepik

I PROGETTI SPECIALI

SCUOLE PRIMARIE

LA NOSTRA ITACA. Progetto che coinvolge tutte le classi dell’Istituto.
Il progetto “La nostra Itaca” è rivolto ai bambini della scuola primaria. E’ un’esperienza di creazione collettiva intorno al concetto di città, attraverso gli strumenti del teatro, dell’arte visiva, della musica, del movimento creativo, del video.

– PRIMA FASE  Spettacolo teatrale “In viaggio con Ulisse”. Lo spettacolo ha il compito di introdurre la cornice narrativa e si conclude con un “compito” assegnato ai bambini: questo lo spunto che dà il via ai laboratori.

– SECONDA FASE  Laboratori. Ogni interclasse lavorerà su un tema specifico, attraverso il teatro e un’altra disciplina (arte, musica, movimento creativo, immagine, scrittura).
In tutte le classi verrà utilizzato il video come strumento per riprendere l’evoluzione del lavoro e la registrazione audio per raccogliere materiale utile alla restituzione finale.
L’esito finale sarà una manifestazione collettiva in cui verrà presentata la città ideale. In questo evento ogni interclasse si occuperà di un aspetto in particolare, e tutte insieme andranno a comporre un racconto corale fatto di parole, suoni, movimento, immagini.
Classi prime: LA CITTA’ E I SOGNI (Teatro e Movimento creativo). I bambini vanno alla ricerca di ciò che non si vede in città: nelle grate, nei tombini, nei sotterranei si nascondono i sogni. Bisogna stanarli, e farli vivere. E’ così che vengono fuori di notte, come in una fiaba, i sogni degli abitanti della città, ma anche degli alberi, delle finestre, degli animali…
Classi seconde: LA CITTA’ E LE STRADE (Teatro e Arte). Cambiamo i nomi delle vie della città, delle strade, delle piazze, dei cartelli stradali: quali regole muovono le strade della nostra città? Come ridisegnarle, come trasformare la città in un luogo che ci accoglie e ci assomiglia?
Classi terze: LA CITTA’ E i RUMORI (Teatro e Rap). Lavoriamo sui rumori della città, sui suoni, le voci e chissà… potrebbe nascere anche una canzone. Che musica fa la città? Che canzone potrebbe cantare?
Classi quarte : LA CITTA’ E GLI OCCHI  (Teatro e Fotografia). Immagini, fotografie, punti di vista sulla città, quadri che si animano, ritratti che prendono vita. Scegliere la luce giusta, l’angolo perfetto: un’immagine parla. Quante cose si possono dire attraverso le immagini… e se poi le immagini cominciassero a muoversi?
Classi quinte : LA CITTA’ E LE PAROLE (Teatro e Scrittura). Storie, voci, racconti, ricordi, progetti: dalla città nascono storie, che si muovono insieme ai bambini e hanno origine da loro stessi, per oltrepassare i confini della città e arrivare alle orecchie di chi le sa ascoltare. “La città e le parole” dà forma alla manifestazione collettiva finale., e fornirà la cornice narrativa per il lavoro delle altre interclasse.

– TERZA FASE. Restituzioni. LA CITTA’ E LE STANZE: ogni aula diventa un mondo. Riempita dalle immagini e dal materiale che i bambini hanno creato, la stanza accoglierà i genitori e gli insegnanti. All’interno si potranno ascoltare le registrazioni audio realizzate dai bambini e si potrà vedere il video di backstage realizzato durante i laboratori, così che tutti possano avere un’idea del percorso. LA NOSTRA ITACA: evento aperto al quartiere. Una restituzione dal vivo del lavoro fatto, con l’utilizzo di cuffie audio wi-fi che veicoleranno i contenuti e indirizzeranno i partecipanti nei diversi luoghi in cui si svolgeranno le performance.


