Berlin (BE)

ZVIZDAL [Chernobyl, so far – so close]

26 ottobre 2019 ore 20.00
27 ottobre ore 17.00

Ucraina. Circa un migliaio di abitanti sono tornati nei territori contaminati della Zona di Esclusione in un raggio di 30 km da Chernobyl. Sono chiamati samosiols: coloro che hanno fatto ritorno.

Pétro e Nadia non se ne sono mai andati.

Quando la giornalista e scrittrice Cathy Blisson li ha incontrati nel 2009, Pétro e Nadia (entrambi ottantenni) erano gli unici due abitanti di un villaggio fantasma lungo appena 4 km. In seguito al disastro nucleare che esplose nella notte tra il 26 e il 27 aprile 1986, Zvizdal fu dichiarata non idonea per l’uomo. Un evento drammatico che ha condizionato la vita di centinaia di migliaia di ucraini, russi e bielorussi. Status: ufficialmente designato per l’evacuazione.

25 anni dopo ‘Chernobyl’ Pétro e Nadia vivono ancora lì, soli, circondati da una foresta che lentamente sta invecchiando con loro. In compagnia di un cane da guardia, una mucca magrissima, un lama e poche galline trascorrono le giornate, invocando Stalin e tutti i santi, in attesa che prima o poi il villaggio si ripopoli.

Un progetto di lungo corso (dal 2011 al 2015), Zvizdal si dispiega attraverso il trascorrere delle stagioni in un mondo dove il pericolo, invisibile, è ovunque. Una riflessione sull’isolamento, la questione della sopravvivenza, la solitudine e l’attesa della morte.

In collaborazione e c/o Olinda/TeatroLaCucina, Ex O.P. Paolo Pini – via Ippocrate, 45
Performance multimediale  – in italiano

 

Ideazione: Bart Baele, Yves Degryse, Cathy Blisson Con Nadia Pylypivna Lubenoce e Pétro Opanassovitch-Lubenoc Scene Manu Siebens, Ina Peeters, Berlin Interviste Yves Degryse, Cathy Blisson Camera e montaggio Bart Baele, Geert De Vleesschauwer Registrazione suono Toon Meuris, Bas de Caluwé, Manu Siebens, Karel Verstreken Traduzione Olga Mitronina Composizione musicale Peter Van Laerhoven Coproduzione Het Zuidelijk Toneel (Tilbourg); PACT Zollverein (Essen); Dublin Theatre Festival; Kunstenfestivaldesarts (Bruxelles); BIT Teatergarasjen (Bergen); Künstlerhaus Mousonturm (Francfort-sur-le-Main); Theaterfestival Boulevard (Den Bosch); Brighton Festival; Onassis Cultural Centre [Athène, GR]; Le CENTQUATRE-PARIS Co-realizzazione Le CENTQUATRE-PARIS; Festival d’Automne à Paris In collaborazione con deSingel (Anvers) Con il supporto di Gouvernement Flamand.

Lo spettacolo ha debuttato il 12 maggio 2016 al Kunstenfestivaldesarts (Bruxelles)

 

Fondatori di BERLIN nel 2003, i registi Bart Baele e Yves Degryse decisero di non scegliere un genere in particolare, ma di avventurarsi nel regno del documentario e lasciare che fossero i luoghi delle loro incursioni a guidare la loro ispirazione. Questa filosofia ha dato vita a due cicli progettuali: Holocene (l’attuale era geologica) dove il punto di partenza è sempre una città o un altro luogo del pianeta, e Horror Vacui (paura del vuoto) nel quale storie vere e toccanti vengono delicatamente districate attorno ad una tavola. Il ciclo Holocene comprende Jerusalem, Iqaluit, Bonanza, Moscow e Zvizdal. I primi tre episodi di Horror Vacui sono invece Tagfish, Land’s end e Perhaps all the dragons. I BERLIN sono tuttora al lavoro su entrambi i cicli. Holocene terminerà nella città di Berlino (da qui il nome del gruppo) con la creazione di un progetto di docu-fiction che coinvolgerà gli abitanti delle città protagoniste degli episodi precedenti. La compagnia ha lavorato in 27 paesi diversi negli ultimi anni, all’interno di vari circuiti: dai teatri agli spazi espositivi, dai festival alle location speciali.

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