 

SCUOLE PRIMARIE E SECONDARIE DI PRIMO GRADO

SEI X… Progetto per la realizzazione di un’audio o di una video guida creativa.
La video guida e l’audioguida sono strumenti artistici e performativi più volte utilizzati da ZONA K in progetti site specific e partecipati: da Remote Milano dei Rimini Protokoll- performance urbana sul tema dell’intelligenza artificiale- a Fase 9, percorso multimediale che s’interroga sul ruolo dell’arte oggi; da Look out, racconto sulla città del futuro vista dai bambini a Safari nel labirinto urbano- che esplora il tema dell’ecologia in relazione alla città; dalle audioguide SEIx5 e SEIx4, viaggi all’interno della storia di due quartieri milanesi attraverso parole, immagini e musiche a La nostra Isola, video guida realizzata dai bambini per i bambini del quartiere Isola. Si tratta di una vera e propria esperienza artistica, che non soltanto veicola informazioni e contenuti, ma mira a una sollecitazione emotiva e attiva dell’ascoltatore: seguire la mappa dei luoghi fisici significa anche esplorare temi, avvenimenti, entrare nelle storie con un percorso a tappe dentro la città, dove sarà richiesto non solo di ascoltare ma anche di agire, osservare, rispondere, rivivere.

Concepite in chiave performativa, partecipata e diretta, la video guida e l’audioguida si pongono come alternative alle modalità tradizionali. Ogni interclasse affronterà un tema specifico e lavorerà su desideri, domande e aspettative legate al tema stesso. La video guida o l’audioguida saranno realizzate tra la scuola e il quartiere attraverso immagini, creazioni artistiche e interviste agli adulti e agli altri bambini o ragazzi.


 

SCUOLE SUPERIORI

GENERAZIONE GLOCALE.
Come si difende la propria appartenenza locale in un mondo senza confini? Tutto sembra andare verso la costruzione di cittadini del mondo, ma quanto questo corrisponde alla realtà? Le città si assomigliano sempre di più, l’iper-connessione mostra che tutto è possibile, ma su cosa si costruiscono l’appartenenza e l’identità dei ragazzi?
Queste le domande al centro del lavoro di creazione partecipata, già sperimentato nel 2017 con una versione pilota che ha coinvolto giovani milanesi di seconda generazione. Generazione gLocale adesso si rivolge alle scuole, si muove all’interno di quei gruppi classe definiti nei quali la “convivenza forzata” fa spesso emergere criticità dovute alle differenze sociali e culturali.
“Generazione gLocale” nasce per dare voce alle nuove generazioni. Il percorso prevede la realizzazione di laboratori di “creazione partecipata” e di una performance urbana con i ragazzi tra i 14 e i 19 anni.
Il progetto mira a stimolare nei ragazzi il senso di appartenenza alla comunità, generando attività che prevedano progettazione condivisa, collaborazione, dialogo, per favorire la loro crescita emotiva, individuale, relazionale e sociale e per formare cittadini attivi e partecipi.
Gli incontri sono volti ad approfondire le regole e la forma del dispositivo partecipativo, il lavoro sullo spazio teatrale, la creazione di setting (campi da gioco), l’interazione di movimenti collettivi e la scrittura di narrazioni biografiche per cuffie audio wi/fi. I ragazzi costruiranno insieme i contenuti della performance, creando così una drammaturgia collettiva di parole e azioni. La “drammaturgia locale audio” verrà registrata, con relativo editing e post-produzione.
“Generazione gLocale” è strutturata in 3 capitoli che corrispondono ad altrettanti percorsi:
IDENTITA’ – I GENERATION; DIRITTI – WE GENERATION; ECOLOGIA – BEE GENERATION
Ogni capitolo prevede 12 incontri di 2 ore ciascuno con il gruppo classe e una performance finale.

Attraverso l’utilizzo di moderne tecnologie performative, i contenuti prodotti dai ragazzi saranno veicolati al pubblico. Musiche, racconti, domande, istruzioni, ordini: allo spettatore verrà richiesto non solo di ascoltarli ma anche di rispondere, reagire, eseguire, di “agire” e farsi interprete dei contenuti, di diventare esso stesso produttore di senso. Generazione gLocale si inserisce in un più ampio progetto di attivazione e coinvolgimento del pubblico under 25 che ZONA K sta portando avanti già da alcuni anni e sostenuto di volta in volta da enti pubblici o fondazioni private.